Cliniche convenzionate, la Regione taglia Veneto.
Inviato: 20/02/2013, 17:37
Cliniche convenzionate, la Regione taglia: «Ora esami con il contagocce»
Da lunedì scatta la stretta ai finanziamenti per le strutture private che operano per conto delle Usl. Allarme tra gli operatori: «Le prestazioni al pubblico rischiano sforbiciate del settanta per cento»
Chi prima arriva meglio alloggia. Da lunedì prossimo, per fare un esame del sangue, non sarà più sufficiente presentarsi con l’impegnativa del medico in un qualsiasi laboratorio analisi convenzionato della città. I centri privati accreditati (che svolgono prestazioni per conto del servizio sanitario nazionale) hanno chiuso i rubinetti. Motivo? Una delibera della Regione Veneto ha decurtato loro i finanziamenti e imposto rigidi tetti al numero di prestazioni effettuabili in convenzione. Risultato, «fine dell’accesso diretto agli esami del sangue».
In altre parole, prima di bussare alla porta della struttura in cui si vuole fare il test, sarà necessario premurarsi che il centro non abbia già sforato il limite quotidiano erogabile all’interno del sistema sanitario nazionale. Se all’altro capo del telefono ci si sentirà rispondere con una desolato «mi spiace, ma oggi non possiamo accontentarla», le alternative saranno due: o pagare di tasca propria oppure dare avvio ad un valzer di chiamate in altre strutture, sperando di avere maggior fortuna.
«Siamo costretti a contingentare gli accessi alle strutture convenzionate», spiega Lia Ravagnin, presidente Anisap (Federazione delle associazioni regionali istituzioni sanitarie ambulatoriali private) e portavoce delle altre associazioni di categoria coinvolte nella manovra imposta dalla Regione Veneto (Cuspe, Ansoc e Federlab). «Il documento che la giunta Zaia ci ha imposto, prevede una decurtazione dei fondi al privato accreditato di 50 milioni di euro ed inoltre una riduzione del numero di prestazioni erogabili in convenzione che varia dal 30 al 70 per cento. Peccato che ancora non sappiamo quanto potremo fare, aspettiamo che ci vengano chiariti i termini della questione. Lo diciamo da mesi che i primi a pagare per questa scelta miope saranno i cittadini. Abbiamo cercato di aprire un tavolo di confronto con la Regione, ma per ora ci siamo trovati di fronte un muro. Abbiamo raccolto 47 mila firme tra gli utenti, 1500 tra i dipendenti, 130 tra i fornitori: Zaia e l’assessore alla Sanità Luca Coletto devono tenerne conto».
Ravagnin spiega che le strutture coinvolte nei tagli si dibattono tra tetti alle prestazioni e obbligo alla continuità del servizio. Per ora l’unica soluzione a questo rompicapo è «l’erogazione delle prestazioni con il contagocce». Gli esami del sangue sono i primi ad essere finiti nel tritacarne, ma il presidente Anisap teme che a stretto giro toccherà anche alla diagnostica: “E noi cosa dovremmo fare? Basarci sulla regola del chi prima arriva meglio alloggia? Magari lasciando fuori i pazienti gravi? La Regione non ci ha ancora fornito una risposta”. Ed oggi, di fronte a palazzo Balbi, ci saranno i lavoratori della sanità privata a manifestare contro i tagli.
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronac ... -1.6539460
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Quancuna ha gia chiesto la cassa integrazione a rotazione per i dipendenti Data Medica.Quella che andavo.
Leghisti ringraziate Zaia.
Ciao
Paolo11
Da lunedì scatta la stretta ai finanziamenti per le strutture private che operano per conto delle Usl. Allarme tra gli operatori: «Le prestazioni al pubblico rischiano sforbiciate del settanta per cento»
Chi prima arriva meglio alloggia. Da lunedì prossimo, per fare un esame del sangue, non sarà più sufficiente presentarsi con l’impegnativa del medico in un qualsiasi laboratorio analisi convenzionato della città. I centri privati accreditati (che svolgono prestazioni per conto del servizio sanitario nazionale) hanno chiuso i rubinetti. Motivo? Una delibera della Regione Veneto ha decurtato loro i finanziamenti e imposto rigidi tetti al numero di prestazioni effettuabili in convenzione. Risultato, «fine dell’accesso diretto agli esami del sangue».
In altre parole, prima di bussare alla porta della struttura in cui si vuole fare il test, sarà necessario premurarsi che il centro non abbia già sforato il limite quotidiano erogabile all’interno del sistema sanitario nazionale. Se all’altro capo del telefono ci si sentirà rispondere con una desolato «mi spiace, ma oggi non possiamo accontentarla», le alternative saranno due: o pagare di tasca propria oppure dare avvio ad un valzer di chiamate in altre strutture, sperando di avere maggior fortuna.
«Siamo costretti a contingentare gli accessi alle strutture convenzionate», spiega Lia Ravagnin, presidente Anisap (Federazione delle associazioni regionali istituzioni sanitarie ambulatoriali private) e portavoce delle altre associazioni di categoria coinvolte nella manovra imposta dalla Regione Veneto (Cuspe, Ansoc e Federlab). «Il documento che la giunta Zaia ci ha imposto, prevede una decurtazione dei fondi al privato accreditato di 50 milioni di euro ed inoltre una riduzione del numero di prestazioni erogabili in convenzione che varia dal 30 al 70 per cento. Peccato che ancora non sappiamo quanto potremo fare, aspettiamo che ci vengano chiariti i termini della questione. Lo diciamo da mesi che i primi a pagare per questa scelta miope saranno i cittadini. Abbiamo cercato di aprire un tavolo di confronto con la Regione, ma per ora ci siamo trovati di fronte un muro. Abbiamo raccolto 47 mila firme tra gli utenti, 1500 tra i dipendenti, 130 tra i fornitori: Zaia e l’assessore alla Sanità Luca Coletto devono tenerne conto».
Ravagnin spiega che le strutture coinvolte nei tagli si dibattono tra tetti alle prestazioni e obbligo alla continuità del servizio. Per ora l’unica soluzione a questo rompicapo è «l’erogazione delle prestazioni con il contagocce». Gli esami del sangue sono i primi ad essere finiti nel tritacarne, ma il presidente Anisap teme che a stretto giro toccherà anche alla diagnostica: “E noi cosa dovremmo fare? Basarci sulla regola del chi prima arriva meglio alloggia? Magari lasciando fuori i pazienti gravi? La Regione non ci ha ancora fornito una risposta”. Ed oggi, di fronte a palazzo Balbi, ci saranno i lavoratori della sanità privata a manifestare contro i tagli.
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronac ... -1.6539460
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Quancuna ha gia chiesto la cassa integrazione a rotazione per i dipendenti Data Medica.Quella che andavo.
Leghisti ringraziate Zaia.
Ciao
Paolo11