SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECARIETA
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SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECARIETA
SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI : CONTRO I CONTRATTI DI PRECARIETA'.
in rete si sta piangendo la mitica nonna papera ovvero la cameriera del FMI,
la signora dell' Ungheria , dopo il suo viaggio come consulente del FMI SEMBRA che siano aumentati i suicidi in modo esponenziale in Ungheria ( è sicuramente casuale ).
RIMPIANGERE LA FORNERO ????
è crisi stratosferica ,crisi economica morale psicologica e psicanalitica.!!!!
CHE FARE ???
1) LA POLITICA DEI REDDITI
portare a casa le detrazioni Irpef meglio se con un accordo sulla complessa materia che si chiama POLITICA DEI REDDITI.
vi ricordate il mitico UGO LA MALFA ?
un accordo tra governo sindacati e imprenditori per recuperare il potere di acquisto dei salari e pensioni.
2) UNA DISCUSSIONE E MEDIAZIONE IN PARLAMENTO SU APPRENDISTATO.
la formazione non la devono pagare le aziende, ma perchè la devono pagare i ragazzi ?
cosi si svilisce la formazione per i ragazzi !!!
formazione vale poco !!!!
personalmente la formazione non la devono pagare le aziende ( condivido analisi del sociologo Clause Offe ) .
LA FORMAZIONE DEGLI APPRENDISTI LA PAGHI LO STATO:
e un calcio ........... ai neoliberisti minchioni.
3) SCIOPERO GENERALE CONTRO DECRETO SULLA AMERICANIZZAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO.
Il decreto sui contratti a termini ha effetti devastanti , distruggere il lavoro come capacità di saperfare, distruggere il lavoro come partecipazione democratica e distruggere il rapporto sociale del lavoro , quindi una distruzione del valore lavoro che in termini aziendalistici è anche una distruzione della produttività.
Il decreto sui contratti a termini danneggia anche le aziende come dimostrato in Spagna.
DI FRONTE A QUESTO ATTACCO ALLA CLASSE LAVORATRICE E' VIETATO QUALSIASI COMPROMESSO PARLAMENTARISTA, QUALSIASI MEDIAZIONE.
LO SCIOPERO DEVE ESSERE DICHIARATO DAI DISOCCUPATI, DAI CASSA INTEGRATI DAI PENSIONATI CON PENSIONI INFERIORI AI 1000 EURO, DAGLI ARTIGIANI E DAI COMMERCIANTI INDIVIDUALI, DAGLI OPERAI ED IMPIEGATI CON PIU DI 55 ANNI.
la piattaforma SOCIALE e la difesa del Valore-Lavoro.
1) CANCELLAZIONE DECRETO AMERICANIZZAZIONE DEL LAVORO E PRECARIETA' DEL LAVORO
2) CANCELLAZIONE RIFORMA FORNERO SULLE PENSIONI ( ETA PER LA PENSIONE 62 ANNI, COPERTURA FIGURATIVA PER LA PENSIONE DEI PRECARI, CALCOLO MISTO RETRIBUTIVO E CONTRIBUTIVO PER LA PENSIONE, MINIMALE DI PENSIONE 1.000 euro anche Gestione separata inps).
3) REDDITO MINIMO GARANTITO COMPRESO DISOCCUPATI PRIMO LAVORO, PRECARI E ARTIGIANI E COMMERCIANTI INDIVIDUALI.
4) MICROCREDITO PUBBLICO PER ARTIGIANI E COMMERCIANTI . UTILIZZO LOCALI COMMERCIALI MESSI A DISPOSIZIONE DAL COMUNE PER I COMMERCIANTI A TITOLO GRATUITO.
5) PIANO CASA E CASE POPOLARI AGLI SFRATTATI
compiti da fare a casa per preparare lo sciopero : ROSA LUXEMBURG , Sciopero Generale, Partito e Sindacati.
http://www.bibliotecamarxista.org/Rosa_ ... o_sind.PDF
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la signora dell' Ungheria , dopo il suo viaggio come consulente del FMI SEMBRA che siano aumentati i suicidi in modo esponenziale in Ungheria ( è sicuramente casuale ).
RIMPIANGERE LA FORNERO ????
è crisi stratosferica ,crisi economica morale psicologica e psicanalitica.!!!!
CHE FARE ???
1) LA POLITICA DEI REDDITI
portare a casa le detrazioni Irpef meglio se con un accordo sulla complessa materia che si chiama POLITICA DEI REDDITI.
vi ricordate il mitico UGO LA MALFA ?
un accordo tra governo sindacati e imprenditori per recuperare il potere di acquisto dei salari e pensioni.
2) UNA DISCUSSIONE E MEDIAZIONE IN PARLAMENTO SU APPRENDISTATO.
la formazione non la devono pagare le aziende, ma perchè la devono pagare i ragazzi ?
cosi si svilisce la formazione per i ragazzi !!!
formazione vale poco !!!!
personalmente la formazione non la devono pagare le aziende ( condivido analisi del sociologo Clause Offe ) .
LA FORMAZIONE DEGLI APPRENDISTI LA PAGHI LO STATO:
e un calcio ........... ai neoliberisti minchioni.
3) SCIOPERO GENERALE CONTRO DECRETO SULLA AMERICANIZZAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO.
Il decreto sui contratti a termini ha effetti devastanti , distruggere il lavoro come capacità di saperfare, distruggere il lavoro come partecipazione democratica e distruggere il rapporto sociale del lavoro , quindi una distruzione del valore lavoro che in termini aziendalistici è anche una distruzione della produttività.
Il decreto sui contratti a termini danneggia anche le aziende come dimostrato in Spagna.
DI FRONTE A QUESTO ATTACCO ALLA CLASSE LAVORATRICE E' VIETATO QUALSIASI COMPROMESSO PARLAMENTARISTA, QUALSIASI MEDIAZIONE.
LO SCIOPERO DEVE ESSERE DICHIARATO DAI DISOCCUPATI, DAI CASSA INTEGRATI DAI PENSIONATI CON PENSIONI INFERIORI AI 1000 EURO, DAGLI ARTIGIANI E DAI COMMERCIANTI INDIVIDUALI, DAGLI OPERAI ED IMPIEGATI CON PIU DI 55 ANNI.
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1) CANCELLAZIONE DECRETO AMERICANIZZAZIONE DEL LAVORO E PRECARIETA' DEL LAVORO
2) CANCELLAZIONE RIFORMA FORNERO SULLE PENSIONI ( ETA PER LA PENSIONE 62 ANNI, COPERTURA FIGURATIVA PER LA PENSIONE DEI PRECARI, CALCOLO MISTO RETRIBUTIVO E CONTRIBUTIVO PER LA PENSIONE, MINIMALE DI PENSIONE 1.000 euro anche Gestione separata inps).
3) REDDITO MINIMO GARANTITO COMPRESO DISOCCUPATI PRIMO LAVORO, PRECARI E ARTIGIANI E COMMERCIANTI INDIVIDUALI.
4) MICROCREDITO PUBBLICO PER ARTIGIANI E COMMERCIANTI . UTILIZZO LOCALI COMMERCIALI MESSI A DISPOSIZIONE DAL COMUNE PER I COMMERCIANTI A TITOLO GRATUITO.
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
Conosco dei ragazzi che hanno un contratto determinata di 5 anni.
Lo sappiamo tutti che se vogliono comperare qualcosa dal televisore ad una auto ecc.....le finanziarie i soldi non glieli danno.
Questo l'ho verificato di persona con mio figlio qualche anno addietro mettendo nella finanziaria a mio nome.
Ciao
Paolo11
Lo sappiamo tutti che se vogliono comperare qualcosa dal televisore ad una auto ecc.....le finanziarie i soldi non glieli danno.
Questo l'ho verificato di persona con mio figlio qualche anno addietro mettendo nella finanziaria a mio nome.
Ciao
Paolo11
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
dAL BLOG DI cIVATI 19 marzo 2014 – 12:55 | Commenti (11)
Ve lo ricordate il contratto unico delle primarie del Pd?
Era una proposta condivisa quasi da tutti, sicuramente da Renzi e dal vostro affezionatissimo. Noi del #civoti aggiungevamo la questione della formazione, ma ci siamo sempre augurati che si introducesse il regime delle tutele crescenti per tutti i lavoratori.
Ecco, ora è messo in discussione proprio dall’iniziativa del governo guidato dal segretario del Pd.
P.S.: non lo dico io, che poi pensate male. Lo dice Tito Boeri, a cui tutti, durante le primarie, dicevamo di ispirarci.
Ve lo ricordate il contratto unico delle primarie del Pd?
Era una proposta condivisa quasi da tutti, sicuramente da Renzi e dal vostro affezionatissimo. Noi del #civoti aggiungevamo la questione della formazione, ma ci siamo sempre augurati che si introducesse il regime delle tutele crescenti per tutti i lavoratori.
Ecco, ora è messo in discussione proprio dall’iniziativa del governo guidato dal segretario del Pd.
P.S.: non lo dico io, che poi pensate male. Lo dice Tito Boeri, a cui tutti, durante le primarie, dicevamo di ispirarci.
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
Decreto lavoro, per i Giovani Pd
è "una porcata pazzesca"
Bocciato dal numero uno dell'Emilia-Romagna il piano del Governo Renzi. Zanetti: "L'ennesimo contratto a zero tutele"
21 marzo 2014
Decreto lavoro, per i Giovani Pd è "una porcata pazzesca"
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
I giovani del Pd bocciano su tutta la linea il decreto lavoro del Governo Renzi. Il segretario dei Giovani democratici dell'Emilia-Romagna, Vinicio Zanetti, parla di "porcata pazzesca" e di "ennesimo contratto a zero tutele".
Zanetti si sfoga oggi sui social network. "Non vi pare una porcata pazzesca- chiede- l'introduzione del contratto a tempo determinato senza causale fino a tre anni, rinnovabile otto volte nell'arco dei 36 mesi? Avevo capito che si sarebbe introdotto un contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti, non l'ennesimo contratto a zero tutele".
Il decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale rivede infatti le norme dell'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, sia in tema di contratti a termine che di apprendistato. Oltre alla causale viene abolita anche la pausa (di 10 o 20 giorni) tra un contratto e l'altro. Per ciò che riguarda l'apprendistato viene abolito l'obbligo della formazione e dell'assunzione degli apprendisti che già lavorano in azienda, prima di prenderne di nuovi.
In pratica la paura è che ora, togliendo anche la causale dal contratto a termine, il datore di lavoro abbia via libera a poter disporre del dipendente anche per mansioni diverse da quelle per cui è stato preso. E la posizione del dipendente davanti al giudice in una eventuale vertenza viene così a indebolirsi ulteriormente.
è "una porcata pazzesca"
Bocciato dal numero uno dell'Emilia-Romagna il piano del Governo Renzi. Zanetti: "L'ennesimo contratto a zero tutele"
21 marzo 2014
Decreto lavoro, per i Giovani Pd è "una porcata pazzesca"
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
I giovani del Pd bocciano su tutta la linea il decreto lavoro del Governo Renzi. Il segretario dei Giovani democratici dell'Emilia-Romagna, Vinicio Zanetti, parla di "porcata pazzesca" e di "ennesimo contratto a zero tutele".
Zanetti si sfoga oggi sui social network. "Non vi pare una porcata pazzesca- chiede- l'introduzione del contratto a tempo determinato senza causale fino a tre anni, rinnovabile otto volte nell'arco dei 36 mesi? Avevo capito che si sarebbe introdotto un contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti, non l'ennesimo contratto a zero tutele".
Il decreto legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale rivede infatti le norme dell'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, sia in tema di contratti a termine che di apprendistato. Oltre alla causale viene abolita anche la pausa (di 10 o 20 giorni) tra un contratto e l'altro. Per ciò che riguarda l'apprendistato viene abolito l'obbligo della formazione e dell'assunzione degli apprendisti che già lavorano in azienda, prima di prenderne di nuovi.
In pratica la paura è che ora, togliendo anche la causale dal contratto a termine, il datore di lavoro abbia via libera a poter disporre del dipendente anche per mansioni diverse da quelle per cui è stato preso. E la posizione del dipendente davanti al giudice in una eventuale vertenza viene così a indebolirsi ulteriormente.
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
Il bastone e la carota per merli doc........
Decreto lavoro, per i Giovani Pd
è "una porcata pazzesca"
Bocciato dal numero uno dell'Emilia-Romagna il piano del Governo Renzi. Zanetti: "L'ennesimo contratto a zero tutele"
Sembra essere una tecnica consolidata renziana. In questo caso:
La carota
Si annuncia in pompa magna 10 miliardi di euro ai lavoratori. Si crea quindi un grande interesse nazionale, soprattutto tra una parte del mondo del lavoro, sostenuto anche dalle truppe cammellate renziane.
Il bastone
Farti digerire in cambio, in silenzio, le zero tutele.
*
Lo abbiamo già visto all'opera con la formazione del governo. L'elemento di punta della propaganda è stato l'impiego di 8 ministre a fronte di 8 ministri.
Una "grande novità assoluta". In pratica il rinnovamento, anche per via dell'età. Non serviva la competenza, ma la bassa età per stabilire il record del governo più "sgiovane" della storia repubblicana.
Poi, dato che sanno che la stragrande maggioranza degli italiani si disinteressa dei dei sottosegretari, si è dato corso ad una delle migliori spartizione del potere secondo il manuale Cencelli. Senza neppure bedare agli indagati Pd. In questo caso le quote rosa non sono state abbondantemente rispettate.
Ma l'effetto "merlo" era già stato conseguito.
Decreto lavoro, per i Giovani Pd
è "una porcata pazzesca"
Bocciato dal numero uno dell'Emilia-Romagna il piano del Governo Renzi. Zanetti: "L'ennesimo contratto a zero tutele"
Sembra essere una tecnica consolidata renziana. In questo caso:
La carota
Si annuncia in pompa magna 10 miliardi di euro ai lavoratori. Si crea quindi un grande interesse nazionale, soprattutto tra una parte del mondo del lavoro, sostenuto anche dalle truppe cammellate renziane.
Il bastone
Farti digerire in cambio, in silenzio, le zero tutele.
*
Lo abbiamo già visto all'opera con la formazione del governo. L'elemento di punta della propaganda è stato l'impiego di 8 ministre a fronte di 8 ministri.
Una "grande novità assoluta". In pratica il rinnovamento, anche per via dell'età. Non serviva la competenza, ma la bassa età per stabilire il record del governo più "sgiovane" della storia repubblicana.
Poi, dato che sanno che la stragrande maggioranza degli italiani si disinteressa dei dei sottosegretari, si è dato corso ad una delle migliori spartizione del potere secondo il manuale Cencelli. Senza neppure bedare agli indagati Pd. In questo caso le quote rosa non sono state abbondantemente rispettate.
Ma l'effetto "merlo" era già stato conseguito.
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
Per il conte Camillo
Questa è la Carota !!
questa analisi è molto complessa , andrebbe testata con degli esempi e ci vuole molto tempo.
con la ' vecchia ' situazione sembra che le aliquote marginali aumentino con l' aumentare dei figli,
forse mi sfugge qualcosa !!! piu di qualcosa.
con riforma renzi va molto meglio fino a 40.000 euro poi comunque aumenta l' aliquota marginale con aumento figli se imponibile fiscale è costante c è qualcosa che sembra non funzionare.
una ipotesi è che il reddito fiscale non sia costante ma variabile all' interno della fascia, quindi aumentando il reddito aumenta l' aliquota irpef , quindi il problema NON è l' aumento dell' aliquota ( criterio della progressività ) ma l' aumento piu che proporzionale dell' aliquota rispetto all' incremento del reddito, ma nell' articolo non è esplicitato.
SEMBRA CONFERMATO CHE PER I REDDITO INCAPIENTI NON C' RESTITUZIONE IRPEF .
QUESTO VUOL DIRE CHE il 40% ( quelli con redditi fiscali piu bassi) non avranno nulla dei 80 euri
o avranno la metà a secondo dell' incremento del reddito.
Sembra inoltre confermato che con 8.000 euro sei in NO TAX AREA con 12.000 euro
imposta netta irpef è di 1.200 euro ( quindi 1.200 euro su incremento imponibile di 4000 !!!! ).
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Il Fatto Quotidiano > Blog di Lavoce.info > Detrazioni Irpe...
Detrazioni Irpef, un boomerang per il governo?
di Lavoce.info | 22 marzo 2014
Il Governo vuole assicurare un aumento di reddito di 1000 euro l’anno a chi percepisce fino a 1500 euro mensili netti. Ma l’ennesimo intervento sulle detrazioni per il lavoro non può che produrre effetti dirompenti sulla struttura dell’Irpef.
Di Vincenzo Visco e Ruggero Paladini, 20.03.14, lavoce.info
Aliquote e detrazioni
Negli ultimi tempi si è discusso su come realizzare la proposta del Governo di aumentare il reddito disponibile delle famiglie più povere: se riducendo l’Irpef o viceversa intervenendo sui contributi sociali. (1) In questo articolo ci proponiamo di analizzare gli effetti dell’intervento sull’Irpef prospettato dal presidente Renzi, che, a quanto sembra, dovrebbe consistere in un aumento della detrazione per il lavoro dipendente da 1880 euro a 2400 euro, mantenendola poi fissa fino a 20mila euro, con l’obiettivo di assicurare un incremento di reddito netto di mille euro l’anno per i titolari di redditi fino a 1500 euro mensili netti.
In proposito è bene partire dai fondamentali. In un’imposta progressiva a scaglioni razionalmente costruita le aliquote marginali dovrebbero essere costanti per ogni livello di reddito per non discriminare, a parità di ammontare, tra redditi complessivi con diversa composizione. (2)
Le aliquote medie effettive (crescenti col reddito e quindi progressive) risultano non solo dall’effetto complessivo ponderato della diverse aliquote marginali, ma anche dall’esistenza di deduzioni o detrazioni fisse (per minimo esente, spese di produzione del reddito, carichi familiari, eccetera) che hanno il compito, e l’effetto, di ridurre, anche in modo differenziato, l’incidenza, e al tempo stesso di accrescere la progressività dell’imposta. La differenziazione tra le detrazioni/deduzioni trova comunque un limite nella natura unitaria dell’imposta, sicché continui aumenti di un’unica detrazione (per esempio quella per lavoro dipendente) rischiano di comprometterne l’equilibrio complessivo, creando polemiche, frustrazioni, senso d’ingiustizia, rivalse e rincorse.
In sostanza, le aliquote marginali hanno la funzione di perseguire l’obbiettivo della equità verticale, e le deduzioni/detrazioni quello di realizzare una dose accettabile di equità orizzontale, senza interferire con il prelievo al margine e quindi con gli incentivi individuali. (3) Le aliquote marginali devono quindi essere eguali per tutti, quelle medie possono differire (moderatamente).
Gli effetti della riforma Renzi
Questo modello teorico è non solo quello corretto, ma anche quello più utilizzato nella pratica in giro per il mondo. Ma in Italia non è così. Le detrazioni sono state rese tutte decrescenti per contemperare le esigenze di gettito con quelle perequative, senza rendersi conto delle implicazioni di tale approccio sulla struttura dell’imposta, e quindi sulla equità e razionalità del prelievo.
Inoltre, poiché le detrazioni (decrescenti) sono diverse per lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi, le aliquote marginali effettive (nonché quelle medie) risultano diverse a parità di reddito tra i diversi contribuenti. E ancora, poiché anche le detrazioni per carichi di famiglia sono decrescenti, i contribuenti con carichi maggiori sono anche quelli che devono fronteggiare aliquote marginali effettive più alte. La situazione peggiora ulteriormente con gravi effetti di casualità per i contribuenti titolari di più fonti di reddito diverse. L’ennesimo intervento sulle detrazioni, per giunta quelle di una sola categoria, non può che produrre effetti dirompenti sulla struttura dell’imposta.
Nella tabella che segue abbiamo riportato le aliquote marginali effettive per diversi livelli di reddito per un contribuente single, con coniuge a carico, con coniuge e un figlio a carico, e con coniuge e due figli a carico, distinguendo tra le condizioni di lavoratore dipendente, pensionato e autonomo e tra legislazione attuale (2014) e quella che attua la proposta di Matteo Renzi. Il quadro che emerge è sconfortante, anzi terrificante, con differenze tra le aliquote marginali nominali ed effettive nello stesso scaglione che possono raggiungere i 7, 8, 10 punti, mentre dovrebbero essere identiche.
Si può notare che oltre alla miriade di aliquote marginali diverse a parità di reddito, nel caso di carichi familiari, già con la normativa attuale, il terzo scaglione si suddivide in due ulteriori scaglioni impliciti (da 28mila a 40mila euro e da 40mila a 55mila euro), mentre il quinto si divide in quattro scaglioni impliciti (da 75mila a 80mila euro, da 80mila a 95mila euro, da 95mila a 110mila euro, oltre 110mila euro). Con la riforma Renzi anche il secondo scaglione si suddivide in due (da 15mila a 20mila euro e da 20mila a 28mila euro).
Ma l’effetto più rilevante consiste nel fatto che le aliquote marginali effettive nello scaglione da 15mila a 20mila euro risultano più basse di quelle del precedente scaglione, e soprattutto che tra 28mila e 55mila euro, cioè sui redditi delle classi medie, le aliquote marginali effettive si collocano tra il 45 e il 47 per cento, a livelli, cioè, ben superiori all’aliquota massima (nominale ed effettiva) del 43 per cento.
Questo effetto delle detrazioni decrescenti era ben presente a Borri, Nisticò, Ragusa e Reichlin, che infatti per evitarlo nella loro proposta riducevano l’aliquota nominale dal 38 al 35 per cento. Ciò tuttavia implica un costo aggiuntivo di 2 miliardi.
Tabella 1 – Aliquote nominali ed effettive dell’Irpef
* Va notato che le aliquote formali sono eguali a quelle effettive solo per i rentiers che non beneficiano di detrazioni.
**inv= invariati
Poiché poi la proposta del Governo riguarda solo i lavoratori dipendenti (come peraltro anche la riforma votata dal Parlamento per il 2014), la distanza tra le aliquote marginali effettive di questi rispetto a quelle degli altri contribuenti aumenta, e quindi la situazione peggiora.
E ancora, poiché gli interventi sull’Irpef tendono inevitabilmente a tradursi nell’aumento di una delle detrazioni favorendo sempre i redditi più bassi, il risultato è non solo che per questi redditi aumentano la progressività e il fiscal drag, ma anche che si manifestano fenomeni di incapienza e cioè di detrazioni maggiori dell’imposta lorda per numerosi contribuenti soprattutto con carichi familiari che si collocano negli scaglioni più bassi. Ciò significa che moltissimi contribuenti a basso reddito che sono in attesa dell’incremento di 80-90 euro della loro retribuzione mensile, in realtà ne otterrebbero uno inferiore o, soprattutto in presenza di figli a carico, non otterrebbero nessun aumento. Per esempio, nel caso di un contribuente con due figli a carico (uno minore di tre anni e uno maggiore di tre anni) l’incapienza si manifesterebbe fino a un reddito di 20.200 euro, sarebbe totale fino a 17.200 euro, e pari al 50 per cento fino a 18.700 euro. I single invece, sarebbero totalmente incapienti fino a 8200 euro di reddito e parzialmente incapienti fino a 10.400 euro. Questi limiti risulterebbero ancora più elevati in presenza di altre detrazioni cui si avesse diritto, per esempio per spese sanitarie. In sostanza, poco meno del 40 per cento dei contribuenti in attesa dello sgravio risulterebbe incapiente in tutto o in parte, e il consenso iniziale per la proposta si trasformerebbe nel suo contrario.
Stando così le cose, dovrebbe essere evidente il motivo della nostra proposta di un’unica struttura di aliquote marginali con detrazioni piatte. Sarebbe un ritorno alla razionalità, alla semplicità e alla trasparenza, e l’imposta potrebbe essere adeguatamente gestita: per esempio un aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro come quella di cui si sta discutendo oggi si tradurrebbe in un vantaggio per i lavoratori senza interferire con le aliquote marginali.
Più precisamente,andrebbero ridotte sia le aliquote sia le detrazioni (oggi troppo elevate anche in riferimento ai confronti internazionali), che dovrebbero diventare “piatte” con l’obiettivo di ridurre il prelievo soprattutto sui redditi medi che oggi sono quelli più penalizzati. Il costo dell’operazione sarebbe notevole: superiore ai 20 miliardi. Tuttavia, la proposta potrebbe essere votata e diventare legge nella sua interezza, ma la sua applicazione potrebbe essere parzialmente sospesa e poi estesa progressivamente in relazione alle risorse disponibili. (4)
Questa in realtà è l’unica strada disponibile per realizzare una accettabile e definitiva riforma strutturale del’Irpef. Sprecare 10 miliardi che peggiorerebbero la situazione attuale, già molto compromessa, sarebbe un errore. Per intervenire a breve sul cuneo fiscale e sul reddito disponibile dei contribuenti con i redditi più bassi sarebbe molto meglio agire direttamente sui contributi sociali.
(1) In proposito su lavoce.info vedi Borri, Nisticò, Ragusa, e Reichlin (11 febbraio); Paladini e Visco (28 febbraio); Pisauro e Pollastri (11 marzo 2014): vedi anche V. Visco su Il Sole 24ore dell’8 marzo 2014.
(2) Questa era la principale critica (alle) e il principale limite delle imposte cedolari preesistenti all’imposta generale e personale sul reddito.
(3) In un’imposta piatta, cioè progressiva per detrazione, l’aliquota marginale è fissa e costante per tutti i redditi, mentre la progressività e assicurata solo dalla deduzione o detrazione anche essa fissa.
(4) Visco V. (2012): “Prospettive di riforma fiscale in Italia”, Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze, Milano, Giuffrè; Paladini R. e Visco V. “Come uscire dal pantano delle detrazioni”, lavoce.info del 28 febbraio 2014.
Questa è la Carota !!
questa analisi è molto complessa , andrebbe testata con degli esempi e ci vuole molto tempo.
con la ' vecchia ' situazione sembra che le aliquote marginali aumentino con l' aumentare dei figli,
forse mi sfugge qualcosa !!! piu di qualcosa.
con riforma renzi va molto meglio fino a 40.000 euro poi comunque aumenta l' aliquota marginale con aumento figli se imponibile fiscale è costante c è qualcosa che sembra non funzionare.
una ipotesi è che il reddito fiscale non sia costante ma variabile all' interno della fascia, quindi aumentando il reddito aumenta l' aliquota irpef , quindi il problema NON è l' aumento dell' aliquota ( criterio della progressività ) ma l' aumento piu che proporzionale dell' aliquota rispetto all' incremento del reddito, ma nell' articolo non è esplicitato.
SEMBRA CONFERMATO CHE PER I REDDITO INCAPIENTI NON C' RESTITUZIONE IRPEF .
QUESTO VUOL DIRE CHE il 40% ( quelli con redditi fiscali piu bassi) non avranno nulla dei 80 euri
o avranno la metà a secondo dell' incremento del reddito.
Sembra inoltre confermato che con 8.000 euro sei in NO TAX AREA con 12.000 euro
imposta netta irpef è di 1.200 euro ( quindi 1.200 euro su incremento imponibile di 4000 !!!! ).
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Detrazioni Irpef, un boomerang per il governo?
di Lavoce.info | 22 marzo 2014
Il Governo vuole assicurare un aumento di reddito di 1000 euro l’anno a chi percepisce fino a 1500 euro mensili netti. Ma l’ennesimo intervento sulle detrazioni per il lavoro non può che produrre effetti dirompenti sulla struttura dell’Irpef.
Di Vincenzo Visco e Ruggero Paladini, 20.03.14, lavoce.info
Aliquote e detrazioni
Negli ultimi tempi si è discusso su come realizzare la proposta del Governo di aumentare il reddito disponibile delle famiglie più povere: se riducendo l’Irpef o viceversa intervenendo sui contributi sociali. (1) In questo articolo ci proponiamo di analizzare gli effetti dell’intervento sull’Irpef prospettato dal presidente Renzi, che, a quanto sembra, dovrebbe consistere in un aumento della detrazione per il lavoro dipendente da 1880 euro a 2400 euro, mantenendola poi fissa fino a 20mila euro, con l’obiettivo di assicurare un incremento di reddito netto di mille euro l’anno per i titolari di redditi fino a 1500 euro mensili netti.
In proposito è bene partire dai fondamentali. In un’imposta progressiva a scaglioni razionalmente costruita le aliquote marginali dovrebbero essere costanti per ogni livello di reddito per non discriminare, a parità di ammontare, tra redditi complessivi con diversa composizione. (2)
Le aliquote medie effettive (crescenti col reddito e quindi progressive) risultano non solo dall’effetto complessivo ponderato della diverse aliquote marginali, ma anche dall’esistenza di deduzioni o detrazioni fisse (per minimo esente, spese di produzione del reddito, carichi familiari, eccetera) che hanno il compito, e l’effetto, di ridurre, anche in modo differenziato, l’incidenza, e al tempo stesso di accrescere la progressività dell’imposta. La differenziazione tra le detrazioni/deduzioni trova comunque un limite nella natura unitaria dell’imposta, sicché continui aumenti di un’unica detrazione (per esempio quella per lavoro dipendente) rischiano di comprometterne l’equilibrio complessivo, creando polemiche, frustrazioni, senso d’ingiustizia, rivalse e rincorse.
In sostanza, le aliquote marginali hanno la funzione di perseguire l’obbiettivo della equità verticale, e le deduzioni/detrazioni quello di realizzare una dose accettabile di equità orizzontale, senza interferire con il prelievo al margine e quindi con gli incentivi individuali. (3) Le aliquote marginali devono quindi essere eguali per tutti, quelle medie possono differire (moderatamente).
Gli effetti della riforma Renzi
Questo modello teorico è non solo quello corretto, ma anche quello più utilizzato nella pratica in giro per il mondo. Ma in Italia non è così. Le detrazioni sono state rese tutte decrescenti per contemperare le esigenze di gettito con quelle perequative, senza rendersi conto delle implicazioni di tale approccio sulla struttura dell’imposta, e quindi sulla equità e razionalità del prelievo.
Inoltre, poiché le detrazioni (decrescenti) sono diverse per lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi, le aliquote marginali effettive (nonché quelle medie) risultano diverse a parità di reddito tra i diversi contribuenti. E ancora, poiché anche le detrazioni per carichi di famiglia sono decrescenti, i contribuenti con carichi maggiori sono anche quelli che devono fronteggiare aliquote marginali effettive più alte. La situazione peggiora ulteriormente con gravi effetti di casualità per i contribuenti titolari di più fonti di reddito diverse. L’ennesimo intervento sulle detrazioni, per giunta quelle di una sola categoria, non può che produrre effetti dirompenti sulla struttura dell’imposta.
Nella tabella che segue abbiamo riportato le aliquote marginali effettive per diversi livelli di reddito per un contribuente single, con coniuge a carico, con coniuge e un figlio a carico, e con coniuge e due figli a carico, distinguendo tra le condizioni di lavoratore dipendente, pensionato e autonomo e tra legislazione attuale (2014) e quella che attua la proposta di Matteo Renzi. Il quadro che emerge è sconfortante, anzi terrificante, con differenze tra le aliquote marginali nominali ed effettive nello stesso scaglione che possono raggiungere i 7, 8, 10 punti, mentre dovrebbero essere identiche.
Si può notare che oltre alla miriade di aliquote marginali diverse a parità di reddito, nel caso di carichi familiari, già con la normativa attuale, il terzo scaglione si suddivide in due ulteriori scaglioni impliciti (da 28mila a 40mila euro e da 40mila a 55mila euro), mentre il quinto si divide in quattro scaglioni impliciti (da 75mila a 80mila euro, da 80mila a 95mila euro, da 95mila a 110mila euro, oltre 110mila euro). Con la riforma Renzi anche il secondo scaglione si suddivide in due (da 15mila a 20mila euro e da 20mila a 28mila euro).
Ma l’effetto più rilevante consiste nel fatto che le aliquote marginali effettive nello scaglione da 15mila a 20mila euro risultano più basse di quelle del precedente scaglione, e soprattutto che tra 28mila e 55mila euro, cioè sui redditi delle classi medie, le aliquote marginali effettive si collocano tra il 45 e il 47 per cento, a livelli, cioè, ben superiori all’aliquota massima (nominale ed effettiva) del 43 per cento.
Questo effetto delle detrazioni decrescenti era ben presente a Borri, Nisticò, Ragusa e Reichlin, che infatti per evitarlo nella loro proposta riducevano l’aliquota nominale dal 38 al 35 per cento. Ciò tuttavia implica un costo aggiuntivo di 2 miliardi.
Tabella 1 – Aliquote nominali ed effettive dell’Irpef
* Va notato che le aliquote formali sono eguali a quelle effettive solo per i rentiers che non beneficiano di detrazioni.
**inv= invariati
Poiché poi la proposta del Governo riguarda solo i lavoratori dipendenti (come peraltro anche la riforma votata dal Parlamento per il 2014), la distanza tra le aliquote marginali effettive di questi rispetto a quelle degli altri contribuenti aumenta, e quindi la situazione peggiora.
E ancora, poiché gli interventi sull’Irpef tendono inevitabilmente a tradursi nell’aumento di una delle detrazioni favorendo sempre i redditi più bassi, il risultato è non solo che per questi redditi aumentano la progressività e il fiscal drag, ma anche che si manifestano fenomeni di incapienza e cioè di detrazioni maggiori dell’imposta lorda per numerosi contribuenti soprattutto con carichi familiari che si collocano negli scaglioni più bassi. Ciò significa che moltissimi contribuenti a basso reddito che sono in attesa dell’incremento di 80-90 euro della loro retribuzione mensile, in realtà ne otterrebbero uno inferiore o, soprattutto in presenza di figli a carico, non otterrebbero nessun aumento. Per esempio, nel caso di un contribuente con due figli a carico (uno minore di tre anni e uno maggiore di tre anni) l’incapienza si manifesterebbe fino a un reddito di 20.200 euro, sarebbe totale fino a 17.200 euro, e pari al 50 per cento fino a 18.700 euro. I single invece, sarebbero totalmente incapienti fino a 8200 euro di reddito e parzialmente incapienti fino a 10.400 euro. Questi limiti risulterebbero ancora più elevati in presenza di altre detrazioni cui si avesse diritto, per esempio per spese sanitarie. In sostanza, poco meno del 40 per cento dei contribuenti in attesa dello sgravio risulterebbe incapiente in tutto o in parte, e il consenso iniziale per la proposta si trasformerebbe nel suo contrario.
Stando così le cose, dovrebbe essere evidente il motivo della nostra proposta di un’unica struttura di aliquote marginali con detrazioni piatte. Sarebbe un ritorno alla razionalità, alla semplicità e alla trasparenza, e l’imposta potrebbe essere adeguatamente gestita: per esempio un aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro come quella di cui si sta discutendo oggi si tradurrebbe in un vantaggio per i lavoratori senza interferire con le aliquote marginali.
Più precisamente,andrebbero ridotte sia le aliquote sia le detrazioni (oggi troppo elevate anche in riferimento ai confronti internazionali), che dovrebbero diventare “piatte” con l’obiettivo di ridurre il prelievo soprattutto sui redditi medi che oggi sono quelli più penalizzati. Il costo dell’operazione sarebbe notevole: superiore ai 20 miliardi. Tuttavia, la proposta potrebbe essere votata e diventare legge nella sua interezza, ma la sua applicazione potrebbe essere parzialmente sospesa e poi estesa progressivamente in relazione alle risorse disponibili. (4)
Questa in realtà è l’unica strada disponibile per realizzare una accettabile e definitiva riforma strutturale del’Irpef. Sprecare 10 miliardi che peggiorerebbero la situazione attuale, già molto compromessa, sarebbe un errore. Per intervenire a breve sul cuneo fiscale e sul reddito disponibile dei contribuenti con i redditi più bassi sarebbe molto meglio agire direttamente sui contributi sociali.
(1) In proposito su lavoce.info vedi Borri, Nisticò, Ragusa, e Reichlin (11 febbraio); Paladini e Visco (28 febbraio); Pisauro e Pollastri (11 marzo 2014): vedi anche V. Visco su Il Sole 24ore dell’8 marzo 2014.
(2) Questa era la principale critica (alle) e il principale limite delle imposte cedolari preesistenti all’imposta generale e personale sul reddito.
(3) In un’imposta piatta, cioè progressiva per detrazione, l’aliquota marginale è fissa e costante per tutti i redditi, mentre la progressività e assicurata solo dalla deduzione o detrazione anche essa fissa.
(4) Visco V. (2012): “Prospettive di riforma fiscale in Italia”, Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze, Milano, Giuffrè; Paladini R. e Visco V. “Come uscire dal pantano delle detrazioni”, lavoce.info del 28 febbraio 2014.
Ultima modifica di aaaa42 il 23/03/2014, 17:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
IRPEF: scaglioni e aliquote 2013 e 2014
Le aliquote IRPEF 2013 - 2014 per la tassazione sui redditi: dal 23% al 43% divise in cinque scaglioni di reddito.
L’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche IRPEF è una imposta diretta e progressiva, proporzionale all’effettiva entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente che, di conseguenza, anche per il 2014 verserà l’imposta in funzione degli scaglioni di reddito nel quale rientra, corrispondendo al Fisco il dovuto in funzione alla relativa aliquota IRPEF. Sempre che la Delega Fiscale non apporti novità in corso d’opera, per il 2014 le aliquote sono rimaste invariate, resistendo alle misure inserite nella manovra finanziaria del Governo Letta e variando quindi tra il 23% e il 43%:
=>Leggi le aliquote IRPEF
Ricordiamo che il Governo ha inoltre mantenuto per il 2014 le detrazioni fiscali al 19%, proporzionali ai consueti scaglioni di reddito, dopo che nel 2013 il Ddl di Stabilità aveva in un primo momento ridotto le aliquote IRPEF dei primi due scaglioni di reddito, abolendo in un secondo momento il taglio lasciando invariate le aliquote per ogni scaglione e dirottando verso altre imposte l’intervento di Governo:
=>Ecco le aliquote IRPEF per gli scaglioni
I scaglione
Reddito tra 0 e 15.000 euro
Il primo scaglione IRPEF coinvolge i contribuenti con un reddito compreso tra 0 euro e 15.000 euro. In questo caso l’aliquota 2012 IRPEF è del 23%, che corrisponde – nel caso di massimo reddito per questa fascia – ad una tassazione di 3.450 euro.
Facendo un rapido calcolo, nella prima fascia sono ricompresi tutti i lavoratori che percepiscono un reddito non superiore a 1.250 euro.
Scopri come calcolare l’IRPEF con Excel
II scaglione
Reddito tra 15.001 e 28.000 euro
Il secondo scaglione IRPEF è quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia è del 27%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro. Sono rappresentati da tale categoria le persone con reddito mensile non superiore a 2.335 euro.
È importante evidenziare che a partire dal secondo scaglione in poi (quindi in caso di reddito maggiore rispetto a quello con aliquota base), si applica l’aliquota successiva solo per la parte eccedente di reddito.
III scaglione
Reddito tra 28.001 e 55.000 euro
Il terzo scaglione di reddito è quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, per contribuenti con un reddito massimo di 4.583 euro. L’aliquota IRPEF 2012 è fissata al 38% sulla soglia eccedente la seconda, (ossia si applica il 38% solo per la quota di reddito che supera i 28 mila euro, ai quali si applica l’aliquota precedente del 27%). In questo caso, la quota IRPEF sarà pari a 17.220 euro in caso di reddito più alto.
IV scaglione
Reddito tra 55.001 e 75.000 euro
Il quarto scaglione IRPEF coinvolge tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro, che presentano un reddito mensile non superiore a 6.250 euro. Per questi contribuenti, l’aliquota IRPEF sulla quota eccedente il precedente scaglione è del 41% e di conseguenza l’onere fiscale più alto sarà pari a 25.420 euro.
V scaglione
Reddito sopra i 75.000 euro
Oltre i 75.000 euro di reddito, ovvero per il quinto ed ultimo scaglione di reddito, l’aliquota IRPEF è pari al 43%. I contribuenti facoltosi, che percepiscono un reddito annuo eccedente i 75 mila euro, ovvero oltre 6.250 euro mensili dovranno corrispondere 25.420 euro più il 43% sul reddito eccedente.
..............................................................
Ricordiamoci che queste cifre si riferiscono sempre al lordo.
Ciao
Paolo11
http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e ... -2014.html
Le aliquote IRPEF 2013 - 2014 per la tassazione sui redditi: dal 23% al 43% divise in cinque scaglioni di reddito.
L’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche IRPEF è una imposta diretta e progressiva, proporzionale all’effettiva entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente che, di conseguenza, anche per il 2014 verserà l’imposta in funzione degli scaglioni di reddito nel quale rientra, corrispondendo al Fisco il dovuto in funzione alla relativa aliquota IRPEF. Sempre che la Delega Fiscale non apporti novità in corso d’opera, per il 2014 le aliquote sono rimaste invariate, resistendo alle misure inserite nella manovra finanziaria del Governo Letta e variando quindi tra il 23% e il 43%:
=>Leggi le aliquote IRPEF
Ricordiamo che il Governo ha inoltre mantenuto per il 2014 le detrazioni fiscali al 19%, proporzionali ai consueti scaglioni di reddito, dopo che nel 2013 il Ddl di Stabilità aveva in un primo momento ridotto le aliquote IRPEF dei primi due scaglioni di reddito, abolendo in un secondo momento il taglio lasciando invariate le aliquote per ogni scaglione e dirottando verso altre imposte l’intervento di Governo:
=>Ecco le aliquote IRPEF per gli scaglioni
I scaglione
Reddito tra 0 e 15.000 euro
Il primo scaglione IRPEF coinvolge i contribuenti con un reddito compreso tra 0 euro e 15.000 euro. In questo caso l’aliquota 2012 IRPEF è del 23%, che corrisponde – nel caso di massimo reddito per questa fascia – ad una tassazione di 3.450 euro.
Facendo un rapido calcolo, nella prima fascia sono ricompresi tutti i lavoratori che percepiscono un reddito non superiore a 1.250 euro.
Scopri come calcolare l’IRPEF con Excel
II scaglione
Reddito tra 15.001 e 28.000 euro
Il secondo scaglione IRPEF è quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia è del 27%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro. Sono rappresentati da tale categoria le persone con reddito mensile non superiore a 2.335 euro.
È importante evidenziare che a partire dal secondo scaglione in poi (quindi in caso di reddito maggiore rispetto a quello con aliquota base), si applica l’aliquota successiva solo per la parte eccedente di reddito.
III scaglione
Reddito tra 28.001 e 55.000 euro
Il terzo scaglione di reddito è quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, per contribuenti con un reddito massimo di 4.583 euro. L’aliquota IRPEF 2012 è fissata al 38% sulla soglia eccedente la seconda, (ossia si applica il 38% solo per la quota di reddito che supera i 28 mila euro, ai quali si applica l’aliquota precedente del 27%). In questo caso, la quota IRPEF sarà pari a 17.220 euro in caso di reddito più alto.
IV scaglione
Reddito tra 55.001 e 75.000 euro
Il quarto scaglione IRPEF coinvolge tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro, che presentano un reddito mensile non superiore a 6.250 euro. Per questi contribuenti, l’aliquota IRPEF sulla quota eccedente il precedente scaglione è del 41% e di conseguenza l’onere fiscale più alto sarà pari a 25.420 euro.
V scaglione
Reddito sopra i 75.000 euro
Oltre i 75.000 euro di reddito, ovvero per il quinto ed ultimo scaglione di reddito, l’aliquota IRPEF è pari al 43%. I contribuenti facoltosi, che percepiscono un reddito annuo eccedente i 75 mila euro, ovvero oltre 6.250 euro mensili dovranno corrispondere 25.420 euro più il 43% sul reddito eccedente.
..............................................................
Ricordiamoci che queste cifre si riferiscono sempre al lordo.
Ciao
Paolo11
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
per paolo11
il problema è continuando il tuo esempio :
1) inserire le detrazioni fiscali ( di produzione, detrazioni famigliari)
2) inserire la ulteriore detrazione fiscale della riforma renzi
ricalcolare le aliquote medie ma in particolari marginali .
l' articolo a mio avviso sostiene che manca la progressività
a) per coloro che sono incapienti irpef perchè perdono la nuova detrazioni Irpef.
b) coloro che hanno un reddito netto superiore a 1500 perdono la progressività irpef
( da verificare in quanto ci sarà un correttivo )
il problema è che mancano dati certi per fare delle simulazioni .
il problema è continuando il tuo esempio :
1) inserire le detrazioni fiscali ( di produzione, detrazioni famigliari)
2) inserire la ulteriore detrazione fiscale della riforma renzi
ricalcolare le aliquote medie ma in particolari marginali .
l' articolo a mio avviso sostiene che manca la progressività
a) per coloro che sono incapienti irpef perchè perdono la nuova detrazioni Irpef.
b) coloro che hanno un reddito netto superiore a 1500 perdono la progressività irpef
( da verificare in quanto ci sarà un correttivo )
il problema è che mancano dati certi per fare delle simulazioni .
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
OGGI SEMBRA CHE MATTEO RENZI ABBIA DICHIARATO :
1) In Italia fa troppo freddo d'inverno
2) In Italia non ci sono più le stagioni di una volta
-----------------------------------------------------------------------------------
SCIOPERO GENERALE IN ITALIA, MATTEO RENZI VERSO CUBA .
Dopo il Decreto Legge sulle liberalizzazioni totali del contratto a termine,
durata 3 anni e 8 proroghe abbiamo il funerale del contratto a tempo indeterminato il contratto comune e standard dei contratti di lavoro in Italia.
Si profila lo SCIOPERO GENERALE contro il nuovo contratto a termine e contro le legge Fornero sulle pensioni.
Lo sciopero generale sarà organizzato :
1) dai disoccupati contro il D.L.sulla liberalizzazione dei contratti a termine.
2) Dai lavoratori che hanno piu di 55 anni e che devono aspettare i 67 anni per andare a pensione.
3) I precari per annullare il contratto a termine acausale quello attuale e le false partite iva. e per il reddito minimo garantito.
4) i pensionati con pensioni minori di 1000 euro per un minimale di pensione di 1.000 euro indipendentemente dai contributi versati.
5) Gli artigiani e commercianti pei i finanziamenti sociali e per il reddito minimo garantito forconi compresi.
I contratti a termine sono il 14 % dei contratti di lavoro dipendente ma sono il 68 % dei nuovi assunti con contratto di lavoro dipendente.
Il contenzioso sui contratti a termine è ASSOLUTAMENTE fisiologico, non da particolari problemi.
Il grande casino c è stato con le poste , ove si sono fatte cose immonde con i contratti a termine.
Invece di licenziare l' amministratore unico delle poste si sono fatti legge Ad Postam.
A parte le poste non ci sono mai stati problemi particolari sui contratti a termine.
La problematica principale era di evitare negli ultimi anni l' eccesso di contratti a termini ( 68 % dei nuovi contratti ) per questo erano stati innalzai contributi previdenziali del 1,40 %.
Con la restituzione di questa aliquota se il contratto sarà trasformato in tempo indeterminato.
Con i contratti a termine non è possibile avere una casa in affitto, un mutuo o un prestito.
Con il contratto unico licenziabili ad nutum invece è possibile subaffittare le case di Ichino e Boeri.
Con questo decreto legge si pensa che le assunzioni in Italia non avvengono perchè ci sono troppi vincoli nel contratto a termine. Si vuole il 95% dei contratti a termini dei nuovi assunti, creando un danno anche alle aziende e al modello economico e sociale.
Matteo Renzi ha dichiarato che a cuba c è la camera dei deputati che è Fidel Castro e il Senato che è il fratello Raul Castro, e quindi secondo il renzismo il senato va eliminato.
Fidel Castro oggi ha telefonato al nostro matteo gli ha detto che è stato folgorato dal power point di presentazione della convention.
Ha chiesto a Matteo Renzi se aveva del rancore per suo fratello.
Fidel Castro ha ricevuto questi informazioni dai suoi servizi segreti :
a) i congressi regionali del PD, primarie non ci va nessuno, i pochi delegati si menano tra loro.
b) alle europee il PD prenderà una scoppola epocale
c) lo sciopero generale Giuseppe di Vittorio sarà il piu grande sciopero generali di tutti i tempi, partecipano allo sciopero i gelatai, venditori di aspirapolveri , l' amministratore delegato di Eni e papa Francesco.
c) ' masa masa contrato de trabajo precaria ' il giorno 18 maggio 2014 giorno di trasformazione del DL sul contratto a termine il governo cadrà .
Il 55 % della camera voterà contro mentre il 96% del senato voterà contro.
Matteo Renzi ; ' ma prima delle' europee ????????????????
Il contratto di lavoro di Fidel Castro:
' Tua presentación fue meragliosa, admirable, estratosférico ', io voglio te come sindaco di L' Avana,
devi presentare L' Avana negli Stati Uniti, ogni turista americano che porti ad L' Avana ti riconosco un guadagno di 10 dollari. Contratto permanente !!!
1) In Italia fa troppo freddo d'inverno
2) In Italia non ci sono più le stagioni di una volta
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SCIOPERO GENERALE IN ITALIA, MATTEO RENZI VERSO CUBA .
Dopo il Decreto Legge sulle liberalizzazioni totali del contratto a termine,
durata 3 anni e 8 proroghe abbiamo il funerale del contratto a tempo indeterminato il contratto comune e standard dei contratti di lavoro in Italia.
Si profila lo SCIOPERO GENERALE contro il nuovo contratto a termine e contro le legge Fornero sulle pensioni.
Lo sciopero generale sarà organizzato :
1) dai disoccupati contro il D.L.sulla liberalizzazione dei contratti a termine.
2) Dai lavoratori che hanno piu di 55 anni e che devono aspettare i 67 anni per andare a pensione.
3) I precari per annullare il contratto a termine acausale quello attuale e le false partite iva. e per il reddito minimo garantito.
4) i pensionati con pensioni minori di 1000 euro per un minimale di pensione di 1.000 euro indipendentemente dai contributi versati.
5) Gli artigiani e commercianti pei i finanziamenti sociali e per il reddito minimo garantito forconi compresi.
I contratti a termine sono il 14 % dei contratti di lavoro dipendente ma sono il 68 % dei nuovi assunti con contratto di lavoro dipendente.
Il contenzioso sui contratti a termine è ASSOLUTAMENTE fisiologico, non da particolari problemi.
Il grande casino c è stato con le poste , ove si sono fatte cose immonde con i contratti a termine.
Invece di licenziare l' amministratore unico delle poste si sono fatti legge Ad Postam.
A parte le poste non ci sono mai stati problemi particolari sui contratti a termine.
La problematica principale era di evitare negli ultimi anni l' eccesso di contratti a termini ( 68 % dei nuovi contratti ) per questo erano stati innalzai contributi previdenziali del 1,40 %.
Con la restituzione di questa aliquota se il contratto sarà trasformato in tempo indeterminato.
Con i contratti a termine non è possibile avere una casa in affitto, un mutuo o un prestito.
Con il contratto unico licenziabili ad nutum invece è possibile subaffittare le case di Ichino e Boeri.
Con questo decreto legge si pensa che le assunzioni in Italia non avvengono perchè ci sono troppi vincoli nel contratto a termine. Si vuole il 95% dei contratti a termini dei nuovi assunti, creando un danno anche alle aziende e al modello economico e sociale.
Matteo Renzi ha dichiarato che a cuba c è la camera dei deputati che è Fidel Castro e il Senato che è il fratello Raul Castro, e quindi secondo il renzismo il senato va eliminato.
Fidel Castro oggi ha telefonato al nostro matteo gli ha detto che è stato folgorato dal power point di presentazione della convention.
Ha chiesto a Matteo Renzi se aveva del rancore per suo fratello.
Fidel Castro ha ricevuto questi informazioni dai suoi servizi segreti :
a) i congressi regionali del PD, primarie non ci va nessuno, i pochi delegati si menano tra loro.
b) alle europee il PD prenderà una scoppola epocale
c) lo sciopero generale Giuseppe di Vittorio sarà il piu grande sciopero generali di tutti i tempi, partecipano allo sciopero i gelatai, venditori di aspirapolveri , l' amministratore delegato di Eni e papa Francesco.
c) ' masa masa contrato de trabajo precaria ' il giorno 18 maggio 2014 giorno di trasformazione del DL sul contratto a termine il governo cadrà .
Il 55 % della camera voterà contro mentre il 96% del senato voterà contro.
Matteo Renzi ; ' ma prima delle' europee ????????????????
Il contratto di lavoro di Fidel Castro:
' Tua presentación fue meragliosa, admirable, estratosférico ', io voglio te come sindaco di L' Avana,
devi presentare L' Avana negli Stati Uniti, ogni turista americano che porti ad L' Avana ti riconosco un guadagno di 10 dollari. Contratto permanente !!!
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Re: SCIOPERO GENERALE, PARTITO E SINDACATI :CONTRO LA PRECAR
questa dichiarazione dell' on. Damiano riguarda il Decreto Legge n. 34 del 2014 sui contratti a termine ed apprendistato.
mentre è giusto trovare una mediazione su apprendistato che deve diventare il contratto di riferimento dei giovani mentre oggi ha la concorrenza di un contratto per i giovani NON formativo un grave errone del precedente ministro Giovannini.
gli sgravi vanno bene per idisoccupati con piu di 45 o 50 anni .
sui contratti a termini il decreto legge presenta politicamente una posizione politica di ESTREMA DESTRA.
nemmeno la fornero cameriera dei poteri finanziiari ( FMI ) era arrivata a tanto. !!
su questo decreto la risposta deve essere le elezioni politiche con la vittoria del movimento 5 stelle e lista di sinistra Tsipra e poi lo sciopero generale organizzato anche dalla società civile e la caduta del governo Renzi nessun compromesso in parlamento.
------------------------------------------------------------------------------------------
Il ministro Giuliano Poletti ha dichiarato, a proposito del decreto lavoro, che è normale che "ci possano essere degli aggiustamenti". Condividiamo. Di altro avviso pare essere il Premier, Matteo Renzi, che ha parlato di ultimatum sui temi del lavoro e di una proposta del Governo da prendere complessivamente. Mi spiace contraddirlo, ma noi lavoreremo per "aggiustare" il decreto, perché siamo convinti che liberalizzare così pesantemente il contratto a termine farà aumentare la precarietà. Un conto è un contratto di inserimento con un lungo periodo di prova che preluda alla stabilizzazione dei giovani, un altro è avere a disposizione manodopera usa e getta. Le nostre proposte di cambiamento riguardano: la durata troppo lunga della mancanza di causali; il numero eccessivo di proroghe, ben 8, nell'arco del triennio; l'assenza di formazione pubblica per l'apprendistato, che potrebbe farci incorrere in una procedura d'infrazione europea; infine, il mantenimento di una percentuale di apprendisti stabilizzati al termine del periodo. Per quanto riguarda l'aumento di disoccupazione dei giovani, anziché imputarla ad inesistenti rigidità del mercato del lavoro, la si riconduca più verosimilmente al brusco innalzamento a 67 anni dell'età pensionabile voluto dal Governo Monti, che tiene fuori dalle aziende i nostri figli.
mentre è giusto trovare una mediazione su apprendistato che deve diventare il contratto di riferimento dei giovani mentre oggi ha la concorrenza di un contratto per i giovani NON formativo un grave errone del precedente ministro Giovannini.
gli sgravi vanno bene per idisoccupati con piu di 45 o 50 anni .
sui contratti a termini il decreto legge presenta politicamente una posizione politica di ESTREMA DESTRA.
nemmeno la fornero cameriera dei poteri finanziiari ( FMI ) era arrivata a tanto. !!
su questo decreto la risposta deve essere le elezioni politiche con la vittoria del movimento 5 stelle e lista di sinistra Tsipra e poi lo sciopero generale organizzato anche dalla società civile e la caduta del governo Renzi nessun compromesso in parlamento.
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Il ministro Giuliano Poletti ha dichiarato, a proposito del decreto lavoro, che è normale che "ci possano essere degli aggiustamenti". Condividiamo. Di altro avviso pare essere il Premier, Matteo Renzi, che ha parlato di ultimatum sui temi del lavoro e di una proposta del Governo da prendere complessivamente. Mi spiace contraddirlo, ma noi lavoreremo per "aggiustare" il decreto, perché siamo convinti che liberalizzare così pesantemente il contratto a termine farà aumentare la precarietà. Un conto è un contratto di inserimento con un lungo periodo di prova che preluda alla stabilizzazione dei giovani, un altro è avere a disposizione manodopera usa e getta. Le nostre proposte di cambiamento riguardano: la durata troppo lunga della mancanza di causali; il numero eccessivo di proroghe, ben 8, nell'arco del triennio; l'assenza di formazione pubblica per l'apprendistato, che potrebbe farci incorrere in una procedura d'infrazione europea; infine, il mantenimento di una percentuale di apprendisti stabilizzati al termine del periodo. Per quanto riguarda l'aumento di disoccupazione dei giovani, anziché imputarla ad inesistenti rigidità del mercato del lavoro, la si riconduca più verosimilmente al brusco innalzamento a 67 anni dell'età pensionabile voluto dal Governo Monti, che tiene fuori dalle aziende i nostri figli.
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