ENERGIA E CRISI FINANZIARIA:L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ESISTE
Inviato: 24/03/2017, 16:55
ENERGIA E CRISI FINANZIARIA: L'EQUAZIONE DEL BENESSERE ESISTE!
di Carmen D’Auria
Nell’epoca contemporanea una delle maggiori sfide che l’umanità sta affrontando è quella relativa alla crisi finanziaria sviluppatasi negli USA nella seconda metà del 2007 e diffusasi in buona parte del resto del mondo.
.
Già nel 2000 si era rivelato qualche contraccolpo all’economia, seguito allo scoppio della bolla delle dot-com, start-up impegnate nel settore informatico.
Le aziende dot-com videro in breve tempo un aumento anomalo del valore delle loro azioni, poiché quello informatico era un settore fortemente sovrastimato. Ciò comportò numerosi investimenti, frutto dei quali non furono i profitti sperati, bensì una crisi finanziaria, dal momento che molte start-up fallirono. Nel 2007 esplose poi la crisi causata dallo scoppio della bolla del mercato immobiliare e la contemporanea impossibilità di pagamento dei mutui subprime da parte dei debitori, dato l'innalzamento dei tassi di interesse, con la nota conseguenza del fallimento di numerose banche. Ancora oggi le estreme conseguenze di questo evento - considerate da molti studiosi più dannose rispetto a quelle della nota crisi del 1929 - gravano su gran parte delle economie globali.
Occhi meno esperti attribuiscono le ragioni di tale crisi ai meccanismi che soggiacciono alle ormai affermate logiche del breve periodo e alle attuali dinamiche di policy, ma studi più approfonditi indicano che le vere ragioni della crisi sono fortemente legate alle correnti modalità di produzione dell’energia.
Autorevoli linee di pensiero osservano, infatti, che il benessere di una società è correlato alla quantità di energia di cui essa dispone.
Ciò può essere facilmente compreso ripercorrendo le riflessioni di noti economisti che hanno studiato tale correlazione. Tra questi emerge sicuramente il pensiero di Tim Morgan – economista specializzato in analisi finanziarie dei problemi energetici, nonché ex capo ricerche di Tullett- Prebon - secondo il quale la vera equazione esplicativa del benessere di una società è rappresentata dalla formula “ricchezza=energia”.
Al fine di comprendere chiaramente il legame diretto tra energia e ricchezza risulta estremamente esemplificativo il concetto di EROEI - Energy Return On Energy Investment - ovvero il rapporto tra l’energia prodotta dallo sfruttamento di una fonte energetica e l’energia impiegata per produrla. Se l’EROEI di una determinata tecnologia di produzione energetica è maggiore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia maggiore di quella che è stata investita per produrla; al contrario, se esso è minore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia minore di quella che è stata investita per produrla.
Pertanto, è evidente che più le tecnologie di sfruttamento dei giacimenti energetici sono caratterizzate da un alto valore dell’EROEI, più esse consentono un forte abbattimento dei costi di produzione, determinando un aumento della ricchezza che a sua volta potrà essere investita nel miglioramento dello stile di vita di una società.
Alla luce di tali riflessioni, dunque, è possibile osservare che il paradigma energetico vigente nell’epoca contemporanea, caratterizzato dalla sostituzione delle fonti energetiche fossili - non sostenibili dal punto di vista ambientale - con le fonti energetiche rinnovabili (FER), non giova alla crescita economica delle società, dal momento che le FER, essendo caratterizzate da valori dell’EROEI generalmente bassi, non consentono la produzione di ricchezza al loro interno.
Non risulta riduttivo, pertanto, dedurre che, al di là della diffusione delle logiche del breve periodo e degli odierni meccanismi di policy, lo sfruttamento di fonti energetiche con un basso valore di EROEI si configura come la principale causa che ha condotto alla crisi globale attuale.
Ciononostante, è necessario non incorrere nell’errore di lasciare affermare una prospettiva pessimistica in merito, dal momento che una speranza per uscire dalla crisi planetaria in corso esiste. L’economia, infatti, può essere rilanciata attraverso l’investimento in ricerca e sviluppo di tecnologie che consentano lo sfruttamento di giacimenti di energia ad alto EROEI, alcune delle quali compaiono tra quelle che il cofondatore della Breakthrough Energy Coalition, Bill Gates, ha definito “Energy Miracles” - Self-Driving Vehicles, Fuel Cell Cars, Advanced Nuclear Reactors, Wave/Tidal Power, Efficient Solar, Tall Wind, Better Batteries, Home Automation.
Nonostante ciò sia noto ai più, perché si è così tanto restii a credere e ad investire in tale direzione? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia? È la risposta a questi e altri quesiti che occorre trovare se si desidera che l’uscita dalla crisi globale non resti soltanto una mera utopia.
di Carmen D’Auria
Nell’epoca contemporanea una delle maggiori sfide che l’umanità sta affrontando è quella relativa alla crisi finanziaria sviluppatasi negli USA nella seconda metà del 2007 e diffusasi in buona parte del resto del mondo.
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Già nel 2000 si era rivelato qualche contraccolpo all’economia, seguito allo scoppio della bolla delle dot-com, start-up impegnate nel settore informatico.
Le aziende dot-com videro in breve tempo un aumento anomalo del valore delle loro azioni, poiché quello informatico era un settore fortemente sovrastimato. Ciò comportò numerosi investimenti, frutto dei quali non furono i profitti sperati, bensì una crisi finanziaria, dal momento che molte start-up fallirono. Nel 2007 esplose poi la crisi causata dallo scoppio della bolla del mercato immobiliare e la contemporanea impossibilità di pagamento dei mutui subprime da parte dei debitori, dato l'innalzamento dei tassi di interesse, con la nota conseguenza del fallimento di numerose banche. Ancora oggi le estreme conseguenze di questo evento - considerate da molti studiosi più dannose rispetto a quelle della nota crisi del 1929 - gravano su gran parte delle economie globali.
Occhi meno esperti attribuiscono le ragioni di tale crisi ai meccanismi che soggiacciono alle ormai affermate logiche del breve periodo e alle attuali dinamiche di policy, ma studi più approfonditi indicano che le vere ragioni della crisi sono fortemente legate alle correnti modalità di produzione dell’energia.
Autorevoli linee di pensiero osservano, infatti, che il benessere di una società è correlato alla quantità di energia di cui essa dispone.
Ciò può essere facilmente compreso ripercorrendo le riflessioni di noti economisti che hanno studiato tale correlazione. Tra questi emerge sicuramente il pensiero di Tim Morgan – economista specializzato in analisi finanziarie dei problemi energetici, nonché ex capo ricerche di Tullett- Prebon - secondo il quale la vera equazione esplicativa del benessere di una società è rappresentata dalla formula “ricchezza=energia”.
Al fine di comprendere chiaramente il legame diretto tra energia e ricchezza risulta estremamente esemplificativo il concetto di EROEI - Energy Return On Energy Investment - ovvero il rapporto tra l’energia prodotta dallo sfruttamento di una fonte energetica e l’energia impiegata per produrla. Se l’EROEI di una determinata tecnologia di produzione energetica è maggiore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia maggiore di quella che è stata investita per produrla; al contrario, se esso è minore di 1 allora mediante il processo di produzione energetica è stata ricavata una quantità di energia minore di quella che è stata investita per produrla.
Pertanto, è evidente che più le tecnologie di sfruttamento dei giacimenti energetici sono caratterizzate da un alto valore dell’EROEI, più esse consentono un forte abbattimento dei costi di produzione, determinando un aumento della ricchezza che a sua volta potrà essere investita nel miglioramento dello stile di vita di una società.
Alla luce di tali riflessioni, dunque, è possibile osservare che il paradigma energetico vigente nell’epoca contemporanea, caratterizzato dalla sostituzione delle fonti energetiche fossili - non sostenibili dal punto di vista ambientale - con le fonti energetiche rinnovabili (FER), non giova alla crescita economica delle società, dal momento che le FER, essendo caratterizzate da valori dell’EROEI generalmente bassi, non consentono la produzione di ricchezza al loro interno.
Non risulta riduttivo, pertanto, dedurre che, al di là della diffusione delle logiche del breve periodo e degli odierni meccanismi di policy, lo sfruttamento di fonti energetiche con un basso valore di EROEI si configura come la principale causa che ha condotto alla crisi globale attuale.
Ciononostante, è necessario non incorrere nell’errore di lasciare affermare una prospettiva pessimistica in merito, dal momento che una speranza per uscire dalla crisi planetaria in corso esiste. L’economia, infatti, può essere rilanciata attraverso l’investimento in ricerca e sviluppo di tecnologie che consentano lo sfruttamento di giacimenti di energia ad alto EROEI, alcune delle quali compaiono tra quelle che il cofondatore della Breakthrough Energy Coalition, Bill Gates, ha definito “Energy Miracles” - Self-Driving Vehicles, Fuel Cell Cars, Advanced Nuclear Reactors, Wave/Tidal Power, Efficient Solar, Tall Wind, Better Batteries, Home Automation.
Nonostante ciò sia noto ai più, perché si è così tanto restii a credere e ad investire in tale direzione? Perché si continua a celare la non sostenibilità economica e ambientale dell’attuale mix energetico? Perché esiste così tanta disinformazione circa i vantaggi delle tecnologie di produzione energetiche all’avanguardia? È la risposta a questi e altri quesiti che occorre trovare se si desidera che l’uscita dalla crisi globale non resti soltanto una mera utopia.