Dove sta Dudù - 3
Iniziano i cannoneggiamenti
L'idea fissa di Enrico: spremere gli italiani
Bisogna riconoscere che come rinvia Letta non rinvia nessuno, e penso anche all'Imu. Egli è un fuoriclasse della dilazione
Vittorio Feltri - Sab, 28/09/2013 - 14:47
Forza Italia, per solidarietà verso Silvio Berlusconi assediato dai giudici e in procinto di andare in galera, comunica che i propri parlamentari rassegnano le dimissioni.
I quali si lanciano: rinunciamo alla cadrega, siamo compatti.
La notizia suscita scalpore, indignazione, rabbia eccetera nella sinistra.
Esterrefatto, il capo dello Stato si affretta a dire: le elezioni anticipate ve le sognate.
Tutta roba scontata.
Ciò che fa impressione è altro: i progressisti si mettono le mani nei capelli. Perché?
Se cade il governo - affermano - siamo rovinati: cosa diranno la Ue e gli Stati Uniti, dove Enrico Letta si è appena recato col cappello in mano per raccattare due dollari allo scopo di rinvigorire l'economia patria?
Ma chissenefrega - verrebbe spontaneo replicare - dell'Europa e degli americani, che non mollano mai un centesimo, semmai ci spennano e chiedono favori? Transeat.
Poniamo che il premier sia costretto a farsi da parte. Sai che disastro.
Il suo è un esecutivo talmente sciapo che averlo o non averlo l'è istess, per dirla alla lombarda.
Da quando si è insediato, eccelle soltanto nel manifestare buone intenzioni.
Facciamo questo, facciamo quello; e non combina nulla.
L'ultima prodezza all'insegna del tiriamo a campare l'ha sfornata ieri.
Udite udite: l'aumento dell'Iva non ci sarà. O meglio: è rimandato a gennaio.
Bisogna riconoscere che come rinvia Letta non rinvia nessuno, e penso anche all'Imu.
Egli è un fuoriclasse della dilazione.
Si ispira, evidentemente, ai sacri principi di Giulio Andreotti: non risolvere oggi un problema che potrai risolvere domani o mai.
L'imposta sul valore aggiunto dunque non cresce subito; in compenso rincara immediatamente la benzina perché occorre recuperare il mancato maggiore introito.
Come se il prezzo del carburante non incidesse nelle tasche dei cittadini, dei consumatori e dei produttori.
Qui non è necessario un bocconiano per spiegare un concetto elementare: se cancelli una tassa e ne metti un'altra uguale, il risultato non cambia.
Qualsiasi cretino è capace, per fare soldi, di inasprire i tributi.
Un qualunque lavoratore che incassi ogni mese 1.200 euro è consapevole che non può spenderne 1.300 se non accumulando debiti.
Di conseguenza, per non uscire dal budget, taglia le spese sottoponendo se stesso e la famiglia a pesanti sacrifici.
Letta invece, come d'altronde i suoi trenta o quaranta predecessori, non taglia niente, neanche le proprie unghie e, pur di non spremersi le meningi, se gli serve un miliardo lo preleva a noi.
Un tipo del genere anche se lo perdiamo non scoppiamo a piangere.
Intendiamoci, non ce l'abbiamo con lui, povero ragazzo.
Ci limitiamo a segnalare la sua inconsistenza di statista e anche di ragioniere.
E a ricordargli che Mario Monti almeno parlava di spending review, cioè revisione della spesa.
Non l'ha neppure cominciata, ma l'idea di realizzarla ce l'aveva.
Letta non sa manco che cosa sia. E dovremmo pregarlo di restare?
http://www.ilgiornale.it/news/interni/l ... 54067.html