CUBA i discorsi di Fidel Castro
Inviato: 21/04/2016, 23:22
questo lungo discorso di fidel castro in una chiesa di new york e da studiare su piu piani.
la parte che riguarda la finanza e attualissima il discorso e del 2010.
la parte sulla medicina ha assonanze con Che Guevara che era un medico,
sono pagine importanti su salute e terzomondismo.
vi sono momenti di storiografia vera, ma momenti a mio avviso emozionanti di AUTOCOSCIENZA DI UN RIVOLUZIONARIO.
impressionante ove parla delle calorie del pasto del popolo cubano diminuito a seguito dell' embargo americano !!!
importantissima la parte che analizza i processi di democrazia a Cuba, la democrazia diretta e la partecipazione.
Interessante la parte che analizza la relazione tra salari beni pubblici e welfare solidale.
molto interessante ma......
manca una analisi quadro dei piani quinquenali di pianificazione economica, strumenti fondamentali.
c è una descrizioni dei bisogni ma manca una analisi strutturalisti dei bisogni.
c è una descrizione dei beni valori d'uso versus beni valori di scambio
ma siamo piu a livello descrittivo che di ideologia materialista storica.
in questo contesto manca e non poteva essere diversamente l analisi storica ed economica ma anche filosofica della teoria del valore lavoro.
fidel castro è uomo di azione,commandante di popolo, militare, lider in quanto emoziona il popolo.
certo lenin trosky kausky sono stati grandi teorici del movimento operaio,allievi di carlo marx , ma fidel castro è il piu grande combattente, commandante, rivoluzionario del proletariato internazionale .
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Discorso pronunciato dal Dott. Fidel Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e di Ministri della Repubblica di Cuba, durante l'incontro di solidarietà con Cuba tenutosi nella Chiesa Riverside. Harlem, New York, 8 settembre 2000
Care sorelle e cari fratelli del Comitato di ricevimento;
Care sorelle e cari fratelli qui presenti;
Care sorelle e cari fratelli riuniti nella sala vicina;
Care sorelle e cari fratelli che dalla strada forse ci ascoltate, giacché molti di voi non avete potuto passare a questa sala della chiesa:
Siete stati molto generosi e amabili con me.
Quando qui si parlava di alcune cose con le quali rispondevate a quelli che facevano determinate domande riferite al nostro sforzo per i nostri bambini e per tutto il nostro popolo, e agli sforzi che abbiamo fatto per altri bambini e per altri popoli in varie parti del mondo - cosa che non ricordiamo mai, né dobbiamo ricordare o menzionare -, passò un’idea per la mia mente, ascoltando ciò. Dico: Tutto questo realmente ha un nome, ed è "violazione dei diritti umani" (Applausi ed esclamazioni), con cui si pretende giustificare un blocco ed una guerra economica che durano ormai da più di 40 anni.
Anche quando cantavate "Happy Birthday", ricordando molte cose, mi venne da pensare che forse sarebbe stato più esatto dire: "Happy Good Luck, Fidel".
Sono arrivato a compiere questi anni miracolosamente (Applausi ed esclamazioni), e non perché abbia passato diversi anni lottando contro la tirannia nel nostro paese, o per aver partecipato ad alcune azioni di guerra, bensì per tutto quello che accadde dopo il trionfo della Rivoluzione. A buon intenditore poche parole (Applausi), e voi non siete solo buoni intenditori ma siete anche molto nobili ed intelligenti intenditori.
Devo dire che, mentre venivo qui, ricordavo le mie quattro visite alle Nazioni Unite. Nella prima occasione mi espulsero dall’hotel che si trovava nelle immediate vicinanze delle Nazioni Unite. Io dovevo scegliere tra due opzioni: o montare una tenda nell’atrio delle Nazioni Unite - e come guerrigliero da poco uscito dalle montagne non mi sembrava una cosa molto difficile (Applausi) -, o andare fino ad Harlem, dove uno degli hotel mi aveva invitato (Applausi). Io decisi di immediato: "Vado a Harlem, perché lì ci sono i miei migliori amici" (Applausi ed esclamazioni).
(Dal pubblico gli dicono: "La mia casa è la tua casa!") (Applausi)
Grazie mille. Così mi dicevano in molte belle case dove vivevano persone molto ricche. Avevano un cartello che diceva lo stesso. Poi, quando facemmo qualche cosa per i poveri, tolsero quei cartelli per sempre (Applausi). In voi sento la generosità delle persone umili.
Quando ritornai una seconda volta, adesso non ricordo esattamente quello che feci nel 1979, so soltanto che lì parlai in nome di tutti i paesi poveri del mondo; la terza volta ritornai a Harlem, e non solo a Harlem, ma anche nel Bronx (Applausi), come ricordavate qui questa sera.
Questa volta ho avuto l’onore che mi invitassero in questa zona che credo si chiami Riverside. È così ? (Gli dicono di sì). Quello che capisco è che mi trovo sulla riva del fiume (Risate); anzi, mi trovo nel mezzo di un fiume, il fiume della più sana e nobile amicizia (Applausi).
Voi capirete che per me non è facile visitare New York, le prove abbondano. E questa volta, senza dubbio, non era un viaggio facile e c’erano molti compatrioti preoccupati. Stiamo vivendo un periodo speciale, e non mi riferisco al periodo speciale di Cuba, obbligato dal doppio blocco, bensì al periodo speciale di elezioni presidenziali (Risate); inoltre, nel mezzo di molte minacce di tutti i tipi, da quella di uccidermi fino a quella di inviarmi in una prigione nordamericana.
Però si trattava di una riunione molto importante. La chiamarono il Vertice del Millennio, e realmente stiamo iniziando un millennio incerto; c’è di più: per quelli che come me considerano che con il 31 dicembre si conclude il secolo XXº, l’umanità è sul punto di iniziare il secolo XXIº in condizioni estremamente dure ed estremamente preoccupanti. In nessun caso non potevo non venire, e credetemi, mi sentii molto felice quando presi l’aereo al temine di complicate gestioni per ottenere il visto.
Come voi sapete, con noi è venuto il compagno Alarcón (Applausi ed esclamazioni), che doveva partecipare ad una conferenza dei Presidenti delle Assemblee o Camere del Parlamento di tutti i paesi del mondo. Egli aveva chiesto il visto un mese fa, gli fu negato e alla fine concesso insieme al mio - giacché integrava la delegazione al vertice -, 24 o 48 ore prima del viaggio. Debbo aggiungere che sono stato trattato molto bene in ogni momento, e che il personale della sicurezza nordamericano che ci attese, lo fece con molta amabilità e con grande efficienza per cui, è giusto così riconoscerlo (Applausi).
Per parlare nella riunione ci davano cinque minuti. Come voi comprenderete, è poco tempo per enciclopedici problemi, o per meglio dire: per una lista enciclopedica di problemi, però feci lo sforzo e riuscii a parlare per sette minuti e tre secondi (Applausi), nonostante ciò fui uno di quelli che parlò per meno tempo.
Questa notte vengo qui con questo allenamento (Esclamazioni), però io so che voi mi concederete più di sette minuti e tre secondi (Applausi ed esclamazioni).
Misi un fazzoletto sopra le lampadine che indicano il tempo; lo feci per due ragioni: una, come una specie di protesta al fatto che i Capi di Stato o di Governo vengano sottoposti a questa tortura di accendere una lampadina gialla prima e dopo una rossa che li avverte che hanno già consumato i cinque minuti - non succede niente, però si soffre un’umiliazione -, e l’altra, perché penso che la tribuna delle Nazioni Unite non debba trasformarsi in un semaforo (Risate ed applausi). E' chiaro che, essendo in molti, bisogna ridurre lo spazio per non creare tanti problemi a New York e riunirsi qui una settimana o 15 giorni, però si suppone che noi non siamo bambini dell’asilo e che, se ci si parla e ci si spiega, possiamo essere molto brevi.
Ho partecipato in molte riunioni importanti con limite di tempo molto ristretto. Ci sono alcuni che sempre, con semaforo o senza semaforo, parlano molto di più della quota assegnata. Io ho sempre cercato di adeguarmi alla quota assegnata forse il peggiore castigo di colui che si prolunga troppo è la preoccupazione di tutti gli altri che stanno aspettando il loro turno, e per giusto che sia quello che dice, la gente lo critica. Non è politico prolungarsi in questo tipo di cerimonia. E, sebbene ora non ci troviamo nelle Nazioni Unite, ho il proposito di limitarmi a questioni essenziali.
Perché vi dicevo che, a mio giudizio, questa era una riunione molto importante? Perché il mondo sta soffrendo realmente una situazione catastrofica. Non credete in quegli esperti che simulano ottimismo, o in quelli che ignorano quello che in realtà accade nel mondo. Ho dati inconfutabili sulla situazione del Terzo Mondo, dei paesi da dove procedono molti di voi, o paesi che sono conosciuti da molti nordamericani che li hanno visitati, dove vivono i tre quarti della popolazione mondiale; io ho portato alcuni fogli e ho selezionato vari di questi dati; ve li leggerò.
Per esempio, posso dire che in più di 100 paesi il guadagno per abitante è inferiore a quello di 15 anni fa.
Il Terzo Mondo ha 1 300 milioni di poveri. Cioè uno ogni tre abitanti vive nella povertà.
Più di 820 milioni di persone soffrono la fame nel mondo. Di queste, 790 milioni vivono nel Terzo Mondo.
Più di 840 milioni di adulti continuano ad essere analfabeti, l’immensa maggioranza nel Terzo Mondo.
Un abitante del Terzo Mondo, quando nasce, ha una speranza di vita 18 anni inferiore a quella di uno che nasce nel mondo industrializzato.
La speranza di vita in Africa a sud del Sahara raggiunge appena i 48 anni . Questo è 30 anni meno che nei paesi sviluppati.
Si calcola che 654 milioni di persone che oggi abitano nei paesi del Sud non sopravviveranno ai 40 anni di età - quasi la metà di quelli che io ho già.
Il 99,5 % di tutte le morti di parto avvengono nel Terzo Mondo. Il rischio di morte di parto in Europa è di una morte per ogni 1400 parti. In Africa questo rischio è di 1 ogni 6. Parlo di rischio, infatti il numero di quelle che realmente muoiono è minore; però la cifra delle madri che muoiono di parto in Africa per ogni 10 000 parti è non meno di cento volte superiore a quella dell’Europa.
Più di 11 milioni di bimbi e bimbe minori di cinque anni muoiono ogni anno nel Terzo Mondo di malattie che sono, nella immensa maggioranza, prevedibile una cifra superiore a 30 000 ogni giorno; 21 ogni minuto; quasi mille da quando è cominciata questa cerimonia, circa 45 minuti fa.
Nel Terzo Mondo, 64 bambini di ogni 1 000 che sono nati vivi, muoiono prima di compiere il primo anno di vita.
Due su cinque bambini, nei paesi del Terzo Mondo, soffrono di ritardonellacrescita,eno su tre è sotto peso per la sua età.
Ho parlato di 64 ogni 1 000 come media, sommando tutti i paesi del Terzo Mondo, inclusa Cuba, che ha una media inferiore a sette, però ci sono numerosi paesi in Africa dove muoiono all'anno più di 200 bambini minori di cinque anni per ogni 1 000 nati vivi.
Ci sono altri aspetti morali terribilmente duri.
Due milioni di bambine sono forzate ad esercitare la prostituzione.
Circa 250 milioni di bambini minori di 15 anni sono costretti a lavorare per sopravvivere.
Dieci delle undici infezioni con il virus dell’AIDS che avvengono ogni minuto nel mondo, si registrano nell’Africa a sud del Sahara, dove il numero totale degli infettati supera ormai la cifra di 25 milioni di persone.
Queste accade mentre nel mondo si investono ogni anno 800 miliardi di dollari in spese militari, 400 miliardi in droghe stupefacenti, e un trilione in pubblicità commerciale.
Il debito esterno di questo Terzo Mondo alla fine del 1998 ascendeva alla cifra di 2,4 trilioni di dollari - quattro volte la cifra esistente nel 1982, solo 18 anni prima.
Tra il 1982 e il 1998, i suddetti paesi pagarono più di 3,4 milioni di milioni di dollari per il servizio del debito; cioè, quasi 1 milione di milioni in più che tutto l’ammontare attuale dello stesso debito. Lungi dal ridursi, crebbe un 45 % in 16 anni.
Nonostante il discorso neoliberale sulle opportunità delle aperture commerciali, i paesi sottosviluppati, con l’85% della popolazione mondiale, concentravano nel 1998 soltanto il 34,6% delle esportazioni mondiali; meno che nel 1953, nonostante la sua popolazione sia cresciuta oltre il doppio.
Se nel 1992 i flussi di aiuti ufficiali allo sviluppo erano equivalenti allo 0,33% del Prodotto Nazionale Lordo dei paesi sviluppati, nel 1998, sei anni dopo, questa proporzione si ridusse allo 0,23%, molto lontano dallo 0,7% meta segnata dalle Nazioni Unite. Cioè, ogni giorno il mondo ricco è più ricco e l’apporto allo sviluppo di questa immensa umanità povera decresce ogni anno; la solidarietà e la responsabilità si riducono anno dopo anno.
Dall’altro lato, il volume giornaliero di transazioni di compravendita di monete in scala mondiale ascende attualmente ad una somma equivalente a 1,5 milioni di dollari approssimativamente. Questa cifra non include le operazioni dei cosiddetti derivati finanziari, che rappresentano una somma addizionale approssimativamente uguale. Cioè, ogni giorno hanno luogo operazioni speculative equivalenti a 3 milioni di milioni di dollari. Se si riscuotesse un’imposta dell’1% di tutte le operazioni speculative, sarebbe più che sufficiente per lo sviluppo sostenibile, con l’indispensabile protezione della natura e dell’ambiente di tutti quei paesi cosiddetti in via di sviluppo, e che, in realtà, avanzano attraverso un cammino di un crescente e visibile sottosviluppo, poiché ogni giorno è più visibile la differenza tra i paesi poveri e i paesi ricchi, ed è anche più grande la differenza tra i poveri e i ricchi dentro lo stesso paese.
Potrei chiedervi, per esempio, se tutti insieme, con i piccoli risparmi che potete avere nelle banche, maggiori o minori, potete raggiungere la millesima parte della ricchezza di quello che ha più soldi nel mondo, che non per caso è concittadino di questo paese.
Ho parlato di milioni di milioni ogni giorno in operazioni speculative: 3 milioni di milioni di dollari; che c'entra questo con il commercio mondiale? Tutto il commercio mondiale ascende a 6,5 milioni di milioni di dollari in un anno, questo significa che ogni due giorni lavorativi, in queste borse di cui avete sentito parlare tanto, si realizzano operazioni speculative equivalenti approssimativamente alle operazioni che genera il commercio mondiale in un anno.
Quando nacquero le borse di cui ho parlato, non esistevano i fenomeni che ho menzionato; è qualche cosa di totalmente nuovo, di veramente assurdo. Le operazioni speculative, nelle quali il denaro cerca il denaro, non hanno assolutamente niente a che vedere con la creazione di beni materiali o di servizio. Un fenomeno che è cresciuto smisuratamente negli ultimi 30 anni e cresce ogni giorno di più fino all’assurdo. Può chiamarsi economia questo delirante gioco d’azzardo? Lo può sopportare la vera economia che deve soddisfare le necessità vitali dell’uomo?
Il denaro ormai non si impiega fondamentalmente in investimenti per la produzione di beni; si impiega in monete, azioni, derivati finanziari, cercando disperatamente denaro, direttamente, con l’impiego di software e dei più sofisticati computer, e non, come accadde storicamente, attraverso processi produttivi. Questo è quello che ci ha portato la tanto citata e famosa globalizzazione neoliberista.
I paesi sviluppati controllano il 97% di tutti i brevetti del mondo, perché, naturalmente, monopolizzarono le migliori intelligenze che produce il pianeta. Dall’America Latina e dai Caraibi, i paesi industrializzati portarono via, negli ultimi 40 anni, un milione di professionisti, ripeto, un milione di professionisti!, che negli Stati Uniti sarebbero costati 200 miliardi di dollari. I paesi poveri del mondo forniscono così i migliori frutti delle loro università ai paesi sviluppati.
Avevo qui i dati in un foglio; di questo parlai in una tavola rotonda delle Nazioni Unite: Negli ultimi 10 anni, di 22 Premi Nobel di fisica, gli Stati Uniti ne assunsero 19; qualcosa di simile successe con i Premi Nobel di medicina e per altri rami scientifici. Oggi il conoscimento si considera il fattore più importante per lo sviluppo, e i paesi del Terzo Mondo si vedono privati costantemente dei loro migliori talenti.
Un ultimo dato, tra quelli che ho selezionato: Appena l’1%, dei 56 miliardi di dollari che si investono ogni anno nelle ricerche della salute, viene destinato alla ricerca della polmonite, delle malattie diarroiche, della tubercolosi e della malaria, quattro dei principali flagelli del mondo sottosviluppato.
Le medicine più avanzate, perché persone che hanno avuto la tragedia di vedersi infettate dal virus dell’AIDS, possano sopravvivere qualche anno di più, costano 10 000 dollari nei paesi industrializzati. È' il prezzo che impongono; anche se il loro costo reale di produzione ascende a 1 000 dollari approssimativamente.
Noi siamo ben informati sulla tragedia che soffre il mondo, perché uno dei nostri principi più sacri è la solidarietà (Applausi).
Coloro che non credono nell’uomo, nel suo potenziale di nobili sentimenti, nella sua capacità per la bontà e l’altruismo, non potranno mai capire che ci fa male non solo il bambino cubano che muore o quello che soffre - non bisogna parlare solo di quelli che muoiono - e che noi ci preoccupiamo per il bambino haitiano, guatemalteco, dominicano, portoricano, africano, o di qualsiasi altro paese del mondo (Applausi). La specie umana raggiungerá il grado piú alto di coscienza quando ogni popolo sia capace di soffrire come proprio il dolore degli altri popoli del mondo.
Penso di più: L’umanità arriverà al massimo della sua coscienza e delle sue qualità potenziali, quando ad una persona, la morte del figlio di qualsiasi altra famiglia la farà soffrire come la morte del proprio figlio o di qualche altro parente vicino (Applausi).
So che molti di voi - forse la stragrande maggioranza - sono cristiani e qui ci troviamo in una chiesa. Ebbene, Cristo predicava precisamente questo, e per noi questo è l’amore per il prossimo (Applausi). Questo spiega gli sforzi che Cuba ha fatto per altri paesi nella misura delle sue forze. Alcune delle cose le avete ricordate all’inizio della cerimonia.
C’è un dato che dimostra questi sentimenti di solidarietà: circa mezzo milione di nostri compatrioti hanno compiuto missioni internazionaliste in numerosi paesi di diverse parti del mondo, specialmente in Africa (Applausi), come medici, come maestri, come tecnici, come lavoratori o come combattenti (Applausi).
Quando tutto il mondo investiva e commerciava con la Sudafrica del razzismo e del fascismo, decina di migliaia di combattenti volontari cubani affrontavano i soldati del razzismo e del fascismo (Applausi).
Oggi tutti parlano bene e sono felici di preservare l’indipendenza dell’Angola, sebbene sia ancora sottomessa ad una dura guerra civile per colpa di coloro che equipaggiarono le bande armate per molti anni, tra cui, il governo dell’apartheid e altre autorità che non menziono per rispetto al luogo in cui mi trovo (Applausi).
Il mezzo milione di volontari, che compirono la loro missione gratuitamente, non andavano lì per investire nel petrolio, nel diamante, nei minerali, né in nessun altra ricchezza di quel paese (Applausi).
Cuba non possiede un solo investimento nei paesi dove compirono il loro dovere i nostri internazionalisti (Applausi); non possiede un solo dollaro di capitale, nemmeno un solo metro quadrato di terra (Applausi).
Amílcar Cabral, un grande dirigente africano (Applausi), un giorno disse parole profetiche che costituiscono un onore indimenticabile per noi: "Quando i combattenti cubani ritornino, porteranno con loro solo i resti dei loro compagni morti" (Applausi prolungati).
Nessuno bloccò l’infame regime dell’apartheid, nessuno gli fece la guerra economica; non ci furono leggi Torricelli né ci furono leggi Helms-Burton per il regime fascista e razzista. Tutte queste leggi e misure si applicano, al contrario, contro il paese solidale che è stato, e sarà sempre, Cuba.
Con solo ridurre la mortalità infantile nella nostra patria, da circa 60 per ogni 1 000 nati vivi nel primo anno di vita a meno di 7, abbiamo salvato la vita di centomila bambini; abbiamo preservato la salute di tutti i bambino gratuitamente, e gli abbiamo garantito una speranza di vita di oltre 75 anni (Applausi). Ma c’è di più; non solo gli abbiamo preservato la vita, abbiamo garantito l’educazione gratuita a tutti (Applausi), e non un’educazione egoista e mediocre, bensì un’educazione solidale e di alta qualità.
In una ricerca realizzata da un’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’UNESCO, si comprovò che i nostri bambini possiedono quasi il doppio delle conoscenze della media delle conoscenze che hanno i bambini nell’America Latina (Applausi).
Abbiamo ugualmente salvato la vita a centinaia e centinaia di migliaia di bambini in Africa ed in altre parti del Terzo Mondo durante gli anni della Rivoluzione, e abbiamo curato la salute di decine e decine di milioni di persone. Più di 25 000 lavoratori della sanità hanno partecipato in questa attività internazionalista (Applausi). Questo viene chiamato "violazione dei diritti umani", e per questo dobbiamo essere distrutti.
La nostra Rivoluzione ha la sua storia. Non avrei la più minima morale per parlare qui, se durante 40 anni e più fosse stato assassinato dalla Rivoluzione un solo cittadino cubano, se a Cuba fosse esistito un solo "squadrone della morte", se a Cuba fosse avvenuto un solo caso di "desaparecido": però dico di più; se un solo cittadino del nostro paese fosse stato torturato - ascoltate quello che sto dicendo -, se fosse stato torturato un solo cittadino nel nostro paese. E questo lo sa tutto il popolo cubano (Applausi ed esclamazioni), un popolo ribelle con un elevatissimo senso della giustizia. Questo popolo non ci avrebbe perdonato nessuno di questi fatti che ho menzionato (Applausi), e questo popolo ha seguito la Rivoluzione durante più di 40 anni ed ha sopportato con stoicismo esemplare 41 anni di blocco da parte dei governi del paese più potente del mondo nell’ordine politico, economico, tecnologico e militare.
E, inoltre, negli ultimi 10 anni, il doppio blocco che si produsse dopo la disintegrazione del campo socialista e dell’URSS, che ci lasciò senza mercati e senza fonte di somministrazione per acquistare alimenti, combustibile, materie prime e molti altri prodotti essenziali che pagavamo con i nostri guadagni, e per pagare, ovviamente, bisogna commerciare. Se ad un paese non gli comprano niente, questo paese non può avere niente con che comperare a colui che lo priva delle sue entrate.
Forse un giorno la storia parlerà di come Cuba ha potuto realizzare il miracolo di resistere (Applausi); frattanto, però, vi assicuro che nessun altro paese dell’America Latina e dei Caraibi avrebbe potuto sopportarlo.
Questo, dove noi ci troviamo, è uno dei pochi paesi che potrebbe rifornirsi da solo di quasi tutti gli elementi essenziali per la vita. Però questa non è la situazione di un piccolo paese isolato, o di un paese non troppo grande, o persino di un paese grande dell’America Latina. Nessuno avrebbe potuto sopportarla 15 giorni e noi l' abbiamo sopportato 10 anni (Applausi), e già da vari anni, a poco a poco, siamo riusciti non soltanto a sopravvivere, ma anche a incrementare gradualmente la nostra produzione economica, anche se non abbiamo raggiunto ancora gli indici che avevamo prima del doppio blocco che ci costrinse a quello che abbiamo chiamato periodo speciale.
Basta dirvi che da un consumo giornaliero di 3 000 calorie, più o meno uguale per tutti, si ridusse, da un giorno all’altro, a 1 800 calorie. Ora siamo già intorno alle 2 400 calorie.
Però neppure questo ci ha impedito di fare quello che facciamo. In questi 10 anni, incorporammo, nella nostra rete di sanità, 30 000 medici, perché non si chiuse un solo policlinico, né una sola scuola, né una sola aula (Applausi).
Mai nel nostro paese ebbero luogo le cosiddette economie di shock che chiudono gli ospedali, le scuole, spazzano la previdenza sociale e le risorse vitali per le persone con entrate minori. Noi sopportammo e non si utilizzò una sola di quelle misure, e quelle che applicammo per affrontare una situazione tanto difficile furono discusse con tutto il popolo, non solo nel nostro Parlamento. Il Nostro Parlamento esiste, nonostante molte persone lo ignorino, ed esiste con uno spirito democratico di cui siamo orgogliosi, perché sono gli abitanti quelli che, in pubbliche riunioni, nominano i candidati a delegato di circoscrizione e per votazione generale e segreta li eleggono. Nessuno di loro è nominato dal Partito. Sono nominati liberamente dagli abitanti - non più di 8, ne meno di due candidati, per sceglierne uno - e vengono eletti tenendo conto dei loro meriti e delle loro capacità.
Questi delegati di circoscrizione costituiscono le assemblee municipali, e queste assemblee municipali, integrati da delegati eletti procedenti dalla base, sono quelle che nominano i candidati a delegato all’assemblea provinciale e a deputati dell’Assemblea Nazionale, che devono essere anche eletti per voto diretto e segreto ed ottenere più del 50% dei voti.
E quasi la metà di questa Assemblea Nazionale, della quale fanno parte Alarcón ed alcuni compagni della delegazione che sto vedendo da qui, è costituita da questi delegati di circoscrizione che furono, come ho spiegato, nominati ed eletti dal popolo, senza nessun intervento del nostro Partito, la cui unica missione è garantire il compimento delle norme stabilite dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi riferite al processo elettorale.
Nessuno deve spendere un solo centesimo, nemmeno uno (Applausi).
I candidati della circoscrizione fanno la campagna elettorale insieme; e anche i candidati dell’Assemblea Nazionale, nominati dai municipi, secondo la grandezza di ogni municipio, fanno la campagna elettorale insieme, sebbene qualcuno di loro deve contare su un minimo di due deputati nel Parlamento. Questa è la procedura, il metodo che abbiamo pensato per garantire il principio democratico.
Però vi dicevo che quando applicammo le misure per affrontare la situazione difficile del periodo speciale, queste si discussero tutte, primo, nella base, con lavoratori, contadini, studenti ed altre organizzazioni di massa, in centomila assemblee, e, poi, nell’Assemblea Nazionale. Subito dopo essere state analizzate dall’Assemblea Nazionale, ritornarono alla base per essere discusse di nuovo, prima che venissero approvate definitivamente da quella.
Queste misure proteggevano tutti, garantivano sicurezza a tutti, e gravavano, fondamentalmente, le bevande alcoliche, le sigarette e tutti i tipi di articoli sontuosi. Mai le medicine, gli alimenti o altre cose vitali per la nostra popolazione, e nonostante ciò abbiamo potuto garantire il litro di latte giornaliero ad ognuno dei bambini fino ai sette anni (Applauso), sapete a quale costo?, secondo il cambio ufficiale, a 1,5 centesimi di dollaro, un centesimo e mezzo.
Abbiamo ancora razionamento e lo continueremo ad avere rispetto ad una serie di alimenti; però una libbra di riso (circa mezzo chilogrammo NdT.), che costa nel mercato mondiale da 12 a 15 centesimi, senza contare il trasporto, da un luogo distante, perché non possiamo acquistarlo dove è più vicino, e senza contare nemmeno i consumi del trasporto interno, distribuzione e tutto il resto, si vende alla popolazione - la libbra di fagioli al prezzo del latte, 1,5 centesimi di dollaro -, e il riso a poco meno di 1,5 centesimi (Applausi).
Nel nostro paese, per le case nelle quali risiedono la maggior parte dei cittadini si paga 0 centesimi di dollaro (Applausi), perché oggi, in virtù delle leggi rivoluzionarie, più dell’85% delle case sono di proprietà della famiglia che vi abita (Applausi), e non pagano nemmeno le imposte. Il numero di case restanti, situate in luoghi lontani che risultano indispensabili per l’industria o per i servizi, pagano un modestissimo affitto o la ricevono in usufrutto. Per questo quando qualcuno dice che a Cuba tale cittadino guadagna 15 o 20 dollari al mese, io dico: C’è da aggiungerle tot. quantità che a New York costerebbe pagare la casa, tot. centinaia di dollari per spese in educazione, altre centinaia per spese in salute, e aggiungendo altre spese crescenti. Ciò non vuol dire che non siamo poveri o che non abbiamo necessità; però abbiamo distribuito la povertà o le risorse con la maggior equità possibile (Applausi).
Altri due o tre esempi. Per vedere una partita di baseball di cartello, per esempio, a Baltimora, secondo la nostra esperienza, costa in media 19 dollari; ad un cittadino cubano, d’accordo con il cambio, gli costa 5 centesimi di dollaro. Andare al cinema o al teatro, che voi sapete che a New York costa tra sei e otto dollari, al cittadino cubano costa 5 centesimi di dollaro. Visitare un museo - gli adulti che pagano perché i bambini non pagano - costa ai nostri cittadini 5 centesimi di dollaro. Per questo è stato possibile sopportare le condizioni più dure, nonostante la crisi, benché ci manchino molte cose.
I prezzi delle medicine basilari sono gli stessi che esistevano nel 1959, 40 anni fa(Applausi), ridotti alla metà, perché una delle prime cose che ha fatto la Rivoluzione fu ridurli, e quelli che ricevono queste medicine in un ospedale non devono pagare un centesimo (Applausi); e se necessitano di un trapianto di cuore, un trapianto di fegato o altri tipi di trapianti, o di costose operazioni o trattamenti, non devono pagare un solo centesimo.
Fu questo ciò che fece la Rivoluzione per il popolo, ciò che generò l’eroismo con il quale ha resistito una così grande prova non sopportata da nessun altro paese durante più di 40 anni di blocco, di cui gli ultimi 10 furono con le caratteristiche che ho spiegato. Per questo non deve risultare strano che gli stessi nordamericani riconoscano che i giovani più sani che emigrano negli Stati Uniti, in una forma o nell’altra, siano i cubani; e, inoltre, con un maggior livello di conoscenze in confronto con tutti gli altri emigranti di qualsiasi altro paese latinoamericano o dei Caraibi (Applausi).
A voi che con tanta fermezza, di fronte a tanta calunnia e a tanta menzogna, siete stati solidali con la nostra patria, mi sento in dovere di spiegarvi queste cose, senza allontanarmi un atomo dalla verità.
Ora, il nostro spirito internazionalista non diminuì nel periodo speciale. È certo che abbiamo dovuto ridurre il numero di borse di studio agli studenti stranieri, che negli anni ottanta ascendevano a 24 000 studenti. Eravamo il paese con il più alto numero di studenti stranieri pro capite, tra tutti i paesi del mondo (Applausi), senza prendere un centesimo.
Sono decine di migliaia i professionisti e i tecnici dell’Africa che studiarono e si laurearono a Cuba; dico Africa, sebbene ce ne sono anche da molti altri paesi, però venivano fondamentalmente dal continente più povero. Durante questo decennio si ridusse la cifra.
Si ridussero anche, inevitabilmente, i programmi di appoggio alla salute per alcuni anni; però posso dirvi, con soddisfazione, che oggi abbiamo più medici e lavoratori della sanità che prestano servizio gratuito nel Terzo Mondo, come in nessuna altra epoca (Applausi).
Poche parole su questa questione. Dopo l’uragano Georges - non mi spiego perché gli misero il nome di quello che fu il principale costruttore dell’indipendenza degli Stati Uniti e il suo primo Presidente -, che provocò molta distruzione e che uccise molte persone, offrimmo ad Haiti, il paese più povero del nostro emisfero, i medici di cui aveva bisogno (Applausi). E quando poche settimane dopo avvenne lo stesso in Centroamerica con l’uragano Mitch, portatore di terribili piogge come conseguenza dei cambiamenti di clima, con effetti molto dannosi, principalmente perché i boschi sono stati devastati per esportare il legno ai paesi più ricchi, gli offrimmo lo stesso, e perfino inviammo immediatamente centinaia di medici e proponemmo loro di sviluppare piani integrali di salute.
A nostro avviso, non era solo questione di inviare un numero di medici, aiutare per 15 o 20 giorni dopo l’uragano e dopo andarsene, perché questo uragano uccise, secondo le cifre più elevate che si menzionarono allora, più di 30 000 persone. Forse la cifra reale, perché molti degli scomparsi apparvero in seguito in qualche punto, fu di 15 000 vittime mortali. Noi sappiamo che in Centroamerica muoiono all'anno, per malattie prevedibili, più di 40 000 bambini - non menziono gli adulti -; quindi, hanno un uragano permanente e silenzioso, molto più terribile di Mitch, e che uccide ogni anno tre volte più bambini che quelli che uccise il Mitch, senza che nessuno parli di questo.
I paesi accettarono i medici e i programmi, principalmente quelli che agirono con un criterio indipendente; ad alcuni glielo proibirono. Questi programmi di salute, sorti allora, continuarono.
Attualmente, in uno di questi paesi e nei luoghi più sperduti, dove ci sono vipere, zanzare, non c’è elettricità, ci sono circa 450 medici e lavoratori della sanità, compresi alcuni tecnici per le attrezzature, alcune infermiere specializzate, però quasi tutti sono medici.
Questi programmi continuano e si estendono. Non portiamo le medicine perché non le abbiamo. Le medicine sono somministrate dai governi di ogni paese e da determinate organizzazioni non governative; però i servizi dei nostri medici sono assolutamente gratuiti.
(Applausi).
Ad Haiti i nostri medici oggi curano - e sono varie centinaia, approssimativamente uguale a quelli dell’altro paese menzionato -a più di quattro milioni di abitanti; ed un gruppo di specialisti, nel principale ospedale ed in altri ospedali dove mancano, curano coloro che lo necessitano proveniente da qualunque altra parte del paese. Hanno salvato molte vite.
È sufficiente dire che salvare vite non è tanto difficile, se si ricorre al semplice procedimento delle vaccinazioni che costano centesimi, e, ovviamente, se si applicano concezioni di politica della salute che permettono di salvare molte vite e guarire molte persone con una spesa infima. Ci sono milioni di vite di bambini che si perdono nel Terzo Mondo per mancanza di centesimi.
Noi offriamo solo al Centroamerica circa 2 000 medici, ad Haiti quelli di cui ha bisogno. Però non facciamo solo questo. In una importante installazione militare delle scuole della difesa, e a partire dalle riduzioni che abbiamo fatto nelle nostre spese militari, abbiamo creato a Cuba una scuola dove studiano Medicina circa 1 000 giovani del Centroamerica, provenienti da luoghi sperduti e di umile origine (Applausi). Sei mesi di studi premedici per prepararli; due anni di scienze basilari, e dopo quattro anni in qualcuna delle 20 facoltà che ha il paese, le cui capacità, insieme a quelle delle scienze basilari, raggiungono oggi quasi il numero di 40 000 alunni.
Ci furono anni in cui facevamo entrare in questa scuola 6 000 studenti; poi, logicamente, andammo riducendo questa cifra. In esse ora studiano non solo studenti di medicina, ma anche di laurea in infermeria, e tecnici per servizi ospedalieri di livello universitario, oltre agli odontoiatra. Disponiamo di una buona capacità.
Questa scuola, che vi ho menzionato, conta già su 3 000 studenti, entro alcuni mesi, quando incomincerà il nuovo corso - alcuni paesi finiscono i corsi di maturità a fine anno ed altri all’inizio dell’estate -, incominceremo a ricevere per il corso di livellamento nuovi studenti. A marzo entreranno a questa scuola 1 700 studenti, e si raggiungerà una cifra di circa 5 000 alunni (Applausi).
Entro tre anni ci saranno più di 8 000 studenti latinoamericani di medicina, senza pagare un solo centesimo, che hanno persino un’alimentazione migliore di quella dei 40 000 borsisti universitari cubani, che abbiamo nelle nostre università.
In questa scuola ci sono, attualmente, anche 80 studenti della Guinea Equatoriale, un paese dove si parla spagnolo.
Questo è un programma, si chiama Scuola Latinoamericana di Scienze Mediche, però non dispone solo di quella edificazione di scienze basilari e premedica; il programma comprende tutte le facoltà di medicina di tutto il paese.
Non dico che a Santiago de Cuba abbiamo più di 200 alunni haitiani, eccellenti studenti, che qui fecero il loro corso di livellamento ed iniziarono i loro studi in medicina. Ogni anno ne riceveremo circa 80. Non includo anche i giovani studenti di medicina dei Caraibi che studiano nella facoltà di Cienfuegos. In totale ci devono essere in questo momento - voglio essere conservatore - più di 4 000 studenti dell’America Latina e dei Caraibi che stanno studiando medicina. In poco tempo ce ne saranno 10 000 (Applausi). Questo lo può fare il nostro paese nonostante il blocco, in forma assolutamente gratuita e con adeguate condizioni di alimentazione e di vita, con le loro attrezzature di laboratorio, libri, vestiti, e, ovviamente, altre spese, compreso il trasporto proprio della scuola.
L’iscrizione si estese a studenti di tutta l’America Latina come una forma di unione, di fratellanza, di interscambio culturale.
Questa scuola ha dei propri gruppi culturali per paesi. Usciranno con conoscenze ampie sul resto delle nazioni, e si tratta, principalmente, di creare una nuova concezione, una nuova dottrina di quale deve essere il ruolo del medico nella società, perché nelle capitali e nelle grandi città dell’America Latina esistono medici in eccesso, però non tutti sono stati educati nell’idea di quale deve essere il dovere di un medico (Applausi). Il numero degli studenti non è tanto importante quanto le idee che presiedono questo programma.
Ebbene, non vi potete immaginare con quanta voglia studiano questi giovani, con quanta dedizione, più dei nostri alunni, che sono abituati a ricevere tutte queste opportunità come vedono sorgere il Sole ogni giorno. Quei giovani provenienti da luoghi molto poveri e, per loro, studiare medicina era un sogno. I risultati sono eccellenti, che magnifici medici si formeranno in queste scuole! Realmente noi ci sentiamo compensati dallo sforzo che questi realizzano.
Cosa facciamo in Africa? E' impossibile portare a Cuba decine di migliaia di africani. Guardate, l’Africa, per avere un medico ogni 4 000 abitanti, avrebbe bisogno di circa 160 000 medici. Cuba ne ha 1 ogni 168 abitanti e ne laurea 2 000 ogni anno.
L’Africa a sud del Sahara, per averne 1 ogni 1 000, avrebbe bisogno di circa 596 000. Come li formerebbe? Qual è la soluzione che stiamo applicando con i Programmi Integrali della Salute per l’Africa? Disponiamo di 3 000 medici per l’Africa a sud del Sahara. Il loro primo compito, dovunque non esista una facoltà di medicina, è crearla immediatamente (Applausi), raccogliendo licenziati, ragionieri, ed iniziando un corso di livellamento di sei mesi. Così lo abbiamo appena fatto in Gambia, dove ci sono 158 medici cubani (Applausi). Ci chiesero 90 in più e noi glieli offrimmo. Fu il primo paese dell’Africa dove si avviarono i piani integrali di salute. Avevano 30 medici di Gambia per 1 200 000 abitanti.
Il secondo luogo fu la Guinea Equatoriale: anche lì hanno già creato la facoltà di medicina. Ugualmente ci sono, in questo paese, più di 100 medici cubani.
Una scuola di medicina che avevamo creato molti anni fa in Guinea-Bissau e che fu distrutta da una recente guerra civile con intervento straniero, ancora non hanno potuto ricostruirla, però ci chiesero che gli studenti del quinto e sesto corso continuassero gli studi a Cuba. Immediatamente furono ammessi (Applausi), però siccome si è ritardata la costruzione della scuola, alcune settimane fa ci chiesero che accettassimo anche quelli del primo, del secondo, del terzo e del quarto. Gli abbiamo detto: "Mandateli immediatamente". Così che in nessuno di questi casi questi ragazzi si troveranno senza i loro studi.
Questa è la linea che stiamo seguendo. Bisogna formare centinaia di migliaia di medici africani. Nessuno si occupa di questo. C’è una parte del mondo molto ricca alla quale interessa solo il petrolio, i diamanti, i minerali, i boschi, il gas, la mano d’opera a buon mercato, e niente altro. Per questo la situazione di questo emisfero è oggi peggiore di quella che esisteva all’epoca della colonia. Molto peggiore! La popolazione si è moltiplicata. La situazione è terribile.
Ieri alle Nazioni Unite si parlava dell’AIDS. Questo è un capitolo a parte. Se me lo permettete, vi parlerò poi di questo (Applausi).
Perché mi sono dilungato un po’ sul tema della medicina? Ve lo spiego. Abbiamo concesso, a tutti i paesi dei Caraibi, gratuitamente, le borse di studio che richiedano per qualsiasi laurea universitaria. I paesi dei Caraibi sono molti, però la popolazione totale non è tanto numerosa. Essi parlano inglese. Da poco scoprii qualcosa che mi lasciò sorpreso: ci visitarono vari rappresentanti del Caucus Negro - parlo di questo perché essi parlarono del tema alla stampa, è la prima volta che io menziono questo pubblicamente -, e un legislatore del Mississippi - eletto per un distretto di questo stato – a cui gli parlavo di questi programmi mi disse: "Senta, nel mio distretto ho molti luoghi dove non c'è un solo medico." Gli dissi: "Come mai?! Ora mi rendo conto che voi siete il Terzo Mondo degli Stati Uniti" (Applausi ed esclamazioni). E gli dissi: "Siamo disposti ad inviarvi alcuni medici gratuitamente, come abbiamo fatto con altri paesi."
Così mi resi conto all’improvviso. Sento parlare sempre della ricchezza degli Stati Uniti, del Prodotto Interno Lordo che supera gli 8 milioni di milioni di dollari, ecc., e all’improvviso mi incontro con un membro rispettato della Camera che dice che nel suo distretto mancano i medici. Per questo gli risposi: "Possiamo mandarveli." Ed aggiunsi immediatamente: "Anzi, di più: senta - mi ricordai delle scuole -, siamo disposti a concedere un numero di borse di studio per i giovani poveri del suo distretto che non possano pagare i 200 000 dollari che costa una laurea universitaria." (Applausi ed esclamazioni). Quando ritornarono parlarono di questo problema, e ci hanno detto che stanno studiando la questione delle borse di studio poiché esiste sempre un problema di compatibilità nei confronti del sistema di formazione professionale di ogni paese.
Vi assicuro che i nostri medici hanno un’ottima preparazione. Cominciano dal primo anno ad avere contatto con i medici della famiglia e con i poliambulatori, durante sei anni realizzano non solo studi teorici con eccellenti professori e con gli adeguati mezzi tecnici, ma anche pratici, in costante contatto con i centri ospedalieri. Le nostre 20 facoltà - in realtà sono 22, però 2 sono solo di scienze basilari - furono costruite nei dintorni dei più importanti ospedali del paese in tutte le province. Lì realizzano le loro pratiche docenti e lì studiano le loro specialità, senza uscire dalla provincia per studiare nella capitale.
Il rappresentante fece commenti sulla situazione di altre minoranze, e mi parlò dei chicanos, delle riserve indiane e di altre zone del paese, e non solo di latini o immigranti, ma anche di cittadini nati negli Stati Uniti. Gli dissi: "Questo è un paese molto grande, enorme, noi non potremo fare qui quello che facciamo con altri paesi. Non so quanti abitanti avrà il vostro Terzo Mondo, però immagino che possa avere 30 o 40 milioni" (Applausi).
Volete che vi dica una cosa? Disponiamo di medici per alcuni milioni, però non osai di offrirgliene di più, poiché abbiamo molti impegni. Gli dissi: "Questo non risolve il vostro grande problema, però sono sicuro che se voi avete bisogno di medici e se voi chiedete i visti perché questi medici possano viaggiare, sarà impossibile che le autorità neghino il visto a questi medici. Altrimenti, come giustificherebbero le migliaia di medici che ci hanno rubato, i 3 000 che si portarono via nei primi anni (della Rivoluzione NdT.) - la metà dei 6 000 che avevamo, la metà! -, e più della metà dei professori universitari. Restarono realmente 3 000 medici patrioti (Applausi) e con loro organizzammo i nostri piani, accettammo la sfida. Oggi ne abbiamo 67 500 (Applausi), più di 20 per ognuno di quelli che loro si portarono via nei primi anni. Questo è il frutto della tenacia e della volontà di fare le cose (Applausi).
E che cosa succede attualmente? C’è una politica per promuovere la diserzione dei nostri medici che compiono missioni internazionaliste. Qualche settimana fa due dei 108 medici che abbiamo nello Zimbabwe a cura degli ospedali provinciali, perché non hanno medici sufficienti, giacché l’apartheid in Rhodesia non preparò medici neri e quella Rhodesia, oggi Zimbabwe indipendente, dopo più di 20 anni, ha molti ospedali senza medici. Noi abbiamo distribuito in quasi tutte le province un team di, almeno, 8 o 10 medici: specialisti in medicina generale integrale, chirurghi, ortopedici, anestesisti, radiologhi e alcuni tecnici per la riparazione di strumentazione medica (Applausi).
Due di questi medici, attratti evidentemente dal milione di milioni di dollari che ogni hanno si spendono in propaganda per esaltare il consumo e che danno luogo a che una percentuale defezioni e se ne vada, disertarono. Per onore del nostro paese dobbiamo dirvi che, di tutti coloro che stanno compiendo questi Programmi Integrali di Salute, ha disertato solo l’1,6% dei medici - anche se questo fa male lo stesso (Applausi).
Quelli se ne andarono niente meno che all’ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Di immediato, gli stessi personaggi che tanto lottarono nel Congresso per la detenzione del bimbo Elián negli Stati Uniti, ricorsero al governo per chiedere i visti per quei due medici. Nessuno ricordò i bambini, gli ammalati abbandonati, i cittadini che quei due medici curavano e le vite che salvavano. L’importante era la pubblicità: abbiamo pescato due medici cubani! E lo stesso ha fatto la mafia cubana-americana, come noi chiamiamo questa che mai avrebbe dovuto chiamarsi Fondazione, poiché si trasformò in una organizzazione terrorista (Applausi ed esclamazioni). La stessa si occupa di questo in Guatemala, in Honduras, in Belice, ad Haiti, nella Guyana, in Paraguay, nei 13 paesi dove oggi si stanno portando a termine questi programmi, che si estenderanno - calcolo - a 30 o 40 paesi principalmente dell’Africa: come riescono a rubare cervelli!
(parte 1)
la parte che riguarda la finanza e attualissima il discorso e del 2010.
la parte sulla medicina ha assonanze con Che Guevara che era un medico,
sono pagine importanti su salute e terzomondismo.
vi sono momenti di storiografia vera, ma momenti a mio avviso emozionanti di AUTOCOSCIENZA DI UN RIVOLUZIONARIO.
impressionante ove parla delle calorie del pasto del popolo cubano diminuito a seguito dell' embargo americano !!!
importantissima la parte che analizza i processi di democrazia a Cuba, la democrazia diretta e la partecipazione.
Interessante la parte che analizza la relazione tra salari beni pubblici e welfare solidale.
molto interessante ma......
manca una analisi quadro dei piani quinquenali di pianificazione economica, strumenti fondamentali.
c è una descrizioni dei bisogni ma manca una analisi strutturalisti dei bisogni.
c è una descrizione dei beni valori d'uso versus beni valori di scambio
ma siamo piu a livello descrittivo che di ideologia materialista storica.
in questo contesto manca e non poteva essere diversamente l analisi storica ed economica ma anche filosofica della teoria del valore lavoro.
fidel castro è uomo di azione,commandante di popolo, militare, lider in quanto emoziona il popolo.
certo lenin trosky kausky sono stati grandi teorici del movimento operaio,allievi di carlo marx , ma fidel castro è il piu grande combattente, commandante, rivoluzionario del proletariato internazionale .
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Discorso pronunciato dal Dott. Fidel Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e di Ministri della Repubblica di Cuba, durante l'incontro di solidarietà con Cuba tenutosi nella Chiesa Riverside. Harlem, New York, 8 settembre 2000
Care sorelle e cari fratelli del Comitato di ricevimento;
Care sorelle e cari fratelli qui presenti;
Care sorelle e cari fratelli riuniti nella sala vicina;
Care sorelle e cari fratelli che dalla strada forse ci ascoltate, giacché molti di voi non avete potuto passare a questa sala della chiesa:
Siete stati molto generosi e amabili con me.
Quando qui si parlava di alcune cose con le quali rispondevate a quelli che facevano determinate domande riferite al nostro sforzo per i nostri bambini e per tutto il nostro popolo, e agli sforzi che abbiamo fatto per altri bambini e per altri popoli in varie parti del mondo - cosa che non ricordiamo mai, né dobbiamo ricordare o menzionare -, passò un’idea per la mia mente, ascoltando ciò. Dico: Tutto questo realmente ha un nome, ed è "violazione dei diritti umani" (Applausi ed esclamazioni), con cui si pretende giustificare un blocco ed una guerra economica che durano ormai da più di 40 anni.
Anche quando cantavate "Happy Birthday", ricordando molte cose, mi venne da pensare che forse sarebbe stato più esatto dire: "Happy Good Luck, Fidel".
Sono arrivato a compiere questi anni miracolosamente (Applausi ed esclamazioni), e non perché abbia passato diversi anni lottando contro la tirannia nel nostro paese, o per aver partecipato ad alcune azioni di guerra, bensì per tutto quello che accadde dopo il trionfo della Rivoluzione. A buon intenditore poche parole (Applausi), e voi non siete solo buoni intenditori ma siete anche molto nobili ed intelligenti intenditori.
Devo dire che, mentre venivo qui, ricordavo le mie quattro visite alle Nazioni Unite. Nella prima occasione mi espulsero dall’hotel che si trovava nelle immediate vicinanze delle Nazioni Unite. Io dovevo scegliere tra due opzioni: o montare una tenda nell’atrio delle Nazioni Unite - e come guerrigliero da poco uscito dalle montagne non mi sembrava una cosa molto difficile (Applausi) -, o andare fino ad Harlem, dove uno degli hotel mi aveva invitato (Applausi). Io decisi di immediato: "Vado a Harlem, perché lì ci sono i miei migliori amici" (Applausi ed esclamazioni).
(Dal pubblico gli dicono: "La mia casa è la tua casa!") (Applausi)
Grazie mille. Così mi dicevano in molte belle case dove vivevano persone molto ricche. Avevano un cartello che diceva lo stesso. Poi, quando facemmo qualche cosa per i poveri, tolsero quei cartelli per sempre (Applausi). In voi sento la generosità delle persone umili.
Quando ritornai una seconda volta, adesso non ricordo esattamente quello che feci nel 1979, so soltanto che lì parlai in nome di tutti i paesi poveri del mondo; la terza volta ritornai a Harlem, e non solo a Harlem, ma anche nel Bronx (Applausi), come ricordavate qui questa sera.
Questa volta ho avuto l’onore che mi invitassero in questa zona che credo si chiami Riverside. È così ? (Gli dicono di sì). Quello che capisco è che mi trovo sulla riva del fiume (Risate); anzi, mi trovo nel mezzo di un fiume, il fiume della più sana e nobile amicizia (Applausi).
Voi capirete che per me non è facile visitare New York, le prove abbondano. E questa volta, senza dubbio, non era un viaggio facile e c’erano molti compatrioti preoccupati. Stiamo vivendo un periodo speciale, e non mi riferisco al periodo speciale di Cuba, obbligato dal doppio blocco, bensì al periodo speciale di elezioni presidenziali (Risate); inoltre, nel mezzo di molte minacce di tutti i tipi, da quella di uccidermi fino a quella di inviarmi in una prigione nordamericana.
Però si trattava di una riunione molto importante. La chiamarono il Vertice del Millennio, e realmente stiamo iniziando un millennio incerto; c’è di più: per quelli che come me considerano che con il 31 dicembre si conclude il secolo XXº, l’umanità è sul punto di iniziare il secolo XXIº in condizioni estremamente dure ed estremamente preoccupanti. In nessun caso non potevo non venire, e credetemi, mi sentii molto felice quando presi l’aereo al temine di complicate gestioni per ottenere il visto.
Come voi sapete, con noi è venuto il compagno Alarcón (Applausi ed esclamazioni), che doveva partecipare ad una conferenza dei Presidenti delle Assemblee o Camere del Parlamento di tutti i paesi del mondo. Egli aveva chiesto il visto un mese fa, gli fu negato e alla fine concesso insieme al mio - giacché integrava la delegazione al vertice -, 24 o 48 ore prima del viaggio. Debbo aggiungere che sono stato trattato molto bene in ogni momento, e che il personale della sicurezza nordamericano che ci attese, lo fece con molta amabilità e con grande efficienza per cui, è giusto così riconoscerlo (Applausi).
Per parlare nella riunione ci davano cinque minuti. Come voi comprenderete, è poco tempo per enciclopedici problemi, o per meglio dire: per una lista enciclopedica di problemi, però feci lo sforzo e riuscii a parlare per sette minuti e tre secondi (Applausi), nonostante ciò fui uno di quelli che parlò per meno tempo.
Questa notte vengo qui con questo allenamento (Esclamazioni), però io so che voi mi concederete più di sette minuti e tre secondi (Applausi ed esclamazioni).
Misi un fazzoletto sopra le lampadine che indicano il tempo; lo feci per due ragioni: una, come una specie di protesta al fatto che i Capi di Stato o di Governo vengano sottoposti a questa tortura di accendere una lampadina gialla prima e dopo una rossa che li avverte che hanno già consumato i cinque minuti - non succede niente, però si soffre un’umiliazione -, e l’altra, perché penso che la tribuna delle Nazioni Unite non debba trasformarsi in un semaforo (Risate ed applausi). E' chiaro che, essendo in molti, bisogna ridurre lo spazio per non creare tanti problemi a New York e riunirsi qui una settimana o 15 giorni, però si suppone che noi non siamo bambini dell’asilo e che, se ci si parla e ci si spiega, possiamo essere molto brevi.
Ho partecipato in molte riunioni importanti con limite di tempo molto ristretto. Ci sono alcuni che sempre, con semaforo o senza semaforo, parlano molto di più della quota assegnata. Io ho sempre cercato di adeguarmi alla quota assegnata forse il peggiore castigo di colui che si prolunga troppo è la preoccupazione di tutti gli altri che stanno aspettando il loro turno, e per giusto che sia quello che dice, la gente lo critica. Non è politico prolungarsi in questo tipo di cerimonia. E, sebbene ora non ci troviamo nelle Nazioni Unite, ho il proposito di limitarmi a questioni essenziali.
Perché vi dicevo che, a mio giudizio, questa era una riunione molto importante? Perché il mondo sta soffrendo realmente una situazione catastrofica. Non credete in quegli esperti che simulano ottimismo, o in quelli che ignorano quello che in realtà accade nel mondo. Ho dati inconfutabili sulla situazione del Terzo Mondo, dei paesi da dove procedono molti di voi, o paesi che sono conosciuti da molti nordamericani che li hanno visitati, dove vivono i tre quarti della popolazione mondiale; io ho portato alcuni fogli e ho selezionato vari di questi dati; ve li leggerò.
Per esempio, posso dire che in più di 100 paesi il guadagno per abitante è inferiore a quello di 15 anni fa.
Il Terzo Mondo ha 1 300 milioni di poveri. Cioè uno ogni tre abitanti vive nella povertà.
Più di 820 milioni di persone soffrono la fame nel mondo. Di queste, 790 milioni vivono nel Terzo Mondo.
Più di 840 milioni di adulti continuano ad essere analfabeti, l’immensa maggioranza nel Terzo Mondo.
Un abitante del Terzo Mondo, quando nasce, ha una speranza di vita 18 anni inferiore a quella di uno che nasce nel mondo industrializzato.
La speranza di vita in Africa a sud del Sahara raggiunge appena i 48 anni . Questo è 30 anni meno che nei paesi sviluppati.
Si calcola che 654 milioni di persone che oggi abitano nei paesi del Sud non sopravviveranno ai 40 anni di età - quasi la metà di quelli che io ho già.
Il 99,5 % di tutte le morti di parto avvengono nel Terzo Mondo. Il rischio di morte di parto in Europa è di una morte per ogni 1400 parti. In Africa questo rischio è di 1 ogni 6. Parlo di rischio, infatti il numero di quelle che realmente muoiono è minore; però la cifra delle madri che muoiono di parto in Africa per ogni 10 000 parti è non meno di cento volte superiore a quella dell’Europa.
Più di 11 milioni di bimbi e bimbe minori di cinque anni muoiono ogni anno nel Terzo Mondo di malattie che sono, nella immensa maggioranza, prevedibile una cifra superiore a 30 000 ogni giorno; 21 ogni minuto; quasi mille da quando è cominciata questa cerimonia, circa 45 minuti fa.
Nel Terzo Mondo, 64 bambini di ogni 1 000 che sono nati vivi, muoiono prima di compiere il primo anno di vita.
Due su cinque bambini, nei paesi del Terzo Mondo, soffrono di ritardonellacrescita,eno su tre è sotto peso per la sua età.
Ho parlato di 64 ogni 1 000 come media, sommando tutti i paesi del Terzo Mondo, inclusa Cuba, che ha una media inferiore a sette, però ci sono numerosi paesi in Africa dove muoiono all'anno più di 200 bambini minori di cinque anni per ogni 1 000 nati vivi.
Ci sono altri aspetti morali terribilmente duri.
Due milioni di bambine sono forzate ad esercitare la prostituzione.
Circa 250 milioni di bambini minori di 15 anni sono costretti a lavorare per sopravvivere.
Dieci delle undici infezioni con il virus dell’AIDS che avvengono ogni minuto nel mondo, si registrano nell’Africa a sud del Sahara, dove il numero totale degli infettati supera ormai la cifra di 25 milioni di persone.
Queste accade mentre nel mondo si investono ogni anno 800 miliardi di dollari in spese militari, 400 miliardi in droghe stupefacenti, e un trilione in pubblicità commerciale.
Il debito esterno di questo Terzo Mondo alla fine del 1998 ascendeva alla cifra di 2,4 trilioni di dollari - quattro volte la cifra esistente nel 1982, solo 18 anni prima.
Tra il 1982 e il 1998, i suddetti paesi pagarono più di 3,4 milioni di milioni di dollari per il servizio del debito; cioè, quasi 1 milione di milioni in più che tutto l’ammontare attuale dello stesso debito. Lungi dal ridursi, crebbe un 45 % in 16 anni.
Nonostante il discorso neoliberale sulle opportunità delle aperture commerciali, i paesi sottosviluppati, con l’85% della popolazione mondiale, concentravano nel 1998 soltanto il 34,6% delle esportazioni mondiali; meno che nel 1953, nonostante la sua popolazione sia cresciuta oltre il doppio.
Se nel 1992 i flussi di aiuti ufficiali allo sviluppo erano equivalenti allo 0,33% del Prodotto Nazionale Lordo dei paesi sviluppati, nel 1998, sei anni dopo, questa proporzione si ridusse allo 0,23%, molto lontano dallo 0,7% meta segnata dalle Nazioni Unite. Cioè, ogni giorno il mondo ricco è più ricco e l’apporto allo sviluppo di questa immensa umanità povera decresce ogni anno; la solidarietà e la responsabilità si riducono anno dopo anno.
Dall’altro lato, il volume giornaliero di transazioni di compravendita di monete in scala mondiale ascende attualmente ad una somma equivalente a 1,5 milioni di dollari approssimativamente. Questa cifra non include le operazioni dei cosiddetti derivati finanziari, che rappresentano una somma addizionale approssimativamente uguale. Cioè, ogni giorno hanno luogo operazioni speculative equivalenti a 3 milioni di milioni di dollari. Se si riscuotesse un’imposta dell’1% di tutte le operazioni speculative, sarebbe più che sufficiente per lo sviluppo sostenibile, con l’indispensabile protezione della natura e dell’ambiente di tutti quei paesi cosiddetti in via di sviluppo, e che, in realtà, avanzano attraverso un cammino di un crescente e visibile sottosviluppo, poiché ogni giorno è più visibile la differenza tra i paesi poveri e i paesi ricchi, ed è anche più grande la differenza tra i poveri e i ricchi dentro lo stesso paese.
Potrei chiedervi, per esempio, se tutti insieme, con i piccoli risparmi che potete avere nelle banche, maggiori o minori, potete raggiungere la millesima parte della ricchezza di quello che ha più soldi nel mondo, che non per caso è concittadino di questo paese.
Ho parlato di milioni di milioni ogni giorno in operazioni speculative: 3 milioni di milioni di dollari; che c'entra questo con il commercio mondiale? Tutto il commercio mondiale ascende a 6,5 milioni di milioni di dollari in un anno, questo significa che ogni due giorni lavorativi, in queste borse di cui avete sentito parlare tanto, si realizzano operazioni speculative equivalenti approssimativamente alle operazioni che genera il commercio mondiale in un anno.
Quando nacquero le borse di cui ho parlato, non esistevano i fenomeni che ho menzionato; è qualche cosa di totalmente nuovo, di veramente assurdo. Le operazioni speculative, nelle quali il denaro cerca il denaro, non hanno assolutamente niente a che vedere con la creazione di beni materiali o di servizio. Un fenomeno che è cresciuto smisuratamente negli ultimi 30 anni e cresce ogni giorno di più fino all’assurdo. Può chiamarsi economia questo delirante gioco d’azzardo? Lo può sopportare la vera economia che deve soddisfare le necessità vitali dell’uomo?
Il denaro ormai non si impiega fondamentalmente in investimenti per la produzione di beni; si impiega in monete, azioni, derivati finanziari, cercando disperatamente denaro, direttamente, con l’impiego di software e dei più sofisticati computer, e non, come accadde storicamente, attraverso processi produttivi. Questo è quello che ci ha portato la tanto citata e famosa globalizzazione neoliberista.
I paesi sviluppati controllano il 97% di tutti i brevetti del mondo, perché, naturalmente, monopolizzarono le migliori intelligenze che produce il pianeta. Dall’America Latina e dai Caraibi, i paesi industrializzati portarono via, negli ultimi 40 anni, un milione di professionisti, ripeto, un milione di professionisti!, che negli Stati Uniti sarebbero costati 200 miliardi di dollari. I paesi poveri del mondo forniscono così i migliori frutti delle loro università ai paesi sviluppati.
Avevo qui i dati in un foglio; di questo parlai in una tavola rotonda delle Nazioni Unite: Negli ultimi 10 anni, di 22 Premi Nobel di fisica, gli Stati Uniti ne assunsero 19; qualcosa di simile successe con i Premi Nobel di medicina e per altri rami scientifici. Oggi il conoscimento si considera il fattore più importante per lo sviluppo, e i paesi del Terzo Mondo si vedono privati costantemente dei loro migliori talenti.
Un ultimo dato, tra quelli che ho selezionato: Appena l’1%, dei 56 miliardi di dollari che si investono ogni anno nelle ricerche della salute, viene destinato alla ricerca della polmonite, delle malattie diarroiche, della tubercolosi e della malaria, quattro dei principali flagelli del mondo sottosviluppato.
Le medicine più avanzate, perché persone che hanno avuto la tragedia di vedersi infettate dal virus dell’AIDS, possano sopravvivere qualche anno di più, costano 10 000 dollari nei paesi industrializzati. È' il prezzo che impongono; anche se il loro costo reale di produzione ascende a 1 000 dollari approssimativamente.
Noi siamo ben informati sulla tragedia che soffre il mondo, perché uno dei nostri principi più sacri è la solidarietà (Applausi).
Coloro che non credono nell’uomo, nel suo potenziale di nobili sentimenti, nella sua capacità per la bontà e l’altruismo, non potranno mai capire che ci fa male non solo il bambino cubano che muore o quello che soffre - non bisogna parlare solo di quelli che muoiono - e che noi ci preoccupiamo per il bambino haitiano, guatemalteco, dominicano, portoricano, africano, o di qualsiasi altro paese del mondo (Applausi). La specie umana raggiungerá il grado piú alto di coscienza quando ogni popolo sia capace di soffrire come proprio il dolore degli altri popoli del mondo.
Penso di più: L’umanità arriverà al massimo della sua coscienza e delle sue qualità potenziali, quando ad una persona, la morte del figlio di qualsiasi altra famiglia la farà soffrire come la morte del proprio figlio o di qualche altro parente vicino (Applausi).
So che molti di voi - forse la stragrande maggioranza - sono cristiani e qui ci troviamo in una chiesa. Ebbene, Cristo predicava precisamente questo, e per noi questo è l’amore per il prossimo (Applausi). Questo spiega gli sforzi che Cuba ha fatto per altri paesi nella misura delle sue forze. Alcune delle cose le avete ricordate all’inizio della cerimonia.
C’è un dato che dimostra questi sentimenti di solidarietà: circa mezzo milione di nostri compatrioti hanno compiuto missioni internazionaliste in numerosi paesi di diverse parti del mondo, specialmente in Africa (Applausi), come medici, come maestri, come tecnici, come lavoratori o come combattenti (Applausi).
Quando tutto il mondo investiva e commerciava con la Sudafrica del razzismo e del fascismo, decina di migliaia di combattenti volontari cubani affrontavano i soldati del razzismo e del fascismo (Applausi).
Oggi tutti parlano bene e sono felici di preservare l’indipendenza dell’Angola, sebbene sia ancora sottomessa ad una dura guerra civile per colpa di coloro che equipaggiarono le bande armate per molti anni, tra cui, il governo dell’apartheid e altre autorità che non menziono per rispetto al luogo in cui mi trovo (Applausi).
Il mezzo milione di volontari, che compirono la loro missione gratuitamente, non andavano lì per investire nel petrolio, nel diamante, nei minerali, né in nessun altra ricchezza di quel paese (Applausi).
Cuba non possiede un solo investimento nei paesi dove compirono il loro dovere i nostri internazionalisti (Applausi); non possiede un solo dollaro di capitale, nemmeno un solo metro quadrato di terra (Applausi).
Amílcar Cabral, un grande dirigente africano (Applausi), un giorno disse parole profetiche che costituiscono un onore indimenticabile per noi: "Quando i combattenti cubani ritornino, porteranno con loro solo i resti dei loro compagni morti" (Applausi prolungati).
Nessuno bloccò l’infame regime dell’apartheid, nessuno gli fece la guerra economica; non ci furono leggi Torricelli né ci furono leggi Helms-Burton per il regime fascista e razzista. Tutte queste leggi e misure si applicano, al contrario, contro il paese solidale che è stato, e sarà sempre, Cuba.
Con solo ridurre la mortalità infantile nella nostra patria, da circa 60 per ogni 1 000 nati vivi nel primo anno di vita a meno di 7, abbiamo salvato la vita di centomila bambini; abbiamo preservato la salute di tutti i bambino gratuitamente, e gli abbiamo garantito una speranza di vita di oltre 75 anni (Applausi). Ma c’è di più; non solo gli abbiamo preservato la vita, abbiamo garantito l’educazione gratuita a tutti (Applausi), e non un’educazione egoista e mediocre, bensì un’educazione solidale e di alta qualità.
In una ricerca realizzata da un’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’UNESCO, si comprovò che i nostri bambini possiedono quasi il doppio delle conoscenze della media delle conoscenze che hanno i bambini nell’America Latina (Applausi).
Abbiamo ugualmente salvato la vita a centinaia e centinaia di migliaia di bambini in Africa ed in altre parti del Terzo Mondo durante gli anni della Rivoluzione, e abbiamo curato la salute di decine e decine di milioni di persone. Più di 25 000 lavoratori della sanità hanno partecipato in questa attività internazionalista (Applausi). Questo viene chiamato "violazione dei diritti umani", e per questo dobbiamo essere distrutti.
La nostra Rivoluzione ha la sua storia. Non avrei la più minima morale per parlare qui, se durante 40 anni e più fosse stato assassinato dalla Rivoluzione un solo cittadino cubano, se a Cuba fosse esistito un solo "squadrone della morte", se a Cuba fosse avvenuto un solo caso di "desaparecido": però dico di più; se un solo cittadino del nostro paese fosse stato torturato - ascoltate quello che sto dicendo -, se fosse stato torturato un solo cittadino nel nostro paese. E questo lo sa tutto il popolo cubano (Applausi ed esclamazioni), un popolo ribelle con un elevatissimo senso della giustizia. Questo popolo non ci avrebbe perdonato nessuno di questi fatti che ho menzionato (Applausi), e questo popolo ha seguito la Rivoluzione durante più di 40 anni ed ha sopportato con stoicismo esemplare 41 anni di blocco da parte dei governi del paese più potente del mondo nell’ordine politico, economico, tecnologico e militare.
E, inoltre, negli ultimi 10 anni, il doppio blocco che si produsse dopo la disintegrazione del campo socialista e dell’URSS, che ci lasciò senza mercati e senza fonte di somministrazione per acquistare alimenti, combustibile, materie prime e molti altri prodotti essenziali che pagavamo con i nostri guadagni, e per pagare, ovviamente, bisogna commerciare. Se ad un paese non gli comprano niente, questo paese non può avere niente con che comperare a colui che lo priva delle sue entrate.
Forse un giorno la storia parlerà di come Cuba ha potuto realizzare il miracolo di resistere (Applausi); frattanto, però, vi assicuro che nessun altro paese dell’America Latina e dei Caraibi avrebbe potuto sopportarlo.
Questo, dove noi ci troviamo, è uno dei pochi paesi che potrebbe rifornirsi da solo di quasi tutti gli elementi essenziali per la vita. Però questa non è la situazione di un piccolo paese isolato, o di un paese non troppo grande, o persino di un paese grande dell’America Latina. Nessuno avrebbe potuto sopportarla 15 giorni e noi l' abbiamo sopportato 10 anni (Applausi), e già da vari anni, a poco a poco, siamo riusciti non soltanto a sopravvivere, ma anche a incrementare gradualmente la nostra produzione economica, anche se non abbiamo raggiunto ancora gli indici che avevamo prima del doppio blocco che ci costrinse a quello che abbiamo chiamato periodo speciale.
Basta dirvi che da un consumo giornaliero di 3 000 calorie, più o meno uguale per tutti, si ridusse, da un giorno all’altro, a 1 800 calorie. Ora siamo già intorno alle 2 400 calorie.
Però neppure questo ci ha impedito di fare quello che facciamo. In questi 10 anni, incorporammo, nella nostra rete di sanità, 30 000 medici, perché non si chiuse un solo policlinico, né una sola scuola, né una sola aula (Applausi).
Mai nel nostro paese ebbero luogo le cosiddette economie di shock che chiudono gli ospedali, le scuole, spazzano la previdenza sociale e le risorse vitali per le persone con entrate minori. Noi sopportammo e non si utilizzò una sola di quelle misure, e quelle che applicammo per affrontare una situazione tanto difficile furono discusse con tutto il popolo, non solo nel nostro Parlamento. Il Nostro Parlamento esiste, nonostante molte persone lo ignorino, ed esiste con uno spirito democratico di cui siamo orgogliosi, perché sono gli abitanti quelli che, in pubbliche riunioni, nominano i candidati a delegato di circoscrizione e per votazione generale e segreta li eleggono. Nessuno di loro è nominato dal Partito. Sono nominati liberamente dagli abitanti - non più di 8, ne meno di due candidati, per sceglierne uno - e vengono eletti tenendo conto dei loro meriti e delle loro capacità.
Questi delegati di circoscrizione costituiscono le assemblee municipali, e queste assemblee municipali, integrati da delegati eletti procedenti dalla base, sono quelle che nominano i candidati a delegato all’assemblea provinciale e a deputati dell’Assemblea Nazionale, che devono essere anche eletti per voto diretto e segreto ed ottenere più del 50% dei voti.
E quasi la metà di questa Assemblea Nazionale, della quale fanno parte Alarcón ed alcuni compagni della delegazione che sto vedendo da qui, è costituita da questi delegati di circoscrizione che furono, come ho spiegato, nominati ed eletti dal popolo, senza nessun intervento del nostro Partito, la cui unica missione è garantire il compimento delle norme stabilite dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi riferite al processo elettorale.
Nessuno deve spendere un solo centesimo, nemmeno uno (Applausi).
I candidati della circoscrizione fanno la campagna elettorale insieme; e anche i candidati dell’Assemblea Nazionale, nominati dai municipi, secondo la grandezza di ogni municipio, fanno la campagna elettorale insieme, sebbene qualcuno di loro deve contare su un minimo di due deputati nel Parlamento. Questa è la procedura, il metodo che abbiamo pensato per garantire il principio democratico.
Però vi dicevo che quando applicammo le misure per affrontare la situazione difficile del periodo speciale, queste si discussero tutte, primo, nella base, con lavoratori, contadini, studenti ed altre organizzazioni di massa, in centomila assemblee, e, poi, nell’Assemblea Nazionale. Subito dopo essere state analizzate dall’Assemblea Nazionale, ritornarono alla base per essere discusse di nuovo, prima che venissero approvate definitivamente da quella.
Queste misure proteggevano tutti, garantivano sicurezza a tutti, e gravavano, fondamentalmente, le bevande alcoliche, le sigarette e tutti i tipi di articoli sontuosi. Mai le medicine, gli alimenti o altre cose vitali per la nostra popolazione, e nonostante ciò abbiamo potuto garantire il litro di latte giornaliero ad ognuno dei bambini fino ai sette anni (Applauso), sapete a quale costo?, secondo il cambio ufficiale, a 1,5 centesimi di dollaro, un centesimo e mezzo.
Abbiamo ancora razionamento e lo continueremo ad avere rispetto ad una serie di alimenti; però una libbra di riso (circa mezzo chilogrammo NdT.), che costa nel mercato mondiale da 12 a 15 centesimi, senza contare il trasporto, da un luogo distante, perché non possiamo acquistarlo dove è più vicino, e senza contare nemmeno i consumi del trasporto interno, distribuzione e tutto il resto, si vende alla popolazione - la libbra di fagioli al prezzo del latte, 1,5 centesimi di dollaro -, e il riso a poco meno di 1,5 centesimi (Applausi).
Nel nostro paese, per le case nelle quali risiedono la maggior parte dei cittadini si paga 0 centesimi di dollaro (Applausi), perché oggi, in virtù delle leggi rivoluzionarie, più dell’85% delle case sono di proprietà della famiglia che vi abita (Applausi), e non pagano nemmeno le imposte. Il numero di case restanti, situate in luoghi lontani che risultano indispensabili per l’industria o per i servizi, pagano un modestissimo affitto o la ricevono in usufrutto. Per questo quando qualcuno dice che a Cuba tale cittadino guadagna 15 o 20 dollari al mese, io dico: C’è da aggiungerle tot. quantità che a New York costerebbe pagare la casa, tot. centinaia di dollari per spese in educazione, altre centinaia per spese in salute, e aggiungendo altre spese crescenti. Ciò non vuol dire che non siamo poveri o che non abbiamo necessità; però abbiamo distribuito la povertà o le risorse con la maggior equità possibile (Applausi).
Altri due o tre esempi. Per vedere una partita di baseball di cartello, per esempio, a Baltimora, secondo la nostra esperienza, costa in media 19 dollari; ad un cittadino cubano, d’accordo con il cambio, gli costa 5 centesimi di dollaro. Andare al cinema o al teatro, che voi sapete che a New York costa tra sei e otto dollari, al cittadino cubano costa 5 centesimi di dollaro. Visitare un museo - gli adulti che pagano perché i bambini non pagano - costa ai nostri cittadini 5 centesimi di dollaro. Per questo è stato possibile sopportare le condizioni più dure, nonostante la crisi, benché ci manchino molte cose.
I prezzi delle medicine basilari sono gli stessi che esistevano nel 1959, 40 anni fa(Applausi), ridotti alla metà, perché una delle prime cose che ha fatto la Rivoluzione fu ridurli, e quelli che ricevono queste medicine in un ospedale non devono pagare un centesimo (Applausi); e se necessitano di un trapianto di cuore, un trapianto di fegato o altri tipi di trapianti, o di costose operazioni o trattamenti, non devono pagare un solo centesimo.
Fu questo ciò che fece la Rivoluzione per il popolo, ciò che generò l’eroismo con il quale ha resistito una così grande prova non sopportata da nessun altro paese durante più di 40 anni di blocco, di cui gli ultimi 10 furono con le caratteristiche che ho spiegato. Per questo non deve risultare strano che gli stessi nordamericani riconoscano che i giovani più sani che emigrano negli Stati Uniti, in una forma o nell’altra, siano i cubani; e, inoltre, con un maggior livello di conoscenze in confronto con tutti gli altri emigranti di qualsiasi altro paese latinoamericano o dei Caraibi (Applausi).
A voi che con tanta fermezza, di fronte a tanta calunnia e a tanta menzogna, siete stati solidali con la nostra patria, mi sento in dovere di spiegarvi queste cose, senza allontanarmi un atomo dalla verità.
Ora, il nostro spirito internazionalista non diminuì nel periodo speciale. È certo che abbiamo dovuto ridurre il numero di borse di studio agli studenti stranieri, che negli anni ottanta ascendevano a 24 000 studenti. Eravamo il paese con il più alto numero di studenti stranieri pro capite, tra tutti i paesi del mondo (Applausi), senza prendere un centesimo.
Sono decine di migliaia i professionisti e i tecnici dell’Africa che studiarono e si laurearono a Cuba; dico Africa, sebbene ce ne sono anche da molti altri paesi, però venivano fondamentalmente dal continente più povero. Durante questo decennio si ridusse la cifra.
Si ridussero anche, inevitabilmente, i programmi di appoggio alla salute per alcuni anni; però posso dirvi, con soddisfazione, che oggi abbiamo più medici e lavoratori della sanità che prestano servizio gratuito nel Terzo Mondo, come in nessuna altra epoca (Applausi).
Poche parole su questa questione. Dopo l’uragano Georges - non mi spiego perché gli misero il nome di quello che fu il principale costruttore dell’indipendenza degli Stati Uniti e il suo primo Presidente -, che provocò molta distruzione e che uccise molte persone, offrimmo ad Haiti, il paese più povero del nostro emisfero, i medici di cui aveva bisogno (Applausi). E quando poche settimane dopo avvenne lo stesso in Centroamerica con l’uragano Mitch, portatore di terribili piogge come conseguenza dei cambiamenti di clima, con effetti molto dannosi, principalmente perché i boschi sono stati devastati per esportare il legno ai paesi più ricchi, gli offrimmo lo stesso, e perfino inviammo immediatamente centinaia di medici e proponemmo loro di sviluppare piani integrali di salute.
A nostro avviso, non era solo questione di inviare un numero di medici, aiutare per 15 o 20 giorni dopo l’uragano e dopo andarsene, perché questo uragano uccise, secondo le cifre più elevate che si menzionarono allora, più di 30 000 persone. Forse la cifra reale, perché molti degli scomparsi apparvero in seguito in qualche punto, fu di 15 000 vittime mortali. Noi sappiamo che in Centroamerica muoiono all'anno, per malattie prevedibili, più di 40 000 bambini - non menziono gli adulti -; quindi, hanno un uragano permanente e silenzioso, molto più terribile di Mitch, e che uccide ogni anno tre volte più bambini che quelli che uccise il Mitch, senza che nessuno parli di questo.
I paesi accettarono i medici e i programmi, principalmente quelli che agirono con un criterio indipendente; ad alcuni glielo proibirono. Questi programmi di salute, sorti allora, continuarono.
Attualmente, in uno di questi paesi e nei luoghi più sperduti, dove ci sono vipere, zanzare, non c’è elettricità, ci sono circa 450 medici e lavoratori della sanità, compresi alcuni tecnici per le attrezzature, alcune infermiere specializzate, però quasi tutti sono medici.
Questi programmi continuano e si estendono. Non portiamo le medicine perché non le abbiamo. Le medicine sono somministrate dai governi di ogni paese e da determinate organizzazioni non governative; però i servizi dei nostri medici sono assolutamente gratuiti.
(Applausi).
Ad Haiti i nostri medici oggi curano - e sono varie centinaia, approssimativamente uguale a quelli dell’altro paese menzionato -a più di quattro milioni di abitanti; ed un gruppo di specialisti, nel principale ospedale ed in altri ospedali dove mancano, curano coloro che lo necessitano proveniente da qualunque altra parte del paese. Hanno salvato molte vite.
È sufficiente dire che salvare vite non è tanto difficile, se si ricorre al semplice procedimento delle vaccinazioni che costano centesimi, e, ovviamente, se si applicano concezioni di politica della salute che permettono di salvare molte vite e guarire molte persone con una spesa infima. Ci sono milioni di vite di bambini che si perdono nel Terzo Mondo per mancanza di centesimi.
Noi offriamo solo al Centroamerica circa 2 000 medici, ad Haiti quelli di cui ha bisogno. Però non facciamo solo questo. In una importante installazione militare delle scuole della difesa, e a partire dalle riduzioni che abbiamo fatto nelle nostre spese militari, abbiamo creato a Cuba una scuola dove studiano Medicina circa 1 000 giovani del Centroamerica, provenienti da luoghi sperduti e di umile origine (Applausi). Sei mesi di studi premedici per prepararli; due anni di scienze basilari, e dopo quattro anni in qualcuna delle 20 facoltà che ha il paese, le cui capacità, insieme a quelle delle scienze basilari, raggiungono oggi quasi il numero di 40 000 alunni.
Ci furono anni in cui facevamo entrare in questa scuola 6 000 studenti; poi, logicamente, andammo riducendo questa cifra. In esse ora studiano non solo studenti di medicina, ma anche di laurea in infermeria, e tecnici per servizi ospedalieri di livello universitario, oltre agli odontoiatra. Disponiamo di una buona capacità.
Questa scuola, che vi ho menzionato, conta già su 3 000 studenti, entro alcuni mesi, quando incomincerà il nuovo corso - alcuni paesi finiscono i corsi di maturità a fine anno ed altri all’inizio dell’estate -, incominceremo a ricevere per il corso di livellamento nuovi studenti. A marzo entreranno a questa scuola 1 700 studenti, e si raggiungerà una cifra di circa 5 000 alunni (Applausi).
Entro tre anni ci saranno più di 8 000 studenti latinoamericani di medicina, senza pagare un solo centesimo, che hanno persino un’alimentazione migliore di quella dei 40 000 borsisti universitari cubani, che abbiamo nelle nostre università.
In questa scuola ci sono, attualmente, anche 80 studenti della Guinea Equatoriale, un paese dove si parla spagnolo.
Questo è un programma, si chiama Scuola Latinoamericana di Scienze Mediche, però non dispone solo di quella edificazione di scienze basilari e premedica; il programma comprende tutte le facoltà di medicina di tutto il paese.
Non dico che a Santiago de Cuba abbiamo più di 200 alunni haitiani, eccellenti studenti, che qui fecero il loro corso di livellamento ed iniziarono i loro studi in medicina. Ogni anno ne riceveremo circa 80. Non includo anche i giovani studenti di medicina dei Caraibi che studiano nella facoltà di Cienfuegos. In totale ci devono essere in questo momento - voglio essere conservatore - più di 4 000 studenti dell’America Latina e dei Caraibi che stanno studiando medicina. In poco tempo ce ne saranno 10 000 (Applausi). Questo lo può fare il nostro paese nonostante il blocco, in forma assolutamente gratuita e con adeguate condizioni di alimentazione e di vita, con le loro attrezzature di laboratorio, libri, vestiti, e, ovviamente, altre spese, compreso il trasporto proprio della scuola.
L’iscrizione si estese a studenti di tutta l’America Latina come una forma di unione, di fratellanza, di interscambio culturale.
Questa scuola ha dei propri gruppi culturali per paesi. Usciranno con conoscenze ampie sul resto delle nazioni, e si tratta, principalmente, di creare una nuova concezione, una nuova dottrina di quale deve essere il ruolo del medico nella società, perché nelle capitali e nelle grandi città dell’America Latina esistono medici in eccesso, però non tutti sono stati educati nell’idea di quale deve essere il dovere di un medico (Applausi). Il numero degli studenti non è tanto importante quanto le idee che presiedono questo programma.
Ebbene, non vi potete immaginare con quanta voglia studiano questi giovani, con quanta dedizione, più dei nostri alunni, che sono abituati a ricevere tutte queste opportunità come vedono sorgere il Sole ogni giorno. Quei giovani provenienti da luoghi molto poveri e, per loro, studiare medicina era un sogno. I risultati sono eccellenti, che magnifici medici si formeranno in queste scuole! Realmente noi ci sentiamo compensati dallo sforzo che questi realizzano.
Cosa facciamo in Africa? E' impossibile portare a Cuba decine di migliaia di africani. Guardate, l’Africa, per avere un medico ogni 4 000 abitanti, avrebbe bisogno di circa 160 000 medici. Cuba ne ha 1 ogni 168 abitanti e ne laurea 2 000 ogni anno.
L’Africa a sud del Sahara, per averne 1 ogni 1 000, avrebbe bisogno di circa 596 000. Come li formerebbe? Qual è la soluzione che stiamo applicando con i Programmi Integrali della Salute per l’Africa? Disponiamo di 3 000 medici per l’Africa a sud del Sahara. Il loro primo compito, dovunque non esista una facoltà di medicina, è crearla immediatamente (Applausi), raccogliendo licenziati, ragionieri, ed iniziando un corso di livellamento di sei mesi. Così lo abbiamo appena fatto in Gambia, dove ci sono 158 medici cubani (Applausi). Ci chiesero 90 in più e noi glieli offrimmo. Fu il primo paese dell’Africa dove si avviarono i piani integrali di salute. Avevano 30 medici di Gambia per 1 200 000 abitanti.
Il secondo luogo fu la Guinea Equatoriale: anche lì hanno già creato la facoltà di medicina. Ugualmente ci sono, in questo paese, più di 100 medici cubani.
Una scuola di medicina che avevamo creato molti anni fa in Guinea-Bissau e che fu distrutta da una recente guerra civile con intervento straniero, ancora non hanno potuto ricostruirla, però ci chiesero che gli studenti del quinto e sesto corso continuassero gli studi a Cuba. Immediatamente furono ammessi (Applausi), però siccome si è ritardata la costruzione della scuola, alcune settimane fa ci chiesero che accettassimo anche quelli del primo, del secondo, del terzo e del quarto. Gli abbiamo detto: "Mandateli immediatamente". Così che in nessuno di questi casi questi ragazzi si troveranno senza i loro studi.
Questa è la linea che stiamo seguendo. Bisogna formare centinaia di migliaia di medici africani. Nessuno si occupa di questo. C’è una parte del mondo molto ricca alla quale interessa solo il petrolio, i diamanti, i minerali, i boschi, il gas, la mano d’opera a buon mercato, e niente altro. Per questo la situazione di questo emisfero è oggi peggiore di quella che esisteva all’epoca della colonia. Molto peggiore! La popolazione si è moltiplicata. La situazione è terribile.
Ieri alle Nazioni Unite si parlava dell’AIDS. Questo è un capitolo a parte. Se me lo permettete, vi parlerò poi di questo (Applausi).
Perché mi sono dilungato un po’ sul tema della medicina? Ve lo spiego. Abbiamo concesso, a tutti i paesi dei Caraibi, gratuitamente, le borse di studio che richiedano per qualsiasi laurea universitaria. I paesi dei Caraibi sono molti, però la popolazione totale non è tanto numerosa. Essi parlano inglese. Da poco scoprii qualcosa che mi lasciò sorpreso: ci visitarono vari rappresentanti del Caucus Negro - parlo di questo perché essi parlarono del tema alla stampa, è la prima volta che io menziono questo pubblicamente -, e un legislatore del Mississippi - eletto per un distretto di questo stato – a cui gli parlavo di questi programmi mi disse: "Senta, nel mio distretto ho molti luoghi dove non c'è un solo medico." Gli dissi: "Come mai?! Ora mi rendo conto che voi siete il Terzo Mondo degli Stati Uniti" (Applausi ed esclamazioni). E gli dissi: "Siamo disposti ad inviarvi alcuni medici gratuitamente, come abbiamo fatto con altri paesi."
Così mi resi conto all’improvviso. Sento parlare sempre della ricchezza degli Stati Uniti, del Prodotto Interno Lordo che supera gli 8 milioni di milioni di dollari, ecc., e all’improvviso mi incontro con un membro rispettato della Camera che dice che nel suo distretto mancano i medici. Per questo gli risposi: "Possiamo mandarveli." Ed aggiunsi immediatamente: "Anzi, di più: senta - mi ricordai delle scuole -, siamo disposti a concedere un numero di borse di studio per i giovani poveri del suo distretto che non possano pagare i 200 000 dollari che costa una laurea universitaria." (Applausi ed esclamazioni). Quando ritornarono parlarono di questo problema, e ci hanno detto che stanno studiando la questione delle borse di studio poiché esiste sempre un problema di compatibilità nei confronti del sistema di formazione professionale di ogni paese.
Vi assicuro che i nostri medici hanno un’ottima preparazione. Cominciano dal primo anno ad avere contatto con i medici della famiglia e con i poliambulatori, durante sei anni realizzano non solo studi teorici con eccellenti professori e con gli adeguati mezzi tecnici, ma anche pratici, in costante contatto con i centri ospedalieri. Le nostre 20 facoltà - in realtà sono 22, però 2 sono solo di scienze basilari - furono costruite nei dintorni dei più importanti ospedali del paese in tutte le province. Lì realizzano le loro pratiche docenti e lì studiano le loro specialità, senza uscire dalla provincia per studiare nella capitale.
Il rappresentante fece commenti sulla situazione di altre minoranze, e mi parlò dei chicanos, delle riserve indiane e di altre zone del paese, e non solo di latini o immigranti, ma anche di cittadini nati negli Stati Uniti. Gli dissi: "Questo è un paese molto grande, enorme, noi non potremo fare qui quello che facciamo con altri paesi. Non so quanti abitanti avrà il vostro Terzo Mondo, però immagino che possa avere 30 o 40 milioni" (Applausi).
Volete che vi dica una cosa? Disponiamo di medici per alcuni milioni, però non osai di offrirgliene di più, poiché abbiamo molti impegni. Gli dissi: "Questo non risolve il vostro grande problema, però sono sicuro che se voi avete bisogno di medici e se voi chiedete i visti perché questi medici possano viaggiare, sarà impossibile che le autorità neghino il visto a questi medici. Altrimenti, come giustificherebbero le migliaia di medici che ci hanno rubato, i 3 000 che si portarono via nei primi anni (della Rivoluzione NdT.) - la metà dei 6 000 che avevamo, la metà! -, e più della metà dei professori universitari. Restarono realmente 3 000 medici patrioti (Applausi) e con loro organizzammo i nostri piani, accettammo la sfida. Oggi ne abbiamo 67 500 (Applausi), più di 20 per ognuno di quelli che loro si portarono via nei primi anni. Questo è il frutto della tenacia e della volontà di fare le cose (Applausi).
E che cosa succede attualmente? C’è una politica per promuovere la diserzione dei nostri medici che compiono missioni internazionaliste. Qualche settimana fa due dei 108 medici che abbiamo nello Zimbabwe a cura degli ospedali provinciali, perché non hanno medici sufficienti, giacché l’apartheid in Rhodesia non preparò medici neri e quella Rhodesia, oggi Zimbabwe indipendente, dopo più di 20 anni, ha molti ospedali senza medici. Noi abbiamo distribuito in quasi tutte le province un team di, almeno, 8 o 10 medici: specialisti in medicina generale integrale, chirurghi, ortopedici, anestesisti, radiologhi e alcuni tecnici per la riparazione di strumentazione medica (Applausi).
Due di questi medici, attratti evidentemente dal milione di milioni di dollari che ogni hanno si spendono in propaganda per esaltare il consumo e che danno luogo a che una percentuale defezioni e se ne vada, disertarono. Per onore del nostro paese dobbiamo dirvi che, di tutti coloro che stanno compiendo questi Programmi Integrali di Salute, ha disertato solo l’1,6% dei medici - anche se questo fa male lo stesso (Applausi).
Quelli se ne andarono niente meno che all’ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Di immediato, gli stessi personaggi che tanto lottarono nel Congresso per la detenzione del bimbo Elián negli Stati Uniti, ricorsero al governo per chiedere i visti per quei due medici. Nessuno ricordò i bambini, gli ammalati abbandonati, i cittadini che quei due medici curavano e le vite che salvavano. L’importante era la pubblicità: abbiamo pescato due medici cubani! E lo stesso ha fatto la mafia cubana-americana, come noi chiamiamo questa che mai avrebbe dovuto chiamarsi Fondazione, poiché si trasformò in una organizzazione terrorista (Applausi ed esclamazioni). La stessa si occupa di questo in Guatemala, in Honduras, in Belice, ad Haiti, nella Guyana, in Paraguay, nei 13 paesi dove oggi si stanno portando a termine questi programmi, che si estenderanno - calcolo - a 30 o 40 paesi principalmente dell’Africa: come riescono a rubare cervelli!
(parte 1)