Elezioni Spagna, exit poll: Rajoy primo ma dimezza il consenso. Podemos in testa a Madrid e Barcellona
La coalizione con Podemos "Barcelona en Comu" di Ada Colau, sarebbe arrivata prima, davanti al sindaco uscente Xavier Trias, il nazionalista catalano di Convergenza e unione. Un risultato confermato dal sondaggio dell'Istituto Forta, che dà vincente Podemos anche a Madrid
di F. Q. | 24 maggio 2015
Podemos vince a Barcellona. Questo secondo un exit poll di Antenna3, emittente televisiva spagnola. La coalizione con Podemos Barcelona en Comu di Ada Colau, sarebbe arrivata prima, davanti al sindaco uscente Xavier Trias, il nazionalista catalano di Convergenza e unione. Situazione confusa a Madrid: nella capitale secondo TeleMadrid arriverebbe prima la coalizione con Podemos di Manuela Carmena, mentre per Antena3 sarebbe in testa Esperanza Aguirre, del Partito popolare.
Secondo l’exit poll di Antena 3, il Pp del premier Mariano Rajoy, benché in netta flessione, rimane il primo partito in Spagna con il 27%, davanti al Psoe al 25%, mentre si affermano i due movimenti Podemos e Ciudadanos con il 10% e il 7%. Il Pp arriverebbe primo per El Mundo in 11 delle 13 regioni in cui oggi si è votato.
L’exit poll dell’Istituto Forta, dà il primo posto a Madrid e a Barcellona alle coalizioni formate attorno a Podemos. Ahora Madrid di Manuela Carmena otterrebbe il 33,8% (fra 20 e 23 seggi) contro il 31,9% della Pp Esperanza Aguirre (19-21 seggi). Barcelona en Comu di Ada Colau arriverebbe prima davanti al nazionalista Xavier Trias.
Con il voto di oggi Podemos punta in primo luogo a penetrare le istituzioni, grandi città e regioni, e se possibile a governarle, in vista delle politiche. L’obiettivo dei post indignados è iniziare occupare il posto del Psoe nella scacchiera politica del paese, ossia di “nuovo” grande partito della sinistra e del centro-sinistra, come Syriza con il Pasok in Grecia.
Iglesias è diventato negli ultimi mesi, e ancora di più dopo la vittoria di Alexis Tsipras ad Atene, un personaggio mediatico in Spagna, ospite fisso dei salotti buoni televisivi. Ha vantato le virtù del “populismo di sinistra”, “chiave per il cambio”, si è dichiarato “socialdemocratico”.
Una svolta che ha creato delle tensioni interne con i fondatori del partito, vicini al movimento degli indignados del 2011. L’ideologo di Podemos Juan Carlos Monedero si è dimesso in aprile con grande clamore accusando Iglesias di farsi divorare dallo star-system, di stare giorno e notte in tv, invece che accanto ai “compagni”, e di rinunciare alle idee per il potere.
Iglesias ha anche scelto di dare l’assalto a Madrid e a Barcellona fondendo Podemos in coalizioni più ampie, “Ahora Madrid” con Carmen Carmena e “Barcelona en Comu” dietro a Ada Colau nel capoluogo catalano. Nei giorni prima prima del voto la crisi con Monedero ha contribuito a farlo scivolare nei sondaggi sulle intenzioni di voto. Contro il leader di Podemos si sono concentrati gli attacchi dei leader dei “vecchio” bipartitismo. Rajoy ha definito Podemos una minaccia per la stabilità del paese. Ma anche il grande vecchio del Psoe Felipe Gonzalez non ha esitato a paragonarlo per l’ambizione a José Maria Aznar, l’ex-premier “falco” del Pp, “da giovane”.
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