Nuove regole come nel privato.
Inviato: 13/03/2012, 20:04
Dipendenti assenteisti
Chiesto maxi-processo
L’inchiesta sulla sede locale della Regione La Procura: a giudizio 77 impiegati su 100. Salvi i dirigenti
Il «Palazzo di vetro» della Regione in viale della Pace, presunto «tempio» dell’assenteismo (archivio)
NOTIZIE CORRELATE
Al mercato in orario d’ufficio organizzavano turni per coprirsi
Timbravano e lasciavano l'ufficio, indagati 100 dipendenti della Regione
ROVIGO — Tre impiegati su quattro della sede rodigina della Regione Veneto, indagati dalla Procura per truffa, dovranno affrontare la richiesta di rinvio a giudizio. Al termine delle indagini sono 77 su cento i lavoratori accusati di assenteismo per i quali l’azione giudiziaria procede. Sono 23 invece le posizioni archiviate. Tra questi, ad esempio, i dirigenti, che hanno dimostrato di non aver bisogno di autorizzazioni per i loro spostamenti. Altri dipendenti hanno saputo invece difendersi dall’accusa dimostrando che erano al lavoro in altri uffici della Regione, con regolare permesso. Un’altra parte di archiviati, poi, per la propria difesa ha utilizzato gli stessi filmati interni del palazzo della Regione acquisiti dalla Guardia di Finanza, convincendo la Procura della loro estraneità all’accusa di truffa. Non è stata invece contestata l’associazione a delinquere, che pure era al vaglio della Procura perché era stato ipotizzato che gli impiegati potessero aver formato dei «gruppi » in accordo tra loro per assentarsi dall’ufficio a turno, coprendosi l’uno con l’altro.
Ora sarà il giudice per le udienze preliminari a pronunciarsi sulla richiesta di processo. Secondo l’inchiesta partita a inizio 2010 da un circostanziato esposto di un impiegato, i dipendenti pubblici per diversi mesi avrebbero timbrato regolarmente i loro cartellini, salvo poi uscire dalle rispettive sedi anche per diverse ore. Questo per fare la spesa o per svolgere impegni privati, sempre durante l’orario di lavoro. La conseguenza più diretta e immediata di questo, secondo l’impostazione della Procura, si è vista nei tempi di smaltimento delle pratiche burocratiche di competenza degli uffici rodigini della Regione. Ovvero Genio civile in larghissima parte più l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Urp, l’Ufficio relazioni col pubblico. L’attesa degli utenti nell’ottenere una risposta si sarebbe dilatata a dismisura. Innumerevole il materiale raccolto dalle Fiamme Gialle rodigine dirette dal comandante Roberto di Tullio: perquisizioni negli uffici del personale; circa 170 ore di videoriprese e fotografie di impiegati assenteisti che timbrano ed escono dalla sede, spesso pochi minuti dopo aver strisciato il tesserino di servizio nell’apposita macchinetta. In più c’è l’acquisizione di tabulati, delle tessere magnetiche, dei fogli di presenza, dei permessi e ordini di uscita. A inchiodare i dipendenti della Regione in servizio a Rovigo nel cosiddetto «Palazzo di vetro» di viale della Pace ci sono anche gli esami degli hard disk del videoregistratore. Nel mirino della Procura sono finite anche le cosiddette «missioni esterne», ovvero gli incarichi fuori sede affidati dai dirigenti ai dipendenti per lo svolgimento del loro incarico.
Antonio Andreotti
13 marzo 2012
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 2951.shtml
.................................................................
Una canzone Tutti uguali dal nord al sud.
Sarebbe ora di finirla con questa pubblica amministrazione.
Abbiamo una Fiat che non fa respirare i lavoratori.E nel pubblico impiego vanno a fare la spesadurante il lavoro.
In una azienda privata non ci sarebbe stato ne l'articolo 18 che li avrebbe protetti.
I lavoratori sono persone di serie B nei conflonti del pubblico impiego.
Sapendo quanto è caro ad oggi tenersi un posto di lavoro questi continuano a farsi gli affaracci propri.
LICENZIARE DIPENDENTI E MENAGER SE ESISTE UN RESPONSABILE.SAREBBE ORA.
Ciao
Paolo11
Chiesto maxi-processo
L’inchiesta sulla sede locale della Regione La Procura: a giudizio 77 impiegati su 100. Salvi i dirigenti
Il «Palazzo di vetro» della Regione in viale della Pace, presunto «tempio» dell’assenteismo (archivio)
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Al mercato in orario d’ufficio organizzavano turni per coprirsi
Timbravano e lasciavano l'ufficio, indagati 100 dipendenti della Regione
ROVIGO — Tre impiegati su quattro della sede rodigina della Regione Veneto, indagati dalla Procura per truffa, dovranno affrontare la richiesta di rinvio a giudizio. Al termine delle indagini sono 77 su cento i lavoratori accusati di assenteismo per i quali l’azione giudiziaria procede. Sono 23 invece le posizioni archiviate. Tra questi, ad esempio, i dirigenti, che hanno dimostrato di non aver bisogno di autorizzazioni per i loro spostamenti. Altri dipendenti hanno saputo invece difendersi dall’accusa dimostrando che erano al lavoro in altri uffici della Regione, con regolare permesso. Un’altra parte di archiviati, poi, per la propria difesa ha utilizzato gli stessi filmati interni del palazzo della Regione acquisiti dalla Guardia di Finanza, convincendo la Procura della loro estraneità all’accusa di truffa. Non è stata invece contestata l’associazione a delinquere, che pure era al vaglio della Procura perché era stato ipotizzato che gli impiegati potessero aver formato dei «gruppi » in accordo tra loro per assentarsi dall’ufficio a turno, coprendosi l’uno con l’altro.
Ora sarà il giudice per le udienze preliminari a pronunciarsi sulla richiesta di processo. Secondo l’inchiesta partita a inizio 2010 da un circostanziato esposto di un impiegato, i dipendenti pubblici per diversi mesi avrebbero timbrato regolarmente i loro cartellini, salvo poi uscire dalle rispettive sedi anche per diverse ore. Questo per fare la spesa o per svolgere impegni privati, sempre durante l’orario di lavoro. La conseguenza più diretta e immediata di questo, secondo l’impostazione della Procura, si è vista nei tempi di smaltimento delle pratiche burocratiche di competenza degli uffici rodigini della Regione. Ovvero Genio civile in larghissima parte più l’Ispettorato dell’agricoltura e l’Urp, l’Ufficio relazioni col pubblico. L’attesa degli utenti nell’ottenere una risposta si sarebbe dilatata a dismisura. Innumerevole il materiale raccolto dalle Fiamme Gialle rodigine dirette dal comandante Roberto di Tullio: perquisizioni negli uffici del personale; circa 170 ore di videoriprese e fotografie di impiegati assenteisti che timbrano ed escono dalla sede, spesso pochi minuti dopo aver strisciato il tesserino di servizio nell’apposita macchinetta. In più c’è l’acquisizione di tabulati, delle tessere magnetiche, dei fogli di presenza, dei permessi e ordini di uscita. A inchiodare i dipendenti della Regione in servizio a Rovigo nel cosiddetto «Palazzo di vetro» di viale della Pace ci sono anche gli esami degli hard disk del videoregistratore. Nel mirino della Procura sono finite anche le cosiddette «missioni esterne», ovvero gli incarichi fuori sede affidati dai dirigenti ai dipendenti per lo svolgimento del loro incarico.
Antonio Andreotti
13 marzo 2012
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 2951.shtml
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Una canzone Tutti uguali dal nord al sud.
Sarebbe ora di finirla con questa pubblica amministrazione.
Abbiamo una Fiat che non fa respirare i lavoratori.E nel pubblico impiego vanno a fare la spesadurante il lavoro.
In una azienda privata non ci sarebbe stato ne l'articolo 18 che li avrebbe protetti.
I lavoratori sono persone di serie B nei conflonti del pubblico impiego.
Sapendo quanto è caro ad oggi tenersi un posto di lavoro questi continuano a farsi gli affaracci propri.
LICENZIARE DIPENDENTI E MENAGER SE ESISTE UN RESPONSABILE.SAREBBE ORA.
Ciao
Paolo11