PARIGI : LA CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA
Inviato: 28/11/2015, 18:25
Tra una settimana più di 190 leader dei paesi del mondo si riuniranno a Parigi per la XXI Conferenza delle Parti (COP21) sul cambiamento climatico, la riunione più importante degli ultimi anni per decidere come rallentare – e se possibile fermare – l’aumento della temperatura a livello globale nei prossimi decenni.
LA SITUAZIONE
Climatologi e altri ricercatori concordano sul fatto che se si supereranno i 2 °C in più, rispetto alla temperatura media dell’era pre-industriale, gli effetti del riscaldamento globale saranno irreversibili. Agli attuali ritmi, entro la fine del secolo si potrebbe arrivare a 5,4 °C in più rispetto all’era pre-industriale, da qui la necessità di cambiare le cose nei prossimi decenni prima che sia troppo tardi. Il problema è che secondo molte proiezioni il miglior accordo possibile a Parigi porterà al superamento di 2,7 °C, quindi comunque ben oltre il limite irreversibile dei principali modelli. Per questo motivo alla conferenza dovranno essere approvati meccanismi di revisione dell’accordo, in modo che ogni cinque anni le quote delle emissioni possano essere riviste (con limiti più rigidi), in modo da raggiungere l’obiettivo anche in seguito al comportamento del clima..
DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO
Molti analisti ritengono che il cambiamento climatico costituisca un’enorme opportunità economica, perché la transizione da economie basate sui combustibili fossili (petrolio, carbone, per citarne un paio) a economie che si basano sulle energie rinnovabili può essere l’occasione per creare milioni di posti di lavoro, nuove opportunità e aprire mercati che finora sono stati marginali. Il problema è che per farlo sono necessari investimenti giganteschi nel breve-medio periodo, che si ripagheranno in un futuro più distante. I paesi in via di sviluppo, inoltre, chiedono da tempo alle economie già affermate di dare loro una mano a convertirsi alla produzione di energia “pulita”, come compensazione visto che hanno potuto beneficiare per molto meno tempo degli altri tipi di energia più economica ma anche più inquinante. A Parigi si parlerà molto anche di questo.
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Vi sembra razionale vedere solo ciò che sta succedendo oggi , per quanto grave sia, e non preoccuparsi seriamente dell'esistenza dell'umanità intera e del futuro che ci aspetta se non riusciamo
a contenere gli effetti del riscaldamento globale che saranno irreversibili se si supereranno i 2 °C in più, rispetto alla temperatura media dell’era pre-industriale.
Non credo che nel Corano ci sia la risposta giusta, ma sarebbe opportuno che gli stati più ricchi del mondo ( quasi tutti di fede islamica) facessero la loro parte.
L’elenco completo, aggiornato al 2013, dei paesi che non conoscono la tassazione sui redditi è il seguente:
Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Kuwait, Isole Cayman, Bahrain, Bermuda, Bahamas, Arabia Saudita, Brunei .
Il Qatar è il paese più ricco del mondo, con un PIL (Prodotto Interno Lordo) pro-capite di 102.800 dollari, grazie agli immensi giacimenti di gas naturale.
Anche per questi paesi come per tutti gli altri esiste questo problema e se non vogliono soccombere
dovrebbero sacrificarsi come tutti gli altri e dare a chi ha più bisogno i mezzi necessari per inquinare di meno.
Oggi USA, Cina, Russia, Europa e altri concordano nei programmi di riduzione degli inquinanti, ma India e altri in condizioni difficili non hanno nulla da perdere e se non vengono aiutati da quelli più ricchi
continuerebbero ad utilizzare sistemi inquinanti con il risultato finale di condannare tutti .
Quindi nell'interesse generale chi ha di più deve dare di più senza recriminare o appellarsi ad ingiustizie dei tempi passati, solo oggi siamo a conoscenza e ci rendiamo conto di questa realtà e dobbiamo correre ai ripari fin che siamo ancora in tempo.
LA SITUAZIONE
Climatologi e altri ricercatori concordano sul fatto che se si supereranno i 2 °C in più, rispetto alla temperatura media dell’era pre-industriale, gli effetti del riscaldamento globale saranno irreversibili. Agli attuali ritmi, entro la fine del secolo si potrebbe arrivare a 5,4 °C in più rispetto all’era pre-industriale, da qui la necessità di cambiare le cose nei prossimi decenni prima che sia troppo tardi. Il problema è che secondo molte proiezioni il miglior accordo possibile a Parigi porterà al superamento di 2,7 °C, quindi comunque ben oltre il limite irreversibile dei principali modelli. Per questo motivo alla conferenza dovranno essere approvati meccanismi di revisione dell’accordo, in modo che ogni cinque anni le quote delle emissioni possano essere riviste (con limiti più rigidi), in modo da raggiungere l’obiettivo anche in seguito al comportamento del clima..
DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO
Molti analisti ritengono che il cambiamento climatico costituisca un’enorme opportunità economica, perché la transizione da economie basate sui combustibili fossili (petrolio, carbone, per citarne un paio) a economie che si basano sulle energie rinnovabili può essere l’occasione per creare milioni di posti di lavoro, nuove opportunità e aprire mercati che finora sono stati marginali. Il problema è che per farlo sono necessari investimenti giganteschi nel breve-medio periodo, che si ripagheranno in un futuro più distante. I paesi in via di sviluppo, inoltre, chiedono da tempo alle economie già affermate di dare loro una mano a convertirsi alla produzione di energia “pulita”, come compensazione visto che hanno potuto beneficiare per molto meno tempo degli altri tipi di energia più economica ma anche più inquinante. A Parigi si parlerà molto anche di questo.
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Vi sembra razionale vedere solo ciò che sta succedendo oggi , per quanto grave sia, e non preoccuparsi seriamente dell'esistenza dell'umanità intera e del futuro che ci aspetta se non riusciamo
a contenere gli effetti del riscaldamento globale che saranno irreversibili se si supereranno i 2 °C in più, rispetto alla temperatura media dell’era pre-industriale.
Non credo che nel Corano ci sia la risposta giusta, ma sarebbe opportuno che gli stati più ricchi del mondo ( quasi tutti di fede islamica) facessero la loro parte.
L’elenco completo, aggiornato al 2013, dei paesi che non conoscono la tassazione sui redditi è il seguente:
Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Kuwait, Isole Cayman, Bahrain, Bermuda, Bahamas, Arabia Saudita, Brunei .
Il Qatar è il paese più ricco del mondo, con un PIL (Prodotto Interno Lordo) pro-capite di 102.800 dollari, grazie agli immensi giacimenti di gas naturale.
Anche per questi paesi come per tutti gli altri esiste questo problema e se non vogliono soccombere
dovrebbero sacrificarsi come tutti gli altri e dare a chi ha più bisogno i mezzi necessari per inquinare di meno.
Oggi USA, Cina, Russia, Europa e altri concordano nei programmi di riduzione degli inquinanti, ma India e altri in condizioni difficili non hanno nulla da perdere e se non vengono aiutati da quelli più ricchi
continuerebbero ad utilizzare sistemi inquinanti con il risultato finale di condannare tutti .
Quindi nell'interesse generale chi ha di più deve dare di più senza recriminare o appellarsi ad ingiustizie dei tempi passati, solo oggi siamo a conoscenza e ci rendiamo conto di questa realtà e dobbiamo correre ai ripari fin che siamo ancora in tempo.