COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
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COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
Ieri, lo sciacallo Salvini e la faina Mariastrega Gelmini ne hanno approfittato per recarsi a Rozzano per strappare qualche voto in più.
Salvini, sempre da persona decisamente limitata (era preferibile che avesse continuato a fare il palo nella Banda dell'Ortica), a sparare cazzate travestitito da cattolico patriottico.
Mariastrega Gelmini a cantare " Tu scendi dalle stelle".
Non trasformate il presepe in una bandiera politica
(Michele Serra)
01/12/2015 di triskel182
QUASI per imporre militarmente la ri-cristianizzazione di un territorio sconsacrato, ieri una scuola elementare di Rozzano (Milano) è stata meta di una chiassosa processione politica pro-presepe (bambinelli portati da bambinoni).
UNA RISPOSTA sguaiata e prepotente al problema — vero — di come conciliare tradizioni non solamente religiose, come quella natalizia, con la difficile convivenza tra culture.
Il dirigente scolastico sotto accusa, dimissionario, ha tenuto il punto con molta dignità, spiegando di non avere censurato niente e nessuno, ma solo respinto la proposta di un paio di madri che volevano, diciamo così, imporre la loro play-list confessionale. Dato per possibile e anzi per probabile il fraintendimento mediatico, rimane la delicatezza di una questione letteralmente minata dalla drammatica contingenza storica (una “guerra santa” che ormai gronda sangue) e aggravata dalle intolleranze, al plurale, che impediscono di ragionare e fanno perdere di vista anche le poche certezze.
Una certezza, per esempio, è che l’indiscutibile tradizione cristiana del nostro paese non deve essere rimossa, o snaturata, per non urtare suscettibilità troppo suscettibili. Peggio per i suscettibili. Guai ai suscettibili. Una seconda certezza, che non si oppone alla prima e anzi la rafforza, è che questa identità, se viene brandita come un’arma, non importa se di difesa o di offesa, diventa una imposizione escludente e detestabile, e non solamente in linea di principio, ma in linea pratica: perché esistono italiani cattolici, italiani musulmani, italiani ebrei e italiani atei (per non dire delle altre infinite variabili). E dunque è fondamentale, per una scuola pubblica degna di questo nome, non solamente sembrare ma addirittura essere “scuola di tutti”, inclusiva di ogni identità e di ogni cultura.
È difficile? Sì, è difficile. Ne sa qualcosa il dirigente scolastico di Rozzano, che sicuramente ha agito a fin di bene ma sollevando — come si è visto — un putiferio. Ma da questa difficoltà non è lecito uscire imbrogliando. Imbroglia chi la semplifica inalberando gesubambini, scoprendosi una vocazione devota fin qui non manifesta, come fa la Lega nata pagana e invecchiata vaticana: sbaglia gravemente, sbaglia nei fondamentali, perché riduce la scuola pubblica a un ring nel quale vince chi è più grosso e più grossolano. Specularmente sbaglia chi si illude che omettendo identità, celando le differenze, smussando ogni angolo, si possa favorire un processo di convivenza, forse di integrazione, che invece non può che fondarsi sulla chiarezza reciproca. È il tipico caso in cui le fazioni opposte si tengono bordone, perché la posizione di entrambe nega ogni margine alla convivenza: dire «io non canto le carole natalizie perché non voglio offenderti» oppure dire «io le canto proprio perché tu non le sopporti», è la stessa identica cosa. Entrambe le posizioni presumono, nell’”altro”, l’incapacità congenita di capire, di cambiare, di adeguarsi.
Eppure a Rozzano, davanti alla stessa scuola dove Salvini e La Russa si scoprivano supereroi della cristianità, genitori musulmani, in favore di telecamere, dichiaravano di non avere proprio niente contro il Natale. Che facciamo? Li dichiariamo sudboli agenti del jihad, opportunisti che si fingono concilianti per poi prenderci di sorpresa e attentare al bue e all’asinello? O li prendiamo in parola, proviamo ad approfittare della loro attenzione, facciamo la fatica di discutere il da farsi anche con loro piuttosto che ringalluzzire ognuno nel suo pregiudizio, nella sua piccola parrocchia, nella sua piccola identità cazzuta, ostile, spocchiosa?
La realtà delle cose, di giorno in giorno, è sempre più amara. È sfavorevole al ragionamento, al compromesso virtuoso, all’intelligenza dell’altro. Provate a dire «no al crocifisso nelle aule, sì a festeggiare Natale nelle scuole», e le opposte tifoserie avvamperanno d’ira. È una partita, questa, nella quale le curve si ingrossano e minacciano, piano piano, di mangiarsi tutto lo stadio. Il ragionamento è in minoranza. La laicità corrosa dalla tentazione di schierarsi, comunque, con il presepe o contro, con il catechismo o contro, con l’Italia cristiana o contro. Opinionisti sedicenti moderati si lasciano scappare, nei loro editoriali, una giustapposizione inesistente tra “cristiani/ musulmani” e “italiani/stranieri”, che è la peggiore lettura possibile della situazione, la più antistorica, la più inconsistente.
Articolo intero su La Repubblica del 01/12/2015.
Salvini, sempre da persona decisamente limitata (era preferibile che avesse continuato a fare il palo nella Banda dell'Ortica), a sparare cazzate travestitito da cattolico patriottico.
Mariastrega Gelmini a cantare " Tu scendi dalle stelle".
Non trasformate il presepe in una bandiera politica
(Michele Serra)
01/12/2015 di triskel182
QUASI per imporre militarmente la ri-cristianizzazione di un territorio sconsacrato, ieri una scuola elementare di Rozzano (Milano) è stata meta di una chiassosa processione politica pro-presepe (bambinelli portati da bambinoni).
UNA RISPOSTA sguaiata e prepotente al problema — vero — di come conciliare tradizioni non solamente religiose, come quella natalizia, con la difficile convivenza tra culture.
Il dirigente scolastico sotto accusa, dimissionario, ha tenuto il punto con molta dignità, spiegando di non avere censurato niente e nessuno, ma solo respinto la proposta di un paio di madri che volevano, diciamo così, imporre la loro play-list confessionale. Dato per possibile e anzi per probabile il fraintendimento mediatico, rimane la delicatezza di una questione letteralmente minata dalla drammatica contingenza storica (una “guerra santa” che ormai gronda sangue) e aggravata dalle intolleranze, al plurale, che impediscono di ragionare e fanno perdere di vista anche le poche certezze.
Una certezza, per esempio, è che l’indiscutibile tradizione cristiana del nostro paese non deve essere rimossa, o snaturata, per non urtare suscettibilità troppo suscettibili. Peggio per i suscettibili. Guai ai suscettibili. Una seconda certezza, che non si oppone alla prima e anzi la rafforza, è che questa identità, se viene brandita come un’arma, non importa se di difesa o di offesa, diventa una imposizione escludente e detestabile, e non solamente in linea di principio, ma in linea pratica: perché esistono italiani cattolici, italiani musulmani, italiani ebrei e italiani atei (per non dire delle altre infinite variabili). E dunque è fondamentale, per una scuola pubblica degna di questo nome, non solamente sembrare ma addirittura essere “scuola di tutti”, inclusiva di ogni identità e di ogni cultura.
È difficile? Sì, è difficile. Ne sa qualcosa il dirigente scolastico di Rozzano, che sicuramente ha agito a fin di bene ma sollevando — come si è visto — un putiferio. Ma da questa difficoltà non è lecito uscire imbrogliando. Imbroglia chi la semplifica inalberando gesubambini, scoprendosi una vocazione devota fin qui non manifesta, come fa la Lega nata pagana e invecchiata vaticana: sbaglia gravemente, sbaglia nei fondamentali, perché riduce la scuola pubblica a un ring nel quale vince chi è più grosso e più grossolano. Specularmente sbaglia chi si illude che omettendo identità, celando le differenze, smussando ogni angolo, si possa favorire un processo di convivenza, forse di integrazione, che invece non può che fondarsi sulla chiarezza reciproca. È il tipico caso in cui le fazioni opposte si tengono bordone, perché la posizione di entrambe nega ogni margine alla convivenza: dire «io non canto le carole natalizie perché non voglio offenderti» oppure dire «io le canto proprio perché tu non le sopporti», è la stessa identica cosa. Entrambe le posizioni presumono, nell’”altro”, l’incapacità congenita di capire, di cambiare, di adeguarsi.
Eppure a Rozzano, davanti alla stessa scuola dove Salvini e La Russa si scoprivano supereroi della cristianità, genitori musulmani, in favore di telecamere, dichiaravano di non avere proprio niente contro il Natale. Che facciamo? Li dichiariamo sudboli agenti del jihad, opportunisti che si fingono concilianti per poi prenderci di sorpresa e attentare al bue e all’asinello? O li prendiamo in parola, proviamo ad approfittare della loro attenzione, facciamo la fatica di discutere il da farsi anche con loro piuttosto che ringalluzzire ognuno nel suo pregiudizio, nella sua piccola parrocchia, nella sua piccola identità cazzuta, ostile, spocchiosa?
La realtà delle cose, di giorno in giorno, è sempre più amara. È sfavorevole al ragionamento, al compromesso virtuoso, all’intelligenza dell’altro. Provate a dire «no al crocifisso nelle aule, sì a festeggiare Natale nelle scuole», e le opposte tifoserie avvamperanno d’ira. È una partita, questa, nella quale le curve si ingrossano e minacciano, piano piano, di mangiarsi tutto lo stadio. Il ragionamento è in minoranza. La laicità corrosa dalla tentazione di schierarsi, comunque, con il presepe o contro, con il catechismo o contro, con l’Italia cristiana o contro. Opinionisti sedicenti moderati si lasciano scappare, nei loro editoriali, una giustapposizione inesistente tra “cristiani/ musulmani” e “italiani/stranieri”, che è la peggiore lettura possibile della situazione, la più antistorica, la più inconsistente.
Articolo intero su La Repubblica del 01/12/2015.
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Re: COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
30 novembre 2015 | di Alessandro Madron
Salvini a scuola col presepe: “No Natale? Figura da bamba”. Poi esce: “Qui ci sono i topi”
E un Matteo Salvini dalle due facce quello che manifesta davanti alla scuola di Rozzano dove la decisione del preside Marco Parma di trasformare la festa di Natale in una più laica ‘festa d’inverno’ ha scatenato le polemiche della classe politica. Difensore del presepe e dei valori cristiani al suo arrivo, più cauto e moderato dopo la visita alla scuola. In un clima di tensione il leader del carroccio, assieme a diversi rappresentanti del centrodestra ha prima distribuito presepi e canti di Natale fuori dalla scuola, al centro della feroce polemica politica sulla difesa delle tradizioni all’interno dell’ambiente scolastico. Salvini, accompagnato da alcuni genitori è entrato nei locali della scuola, toccando con mano i problemi reali dell’istituto, aule degradate, bagni inagibili, ambienti non adatti ai bambini. Uscendo le sue parole sono state rivolte più ai problemi strutturali che al presepe
VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/ ... pi/446233/
Salvini a scuola col presepe: “No Natale? Figura da bamba”. Poi esce: “Qui ci sono i topi”
E un Matteo Salvini dalle due facce quello che manifesta davanti alla scuola di Rozzano dove la decisione del preside Marco Parma di trasformare la festa di Natale in una più laica ‘festa d’inverno’ ha scatenato le polemiche della classe politica. Difensore del presepe e dei valori cristiani al suo arrivo, più cauto e moderato dopo la visita alla scuola. In un clima di tensione il leader del carroccio, assieme a diversi rappresentanti del centrodestra ha prima distribuito presepi e canti di Natale fuori dalla scuola, al centro della feroce polemica politica sulla difesa delle tradizioni all’interno dell’ambiente scolastico. Salvini, accompagnato da alcuni genitori è entrato nei locali della scuola, toccando con mano i problemi reali dell’istituto, aule degradate, bagni inagibili, ambienti non adatti ai bambini. Uscendo le sue parole sono state rivolte più ai problemi strutturali che al presepe
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Re: COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
Uscendo le sue parole sono state rivolte più ai problemi strutturali che al presepe
Ma Rozzano non è una cittadina padana del Leghistan?????
...è entrato nei locali della scuola, toccando con mano i problemi reali dell’istituto, aule degradate, bagni inagibili, ambienti non adatti ai bambini.
Ma Rozzano non è una cittadina padana del Leghistan?????
...è entrato nei locali della scuola, toccando con mano i problemi reali dell’istituto, aule degradate, bagni inagibili, ambienti non adatti ai bambini.
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Re: COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
camillobenso ha scritto:Uscendo le sue parole sono state rivolte più ai problemi strutturali che al presepe
Ma Rozzano non è una cittadina padana del Leghistan?????
...è entrato nei locali della scuola, toccando con mano i problemi reali dell’istituto, aule degradate, bagni inagibili, ambienti non adatti ai bambini.
Tra la vox populi basta questa:
mario natali • 2 ore fa
Ragazzi questa gente più che difendere tutto il presepe è concentrata su la sola mangiatoia
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Re: COME E' DIFFICILE VIVERE SOTTO LO STESSO CIELO
ABBIAMO ANCHE NOI RAMBO
Natale in casa Salvini
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-169067
Natale in casa Salvini
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 015-169067
Chi c’è in linea
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