Brevi cenni sull'universo
Inviato: 30/01/2015, 15:46
Arrivo qui e naturalmente trovo il dialogo già ben nutrito.
Quindi, nel fare il punto della situazione dal mio punto di vista, sicuramente ripeterò cose già trattate da voi, e me ne scuso: non vedo però il modo di evitarlo.
Dunque: la sinistra.
Ricordo che in anni non sospetti - i già ricordati tempi dell'Ulivo e dell'Asinello - mi trovai nell'occasione di dire che era fuorviante parlare con eccessiva naturalezza di "sinistra", come se fosse inevitabile, ossia fisiologico, che la sinistra si trasformasse, ma fosse comunque destinata a vivere e sopravvivere in una forma o in un altra.
Quando lo dissi avevo uno stato d'animo, o meglio, ero in una dimensione mentale storicistica, per non dire vagamente millenaristica: non avevo ben definiti i tempi e le scadenze.
Solo nei momenti successivi capii meglio la consistenza della mia premonizione, che avrei riscritto in una forma diversa, e più precisa: attenzione, non è detto che il partito della sinistra si trasformi, rimanendo sempre "sinistra". Potrebbe succedere che nel panorama politico la sinistra sparisca, nonostante la persistenza del suo simulacro, che può illudere i suoi sostenitori che faticano ad accorgersi della sua radicale mutazione.
L'avvento di Renzi è solo l'ultimo atto di questa storia, la sua definitiva certificazione: la Leopolda equivale ai cavalli che si abbeverano alle fontane di San Pietro.
Inutile cercare le ragioni della crisi in Renzi e le sue smorfiette: Renzi non è la causa, ma la conseguenza della crisi.
Soprattutto, però, non bisogna commettere l'errore di concentrare le energie nella denuncia di ciò che esiste e di ciò che si commette di sbagliato, da parte del simulacro PD e di altri.
Il problema vero - le radici della crisi - sta nel vuoto, ossia in ciò che non c'è: è nel vuoto che crescono mostri e che si insediano gli opposti - si insediano, perfino, le illusioni e le auto-illusioni di chi agisce in buona fede, all'interno del simulacro PD, immaginando di essere ancora dentro un momento di "evoluzione" della sinistra.
Io credo che dobbiamo soprattutto parlare di questo vuoto. Parlare dell'assenza.
Quindi, nel fare il punto della situazione dal mio punto di vista, sicuramente ripeterò cose già trattate da voi, e me ne scuso: non vedo però il modo di evitarlo.
Dunque: la sinistra.
Ricordo che in anni non sospetti - i già ricordati tempi dell'Ulivo e dell'Asinello - mi trovai nell'occasione di dire che era fuorviante parlare con eccessiva naturalezza di "sinistra", come se fosse inevitabile, ossia fisiologico, che la sinistra si trasformasse, ma fosse comunque destinata a vivere e sopravvivere in una forma o in un altra.
Quando lo dissi avevo uno stato d'animo, o meglio, ero in una dimensione mentale storicistica, per non dire vagamente millenaristica: non avevo ben definiti i tempi e le scadenze.
Solo nei momenti successivi capii meglio la consistenza della mia premonizione, che avrei riscritto in una forma diversa, e più precisa: attenzione, non è detto che il partito della sinistra si trasformi, rimanendo sempre "sinistra". Potrebbe succedere che nel panorama politico la sinistra sparisca, nonostante la persistenza del suo simulacro, che può illudere i suoi sostenitori che faticano ad accorgersi della sua radicale mutazione.
L'avvento di Renzi è solo l'ultimo atto di questa storia, la sua definitiva certificazione: la Leopolda equivale ai cavalli che si abbeverano alle fontane di San Pietro.
Inutile cercare le ragioni della crisi in Renzi e le sue smorfiette: Renzi non è la causa, ma la conseguenza della crisi.
Soprattutto, però, non bisogna commettere l'errore di concentrare le energie nella denuncia di ciò che esiste e di ciò che si commette di sbagliato, da parte del simulacro PD e di altri.
Il problema vero - le radici della crisi - sta nel vuoto, ossia in ciò che non c'è: è nel vuoto che crescono mostri e che si insediano gli opposti - si insediano, perfino, le illusioni e le auto-illusioni di chi agisce in buona fede, all'interno del simulacro PD, immaginando di essere ancora dentro un momento di "evoluzione" della sinistra.
Io credo che dobbiamo soprattutto parlare di questo vuoto. Parlare dell'assenza.