Francesco un papa ...Cristiano!
Inviato: 30/03/2013, 13:11
PREMESSE E PROMESSE SULLA RIFORMA DELLA CHIESA.
I PRIMI SETTE GIORNI DI PAPA FRANCESCO
37089. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il consenso degli italiani verso il papato è schizzato in men che non si dica dal 47% (dicembre 2012) al 62%: «Sono bastate poche parole e un nome, Francesco, che di per sé è un programma», osserva Famiglia Cristiana (23/3), che riporta i dati di un’inchiesta affidata a Demopolis in base alla quale, sintetizza il settimanale, «l’83% degli intervistati esprime fiducia nell'attuale papa, (il 95% dei cattolici e il 61% dei non cattolici); il 58% crede nella sua capacità di contribuire a un rinnovamento della Chiesa, toccati per il 72% e il 67% dalla sua semplicità e spontaneità e dal linguaggio vicino alla gente».
Numeri che dimostrano quanto dev’essere forte il desiderio di cambiamento nella Chiesa, a testimonianza della percezione corretta o meno fra i fedeli, stante Benedetto XVI, di un immobilismo improduttivo se non deleterio per la comunità cattolica.
La speranza di novità (o, potremmo dire, la fiducia inossidabile in questa novità, come dimostrano i commenti sulle pagine facebook di Adista) è fondata su gesti e parole di papa Francesco apprezzati da tutti per semplicità, amicizia, familiarità, compresi in un arco di tempo che raggiunge a malapena la settimana; e che non denotano solo uno stile, ma sostanziano un pensiero e una prassi che non potranno rimanere senza conseguenze, pena una schizofrenia di comportamento che sarebbe ingiustificabile e insensata e un’ambiguità, un’ambivalenza che potrebbe richiamarci un ancora non chiarito passato (v. notizia successiva). Fra i gesti, su uno in particolare vogliamo soffermarci: Bergoglio ha voluto accanto a sé, durante la cerimonia di intronizzazione, il 19 marzo, un ospite speciale, il cartonero Sergio Sanchez – un povero che vive appunto raccogliendo cartoni – che ha fatto accomodare vicino ai rappresentanti del governo argentino, fra i suoi familiari. Il commento di Sanchez è stato: «Non potevo credere di essere lì a soli quattro metri di distanza da lui, nei posti dedicati alla sua famiglia. Poi ho capito: la sua famiglia siamo noi, tutte le persone povere che ogni giorno lavorano per strada in Argentina».
Poveri e giornalisti
(...)
http://www.adistaonline.it/index.php?op ... o&id=52624
I PRIMI SETTE GIORNI DI PAPA FRANCESCO
37089. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il consenso degli italiani verso il papato è schizzato in men che non si dica dal 47% (dicembre 2012) al 62%: «Sono bastate poche parole e un nome, Francesco, che di per sé è un programma», osserva Famiglia Cristiana (23/3), che riporta i dati di un’inchiesta affidata a Demopolis in base alla quale, sintetizza il settimanale, «l’83% degli intervistati esprime fiducia nell'attuale papa, (il 95% dei cattolici e il 61% dei non cattolici); il 58% crede nella sua capacità di contribuire a un rinnovamento della Chiesa, toccati per il 72% e il 67% dalla sua semplicità e spontaneità e dal linguaggio vicino alla gente».
Numeri che dimostrano quanto dev’essere forte il desiderio di cambiamento nella Chiesa, a testimonianza della percezione corretta o meno fra i fedeli, stante Benedetto XVI, di un immobilismo improduttivo se non deleterio per la comunità cattolica.
La speranza di novità (o, potremmo dire, la fiducia inossidabile in questa novità, come dimostrano i commenti sulle pagine facebook di Adista) è fondata su gesti e parole di papa Francesco apprezzati da tutti per semplicità, amicizia, familiarità, compresi in un arco di tempo che raggiunge a malapena la settimana; e che non denotano solo uno stile, ma sostanziano un pensiero e una prassi che non potranno rimanere senza conseguenze, pena una schizofrenia di comportamento che sarebbe ingiustificabile e insensata e un’ambiguità, un’ambivalenza che potrebbe richiamarci un ancora non chiarito passato (v. notizia successiva). Fra i gesti, su uno in particolare vogliamo soffermarci: Bergoglio ha voluto accanto a sé, durante la cerimonia di intronizzazione, il 19 marzo, un ospite speciale, il cartonero Sergio Sanchez – un povero che vive appunto raccogliendo cartoni – che ha fatto accomodare vicino ai rappresentanti del governo argentino, fra i suoi familiari. Il commento di Sanchez è stato: «Non potevo credere di essere lì a soli quattro metri di distanza da lui, nei posti dedicati alla sua famiglia. Poi ho capito: la sua famiglia siamo noi, tutte le persone povere che ogni giorno lavorano per strada in Argentina».
Poveri e giornalisti
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http://www.adistaonline.it/index.php?op ... o&id=52624