Sinfonìe di guerra
Inviato: 10/02/2015, 17:59
Avevo detto, nel thread dedicato alla musica, che avrei proposto un pensiero scandaloso, presumibilmente per chi tra voi (vero Flavio?) ama la musica classica, sinfonica, strumentale, accademica, insomma la musica volgarmente detta "seria".
Un pensiero che mi venne tempo fa, guardando i filmati dei concerti di musica pop e rock, da Rod Stewart a Vasco, da Springsteen agli Stones, ma anche Califano, De Gregori, Venditti e altri.
A questo punto, per proseguire al meglio, ci sarebbe bisogno che qui comparisse non il link di qualcuno di questi filmati, ma l'immagine da cliccare per una visione diretta e contestuale, ma a quanto pare il tasto "youtube" è mendace -finge di essere diverso, ma è il gemello di quello "url".
Pazienza, ne faremo a meno. Mi limito a incollare il link a un filmato specifico - Rod Stewart & Amy Belle - che contiene in sè una serie di ottime, differenti suggestioni:
https://www.youtube.com/watch?v=qAm6HKjiJcI
Ci sono molte cose che colpiscono in questa esecuzione.
Innanzi tutto la canzone, molto bella.
Poi, l'assolo di sax, suonato sorprendentemente da una donna.
Il coinvolgimento del pubblico, che sembra stringersi intorno ai due artisti sul palco, accarezzandoli con gli occhi e intonando in coro le parole insieme con loro.
Poi il rapporto pieno di segni tra Rod e la bella Amy, all'inizio lontani fisicamente e poi quasi costretti dall'emozione della musica ad avvicinarsi, a toccarsi, con una tenerezza che però è tutt'altro che asessuata, anzi è profondamnte, intensamente erotica.
Ecco, l'eros, l'amore. Tutto il filmato è un prolungato momento d'amore, perfettamente specchiato dal viso abbagliato e tremante di Amy Belle.
E' impossibile immaginare che quel pubblico possa assistere ed applaudire una dichiarazione di guerra.
Tutta quella rappresentazione suppone una vita, un rapporto tra esseri umani in cui non c'è spazio per la sopraffazione, e nemmeno per una dichiarazione di superiorità di uno sull'altro.
In quel pubblico, e in quel tipo di rapporto tra pubblico e artisti, c'è riassunta tutta la cultura di pace del secondo dopoguerra, e c'è perfettamente rappresentata l'idea della "società mite" - o semplicemente, l'idea di "società", alternativa a quella di "nazione".
Un'idea di nazione, invece, che a me sembra incombente, assistendo a un concerto di Beethoven o Bach, e perfino Chopin e Mozart, per non parlare di Strauss o Wagner: imperiale o giocosa, delicata o tuonante, è comunque una musica fortemente etnica, intimamente nazionalistica, tracciata sulla demarcazione tra ordine e disordine come categorie dello spirito.
Una musica che proietta sempre l'ombra di una cattedrale, anche quando solfeggia una danza sui prati o lo sguardo malizioso d'una cameriera: la cameriera d'un palazzo del principe, o di una taverna dove schimazzao i soldati - in qualche modo, una musica assolutamnte compatibile con l'idea stessa della guerra, della sua ineluttabilità o perfino della sua bellezza. L'eroica bellezza della tragedia.
Queste sono le mie sensazioni. Non so quanto ci sia di vero, di possibile, e quanto di falso.
Un pensiero che mi venne tempo fa, guardando i filmati dei concerti di musica pop e rock, da Rod Stewart a Vasco, da Springsteen agli Stones, ma anche Califano, De Gregori, Venditti e altri.
A questo punto, per proseguire al meglio, ci sarebbe bisogno che qui comparisse non il link di qualcuno di questi filmati, ma l'immagine da cliccare per una visione diretta e contestuale, ma a quanto pare il tasto "youtube" è mendace -finge di essere diverso, ma è il gemello di quello "url".
Pazienza, ne faremo a meno. Mi limito a incollare il link a un filmato specifico - Rod Stewart & Amy Belle - che contiene in sè una serie di ottime, differenti suggestioni:
https://www.youtube.com/watch?v=qAm6HKjiJcI
Ci sono molte cose che colpiscono in questa esecuzione.
Innanzi tutto la canzone, molto bella.
Poi, l'assolo di sax, suonato sorprendentemente da una donna.
Il coinvolgimento del pubblico, che sembra stringersi intorno ai due artisti sul palco, accarezzandoli con gli occhi e intonando in coro le parole insieme con loro.
Poi il rapporto pieno di segni tra Rod e la bella Amy, all'inizio lontani fisicamente e poi quasi costretti dall'emozione della musica ad avvicinarsi, a toccarsi, con una tenerezza che però è tutt'altro che asessuata, anzi è profondamnte, intensamente erotica.
Ecco, l'eros, l'amore. Tutto il filmato è un prolungato momento d'amore, perfettamente specchiato dal viso abbagliato e tremante di Amy Belle.
E' impossibile immaginare che quel pubblico possa assistere ed applaudire una dichiarazione di guerra.
Tutta quella rappresentazione suppone una vita, un rapporto tra esseri umani in cui non c'è spazio per la sopraffazione, e nemmeno per una dichiarazione di superiorità di uno sull'altro.
In quel pubblico, e in quel tipo di rapporto tra pubblico e artisti, c'è riassunta tutta la cultura di pace del secondo dopoguerra, e c'è perfettamente rappresentata l'idea della "società mite" - o semplicemente, l'idea di "società", alternativa a quella di "nazione".
Un'idea di nazione, invece, che a me sembra incombente, assistendo a un concerto di Beethoven o Bach, e perfino Chopin e Mozart, per non parlare di Strauss o Wagner: imperiale o giocosa, delicata o tuonante, è comunque una musica fortemente etnica, intimamente nazionalistica, tracciata sulla demarcazione tra ordine e disordine come categorie dello spirito.
Una musica che proietta sempre l'ombra di una cattedrale, anche quando solfeggia una danza sui prati o lo sguardo malizioso d'una cameriera: la cameriera d'un palazzo del principe, o di una taverna dove schimazzao i soldati - in qualche modo, una musica assolutamnte compatibile con l'idea stessa della guerra, della sua ineluttabilità o perfino della sua bellezza. L'eroica bellezza della tragedia.
Queste sono le mie sensazioni. Non so quanto ci sia di vero, di possibile, e quanto di falso.