Fermate il treno, voglio scendere.

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UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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LA NUOVA OVRA FASCISTA E' PRESENTE TRA NOI









REPUBBLICA ITALIANA : ULTIMO ATTO


Quella strana risposta comune.

Stamani ho sottoposto, a diverse persone, la lettura della premessa del libro di Vladimiro Giacchè, già anticipata in altro 3D, qua sotto riportata.


L’aspetto strano riscontrato è che tutte le persone interpellate hanno risposto: “Ma è quello che dico io”

Ma allora perché ci sono così tanti merli doc, in questo dannato Paese???





LA FABBRICA DEL FALSO

Strategie della menzogna
Nella politica contemporanea


Vladimiro Giacchè




Premessa



La menzogna è il grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo.

La sua presenza nella società è generalizzata e pervasiva.

Non è difficile capire perché.

Un tempo le verità incoffessabili del potere potevano agevolmente essere coperte dal segreto (gli arcana imperii).

Oggi, nell’epoca dei mezzi di comunicazione di massa e della politica medializzata, il silenzio e il segreto sono armi spuntate.

Perciò, quando serve(e serve sempre più spesso) la verità deve essere occultata o neutralizzata in altro modo.

Quindi si offrono versioni di comodo dei fatti, si distrae l’attenzione dei problemi reali dando il massimo rilievo a questioni di scarsa importanza, si inventano pericoli e nemici inesistenti per eludere quelli veri.

Ma soprattutto, le verità scomode vengono neutralizzate riformulandole in maniera appropriata.

Il terreno principale su cui oggi viene combattuta la guerra contro la verità è quello del linguaggio.

Si tratta di convincere l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra o dell’opportunità di politiche economiche socialmente inique , si tratti di tranquillizzarla sul surriscaldamento del pianeta o persuaderla della inevitabilità degli omicidi sul lavoro, le cose non cambiano: il potere delle parole risulta decisivo per la costruzione del consenso.

Nella prima parte di questo libro viene quindi effettuato un esame critico dei luoghi comuni e parole chiave del lessico politico contemporaneo.

Ovviamente, la menzogna chiama in causa la società in cui nasce e prospera.

Da un lato, in quanto presuppone che la realtà debba essere in qualche modo occultata o travisata per poter essere accettata: da questo punto di vista , il grado di falsità del discorso pubblico contemporaneo è un buon indicatore di ciò che non funziona nella nostra società.

Dall’altro, in quanto la diffusione stessa della menzogna implica l’esistenza di meccanismi sociali in grado di favorire la produzione e la propagazione.

La seconda parte del libro è dedicata all’esame di queste radici della guerra alla verità nella realtà sociale del nostro tempo.

La terza ed ultima parte esamina le diverse strategie di resistenza che oggi possono essere messe in campo contro la menzogna.

Nella convinzione che la menzogna più pericolosa sia la presunta necessità ed ineluttabilità dello stato di cose presente.

A questa presunta necessità si deve opporre la reale necessità di cambiamento.

E’ giunto il momento di prendere sul serio le parole di Fredric Jameson: <<Forse dovremmo iniziare a provare una certa angoscia per la perdita del nostro futuro>>.

Questo libro ha un solo responsabile, ma molti debiti.

In primo luogo verso coloro con i quali in questi anni ho intrattenuto un dialogo sui temi qui dibattuti.

Il loro numero è cresciuto a ogni rielaborazione di questo libro, ormai giunto alla terza edizione, e sono ormai troppi per citarli in questa sede: a loro và il mio ringraziamento.

Per quanto riguarda i debiti nei confronti di singole opere e autori, se ne dà conto- per quanto possibile - nelle note del testo.

Questo libro è dedicato a un maestro non dimenticato.

Vladimiro Giacchè
………Roma,27 marzo 2016.
lucfig
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Messaggio da lucfig »

Come mai tutte queste faccine ???
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UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Messaggio da UncleTom »

lucfig ha scritto:Come mai tutte queste faccine ???


Perchè dall'inizio : Inviato oggi, 14:56, fino all'ultimo tentativo: Inviato: oggi, 15:43,
mi è stato proibito ripetutamente di postare facendo il copia incolla.
Già successo in precedenza, ma non con questa insistenza.
Le faccine era l'unico modo di comunicare l'anomalia, perché scrivere era proibito.
UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Messaggio da UncleTom »

Come il centrodestra ha intenzione di vincere le prossime elezioni.

Dal sito STRUMTRUPPEN, ora:


20 ore fa
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Pordenone, ira dei negozianti
'I profughi ci svuotano i negozi'

Francesco Curridori


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15 ore fa
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Ecco come l'immigrazione
ha ucciso il turismo a Fiuggi

Elena Barlozzari Francesco Boezi


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19 ore fa
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• 46
Milano, aggredito in strada:
marocchino gli sfonda la testa

Francesco Curridori


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15 ore fa
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• 6
• 48
Nave di destra aiuta la Libia:
"Abbiamo cacciato una Ong"

Giuseppe De Lorenzo


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Queste notizie non sono presenti sui siti di:

Corriere della Sera

La Stampa

Il Fatto Quotidiano

Il Messaggero


Non che non siano notizie, ma perché solo gli STRUMPTRUPPEN vogliono creare malessere e odio.
UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Messaggio da UncleTom »

Scrive all’inizio della “Premessa” del suo libro: LA FABBRICA DEL FALSO, Vladimiro Giacchè:



La menzogna è il grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo.

La sua presenza nella società è generalizzata e pervasiva.

Non è difficile capire perché.

Un tempo le verità incoffessabili del potere potevano agevolmente essere coperte dal segreto (gli arcana imperii).

Oggi, nell’epoca dei mezzi di comunicazione di massa e della politica medializzata, il silenzio e il segreto sono armi spuntate.

Perciò, quando serve(e serve sempre più spesso) la verità deve essere occultata o neutralizzata in altro modo.

Quindi si offrono versioni di comodo dei fatti, si distrae l’attenzione dei problemi reali dando il massimo rilievo a questioni di scarsa importanza, si inventano pericoli e nemici inesistenti per eludere quelli veri.

Ma soprattutto, le verità scomode vengono neutralizzate riformulandole in maniera appropriata.

Il terreno principale su cui oggi viene combattuta la guerra contro la verità è quello del linguaggio.

Si tratta di convincere l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra o dell’opportunità di politiche economiche socialmente inique , si tratti di tranquillizzarla sul surriscaldamento del pianeta o persuaderla della inevitabilità degli omicidi sul lavoro, le cose non cambiano: il potere delle parole risulta decisivo per la costruzione del consenso.

Nella prima parte di questo libro viene quindi effettuato un esame critico dei luoghi comuni e parole chiave del lessico politico contemporaneo.

Ovviamente, la menzogna chiama in causa la società in cui nasce e prospera.

Da un lato, in quanto presuppone che la realtà debba essere in qualche modo occultata o travisata per poter essere accettata: da questo punto di vista , il grado di falsità del discorso pubblico contemporaneo è un buon indicatore di ciò che non funziona nella nostra società.

Dall’altro, in quanto la diffusione stessa della menzogna implica l’esistenza di meccanismi sociali in grado di favorire la produzione e la propagazione.






La menzogna ha accompagnato tutte società umane da quando si sono formate le prime comunità.

La sua diffusione è stata a volte minimale e a volte diffusa e pregnante.

L’ultimo quarto di secolo della storia repubblicana italiana registra un’incremento notevole dell’impiego della menzogna nel discorso pubblico.

Tanto che ogni notizia va sempre pesata obbligandoci all’analisi permanente e continua circa le motivazioni per cui è stata messa su piazza.

A chi serve, a chi giova, perché proprio ora??????

Se si vuol capire il contenuto di una notizia, diventa un impresa defatigante.

Ed è questo, ma non è il solo e principale motivo, che gli italiani si stanno orientando per il ritorno dell’uomo, forte sulla scena politica italiana.

Che nell’immaginario collettivo rappresenta colui che risolve tutti i problemi sul tavolo.

Ma in pratica è solo una via di fuga dalla palese impotenza offerta da questa apparente democrazia.

Inoltre, come è notorio, gli italici soffrono del problema della memoria.

Magari si ricordano dopo anni quanti gol e come li ha fatti, l’Inter, il Milan, la Juve, in determinate occasioni.

Ma della storia patria, quando possono, se ne sbattono.

Tanto da richiedere l’uomo forte, senza pronunciarlo, ma il loro riferimento è Benito Mussolini.


Dimenticando che all’inizio di carriera si è fatto anche lui i suoi bei flop.

Uno di questi è stato la lotta alla mafia.

Nominò Cesare Mori plenipotenziario in Sicilia il 20 ottobre 1925.

Nel luglio del 1929, il prefetto di ferro dovette abbandonare l’impresa perché si accorse che la mafia siciliana era presente a Roma, nel cuore del fascismo.


Diventa quindi complicato interpretare questa notizia passata dagli STRUMPTRUPPEN,un’ora e mezza fa, e non presente sui siti di :

Corriere della Sera

La Stampa

La Repubblica

Il Fatto Quotidiano

Il Giorno

Il Messaggero

Il Tempo






Minniti smaschera l'Ue: "Volevano pagarci per tenerci i migranti"
Il ministro: la loro proposta era di creare qui delle galere da cui nessuno potesse uscire
Gian Micalessin - Gio, 17/08/2017 - 10:23
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“Quest’articolo nella versione in edicola contiene delle frasi virgolettate che non corrispondono alle affermazioni del Ministro Marco Minniti. Questa è la versione corretta".

“Io sono uno che più mi dicono che non si può fare e più mi scatta il trip…. Sulla Libia e sui migranti è andata così….”.
Fuori Roma è un deserto assolato e desolato.
Lassù nel palazzone dalle cento stanze appoggiato sul colle del Viminale il ministro Marco Minniti discute con generali, alti funzionari e capi delle forze di sicurezza e intanto si divide tra riunioni e visite alle sale operative del Viminale.
Verso le 14, terminate la consueta Conferenza Stampa e la riunione del “Comitato Nazionale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico”, sarebbe il momento di un veloce pranzo in piedi.
Ma il ministro continua a voltare le spalle a pizzette e tramezzini.
La sua testa è ferma a quei fatidici 27 e 28 giugno quando nell’arco di sole 48 ore 27 navi di tutta Europa, Ong comprese, scodellano sulle coste italiane la bellezza di 12 mila migranti.
Il ministro lo ricorda più volte.
Quello per lui è il “D day”, il giorno in cui comprende definitivamente che l’Italia non può più sperare nell’aiuto o nella compassione dell’Unione Europea, ma deve trovare da sola la soluzione ai suoi problemi.
E approfittando dell’incontro di Ferragosto spiega anche perché.
Racconta ai suoi interlocutori che dopo quei 12mila sbarchi la risposta dell’Europa non prevedeva soluzioni politiche o operazioni concrete per darci una mano, ma “semplicemente più soldi per creare nuovi hotspots”.
E specifica che gli “hotspots” nel linguaggio europeo non sono soltanto dei semplici centri d’identificazione, ma veri e propri centri di detenzione da cui non si esce.
Insomma delle galere.
Per Bruxelles l’ importante, quindi, non era fermare la marea di migranti che si stava scaricando sul nostro paese, ma semplicemente metterli in condizione di non muoversi dall’Italia. “Pensate ci proponevano – aggiunge uno dei presenti - di fare dei centri di internamento, cioè delle vere e proprie galere, persino per i minori non accompagnati”. Il ministro non lo conferma, ma il paradosso è chiaro. I soldi offerti all’Italia da Bruxelles servivano a garantire che i profughi – raccolti in mare dalle Ong e scaricati sulle coste italiane dalle navi di Triton e di Eunavfor Med, ovvero da due missioni europee - non si muovessero dall’Italia, non si avvicinassero ai confini di Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, mettendo a rischio sovranità e sensibilità dei nostri “amici” europei.
Proprio l’egoismo europeo fa capire a Minniti che l’Italia deve trattare da sola con la Libia, deve aver la forza d’intervenire, deve costruire una missione navale autonoma, lontana dalle pastoie europee che imbrigliano Frontex e Sophia. Ma i trenta denari di Bruxelles hanno anche il potere di far scattare l’orgoglio di Minniti, quella “calabresità” che il ministro ammette di portarsi dentro. Una calabresità spiegata con la barzelletta del Signore pronto a esaudire i desideri di un romano, di un sardo e di un calabrese. “Il romano sogna di diventare l’antico imperatore Augusto, il sardo chiede mille pecore e il Signore accontenta entrambi. Ma sapete che gli chiede il calabrese? - ghigna in dialetto Minniti - Dio ti prego fai morire le pecore del sardo”. “Se le pecore fossero navi – sussurra un presente - sarebbe difficile non pensare al Canale di Sicilia e alle navi delle Ong”. Quelle Ong, Msf in testa, che quando Minniti propone un codice approvato all’unanimità dal Parlamento italiano e sottoscritto dalla Commissione Unione Europea, si dicono pronte a sfidarlo, annunciando di voler continuar ad operare senza firmarlo. Salvo poi dichiararsi minacciate e intimorite non appena la Guardia Costiera di Tripoli le avverte di tenersi alla larga dalle acque territoriali libiche. Mentre fa visita alle sale operative del Viminale il ministro si guarda bene dal rivendicare qualsiasi atteggiamento vendicativo nei confronti di Msf o di altre Ong. “La mia posizione – sorride sornione - è esattamente quella espressa dal mio vice ministro Filippo Bubbico al Corriere della Sera. Quella è la linea del Viminale ed è anche la mia personale ”. Nessuno lo ammette, ma chi ricorda l’intervista, ha già capito. La calabresità si nasconde nella risposta in cui Bubbico, interprete del Minniti pensiero, sostiene di non intravvedere alcuna autentica minaccia per le Ong e definisce la Guardia Costiera libica una “forza legittima che non viola i trattati internazionali”. “Insomma ministro un'altra delusione per la sinistra” - ridacchia un funzionario alludendo alla carriera tutta Pd del vice Filippo Bubbico e alle domande di chi, in conferenza stampa, chiedeva a Minniti come viva le critiche rivoltegli dalla sinistra. “Vede - risponde felpato il ministro - la colpa è tutta della mia famiglia. Ero figlio di un militare sognavo di diventare un pilota, ma mia madre non ne voleva sapere e così, a 17 anni, entrai nel partito comunista. Immaginate con quanta gioia fosse vissuta in casa quella mia scelta. Ma almeno costrinsi mia madre a ricredersi. Forse - mi disse quando ormai avevo 24 anni - era meglio se ti facevo diventare un pilota. Quindi a sinistra devono star contenti e ringraziare mia madre….se no come Ministro dell’Interno gli toccava un ufficiale dell’aeronautica.”

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 31303.html
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Sgombero rifugiati: scontri nel centro di Roma
Lanci di sassi e bombole, polizia usa gli idranti



Cariche in zona Termini. “Se serve spaccategli un braccio”: Accertamenti su funzionario di polizia
Campidoglio: “Assistenza per tutti”. Silenzio da assessorato alle politiche sociali
(di V. Bisbiglia)




Cronaca
Da una parte sassi, bottiglie e bombole. Dall’altra idranti e manganelli. Nuove tensioni in piazza Indipendenza, nel centro di Roma, dall’alba di giovedì, quando le forze dell’ordine hanno sgomberato circa 100 rifugiati già allontanati dal vicino palazzo di via Curtatone (occupato da 4 anni) e accampati nei giardini. Quando è arrivata la polizia hanno reagito lanciando oggetti, anche alcune bombole di gas, contro gli agenti. Che hanno risposto usando gli idranti. Le ong contestano le modalità dello sgombero, parlando di “violenza inaccettabile”, “gravi responsabilità” e “istituzioni sempre più sorde al rispetto dei principi umanitari“
di F. Q.
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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24 ago 2017 18:20


GRANDE FERMENTO SULLE SPIAGGE RADICAL CHIC: TRA UN CORNETTO E UN BAGNETTO, TUTTI A RI-TWITTARE E RI-POSTARE INDIGNAZIONE PER GLI SGOMBRI A PIAZZA INDIPENDENZA. VANNO MOLTO LE CRONACHE DI CHRISTIAN RAIMO: ‘QUESTA NON È LA MIA CITTÀ’

- CRUCIANI: ‘OCCUPANO UN PALAZZO. ARMATI DI BOTTIGLIE E BOMBOLE GAS. E PARLANO DI RAZZISMO...’

- VIDEO DEL POLIZIOTTO: ‘SE TIRANO QUALCOSA, ROMPETEGLI IL BRACCIO’ - NON MANCA LA ‘FOTO-SIMBOLO’ DELL’AGENTE E DELLA PROFUGA, FACEBOOK SCEGLIE LA LINEA DEMOCRISTA (NÉ-NÉ O CON-CON)




giuseppe cruciani‏

@giucruciani


Occupano un palazzo. Poi una piazza. Sono armati di bottiglie e bombole gas. Vengono sgomberati dalla polizia. E parlano di razzismo...



VIDEO - ‘SE TIRANO QUALCOSA, ROMPETEGLI IL BRACCIO’

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 154861.htm
UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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LA VERSIONE STRUMPTRUPPEN



ROMA KAPUTT MUNDI

Sassi contro i poliziotti, idranti sui migranti sgomberati. Feriti, scontri e tensione. E tutto il mondo parla di Roma

di Nico Di Giuseppe

2 ore fa
454
UncleTom
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

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UncleTom ha scritto:LA VERSIONE STRUMPTRUPPEN



ROMA KAPUTT MUNDI

Sassi contro i poliziotti, idranti sui migranti sgomberati. Feriti, scontri e tensione. E tutto il mondo parla di Roma

di Nico Di Giuseppe

2 ore fa
454




Roma kaputt mundi


Sassi e bombole di gas contro gli agenti, idranti sugli sgomberati. Feriti, scontri e tensione. E tutto il mondo parla di Roma

Nico Di Giuseppe - Gio, 24/08/2017 - 19:27

commenta

Sassi e bombole di gas contro gli agenti di polizia. E idranti nei confronti di un gruppo di rifugiati eritrei evacuati da quattro giorni dall'ex sede di Federconsorzi e Ispra di via Curtatone.

È alta tensione urbana quella andata in scena oggi a Roma in piazza Indipendenza, a pochi passi dalla stazione Termini. Gli scontri di Roma hanno fatto il giro del mondo. Le testate internazionali infatti si stanno occupando della vicenda: dagli Usa all'Inghilterra passando per la Francia, la Germania ma anche India e Nuova Zelanda. Dall'alba è iniziato il lungo sgombero dei giardini, occupati da un gruppo di circa 100 stranieri(gran parte rifugiati). Secondo la questura le forze dell'ordine sono state aggredite con sassi bottiglie incendiarie e peperoncino: al lancio di oggetti la risposta è stata quella usare l'acqua per evitare "che venissero accesi fuochi e liquidi infiammabili". Per gli scontri è al vaglio la posizione di quattro stranieri. Medici Senza frontiere denuncia invece 13 feriti, tra i quali un'anziana colpita dal getto di un idrante. Ma è polemica sui 'metodì dello sgombero. Il motivo? In diversi video si sente distintamente un funzionario della polizia ordinare ai suoi "Questi devono sparire peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio".

La stessa questura ha annunciato di aver avviato "approfondimenti per accertare eventuali irregolarità", provvedimento adottato proprio in merito al video "in cui si sentono frasi concitate di invito ad intervenire con decisione, in caso di lancio di oggetti, contro i manifestanti in fuga". In precedenza la polizia aveva parlato di un intervento "resosi urgente e necessario dopo il rifiuto di ieri ad accettare una sistemazione alloggiativa offerta dal comune di Roma ma soprattutto per le informazioni di alto rischio pervenute". La Caritas attacca: "Lo sgombero dell'immobile in piazza Indipendenza era noto da tempo quello che lascia interdetti è il modo in cui questo è avvenuto, senza alcuna programmazione ed in una logica emergenziale che non può far altro che portare all'escalation cui abbiamo assistito". Per il Centro Astalli si è trattato di uno sgombero "effettuato in regime di emergenza, senza alcun lavoro sociale previo e senza soluzioni commisurate ai bisogni effettivi delle persone non può essere la risposta a un problema annoso e complesso come la mancata integrazione di tanti rifugiati". Addirittura sgomento mons. Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma: "È un caos totale. Fa impressione - e una certa paura - vedere gestire le situazioni in questo modo". Sul fronte politico plauso da Forza Italia e Lega, con Barbara Saltamartini che chiede l'"espulsione immediata per gli immigrati sgomberati dopo 4 anni dal palazzo di Via Curtatone a Roma che questa mattina hanno aperto una vera e propria guerriglia urbana". Contro la Raggi si scaglia Pippo Civati di Possibile: "Continua la pessima gestione dell'accoglienza dei migranti, ma dopo violenza e durezza di oggi il ministro dell'Interno Minniti deve riferire in Parlamento". Stessa linea da Mdp, che chiede subito un'interrogazione al titolare del Viminale per sapere "quali azioni abbia intrapreso per la collocazione temporanea delle persone coinvolte nello sgombero".
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