Liste civiche
Inviato: 21/02/2012, 20:34
La grande tentazione si chiama lista civica
Di Simone Collini
18 febbraio 2012
La torta è invitante, col passare del tempo continua a lievitare invece di rinsecchire. E fa gola a sempre più persone, dai palati più diversi. Che stanno studiando come aggiudicarsene una bella fetta.
La torta è quel 40 per cento di indecisi che nei sondaggi di febbraio sulle intenzioni di voto fa professione di astensionismo o risponde di non sapere a quale forza politica potrebbe dare il proprio consenso alle prossime elezioni. Gli ingredienti sono quelli arrivati sul mercato vent’anni fa, dopo la bufera di tangentopoli.
E infatti a guarnire la torta ci sono altri sondaggi, come quello realizzato a inizio mese da Ispo, secondo il quale soltanto l’8 per cento degli elettori ha «molta o moltissima fiducia» nei partiti (il 91 per cento ne ha «poca o pochissima», e solo l’1 per cento in questo caso dichiara di non avere le idee chiare). O come quelli, tutti uguali a prescindere dalle società demoscopiche che li abbiano condotti, che segnalano una fiducia costante nei “tecnici”, quali che siano le misure via via adottate dal governo Monti.
E allora ecco la soluzione, in tre parole: lista civica nazionale. Personalità diverse per professione e collocazione politica hanno lanciato la proposta, accarezzato l’idea, assicurato appoggio all’impresa, iniziato a lavorare al progetto. Personalità diverse, ma tutte unite dalla convinzione che nel dopo Monti nulla sarà più uguale a prima e che la montante delegittimazione dei partiti non conoscerà prima delle prossime politiche un’inversione di tendenza. Si va dai sindaci di Bari e di Napoli Michele Emiliano e Luigi De Magistris al presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini, dal patron della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo all’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dal comico genovese Beppe Grillo ai leader di Idv e Sel Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, che sono pronti a giocare questa carta nel caso Pd e Pdl siglino un accordo per una legge elettorale che finisca per penalizzare le forze minori (se il modello tedesco su cui si sta ragionando subirà una “pesante” correzione spagnola, la soglia di sbarramento finirà nei fatti a sfiorare quota 10 per cento).
Il tempo per organizzarsi c’ è e tutti hanno imparato la lezione, a spese di Montezemolo, su quanto possa costare partire troppo in anticipo: il presidente della Ferrari ha lanciato la proposta di una lista civica nazionale come soluzione «al bipolarismo di oggi che non funziona più» alla fine del 2010; poi Massimo Cacciari ha fatto sapere che la stava preparando nella primavera del 2011 e che l’ex presidente di Confindustria stava aspettando solo che venisse fissata la data delle elezioni per entrare in politica; ma poi è andata come è andata e ora se i critici dell’attuale bipolarismo guardano a un loro possibile leader è a Corrado Passera che guardano (ma poi è tutto da vedere se l’interessamento sia reciproco o se il ministro per lo Sviluppo economico altri e più ambiziosi progetti per il suo futuro).
Guai quindi a partire in anticipo, e senza aver prima valutato tutte le possibili variabili. E allora c’ è chi come Emiliano sta lavorando in queste settimane soprattutto per preparare il terreno su cui poi edificare il nuovo soggetto: il sindaco di Bari ha parlato in questi giorni del progetto di lista civica nazionale «come naturale evoluzione delle liste civiche presentate alle amministrative» sia con Vendola che con Gianfranco Fini.
L’ex pm pensa a una lista alleata col centrosinistra composta «dal meglio del meglio dell’Italia», in cui si candidino personalità del mondo dell’associazionismo (contatti sono stati avviati tra le altre con le Acli, Libera, Legambiente), scienziati, medici, giuristi di chiara fama, che giurino fedeltà al programma della coalizione e poi formino un gruppo unico in Parlamento: «Non bisogna solo vincere, poi bisogna governare e occorre un tasso di legittimazione superiore a quello che oggi i partiti possono riscuotere», spiega Emiliano, che è soddisfatto delle aperture mostrate da Fini e Vendola (ma interessati a far decollare il progetto sono anche De Magistris, il sindaco di Milano Pisapia e quello di Cagliari Zedda) e che la prossima settimana incontrerà Bersani per convincerlo che questa lista civica non sottrarrebbe consensi al Pd e porterebbe invece al centrosinistra «voti in più». Sono state fatte anche delle simulazioni e sembra che ci sia un 20 per cento di elettori interessati al progetto.
La concorrenza però non mancherà. Il patron del Palermo calcio Zamparini (che pare aspiri a far guidare l’operazione dal procuratore antimafia Pietro Grasso, suo amico e a volte compagno di spalti allo stadio) ha già pronti nomi e simbolo: “Movimento per la gente”, scritto sotto a un cuore giallo dentro al quale passeggiano silhouette di mamme con passeggino, bimbe in bicicletta, papà con pargolo sulle spalle. Pronta anche la prima proposta programmatica: «Equitalia sta uccidendo la gente che produce. Fermiamola!».
Avrebbe nome e simbolo pronti anche Tremonti, come rivelato questa estate dall’Unità. In questa fase l’ex ministro dell’Economia si tiene a distanza dalle beghe del Pdl e invece si dà un gran da fare tra libri, riscoperte del socialismo e proposte come quella di riconoscere maggior “peso” al voto dei giovani perché sono sottorappresentati nelle istituzioni. Però ci ha spiegato che «Futuro» (questo il nome dato alla sua «cosa») adesso «rimane a dormire nel pubblico archivio». Montezemolo insegna.
http://www.unita.it/italia/da-emiliano- ... e-1.383205
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Che ne dite?
Interessante dibattito su questo tema visto gli ostacoli per un cambio politico dirigenziale!!
un salutone
Di Simone Collini
18 febbraio 2012
La torta è invitante, col passare del tempo continua a lievitare invece di rinsecchire. E fa gola a sempre più persone, dai palati più diversi. Che stanno studiando come aggiudicarsene una bella fetta.
La torta è quel 40 per cento di indecisi che nei sondaggi di febbraio sulle intenzioni di voto fa professione di astensionismo o risponde di non sapere a quale forza politica potrebbe dare il proprio consenso alle prossime elezioni. Gli ingredienti sono quelli arrivati sul mercato vent’anni fa, dopo la bufera di tangentopoli.
E infatti a guarnire la torta ci sono altri sondaggi, come quello realizzato a inizio mese da Ispo, secondo il quale soltanto l’8 per cento degli elettori ha «molta o moltissima fiducia» nei partiti (il 91 per cento ne ha «poca o pochissima», e solo l’1 per cento in questo caso dichiara di non avere le idee chiare). O come quelli, tutti uguali a prescindere dalle società demoscopiche che li abbiano condotti, che segnalano una fiducia costante nei “tecnici”, quali che siano le misure via via adottate dal governo Monti.
E allora ecco la soluzione, in tre parole: lista civica nazionale. Personalità diverse per professione e collocazione politica hanno lanciato la proposta, accarezzato l’idea, assicurato appoggio all’impresa, iniziato a lavorare al progetto. Personalità diverse, ma tutte unite dalla convinzione che nel dopo Monti nulla sarà più uguale a prima e che la montante delegittimazione dei partiti non conoscerà prima delle prossime politiche un’inversione di tendenza. Si va dai sindaci di Bari e di Napoli Michele Emiliano e Luigi De Magistris al presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini, dal patron della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo all’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dal comico genovese Beppe Grillo ai leader di Idv e Sel Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, che sono pronti a giocare questa carta nel caso Pd e Pdl siglino un accordo per una legge elettorale che finisca per penalizzare le forze minori (se il modello tedesco su cui si sta ragionando subirà una “pesante” correzione spagnola, la soglia di sbarramento finirà nei fatti a sfiorare quota 10 per cento).
Il tempo per organizzarsi c’ è e tutti hanno imparato la lezione, a spese di Montezemolo, su quanto possa costare partire troppo in anticipo: il presidente della Ferrari ha lanciato la proposta di una lista civica nazionale come soluzione «al bipolarismo di oggi che non funziona più» alla fine del 2010; poi Massimo Cacciari ha fatto sapere che la stava preparando nella primavera del 2011 e che l’ex presidente di Confindustria stava aspettando solo che venisse fissata la data delle elezioni per entrare in politica; ma poi è andata come è andata e ora se i critici dell’attuale bipolarismo guardano a un loro possibile leader è a Corrado Passera che guardano (ma poi è tutto da vedere se l’interessamento sia reciproco o se il ministro per lo Sviluppo economico altri e più ambiziosi progetti per il suo futuro).
Guai quindi a partire in anticipo, e senza aver prima valutato tutte le possibili variabili. E allora c’ è chi come Emiliano sta lavorando in queste settimane soprattutto per preparare il terreno su cui poi edificare il nuovo soggetto: il sindaco di Bari ha parlato in questi giorni del progetto di lista civica nazionale «come naturale evoluzione delle liste civiche presentate alle amministrative» sia con Vendola che con Gianfranco Fini.
L’ex pm pensa a una lista alleata col centrosinistra composta «dal meglio del meglio dell’Italia», in cui si candidino personalità del mondo dell’associazionismo (contatti sono stati avviati tra le altre con le Acli, Libera, Legambiente), scienziati, medici, giuristi di chiara fama, che giurino fedeltà al programma della coalizione e poi formino un gruppo unico in Parlamento: «Non bisogna solo vincere, poi bisogna governare e occorre un tasso di legittimazione superiore a quello che oggi i partiti possono riscuotere», spiega Emiliano, che è soddisfatto delle aperture mostrate da Fini e Vendola (ma interessati a far decollare il progetto sono anche De Magistris, il sindaco di Milano Pisapia e quello di Cagliari Zedda) e che la prossima settimana incontrerà Bersani per convincerlo che questa lista civica non sottrarrebbe consensi al Pd e porterebbe invece al centrosinistra «voti in più». Sono state fatte anche delle simulazioni e sembra che ci sia un 20 per cento di elettori interessati al progetto.
La concorrenza però non mancherà. Il patron del Palermo calcio Zamparini (che pare aspiri a far guidare l’operazione dal procuratore antimafia Pietro Grasso, suo amico e a volte compagno di spalti allo stadio) ha già pronti nomi e simbolo: “Movimento per la gente”, scritto sotto a un cuore giallo dentro al quale passeggiano silhouette di mamme con passeggino, bimbe in bicicletta, papà con pargolo sulle spalle. Pronta anche la prima proposta programmatica: «Equitalia sta uccidendo la gente che produce. Fermiamola!».
Avrebbe nome e simbolo pronti anche Tremonti, come rivelato questa estate dall’Unità. In questa fase l’ex ministro dell’Economia si tiene a distanza dalle beghe del Pdl e invece si dà un gran da fare tra libri, riscoperte del socialismo e proposte come quella di riconoscere maggior “peso” al voto dei giovani perché sono sottorappresentati nelle istituzioni. Però ci ha spiegato che «Futuro» (questo il nome dato alla sua «cosa») adesso «rimane a dormire nel pubblico archivio». Montezemolo insegna.
http://www.unita.it/italia/da-emiliano- ... e-1.383205
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Che ne dite?
Interessante dibattito su questo tema visto gli ostacoli per un cambio politico dirigenziale!!
un salutone