Rom ha scritto:Una sala, dal soffitto alto, sotto il quale siede composta una ventina di persone - insomma una chiesa.
Dall'altare un officiante legge brani di vangelo, ascoltato con silente devozione da coloro che siedono nei banchi.
Di tanto in tanto, l'officiante intercala la lettura con l'esortazione: "oremus fratres", seguito da un obbediente mormorio, che s'interrompe quando l'officiante propone in brano evangelico successivo...
Immagino che, con questo post, tu volessi paragonare questo forum ad una chiesa, dove si leggono gli Atti degli apostoli, e si borbotta qualcosa tra le pieghe del rito ufficiale.
Ho l’impressione che nessuno abbia colto il sarcasmo della tua similitudine, a conferma della passività generale, nella quale affoga qualsiasi stimolo o provocazione.
Io non riesco più ad aver voglia di scrivere, ma forse non dipende dalla forma forum. C’è qualcosa di più paralizzante nell’atmosfera politica del momento, e forse è questa la cosa che andrebbe indagata, in una fase in cui si propaganda il cambiamento e la svolta.
Non so voi, ma io annaspo sempre più in una sensazione di paralisi, come se il cambiamento non ci riguardasse, come se tutto si giocasse altrove, e nessuno potesse interloquire: un cambiamento concesso, “octroyè”, come gli statuti e le costituzioni d’altri tempi.
Anche l’opposizione di sinistra sembra non avere armi riconosciute, si parla di “coalizioni sociali” come a sconfessare la capacità dei partiti nel rispondere ai bisogni sociali.
Nel secondo millennio, pare che occorra un gruppo di pressione esterno alle istituzioni per fare in modo che alcune priorità rientrino nell’Agenda istituzionale.
C’è qualcosa di innaturale in questo meccanismo, e la prima cosa da fare dovrebbe essere proprio ripensare l’idea di partito, né chiesa né autobus elettorale.
La rappresentanza o coalizione sociale di Landini si è sempre chiamata partito, e se si sente il bisogno di cambiargli nome, forse significa che nell’idea e nella pratica italiana di partito c’è un insopportabile limite di inclusione ed una opacità di intenti che alimenta sfiducia e disaffezione.
In pratica, è in crisi il sistema di rappresentanza democratica, e neanche il migliore dei sistemi elettorali può porre rimedio all’insoddisfazione degli elettori rispetto ai meccanismi decisionali dei partiti.
Potremmo parlare di questo, tra una lettura e l’altra.