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Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fiom"

Inviato: 22/02/2012, 23:53
da mariok
Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fiom"

Dirigenti Pd che scendono in piazza contro il Governo Monti? Stefano Fassina su Facebook prova a stemperare le polemiche sulla sua partecipazione al corteo Fiom. Rimettendo la decisione alla segreteria Pd e non rinunciando a qualche stilletata ai veltroniani

Roma, 22-02-2012

Sceglie Facebook, Stefano Fassina, per cercare di riportare calma e giudizio sulla sua eventuale partecipazione alla manifestazione della Fiom del 9 marzo e "rafforzare la responsabilizzazione di tutti verso le posizioni collegialmente deliberate". Decida la segreteria.

Contro Marchionne, non contro Monti

"Lo sciopero generale della Fiom del 9 marzo - scrive il responsabile economico del Pd - contrariamente a quanto affermato da tanti poco informati, non ha come obiettivo il governo Monti. La piattaforma indica i seguenti punti: 'Riconquistare il contratto a partire da Fiat, estendere l'occupazione, i diritti e l'articolo 18, garantire il reddito e la cittadinanza'. Il punto fondamentale - osserva Fassina - è la negazione della democrazia negli stabilimenti Fiat e, aspetto altrettanto grave, la iscriminazione degli iscritti Fiom dalle ri-assunzioni a Pomigliano".



Sinistra Pd in cerca di una via

"Partecipare, senza aderire - si legge ancora nel post - in coerenza con il principio di autonomia tra partiti politici e forze sociali, non vuole dire sottoscrivere le singole rivendicazioni proposte dagli organizzatori. Vuol dire dimostrare sensibilita' politica verso le drammatiche condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici e verso i problemi acuti di democrazia nel nostro Paese. Per tali ragioni, ho detto che avrei partecipato alle manifestazioni indette dalla Fiom per il 9 marzo".



La stilettata ai veltroniani: deciderà Bersani

"La mia posizione, naturale per un partito democratico fondato sul lavoro, ha scatenato ieri - ricorda Fassina - reazioni incomprensibili e spesso strumentali da parte di alcuni dirigenti del Pd. Dato il delicatissimo passaggio politico, in particolare in relazione al confronto tra governo e parti sociali sul lavoro, mi preme innanzitutto l'unita' della 'ditta' e, quindi intendo fare ogni sforzo per rappresentare l'insieme del Pd. Pertanto - spiega quindi Fassina - rimetto la scelta della mia partecipazione alle manifestazione del 9 marzo alla segreteria nazionale del Pd. Spero così di offrire un modesto contributo a rafforzare la responsabilizzazione di tutti verso le posizioni collegialmente deliberate".





http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=161891

Re: Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fi

Inviato: 24/02/2012, 18:31
da pancho
mariok ha scritto:Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fiom"

Dirigenti Pd che scendono in piazza contro il Governo Monti? Stefano Fassina su Facebook prova a stemperare le polemiche sulla sua partecipazione al corteo Fiom. Rimettendo la decisione alla segreteria Pd e non rinunciando a qualche stilletata ai veltroniani

Roma, 22-02-2012

Sceglie Facebook, Stefano Fassina, per cercare di riportare calma e giudizio sulla sua eventuale partecipazione alla manifestazione della Fiom del 9 marzo e "rafforzare la responsabilizzazione di tutti verso le posizioni collegialmente deliberate". Decida la segreteria.

Contro Marchionne, non contro Monti

"Lo sciopero generale della Fiom del 9 marzo - scrive il responsabile economico del Pd - contrariamente a quanto affermato da tanti poco informati, non ha come obiettivo il governo Monti. La piattaforma indica i seguenti punti: 'Riconquistare il contratto a partire da Fiat, estendere l'occupazione, i diritti e l'articolo 18, garantire il reddito e la cittadinanza'. Il punto fondamentale - osserva Fassina - è la negazione della democrazia negli stabilimenti Fiat e, aspetto altrettanto grave, la iscriminazione degli iscritti Fiom dalle ri-assunzioni a Pomigliano".



Sinistra Pd in cerca di una via

"Partecipare, senza aderire - si legge ancora nel post - in coerenza con il principio di autonomia tra partiti politici e forze sociali, non vuole dire sottoscrivere le singole rivendicazioni proposte dagli organizzatori. Vuol dire dimostrare sensibilita' politica verso le drammatiche condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici e verso i problemi acuti di democrazia nel nostro Paese. Per tali ragioni, ho detto che avrei partecipato alle manifestazioni indette dalla Fiom per il 9 marzo".



La stilettata ai veltroniani: deciderà Bersani

"La mia posizione, naturale per un partito democratico fondato sul lavoro, ha scatenato ieri - ricorda Fassina - reazioni incomprensibili e spesso strumentali da parte di alcuni dirigenti del Pd. Dato il delicatissimo passaggio politico, in particolare in relazione al confronto tra governo e parti sociali sul lavoro, mi preme innanzitutto l'unita' della 'ditta' e, quindi intendo fare ogni sforzo per rappresentare l'insieme del Pd. Pertanto - spiega quindi Fassina - rimetto la scelta della mia partecipazione alle manifestazione del 9 marzo alla segreteria nazionale del Pd. Spero così di offrire un modesto contributo a rafforzare la responsabilizzazione di tutti verso le posizioni collegialmente deliberate".

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=161891
Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fiom
Gia' questa domanda mi fa girare ... gli zebedei.
Siccome e' una scelta politica anche quella di non aderire(non facciamo finta di non capire) e' pure una scelta politica quella di aderire.
E allora dove sta' il vero problema?

Io lo so e l'ho sempre detto!! Tenere in piedi qualcosa che non sta' in piedi da sola. Bisogna puntellarla da tutte le parti magari anche anche rimangiandosi i propri ideali.
Ma a scopo di che?
Avremmo avuto dei vantaggi da tutto questo? E quali?
Qualcuno me lo spega che non siano pero' quelli pero che continuamente mi sta' martellando Monti?

un salutone

Re: Fassina a Bersani: "Dimmi se posso manifestare con la Fi

Inviato: 26/02/2012, 20:15
da pancho
22 febbraio 2012, 01:40

Noi stiamo con la Fiom. E con Fassina.

Lo strano caso del linciaggio nei confronti di Stefano Fassina merita una riflessione.
Lui dice che intende aderire e partecipare allo sciopero dei metalmeccanici. Alcuni suoi colleghi del Pd lo criticano aspramente.
Forse perché Fassina aveva osato ribadire la posizione del Pd, motivandola, contro le dichiarazioni di Veltroni?


La Fiom ha indetto lo sciopero generale dei metalmeccanici per il prossimo nove marzo, con manifestazione conclusiva a Roma, a piazza san Giovanni. In realtà, si tratta della decisione di trasformare in sciopero la manifestazione prevista prima per l'11 e poi per il 18 febbraio, che non ebbe luogo a causa del maltempo. Le ragioni dello sciopero sono esattamente quelle che annunciavano la manifestazione di febbraio. E restano fortissime e condivisibili. Si possono sintetizzare in tre passaggi. Il primo è condensato nello slogan "La democrazia al lavoro", e fa riferimento al rischio, molte volte sollevato da Maurizio Landini, che l'attacco di pezzi confindustriali al lavoro in Italia pone un problema di democrazia, tanto nelle fabbriche quanto nelle istituzioni. Il secondo passaggio è relativo alla vicenda Fiat, che esce da Confindustria creando una nuova compagnia, per applicare le deroghe al contratto nazionale consentite dall'articolo 8 della famigerata legge Sacconi. Così, oggi, nello stabilimento di Pomigliano centinaia di operai con in tasca la tessera Fiom non fanno ritorno in fabbrica. E così accadrà altrove, perché l'operazione Marchionne si estenderà a macchia d'olio. Sono in grave pericolo, dunque, i diritti di libertà sindacale. Il terzo passaggio sostiene che, proprio in virtù di questi attacchi al lavoro, alla sua dignità e alla libertà di espressione sindacale, la riforma proposta dal governo e da Confindustria, con al centro l'articolo 18, non può che dare il colpo mortale alle conquiste di civiltà condensate nella nostra Costituzione. La posizione della Fiom è del tutto condivisibile. Noi di Paneacqua, infatti, stiamo con la Fiom. E pazienza se i modernisti senza modernità che riempiono le prime pagine dei giornali ci giudicheranno "conservatori" e "retroguardia operaista". Il fatto è che anche noi, come Landini e la Fiom, siamo convinti che tra i diritti inalienabili sanciti dalla Costituzione vi siano, ancora, il diritto al lavoro e alla libertà sindacale. E la Costituzione, piaccia a o meno, è ancora in vigore. Dunque, saremo con gli impiegati e gli operai metalmeccanici in piazza san Giovanni il prossimo marzo 9 marzo. E speriamo che i nostri lettori non solo apprezzino la nostra scelta, ma scendano con noi in quella straordinaria piazza romana.

Fin qui, nulla di strano. Ma è accaduto che il responsabile Economia e lavoro del Partito Democratico, Stefano Fassina, si sia spinto, nel corso di una trasmissione televisiva, a dire che condivide le ragioni e i valori dello sciopero dei metalmeccanici Fiom. E non solo aderisce, ma sarà in piazza il 9 marzo. Apriti cielo! Lo schieramento dei pretoriani liberal (o modem, o come si chiamano) del Partito democratico, come una falange, si è mosso immediatamente, al primo lancio di agenzie. Povero Fassina, trattato peggio della Marcegaglia che offende i sindacati con chiacchiere da bar.

Insomma, appena la notizia dell'appoggio di Fassina allo sciopero si è diffusa nei corridoi di piazza del Nazareno, dove ha sede il Pd, ecco un corri corri isterico verso l'ufficio stampa a rilasciar dichiarazioni e commenti, irati e furibondi contro l'incauto responsabile economia. Gli addetti stampa non sapevano più a chi dar retta per primo. Immaginiamo che abbiano dovuto elaborare un'estrazione a sorte. Vinta dal quartetto Ceccanti, Martella, Meloni e Barzini. I perdenti hanno dovuto accontentarsi del solito post sulla propria pagina di Facebook. È dura la vita per i modernisti.

Andrea Martella, deputato veneto (nella regione dove capolista era tal Massimo Calearo), chiede con piglio serioso a Fassina: "un membro della segreteria può assumere una decisione così impegnativa per tutto il PD? E poi la presenza ad una manifestazione come quella della Fiom è un contributo al buon successo della trattativa aperta tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro?". Per non farsi mancare la stoccata finale rincara: "si può sostenere il governo Monti e scendere in piazza con parole d'ordine di contestazione?". È evidente che Martella non si è informato sulle reali ragioni dello sciopero (dignità del lavoro e libertà sindacale).

Stefano Ceccanti, senatore, pisano eletto in Piemonte, docente di Diritto pubblico comparato, non esita ad usare la bacchetta del maestro per punire il povero Stefano Fassina. E dopo aver citato, decontestualizzandolo, un passaggio del documento Fiom in cui legittimamente si critica il governo Monti, dichiara in una stizzita nota alla stampa: "La partecipazione è puramente individuale o è stata decisa in qualche organo? Come si può conciliare col sostegno forte e convinto al governo Monti, comprese le materie elencate nella piattaforma che sono quelle centrali nella sua azione?".

Marco Meloni, consigliere regionale sardo, membro della segreteria nazionale del Pd (e collega di Fassina), tuona: "le posizioni della Fiom sono radicalmente (e legittimamente) antagoniste nei confronti di un governo che il Pd sostiene. Dunque, poiché ritenere che le posizioni della Fiom siano giuste e allo stesso tempo sostenere il governo è impossibile, e dal momento che il suo ruolo gli impedisce di partecipare a titolo personale, eviti di farlo e di minare la credibilità del partito. L'invito che rivolgo a Fassina è di rispettare, a maggior ragione in una fase di confronto assai delicato tra esecutivo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, il sacrosanto principio dell'autonomia della politica dal sindacato e del sindacato dalla politica. Oltreché di operare per unire il Pd attorno al sostegno al governo guidato da Mario Monti". Ragazzi, che botte! Da orbi!

Ma la verità viene a galla, come spesso accade, nelle dichiarazioni delle donne. Ludina Barzini, notissima giornalista e scrittrice, ma in questo caso intervenuta come vicepresidente dei Liberal del Pd, svela il trucco: "È anche di pochi giorni fa l'indecoroso linguaggio greve e insultante usato da Fassina per attaccare l'intervista del deputato Walter Veltroni al quotidiano la Repubblica. Veltroni auspicava un Pd aperto, pluralistico in grado di recepire le istanze della società civile fuori dai vecchi e chiusi schemi partitici per costruire un grande partito riformatore e moderno di cui il paese ha davvero bisogno. Non sono pochi coloro che condividono queste idee. Idee aperte alla discussione non agli insulti".

Eccolo il peccato originale di Stefano Fassina, aver osato rendere pubbliche e motivate critiche all'intervista di Veltroni. La sua dichiarazione è stata solo il pretesto. Se avesse detto: "domani parteciperò al martedì grasso a Venezia, perché il Carnevale ha giuste ragioni", avrebbero fatto lo stesso. Temiamo. E per linciarlo, sono intervenuti un deputato, un senatore, un consigliere regionale e una nota donna della cultura italiana. Beh, è un caso di scuola di accerchiamento leninista dell'avversario. Non c'è male per una falange modernista oltrenovecentista.

Caro Fassina, continua così, noi saremo sempre dalla tua parte.


da - http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=19716
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Ps:
Volete sapere quali sono le dichiarazione di un ns. vecchio amico orbo de un ocio ?

Testualmente: "noi della sinistra del PD non siamo con Fassina". Questo l'avevo capito da un pezzo ma dichiararsi sinstra del PD ce ne vuole parecchio.
Vi rendete conto!? Oramai non c'e' piu' religione. I termino non hanno piu' alcuna valenza: bisogna ogni qualvolta rivolgersi alla Treccani per capirne di piu'. Capitooooo!?

Pensa un po allora cosa potrebbero essere invece coloro che si ritengono appartenere alla destra del PD?
Essi', perche' se c'e' una sinistra(non l'ho detto io ma qualcun altro) per forza ci deve essere anche un centro ed una destra. O sbaglio?


un salutone