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Stabilità, Renzi: “Approvata senza il M5S, fa opposizione solo a telecamere accese”
Politica


"Forse è la famosa febbre del sabato sera, si sono ammalati tutto insieme". In diretta a L'Arena, contenitore domenicale di RaiUno, Matteo Renzi infligge una bacchettata al Movimento 5 Stelle, dopo l'intesa raggiunta in settimana per eleggere i tre giudici che mancavano alla Corte Costituzionale. Un accordo che sembra destinato a rimanere un episodio: "Non durerà", ha detto Debora Serracchiani, vicesegretario Pd
di F. Q. | 20 dicembre 2015
Commenti (104)



Dopo l’accordo sulla Consulta, la repentina presa di distanza. “La legge di Stabilità alle 2.58 di stanotte e i 5 Stelle non erano in Aula perché purtroppo fanno un’opposizione che regge fino a che sono accese le telecamere. Forse è la famosa febbre del sabato sera, si sono ammalati tutto insieme”. In diretta a L’Arena, contenitore domenicale di RaiUno, Matteo Renzi infligge una bacchettata al Movimento 5 Stelle, dopo l’intesa raggiunta in settimana per eleggere i tre giudici che mancavano alla Corte Costituzionale. Quando abbiamo fatto “una bella cosa come l’abolizione della tassa sulla casa, speravo che M5s e Forza Italia potessero votarla…invece trovo tanta rabbia e voglia di mettere paletti – ha detto ancora il capo del governo – mi piacerebbe che in nome dell’Italia si potessero trovare delle intese” su alcuni provvedimenti.


L’accordo sulla Consulta sembra tuttavia destinato a restare un episodio. Almeno stando alle parole di Debora Serracchiani: “Direi proprio che il nostro accordo” con il Movimento 5 Stelle “non durerà nel tempo. Basta vedere i problemi che hanno avuto loro con la propria base, in rivolta semplicemente per aver fatto un servizio al Paese”, ha detto il vicesegretario Pd, a L’intervista su SkyTg24. Il voto per eleggere tre giudici della Consulta “è la prova che noi vogliamo governare nell’interesse del Paese, mentre loro continuano a fare opposizione e una volta tanto hanno capito che bisognava fare gli interessi del Paese”.

I deputati del M5S rivendicano tuttavia il proprio apporto alla legge: “Dieci milioni per i giubbotti antiproiettili e 15 milioni alla polizia postale per formazione e rinnovo della strumentazione per poter così far fronte in maniera adeguata alle nuove emergenze legate al terrorismo internazionale – si legge in una nota – grazie ai due emendamenti del MoVimento 5 Stelle passati questa notte, saranno date più risorse per la sicurezza dei cittadini”. “Inoltre – sottolineano i deputati M5S – già in commissione è passata una nostra norma che consente un maggiore utilizzo di poliziotti nei servizi di controllo del territorio, attingendo dal personale impiegato in mansioni amministrative e come ‘autisti‘ di politici, in conformità all’ordinamento vigente, per una gestione efficiente ed efficace delle risorse organiche”.

A livello nazionale a tenere banco è però ancora lo scandalo di Banca Etruria che continua a riempire le pagine dei quotidiani. Le polemiche non si sono placate neanche dopo l’intervento di Maria Elena Boschi in Parlamento, così il premier sfrutta la ribalta mediatica della prima rete della Rai per ribadire la posizione dell’esecutivo: “Il conflitto d’interessi dove sta, se il padre della Boschi è stato sanzionato e se questo governo ha commissariato e mandato a casa il papà della Boschi? – è la domanda retorica posta da Renzi – noi abbiamo risolto un problema senza guardare in faccia a nessuno e guardando negli occhi tutti. Il Parlamento dice che, giustamente, non c’è stato alcun conflitto di interesse. Noi abbiamo denunciato il problema e ci siamo preoccupati degli italiani. Se ci sono state delle truffe chi ha colpe pagherà comunque si chiami. Vedremo”.


Ora “il sistema delle banche italiano va ripensato” – ha proseguito il premier – la prossima mossa che faremo sarà unificare sempre più le banche del credito cooperativo, che sono anche belle ma devono essere più solide. E poi ci sono troppe poltrone”, aggiunge. “E’ il momento di voltare pagina: meno banche, meno banche di Paese. Io sto proteggendo i cittadini non servirà a nessuno cercare un facile capro espiatorio”.

Intanto sul caso di Banca Etruria il premier ha dovuto dare spiegazioni anche all’estero: “L’altro giorno un collega olandese mi ha detto ‘però le banche italiane…’ Io ho risposto guarda che la nostra miglior banca sul mercato è più avanti, e di molto, della miglior banca tedesca e l’ho ricordato alla Merkel. Il fatto è che noi siamo bravi a… martellarci i piedi. Per molti giornalisti l’erba del vicino è sempre più verde ma non è così. Se qualcuno dovrà pagare pagherà, ma Italia cambia non se ci aiuta la Merkel ma se gli italiani tornano ad aver fiducia nel Paese”.

“Il 2015 si chiude meglio del 2014, ma non sono ancora soddisfatto – ha ricordato Renzi – segnali di ripresa ci sono ma ci vuole tempo. L’Italia è come se fosse guarita ma ancora non sta bene. Nel 2016 tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio: faremo più dell’1,5% sul Pil, ma l’importante è che ci credano gli italiani, è tutto nelle nostre mani”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12 ... e/2320474/
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La vox populi






ansimo • 11 minuti fa

Questo signore si parla addosso e come gli incontinenti non si accorge quando gli scappa.
Nell'intervista fiume da Giletti ha detto che ha il coraggio di dire in faccia che ci vogliono meno banche, precisando meno banche paesane, questo dopo averne salvate quattro non paesane, ma fallite.


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Paolo Dagnino • 31 minuti fa

Patetico.
È letteralmente terrorizzato dal Movimento 5 Stelle ma non serviranno le battute da Bar Sport di Rignano sull'Arno.
RENZI, SEI ALLA CANNA DEL GAS !


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Eustache • 27 minuti fa

sempre parlando di tv..cambiate canale,non se ne puo piu di sto pupazzo che se la canta da solo

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Dadospia si diverte con i fotomontaggi
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 115347.htm


20 dic 2015 13:26
1. ALT! IL CRAC BANCARIO TRAVOLGE RENZI E I POTERI FORTI: VISCO VA IN TV E MATTARELLA È COSTRETTO A SMENTIRE CHE IL GOVERNATORE GLI ABBIA OFFERTO LE SUE DIMISSIONI

2. DA BERLINO ''LA STAMPA'' SEMPRE MENO RENZIANA FA SAPERE CHE VISCO ERA PRONTO A MOLLARE DOPO ESSERE STATO SCAVALCATO DA CANTONE, UNO SCHIAFFO CLAMOROSO

3. IL QUIRINALE SMENTISCE MA UN DATO È CERTO: IL GOVERNATORE CHE VA NEL SALOTTINO DI FAZIO A GIUSTIFICARSI È IL SEGNALE DI UNA CRISI GRAVISSIMA AI VERTICI DELLE ISTITUZIONI

4. IL PREMIER È IN AFFANNO: IL GELO CON VISCO SI AGGIUNGE A QUELLO CON DRAGHI E VEGAS. LA RIPRESA SEMPRE PIÙ MOSCIA ALLONTANA GLI IMPRENDITORI, ASSENTI ALLA LEOPOLDA

5. IL 'CORRIERE' TORNA A PICCHIARE, L'ATTACCO FRONTALE ALLA MERKEL LO METTE IN CRISI PURE IN EUROPA, DOVE I RAPPORTI CON LA MIRACOLATA MOGHERINI SONO PESSIMI
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Questa oramai è diventata una Pinocchiocrazia, o se preferite una Pallocrazia. Raccontano tutti balle da far spavento. La Qualunque non fa più neppure testo per quante ne spara in un giorno.

Nella stessa scia si sta mettendo pericolosamente Padoan, che continua a sostenere che il sistema bancario italiano è solido.

Ma può essere ritenuto solido un sistema bancario con 200 miliardi di crediti in sofferenze, quindi inesigibili, se anche Movia Longo, stamani a Omnibus,
PUNTO 16:26
http://www.la7.it/omnibus/rivedila7/omn ... 015-170770
ha affermato che i miliardi diventano 360 se si contano i crediti deteriorati????
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Qualche anno fa era il Cs ad andare a caccia di notizie sfiziose tendenti a mandare a casa il Caimano. La Repubblica in testa a tutti.


Diventa ovvio che in maniera opposta oggi siano i giornali dell'ex cavaliere, a muoversi per disarcionare La Qualunque.


Questa non sarà una storia che si chiude a breve.




Papà Boschi faceva parte
di un direttorio parallelo

Il cda dell’Etruria ha sostanzialmente abdicato al proprio ruolo. Tutte le decisioni erano in mano al direttorio parallelo
di Sergio Rame
2 ore fa

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 06685.html
Ultima modifica di camillobenso il 21/12/2015, 17:25, modificato 1 volta in totale.
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A Pinocchioland le cose si complicano




Banche, Monti straparla: "Così io ho salvato l'Italia"


"Quando ero premier le banche erano in buone condizioni". E si vanta: "l vero salvataggio lo facemmo ridando solidità ai titoli di Stato"
Sergio Rame - Lun, 21/12/2015 - 08:56
commenta

"Quando ero premier le banche erano in buone condizioni e nessuno ne chiedeva il salvataggio.

Il vero salvataggio lo facemmo ridando solidità ai titoli di Stato". In una intervista a Repubblica l'ex presidente del Consiglio, Mario Monti, riscrive la storia recente del Paese. Si fregia di aver salvato il sistema bancario del Paese e di essersi messo di traverso alla Angela Merkel. E, dopo essersi presentato come salvatore della patria, si lancia addirittura in un monito agli attuali leader: "Il peso in Europa non lo si acquista reclamandolo, ma dando un contributo di idee".

"L'Europa con il pieno consenso dell'Italia ha scelto la via del bail in nell'agosto 2013 - spiega Monti - il tempo per prepararsi non è mancato, speriamo sia stato utilizzato bene". Poi continua: "Il bail in è un meccanismo nuovo perchè fa leva sul senso di responsabilità individuale e non sul tradizionale principio dello Stato provvidenza che paga per tutti. Se andiamo avanti così, con i politici dell'opposizione e della maggioranza che fanno a gara nell'uso strumentale delle preoccupazioni dei risparmiatori, al contagio ci andremo dritti". Per l'ex presidente del Consiglio sarebbe paradossale se l'Italia, che si è salvata "con le proprie forze nella situazione molto più grave di fine 2011, dovesse mettersi alla mercè della benevolenza altrui proprio mentre reclama un peso maggiore in Europa".

A chi rimprovera i governi precedenti di non avere salvato le banche, Monti ricorda che "a quell'epoca le banche italiane - con la cospicua eccezione del Monte dei Paschi di Siena, che salvammo senza alcun onere per i contribuenti - erano nel complesso in buone condizioni e nessuno ne chiedeva il salvataggio. Ma tutte le banche correvano un grande rischio, legato ai molti titoli di Stato detenuti. Il vero 'salvataggio' ha avuto luogo grazie alla ritrovata solidità dei bond". E rigetta le accuse di essere stato subalterno alla Merkel. "I pugni sul tavolo - conclude - avrebbero infranto non i dogmi tedeschi, ma le mani dell' Italia. Invece sono stati quei dogmi a cominciare a infrangersi di fronte alla forza delle nostre argomentazioni, condivise da altri Paesi".

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 06606.html
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RENZOPOLY


A NATALE
GIOCHIAMO INSIEME

http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 115488.htm


La fantasia italiana non ha limiti. io non c'ero arrivato
pancho
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Re: Ministro Boschi.

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La domanda allora mi viene più spontanea che mai: Cosa avremmo fatto noi, ORA, al posto loro?

un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Ministro Boschi.

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Il reply dello speciale di In Onda, non è disponibile. Alla 7 sono in vacanza.

Comunque, nella puntata di ieri era presente anche il Prof. Sapelli, economista, che ha messo in guardia circa la possibilità di una degenerazione che il sistema bancario potrebbe subire a causa dell’intreccio di cause concomitanti tra cui il livello della lotta politica che si è inasprita con il salva banche.

E puntualmente oggi ce ne siamo accorti.

Silvietto prende la scena e fa osservare che la democrazia è in pericolo, che La Qualunque, che non è stato eletto dal ”popolo” sta riducendo lo Stato ad uno strumento dei suoi interessi di potere.

In sostanza, è un uomo pericoloso.

Analizzando a freddo e con distacco, Silvietto ha ragione in senso assoluto.

Ma no può essere credibile perché non lo ha detto ai tempi del Nazareno, quando i due piccioncini filavano.

Mettere in onda una puntata dell’Asilo Mariuccia è deprimente. Perché una classe dirigente che si comporta peggio delle puttane di Brescia è ben poco edificante.

Ovvio poi che oltre Chiasso ci considerano dei signori nessuno. Non che il Europa siano messi meglio di noi.

La settimana scorsa da Bruxelles è arrivato, dopo quasi due anni, il riconoscimento che la Qualunque è come Berlusconi.

Complimenti, che velocità supersonica a comprendere i fatti e la realtà.

Ma oggi si apre anche un altro fronte quello dell’Europa. I Tg della sera ne hanno dato largo spazio.


Dal Corriere:

Primo piano - La riforma
Banche, la lettera di Bruxelles e la tentazione del governo di pubblicarla per placare le polemiche
Le obiezioni dei commissari Vestager e Hill all’utilizzo del Fondo interbancario di tutela dei depositi, il governo valuta se rendere pubblici i dubbi dell’Ue sulla linea morbida. Il nodo degli aiuti di Stato
di Federico Fubini e Lorenzo Salvia



ROMA Alla fine il governo sembra orientato verso lo strappo: a meno di nuovi cambi di rotta, renderà nota la lettera di Bruxelles. E poco importa che quel documento non fosse mai stato scritto dalla Commissione europea per questo. Non doveva essere pubblicato. Non avrebbe mai dovuto diventare oggetto di uno scontro politico alla luce del sole, almeno nelle intenzioni dei firmatari. Era solo l’atto finale di una sorda contesa sotterranea, durata già troppe settimane, fra amministrazioni lontane duemila chilometri l’una dall’altra.


Il pacchetto del 19 novembre


La data è giovedì 19 novembre. A quel punto del mese scorso mancano poche ore al decreto del governo che avrebbe «risolto» - dicono i tecnici - Banca Etruria, Banca Marche, e le casse di risparmio di Chieti e di Ferrara. Dopo un lungo dissesto giunto ormai alla fase terminale, la vita giuridica dei quattro istituti stava per finire. Le parti sane delle quattro aziende avrebbero proseguito la strada come nuove «banche-ponte», ricapitalizzate per 1,8 miliardi da parte del resto delle banche italiane attraverso il nuovo «Fondo di risoluzione» previsto dalle direttive europee. Le parti malate venivano invece separate, addossando loro crediti in default svalutati ad appena il 17,6% del valore teorico. Per coprire le perdite di questo disastro di malagestione e clientelismo sarebbero serviti 1,7 miliardi, sempre forniti dal resto del settore del credito attraverso il Fondo di risoluzione. In più, secondo le regole di questo meccanismo europeo, ci sarebbe stato l’azzeramento di tutte le azioni e di tutte le obbligazioni subordinate delle banche «risolte».
Questo pacchetto, giovedì 19 novembre, era pronto. Prima di approvarlo però il governo italiano presenta un’ultima richiesta alla Commissione: deve andare oltre i suoi soliti segnali informali di dissenso; deve mettere nero su bianco tutte le sue obiezioni alla precedente soluzione prospettata da Roma e assumersene la responsabilità.


L’ipotesi dell’«aiuto di Stato»


Fino a poche settimane prima il governo aveva pensato di far fronte ai dissesti senza ricorrere al Fondo di risoluzione di modello europeo, che implicava il colpo di forbice sul risparmio. Voleva invece varare un decreto per usare il Fondo interbancario di garanzia sui depositi. Quest’ultimo strumento è alimentato con 2,2 miliardi sempre dai contributi di 208 banche italiane, serve come garanzia dei conti correnti e - secondo il governo - poteva essere usato per Etruria, Ferrara, Chieti e Banca Marche evitando a Bruxelles la contestazione di un aiuto di Stato. Si trattava infatti di risorse private. La speranza era che dunque non sarebbe stato necessario colpire i risparmiatori, cancellando le loro obbligazioni (peraltro già svalutatissime sul mercato).
Margrethe Vestager e Jonathan Hill, commissari Ue alla Concorrenza e alla Stabilità finanziaria, non sono d’accordo. Ritengono che un atto di legge che obblighi il Fondo interbancario di garanzia a versare risorse nelle quattro banche produrrebbe comunque un aiuto di Stato: c’è intervento pubblico - pensano - perché lo Stato di fatto espropria risorse private e le dirige dove vuole. Nella lettera che accettano di inviare a Roma il 19 novembre i due commissari scrivono: «Nel caso venga usato un meccanismo di garanzia dei depositi e questo meccanismo venga riconosciuto come aiuto di Stato, la risoluzione delle banche scatta autonomamente in base alla direttiva Brrd (sulla ristrutturazione degli istituti, ndr)». In sostanza, c’è aiuto di Stato in ogni caso e vanno colpiti gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati anche se le risorse usate sono di origine privata.


Parole misurate


Hill e Vestager dosano ogni parola, perché sanno che il rischio di ricorsi legali contro di loro è sempre presente. Nella lettera osservano che esiste una giurisprudenza della Corte di giustizia europea a sostegno della loro posizione. Quindi il governo si riunisce tre giorni dopo per varare l’operazione nel solo modo che resta: il ricorso al nuovo Fondo di risoluzione di modello europeo - sempre alimentato dalla banche italiane - con il sacrificio di parte dei piccoli investitori. Se l’Italia avesse aspettato fino al 2016, con la piena entrata in vigore della Brrd, avrebbe dovuto colpire anche le obbligazioni più normali e i conti correnti sopra i 100 mila euro di almeno una delle quattro banche. Se avesse ignorato la posizione di Bruxelles e ricapitalizzato le aziende salvando il risparmio, l’effetto sarebbe stato nullo perché i nuovi fondi avrebbero dovuto essere accantonati.


La tentazione

Resta però quella lettera riservata di Hill e Vestager, che taglia la strada alla soluzione meno traumatica. Nel governo la tentazione di pubblicarla è così forte che, a ieri sera, c’era la decisione di metterla oggi stesso sul sito del ministero dell’Economia. Con tanto di controdeduzioni che contestano la lettura di Bruxelles sulla giurisprudenza della Corte Ue. Non è ancora certo che alla fine andrà così. Infrangere la riservatezza del carteggio può senz’altro aiutare Matteo Renzi nelle polemiche sulle banche che divampano in Italia in queste ore. Ma a quel punto neanche il premier sa quanto dovrà aspettare, prima che altri dall’Europa abbiano voglia di scrivere di nuovo a lui.

23 dicembre 2015 (modifica il 23 dicembre 2015 | 10:23)
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http://www.corriere.it/economia/15_dice ... a963.shtml
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Re: Ministro Boschi.

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pancho ha scritto:La domanda allora mi viene più spontanea che mai: Cosa avremmo fatto noi, ORA, al posto loro?

un salutone

Per poterti rispondere ho bisogno di sapere a cosa ti riferisci con il "noi".
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