POLITICA
18/03/2012 - IL CASO
Riforma del lavoro, Fornero accelera
"Non possiamo discutere all'infinito"
Il ministro: «Le mie dimissioni non sono all'ordine del giorno»
Sugli investimenti in Italia di Fiat «Credo a Marchionne e Elkann»
MILANO
Avanti sulla riforma, senza passi indietro e senza discussioni infinite. Il ministro Fornero, alla vigilia della settimana chiave, va in tv e accelera. La riforma del lavoro, spiega, andrà in aula anche senza l’accordo. «Credo che oggi siamo abbastanza maturi sui contenuti- dice a “Che tempo che fa”- Abbiamo un tempo limitato, affrontiamo i problemi con grande serietà. Non possiamo andare avanti a discutere all’infinito».
Il ministro parla del momento politico, delicato, e delle aspettative che si sono create attorno ad una riforma «molto attesa dagli italiani, all’estero, dai politici, da tutti. Forse c’è un carico eccessivo di aspettative - continua - ma comunque vogliamo continuare a cercare l’accordo con le parti sociali. Questa non è una stagione qualunque per il Paese, ha obiettivi molto importanti. Il governo tecnico ha una maggioranza politica molto ampia con i due partiti maggiori che in questi anni sono stati contrapposti che ora vedo dialogare nella maggioranza».
Quanto alla centralità nelle discussioni con le parti sociali dell’articolo 18, Fornero ha spiegato che «ho sempre detto che io non sono il ministro dell’articolo 18. Non ho nessun interesse a fare la riforma solo sull’articolo 18». La riforma del mercato del lavoro, ha sottolineato il ministro, deve essere in particolare indirizzata ai giovani che in Italia «vivono un grave problema di occupazione».
Fornero dice che «sui giovani si è scaricata la flessibilità cattiva, vogliamo rendere più dinamico il mercato del lavoro. Questo vuol dire avere più facilità in accesso e in uscita». In ogni caso, ha aggiunto, l’articolo 18 «non vuol dire libertà di licenziare, ma passare da una filosofia per cui si vuole tenere attaccato il lavoratore a un certo posto di lavoro, anche se questo posto non è più produttivo, a una filosofia in cui noi aiutiamo a entrare il lavoratore in un nuovo posto di lavoro». Questo significa «per i giovani più facilità di ingresso ma anche una maggiore stabilizzazione».
C’è spazio anche per Fiat. «Se il presidente Fiat John Elkann e l’a.d Marchionne mi dicono “abbiamo intenzione di mantenere il piano industriale e fare gli investimenti che sono previsti” che cosa posso dire, che non gli credo? Io devo credergli» dice il ministro, aggiungendo che questo «non significa che (Fiat) può fare quello che vuole».
«Se il presidente Fiat John Elkann e l’a.d Marchionne mi dicono “abbiamo intenzione di mantenere il piano industriale e fare gli investimenti che sono previsti” che cosa posso dire, che non gli credo? Io devo credergli»
Ma allora, visto che è l'unica persona in Italia che conosce il piano industriale di Marchionne, perché non ce lo spiega?