Reato di clandestinità, Anm: “Inutile e dannoso, basta demagogia della politica”
Il presidente Rodolfo Sabelli: "Norma che ingolfa i tribunali e ostacola indagini su scafisti. Nessun rinuncerà a entrare illegalmente davanti a una sanzione pecuniaria". Continua lo scontro politico dopo il rinvio del governo sull'abolizione. Meloni: "Carcere come in Germania". Maroni: "Respingimenti"
di F. Q. | 9 gennaio 2016
L’Associazione nazionale magistrati boccia il reato di immigrazione clandestina. Non serve a fermare gli ingressi illegali. Intasa i tribunali.
Frena le inchieste sugli scafisti. E come se non bastasse ha costi pesantissimi per lo Stato.
Questo almeno è il giudizio sulla norma da parte dell’Anm che di fronte al rinvio del governo sull’abolizione rivolge l’invito a tutta la politica a non far “prevalere sul ragionamento la demagogia, perché è con le scelte ponderate che si tutela la sicurezza”.
“Capisco che la politica si faccia carico dei timori della gente, ma quando le paure sono populiste e infondate vanno combattute, spiegando come stanno realmente le cose”, dice all’Ansa il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli.
E il punto di partenza non può che essere uno:
“Bisogna innanzitutto chiarire che depenalizzare il reato non significa volere un’immigrazione incontrollata e illimitata , ma eliminare una norma inutile e dannosa; e occorre spiegare che la clandestinità è una contravvenzione punita con l’ammenda: e mai nessun straniero rinuncerà ad entrare illegalmente davanti a una sanzione pecuniaria che non è in grado di pagare e che lo Stato non è in grado di riscuotere”.
Si tratta dunque di un “reato inutile che ingolfa i tribunali con migliaia di cause e costi enormi per lo Stato; e che ostacola le indagini contro gli scafisti, visto che il clandestino, in quanto indagato, non può essere sentito come testimone”. Una disanima che porta a una sola conclusione: “Gli ingressi illegali non si combattono con la minaccia ridicola di un’ammenda, ma con una seria gestione del fenomeno migratorio nel quadro europeo e con provvedimenti amministrativi di controllo dei migranti e , se del caso, di espulsione”.
Sull’ipotesi di cancellare il reato resta intanto aperta la polemica politica.
Non se ne capisce il senso, lamenta Fabrizio Cicchitto (Ncd), secondo cui “solo lo sconfittismo tipico di una parte del Pd può aprire una questione del genere facendo un inutile favore a Salvini”. Introdurre in Italia “la stessa legge presente nella Germania di ‘santa’ Angela Merkel, dove l’immigrazione illegale è un reato punito con una pena detentiva da uno a 3 anni e con una sanzione pecuniaria” è invece la proposta di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, che avverte: “Se l’Italia continua ad essere lo Stato europeo con le leggi meno severe, presto diventerà il campo profughi dell’Unione Europea”.
La proposta e il contestuale stop all’ abolizione del reato di clandestinità “sa di arma di distrazione di massa per le unioni civili”, sostiene a sua volta il senatore Gaetano Quagliariello, fondatore del movimento “Idea”. Lega e Forza Italia parlano di “caos” nel governo. “E’ vero, il reato non basta – dice Roberto Maroni (Lega), replicando all’Anm – Renzi e Alfano dovrebbero fare quello che facevo io da Ministro dell’Interno: respingimenti e rimpatri“.
“Sberle Renzi-Alfano”, twitta Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, e Mariastella Gelmini aggiunge: “Confusione e incertezza sono il segno distintivo del governo”. Per la maggioranza interviene Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera: “Sono contrario al reato di clandestinità e penso che vada abolito perché inefficace e, paradossalmente, perché rende più difficile il contrasto al traffico di esseri umani.
Detto questo, penso tuttavia che il governo faccia bene a prendersi una pausa di riflessione su questo argomento: non possiamo dare messaggi sbagliati a una opinione pubblica frastornata e sempre più impaurita”.
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