A POSSIBILE OGGI SI VOTA
Inviato: 28/09/2017, 12:24
Documento politico e organizzativo redatto dal nostro Segretario Giuseppe Civati
Possibile ha creduto più di altri e prima di altri alla possibilità che si potesse presentare un'unica lista, autonoma, a sinistra e per la Repubblica, che coinvolgesse tutti i soggetti interessati, come si è detto a Parma in occasione degli Stati generali dello scorso gennaio.
Un lavoro unitario non retorico, ma basato sulla relazione politica e sui contenuti programmatici.
Le «popolarie»
Ciò che vogliamo proporre a tutti i soggetti che vorranno aderire alla lista unica è di creare strumenti di consultazione nazionale e locale, sulla base di una lista di chi vorrà partecipare. Non sul cognome, appunto. Ma sul progetto. Su ciò che vogliamo fare. Ci siamo rotti i cognomi e le primarie stesse, chiunque le abbia fatte, sono state sempre troppo nominalistiche. Pensiamo a un concorso vero e contendibile, sulle priorità, sulle modalità, sulle scelte di fondo. Non c’è, del resto, il voto al premier, c’è invece un bisogno forte di politica. In cui protagoniste siano le persone, non i capi e i capetti. La politica, non il potere fine a se stesso.
Il popolo che si riunirà sarà protagonista della sfida e la base elettorale del soggetto che si presenterà alle elezioni.
Per votare sulle «cose», si può adottare il sistema di «voto alternativo» (https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_alternativo), dando la possibilità alle assemblee locali di individuare proposte, che non possono provenire solo dalla politica nazionale.
Chi partecipa e vota alle «popolarie» nel 2017 nel 2018 voterà per decidere cosa farà in Parlamento il gruppo che ne risulta eletto. Come fanno in Germania e come avremmo dovuto fare anche in Italia, nel 2013. Al vaglio degli elettori, prima, durante e dopo.
Nel Paese
Un’assemblea nazionale da convocarsi entro la fine di novembre, dopo avere promosso le assemblee locali: ogni decisione deve essere presa dalle cittadine e dai cittadini, in un percorso semplice e democratico e soprattutto inclusivo. Ciò deve valere anche per le candidature, per sbloccare ciò che la maggioranza ha bloccato con il ricorso a sistemi elettorali che puntano dichiaratamente al mantenimento dello status quo.
Va associata partecipazione a mobilitazione: promuoviamo insieme «la grande impresa», nel mondo del lavoro e della produzione, perché la sinistra non può partire che dalla società che lavora e che produce.
In Parlamento
Una presa di posizione, insieme, sull’ennesima, ‘nuova’ legge elettorale, che blocca liste, candidati e anche il sistema e un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio.
La campagna
Una regia comune sulla comunicazione, in un percorso che Possibile ha già avviato e che mette a disposizione di tutti. E, soprattutto, un confronto programmatico, per definire le linee fondamentali intorno alle quali muoverci: noi portiamo il Manifesto, nella speranza che si entri presto nel merito e nel dettaglio delle proposte, perché siano puntuali e precise, numeri e dati alla mano.
A tutti i livelli
Questo vale a livello nazionale e a livello locale, dove il coordinamento tra tutti i soggetti deve partire subito.
Voto favorevole
Voto contrario
Astensione
Possibile ha creduto più di altri e prima di altri alla possibilità che si potesse presentare un'unica lista, autonoma, a sinistra e per la Repubblica, che coinvolgesse tutti i soggetti interessati, come si è detto a Parma in occasione degli Stati generali dello scorso gennaio.
Un lavoro unitario non retorico, ma basato sulla relazione politica e sui contenuti programmatici.
Le «popolarie»
Ciò che vogliamo proporre a tutti i soggetti che vorranno aderire alla lista unica è di creare strumenti di consultazione nazionale e locale, sulla base di una lista di chi vorrà partecipare. Non sul cognome, appunto. Ma sul progetto. Su ciò che vogliamo fare. Ci siamo rotti i cognomi e le primarie stesse, chiunque le abbia fatte, sono state sempre troppo nominalistiche. Pensiamo a un concorso vero e contendibile, sulle priorità, sulle modalità, sulle scelte di fondo. Non c’è, del resto, il voto al premier, c’è invece un bisogno forte di politica. In cui protagoniste siano le persone, non i capi e i capetti. La politica, non il potere fine a se stesso.
Il popolo che si riunirà sarà protagonista della sfida e la base elettorale del soggetto che si presenterà alle elezioni.
Per votare sulle «cose», si può adottare il sistema di «voto alternativo» (https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_alternativo), dando la possibilità alle assemblee locali di individuare proposte, che non possono provenire solo dalla politica nazionale.
Chi partecipa e vota alle «popolarie» nel 2017 nel 2018 voterà per decidere cosa farà in Parlamento il gruppo che ne risulta eletto. Come fanno in Germania e come avremmo dovuto fare anche in Italia, nel 2013. Al vaglio degli elettori, prima, durante e dopo.
Nel Paese
Un’assemblea nazionale da convocarsi entro la fine di novembre, dopo avere promosso le assemblee locali: ogni decisione deve essere presa dalle cittadine e dai cittadini, in un percorso semplice e democratico e soprattutto inclusivo. Ciò deve valere anche per le candidature, per sbloccare ciò che la maggioranza ha bloccato con il ricorso a sistemi elettorali che puntano dichiaratamente al mantenimento dello status quo.
Va associata partecipazione a mobilitazione: promuoviamo insieme «la grande impresa», nel mondo del lavoro e della produzione, perché la sinistra non può partire che dalla società che lavora e che produce.
In Parlamento
Una presa di posizione, insieme, sull’ennesima, ‘nuova’ legge elettorale, che blocca liste, candidati e anche il sistema e un lavoro parlamentare comune per proposte condivise nell’ambito della legge di bilancio.
La campagna
Una regia comune sulla comunicazione, in un percorso che Possibile ha già avviato e che mette a disposizione di tutti. E, soprattutto, un confronto programmatico, per definire le linee fondamentali intorno alle quali muoverci: noi portiamo il Manifesto, nella speranza che si entri presto nel merito e nel dettaglio delle proposte, perché siano puntuali e precise, numeri e dati alla mano.
A tutti i livelli
Questo vale a livello nazionale e a livello locale, dove il coordinamento tra tutti i soggetti deve partire subito.
Voto favorevole
Voto contrario
Astensione