Hollande, Obama e le tasse ai ricchi e la Patrimoniale PD
Inviato: 10/11/2012, 10:47
da repubblica.it
Hollande, Obama e le tasse ai ricchi. La patrimoniale mondiale fa sognare Bersani
Di fatto, una patrimoniale sui redditi: "Chi, come me, guadagna più di 250mila dollari l'anno, deve pagare più tasse, perché nessuno vuole un aumento del carico fiscale per la classe media". Lo dice Barack Obama, alla prima uscita pubblica dopo le elezioni. Barack Obama, non un estremista di sinistra. Ma il presidente degli Stati Uniti che sta già cercando, sulle misure economiche, una convergenza anche con alcuni settori dei Repubblicani, visto che hanno la maggioranza al congresso.
Parole pesanti. Che possono rappresentare, anche in Italia, la rottura di un tabù. Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, è forse colui che con Pier Luigi Bersani più di ogni altro si intestato la battaglia, nel suo partito: "Le parole di Obama - dice - affrontano l'ostacolo decisivo che blocca l'economia e la democrazia: la disuguaglianza nei redditi, nei patrimoni, nelle opportunità, nel potere".
Un anno fa la posizione di Fassina, prima che si insediasse il governo Monti, non era condivisa da tutto il Pd. E la scorsa estate fu al cento di un confronto, molto netto, con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, contrario alla proposta. Ora, tutto il Pd è convinto di un intervento affinchè i ricchi paghino di più. E se il vento è cambiato lo si deve, anche, al cambio di rotta che si è verificato dove la sinistra è andata al governo. Hollande, in questo, ha anticipato la svolta, proponendo una tassazione del 75 per cento per chi ha redditi superiori al milione di euro.
In fondo, la questione è semplice. Per il centrodestra si tratta di misure che contraggono l'economia e fanno scappare gli imprenditori. Per Obama, invece si tratta di un riequilibrio necessario: "Dal primo gennaio le tasse di tutti saliranno, anche quelle di coloro che guadagnano meno di 250mila dollari all'anno. Sarebbe un male per l'economia e colpirebbe le famiglie che già lottano per andare avanti". All'interno del quartier generale del Pd, in molti, lette le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti le hanno vissute come una liberazione da un pregiudizio: "Finora - dice Francesco Boccia, che del Pd rappresenta l'ala moderata - ha pagato la base della piramide sociale. Spero che le parole di Obama servano affinché chi ha di più paghi di più. La patrimoniale non è un tabù".
Tutti d'accordo, dunque. Per una volta senza tante discussioni sul tasso di riformismo e di montismo: "La scelta di redistribuire il carico fiscale dai redditi più bassi e dalle classi medie, dal lavoro e dalla piccola impresa ai redditi più elevati e alla rendita finanziaria, va nella direzione da noi proposta". È una via obbligata, e non trattabile. Boccia fa un po' di conti: "Un anno di manovre cumulate hanno portato 213 miliardi di correzione dei conti. Non essendo possibile aumentare il debito, e non essendo possibile aumentare la leva fiscale in modo generico non vedo altro spazio possibile se non far pagare di più a chi ha di più".
D'accordo anche il liberal Enrico Morando, anche se però fa una precisazione: "La patrimoniale il governo Monti l'ha già fatta, la cosa curiosa è che già c'è. L'Imu e la cassa sul fondo depositi sono patrimoniali. E nella graduatoria europea grazie alla manovra di Monti siamo passati sulla tassazione dei patrimoni dall'ultimo al secondo posto". Ciò premesso, se il Pd andrà al governo è il che fare è semplice: "In Italia - dice Morando - va riequilibrato il carico fiscale, ciò che Monti non poteva fare per ragioni oggettive, considerata la sua maggioranza".
Hollande, Obama e le tasse ai ricchi. La patrimoniale mondiale fa sognare Bersani
Di fatto, una patrimoniale sui redditi: "Chi, come me, guadagna più di 250mila dollari l'anno, deve pagare più tasse, perché nessuno vuole un aumento del carico fiscale per la classe media". Lo dice Barack Obama, alla prima uscita pubblica dopo le elezioni. Barack Obama, non un estremista di sinistra. Ma il presidente degli Stati Uniti che sta già cercando, sulle misure economiche, una convergenza anche con alcuni settori dei Repubblicani, visto che hanno la maggioranza al congresso.
Parole pesanti. Che possono rappresentare, anche in Italia, la rottura di un tabù. Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, è forse colui che con Pier Luigi Bersani più di ogni altro si intestato la battaglia, nel suo partito: "Le parole di Obama - dice - affrontano l'ostacolo decisivo che blocca l'economia e la democrazia: la disuguaglianza nei redditi, nei patrimoni, nelle opportunità, nel potere".
Un anno fa la posizione di Fassina, prima che si insediasse il governo Monti, non era condivisa da tutto il Pd. E la scorsa estate fu al cento di un confronto, molto netto, con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, contrario alla proposta. Ora, tutto il Pd è convinto di un intervento affinchè i ricchi paghino di più. E se il vento è cambiato lo si deve, anche, al cambio di rotta che si è verificato dove la sinistra è andata al governo. Hollande, in questo, ha anticipato la svolta, proponendo una tassazione del 75 per cento per chi ha redditi superiori al milione di euro.
In fondo, la questione è semplice. Per il centrodestra si tratta di misure che contraggono l'economia e fanno scappare gli imprenditori. Per Obama, invece si tratta di un riequilibrio necessario: "Dal primo gennaio le tasse di tutti saliranno, anche quelle di coloro che guadagnano meno di 250mila dollari all'anno. Sarebbe un male per l'economia e colpirebbe le famiglie che già lottano per andare avanti". All'interno del quartier generale del Pd, in molti, lette le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti le hanno vissute come una liberazione da un pregiudizio: "Finora - dice Francesco Boccia, che del Pd rappresenta l'ala moderata - ha pagato la base della piramide sociale. Spero che le parole di Obama servano affinché chi ha di più paghi di più. La patrimoniale non è un tabù".
Tutti d'accordo, dunque. Per una volta senza tante discussioni sul tasso di riformismo e di montismo: "La scelta di redistribuire il carico fiscale dai redditi più bassi e dalle classi medie, dal lavoro e dalla piccola impresa ai redditi più elevati e alla rendita finanziaria, va nella direzione da noi proposta". È una via obbligata, e non trattabile. Boccia fa un po' di conti: "Un anno di manovre cumulate hanno portato 213 miliardi di correzione dei conti. Non essendo possibile aumentare il debito, e non essendo possibile aumentare la leva fiscale in modo generico non vedo altro spazio possibile se non far pagare di più a chi ha di più".
D'accordo anche il liberal Enrico Morando, anche se però fa una precisazione: "La patrimoniale il governo Monti l'ha già fatta, la cosa curiosa è che già c'è. L'Imu e la cassa sul fondo depositi sono patrimoniali. E nella graduatoria europea grazie alla manovra di Monti siamo passati sulla tassazione dei patrimoni dall'ultimo al secondo posto". Ciò premesso, se il Pd andrà al governo è il che fare è semplice: "In Italia - dice Morando - va riequilibrato il carico fiscale, ciò che Monti non poteva fare per ragioni oggettive, considerata la sua maggioranza".