I Referendum di Civati.

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iospero
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da iospero »

Di Battista firma i referendum di Civati: “Condivido il contenuto ma non sono d’accordo con la strategia”

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Grazie erding , prima , con il segnale debole, non riuscivo a vedere il video.
Adesso l'ho visto , è interessante.
iospero
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da iospero »

Scuola, M5S: “Sì di Zaia a nostro ricorso. Ora Maroni e Emiliano non si tirino indietro”

“Ci rivolgiamo a Maroni ed Emiliano perché ricorrano alla Corte Costituzionale contro la riforma della scuola in attuazione di quanto deliberato dai rispettivi Consigli regionali”. Questo l’appello dei parlamentari M5S in commissione Cultura di Camera e Senato nel giorno dell’approvazione della mozione del Movimento anche in Lombardia, dopo quella della Puglia e del Veneto, dove il governatore Luca Zaia ha annunciato il ricorso alla Consulta contro i profili di incostituzionalità della legge 107, la ‘Buona scuola‘ del governo Renzi. Al termine di una conferenza stampa tenuta oggi a Montecitorio, alla quale hanno partecipato i parlamentari Alessandro Di Battista, Luigi Gallo, Michela Montevecchi e il capogruppo in Regione Veneto Jacopo Berti, il Movimento ha definito “schizofrenico” il voto sulla mozione nelle diverse regioni. “Il Pd vota la mozione M5S in Puglia mentre, ad esempio vota contrariamente in Veneto e Friuli Venezia Giulia”, spiegano i pentastellati. E ancora: “La Lega dice “sì” in Veneto, Friuli Venezia Giulia, e Lombardia, ma non in Liguria. Forza Italia dà l’assenso al provvedimento in Puglia, Veneto e Lombardia, ma lo nega in Liguria e Friuli Venezia Giulia”. Nelle regioni mancanti il M5S ha dichiarato di aver chiesto la calendarizzazione del voto al più presto.
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Tutti potrebbero essere un po' coerenti e firmare almeno una parte dei ireferendum di "Possibile"
iospero
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da iospero »

A proposito della legge elettorale Italicum

Il nostro editorialista, Enzo Palumbo, già senatore liberale e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, ha studiato il testo del Porcellum due e, come ormai è consuetudine per le sedicenti “riforme” renziane scritte da “dilettanti allo sbaraglio”, vi ha rintracciato quella che definisce una “chicca”, uno svarione tecnico non irrilevante che potrebbe comportare un caso limite, improbabile ma non impossibile in cui alle elezioni la lista maggioritaria che ha di per sé conseguito al primo turno 340 (o più) seggi, ma senza avere anche conseguito almeno il 40% dei voti, non potrà mantenere i seggi già conquistati al primo turno. E questo si aggiunge al vulnus politico già rilevato, che una lista fortissimamente minoritaria possa conquistare al ballottaggio la maggioranza assoluta dei seggi grazie alla somma negativa di tutti i contrari alla lista risultata largamente maggioritaria al primo turno.

Così governerebbe il Paese con una maggioranza assoluta un’informale coalizione di elettori del tutto disomogenea. Insomma un pasticcio che si somma a un altro pasticcio.
iospero
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da iospero »

Ultima settimana per i Referendum promossi da Possibile. Anche Pannella e Fratoianni firmano

Comincia bene l’ultima settimana dei referendum promossi da Possibile, di Pippo Civati. Il deputato ex Pd si lamenta della scarsa copertura mediatica («Sarebbe bello non dover ricorrere alle lettere dell’Agcom per avere un po’ di spazio in televisione», dice), ma incassa due firme importanti: «Marco Pannella ha firmato i nostri referendum e lo ringrazio», è la prima; la seconda è quella di Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel. È una firma importante, questa, perché i vendoliani – così come con la Cgil e la Fiom – non hanno mai condiviso la scelta di Civati di lanciare gli otto referendum (sull’Italicum, sulle trivelle, sul jobs act e sulle grandi opere), che sono anzi diventati un caso nel già difficile processo unitario a sinistra. «Oggi sono andato al Comune in cui risiedo e ho firmato i referendum», dice infatti Fratoianni, «non cambio però il mio giudizio su questa vicenda. Penso che avremmo dovuto fare tutto diversamente. Ho avuto modo e cura di dirlo fino allo sfinimento prima che la campagna lanciata da Possibile cominciasse, convinto che una campagna di questo tipo avrebbe dovuto coinvolgere comitati, movimenti e sindacati. Così non è stato. E non basta rispondere che si è proposto a tutti per tempo. Perché tutti o quasi hanno risposto che non erano d’accordo e oggi, ad esempio, c’è tutto il mondo della scuola che a un referendum sta lavorando».

Fratoianni risponde così a Civati, che da settimane ripete: «Ho faticato molto a trovare qualcuno che volesse parlare nel merito, discutere su un contenuto. Era tutto un dividersi sulle date, sul numero, sul simbolo. Io a tutti ho cercato di spiegare che se le firme si raccolgono dopo il 30 settembre si finirà col votare tra due anni e non l’anno prossimo. E tra due anni l’Italicum sarà già in vigore, le trivelle avranno già cominciato a scavare, i licenziamenti avranno già cominciato ad arrivare».



Le più recenti interviste di Civati sono state poi l’occasione di attacchi agli altri protagonisti della sinistra che dovrebbe nascere a sinistra del Pd. Civati ha accusato anche Landini di far parte della «sinistra da salotto», anzi «da divano», dedita soprattutto ai talk show. Anche qui c’è una risposta di Fratoianni: «Trovo sbagliato», scrive su facebook, «attaccare e trattare da ‘nemici’ tutti quelli che la pensano diversamente. Ma siccome penso che l’errore più grande che possiamo fare sia offrire lo spettacolo di una nostra divisione che considero largamente infondata, non voglio rassegnarmi all’idea che anche una divergenza forte su una questione o su una campagna non possa e non debba essere superata. I temi e le ragioni che ci uniscono sono certamente di più e più forti».

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RICORDIAMOCI : (Articolo 1 della Costituzione Italiana)
« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »


Questa sovranità che appartiene al popolo non deve essere solo scritto nella Costituzione, ma deve diventare il nostro pane quotidiano.
Visto che finora il Parlamento e i governi hanno calpestato i diritti del popolo sovrano rendendo inefficaci
le diverse forme previste dalla Costituzione ( referendum e proposte di legge di iniziativa popolare) in cui il popolo dovrebbe esercitare la sua sovranità, si dovrebbe modificare la Costituzione in modo tale da rinvigorire queste forme e renderle adeguate ai tempi e alle nuove tecnologie .
Oggi , in cui quasi il 50% dei cittadini rinuncia a partecipare alle consultazioni elettorali adducendo come giustificazione che " tanto non cambia niente perchè Dx o SX o centro fanno gli affari loro" nonostante i cittadini si esprimano diversamente, l'abolizione del quorum nei referendum lasciando la possibilità di esprimersi e di partecipare a chiunque lo voglia e l'obbligo del Parlamento di calendarizzare entro tempi certi le proposte di legge di iniziativa popolare dovrebbero diventare la priorità riguardo le modifiche costituzionali da FARSI.
Per questi motivi il ricorso ai referendum deve essere facilitato e diffuso fra i cittadini , dovrebbe diventare un costume di vita democratico contrastando quelle forze politiche che vi si oppongono.

iospero
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da iospero »

Ieri venerdì 25 settembre siamo arrivati a 450.000 firme, oggi sabato, ultimo weekend per i banchetti di raccolta firme, la maggior parte dei comuni ha già chiuso la raccolta firme.
Credo che dovremmo farcela
In ogni modo mi sembra già un successo raggiungere mezzo milione di cittadini considerate le tante difficoltà ( il periodo estivo, l'assenza dei partiti, il quasi silenzio dei media).
camillobenso
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da camillobenso »

....... il quasi silenzio dei media)

Ne ha dato notizia il Tg5 delle tredici di oggi.

Un breve annuncio di Pippo Civati che invitata a firmare.

Spazio perché è contro La Qualunque???
camillobenso
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da camillobenso »

Repubblica 26.9.15
Civati dalla Leopolda agli otto referendum “La mia sfida a Matteo”
Nel mirino Jobs act e Buona scuola, ma soprattutto l’Italicum L’ex Pd: “Mancano 100mila firme”. I contrasti con Cgil e Sel

di Giuseppe Alberto Falci

ROMA Cinque giorni per 100 mila firme. È appeso a questo numero l’esito degli otto quesiti referendari promosso dal movimento politico di Pippo Civati, “Possibile”. «Non è impossibile da raggiungere», gioca con le parole l’ex compagno di banco della prima Leopolda di Matteo Renzi. Da settimane l’ex dem gira in lungo e largo lo stivale, «in questo momento sono a Crotone, in serata a Cosenza, e domani che ci saranno 500 banchetti in tutta Italia tornerò a quello di casa, dove troverò la mia compagna». L’impianto dei quesiti vorrebbe smontare leggi chiave del renzismo. «Non per far cadere il governo», ma, afferma Civati, «per far tornare i cittadini a poter votare». Degli otto, infatti, due riguardano l’Italicum, legge elettorale approvata in via definitiva la primavera scorsa. Che Civati propone di modificare eliminando i capilista bloccati e le candidature plurime. Il terzo e il quarto vogliono le eliminazioni delle trivellazioni a mare. Il quinto è contro lo Sblocca italia, per superare- dice Civati- la politica delle grandi opere. Il sesto e il settimo prendono di mira il Jobs Act, provvedimento che ha scatenato le ire della sinistra interna al Nazareno. E infine, l’ottavo colpisce la “buona Scuola”. Per l’appunto si chiede di abrogare «il potere di chiamate del preside manager ». La campagna referendaria è stata avviata lo scorso 17 luglio. Da completare con la raccolta di 500 mila firma entro il 30 settembre. Secondo i calcoli dello staff di Civati, ne mancherebbero circa 100 mila. Un numero che l’ex leopoldino spera di ottenere in questo weekend. Così da portare a compimento l’impresa: il referendum nella primavera del 2016. Ma la meta appare lontana. I promotori dell’iniziativa hanno iniziato un dialogo con alcune forze politiche e sociali. Con l’intento di servirsi del referendum per provare a «ricostruire una sinistra alternativa a Matteo Renzi e al partito della nazione». Ma Civati ha perso per strada i “compagni” vendoliani di Sel. Il motivo? «Non ci convince di formularli in questo modo e in questi tempi» taglia corto Nicola Fratoianni, parlamentare e segretario nazionale di Sel. «Oltretutto molti soggetti coinvolti, penso ai sindacati della scuola, ma anche alla Cgil, hanno espresso dubbi anche di merito». Qualche giorno fa, però, Fratoianni ha cambiato idea firmandoli ugualmente perché «non sia mai che alla fine dovesse mancarne una, la mia». Anche Paolo Ferrero, Antonio Di Pietro, il grillino Alessandro Di Battista e l’intramontabile Marco Pannella hanno sottoscritto i quesiti proposti da Civati. Il leader radicale ha messo a verbale che «firmo a prescindere dal contenuto dei quesiti anche a nome dei milioni di elettori che non hanno visto il diritto alla conoscenza ». In casa dem si è registrato il sostegno del lettiano Marco Meloni e di Walter Tocci. Grande assente la Cgil. E, soprattutto, quel Maurizio Landini invocato da Civati a più riprese: «Perché non firmi i referendum? ».
lucfig
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da lucfig »

Ho finito la mia campagna referendaria ...

Stressante ma ne valeva la pena ... comunque vada.
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lucfig
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da lucfig »

Credo che mancassero poche decine di migliaia di firme ... veramente ad un passo ...

dal blog www.ciwati.it
Renzi l’ha scampata (ma per poco)

È ancora presto per fornire un dato che non sia parziale, l’ultimo weekend ha prodotto risultati eccezionali, visibili a tutte e a tutti, e però ha anche causato un comprensibile ritardo non solo nel conteggio, ma anche nelle certificazioni e quindi nell’invio. Questa la prima cosa che sento di dover dire ai tanti che in queste ore aspettano con trepidazione notizie sulla raccolta, e che ci stanno scrivendo e chiamando.

Troppi moduli sono ancora nei comuni in cui sono stati riempiti, e troppi altri sono ancora in viaggio, speriamo di poterci fare un’idea più chiara a breve.
Per questo motivo, diversamente da quanto avevamo sperato, oggi pomeriggio non andremo in Cassazione a consegnare le firme.

Detto questo una cosa è certa, il risultato in termini di mobilitazione è stato clamoroso, e anche inatteso nelle sue dimensioni, anche da coloro che ci hanno osservato senza parteciparvi particolarmente.

Resta il rimpianto di non dare agli italiani e alle italiane la possibilità di votare sulle riforme di questo governo, e su questo ognuno, a partire da chi non ha voluto partecipare, si prenda le sua responsabilità. Quanto abbiamo realizzato, tenendo conto del fatto che in grandissima parte si è concretizzato nelle ultime tre settimane, quando finalmente si è almeno un po’ interrotto il silenzio dei media, dimostra che l’obiettivo era raggiungibile.

Sono convinto che questa esperienza, per chi l’ha vissuta fino in fondo, sia stata tanto massacrante quanto esaltante, e ci abbia reso una comunità politica capace, dinamica ed entusiasta. Per questo, già ieri, ho chiesto ai nostri duecento comitati in tutta Italia di organizzarsi per essere presenti in piazza e nei centri delle città anche nel prossimo fine settimana, per ringraziare chi ha firmato e continuare quel lavoro di relazione con le persone fatto fin qui.

Poiché sappiamo che il risultato spesso sta nel percorso e non nell'obbiettivo, non dobbiamo assolutamente farci prendere dallo sconforto per un risultato che era, per motivi oggettivi e scarsa collaborazione intorno a noi, possibile ma complicato da raggiungere. Dobbiamo invece fissare nelle nostre menti i volti delle centinaia di migliaia di persone che sono venute a firmare. Perché le rivedremo tutte nella prossima battaglia.

A tutti loro, a tutti voi, per prima cosa voglio mandare un ringraziamento, di cuore, per questa campagna folle e davvero possibile, in tutti i sensi, e la garanzia che questo, come diceva quel tale, non è che l’inizio.
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lucfig
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Re: I Referendum di Civati.

Messaggio da lucfig »

Chiedo scusa se insisto, ma credo veramente che ad Agosto è iniziato un viaggio politico che non finirà domani ...

Condivido le parole di Milene Mucci

da www.huffingtonpost.it
La Sinistra che c'è, nella voglia di esserci. Quorum o no

"Ce la facciamo?". E credo che, decisamente, questo "plurale" fosse già una vittoria. Grande.

"Ce la facciamo?". È quello che migliaia di volte si è sentito dire chi si è occupato dei referendum proposti da Possibile in questa estate in cui niente, come sempre, sembrava accadere. Niente sembrava accadere nella calma piatta di una Sinistra che sembra non reagire. Che sembra passare il tempo solo a farsi inutili ragionamenti, nella infinita prateria delle possibilità che, invece, ci sarebbero da cogliere in questo momento unico di straordinaria voglia di "altro".

Ma, a prescindere dal risultato, qualcosa, c'è stato. Eccome se c'è stato. Migliaia di persone hanno firmato, hanno cercato "dove" si potesse firmare, si sono informate, sono arrivate a cercare quell'esercito di volontari, apparentemente folli, che si sono messi a disposizione per una estate in cui il caldo massacrava e avrebbero, ciascuno di loro, ovunque, potuto fare tranquillamente dell'altro.

Gente che ha firmato e si è messa pazientemente in fila per farlo, nonostante il suo Sindacato,per esempio, gli avesse detto che sarebbe stato "opportuno" fare "altro in altro momento", nonostante quel noto leader di sinistra poi si fosse ricreduto un minuto dopo e avesse poi deciso di tentare un'altra strada, o quell'altro non si fosse capito bene cosa volesse fare.

Insomma... gente che ha firmato gli otto referendum proposti su scuola, lavoro, ambiente e legge elettorale con cuore e volontà precisa di partecipare. Voglia di tornare ad esserci e di parlare, insomma, con il plurale diretto, amicale e spontaneo di un "Ce la facciamo?" mentre tu eri lì col crampo alla mano a registrargli la firma!

Ecco, esattamente in questo plurale credo stia il segreto e la ricetta per quello che si dovrà fare per il futuro. In questa straordinaria, fortissima, semplice, banale voglia di "plurale". Semplice e diretta. Semplice, senza le divisioni tatticistiche e macchinose di una Sinistra che sa solo dividersi e non concludere unita nel momento in cui più potrebbe raccogliere e realizzare. Semplice, con il recupero di un "plurale" semplice.

Quello che tanti, ora più che mai vogliono (che tutti noi vogliamo) per risentirsi "parte" di qualcosa di cui non sono più e che non trovano o che gli è stato rubato. Questo dovrebbe essere l'insegnamento più importante da trarre da queste giornate di file e di firme. Questo. Banale, ovvio ma rivoluzionario proprio nella straordinaria semplicità quel: "Ce la facciamo?". Politica da casalinga di Voghera dirà qualcuno più sofisticato?

Probabilmente... non lo metto in dubbio. Ma questo è quello che il cuore delle persone che hanno ripetuto a tutti noi lì a registrare nomi quel "Ce la facciamo" ha voluto passare. La "semplice", banale ma vitale necessità di una identità che riunisca, oggi, chi ha la stessa laica, giusta, inclusiva visione del mondo.

Lasciando a casa tatticismi in politichese, rimandi incomprensibili, insomma, mi viene in mente solo una definizione cruda e molto, molto toscana per definire questo atteggiamento ma magari non è il caso di scriverla. Insomma, la semplice banale voglia di essere Sinistra ricercando quel sentirsi "al plurale" che è il senso profondo da ritrovare . Essere di Sinistra è - oggi più che mai - "Fare qualcosa di Sinistra".

"Fare" per evitare qualcosa di ingiusto. A chi è più debole, a chi è meno protetto. Che si sia noi stessi, altri o l'ambiente che abbiamo intorno. Fare. Tutto il resto, credetemi e non faccio nomi... tutto il resto, giovani o vecchi leader di quel mondo che decide di "fare", appunto, qualcosa insieme per poi sfilarsi un minuto dopo nel tecnicismo che divide, insomma, tutto il resto non viene capito.

Non più. Non arriva, non serve, non ha senso in un momento dove c'è chi corre sulla corsia di sorpasso a smontare la visione del mondo che vorremmo mentre voi state sulla corsia di emergenza a decidere che gomme mettere in caso di probabili temporali mentre splende il sole. Tornare a "fare" qualcosa di Sinistra, insieme alla gente.

Questo, semplicemente per modo di dire, si è recuperato con i referendum e, questo, le persone hanno capito e dimostrato di volere, rispondendo con entusiasmo.

Migliaia di firme. Migliaia. Quorum, non quorum? A me questo ora, sarò anche folle, ma non interessa.
Il senso della vittoria, in questo momento, è comunque in quel "Ce la facciamo?". In quella voglia di plurale che noi, tutti noi, in tantissimi che ci abbiamo creduto in questa torrida estate appena passata abbiamo toccato e sentito.

Chi ha preso le firme e chi ha firmato. In quel sorriso e in quel momento che ci ha unito in quel "Ce la facciamo?" che ci siamo sentiti ripetere continuamente. Con educazione, rispetto di tutti per quello che si stava facendo. Con la voglia di tornare a contare, fare, partecipare e sentirsi uniti. "Ce la facciamo?".

Comunque, con questo straordinario senso di comunità ritrovato, di passione e di volerci essere ad ogni costo con cuore ed impegno dimostrato insieme, non c'è dubbio e non c'è storia. Ce l'abbiamo fatta.
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