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Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 12/02/2013, 15:20
da iospero
Concorrenza internazionale e tangenti .
Come intervenire in una situazione in cui se non prometti tangenti agli acquirenti stranieri non si
riesce a vendere ?
Basta che le tangenti non vadano ai nostri manager ?
ENI, Finmeccanica, MPS, e credo ce ne siano un po' per tutti; certo la concorrenza internazionale
è spietata e non è semplice trovare un accordo in modo tale che alla fine non siano empre gli stessi a pagare, cioè i popoli sudditi dei politici corrotti.
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 13/02/2013, 17:20
da camillobenso
Ripeto quanto già espresso in altro 3D. Noi abbiamo giurisdizione solo sul territorio italiano.
La tangente Stato – Stato è normale prassi e si attua attraverso intermediari.
Ergo, la trattativa si sviluppa quando si offre a parità di prodotto la tangente più alta. A volte capita che il prodotto non sia molto qualificato, ma viene rifilato lo stesso perché quello che conta è la tangente.
Su questo dovremmo riflettere sugli F-35, che hanno il difetto di esplodere in volo se colpiti da fulmine.
Quello che la magistratura italiana deve stabilire è se nel perverso giro delle tangenti anche la dirigenza italiana non abbia chiesto una parte per sé.
Nella puntata di Agorà di stamani, Oscar Giannino (è la prima volta che sento una conferma in Tv) precisa le modalità di scambio tra Stato e Stato.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 4e.html#p=
00:26:288
Ore 08,30
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 13/02/2013, 17:23
da camillobenso
In un articolo di terza pagina stamani La Stampa titolava così:
LE CARTE
“Quelle tangenti erano una prassi abituale”
Le confessioni dell’intermediario e i legami con la Lega.
jena@lastampa
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 13/02/2013, 17:36
da camillobenso
Come se non avessimo già poco lavoro, perdiamoci anche questa commessa.
**
Monti:
ora è necessaria una governance più efficace
^^
Ecco, appunto, torni tra i suoi allievi perché di danni ne ha fatti già fin troppi.
IL MINISTRO DELLA DIFESA INDIANO
Finmeccanica, l'India sospende i pagamenti
L'inchiesta sulla commessa di 12 elicotteri
Monti: ora è necessaria una governance più efficace
Il titolo crolla in Borsa: calo del 5 per cento
L'India ha sospeso i pagamenti a Finmeccanica per la commessa da 750 milioni di dollari relativa a 12 elicotteri AgustaWestland e non accetterà la consegna di alcun velivolo fino a quando non sarà stata completata un'inchiesta della polizia indiana sulle accuse per tangenti. Lo ha riferito una fonte del ministero della Difesa indiano, all'indomani dell'arresto del presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi.
COMMESSA - C'è anche il rischio che la commessa possa essere annullata, come ha spiegato il ministro della Difesa indiano Antony. Parlando ai dai giornalisti, Antony ha ribadito che «agiremo non appena avremo i risultati della nostra inchiesta».
MONTI: GOVERNANCE PIU' EFFICACE - Sulla vicenda prende la parola anche il premier, Mario Monti: «Ora che tutto è chiaro il governo punta ad una governance efficace ed a personalità di alto livello per la Finmeccanica». Il presidente del Consiglio ha parlato durante un forum organizzato dall'Ansa. Il premier ha anche espresso preoccupazione per l'intromissione della politica in certi aspetti dell'economia, una sorta di risposta indiretta alle critiche di Antonio Di Pietro e Antonio Ingroia sulla gestione politica del caso Finmeccanica da parte del governo Monti.
IL TITOLO CROLLA IN BORSA - Intanto il titolo della holding italiana è stato congelato in Borsa per eccesso di ribasso per alcune ore. Al ritorno nelle contrattazioni, le azioni hanno confermato il calo perdendo circa il 5% a 4,19 euro.
L’INCHIESTA INDIANA - Antony ha ricordato che in passato l’Ufficio centrale di indagini (Cbi) ha indagato in altre operazioni di questo tipo «e sei imprese sono finite sulla lista nera». Il ministro, dopo aver assicurato di aver chiesto al Cbi di «agire presto», ha ricordato che fin dallo scorso anno, quando si è cominciato a parlare di questo scandalo, «abbiamo scritto attraverso il ministero degli Esteri ad Italia e Gran Bretagna», ma «non abbiamo ricevuto alcuna informazione da quei governi».
«CORRUZIONE INTOLLERABILE» - «Non possiamo tollerare alcun caso di corruzione nelle commesse per la Difesa - ha proseguito -, ma neppure vogliamo prendere decisioni affrettate prima della fine dell’inchiesta». Infine Antony ha promesso che nessun colpevole «che sia italiano o indiano» verrà risparmiato in questa vicenda, sostenendo che per quanto riguarda gli elicotteri che non sono ancora stati consegnati «decideremo dopo aver ricevuto il risultato dell’indagine del Cbi.
Redazione Online
13 febbraio 2013 | 17:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/13_febbra ... 9402.shtml
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 13/02/2013, 17:48
da Amadeus
ma una bella rotazione Crocetta's style ? non solo in Finmeccanica ?
a Bersà e copia !
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 14/02/2013, 11:15
da iospero
Berlusconi in tv fa l'elogio della mazzetta
'All'estero sono una necessità inevitabile'
L'ex premier cita Eni e Finmeccanica: "In certi paesi bisogna accettare queste condizioni per vendere"
Berlusconi in tv fa l'elogio della mazzetta 'All'estero sono una necessità inevitabile'
Pagare tangenti per accedere a determinati mercati è una situazione di necessità, negarlo è moralismo da “sepolcri imbiancati”. A parlare è Silvio Berlusconi, ospite Agorà su Raitre, a proposito dell’inchiesta che coinvolge Finmeccanica. “Ho fotografato la realtà globale esistente nel mondo”, ha detto l’ex premier, “quando Eni, Enel e Finmeccanica trattano con altri Paesi per vendere i loro prodotti devono adeguarsi alle condizioni di quel Paese”, perché “in Paesi che non sono complete democrazie ci sono altre condizioni che bisogna accettare se si vuole vendere quel prodotto”
da Il Fatto quotidiano.it
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 14/02/2013, 11:45
da lucfig
Adesso l'India ci dichiara guerra ;-P
....
Attenti che ha l'atomica!
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 14/02/2013, 20:12
da camillobenso
L’ignoranza è una gran brutta cosa. Se non avessi letto stamani su IFQ l’articolo di Bruno Tinti ex magistrato, quindi tecnico del diritto, oggi giornalista, avrei perpetuato l’errore commesso ieri nel segnalare che non abbiamo potere giurisdizionale in caso di tangenti elargite a membri di altri Stati. Ero completamente in errore per palese ignoranza.
Il Dott. Tinti, invece, precisa che:
“La corruzione internazionale è punita dall’art. 322 bis del codice penale, in applicazione della Convenzione Ocse (17/12/97) sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali.”
Dal Codice Penale:
Art. 322-bis c.p. (Peculato, concussione, corruzione e istigazione alla corruzione di membri degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri) Le disposizioni degli articoli 314, 316, da 317 a 320 e 322 c.p., terzo e quarto comma, si applicano anche:
1. ai membri della Commissione delle Comunità europee, del Parlamento europeo, della Corte di giustizia e della Corte dei conti delle Comunità europee;
2. ai funzionari e agli agenti assunti per contratto a norma dello statuto dei funzionari delle Comunità europee o del regime applicabile agli agenti delle Comunità europee;
3. alle persone comandate dagli Stati membri o da qualsiasi ente pubblico o privato presso le Comunità europee, che esercitino funzioni corrispondenti a quelle dei funzionari o agenti delle Comunità europee;
4. ai membri e agli addetti a enti costituiti sulla base dei Trattati che istituiscono le Comunità europee;
5. a coloro che, nell'ambito di altri Stati membri dell'Unione europea, svolgono funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio.
Le disposizioni degli articoli 321 e 322 c.p., primo e secondo comma, si applicano anche se il denaro o altra utilità è dato, offerto o promesso:
1. alle persone indicate nel primo comma del presente articolo;
2. a persone che esercitano funzioni o attività corrispondenti a quelle dei pubblici ufficiali e degli incaricati di un pubblico servizio nell'ambito di altri Stati esteri o organizzazioni pubbliche internazionali, qualora il fatto sia commesso per procurare a sé o ad altri un indebito vantaggio in operazioni economiche internazionali.
Le persone indicate nel primo comma sono assimilate ai pubblici ufficiali, qualora esercitino funzioni corrispondenti, e agli incaricati di un pubblico servizio negli altri casi.
***
Ergo, a fronte di notizia di reato la magistratura deve intervenire…….ma……..
Re: Concorrenza internazionale e tangenti
Inviato: 14/02/2013, 20:29
da camillobenso
L’articolo di Bruno Tinti
E le mazzette sarebbero un interesse nazionale?
(Bruno Tinti).
14/02/2013
di triskel182
Quelli che la corruzione è inevitabile.
Certamente per via di B. (ma anche di tanti altri) l’Italia, da patria del diritto ne è diventata la tomba.
Prova di ciò non sono solo le leggi vergogna che B. si è fatto per non andare in prigione, sulla quali si è sviluppato un dibattito giuridico surreale, quasi fossero cosa seria e non grimaldelli apri (anzi chiudi preventivamente) cella; in fin dei conti erano la reazione tipica di ogni delinquente (nel senso etimologico: persona che delinque; e B. è stato ritenuto 7 volte colpevole ma prescritto) che cerca di farla franca, una patologia ancora tollerabile per un Paese civile.
È il diffuso atteggiamento della politica e dei cittadini: quando l’applicazione della legge ha costi economici, sociali e politici molto elevati, la sua disapplicazione pare soluzione non solo accettabile ma doverosa.
Diritto e opportunità
Che dire degli omicidi di Ilva legalizzati per legge? Non si può certo mettere sulla strada 20.000 famiglie.
E delle perplessità sulle condanne di Pollari e degli altri funzionari che hanno collaborato con la Cia?
A che serve un servizio segreto che non può rapire o uccidere supposti nemici dello Stato; mica si possono fare processi a spie e terroristi internazionali; e, soprattutto, mica si può rifiutare l’aiuto al potentissimo alleato.
E ora, delle tangenti Finmeccanica e Saipem?
Non si può rinunciare ad appalti miliardari; se non si pagano intermediari e funzionari si è fuori dal mercato.
Che il codice penale contenga norme che considerano reato tali comportamenti; e che la Costituzione (art. 112) prescriva l’obbligatorietà dell’azione penale non imbarazza questi saccenti maîtres à penser.
Per costoro il diritto è gerarchicamente subordinato all’opportunità: se oggi conviene lasciamo perdere; ma domani, oh domani, saremo inflessibili (forse).
Per stare tra i Paesi civili
Restiamo a Finmeccanica e Saipem. La corruzione internazionale è punita dall’art. 322 bis del codice penale, in applicazione della Convenzione Ocse (17/12/97) sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali.
Non è l’Italia, dunque, che una bella mattina ha deciso di collocarsi tra i Paesi civili con una nuova legge in questo settore (e già basterebbe): è la Comunità internazionale che ha ritenuto di “reagire a pratiche diffuse distorsive della concorrenza internazionale” (parole del ministero della Giustizia italiano, pensate un po’).
Sicché non processare Orsi & C. significherebbe uscire da questa Comunità.
Ma molti Paesi hanno fatto finta di aderire alla Convenzione Ocse; e, più in generale, fanno solo finta di applicare leggi giustamente severe in materia di corruzione e anche di diritti umani e inquinamento.
Perché, quando serve, utilizzano la discrezionalità dell’azione penale, prevista nel loro ordinamento e non nel nostro.
Così obiettano i difensori dell’opportunità contingente; e dunque – dicono – altro che tutela della concorrenza internazionale: è l’Italia a essere emarginata, costretta a lottare con le mani legate.
Non si tratta di argomento da prendere alla leggera; però bisogna riflettere sulle sue conseguenze, se attuato.
Prima di tutto l’Italia non è gli Stati Uniti: in quel Paese l’abuso del potere di impedire un processo penale sarebbe immediatamente svergognato dai media e causerebbe la rovina dell’uomo politico che ne avesse abusato e perfino dell’intero Governo.
Da noi ci si è baloccati per anni con la legge bavaglio, in modo da impedire il controllo dell’informazione sul malaffare della politica. Tutto indica che l’abolizione della obbligatorietà dell’azione penale sarebbe sfruttata da B&C (i C apparterrebbero trasversalmente all’intera classe politica) per impedire il controllo di legalità sulle loro malefatte: corruzione, concussione, peculato, frode fiscale, falso in bilancio, diverrebbero, dall’oggi al domani, reati non perseguibili.
Guardare da un’altra parte
Ma c’è di più: la discrezionalità dell’azione penale può servire a coprire le più terribili violazioni dei diritti umani. Basta pensare al processo Abu Omar, dove si è opposto il segreto di Stato per evitare l’accertamento dei reati commessi dalla Cia e dai nostri Servizi.
Cosa ci differenzierà a quel punto dalla Russia di Putin e dagli altri paesi canaglia, dove la gente viene ammazzata e incarcerata dalla polizia segreta?
E del resto la vicenda Ilva non dimostra la stessa indifferenza per il diritto alla salute della gente di Taranto?
Real politik, opportunità contingente, la legge ridotta a ostacolo da superare.
Non nego che questa visione possa sedurre molte persone che vedrebbero con favore la trasformazione dell’Italia in una grande Cayman, in una nuova Svizzera, dove l’afflusso di denaro sporco, anche sporchissimo (riciclaggio, sequestro di persona, traffico di armi, droga e persone) ci renderebbe ricchi e ci permetterebbe il pagamento di tangenti senza nessuna difficoltà.
Un nuovo tipo di Stato canaglia: terrorismo finanziario ed economico in luogo di quello militare.
E chi non vuole accettare il nuovo corso se ne vada.
Chissà quanti si opporrebbero a questa illuminata visione. Non credo molti: tanti studenti mi guardavano senza comprendere quando cercavo di trasmettere loro l’insegnamento del mio maestro (Barbero, Manuale di Diritto Civile): “Se al mondo ci fossero solo due persone e queste fossero San Francesco e Santa Chiara, il diritto starebbe tra loro a indicare quello che è giusto”.
Da Il Fatto Quotidiano del 14/02/2013.