le cifre del Dipartimento delle Finanze del MINISTERO DELL'ECONOMIA
Irpef, ecco i dati: oltre 20 milioni di italiani
con un reddito sotto i 15 mila euro
La media è di 19.250 euro. Solo l'1% dichiara redditi superiori a 100mila euro, la maggioranza (90%) è sotto i 35mila
MILANO - Il reddito medio degli italiani è pari a 19.250 euro lordi. È quanto risulta dall'elaborazione delle ultime dichiarazioni dei redditi Irpef (dichiarazioni 2011 su anno di imposta 2010), diffuse dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. In un anno il reddito degli italiani è cresciuto dell'1,2% ma il 49% dei contribuenti ha un reddito complessivo lordo annuo che non supera i 15.000 euro l'anno. Un terzo degli italiani (circa 14 milioni) non supera un reddito complessivo lordo di 10.000 euro. Il 30% dei contribuenti dichiara redditi compresi tra i 15.000 ed i 26.000 euro, il 20% invece redditi tra i 26.000 e i 100.000 euro. Solo l'1% dei contribuenti italiani dichiara redditi superiori ai 100.000 euro, mentre il 90% è sotto i 35mila euro lordi. I contribuenti con redditi dichiarati superiori ai 300.000 euro sono invece 30.590, lo 0,07% del totale
REGIONI - Ma dove e chi dichiara di più? L'analisi territoriale mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 13.970 euro. Nel 2010 si evidenzia, in controtendenza rispetto al 2009, una crescita superiore del reddito complessivo medio nelle regioni settentrionali rispetto al resto del Paese: gli incrementi variano da un massimo dell'1,3% al nord-ovest ad un minimo dello 0,6% nelle isole.
10 MILIONI A «IMPOSTA ZERO» - Con questa situazione di redditi (dichiarati) molto bassi, è alto il numero di quanti non sono tenuti a pagare le tasse: sono circa 10,7 milioni i contribuenti che «hanno imposta netta pari a zero», in pratica non pagano l'Irpef. Si tratta di contribuenti a basso reddito compresi nelle soglie di esenzione o la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni del Fisco.
GLI IMPRENDITORI - Le cifre del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia dicono che quella degli imprenditori sarebbe una categoria a basso reddito. La media infatti è di 18.170 euro di reddito lordo, meno dei dipendenti (19.810 euro) e degli autonomi (41.320 euro). Il reddito dei pensionati è invece di 14.980 euro, mentre quello «da partecipazione» è di 16.500 euro.
LA CRISI - Il Dipartimento delle Finanze ha ricordato che «dopo la profonda crisi economica che ha segnato il 2009, il 2010 è stato caratterizzato da una lieve ripresa, con un recupero del Pil reale (+1,8%) e nominale (+2,2%)». Le dichiarazioni dei redditi presentate per l'anno d'imposta 2010 sono state oltre 41,5 milioni, in lieve aumento rispetto all'anno precedente (0,6 per cento). Anche il numero di contribuenti è tornato a crescere (+24 mila), recuperando in minima parte il calo registrato nell'anno precedente (-280 mila). Ad aumentare sono soprattutto i contribuenti che dichiarano un reddito da lavoro dipendente (+56 mila), contro il calo di chi dichiara reddito d'impresa e lavoro autonomo
IL PESO DELLE ADDIZIONALI - A pesare sul reddito dei cittadini è l'addizionale regionale Irpef, in totale 8,6 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro. L'Irpef comunale ammonta invece a circa 3 miliardi (+0,4%) con un importo medio per italiano pari a 120 euro. È il Lazio a registrare l'addizionale regionale media più alta (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro). Al contrario l'addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro).
LE REAZIONI - Il leader del Pd Pierluigi Bersani commenta così i dati sulle dichiarazioni dei redditi: «
È l'eterna raffigurazione della vergogna dell'evasione fiscale». «
Le tasse, in un corretto sistema democratico - ha aggiunto Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl -
non dovrebbero essere percepite come una sofferenza, ma come una giusta contribuzione al bene comune».
Ma sul rapporto tra reddditi di imprenditori e dipendenti reagisce la Cguia di Mestre: «
È un falso statistico - spiega Giuseppe Bortolussi -
non è vero che gli imprenditori guadagnano meno dei dipendenti. Ancora una volta qualcuno in malafede include, nel dato medio del lavoratore dipendente, stipendi di magistrati, manager, dirigenti che alzano il dato medio. Se il confronto viene eseguito, ad esempio, tra il reddito di un artigiano e quello di un suo dipendente, si scopre che il primo guadagna il 42% in più».
Redazione Online30 marzo 2012 (modifica il 31 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_marz ... 2b72.shtml
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Ma il Dipartimento della Finanza non e' in grado di analizzare veramente come si deve questi dati?
Ha bisogno che lo faccia la CGIA di Mestre?
Pensa un po' poi come fanno a determinare il paniere istat che tetermina il grado di inflazione e di conseguenza l'eventuale ns. recupero?
Vabbeh... son cose sapute e risapute ma non sarebbe il caso di metterle a posto o anche questi dati falsati devono per forza rimanere cosi' altrimenti questo ultrafamoso spread risalirebbe un'altra volta?
Siamo per tutto questo sempre costretti a questo amarodestino?
E per quanto tempo ancora?
un salutone