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Politica e politicanti
Inviato: 18/05/2013, 18:24
da pancho
Lobbies, le Iene: “Deputati e senatori a libro paga dei produttori di slot-machine”
Le Iene svelano il sistema delle lobbies che hanno a libro paga senatori e deputati del nostro Parlamento.
Filippo Roma (con la collaborazione di Marco Occhipinti) ha intervistato l’assistente di un senatore, che ha preferito rimanere anonimo per evitare possibili ripercussioni, che racconta di ciò che, secondo lui, succederebbe a Montecitorio e a Palazzo Madama.
Ecco un’anticipazione dell’intervista che andrà in onda domenica 19 maggio 2013 alle ore 21.20 su Italia1.
Assistente senatore: “Ci sono le multinazionali che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera, incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli”. F.Roma: “A che titolo?”, assistente senatore: “Per far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare in commissione in aula, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga”.
F.Roma: “Ma è legale tutto questo?”,
assistente senatore: “Che io sappia no”.
Ancora Roma: “Ma di quanti soldi si parla?”,
assistente senatore: “Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese”.
Roma: “Di che multinazionali si tratta?”,
assistente senatore: “Quelle che conosco io, con i senatori di cui stiamo parlando, una è del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine”.
Roma: “Scusa, gli danno migliaia di euro al mese in cambio di che cosa?”,
assistente senatore: “La protezione. Quando vengono emanate delle leggi o degli emendamenti che potrebbero andare ad intaccare i guadagni di queste società, loro si impegnano invece a proteggere le società a discapito del cittadino”.
Poi precisa il portaborse: “comunque la tariffa cambia a seconda dell’importanza del senatore e quindi, se è molto influente, sale fino a 5.000 euro. Per quanto riguarda poi le sale Bingo, si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. Un gruppo fa capo a un ex Ministro de…, e un altro gruppo fa capo a un ex Ministro de…, entrambi del centro sinistra”
18 maggio 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/ ... ne/232993/
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Ogni analisi e' superflua poiche sarebbe ancora una volta ripetitiva.
un salutone da Juan
Re: Politica e politicanti
Inviato: 18/05/2013, 20:23
da camillobenso
Benvenuti all’inferno - 1
All’inferno e ritorno, è un film di guerra del 1955 che ha consacrato l’attore made in Usa Audie Murphy, che se non ricordo male fu veramente protagonista del viaggio all'inferno .
http://it.wikipedia.org/wiki/All'infern ... rno_(film)
Solo che il pianeta Terra è un inferno senza ritorno.
Di solito quando nasce un bambino si festeggia. E’ motivo di entusiasmo nell’ambito familiare e amicale. In effetti dovrebbe essere così, se questo non fosse l’inferno del pensiero e spesso della carne.
Per quanto riguarda l’inferno del pensiero basta fare riferimento ad un vecchio detto meneghino, frutto come sempre della saggezza popolare.
Cent co, cent crap; cent cu, dusent ciap = Cento menti, cento teste; cento culi, duecento chiappe. Indica la moltitudine dei modi di vedere delle persone.
Siamo oltre i sette miliardi sul pianeta e il giochino è presto fatto.
L’inferno della carne è storia di tutti i giorni in qualsiasi punto del pianeta. Sotto i riflettori in questo momento ci sta il popolo siriano,…..per il momento tocca a loro…………
Per mettere un freno alle nefandezze umane in parte si ha pensato la Chiesa cattolica inventandosi un luogo di punizione eterna dopo la morte, l’inferno.
Ai giorni nostri non funziona perché diventa facile dimostrare che all’inferno i peccatori si ritroveranno con i predicatori.
Quindi niente stupore se l’Aula sorda e grigia è ritornata tale dopo un breve periodo dopo la fine della guerra.
Con la descrizione del Parlamento la retorica si riempie la bocca dell’alta funzione che svolge, mentre in realtà, spesso e volentieri è trasformato in un bivacco del Foro Boario.
Se i due rami del Parlamento sono arrivati al punto di votare che Ruby Rompecorazones è la nipote di Mubarak, si può constatare che non c'è più niente da fare.
Re: Politica e politicanti
Inviato: 22/05/2013, 20:22
da mariok
Re: Politica e politicanti
Inviato: 21/07/2013, 11:34
da Amadeus
capolavoro di masochismo fintamente inconsapevole
Udc: Casini, basta politiche con Sc. Serve strumento che guardi a Ppe
20 Luglio 2013 - 14:52
(ASCA) - Roma, 20 lug - ''Abbiamo sbagliato, anzi io piu' di tutti ho sbagliato: un capo si assume le proprie responsabilita'. Abbiamo sbagliato quando, davanti all'uragano dell'antipolitica,
non siamo riusciti a dare l'idea di un partito che avesse lavorato e siamo stati travolti come se fossimo la vecchia politica. Io sarei Pierfurby, noi saremmo il partito dei poteri...''. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, nel corso dell'Assemblea del partito fa un mea culpa, analizza gli errori del passato e parla del futuro. ''Adesso - dice - basta polemiche con Scelta Civica. Serve uno strumento che non puo' essere ne' l'Udc ne' Scelta civica, ma che deve andare oltre e guardare al Partito popolare europeo. Il Ppe in Italia si puo' fare in due modi: o entrare con il capo cosparso di cenere nel Pdl, e significherebbe svendere la nostra storia, o concorrere a ristrutturare l'area politica, che finora non si e' realizzata per la deriva populista del Pdl. Smettiamo di piangerci addosso e andiamo avanti''. Quanto al futuro ''dobbiamo uscire dalla sindrome di genuflussione o di autoflagellazione.
Basta con le sedute psicanalitiche . Se noi siamo nella logica autopersecutoria non saremo perdenti ma dispersi e non saremo nelle condizioni di essere incidenti'', spiega Casini. ''In una famiglia si sta nella buona e cattiva sorte e noi siamo stati gli unici a sfidare una deriva populista - rivendica il leader dell'Udc -, a sfidare il bipolarismo mentre molti stavano nel Pd e nel Pdl. Noi abbiamo fatto delle scelte che sono culminate nel governo 'Abc', abbiamo gestito un processo politico in cui noi con il 6 percento avevamo lo stesso peso degli altri partiti''. In campagna elettorale ''dicevamo che bisognava riproporre lo stesso schema e il governo Monti ieri e il governo Letta oggi sono la riprova che il bipolarismo e' franato clamorosamente e oggi tutti ci danno ragione perche' il bipolarismo e' morto e sepolto''. ceg/min
Re: Politica e politicanti
Inviato: 21/07/2013, 23:23
da pancho
Amadeus ha scritto:capolavoro di masochismo fintamente inconsapevole
Udc: Casini, basta politiche con Sc. Serve strumento che guardi a Ppe
20 Luglio 2013 - 14:52
(ASCA) - Roma, 20 lug - ''Abbiamo sbagliato, anzi io piu' di tutti ho sbagliato: un capo si assume le proprie responsabilita'. Abbiamo sbagliato quando, davanti all'uragano dell'antipolitica,
non siamo riusciti a dare l'idea di un partito che avesse lavorato e siamo stati travolti come se fossimo la vecchia politica. Io sarei Pierfurby, noi saremmo il partito dei poteri...''. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, nel corso dell'Assemblea del partito fa un mea culpa, analizza gli errori del passato e parla del futuro. ''Adesso - dice - basta polemiche con Scelta Civica. Serve uno strumento che non puo' essere ne' l'Udc ne' Scelta civica, ma che deve andare oltre e guardare al Partito popolare europeo. Il Ppe in Italia si puo' fare in due modi: o entrare con il capo cosparso di cenere nel Pdl, e significherebbe svendere la nostra storia, o concorrere a ristrutturare l'area politica, che finora non si e' realizzata per la deriva populista del Pdl. Smettiamo di piangerci addosso e andiamo avanti''. Quanto al futuro ''dobbiamo uscire dalla sindrome di genuflussione o di autoflagellazione.
Basta con le sedute psicanalitiche . Se noi siamo nella logica autopersecutoria non saremo perdenti ma dispersi e non saremo nelle condizioni di essere incidenti'', spiega Casini. ''In una famiglia si sta nella buona e cattiva sorte e noi siamo stati gli unici a sfidare una deriva populista - rivendica il leader dell'Udc -, a sfidare il bipolarismo mentre molti stavano nel Pd e nel Pdl. Noi abbiamo fatto delle scelte che sono culminate nel governo 'Abc', abbiamo gestito un processo politico in cui noi con il 6 percento avevamo lo stesso peso degli altri partiti''. In campagna elettorale ''dicevamo che bisognava riproporre lo stesso schema e il governo Monti ieri e il governo Letta oggi sono la riprova che il bipolarismo e' franato clamorosamente e oggi tutti ci danno ragione perche' il bipolarismo e' morto e sepolto''. ceg/min
...il bipolarismo e' franato clamorosamente e oggi tutti ci danno ragione perche' il bipolarismo e' morto e sepolto''. ceg/min
Credo che su questo abbia ragione ed e' da parecchio tempo che lo sostengo pure io. La ns. cultura e' molto diversa da quella degli states che peraltro non ho mai condiviso da come e' strutturata.
E' diventata una "camicia di Nesso" che inprigiona qualsiasi attore politico in un momento in cui abbiamo urgente bisogno di voci fuori dal coro si vuole uscire uscire da questo stallo politico!!!
Per il resto, lasciamo perdere.Ferdy non si smentisce mai.
un salutone
Re: Politica e politicanti
Inviato: 22/07/2013, 14:56
da paolo11
Tangenti, condannato Del Turco
Scandalo sanita', 9 anni e 9 mesi
AGI) - Pescara, 22 lug. - Nove anni e 9 mesi e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. E' la condanna inflitta all'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco nell'ambito del processo riguardante tangenti nel mondo della sanita' abruzzese. La sentenza e' stata emessa dal Tribunale collegiale di Pescara (presidente Carmelo De Santis e giudici a latere Gianluca Falco e Massimo De Cesare) dopo oltre quattro ore di Camera di consiglio.
I pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli avevano chiesto 12 anni e l'interdizione. Ad accusare Del Turco l'ex titolare della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, imputato e allo stesso tempo parte offesa nel processo, che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelo' ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. Nello specifico Del Turco e' accusato insieme all'ex capogruppo del Pd alla Regione Camillo Cesarone e a Lamberto Quarta, ex segretario generale dell'ufficio di presidenza della Regione, di aver intascato mazzette per cinque milioni e 800mila euro. Per questa vicenda fu arrestato il 14 luglio 2008 insieme ad altre nove persone, tra le quali assessori e consiglieri regionali. L'ex presidente fini' in carcere a Sulmona (L'Aquila) per 28 giorni e trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari.
A seguito dell'arresto, Del Turco il 17 luglio 2008 si dimise dalla carica di presidente della Regione e con una lettera indirizzata all'allora segretario nazionale Walter Veltroni si autosospese dal Pd, di cui era uno dei 45 saggi fondatori nonche' membro della Direzione nazionale. Le dimissioni comportarono lo scioglimento del consiglio regionale e il ritorno anticipato alle urne per i cittadini abruzzesi. (AGI) .
http://www.agi.it/cronaca/notizie/20130 ... i_e_9_mesi
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E questo era un ex sindacalista.
Ciao
Paolo11
Re: Politica e politicanti
Inviato: 01/09/2013, 0:42
da camillobenso
l’Unità 31.8.13
Sinistra, non dimenticare
il buono che hai fatto nel ’900
di Marco Almagisti
LA SINISTRA È IN CRISI DI IDENTITÀ PER ECCESSO DI ACQUIESCENZA ALLO STATO DI COSE PRESENTI. Al contempo, lo stato delle cose peggiora anche perché la sinistra ha accettato di conformarsi alle narrazioni dominanti. Questa è la tesi di Tony Judt, lo storico inglese trapiantato negli Stati Uniti e qui deceduto nel 2010, secondo il quale molte delle crepe affiorate nelle democrazie contemporanee dipendono proprio dall’incapacità della sinistra di difendere la proprie buone ragioni. Già Sergio Luzzatto (Il Sole 24 ore, 5/7/2009) aveva evidenziato quanto la fecondità del contributo di Judt risultasse dalla sua contrapposizione rispetto alle narrazioni egemoni da più di trent’anni, orientate a identificare il Novecento solo con il suo «lato oscuro», quale secolo degli estremismi e dei totalitarismi. Una chiave interpretativa cosiffatta pone fatalmente in ombra i successi ottenuti dalle democrazie nella seconda metà del 900, assieme alle caratteristiche dei loro processi di consolidamento. Infatti, ci ricorda Judt, il Novecento è stato anche il secolo durante il quale si è cercato di ricostruire su basi più solide la democrazia attraverso la creazione dello Stato sociale e l’attuazione di politiche redistributive che ancorassero alla democrazia una consistente classe media. Leggendo gli ultimi libri di Judt, quali L’età dell’oblio (2009), Guasto è il mondo (2011), Lo Chalet della memoria (2011) e Novecento (2012, tutti editi in italiano da Laterza) emerge con chiarezza il nucleo vivente delle sue riflessioni.
Tony Judt appartiene a quel gruppo di studiosi molto diversi fra loro, tra cui Karl Polanyi, Hannah Arendt, Jürgen Habermas o Robert Putnam, che concordano sul fatto che: a) anche nelle società moderne, contraddistinte dall’economia di mercato, sia necessaria la produzione di risorse di integrazione senza le quali la vita associata diventa molto precaria; b) queste risorse integrative non possano essere prodotte dal mercato. Judt è molto efficace quando ricostruisce quanto la stessa riproducibilità delle economie di mercato nel secondo ’900 abbia tratto giovamento dalla regolazione politica e dalla fiducia sociale corroborata dalle politiche del welfare e come sia stato importante per le democrazie contenere gli effetti corrosivi della disuguaglianza e dell’esclusione. Non trova conferma empirica dopo il 1945 la tesi sostenuta dalla Scuola austriaca (Hayek, Von Mises), secondo cui ogni intervento dello Stato nell’economia avrebbe condotto alla privazione della libertà. Al contrario, sostiene Judt, il compromesso keynesiano fra democrazia politica, libertà economica e protezione sociale costruito attraverso il welfare ha moltiplicato le chance di vita delle persone in modo inedito nella storia. In questa prospettiva, il welfare non riguarda soltanto la politica economica, bensì costituisce una scelta di civiltà: grazie alle politiche del welfare, ad esempio, cessa la stigmatizzazione di chi non trova lavoro e lo status civico di una persona non dipende più dalla fortuna o dalla sfortuna economica. Come ha illustrato un altro intellettuale europeo trapiantato negli Usa, Giuseppe Di Palma (Viaggio nelle modernità, Rubbettino, 2011), l’effetto delle politiche di smantellamento del welfare è la privatizzazione del rischio sociale, che viene ritrasformato da questione pubblica a sventura privata. Non per caso, Judt si é volto specificamente allo studio della storia delle idee e degli intellettuali: grande viene considerata la loro responsabilità nel rinunciare a mettere in dubbio e sottoporre a verifica empirica le idee-guida della politica economica degli ultimi trent’anni. Mentre negli anni Quaranta socialdemocratici, liberali ed anche conservatori hanno trovato un punto di compromesso attorno allo Stato sociale keynesiano, dalla fine degli anni 70 la sinistra non è riuscita a contrapporre alla retorica neo-liberista, che vede nel welfare soprattutto un fattore di spreco, una narrativa alternativa che ne difendesse i fondamenti.
Questo è accaduto almeno in parte per un errore di valutazione diffuso all’interno della sinistra stessa, compresi i movimenti della «nuova sinistra», sorti dagli anni 60, che hanno considerato lo Stato sociale e le sue istituzioni quali condizioni naturali dell’esistenza, orientando la propria attenzione verso altre questioni, quali i bisogni post-materialisti o la riemersione di identità escluse dallo spazio pubblico. Tuttavia la stessa valorizzazione dell’identità (sia essa di genere, etnica o sessuale) proposta da molti di quei movimenti, secondo Judt, se non è accompagnata dalla costruzione di un orizzonte inclusivo e universalista rischia di favorire soluzioni particolaristiche anziché inibirle. Lo spauracchio di Judt sono le gated communities, diffuse negli Usa, il cui scopo principale è escludere «gli altri», sia che derivi, tale alterità, dal censo o, appunto, dall’identità. Secondo Judt, fenomeni quali la globalizzazione, gli attacchi terroristici o la perdurante crisi economica sono destinati ad incrementare le richieste di protezione sociale e se non saranno le istituzioni pubbliche a farsene carico si rischia la moltiplicazione di «comunità chiuse», con effetti drammatici sul tessuto sociale più ampio. Se vuole evitare tale deriva, questo il lascito di Judt, la sinistra deve riscoprire la propria voce e adattare alle sfide del nuovo secolo quanto di buono ha contribuito a costruire in quello precedente.