Salvare l’Alcoa con l’eolico

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iospero
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Salvare l’Alcoa con l’eolico

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da Il Journal

Salvare l’Alcoa con l’eolico. Il ministero per lo Sviluppo economico arriccia il naso.

Che strano Paese è l’Italia. Arriva una proposta per salvare con l’energia eolica l’Alcoa di Portovesme in Sardegna e al ministero per lo Sviluppo economico arricciano il naso perchè “è una tecnologia ancora in fase di sviluppo”.

Però proprio lo stesso ministero per lo Sviluppo economico, anzi il ministro Passera in persona, sta adoperandosi per tenere in piedi la miniera sarda di Nuraxi Figus con un megacostoso progetto basato sul Ccs: una tecnologia, altro che in fase di sviluppo!, addirittura sperimentale (si tratterebbe infatti di un impianto pilota), pericolosa e di cui esistono pochissime applicazioni in tutto il mondo.

La differente valutazione del Governo dipende forse dal fatto che l’idea per l’Alcoa si basa sull’energia pulita e rinnovabile? Quella per Nuraxi Figus poggia invece sui combustibili fossili sporchi e inquinanti: nella fattispecie sul carbone, il più sporco e il più inquinante di tutti.

O almeno, questa è la domanda che mi faccio io. Voi avete interpretazioni migliori?

L’Alcoa, la fabbrica di alluminio di Portovesme, ha circa 1.500 dipendenti, è altamente energivora e si avvia vero la chiusura (donde le poteste degli operai che ieri hanno infiammato Roma) a meno che non si trovi un acquirente: le trattative con quelli finora fattisi avanti (Klesh e Glencore) stentano ad arrivare al sodo, e contemplano una riduzione dei posti di lavoro.

In questo scenario si inserisce la “manifestazione di interesse” per l’Alcoa fatta pervenire l’altro ieri al ministero per lo Sviluppo economico dalla KiteGen Research di Chieri (Torino), l’azienda che da anni sta lavorando per far decollare appunto il KiteGen, un generatore eolico di alta quota: fase di ricerca ormai conclusa, prototipo in allestimento a Sommariva Bosco (Cuneo).

In sostanza, si tratta di produrre energia elettrica non con le “normali” pale eoliche, ma con un carosello di aquiloni che volteggiano ad oltre mille metri dal suolo, dove il vento soffia più forte e più costante.

KigeGen Research l’altro ieri ha inviato due lettere firmate dal presidente Massimo Ippolito: la prima al ministero per lo Sviluppo economico e alla Regione Sardegna; la seconda al primo ministro Monti e al ministro Passera. Sono tutte e due sul blog dell’azienda con tante scuse ai destinatari per l’ “indelicatezza” della pubblicazione ma, si legge, “altre volte tali comunicazioni sfortunatamente non ottengono riscontro”.

In buona sostanza, Kitegen Research sviluppa questo ragionamento: L’Alcoa è l’azienda che consuma più energia elettrica in Italia, circa 2.300 GWh all’anno. Fino ad ora è stata in piedi solo perchè la ottiene a prezzo scontato: questo attualmente costa alla collettività circa 100 milioni di euro all’anno.

I potenziali acquirenti chiedono di continuare ad avere energia sovvenzionata.

KiteGen Research, dicono le lettere, possiede il know-how per produrre con il vento tutta l’energia che serve all’Alcoa a prezzi stracciati: per cui non chiede allo Stato uno sconto sull’ energia ma un investimento iniziale rapidamente ammortizzabile

L’azienda ha messo on line un calcolo più dettagliato: servirebbero 55 milioni di euro (la metà circa delle sovvenzioni annuali sull’energia) e un anno o poco più per realizzare il generatore eolico KiteGen; servirebbero inoltre sovvenzioni per il primo anno di funzionamento.

Dopodichè l’energia prodotta dal KiteGen potrebbe essere venduta all’Alcoa a soli 20 euro al MWh mentre ora, grazie allo “sconto” che pesa sulle tasche di tutti, l’azienda la paga 30 euro al MWh.

Il prezzo stracciato da un lato consentirebbe all’azienda di diventare competitiva sui mercati internazionali; dall’altro consentirebbe collettività di mantenere la produzione nazionale di alluminio senza sborsare più un soldo per sovvenzioni, sconti sull’energia e simili.

KiteGen Research sarebbe interessato ad acquisire l’Alcoa, mantenendo tutto il personale attuale, perchè la fabbrica sarebbe la “miglior vetrina” per la generazione di energia elettrica con l’eolico di alta quota.

L’azienda propone al ministero per lo Sviluppo economico un dialogo sui dettagli tecnici: chiede però in belle maniere di avere a che fare con persone esperte e qualificate, “per non rischiare di veder accantonare la proposta per visioni parziali, insipienza o ragioni incongrue”.

Ovviamente io non sono in grado di dire se il KiteGen funzionerà davvero e produrrà energia elettrica a costi così bassi.

Tuttavia mi sembra doveroso che il ministero per lo Sviluppo economico approfondisca e verifichi: si tratterebbe di tenere aperta l’Alcoa con esborsi pubblici inizialmente magari anche analoghi a quelli attuali ma pari a zero nel giro di poco tempo, non è esattamente una prospettiva da buttar via.

Invece le reazioni del ministero per lo Sviluppo economico risultano non pervenute, ad eccezione del naso arricciato segnalato su L’Unione Sarda: “E’ una proposta molto preliminare che descrive una tecnologia ancora in fase di sviluppo e di cui si richiede il cofinanziamento per la produzione di energia elettrica da fonte eolica”.

Il progetto per il Ccs a Nuraxi Figus, anch’esso relativo ad una tecnologia ancora in fase di sviluppo, comporterebbe per i contribuenti una maggiore spesa pari a circa 200-250 milioni di euro all’anno per otto anni. Più l’ampia serie di porcherie ecologiche che ho già illustrato. Solo che lì il ministro Passera non arriccia il naso.
iospero
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Re: Salvare l’Alcoa con l’eolico

Messaggio da iospero »

Il cittadino vorrebbe capire il perchè delle scelte fatte dai ministri.

Senza una risposta valida sorgono dei dubbi.
Che ci siano altri inteessi ?
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