JHON MAYNARD KEYNES ED EURO
Inviato: 10/08/2013, 18:56
IL ‘ RIFORMISMO RIVOLUZIONARIO’ , KEYNES E LA GRANDE DEPRESSIONE ,
POLITICA ED ECONOMIA.
Questi appunti frammentari sono il tentativo di far dialogare la politica buona con l’ economia politica, qui molto più politica che scienza economica.
Sperando che anche in Italia ci sia un giorno un vero PROGRAMMA COMUNE DELLE SINISTRE per le elezioni politiche.
POLITICA E SCIENZA ECONOMICA : RICCARDO LOMBARDI.
La politica e la scienza economica , Riccardo Lombardi ( 1958 la scienza economica militante nota presente nel libro Lombardi e il feniocottero di Patrignani) :
‘ …mi par dunque di vedere che qualsiasi tentativo di definire la finalità della scienza economica che prescinda dal concetto di alienazione è condannato alla sterilità .
L’ immenso merito di Marx è di aver denunciato l’ alienazione dell’ uomo nei feticci e di averne svelato il processo . ….. senonchè i giudizi di valore, impliciti o espliciti, non sono eliminabili da una scienza che in definitiva ha per oggetto l’uomo e e non le cose ‘.
La crisi attuale è una crisi che per la sua profondità distrugge alla radice il neoliberismo anche quello pietismo e bleriano tanto amato dai progressisti italiani.
Tremonti tra modello sociale europeo riferito alla Fiat !!! e l’ attacco all’ articolo 41 della Costituzione ( luogo in cui nasce il modello sociale europeo) sembra un ‘ ubriaco legato ad un lampione’.
L' art. 41 è il modello sociale europeo.
Per il mezzogiorno d ‘Italia Tremonti ha tolto sembra l’Irap per le nuove attività produttive grande idea quando siamo in presenza di accumulazioni di capitali presenti nel territorio , accumulazioni di capitali proprio quello che manca nel Sud, inoltre le regioni del Sud devono trovare loro le fonti di finanziamento,
come ? semplici chiudendo ospedali licenziando infermieri e medici, riducendo il perimetro dello Stato.
LA CRISI ATTUALE E LA CRISI DEL 1929.
Non è questa la sede per una analisi comparata delle 2 crisi , quello che è certo che piu di una crisi oggi dobbiamo parlare di un altro GRANDE CROLLO .
‘ siamo ritornati indietro di 10 anni’ qualche tecnocrate europeo disse.
Sarà vero ma non è una grande analisi ne una grande proposta.
Il grande crollo del 1929 e la GRANDE DEPRESSIONE ATTUALE possono avere le stesse cause.
Per esempio il ritorno al gold standard da parte di Churchill con una forte rivalutazione della sterlina sul dollaro può avere analogie con la strategia dell’ EURO FORTE proposta dalla Germania e dalla BCE ???
Ha spostato produzioni e sviluppo commercio verso gli USA come è avvenuto nel 1925 ??
Il dubbio potrebbe essere legittimo.
UNA BREVE CRONISTORIA DEL GRANDE CROLLO.
Alcuni indicatori economi nel periodo 1928 e 1929.
‘ Gli anni 20 in America furono un periodo veramente buono. La produzione e l’ occupazione erano elevate e in aumento . …Infine il capitalismo americano si trovava indubbiamente in una fase d’ animazione….L’indice della Riserva federale per la produzione che era 67 nel 1921 sali nel luglio del 1928, e raggiunse 126 nel giugno del 1929 .
( fonte il Grande Crollo Galbraith ).
La rivoluzione manifatturiera settore auto e treni ( fino a giugno 1929 ) può essere confrontata con la rivoluzione settore informatica e servizi fino alla attuale crisi 2008.
In questa contesto di aspettative razionali positive si sviluppo la speculazione finanziaria.
Nel 1928 ‘ comincio sul serio la fuga in massa verso la finzione, elemento essenziale della vera orgia speculativa’.
Mentre un documento ufficiale nel 1928 un anno prima del grande crollo affermava : La borsa è un mercato in cui i prezzi riflettono la legge fondamentale della domanda e dell’ offerta’.
Dice Galbraith ‘ anche l’ uomo piu devoto di Wall Street ….In qualche posto nelle vicinanze, egli pensa , ci sono i grossi personaggi che fanno salire e scendere i titoli’.
Dicembre 1928 : nel 1928 l ‘indice titoli industriali passo da 245 a 331.
La società Radio passò da 85 a 420 ( senza distribuire dividendo) , Du Pont da 321 a 525, Wright Aeronautic da 68 a 289.
Il capitalismo è dinamico nel 1928 sono state 920.550.032 azioni nel 1927 576.990.875 trattate .
Un vero e proprio Luna Park. I contratti utilizzati erano contratti a riporto, vendite a termini con prestiti ed riaquisto ad un prezzo ipotetico piu basso .
Un specie di superenalotto !!!
Gli acquisti di azioni avvenivano a prestito con tassi iniziali al 12% e autunno 1929 periodo del crollo al 20%.
Un insegne economista americanitalian proponeva in Italia nel 2007 di chiudere l’ Inps e investire i soldi accantonati per le pensione in borsa.
Questo economista è ancora a piede libero !!!
Lunedi 21 ottobre 1929 furono vendute 6.091.870 è inizio il grande crollo.
Martedi 29 ottobre 1929 fu la peggiore giornata della storia della borsa a livello mondiale poi ogni giorno venivano vendute 3.300.000 azioni.
La crisi del sistema bancario fu l’ inizio della lunga depressione.
La crisi attuali ha profonde analogie con la crisi del 1929.
Purtroppo il decremento del PIL rende questa crisi piu lunga e più complessa rispetto a quella del 1929.
Questa crisi è la crisi del mercantismo dell’ economia neoclassica e del nelibersmo versione hard americana e soprattutto versione soft e pietistica inglese.
La crisi è profonda strutturale e richiede interventi radicali in europa e in Italia.
Le consegue sociali sono enormi in termini di disoccupazione cassa integrazione e lavoratori poveri.
I lavoratori poveri quelli che qualcuno VERGOGNOSAMENTE chiama i supergarantiti del settore privato sono gli effetti del fenomeno di impoverimento della classe media , lo stesso processo sociale subito dagli operai poveri che vivevano come homeless in america nella crisi del 1929.
E importante chi i poteri forti di fede neoliberista e neoclientelare, che hanno comprato a 200.000 dollari all’ anno intellettuali di sinistra, e che sono i responsabili della situazione italiana si tacciano e facciano autocritica.
Ai socialisti e ai non socialisti, ai militanti del modello sociale europeo spetta un ruolo di analisi e di proposta programmatica di riformismo rivoluzionario.
Lo richiede la situazione economica e sociale.
JOHN MAYNARD KEYNES E LA ‘ GRANDE CRISI’.
La Teoria generale dell’ occupazione , dell’ interesse e della moneta è del 1936, si tratta di una Teoria Generale quindi di un modello astratto e teorico ma è anche il risultato dell’ attività di riflessione dal 1921 in poi.
La Teoria Generale chiude in MODO DEFINITIVO con le teorie marcantiste, neoliberste e apre una nuova epoca di sintesi tra l’ analisi strutturalista del capitalismo di Carlo Marx e l’ analisi economica di John Maynard Keynes. Il marxismo – keynesismo è di fatto il nuovo credo del presidente degli Stati Uniti Obama.
Vista la gravità della situazione economica è’ fondamentale che nei prossimi 12 mesi le lobby neoliberiste si tacciano, si AUTOSOSPENDONO.
LA CENTRALITA' DELLA DISOCCUPAZIONE ANCHE COME PROBLEMA ECONOMICO OLTRE CHE SOCIALE.
Qui ci occuperemo dell’ analisi della nuova grande crisi come una crisi di sistema e quindi della necessaria scesa in campo di Keynes anche come economista delle crisi economiche.
Sommando Cassa Integrazione Ordinaria Straordinaria Strumenti in deroga Disoccupazione Mobilità lavoro nero sfruttamento lavoratori extacomunitari i nuovi lavoratori poveri evasione fiscale per il sistema Italia questa crisi è una crisi strutturale come la crisi del 1929.
Per numeri ed effetti sommando disoccupazione inoccupazione lavoro povero probabilmente è una crisi peggiore a quella del 1929.
Per uscire da questa crisi Keynes ci ha insegnato 4 cose , è necessaria URGENZA, IMMEDIATEZZA DEGLI INTERVENTI , INTERVENTI ECONOMICI NEL BREVE PERIODO, e LA GUERRA.
Per guerra nel 2010 e dentro la Costituzione Italiana intendiamo la GUERRA SOCIALE, unità della comunità contro il nemico ( disoccupazione, basso reddito, impossibilità di benessere sociale).
Il concetto di breve periodo keynesiano verrà definito nella parte più tecnica.
Keynes è probabilmente il più grande teorico dell’ economia di tutti i tempi ma anche lui sbaglia.
Gli impiegati dell ‘ Indipendent Investiment Trust chiesero a Keynes in qualità di condirettore se potevano tramutare presiti da dollari in sterline in previsione della svalutazione della sterlina.
Keynes rispose NO in quanto non ci sarebbe stata alcuna svalutazione. Il giorno dopo il Tesoro inglese comunico l’ uscita dal sistema Gold Standard e la svalutazione della sterlina.
La Indipendent Investiment Trust perse 40.000 dollari.
Chiamato da un giornalista della radio sembra che Keynes abbia dichiarato ‘ Melchiorre o non Melchiorre io sono in malattia, sono in mutua.’
Melchiorre imperversava anche all’ epoca !!!
Se andava in ufficio gli impiegati lo avrebbero malmenato !!
GOLD STANDARD e EURO
In ambito di analisi politica si tratta di capire le analogie tra le politiche di stabilizzazioni dovute al ritorno del gold standard in inghilterra e l’ entrata nell’ Euro per L’ Italia.
Il periodo di regime Gold Standard era dal 1925 al 1931.
Perché il Gold Standard ? l’ oro come valore standard è argomento che oggi non ha importanza politica , all’ epoca si riteneva che la tecnica e la tecnologia e l’ estrazioni di unità marginali di nuove miniere erano correlate. La correlazione rendeva stabile il valore standard dell’ oro.
Secondo la maggioranza degli economisti, razza molto eccentrica !!
La relazione tra Gold Standard ed Euro è di stabilizzare la moneta nel rapporto con il sistema dei prezzi e con i valori di scambio ( importazioni ed esportazioni).
Keynes era contrario all introduzione del Gold Standard nel 1925 voleva che fosse rinviata.
a) avrebbe indebolito la bilancia commerciale dell’ Inghilterra ( diminuzione delle esportazioni)
b) rivalutazione della sterlina del 10 %
c) diminuzione dei salari reali
d) diminuzione dei consumi ( domanda aggregata dei consumi ).
e) Aumenti dei tassi interesse per evitare la fuoriuscita di capitali e conseguente diminuazione del costo del lavoro o in alternativa diminuzione della domanda aggregata di investimenti.
Kyenes propose di tassare le rendite dei titoli esteri negoziati in Inghilterra proposta ancora interessante per l’ Italia su titoli esteri non comunitari.
Da valutare azioni di reciprocità nei confronti dell’ Italia. Dal punto di vista POLITICO è fondamentale individuare politiche economiche e monetarie nella relazione tra SVALUTAZIONE-DEFLAZIONE.
L’ entrata dell’ Italia nell’ Euro probabilmente ha avuto gli stessi effetti dell’ entrata dell’ Inghilterra nel Gold Standard.
La classe politica italiana nuotando nel vino del neoliberismo era completamente impreparata.
Oggi è sorpresa dagli effetti deflattivi .
Anche l’ abbattimento del cuneo fiscale da parte del governo Prodi è stato un fallimento , forse in quanto non ha avuto effetti sui tassi di interesse a breve e quindi sugli investimenti.
La diminuzione del cuneo fiscale in ambito di politiche contrattate e con ‘ aspettative razionali’ positive è cosa diversa da regali unilaterali.
Il cuneo fiscale è stato un panettone , c è chi lo dona e chi lo riceve; chi lo riceve ( imprese ) saluta ciao ciao e se ne va nel caso specifico senza ringraziare.
Molte critiche degli economisti americani Krugman e Roubini all ‘ introduzione dell’ Euro potrebbero avere delle assonanze con le critiche di Keynes al Gold Standard.
LA DISOCCUPAZIONE : KEYNES E LE OPERE PUBBLICHE.
Dice Keynes in ‘ Un programma di espansione’ esortazioni e profezie :’ oggi Aprile 1929 i disoccupati sono 1.140.000.
Questo livello di disoccupazione ci costa…50 Milioni di sterline all’ anno, senza contare le altre forme di assistenza . Dal 1921 ad oggi ai disoccupati…(sono andati) 50 milioni in contanti , ed in cambio non me abbiamo ricavato assolutamente nulla . Una somma del genere sarebbe bastata per costruire milioni di case; sarebbe servita a costruire un terzo delle strade del paese o costruire un fondo sufficiente per mandare gratuitamente al cinematografo tutta la popolazione per l’ eternità’
Noi aggiungiamo tutta la popolazione con esclusione di Tremonti visti i tagli al cinema.
Keynes cita il programma di Lloyd George, 100 milioni di sterline reinserirebbe nella produzione mezzo milioni di individui pari a 2,5 del reddito nazionali (PIL ).
La spese non è elevata rispetto alle perdite e agli sprechi derivanti dalla disoccupazione, dalla INUTILIZZATA CAPACITA’ PRODUTTIVA.
Il concetto di capacità produttiva non utilizzata come vedremo è un concetto fondamentale anche in ambito strettamente politico.
Le critiche a Keynes erano i soliti luoghi comuni, la pubblicazione della Teoria Generale ( 1936) ha spazzato via queste critiche.
1) effetto spiazzamento , l’ espansione del settore pubblico toglierebbe risorse al settore privato.
2) Inflazione
3) Espansione credito uguale inflazione.
L’ effetto di spiazzamento settore pubblico privato esiste quando si raggiunge la piena utilizzazione della capacità produttiva ( nel breve periodo keynesiano in cui gli investimenti sono un dato fisso esogeno).
Il moltiplicatore del reddito aumenta complessivamente il reddito nazionale liberando maggiori risorse economiche anche per i privati.
Ma nella grande crisi 1929 ed nella ATTUALE crisi e nella grande depressione dopo il 1929 ed attuale grande depressione siamo molto lontani dall’ utilizzo della totale capacità produttiva dell sistema economico.
I processi di inflazione sono possibili con aumenti dei prezzi nominali dopo che è stata raggiunto la capacità produttiva massima degli investimenti fissi , in regime di boom economico ma qui siamo molto lontani da questo risultato. In piena crisi economica con disoccupazione elevata non era possibile aspettare ….il mercato dei capitali-investimenti , decisioni di investimenti con diminuzione dei tassi di interesse, i tempi per queste valutazioni sugli investimenti erano troppo lunghi rispetto alle emergenze della situazione economica inoltre tassi di interessi bassi avevano un effetto immediato, la fuoriuscita dei capitali all’ estero.
Il tentativo di produrre lavoro e quindi occupazione con programmi di spesa pubblica può essere finanziato oltre che con i trasferimenti improduttivi ai disoccupati anche con emissioni di titoli di stato che gravano sui 100 milioni di risparmio delle famiglie inglesi ..
Il ruolo dello Stato è anche di attivazione e sviluppo del risparmio dei privati delle famiglie creando lo sviluppo dell’ economia.
( ricordando Don Gallo )
POLITICA ED ECONOMIA.
Questi appunti frammentari sono il tentativo di far dialogare la politica buona con l’ economia politica, qui molto più politica che scienza economica.
Sperando che anche in Italia ci sia un giorno un vero PROGRAMMA COMUNE DELLE SINISTRE per le elezioni politiche.
POLITICA E SCIENZA ECONOMICA : RICCARDO LOMBARDI.
La politica e la scienza economica , Riccardo Lombardi ( 1958 la scienza economica militante nota presente nel libro Lombardi e il feniocottero di Patrignani) :
‘ …mi par dunque di vedere che qualsiasi tentativo di definire la finalità della scienza economica che prescinda dal concetto di alienazione è condannato alla sterilità .
L’ immenso merito di Marx è di aver denunciato l’ alienazione dell’ uomo nei feticci e di averne svelato il processo . ….. senonchè i giudizi di valore, impliciti o espliciti, non sono eliminabili da una scienza che in definitiva ha per oggetto l’uomo e e non le cose ‘.
La crisi attuale è una crisi che per la sua profondità distrugge alla radice il neoliberismo anche quello pietismo e bleriano tanto amato dai progressisti italiani.
Tremonti tra modello sociale europeo riferito alla Fiat !!! e l’ attacco all’ articolo 41 della Costituzione ( luogo in cui nasce il modello sociale europeo) sembra un ‘ ubriaco legato ad un lampione’.
L' art. 41 è il modello sociale europeo.
Per il mezzogiorno d ‘Italia Tremonti ha tolto sembra l’Irap per le nuove attività produttive grande idea quando siamo in presenza di accumulazioni di capitali presenti nel territorio , accumulazioni di capitali proprio quello che manca nel Sud, inoltre le regioni del Sud devono trovare loro le fonti di finanziamento,
come ? semplici chiudendo ospedali licenziando infermieri e medici, riducendo il perimetro dello Stato.
LA CRISI ATTUALE E LA CRISI DEL 1929.
Non è questa la sede per una analisi comparata delle 2 crisi , quello che è certo che piu di una crisi oggi dobbiamo parlare di un altro GRANDE CROLLO .
‘ siamo ritornati indietro di 10 anni’ qualche tecnocrate europeo disse.
Sarà vero ma non è una grande analisi ne una grande proposta.
Il grande crollo del 1929 e la GRANDE DEPRESSIONE ATTUALE possono avere le stesse cause.
Per esempio il ritorno al gold standard da parte di Churchill con una forte rivalutazione della sterlina sul dollaro può avere analogie con la strategia dell’ EURO FORTE proposta dalla Germania e dalla BCE ???
Ha spostato produzioni e sviluppo commercio verso gli USA come è avvenuto nel 1925 ??
Il dubbio potrebbe essere legittimo.
UNA BREVE CRONISTORIA DEL GRANDE CROLLO.
Alcuni indicatori economi nel periodo 1928 e 1929.
‘ Gli anni 20 in America furono un periodo veramente buono. La produzione e l’ occupazione erano elevate e in aumento . …Infine il capitalismo americano si trovava indubbiamente in una fase d’ animazione….L’indice della Riserva federale per la produzione che era 67 nel 1921 sali nel luglio del 1928, e raggiunse 126 nel giugno del 1929 .
( fonte il Grande Crollo Galbraith ).
La rivoluzione manifatturiera settore auto e treni ( fino a giugno 1929 ) può essere confrontata con la rivoluzione settore informatica e servizi fino alla attuale crisi 2008.
In questa contesto di aspettative razionali positive si sviluppo la speculazione finanziaria.
Nel 1928 ‘ comincio sul serio la fuga in massa verso la finzione, elemento essenziale della vera orgia speculativa’.
Mentre un documento ufficiale nel 1928 un anno prima del grande crollo affermava : La borsa è un mercato in cui i prezzi riflettono la legge fondamentale della domanda e dell’ offerta’.
Dice Galbraith ‘ anche l’ uomo piu devoto di Wall Street ….In qualche posto nelle vicinanze, egli pensa , ci sono i grossi personaggi che fanno salire e scendere i titoli’.
Dicembre 1928 : nel 1928 l ‘indice titoli industriali passo da 245 a 331.
La società Radio passò da 85 a 420 ( senza distribuire dividendo) , Du Pont da 321 a 525, Wright Aeronautic da 68 a 289.
Il capitalismo è dinamico nel 1928 sono state 920.550.032 azioni nel 1927 576.990.875 trattate .
Un vero e proprio Luna Park. I contratti utilizzati erano contratti a riporto, vendite a termini con prestiti ed riaquisto ad un prezzo ipotetico piu basso .
Un specie di superenalotto !!!
Gli acquisti di azioni avvenivano a prestito con tassi iniziali al 12% e autunno 1929 periodo del crollo al 20%.
Un insegne economista americanitalian proponeva in Italia nel 2007 di chiudere l’ Inps e investire i soldi accantonati per le pensione in borsa.
Questo economista è ancora a piede libero !!!
Lunedi 21 ottobre 1929 furono vendute 6.091.870 è inizio il grande crollo.
Martedi 29 ottobre 1929 fu la peggiore giornata della storia della borsa a livello mondiale poi ogni giorno venivano vendute 3.300.000 azioni.
La crisi del sistema bancario fu l’ inizio della lunga depressione.
La crisi attuali ha profonde analogie con la crisi del 1929.
Purtroppo il decremento del PIL rende questa crisi piu lunga e più complessa rispetto a quella del 1929.
Questa crisi è la crisi del mercantismo dell’ economia neoclassica e del nelibersmo versione hard americana e soprattutto versione soft e pietistica inglese.
La crisi è profonda strutturale e richiede interventi radicali in europa e in Italia.
Le consegue sociali sono enormi in termini di disoccupazione cassa integrazione e lavoratori poveri.
I lavoratori poveri quelli che qualcuno VERGOGNOSAMENTE chiama i supergarantiti del settore privato sono gli effetti del fenomeno di impoverimento della classe media , lo stesso processo sociale subito dagli operai poveri che vivevano come homeless in america nella crisi del 1929.
E importante chi i poteri forti di fede neoliberista e neoclientelare, che hanno comprato a 200.000 dollari all’ anno intellettuali di sinistra, e che sono i responsabili della situazione italiana si tacciano e facciano autocritica.
Ai socialisti e ai non socialisti, ai militanti del modello sociale europeo spetta un ruolo di analisi e di proposta programmatica di riformismo rivoluzionario.
Lo richiede la situazione economica e sociale.
JOHN MAYNARD KEYNES E LA ‘ GRANDE CRISI’.
La Teoria generale dell’ occupazione , dell’ interesse e della moneta è del 1936, si tratta di una Teoria Generale quindi di un modello astratto e teorico ma è anche il risultato dell’ attività di riflessione dal 1921 in poi.
La Teoria Generale chiude in MODO DEFINITIVO con le teorie marcantiste, neoliberste e apre una nuova epoca di sintesi tra l’ analisi strutturalista del capitalismo di Carlo Marx e l’ analisi economica di John Maynard Keynes. Il marxismo – keynesismo è di fatto il nuovo credo del presidente degli Stati Uniti Obama.
Vista la gravità della situazione economica è’ fondamentale che nei prossimi 12 mesi le lobby neoliberiste si tacciano, si AUTOSOSPENDONO.
LA CENTRALITA' DELLA DISOCCUPAZIONE ANCHE COME PROBLEMA ECONOMICO OLTRE CHE SOCIALE.
Qui ci occuperemo dell’ analisi della nuova grande crisi come una crisi di sistema e quindi della necessaria scesa in campo di Keynes anche come economista delle crisi economiche.
Sommando Cassa Integrazione Ordinaria Straordinaria Strumenti in deroga Disoccupazione Mobilità lavoro nero sfruttamento lavoratori extacomunitari i nuovi lavoratori poveri evasione fiscale per il sistema Italia questa crisi è una crisi strutturale come la crisi del 1929.
Per numeri ed effetti sommando disoccupazione inoccupazione lavoro povero probabilmente è una crisi peggiore a quella del 1929.
Per uscire da questa crisi Keynes ci ha insegnato 4 cose , è necessaria URGENZA, IMMEDIATEZZA DEGLI INTERVENTI , INTERVENTI ECONOMICI NEL BREVE PERIODO, e LA GUERRA.
Per guerra nel 2010 e dentro la Costituzione Italiana intendiamo la GUERRA SOCIALE, unità della comunità contro il nemico ( disoccupazione, basso reddito, impossibilità di benessere sociale).
Il concetto di breve periodo keynesiano verrà definito nella parte più tecnica.
Keynes è probabilmente il più grande teorico dell’ economia di tutti i tempi ma anche lui sbaglia.
Gli impiegati dell ‘ Indipendent Investiment Trust chiesero a Keynes in qualità di condirettore se potevano tramutare presiti da dollari in sterline in previsione della svalutazione della sterlina.
Keynes rispose NO in quanto non ci sarebbe stata alcuna svalutazione. Il giorno dopo il Tesoro inglese comunico l’ uscita dal sistema Gold Standard e la svalutazione della sterlina.
La Indipendent Investiment Trust perse 40.000 dollari.
Chiamato da un giornalista della radio sembra che Keynes abbia dichiarato ‘ Melchiorre o non Melchiorre io sono in malattia, sono in mutua.’
Melchiorre imperversava anche all’ epoca !!!
Se andava in ufficio gli impiegati lo avrebbero malmenato !!
GOLD STANDARD e EURO
In ambito di analisi politica si tratta di capire le analogie tra le politiche di stabilizzazioni dovute al ritorno del gold standard in inghilterra e l’ entrata nell’ Euro per L’ Italia.
Il periodo di regime Gold Standard era dal 1925 al 1931.
Perché il Gold Standard ? l’ oro come valore standard è argomento che oggi non ha importanza politica , all’ epoca si riteneva che la tecnica e la tecnologia e l’ estrazioni di unità marginali di nuove miniere erano correlate. La correlazione rendeva stabile il valore standard dell’ oro.
Secondo la maggioranza degli economisti, razza molto eccentrica !!
La relazione tra Gold Standard ed Euro è di stabilizzare la moneta nel rapporto con il sistema dei prezzi e con i valori di scambio ( importazioni ed esportazioni).
Keynes era contrario all introduzione del Gold Standard nel 1925 voleva che fosse rinviata.
a) avrebbe indebolito la bilancia commerciale dell’ Inghilterra ( diminuzione delle esportazioni)
b) rivalutazione della sterlina del 10 %
c) diminuzione dei salari reali
d) diminuzione dei consumi ( domanda aggregata dei consumi ).
e) Aumenti dei tassi interesse per evitare la fuoriuscita di capitali e conseguente diminuazione del costo del lavoro o in alternativa diminuzione della domanda aggregata di investimenti.
Kyenes propose di tassare le rendite dei titoli esteri negoziati in Inghilterra proposta ancora interessante per l’ Italia su titoli esteri non comunitari.
Da valutare azioni di reciprocità nei confronti dell’ Italia. Dal punto di vista POLITICO è fondamentale individuare politiche economiche e monetarie nella relazione tra SVALUTAZIONE-DEFLAZIONE.
L’ entrata dell’ Italia nell’ Euro probabilmente ha avuto gli stessi effetti dell’ entrata dell’ Inghilterra nel Gold Standard.
La classe politica italiana nuotando nel vino del neoliberismo era completamente impreparata.
Oggi è sorpresa dagli effetti deflattivi .
Anche l’ abbattimento del cuneo fiscale da parte del governo Prodi è stato un fallimento , forse in quanto non ha avuto effetti sui tassi di interesse a breve e quindi sugli investimenti.
La diminuzione del cuneo fiscale in ambito di politiche contrattate e con ‘ aspettative razionali’ positive è cosa diversa da regali unilaterali.
Il cuneo fiscale è stato un panettone , c è chi lo dona e chi lo riceve; chi lo riceve ( imprese ) saluta ciao ciao e se ne va nel caso specifico senza ringraziare.
Molte critiche degli economisti americani Krugman e Roubini all ‘ introduzione dell’ Euro potrebbero avere delle assonanze con le critiche di Keynes al Gold Standard.
LA DISOCCUPAZIONE : KEYNES E LE OPERE PUBBLICHE.
Dice Keynes in ‘ Un programma di espansione’ esortazioni e profezie :’ oggi Aprile 1929 i disoccupati sono 1.140.000.
Questo livello di disoccupazione ci costa…50 Milioni di sterline all’ anno, senza contare le altre forme di assistenza . Dal 1921 ad oggi ai disoccupati…(sono andati) 50 milioni in contanti , ed in cambio non me abbiamo ricavato assolutamente nulla . Una somma del genere sarebbe bastata per costruire milioni di case; sarebbe servita a costruire un terzo delle strade del paese o costruire un fondo sufficiente per mandare gratuitamente al cinematografo tutta la popolazione per l’ eternità’
Noi aggiungiamo tutta la popolazione con esclusione di Tremonti visti i tagli al cinema.
Keynes cita il programma di Lloyd George, 100 milioni di sterline reinserirebbe nella produzione mezzo milioni di individui pari a 2,5 del reddito nazionali (PIL ).
La spese non è elevata rispetto alle perdite e agli sprechi derivanti dalla disoccupazione, dalla INUTILIZZATA CAPACITA’ PRODUTTIVA.
Il concetto di capacità produttiva non utilizzata come vedremo è un concetto fondamentale anche in ambito strettamente politico.
Le critiche a Keynes erano i soliti luoghi comuni, la pubblicazione della Teoria Generale ( 1936) ha spazzato via queste critiche.
1) effetto spiazzamento , l’ espansione del settore pubblico toglierebbe risorse al settore privato.
2) Inflazione
3) Espansione credito uguale inflazione.
L’ effetto di spiazzamento settore pubblico privato esiste quando si raggiunge la piena utilizzazione della capacità produttiva ( nel breve periodo keynesiano in cui gli investimenti sono un dato fisso esogeno).
Il moltiplicatore del reddito aumenta complessivamente il reddito nazionale liberando maggiori risorse economiche anche per i privati.
Ma nella grande crisi 1929 ed nella ATTUALE crisi e nella grande depressione dopo il 1929 ed attuale grande depressione siamo molto lontani dall’ utilizzo della totale capacità produttiva dell sistema economico.
I processi di inflazione sono possibili con aumenti dei prezzi nominali dopo che è stata raggiunto la capacità produttiva massima degli investimenti fissi , in regime di boom economico ma qui siamo molto lontani da questo risultato. In piena crisi economica con disoccupazione elevata non era possibile aspettare ….il mercato dei capitali-investimenti , decisioni di investimenti con diminuzione dei tassi di interesse, i tempi per queste valutazioni sugli investimenti erano troppo lunghi rispetto alle emergenze della situazione economica inoltre tassi di interessi bassi avevano un effetto immediato, la fuoriuscita dei capitali all’ estero.
Il tentativo di produrre lavoro e quindi occupazione con programmi di spesa pubblica può essere finanziato oltre che con i trasferimenti improduttivi ai disoccupati anche con emissioni di titoli di stato che gravano sui 100 milioni di risparmio delle famiglie inglesi ..
Il ruolo dello Stato è anche di attivazione e sviluppo del risparmio dei privati delle famiglie creando lo sviluppo dell’ economia.
( ricordando Don Gallo )