Regionali 2015
Inviato: 12/04/2015, 21:33
NOMI
Puglia, quei candidati di Michele Emiliano
che imbarazzano la sinistra di Nichi Vendola
Nella coalizione che sostiene l'ex sindaco di Bari per la regione spuntano nomi della destra, centristi ed ex missini. E la sinistra, alleata con i democratici, teme che dopo il voto si possa formare una giunta di "larghe intese". Su esempio del governo Renzi
DI LUCA SAPPINO
10 aprile 2015
Renato Brunetta lo fa più per darsi la carica, quando su twitter scrive che la sinistra, in Puglia, è spaccata e che il centrodestra, unito, può vincere. I sondaggi, in realtà, danno Michele Emiliano saldamente in vantaggio, pur avvisando che a vincere, alla fine, sarà soprattutto l’astensione che dovrebbe superare il 50 per cento (l’affluenza potrebbe essere anche 20 punti in meno rispetto al 2010). Ma qualcosa di vero, nel tweet di Brunetta, c’è.
Il centrodestra ha i suoi problemi, essendo la Puglia il centro della frattura tra Raffaele Fitto e i vertici berlusconiani di Forza Italia. Ma anche nel centrosinistra i rapporti sono molto tesi, tra il Pd di Michele Emiliano e la lista “Noi a sinistra per la Puglia”, che unisce Sel, le vecchie civiche di Nichi Vendola e di Dario Stefano (il candidato di Sel alle primarie), e il gruppo dell’ex Pd Guglielmo Minervini, anche lui ex candidato alle primarie.
Michele Emiliano non passa giorno senza prendere le distanze dalla stagione vendoliana, dagli ultimi dieci anni di governo, e la polemica sulle buonuscite è solo l’ultima di una lunga serie. Già questo è motivo di sufficiente imbarazzo per chi invece vorrebbe una certa continuità con quella gestione. «Emiliano segue lo schema di Renzi» è l’analisi che fa un dirigente locale della sinistra pugliese con l’Espresso, «non avendo grandi avversari a destra, si sta concentrando su quell’elettorato, sparando a zero sul governo uscente. È convito di raccogliere così il voto d’opinione. Ma deve stare attento, perché è la nostra area ad esser ormai in sofferenza». L'area è quella della lista di Vendola e Minervini.
Poi, oltre alle bordate contro Nichi Vendola, ad imbarazzare ci sono le candidature. Troppi i nomi indigesti che troveranno posto nelle civiche che sostengono Emiliano e nel triciclo dei centristi, che permetterà a popolari e Udc di correre col centrosinistra pugliese. Il clima è tale che a sinistra in molti scommettono che, dopo il voto, la coalizione di governo sarà in realtà diversa, molto più simile a quella che sostiene il governo di Matteo Renzi a Roma: «L’impressione è che Emiliano abbia in mente di allargare la maggioranza a Ncd con cui, non a caso, si è trattato fino all’ultimo per un alleanza elettorale». «E poco gli importa a Emiliano», è quanto arriva ancora all’Espresso dalla sinistra della coalizione, «che noi finiremmo così all’opposizione».
Risolto il caso del candidato sindaco di Carovigno - quel Cosimo Mele (l’Udc che Casini cacciò dal partito dopo lo scandalo del festino romano condito da escort e cocaina) che aveva incassato l’appoggio del Pd locale, finché lo stesso Emiliano in qualità di coordinatore regionale del Pd non ha stracciato l’accordo - tra i nomi che imbarazzano Nichi Vendola e che finiranno spalmati tra il triciclo dell’Udc e le due civiche della coalizione, c’è ad esempio quello Euprepio Curto, già molto amico di Maurizio Gasparri, ex Msi, poi An, infine Udc, parlamentare per quattro legislature, che nel 2010 è stato eletto con Adriana Poli Bortone, centrista che contendeva la presidenza proprio a Nichi Vendola.
Fa discutere ancora di più, però, la candidatura di Saverio Tammacco, molfettese, consigliere provinciale e assessore di Forza Italia. Si candiderà con i popolari, ed è al suo nome che Guglielmo Minervini non vuole credere. Minervini, che si candida per il consiglio, chiede a Emiliano di rinunciare alla candidatura di Tammaco, evocando gli anni più bui della città di Molfetta e le inchieste condotte da Pm dallo stesso Emiliano. Il candidato presidente però, sprezzante, ha confermato l’impegno di Tammacco: «Forse il vero problema di Minervini è che Tammaco è di Molfetta come lui» ha detto, facendone una questione di pacchetti di voti.
Anche la sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio si è mostrata incredula quando sui giornali web locali sono comparsi i primi banner elettorali di Tammacco: «Vorrei sapere con precisione da Michele Emiliano» ha scritto su Facebook, «come si giustifica un'operazione di questo livello. Cos'altro troveremo nelle liste a suo sostegno?».
È già partito con la campagna elettorale anche Peppino Longo, anche lui consigliere dal 2010 con la Poli Bortone. Prese 14 mila preferenze, e oggi si candida con l'Udc. Per Emiliano.
Con lui ci saranno anche Salvatore Negro, sempre dall’Udc in consiglio regionale, e - forse - Lillino Colonna, centrista ex vicesindaco di Altamura, in giunta con Forza Italia. Direttamente nella lista del Pd dovrebbe invece trovare conferma Antonio Buccoliero, eletto nel 2010 con la lista di Rocco Palese, allora candidato presidente del centrodestra. Già a luglio, Boccoliero aveva ufficializzato il passaggio con i dem. Ora c’è la ricandidatura.
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
Puglia, quei candidati di Michele Emiliano
che imbarazzano la sinistra di Nichi Vendola
Nella coalizione che sostiene l'ex sindaco di Bari per la regione spuntano nomi della destra, centristi ed ex missini. E la sinistra, alleata con i democratici, teme che dopo il voto si possa formare una giunta di "larghe intese". Su esempio del governo Renzi
DI LUCA SAPPINO
10 aprile 2015
Renato Brunetta lo fa più per darsi la carica, quando su twitter scrive che la sinistra, in Puglia, è spaccata e che il centrodestra, unito, può vincere. I sondaggi, in realtà, danno Michele Emiliano saldamente in vantaggio, pur avvisando che a vincere, alla fine, sarà soprattutto l’astensione che dovrebbe superare il 50 per cento (l’affluenza potrebbe essere anche 20 punti in meno rispetto al 2010). Ma qualcosa di vero, nel tweet di Brunetta, c’è.
Il centrodestra ha i suoi problemi, essendo la Puglia il centro della frattura tra Raffaele Fitto e i vertici berlusconiani di Forza Italia. Ma anche nel centrosinistra i rapporti sono molto tesi, tra il Pd di Michele Emiliano e la lista “Noi a sinistra per la Puglia”, che unisce Sel, le vecchie civiche di Nichi Vendola e di Dario Stefano (il candidato di Sel alle primarie), e il gruppo dell’ex Pd Guglielmo Minervini, anche lui ex candidato alle primarie.
Michele Emiliano non passa giorno senza prendere le distanze dalla stagione vendoliana, dagli ultimi dieci anni di governo, e la polemica sulle buonuscite è solo l’ultima di una lunga serie. Già questo è motivo di sufficiente imbarazzo per chi invece vorrebbe una certa continuità con quella gestione. «Emiliano segue lo schema di Renzi» è l’analisi che fa un dirigente locale della sinistra pugliese con l’Espresso, «non avendo grandi avversari a destra, si sta concentrando su quell’elettorato, sparando a zero sul governo uscente. È convito di raccogliere così il voto d’opinione. Ma deve stare attento, perché è la nostra area ad esser ormai in sofferenza». L'area è quella della lista di Vendola e Minervini.
Poi, oltre alle bordate contro Nichi Vendola, ad imbarazzare ci sono le candidature. Troppi i nomi indigesti che troveranno posto nelle civiche che sostengono Emiliano e nel triciclo dei centristi, che permetterà a popolari e Udc di correre col centrosinistra pugliese. Il clima è tale che a sinistra in molti scommettono che, dopo il voto, la coalizione di governo sarà in realtà diversa, molto più simile a quella che sostiene il governo di Matteo Renzi a Roma: «L’impressione è che Emiliano abbia in mente di allargare la maggioranza a Ncd con cui, non a caso, si è trattato fino all’ultimo per un alleanza elettorale». «E poco gli importa a Emiliano», è quanto arriva ancora all’Espresso dalla sinistra della coalizione, «che noi finiremmo così all’opposizione».
Risolto il caso del candidato sindaco di Carovigno - quel Cosimo Mele (l’Udc che Casini cacciò dal partito dopo lo scandalo del festino romano condito da escort e cocaina) che aveva incassato l’appoggio del Pd locale, finché lo stesso Emiliano in qualità di coordinatore regionale del Pd non ha stracciato l’accordo - tra i nomi che imbarazzano Nichi Vendola e che finiranno spalmati tra il triciclo dell’Udc e le due civiche della coalizione, c’è ad esempio quello Euprepio Curto, già molto amico di Maurizio Gasparri, ex Msi, poi An, infine Udc, parlamentare per quattro legislature, che nel 2010 è stato eletto con Adriana Poli Bortone, centrista che contendeva la presidenza proprio a Nichi Vendola.
Fa discutere ancora di più, però, la candidatura di Saverio Tammacco, molfettese, consigliere provinciale e assessore di Forza Italia. Si candiderà con i popolari, ed è al suo nome che Guglielmo Minervini non vuole credere. Minervini, che si candida per il consiglio, chiede a Emiliano di rinunciare alla candidatura di Tammaco, evocando gli anni più bui della città di Molfetta e le inchieste condotte da Pm dallo stesso Emiliano. Il candidato presidente però, sprezzante, ha confermato l’impegno di Tammacco: «Forse il vero problema di Minervini è che Tammaco è di Molfetta come lui» ha detto, facendone una questione di pacchetti di voti.
Anche la sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio si è mostrata incredula quando sui giornali web locali sono comparsi i primi banner elettorali di Tammacco: «Vorrei sapere con precisione da Michele Emiliano» ha scritto su Facebook, «come si giustifica un'operazione di questo livello. Cos'altro troveremo nelle liste a suo sostegno?».
È già partito con la campagna elettorale anche Peppino Longo, anche lui consigliere dal 2010 con la Poli Bortone. Prese 14 mila preferenze, e oggi si candida con l'Udc. Per Emiliano.
Con lui ci saranno anche Salvatore Negro, sempre dall’Udc in consiglio regionale, e - forse - Lillino Colonna, centrista ex vicesindaco di Altamura, in giunta con Forza Italia. Direttamente nella lista del Pd dovrebbe invece trovare conferma Antonio Buccoliero, eletto nel 2010 con la lista di Rocco Palese, allora candidato presidente del centrodestra. Già a luglio, Boccoliero aveva ufficializzato il passaggio con i dem. Ora c’è la ricandidatura.
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO