C I N A
Inviato: 08/07/2015, 9:08
Cina: alla borsa di Shanghai sospeso il 50% dei titoli
PECHINO - La bolla della borsa cinese, che in 12 mesi era cresciuta di oltre il 150% fino al picco del 12 giugno scorso, è scoppiata. La borsa di Shanghai, dopo aver aperto registrando un tonfo del 6,97%, ha solo parzialmente ritracciato segnando al momento un crollo del 4,85%. Una perdita di oltre il 30% in meno di un mese.
Il tutto nonostante le misure adottate dalle autorità cinesi e la sospensione - riferisce il Financial Times - di 1.476 titoli (pari a metà del listino) dagli scambi nelle due grandi borse cinese, Shanghai e Shenzen che cede il 4,03. Sulla stessa linea Hong Kong: l'Hang Seng che in apertura perdeva il 4,74 %, ora cede il 4,27%.
Il tutto mentre la Banca Centrale cinese ha annunciato che garantirà la liquidità necessaria per stabilizzare i mercati borsistici cinesi e per scongiurare rischi sistemici. Lo riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua.
Ma il pessimismo regna sovrano sui mercati cinesi tanto che la commissione di controllo che regola il mercato borsistico (China Securities Regulatory Commission) ha avvertito prima dell'avvio delle contrattazioni che sui mercati sta prevalendo "un clima di panico irrazionale".
A sua volta anche la borsa di Tokyo si sta facendo contagiare dalle pesantissime perdite con cui hanno aperto i mercati cinesi. Al momento l'indice Nikkei a metà mattinata sta cedendo l'1,6% a quota 20.042,25.
La crisi finanziaria in Cina è, secondo un'analisi del Daily Telegraph, il vero problema, rispetto "pantomima greca". Secondo Jeremy Warner, vicedirettore e analista economico del Telegraph, "mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del Mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese", da nome della più celebre crisi economica del secolo scorso, "che innescò la grande depressione".
PECHINO - La bolla della borsa cinese, che in 12 mesi era cresciuta di oltre il 150% fino al picco del 12 giugno scorso, è scoppiata. La borsa di Shanghai, dopo aver aperto registrando un tonfo del 6,97%, ha solo parzialmente ritracciato segnando al momento un crollo del 4,85%. Una perdita di oltre il 30% in meno di un mese.
Il tutto nonostante le misure adottate dalle autorità cinesi e la sospensione - riferisce il Financial Times - di 1.476 titoli (pari a metà del listino) dagli scambi nelle due grandi borse cinese, Shanghai e Shenzen che cede il 4,03. Sulla stessa linea Hong Kong: l'Hang Seng che in apertura perdeva il 4,74 %, ora cede il 4,27%.
Il tutto mentre la Banca Centrale cinese ha annunciato che garantirà la liquidità necessaria per stabilizzare i mercati borsistici cinesi e per scongiurare rischi sistemici. Lo riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua.
Ma il pessimismo regna sovrano sui mercati cinesi tanto che la commissione di controllo che regola il mercato borsistico (China Securities Regulatory Commission) ha avvertito prima dell'avvio delle contrattazioni che sui mercati sta prevalendo "un clima di panico irrazionale".
A sua volta anche la borsa di Tokyo si sta facendo contagiare dalle pesantissime perdite con cui hanno aperto i mercati cinesi. Al momento l'indice Nikkei a metà mattinata sta cedendo l'1,6% a quota 20.042,25.
La crisi finanziaria in Cina è, secondo un'analisi del Daily Telegraph, il vero problema, rispetto "pantomima greca". Secondo Jeremy Warner, vicedirettore e analista economico del Telegraph, "mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del Mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese", da nome della più celebre crisi economica del secolo scorso, "che innescò la grande depressione".