Elezioni politiche in Europa
Inviato: 28/03/2012, 10:43
Elezioni in Andalusia: i socialisti perdono ma i popolari non vincono
di: Elena Marisol Brandolini
marzo - 26 - 2012
Tutti i sondaggi prospettavano una nuova disfatta elettorale per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE), invece, i socialisti hanno perso la qualità di primo partito, ma i popolari di Javier Arenas, che hanno sopravanzato per la prima volta il PSOE nell’area, con il 40,6% dei suffragi, perdono però rispetto alle elezioni del 2011 quasi mezzo milione di voti e si fermano a 50 seggi
Tutti i sondaggi prospettavano una nuova disfatta elettorale per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE), in questa ultima domenica di marzo: ieri si celebravano, infatti, le elezioni per il parlamento andaluso e il Partido Popular (PP) era accreditato come vincente nelle elezioni, con maggioranza assoluta e perciò in grado di scalzare i socialisti dalla guida dell’Andalusia dopo 30 anni di governo.
Invece, i socialisti hanno perso la qualità di primo partito, passando dai 56 seggi conseguiti nelle precedenti elezioni del 2008 agli attuali 47 e con una percentuale di voti pari al 39,5% (+3% comunque rispetto alle elezioni generali del novembre 2011); ma i popolari di Javier Arenas, che hanno sopravanzato per la prima volta il PSOE nell’area, con il 40,6% dei suffragi, perdendo però rispetto alle elezioni del 2011 quasi mezzo milione di voti, si sono fermati a 50 seggi (prima ne avevano 47), un risultato molto lontano dalla maggioranza assoluta di 55 seggi richiesta per formare un nuovo esecutivo.
E dal momento che Izquierda Unida (IU) ha raddoppiato la sua rappresentanza parlamentare, passando da 6 a 12 seggi, appare oggi possibile confermare, in Andalusia, un governo di sinistra a guida socialista.
Un vero smacco per il PP guidato da Mariano Rajoy, che oggi governa in Spagna e nella maggioranza delle comunità autonome, costretto ad arretrare nell’ultimo feudo socialista rimasto, quello più popolato del paese. Una insperata boccata d’ossigeno per i socialisti che dall’Andalusia possono ripartire per costruire l’opposizione.
Le cose non sono andate meglio al partito di Rajoy nelle Asturie, dove ieri si tenevano comizi elettorali anticipati, voluti da Francisco Álvarez Cascos, presidente del Principato asturiano, ex segretario del PP e leader del Foro Asturias Ciudadanos (FAC, da una scissione del PP). I socialisti, infatti tornano ad essere il partito più votato, con il 31,9% e la conquista di 16 seggi (1 in più rispetto alle elezioni locali di maggio 2011), il FAC diventa seconda forza politica e perde 3 seggi (conquistandone 13) e il PP arriva solo terzo, confermando la propria rappresentanza parlamentare (10 seggi).
Un risultato deludente per i popolari locali, che non sembrano partecipare del successo del novembre scorso. E, nell’immediato, un problema di governabilità, perché la sinistra tutta insieme, sommando ai seggi socialisti quelli di IU (+1) e il nuovo arrivo di Unión Progreso y Democracía (UPyD, 1 seggio), non raggiunge la maggioranza assoluta per formare un governo, obiettivo invece possibile per la destra, che però è fortemente divisa.
José Antonio Griñán, candidato socialista a ripetere come presidente della giunta andalusa, il più potente sostenitore di Carme Chacón candidata e perdente alla segreteria del partito socialista spagnolo, atteso al varco del congresso del suo partito rinviato a dopo l’esito elettorale, ha rivendicato con orgoglio di essere riuscito a ribaltare il giudizio dei sondaggi: c’è una maggioranza di voti in Andalusia che non va a destra, ha detto, e che consente di poter contare su di un governo stabile, che sconfigga la crisi, salvaguardando i diritti dei lavoratori e lo stato sociale.
Ed effettivamente, è un voto questo che trova una sua spiegazione in chiave nazionale, in risposta alle misure anticrisi che Rajoy ha varato, con la riforma del mercato del lavoro, e ha promesso. Un buon viatico per lo sciopero generale dei sindacati del prossimo 29 di marzo.
http://www.paneacqua.info/2012/03/elezi ... n-vincono/
di: Elena Marisol Brandolini
marzo - 26 - 2012
Tutti i sondaggi prospettavano una nuova disfatta elettorale per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE), invece, i socialisti hanno perso la qualità di primo partito, ma i popolari di Javier Arenas, che hanno sopravanzato per la prima volta il PSOE nell’area, con il 40,6% dei suffragi, perdono però rispetto alle elezioni del 2011 quasi mezzo milione di voti e si fermano a 50 seggi
Tutti i sondaggi prospettavano una nuova disfatta elettorale per il Partido Socialista Obrero Español (PSOE), in questa ultima domenica di marzo: ieri si celebravano, infatti, le elezioni per il parlamento andaluso e il Partido Popular (PP) era accreditato come vincente nelle elezioni, con maggioranza assoluta e perciò in grado di scalzare i socialisti dalla guida dell’Andalusia dopo 30 anni di governo.
Invece, i socialisti hanno perso la qualità di primo partito, passando dai 56 seggi conseguiti nelle precedenti elezioni del 2008 agli attuali 47 e con una percentuale di voti pari al 39,5% (+3% comunque rispetto alle elezioni generali del novembre 2011); ma i popolari di Javier Arenas, che hanno sopravanzato per la prima volta il PSOE nell’area, con il 40,6% dei suffragi, perdendo però rispetto alle elezioni del 2011 quasi mezzo milione di voti, si sono fermati a 50 seggi (prima ne avevano 47), un risultato molto lontano dalla maggioranza assoluta di 55 seggi richiesta per formare un nuovo esecutivo.
E dal momento che Izquierda Unida (IU) ha raddoppiato la sua rappresentanza parlamentare, passando da 6 a 12 seggi, appare oggi possibile confermare, in Andalusia, un governo di sinistra a guida socialista.
Un vero smacco per il PP guidato da Mariano Rajoy, che oggi governa in Spagna e nella maggioranza delle comunità autonome, costretto ad arretrare nell’ultimo feudo socialista rimasto, quello più popolato del paese. Una insperata boccata d’ossigeno per i socialisti che dall’Andalusia possono ripartire per costruire l’opposizione.
Le cose non sono andate meglio al partito di Rajoy nelle Asturie, dove ieri si tenevano comizi elettorali anticipati, voluti da Francisco Álvarez Cascos, presidente del Principato asturiano, ex segretario del PP e leader del Foro Asturias Ciudadanos (FAC, da una scissione del PP). I socialisti, infatti tornano ad essere il partito più votato, con il 31,9% e la conquista di 16 seggi (1 in più rispetto alle elezioni locali di maggio 2011), il FAC diventa seconda forza politica e perde 3 seggi (conquistandone 13) e il PP arriva solo terzo, confermando la propria rappresentanza parlamentare (10 seggi).
Un risultato deludente per i popolari locali, che non sembrano partecipare del successo del novembre scorso. E, nell’immediato, un problema di governabilità, perché la sinistra tutta insieme, sommando ai seggi socialisti quelli di IU (+1) e il nuovo arrivo di Unión Progreso y Democracía (UPyD, 1 seggio), non raggiunge la maggioranza assoluta per formare un governo, obiettivo invece possibile per la destra, che però è fortemente divisa.
José Antonio Griñán, candidato socialista a ripetere come presidente della giunta andalusa, il più potente sostenitore di Carme Chacón candidata e perdente alla segreteria del partito socialista spagnolo, atteso al varco del congresso del suo partito rinviato a dopo l’esito elettorale, ha rivendicato con orgoglio di essere riuscito a ribaltare il giudizio dei sondaggi: c’è una maggioranza di voti in Andalusia che non va a destra, ha detto, e che consente di poter contare su di un governo stabile, che sconfigga la crisi, salvaguardando i diritti dei lavoratori e lo stato sociale.
Ed effettivamente, è un voto questo che trova una sua spiegazione in chiave nazionale, in risposta alle misure anticrisi che Rajoy ha varato, con la riforma del mercato del lavoro, e ha promesso. Un buon viatico per lo sciopero generale dei sindacati del prossimo 29 di marzo.
http://www.paneacqua.info/2012/03/elezi ... n-vincono/