La crisi della comnicazione politica
Inviato: 18/03/2015, 16:47
Il concetto di crisi implica l'idea di un cambiamento, di una tarsformazione, anche se ha preso il significato di una trasformazione in senso traumatico e negativo.
Ma in realtà la crisi della comunicazione politica, e del dibattito politico, non ha attualmente nulla di dinamico: più che una trasformazione, cioè di un momento di passaggio, si presenta soprattutto come degrado, nel quale permangono vizi antichi e abitudini sclerotizzate.
Un degrado che non suscita nemmeno scandalo, o meraviglia, ma che genera assuefazione, rassegnazione e noia.
La formula dei talk-show è obsoleta. I blog di commento sono la sede di una vox populi spesso volgare, e sempre molto concitata, confusa. La formula forum è assimilabile ai talk show.
Ma, a pensarci bene, c'è da cheidersi se sia davvero il caso di puntare l'attenzione sulla "formula": cambiare per cambiare, si rischia di realizzare un circo come La Gabbia, di Paragone, che rinuncia alle poltrone e ai toni rituali, per realizzare un ambiente gotico, nel quale la gente parla in piedi ed entra ed esce come in una stazione ferroviaria. Insomma un casino, sgradevole esteticamnte, senza che ciò aumenti di una virgola l'interesse.
Io credo che bisogna, invece, porre attenzione ai due fattori fondamentali di un dibattito politico: l'oggetto - cioè la politica - e il soggetto - cioè coloro che intervengono nel dibattito.
La politica
La politica è diventata in questi anni uno scontro tra personaggi, più che un confronto di idee, e si tratta di personaggi che sono in grandissima parte sempre gli stessi.
In subordine, le idee che pure sono in qualche modo sottese, o confusamnte implicite, nella posizione dei personaggi sono vecchie, anche quando sono presentate come nuove.
Insomma, la politica cammina con una cadenza infinitamente più lenta di quella che hanno i pensieri e le parole: la gran parte di quello che si può dire sui personaggi e le idee è stato già detto, e in certi casi è stato detto e scritto da decenni.
Quindi, tutto ha il sapore di scontato, di ripetitivo, inevitabilmente noioso, e soprattutto inutile.
L'inutilità, specialmente, deriva dal fatto che alle parole si ha la sensazione (fondatissima) che non seguiranno mai i fatti: non i fatti di governo (che delle parole se ne frega), né i fatti dell'opposizione (che un po' non ha, un po' non è capace di avere il potere di una vera interdizione).
Per di più, in un contesto politico-istituzionale nel quale si è fatto in modo che la "vittoria" sia l'unica cosa che conta, l'esistenza e la trattazione delle idee e delle posizioni perde molto d'interesse.
I soggetti: talk show e forum.
Dire talkshow significa dire giornalisti, autori e conduttori.
Questi sono coetanei o perfino più vecchi dei personaggi, e hanno vizi e abitudini che ben sappiamo: troppo amici dei politici, troppo interconnessi con la politica e spesso debitori alla politica del loro ruolo e della loro carriera, e abituati ad essere o servili o comunque troppo rispettosi.
Quando capita (raramente, ma capita) di incappare in un giornalista che non ha queste attitudini, improvvisamnte sembra cambiare anche la "formula", anche se in effetti si tratta sempre di una conversazione, di un dibattito assolutamente normale: cambia il linguaggio, cambia la qualità intellettuale, cambia il genere degli argomenti, che in questi casi non rispettano la ritualità "politicante", ma si dilatano piacevolmente nella dimensione esistenziale e culturale.
Dire forum significa dire forumisti.
Se i forumisti subiscono il (pesante) condizionamnto che proviene dalla politica che abbiamo descritto, o scimmiottano i più antiquati arnesi del giornalismo, il forum è destinato ad essere noioso quanto i talkshow.
Il forum invece mostra la sua specifica qualità, quando i forumisti riescono a dimenticare la ritualità e usano la libertà di essere se stessi, cioè persone libere, pienamente immerse in una vita che è infinitamente più ricca di quanto appaia nel dibattito politico sclerotizzato: più ricca di spunti di riflessione, più ricca di sentimenti e di argomenti alternativi.
Quando, infatti, la politica cammina più lentamnte dei pensieri e delle parole, rimanere aderenti ai suoi tempi e ai suoi riti produce solo stanche lamentazioni, o un miagolio ripetitivo anche quando è condito dalla veemenza dei vaffanculo grillini: una vox populi assolutamnte inutile, che nemmeno serve a chiarire quale siano le posizioni prevalenti, dato che in una vox populi è presente tutto e il contrario di tutto - per altro, la vox pupuli è disponibile dal vivo, per tutti coloro che partecipano ad un forum, dato che i forumisti fanno parte integrante del "populi", del quale sentono la "vox" cento volte al giorno, in ufficio, in famiglia, sugli autobus, al supermercato.
E' importante, invece, che in un forum i forumisti non solo partecipino, e interloquiscano, ma che sentano l'esigenza di interloquire e partecipare, e che abbiano coscienza che il forum è fatto da loro: quindi si tratta di qualcosa di più che "partecipare" (come se si trattasse di andare al cinema, una, due o dieci volte alla settimana), ma di "essere" loro stessi il forum - un cinema esiste anche se uno non ci va, un forum non esiste se uno non partecipa e/o non interloquisce.
Ma la voglia di partecipare dipende dall'astrarsi dai riti e dai tempi paralizzanti della politica: non si può stare per settimane e settimane a fare le pulci a Renzi o a Berlusconi. Anche involontariamente, si finisce per non avere nulla da dire di nuovo o interessante.
E anche "leggere" - semplicemente leggere, per sentirsi "informati" - diventa a mano a mano noioso, quando il martello batte sempre sui medesimi argomenti per settimane e settimane, mesi, anni: si diventa inavvertitamnte amorfi e passivi, trovando nella lettura la sola soddisfazione di veder confermate le proprie opinioni, come i bambini che amano sentirsi ripetere la favola che già conoscono.
Ma in realtà la crisi della comunicazione politica, e del dibattito politico, non ha attualmente nulla di dinamico: più che una trasformazione, cioè di un momento di passaggio, si presenta soprattutto come degrado, nel quale permangono vizi antichi e abitudini sclerotizzate.
Un degrado che non suscita nemmeno scandalo, o meraviglia, ma che genera assuefazione, rassegnazione e noia.
La formula dei talk-show è obsoleta. I blog di commento sono la sede di una vox populi spesso volgare, e sempre molto concitata, confusa. La formula forum è assimilabile ai talk show.
Ma, a pensarci bene, c'è da cheidersi se sia davvero il caso di puntare l'attenzione sulla "formula": cambiare per cambiare, si rischia di realizzare un circo come La Gabbia, di Paragone, che rinuncia alle poltrone e ai toni rituali, per realizzare un ambiente gotico, nel quale la gente parla in piedi ed entra ed esce come in una stazione ferroviaria. Insomma un casino, sgradevole esteticamnte, senza che ciò aumenti di una virgola l'interesse.
Io credo che bisogna, invece, porre attenzione ai due fattori fondamentali di un dibattito politico: l'oggetto - cioè la politica - e il soggetto - cioè coloro che intervengono nel dibattito.
La politica
La politica è diventata in questi anni uno scontro tra personaggi, più che un confronto di idee, e si tratta di personaggi che sono in grandissima parte sempre gli stessi.
In subordine, le idee che pure sono in qualche modo sottese, o confusamnte implicite, nella posizione dei personaggi sono vecchie, anche quando sono presentate come nuove.
Insomma, la politica cammina con una cadenza infinitamente più lenta di quella che hanno i pensieri e le parole: la gran parte di quello che si può dire sui personaggi e le idee è stato già detto, e in certi casi è stato detto e scritto da decenni.
Quindi, tutto ha il sapore di scontato, di ripetitivo, inevitabilmente noioso, e soprattutto inutile.
L'inutilità, specialmente, deriva dal fatto che alle parole si ha la sensazione (fondatissima) che non seguiranno mai i fatti: non i fatti di governo (che delle parole se ne frega), né i fatti dell'opposizione (che un po' non ha, un po' non è capace di avere il potere di una vera interdizione).
Per di più, in un contesto politico-istituzionale nel quale si è fatto in modo che la "vittoria" sia l'unica cosa che conta, l'esistenza e la trattazione delle idee e delle posizioni perde molto d'interesse.
I soggetti: talk show e forum.
Dire talkshow significa dire giornalisti, autori e conduttori.
Questi sono coetanei o perfino più vecchi dei personaggi, e hanno vizi e abitudini che ben sappiamo: troppo amici dei politici, troppo interconnessi con la politica e spesso debitori alla politica del loro ruolo e della loro carriera, e abituati ad essere o servili o comunque troppo rispettosi.
Quando capita (raramente, ma capita) di incappare in un giornalista che non ha queste attitudini, improvvisamnte sembra cambiare anche la "formula", anche se in effetti si tratta sempre di una conversazione, di un dibattito assolutamente normale: cambia il linguaggio, cambia la qualità intellettuale, cambia il genere degli argomenti, che in questi casi non rispettano la ritualità "politicante", ma si dilatano piacevolmente nella dimensione esistenziale e culturale.
Dire forum significa dire forumisti.
Se i forumisti subiscono il (pesante) condizionamnto che proviene dalla politica che abbiamo descritto, o scimmiottano i più antiquati arnesi del giornalismo, il forum è destinato ad essere noioso quanto i talkshow.
Il forum invece mostra la sua specifica qualità, quando i forumisti riescono a dimenticare la ritualità e usano la libertà di essere se stessi, cioè persone libere, pienamente immerse in una vita che è infinitamente più ricca di quanto appaia nel dibattito politico sclerotizzato: più ricca di spunti di riflessione, più ricca di sentimenti e di argomenti alternativi.
Quando, infatti, la politica cammina più lentamnte dei pensieri e delle parole, rimanere aderenti ai suoi tempi e ai suoi riti produce solo stanche lamentazioni, o un miagolio ripetitivo anche quando è condito dalla veemenza dei vaffanculo grillini: una vox populi assolutamnte inutile, che nemmeno serve a chiarire quale siano le posizioni prevalenti, dato che in una vox populi è presente tutto e il contrario di tutto - per altro, la vox pupuli è disponibile dal vivo, per tutti coloro che partecipano ad un forum, dato che i forumisti fanno parte integrante del "populi", del quale sentono la "vox" cento volte al giorno, in ufficio, in famiglia, sugli autobus, al supermercato.
E' importante, invece, che in un forum i forumisti non solo partecipino, e interloquiscano, ma che sentano l'esigenza di interloquire e partecipare, e che abbiano coscienza che il forum è fatto da loro: quindi si tratta di qualcosa di più che "partecipare" (come se si trattasse di andare al cinema, una, due o dieci volte alla settimana), ma di "essere" loro stessi il forum - un cinema esiste anche se uno non ci va, un forum non esiste se uno non partecipa e/o non interloquisce.
Ma la voglia di partecipare dipende dall'astrarsi dai riti e dai tempi paralizzanti della politica: non si può stare per settimane e settimane a fare le pulci a Renzi o a Berlusconi. Anche involontariamente, si finisce per non avere nulla da dire di nuovo o interessante.
E anche "leggere" - semplicemente leggere, per sentirsi "informati" - diventa a mano a mano noioso, quando il martello batte sempre sui medesimi argomenti per settimane e settimane, mesi, anni: si diventa inavvertitamnte amorfi e passivi, trovando nella lettura la sola soddisfazione di veder confermate le proprie opinioni, come i bambini che amano sentirsi ripetere la favola che già conoscono.