Il partito di Barca
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Il partito di Barca
Pd, Barca unisce tutti contro Renzi: “E’ più nuovo del Rottamatore”
Il ministro per la Coesione territoriale si schermisce ma è già l'alternativa al sindaco di Firenze e potrebbe fare il miracolo, raccogliendo l'unità dei gruppi dirigenti, "l'amalgama non riuscita" tra ex Pci e ex Dc. Ma non deve apparire la candidatura dell'establishment: "E' meno di apparato di Matteo che viene dai giovani Dc"
di Cosimo Rossi | 10 aprile 2013
Sarà pure “pretenzioso”, come si schermisce lui, ma Fabrizio Barca è già l’alternativa a Matteo Renzi. Al netto del congresso del Pd, in calendario per il prossimo autunno, il ministro per la Coesione territoriale è considerato “già in campo”: non ha fatto in tempo a prendere la tessera che è stato assunto come candidato dell’establishment non solo per la guida del partito, ma per la prossima corsa alla presidenza del consiglio. E lo dimostra il fatto che lo stesso Renzi stia agendo per sventare il duello sempre meno sotto traccia con lui, fin dalle elezioni del capo dello stato e la formazione del nuovo governo; due snodi dirimenti e interconnessi non solo nei piani del sindaco di Firenze ma nelle strategie delle differenti anime del Pd. Se non di tutto il sistema polito. A modo suo, infatti, il duello tra il sindaco di Firenze e il ministro per la coesione territoriale il congresso e lo stesso partito democratico, per tramutarsi in una partita “tra il sistema politico e l’antipolitica”: tra la spinta per Renzi e Grillo da una parte e il tentativo di reagire, anche riorganizzandosi, del sistema dei partiti dall’altra.
“Si sta ripetendo lo stesso film che vide protagonista Fausto Bertinotti quando venne di fatto assunto alla segreteria di Rifondazione comunista prima ancora di iscriversi”, ricorda dunque negli uffici di largo del Nazzareno qualche reduce di quelle esperienze. E in effetti il paragone calza: la figura di Fabrizio Barca si sta facendo largo nel Pd come quella intorno a cui si può raccogliere e ricomporre l’unità dei gruppi dirigenti, “l’amalgama non riuscita” tra ex Pci e ex Dc, come l’aveva definita Massimo D’Alema. A patto proprio che non appaia come la candidatura dell’establishment. “Per l’amor di dio”, ribatte al riguardo il dalemiano Michele Ventura, che da Renzi è stato sconfitto alle primarie per Palazzo Vecchio: “Barca è molto meno di apparato di Renzi – continua – che viene da una militanza tra i giovani della Dc”.
Allo stesso tempo il ministro rivendica di votare “a sinistra” del Pd, vantando un pedigree socialdemocratico e un cursus di studi all’estero inappuntabili. “E’ una figura robusta, con delle idee e rapporti di carattere internazionale”, dice ancora Ventura osservando maliziosamente che “non siamo alle velleità di qualche giovane turco”. Perché, per quanto “da” sinistra, il messaggio di Barca guarda in un certo senso alle forme più che ai contenuti, al partito e al suo ruolo più che all’azione di governo; e in quest’ottica catalizza provenienze differenti. Non solo Sel, dunque, che si sta affrettando a far ingresso nel Pd prima del rischio di nuove elezioni, ma anche le componenti ex Dc. In modo quindi che la candidatura di Barca diventi espressione unitaria del partito e non solo della sinistra vagheggiata attraverso la ricomposizione tra Sel e gli ex Ds, da D’Alema a Bersani; che non si vede perché dovrebbero acconciarsi a fare la minoranza nel Pd. “L’esperienza che ho fatto mi ha condotto a convincermi che il radicale cambiamento della macchina pubblica ha bisogno anche di un radicale cambiamento dei partiti”, dice in proposito Barca alla web tv del Fatto http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/ ... to/227237/, rispondendo al rimprovero di non contendere i consensi a Berlusconi come il sindaco di Firenze. “Non cerco il consenso - ha chiarito - mi interessa il confronto”.
Ecco così che pure le aperture di Dario Franceschini al dialogo con Berlusconi possono risultare in sintonia con il piano Barca, a discapito dell’avvicinamento degli ex dc a Renzi e soprattutto di elezioni a brevissimo termine. L’intervista dell’ex segretario a favore del dialogo con Pdl è stata considerata figlia di un avvicinamento con Renzi, che comprendere anche Enrico Letta e tutta la componente popolare, a cominciare da Beppe Fioroni. Anche i dalemiani, d’altronde, stanno rivalutando il sindaco di Firenze, non a caso lodato da un fedelissimo come Nicola Latorre; mentre i “giovani turchi” sono divisi tra l’ipotesi di patteggiare una spartizione con Renzi attribuita a Matteo Orino e il tentativo invece di arginare il sindaco di cui sarebbe fautore Stefano Fassina.
Niente di più facile, però, che gli ex popolari tengano il piede in due staffe e diano perciò sponda anche a Bersani e Barca. Se Letta è più propenso a Renzi, ma meno al voto, da parte di Franceschini e altri ex dc si guarda con interesse anche alla prospettiva di “decantazione”. In quest’ottica il dialogo col Pdl, a cominciare dall’elezione del nuovo capo dello stato, dovrebbe aprire anche le porte al governo: governo di “scopo”, non di larghe intese, col lasciapassare non esplicito di Berlusconi e del centrodestra, per affrontare l’emergenza economica e “fare le riforme essenziali” a cominciare da una legge elettorale che consenta al sistema di difendersi dal fenomeno a 5 stelle. Un governo della cui formazione potrebbe essere confermato l’incarico a Bersani, ma anche (meglio) a Letta. E che perciò frenerebbe la rincorsa di Renzi verso nuove elezioni sia dentro che fuori il Pd per dare il tempo di “preparare l’operazione Barca”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... re/558661/
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......purche' non segua le orme Blaeriane di ormai nota nefastezza(termine troppo dispregiativo? mahh...)
Avanti e poi.....vedremm....
Osare e' sempre positivo!! Diverso sara' poi il condividero e no!!
un salutone da Juan
Il ministro per la Coesione territoriale si schermisce ma è già l'alternativa al sindaco di Firenze e potrebbe fare il miracolo, raccogliendo l'unità dei gruppi dirigenti, "l'amalgama non riuscita" tra ex Pci e ex Dc. Ma non deve apparire la candidatura dell'establishment: "E' meno di apparato di Matteo che viene dai giovani Dc"
di Cosimo Rossi | 10 aprile 2013
Sarà pure “pretenzioso”, come si schermisce lui, ma Fabrizio Barca è già l’alternativa a Matteo Renzi. Al netto del congresso del Pd, in calendario per il prossimo autunno, il ministro per la Coesione territoriale è considerato “già in campo”: non ha fatto in tempo a prendere la tessera che è stato assunto come candidato dell’establishment non solo per la guida del partito, ma per la prossima corsa alla presidenza del consiglio. E lo dimostra il fatto che lo stesso Renzi stia agendo per sventare il duello sempre meno sotto traccia con lui, fin dalle elezioni del capo dello stato e la formazione del nuovo governo; due snodi dirimenti e interconnessi non solo nei piani del sindaco di Firenze ma nelle strategie delle differenti anime del Pd. Se non di tutto il sistema polito. A modo suo, infatti, il duello tra il sindaco di Firenze e il ministro per la coesione territoriale il congresso e lo stesso partito democratico, per tramutarsi in una partita “tra il sistema politico e l’antipolitica”: tra la spinta per Renzi e Grillo da una parte e il tentativo di reagire, anche riorganizzandosi, del sistema dei partiti dall’altra.
“Si sta ripetendo lo stesso film che vide protagonista Fausto Bertinotti quando venne di fatto assunto alla segreteria di Rifondazione comunista prima ancora di iscriversi”, ricorda dunque negli uffici di largo del Nazzareno qualche reduce di quelle esperienze. E in effetti il paragone calza: la figura di Fabrizio Barca si sta facendo largo nel Pd come quella intorno a cui si può raccogliere e ricomporre l’unità dei gruppi dirigenti, “l’amalgama non riuscita” tra ex Pci e ex Dc, come l’aveva definita Massimo D’Alema. A patto proprio che non appaia come la candidatura dell’establishment. “Per l’amor di dio”, ribatte al riguardo il dalemiano Michele Ventura, che da Renzi è stato sconfitto alle primarie per Palazzo Vecchio: “Barca è molto meno di apparato di Renzi – continua – che viene da una militanza tra i giovani della Dc”.
Allo stesso tempo il ministro rivendica di votare “a sinistra” del Pd, vantando un pedigree socialdemocratico e un cursus di studi all’estero inappuntabili. “E’ una figura robusta, con delle idee e rapporti di carattere internazionale”, dice ancora Ventura osservando maliziosamente che “non siamo alle velleità di qualche giovane turco”. Perché, per quanto “da” sinistra, il messaggio di Barca guarda in un certo senso alle forme più che ai contenuti, al partito e al suo ruolo più che all’azione di governo; e in quest’ottica catalizza provenienze differenti. Non solo Sel, dunque, che si sta affrettando a far ingresso nel Pd prima del rischio di nuove elezioni, ma anche le componenti ex Dc. In modo quindi che la candidatura di Barca diventi espressione unitaria del partito e non solo della sinistra vagheggiata attraverso la ricomposizione tra Sel e gli ex Ds, da D’Alema a Bersani; che non si vede perché dovrebbero acconciarsi a fare la minoranza nel Pd. “L’esperienza che ho fatto mi ha condotto a convincermi che il radicale cambiamento della macchina pubblica ha bisogno anche di un radicale cambiamento dei partiti”, dice in proposito Barca alla web tv del Fatto http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/ ... to/227237/, rispondendo al rimprovero di non contendere i consensi a Berlusconi come il sindaco di Firenze. “Non cerco il consenso - ha chiarito - mi interessa il confronto”.
Ecco così che pure le aperture di Dario Franceschini al dialogo con Berlusconi possono risultare in sintonia con il piano Barca, a discapito dell’avvicinamento degli ex dc a Renzi e soprattutto di elezioni a brevissimo termine. L’intervista dell’ex segretario a favore del dialogo con Pdl è stata considerata figlia di un avvicinamento con Renzi, che comprendere anche Enrico Letta e tutta la componente popolare, a cominciare da Beppe Fioroni. Anche i dalemiani, d’altronde, stanno rivalutando il sindaco di Firenze, non a caso lodato da un fedelissimo come Nicola Latorre; mentre i “giovani turchi” sono divisi tra l’ipotesi di patteggiare una spartizione con Renzi attribuita a Matteo Orino e il tentativo invece di arginare il sindaco di cui sarebbe fautore Stefano Fassina.
Niente di più facile, però, che gli ex popolari tengano il piede in due staffe e diano perciò sponda anche a Bersani e Barca. Se Letta è più propenso a Renzi, ma meno al voto, da parte di Franceschini e altri ex dc si guarda con interesse anche alla prospettiva di “decantazione”. In quest’ottica il dialogo col Pdl, a cominciare dall’elezione del nuovo capo dello stato, dovrebbe aprire anche le porte al governo: governo di “scopo”, non di larghe intese, col lasciapassare non esplicito di Berlusconi e del centrodestra, per affrontare l’emergenza economica e “fare le riforme essenziali” a cominciare da una legge elettorale che consenta al sistema di difendersi dal fenomeno a 5 stelle. Un governo della cui formazione potrebbe essere confermato l’incarico a Bersani, ma anche (meglio) a Letta. E che perciò frenerebbe la rincorsa di Renzi verso nuove elezioni sia dentro che fuori il Pd per dare il tempo di “preparare l’operazione Barca”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04 ... re/558661/
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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Il partito di Barca
Pd: on line manifesto Barca, nuova forma partito o non si governa
12 Aprile 2013 - 12:16
(ASCA) - Roma, 12 apr -
''Un partito nuovo per il buon governo''. E' il titolo del manifesto, disponibile on line, redatto dal ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che ieri ha formalizzato la sua iscrizione al Partito democratico.
''Memoria politica dopo 16 mesi di governo'', e' il sottotitolo e infatti Barca arriva alla ''secca conclusione politica'' che ''senza una nuova forma partito non si governa l'Italia''.
''Ovunque - spiega Barca - si pone il problema di una nuova forma partito. In Italia questo obiettivo ha rilievo e urgenza straordinari di fronte alla sfiducia radicale e al risentimento che circonda i partiti, alla persistente incapacita' di buon governo, alla crisi culturale, prima ancora che economica e sociale, che il paese attraversa''.
''Queste pagine sono dedicate a sostenere questa conclusione e a suggerire la funzione e i tratti di una nuova forma partito che permetta il buon governo''. Barca divide il manifesto di 49 pagine in capitoli:
'Sei passi verso il buon governo',
'Stato arcaico e partiti Stato-centrici',
'Quale governo della cosa pubblica?',
'Per innovare la macchina pubblica servono i partiti',
'Quale partito? Il partito nuovo',
'Motivazioni per impegnarsi nel partito nuovo e specificita' dei giovani',
'Interrogativi su regole e organizzazione'.
Infine ''Addendum. Convincimenti di un partito di sinistra: esercizio di scrittura''.
Barca premette al suo testo 'tre caveat'.
Il primo:
''Viviamo un momento di grave crisi, internazionale, europea e ancor piu' italiana. Che richiede un forte presidio di governo. Non ci sono dubbi. Tuttavia, questo presidio avra' effetto solo se contemporaneamente sara' avviato il ridisegno dei partiti. Senza esitazioni o l'alibi che altre sono le urgenze. Si deve cambiare, perche' la crisi e' figlia anche della crisi dei partiti''.
In secondo luogo, ''e' evidente che le difficolta' di governare l'Italia derivano anche dall'incompiutezza e dalle incertezze dell'Unione Europea'' ma ''per tornare a dare un contributo politico forte all'Unione, che ne concorra a sbloccarelo stallo - la miopia o fragilita' di altri fondatori mostra quanto ce ne sia bisogno - l'Italia deve essere ben governata. Senza una nuova forma partito cio' non mi appare possibile''.
L'ultimo 'caveat' e' che ''non penso davvero che bastino alcuni anni di militanza giovanile in un partito e poi i lavori di tecnico per proporre in modo solitario il programma politico di un partito nuovo'', servono e sono serviti altri contributi e il documento e' solo ''un passo preliminare, che cerca il confronto con altri saperi, sentimenti e 'memorie'''. ceg/sam/bra
http://www.asca.it/news-Pd__on_line_man ... 9-POL.html
12 Aprile 2013 - 12:16
(ASCA) - Roma, 12 apr -
''Un partito nuovo per il buon governo''. E' il titolo del manifesto, disponibile on line, redatto dal ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che ieri ha formalizzato la sua iscrizione al Partito democratico.
''Memoria politica dopo 16 mesi di governo'', e' il sottotitolo e infatti Barca arriva alla ''secca conclusione politica'' che ''senza una nuova forma partito non si governa l'Italia''.
''Ovunque - spiega Barca - si pone il problema di una nuova forma partito. In Italia questo obiettivo ha rilievo e urgenza straordinari di fronte alla sfiducia radicale e al risentimento che circonda i partiti, alla persistente incapacita' di buon governo, alla crisi culturale, prima ancora che economica e sociale, che il paese attraversa''.
''Queste pagine sono dedicate a sostenere questa conclusione e a suggerire la funzione e i tratti di una nuova forma partito che permetta il buon governo''. Barca divide il manifesto di 49 pagine in capitoli:
'Sei passi verso il buon governo',
'Stato arcaico e partiti Stato-centrici',
'Quale governo della cosa pubblica?',
'Per innovare la macchina pubblica servono i partiti',
'Quale partito? Il partito nuovo',
'Motivazioni per impegnarsi nel partito nuovo e specificita' dei giovani',
'Interrogativi su regole e organizzazione'.
Infine ''Addendum. Convincimenti di un partito di sinistra: esercizio di scrittura''.
Barca premette al suo testo 'tre caveat'.
Il primo:
''Viviamo un momento di grave crisi, internazionale, europea e ancor piu' italiana. Che richiede un forte presidio di governo. Non ci sono dubbi. Tuttavia, questo presidio avra' effetto solo se contemporaneamente sara' avviato il ridisegno dei partiti. Senza esitazioni o l'alibi che altre sono le urgenze. Si deve cambiare, perche' la crisi e' figlia anche della crisi dei partiti''.
In secondo luogo, ''e' evidente che le difficolta' di governare l'Italia derivano anche dall'incompiutezza e dalle incertezze dell'Unione Europea'' ma ''per tornare a dare un contributo politico forte all'Unione, che ne concorra a sbloccarelo stallo - la miopia o fragilita' di altri fondatori mostra quanto ce ne sia bisogno - l'Italia deve essere ben governata. Senza una nuova forma partito cio' non mi appare possibile''.
L'ultimo 'caveat' e' che ''non penso davvero che bastino alcuni anni di militanza giovanile in un partito e poi i lavori di tecnico per proporre in modo solitario il programma politico di un partito nuovo'', servono e sono serviti altri contributi e il documento e' solo ''un passo preliminare, che cerca il confronto con altri saperi, sentimenti e 'memorie'''. ceg/sam/bra
http://www.asca.it/news-Pd__on_line_man ... 9-POL.html
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Il partito di Barca
Barca.L'ho ascoltato su LA7 con Lilli Gruber.Sinceramente non mi dispiace.
Anzi lo vedrei già come segretario del PD.
Ciao
Paolo11
Anzi lo vedrei già come segretario del PD.
Ciao
Paolo11
Re: Il partito di Barca
Questo è il link per leggere l’intero documento che si intitola “Un partito nuovo per un buon governo, Memoria politica dopo 16 mesi di governo”.
http://www.gadlerner.it/wp-content/uplo ... litica.pdf
Buona lettura!
http://www.gadlerner.it/wp-content/uplo ... litica.pdf
Buona lettura!
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Re: Il partito di Barca
Fabrizio Barca a otto e mezzo dell'11 aprile 2013
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50329043
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50329043
Re: Il partito di Barca
Dopo aver dato una scorsa ai sette capitoli in cui si parla del partito nuovo e del suo rapporto con il "buon governo" (lettura impegnativa che mi riservo di approfondire), sono saltato all'Addendum, in cui sono elencati i "convincimenti comuni a un partito di sinistra".
Penso infatti che per costruire una casa, si debba partire dalle fondamenta e quindi i "convincimenti comuni" alla base di un partito di sinistra sono il necessario punto di partenza.
Pur tenendo conto dell'avvertenza che non si tratta di "un insieme anche solo incompiuto e preliminare di principi", ci sono alcune forti perplessità in particolare su un paio di punti fondamentali.
Il primo punto è quello riguardante il mercato e le condizioni dello sviluppo, là dove si afferma:
"Mercato aperto, libera iniziativa privata e concorrenza costituiscono condizione per lo sviluppo. Lo Stato deve impegnarsi a produrre i beni pubblici che sono necessari al funzionamento del mercato (prima di tutto la salvaguardia della proprietà, una giustizia efficiente e la tutela della concorrenza, tanto più forte quanto maggiori sono gli ostacoli all’entrata) e tutti quei beni per i quali il controllo privato delle risorse è insufficiente o relativamente inefficiente. Appropriate politiche devono promuovere la piena occupazione del lavoro e il contrasto da fluttuazioni economiche"
Non mi piace dare patenti di "liberismo" a nessuno, tanto meno a Barca, ma mi sembra obbiettivamente una visione riduttiva dei compiti dello Stato, che non tiene conto della crisi che ha investito in questi anni il sistema capitalistico e la sua finanziarizzazione.
Così come mi sembra insufficiente ritenere che basti la tutela normativa di "liberi sindacati (Cost. art. 39) e altre forme organizzative, come la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende per "promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro (Cost. art.4) con particolare attenzione alle donne".
Altro punto che mi pare non condivisibile è quello relativo all'Europa. Appare insufficiente e semplicistico liquidare la profonda crisi del progetto europeo, che richiede una forte iniziativa politica per la conquista di istituzioni democratiche rappresentative da porre alla testa dell'Unione, unica via per sconfiggere lo strapotere delle banche, in una sorta di presa di distanza espresso dal punto 3:
"Le “limitazioni di sovranità” (Cost. art. 11) connesse al progresso del progetto di Unione Europea, necessario per la pace e la giustizia del continente, devono accrescersi a misura della crescita dei diritti e dei doveri che l’Unione Europea garantisce ai cittadini italiani e di ogni Stato membro in quanto cittadini europei"
Sono ovviamente impressioni "a caldo" conseguenti ad una lettura necessariamente frettolosa.
Penso infatti che per costruire una casa, si debba partire dalle fondamenta e quindi i "convincimenti comuni" alla base di un partito di sinistra sono il necessario punto di partenza.
Pur tenendo conto dell'avvertenza che non si tratta di "un insieme anche solo incompiuto e preliminare di principi", ci sono alcune forti perplessità in particolare su un paio di punti fondamentali.
Il primo punto è quello riguardante il mercato e le condizioni dello sviluppo, là dove si afferma:
"Mercato aperto, libera iniziativa privata e concorrenza costituiscono condizione per lo sviluppo. Lo Stato deve impegnarsi a produrre i beni pubblici che sono necessari al funzionamento del mercato (prima di tutto la salvaguardia della proprietà, una giustizia efficiente e la tutela della concorrenza, tanto più forte quanto maggiori sono gli ostacoli all’entrata) e tutti quei beni per i quali il controllo privato delle risorse è insufficiente o relativamente inefficiente. Appropriate politiche devono promuovere la piena occupazione del lavoro e il contrasto da fluttuazioni economiche"
Non mi piace dare patenti di "liberismo" a nessuno, tanto meno a Barca, ma mi sembra obbiettivamente una visione riduttiva dei compiti dello Stato, che non tiene conto della crisi che ha investito in questi anni il sistema capitalistico e la sua finanziarizzazione.
Così come mi sembra insufficiente ritenere che basti la tutela normativa di "liberi sindacati (Cost. art. 39) e altre forme organizzative, come la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende per "promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro (Cost. art.4) con particolare attenzione alle donne".
Altro punto che mi pare non condivisibile è quello relativo all'Europa. Appare insufficiente e semplicistico liquidare la profonda crisi del progetto europeo, che richiede una forte iniziativa politica per la conquista di istituzioni democratiche rappresentative da porre alla testa dell'Unione, unica via per sconfiggere lo strapotere delle banche, in una sorta di presa di distanza espresso dal punto 3:
"Le “limitazioni di sovranità” (Cost. art. 11) connesse al progresso del progetto di Unione Europea, necessario per la pace e la giustizia del continente, devono accrescersi a misura della crescita dei diritti e dei doveri che l’Unione Europea garantisce ai cittadini italiani e di ogni Stato membro in quanto cittadini europei"
Sono ovviamente impressioni "a caldo" conseguenti ad una lettura necessariamente frettolosa.
Re: Il partito di Barca
Non riesco a leggere fra le righe del politichese ...mio limite.
( la mobilitazione cognitiva vabbè, come fosse facile )
per carità ben venga uno che dice che i partiti devono rinnovarsi e devono rimanere protagonisti della politica ma sono temi affrontati miliardi di volte in questi ultimi 15 anni ... mi pare che non dica niente di nuovo tranne che devono tornare a fare " scuola di partito" ... sai che novità e che scoperta dell'acqua calda.
Sta cosa che ha più volte ribadito che il PD è un partito di sinistra - senza ipocrisie - più che di "centro - sinistra ", e che la parola "sinistra" non deve fare paura .... ma a chi si rivolge? ma perchè sta venendo fuori adesso?
mi sembrano più manovre allo scopo di parlare a nuora perchè suocera intenda
e la suocera mi sa tanto che è il renzino.
( la mobilitazione cognitiva vabbè, come fosse facile )
per carità ben venga uno che dice che i partiti devono rinnovarsi e devono rimanere protagonisti della politica ma sono temi affrontati miliardi di volte in questi ultimi 15 anni ... mi pare che non dica niente di nuovo tranne che devono tornare a fare " scuola di partito" ... sai che novità e che scoperta dell'acqua calda.
Sta cosa che ha più volte ribadito che il PD è un partito di sinistra - senza ipocrisie - più che di "centro - sinistra ", e che la parola "sinistra" non deve fare paura .... ma a chi si rivolge? ma perchè sta venendo fuori adesso?
mi sembrano più manovre allo scopo di parlare a nuora perchè suocera intenda
e la suocera mi sa tanto che è il renzino.
Re: Il partito di Barca
Infatti i media già lo contrappongono come "l'uomo di sinistra" al "liberista" Renzi, che, almeno stando a quello che si legge nei "convincimenti comuni", mi pare più di sinistra di lui.Amadeus ha scritto: mi sembrano più manovre allo scopo di parlare a nuora perchè suocera intenda
e la suocera mi sa tanto che è il renzino.
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Re: Il partito di Barca
Ultima chiamata - 1
Per il sistema Italia questo tentativo di Fabrizio Barca rappresenta comunque l’ultima chiamata prima dell’abisso.
Una lettura generale veloce per dare un’occhiata a:
UN PARTITO NUOVO PER UN BUON GOVERNO
Memoria politica dopo 16 mesi di governo
consente di effettuare una valutazione sommaria, provvisoria, superficiale in attesa dei debiti approfondimenti.
Questa memoria sembra in linea di massima un brogliaccio progettuale per un nuova formazione politica che abbia l’intenzione di operare all’interno della società italiana.
Può rappresentare qualcosa di positivo rispetto al poco niente dell’attuale Pd.
Ma quello che sembra scorgere, sempre dettato da un’analisi troppo veloce e troppo superficiale, è la mancanza di praticità rispetto alle proposte avanzate.
In modo particolare esiste uno stato di emergenza permanente da quando nel luglio 2011, il governo Berlusconi alza bandiera bianca e chiede a Bruxelles di dettare le regole secondo l’ottica pidiellina per imporre condizioni che lo stesso Berlusconi non riesce imporre al sistema italiano.
Successivamente, nell’agosto 2011, il ministro del MEF, Giulio Tremonti dichiara:
1. Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano tra i piu ... - Libero
http://www.liberoquotidiano.it/.../Mano ... ionistico-...
13/ago/2011 – (Adnkronos) - ''Il sistema pensionistico italiano e' tra i piu' affidabilid'Europa, tra i piu' stabili''. Ad affermarlo, nel corso della conferenza stampa ...
2. Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano ... - Yahoo! Notizie
it.notizie.yahoo.com/manovra-tremonti-sistema-pensionistico-italiano...
13/ago/2011 – 'Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano tra i piu' affidabili... ''Il sistema pensionistico italiano e' tra i piu' affidabili d'Europa, tra i piu' ...
3. "Con me spread, pensioni e credito ok" l'Italia di Berlusconi ...
http://www.repubblica.it › Pubblico
07/nov/2012 – "La nostra riforma delle pensioni è tra le migliori d'Europa. ... alsistema previdenziale non è l'unico merito che l'ex responsabile del Tesoro ...
Successivamente, il governo Monti si pronuncerà per la riforma delle pensioni. Come sempre accade in questo Paese che sembra più appartenere all’”African congress”, che all’Unione europea, alla fine riporta due dati troppo distanti per poterli prendere per buoni.
Il quotidiano La Repubblica riporterà che il risparmio finale dovuto alla riforma del governo Monti ammonta a un risparmio su base annua per un importo di 2,9 miliardi di euro.
Mentre il settimanale Panorama, ha riportato gli effetti della riforma stimati ad un risparmio da parte dello Stato per un importo di 6 miliardi di euro.
Tanto rumore per nulla quindi, perché quell’importo poteva essere ricavato per altre vie con maggiore profitto per le casse dello Stato.
Ma soprattutto quella riforma ha rappresentato un’ottica stramaledettamente limitata circa le necessità reali di quella fase doppiamente emergenziale.
Una visione sostanzialmente peracottara rispetto ai problemi da affrontare.
Il Paese devoto di St Thomas, che dal mese di dicembre del 2011, ha riservato per un po’ di mesi un gradimento personale del 71% al Professore presidente della Bocconi, ha dovuto impiegare ben 16 mesi per capire che la manovra montiana era piena di lacune e di errori madornali, che neppure la sora Pina, la mitica casalinga di Voghera si sarebbe accinta a commettere, pur non essendo dotata di regolare laurea in economia, ma solo di una laurea in economia domestica ad honorem rilasciata dai suoi familiari per aver guidato con saggezza le strette risorse familiari in un’economia di guerra che dura dall’ottobre 2008.
Le italiche genti sono fatte così, dopo un periodo prolungato di sofferenza hanno una forte propensione ad essere attratti dall’uomo della Provvidenza salvatore della Patria.
Sta accadendo puntualmente dal 1919, con Benito Mussolini da Predappio in poi e non si ferma più. C’è sempre un nuovo salvatore della Patria da incensare e a cui aggrapparsi.
Fabrizio Barca per fortuna sembra non appartenere alla premiata categoria dei “Salvatori della Patria”, dei “Ghe pensi mi”, 1.0, 2.0, 3.0, 4.0 con il loden o senza loden. Potrebbe tornare utile prima del crac finale se riuscisse a farsi sentire prima che sia troppo tardi (Confindustria questa settimana ha comprato una pagina su tutti i quotidiani italiani lanciando l’allarme “Fate presto”, ed io non posso che essere concorde), ma occorre prima che abbia le idee chiare sulla fase di transizione attuale che non è definibile in questo momento se non con un vocabolo adatto che ancora non esiste che possa esprimere il grado di tragicità della situazione attuale.
Non sarebbe male se venisse invitato sul forum per una sano e salutare bagnetto di realismo politico, economico e sociale.
Per il sistema Italia questo tentativo di Fabrizio Barca rappresenta comunque l’ultima chiamata prima dell’abisso.
Una lettura generale veloce per dare un’occhiata a:
UN PARTITO NUOVO PER UN BUON GOVERNO
Memoria politica dopo 16 mesi di governo
consente di effettuare una valutazione sommaria, provvisoria, superficiale in attesa dei debiti approfondimenti.
Questa memoria sembra in linea di massima un brogliaccio progettuale per un nuova formazione politica che abbia l’intenzione di operare all’interno della società italiana.
Può rappresentare qualcosa di positivo rispetto al poco niente dell’attuale Pd.
Ma quello che sembra scorgere, sempre dettato da un’analisi troppo veloce e troppo superficiale, è la mancanza di praticità rispetto alle proposte avanzate.
In modo particolare esiste uno stato di emergenza permanente da quando nel luglio 2011, il governo Berlusconi alza bandiera bianca e chiede a Bruxelles di dettare le regole secondo l’ottica pidiellina per imporre condizioni che lo stesso Berlusconi non riesce imporre al sistema italiano.
Successivamente, nell’agosto 2011, il ministro del MEF, Giulio Tremonti dichiara:
1. Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano tra i piu ... - Libero
http://www.liberoquotidiano.it/.../Mano ... ionistico-...
13/ago/2011 – (Adnkronos) - ''Il sistema pensionistico italiano e' tra i piu' affidabilid'Europa, tra i piu' stabili''. Ad affermarlo, nel corso della conferenza stampa ...
2. Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano ... - Yahoo! Notizie
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13/ago/2011 – 'Manovra: Tremonti, sistema pensionistico italiano tra i piu' affidabili... ''Il sistema pensionistico italiano e' tra i piu' affidabili d'Europa, tra i piu' ...
3. "Con me spread, pensioni e credito ok" l'Italia di Berlusconi ...
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07/nov/2012 – "La nostra riforma delle pensioni è tra le migliori d'Europa. ... alsistema previdenziale non è l'unico merito che l'ex responsabile del Tesoro ...
Successivamente, il governo Monti si pronuncerà per la riforma delle pensioni. Come sempre accade in questo Paese che sembra più appartenere all’”African congress”, che all’Unione europea, alla fine riporta due dati troppo distanti per poterli prendere per buoni.
Il quotidiano La Repubblica riporterà che il risparmio finale dovuto alla riforma del governo Monti ammonta a un risparmio su base annua per un importo di 2,9 miliardi di euro.
Mentre il settimanale Panorama, ha riportato gli effetti della riforma stimati ad un risparmio da parte dello Stato per un importo di 6 miliardi di euro.
Tanto rumore per nulla quindi, perché quell’importo poteva essere ricavato per altre vie con maggiore profitto per le casse dello Stato.
Ma soprattutto quella riforma ha rappresentato un’ottica stramaledettamente limitata circa le necessità reali di quella fase doppiamente emergenziale.
Una visione sostanzialmente peracottara rispetto ai problemi da affrontare.
Il Paese devoto di St Thomas, che dal mese di dicembre del 2011, ha riservato per un po’ di mesi un gradimento personale del 71% al Professore presidente della Bocconi, ha dovuto impiegare ben 16 mesi per capire che la manovra montiana era piena di lacune e di errori madornali, che neppure la sora Pina, la mitica casalinga di Voghera si sarebbe accinta a commettere, pur non essendo dotata di regolare laurea in economia, ma solo di una laurea in economia domestica ad honorem rilasciata dai suoi familiari per aver guidato con saggezza le strette risorse familiari in un’economia di guerra che dura dall’ottobre 2008.
Le italiche genti sono fatte così, dopo un periodo prolungato di sofferenza hanno una forte propensione ad essere attratti dall’uomo della Provvidenza salvatore della Patria.
Sta accadendo puntualmente dal 1919, con Benito Mussolini da Predappio in poi e non si ferma più. C’è sempre un nuovo salvatore della Patria da incensare e a cui aggrapparsi.
Fabrizio Barca per fortuna sembra non appartenere alla premiata categoria dei “Salvatori della Patria”, dei “Ghe pensi mi”, 1.0, 2.0, 3.0, 4.0 con il loden o senza loden. Potrebbe tornare utile prima del crac finale se riuscisse a farsi sentire prima che sia troppo tardi (Confindustria questa settimana ha comprato una pagina su tutti i quotidiani italiani lanciando l’allarme “Fate presto”, ed io non posso che essere concorde), ma occorre prima che abbia le idee chiare sulla fase di transizione attuale che non è definibile in questo momento se non con un vocabolo adatto che ancora non esiste che possa esprimere il grado di tragicità della situazione attuale.
Non sarebbe male se venisse invitato sul forum per una sano e salutare bagnetto di realismo politico, economico e sociale.
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Re: Il partito di Barca
@Camillobenso
Non ci saranno piu' alternative per quello che Lui stesso definisce un "partito di sinistra".
Anche queste rientrano nelle ovvieta' di Catalano.
un salutone da Juan
Perfettamente daccordo!!!Per il sistema Italia questo tentativo di Fabrizio Barca rappresenta comunque l’ultima chiamata prima dell’abisso.
Non ci saranno piu' alternative per quello che Lui stesso definisce un "partito di sinistra".
Anche queste rientrano nelle ovvieta' di Catalano.
un salutone da Juan
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