Robotizzazione, industrializzazione e....disoccupazione.
Inviato: 18/03/2014, 22:17
Robotizzazione, industrializzazione e....disoccupazione,
Il problema e' che ne il mercato ne chi sta' sopra a questo riesce a dare risposte a questa domanda.
Certo, finche' ci saranno paesi poveri se la caveranno con la delocalizzazione, ma poi?
Si continuera' ad impoverire popoli, in un moto perpetuo, come unica risposta alla domanda o esiste un'altra alternativa?
Scriveva l'anno scorso su FB Raffale Piu un bel "trafiletto" che mi son permesso di inserire qui:
Energia umana e energia meccanica.
Dopo l’industrializzazione del lavoro nel secolo passato, oggi assistiamo alla robotizzazione delle industrie dove i ritmi di lavoro sono dettati dalle macchine.
L’uomo è sempre più un’appendice del robot ed è esso che determina, dopo essere stato programmato, e richiede la collaborazione che l’uomo deve fornire.
Gli industriali continuano ad inserire nelle loro fabbriche macchine sempre più robotizzate che si sostituiscono all’operaio, e questo porta sempre più ad aggravare le condizioni di lavoro degli operaio che restano, la prima condizione: imponendo ritmi disumani, la seconda creando sempre più disoccupazione.
L’automazione delle fabbriche non porterà benessere per la popolazione, ma porterà ricchezza solo ai capitalisti che hanno investito in queste strutture.
Antonio Gramsci nei quaderni dal carcere spiega molto bene questo concetto, (americanismo e fordismo), anche se riconosce il valore e l’utilità delle macchine, rifiuta la logica dell’automazione in quanto l’operaio sarà solo massa inerme in balia delle macchine, la paura di Gramsci e che gli operai diventino dei gorilla per far andare le macchine, senza avere una qualifica e imparare un mestiere.
Oggi assistiamo a questa automazione selvaggia, dove l’energia umana viene sempre più sostituita da quella meccanica.
L’elettronica ha fatto si che la robotica crei macchine sempre più complesse e sempre più in condizione di sostituire l’operaio, oggi un’auto viene saldata senza che l’uomo la veda, viene verniciata nello stesso modo.
Esistono caseifici che lavorano un milione di litri di latte al giorno e sono talmente robotizzati che richiedono la presenza di tre tecnici per turno, e sono a ciclo continuo.
Se nel futuro le industrie sono queste non riesco a vedere cosa ci guadagna la popolazione del lavoro,e con essi la società, ma non riesco neanche a vedere un futuro per queste industrie: se non ci sono acquirenti per i suoi prodotti che ragione hanno ad esistere?.
La globalizzazione ha fatto si che queste industrie vengano costruite in quei paesi dove le regolo sono talmente inutili se non inesistenti, questo porta sempre di più a creare nel mondo, tanta povertà nelle famiglie ed in seguito le famiglie saranno ridotte in miseria.
Cosa comporta tutto questo? Una situazione dove avremo, stime al positivo, appena il trenta per cento della forza lavoro occupata mentre il restante settanta sarà in attesa di occupazione.
È una situazione allarmante,ma è quanto le multinazionali stanno portando avanti. La politica portata avanti dal fondo monetario internazionale è questa, a loro non interessa quanto un Paese si indebita o soffre: al FMI interessa solo il profitto.
Ecco il profitto, è questo il filo di Arianna che traina e sposta enormi capitali da una parte all’altra del mondo, quei capitali che non sono usati per creare ricchezza e benessere nella popolazione ma bensì sfruttamento e miseria per i lavoratori ma in compenso enormi profitti per il capitalismo.
Il nostro Don Andrea Gallo comunista e grande uomo ha dimostrato al modo intero quanto danno porta alla società il dominio delle multinazionali sullo Stato, le lezioni che uomini come Don Gallo hanno dato, troppo spesso vengono messe nel dimenticatoio della storia. Pensiamo a Marx, Gramsci, Berlinguer , tutti comunisti , ma pensiamo anche a Gandhi , Martin Luther King , Nelson Mandela e tantissimi altri che si sono sacrificati combattendo contro le ingiustizie e i privilegi molto graditi al capitalismo.
Le nuove società non possono fare a meno della tecnologia, e su questo nessuno può dimostrare il contrario, ma quello che le nuove società devono fare è un nuovo sistema che consente di creare un diverso rapporto tra industria e società.
Questo nuovo sistema deve considerare una nuova forma di industrializzazione: le industrie devono essere al servizio della società e non il contrario e cioè la società al servizio delle industrie, devono funzionare nel rispetto dell’ambiente, e soprattutto non produrre il superfluo.
Per fare questo è necessario acquisire una diversa mentalità, sia civile che industriale.
Oggi siamo in piena era competitiva e del profitto, i Governi troppe volte cincischiano o sono assenti quando si tratta di controllare le multinazionali e con esse il capitale.
La banca europea continua a ripetere che è necessario privatizzare le risorse del Paese, compresi i servizi sociali, che bisogna essere competitivi, che bisogna tagliare la spesa pubblica e via di questo passo.
L’Islanda era sulla bancarotta dovuta agli interessi sul debito pubblico, le industrie erano allo stremo torchiate dalle banche internazionali e cosi la popolazione.
I falchi del FMI erano pronti a spartirsi la torta, incastrando l’Islanda con un prestito che voleva dire morte sicura.
Loro hanno fatto un referendum e hanno deciso di non accettare il prestito, hanno azzerato il debito pubblico( si sono rifiutati di pagare i bot) , hanno azzerato i debiti delle industrie e quelli della popolazione e infine hanno nazionalizzato le banche.
L’Islanda oggi è la Stato che sta meglio in Europa, non ha nessun debito e uno dei migliori salari d’Europa.
La Grecia ha accettato il prestito e tutti vediamo come sono ridotti, non può uno Stato accettare di imporre ai cittadini un programma di risanamento imposto dal capitalismo internazionale.
Concludo: nessuno Stato al mondo si è salvato dal fallimento quando hanno accettato il piano imposta dal capitalismo internazionale( FMI ). L’Italia è una prossima candidata.
https://www.facebook.com/partitodemocra ... 7346081896
Il problema e' che ne il mercato ne chi sta' sopra a questo riesce a dare risposte a questa domanda.
Certo, finche' ci saranno paesi poveri se la caveranno con la delocalizzazione, ma poi?
Si continuera' ad impoverire popoli, in un moto perpetuo, come unica risposta alla domanda o esiste un'altra alternativa?
Scriveva l'anno scorso su FB Raffale Piu un bel "trafiletto" che mi son permesso di inserire qui:
Energia umana e energia meccanica.
Dopo l’industrializzazione del lavoro nel secolo passato, oggi assistiamo alla robotizzazione delle industrie dove i ritmi di lavoro sono dettati dalle macchine.
L’uomo è sempre più un’appendice del robot ed è esso che determina, dopo essere stato programmato, e richiede la collaborazione che l’uomo deve fornire.
Gli industriali continuano ad inserire nelle loro fabbriche macchine sempre più robotizzate che si sostituiscono all’operaio, e questo porta sempre più ad aggravare le condizioni di lavoro degli operaio che restano, la prima condizione: imponendo ritmi disumani, la seconda creando sempre più disoccupazione.
L’automazione delle fabbriche non porterà benessere per la popolazione, ma porterà ricchezza solo ai capitalisti che hanno investito in queste strutture.
Antonio Gramsci nei quaderni dal carcere spiega molto bene questo concetto, (americanismo e fordismo), anche se riconosce il valore e l’utilità delle macchine, rifiuta la logica dell’automazione in quanto l’operaio sarà solo massa inerme in balia delle macchine, la paura di Gramsci e che gli operai diventino dei gorilla per far andare le macchine, senza avere una qualifica e imparare un mestiere.
Oggi assistiamo a questa automazione selvaggia, dove l’energia umana viene sempre più sostituita da quella meccanica.
L’elettronica ha fatto si che la robotica crei macchine sempre più complesse e sempre più in condizione di sostituire l’operaio, oggi un’auto viene saldata senza che l’uomo la veda, viene verniciata nello stesso modo.
Esistono caseifici che lavorano un milione di litri di latte al giorno e sono talmente robotizzati che richiedono la presenza di tre tecnici per turno, e sono a ciclo continuo.
Se nel futuro le industrie sono queste non riesco a vedere cosa ci guadagna la popolazione del lavoro,e con essi la società, ma non riesco neanche a vedere un futuro per queste industrie: se non ci sono acquirenti per i suoi prodotti che ragione hanno ad esistere?.
La globalizzazione ha fatto si che queste industrie vengano costruite in quei paesi dove le regolo sono talmente inutili se non inesistenti, questo porta sempre di più a creare nel mondo, tanta povertà nelle famiglie ed in seguito le famiglie saranno ridotte in miseria.
Cosa comporta tutto questo? Una situazione dove avremo, stime al positivo, appena il trenta per cento della forza lavoro occupata mentre il restante settanta sarà in attesa di occupazione.
È una situazione allarmante,ma è quanto le multinazionali stanno portando avanti. La politica portata avanti dal fondo monetario internazionale è questa, a loro non interessa quanto un Paese si indebita o soffre: al FMI interessa solo il profitto.
Ecco il profitto, è questo il filo di Arianna che traina e sposta enormi capitali da una parte all’altra del mondo, quei capitali che non sono usati per creare ricchezza e benessere nella popolazione ma bensì sfruttamento e miseria per i lavoratori ma in compenso enormi profitti per il capitalismo.
Il nostro Don Andrea Gallo comunista e grande uomo ha dimostrato al modo intero quanto danno porta alla società il dominio delle multinazionali sullo Stato, le lezioni che uomini come Don Gallo hanno dato, troppo spesso vengono messe nel dimenticatoio della storia. Pensiamo a Marx, Gramsci, Berlinguer , tutti comunisti , ma pensiamo anche a Gandhi , Martin Luther King , Nelson Mandela e tantissimi altri che si sono sacrificati combattendo contro le ingiustizie e i privilegi molto graditi al capitalismo.
Le nuove società non possono fare a meno della tecnologia, e su questo nessuno può dimostrare il contrario, ma quello che le nuove società devono fare è un nuovo sistema che consente di creare un diverso rapporto tra industria e società.
Questo nuovo sistema deve considerare una nuova forma di industrializzazione: le industrie devono essere al servizio della società e non il contrario e cioè la società al servizio delle industrie, devono funzionare nel rispetto dell’ambiente, e soprattutto non produrre il superfluo.
Per fare questo è necessario acquisire una diversa mentalità, sia civile che industriale.
Oggi siamo in piena era competitiva e del profitto, i Governi troppe volte cincischiano o sono assenti quando si tratta di controllare le multinazionali e con esse il capitale.
La banca europea continua a ripetere che è necessario privatizzare le risorse del Paese, compresi i servizi sociali, che bisogna essere competitivi, che bisogna tagliare la spesa pubblica e via di questo passo.
L’Islanda era sulla bancarotta dovuta agli interessi sul debito pubblico, le industrie erano allo stremo torchiate dalle banche internazionali e cosi la popolazione.
I falchi del FMI erano pronti a spartirsi la torta, incastrando l’Islanda con un prestito che voleva dire morte sicura.
Loro hanno fatto un referendum e hanno deciso di non accettare il prestito, hanno azzerato il debito pubblico( si sono rifiutati di pagare i bot) , hanno azzerato i debiti delle industrie e quelli della popolazione e infine hanno nazionalizzato le banche.
L’Islanda oggi è la Stato che sta meglio in Europa, non ha nessun debito e uno dei migliori salari d’Europa.
La Grecia ha accettato il prestito e tutti vediamo come sono ridotti, non può uno Stato accettare di imporre ai cittadini un programma di risanamento imposto dal capitalismo internazionale.
Concludo: nessuno Stato al mondo si è salvato dal fallimento quando hanno accettato il piano imposta dal capitalismo internazionale( FMI ). L’Italia è una prossima candidata.
https://www.facebook.com/partitodemocra ... 7346081896