Come si raccontano le notizie.La differenza
Inviato: 20/03/2014, 14:27
Disoccupato da mesi, giovane di 33 anni si impicca a Camposampiero
Ancora una tragedia nel Padovano: Mattia Vecchiato, 33 anni, è stato trovato impiccato: non aveva problemi di salute e ha lasciato un biglietto con scritto solo "scusate tutti"
CAMPOSAMPIERO. Da mesi senza lavoro, umiliato e depresso, si uccide. Mattia Vecchiato, 32 anni compiuti il 12 settembre scorso, è stato trovato ieri alle 13 dal padre Gianfranco, appeso a un montante di ferro nel ricovero attrezzi dietro la casa di via Straelle. Accanto a lui un biglietto: «Scusate tutti». Vana la corsa dell’ambulanza chiamata dal padre, disperato. Il medico ha solo potuto constatare il decesso, avvenuto almeno 7 ore prima, e predisporre il trasporto all’obitorio dell’ospedale di Camposampiero, dove la salma di Mattia è a disposizione dell’autorità giudiziaria. In via Straelle è accorsa anche una pattuglia dei carabinieri per il sopralluogo.
Per il padre nessun dubbio sulle cause che hanno spinto il figlio all’estremo gesto. «Da un pezzo era a casa, disoccupato. In passato aveva lavorato con me un paio di anni, poi aveva fatto altre scelte. Ma non era andata bene, era stato messo in cassa integrazione un paio di volte e adesso non riusciva a trovare nulla». Mattia non vedeva nessun futuro per sé. A 32 anni viveva ancora in famiglia, forse si sentiva un peso. «Martedì sera», ricorda il padre, «abbiamo fatto un lavoretto assieme. Niente nel suo atteggiamento lasciava trapelare le sue intenzioni. Era un bravo ragazzo, non dava problemi. La mancanza del lavoro lo abbatteva».
Senza reddito, non poteva permettersi molto. L’unico svago era la bicicletta. «Adesso che era a casa prendeva la bici e andava a farsi un giro», ricorda il padre. Mattia era il terzo di 5 fratelli, oltre a lui ci sono Barbara, la maggiore, che è sposata, Tomas, 37 anni, Denis, 20 e il più piccolo di 17. I tre fratelli erano tutti disoccupati. In casa c’è anche la madre Silvana, che accudisce la suocera. «Non ho altro da dire», si congeda papà Gianfranco con il volto segnato dal dolore, «solo che per fortuna sono stato io a trovarlo e non mia moglie. Non so dove andremo a finire» è l’amaro commento, riferito indirettamente al suicidio di Cittadella dell’altro giorno.
La notizia ha raggiunto anche il sindaco Domenico Zanon, che di Vecchiato è grande amico. «Sono sconvolto», ammette il primo cittadino, che si è recato nel pomeriggio a portare una parola di conforto. «I Vecchiato sono una grande famiglia, ma è il padre ad avere attualmente l’unico reddito in casa con la sua falegnameria, nella vecchia scuola di via Straelle. Ma anche lui, come ogni artigiano, a volte ha lavoro e a volte no. E non è facile con 4 figli in casa mettere insieme il pranzo con la cena. I ragazzi più grandi hanno girato le agenzie di collocamento, dove ormai non ricevono più nemmeno i curriculum: “Mettetelo nella cassetta”, si sono sentiti rispondere. Tanta umiliazione e l’impossibilità di farsi una famiglia, c’è chi soccombe sotto questo peso. È una giornata tragica per il mio amico Gianfranco, proprio nel giorno dedicato ai papà». In via Straelle si sono radunati gli amici di Mattia e dei suoi fratelli. Si abbracciano, non riescono a credere che sia accaduto proprio qui. Il Camposampierese, un tempo, era terra florida, dove il lavoro non mancava. Ma era tanto tempo fa.
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.8881837
Ciao
Paolo11
Ancora una tragedia nel Padovano: Mattia Vecchiato, 33 anni, è stato trovato impiccato: non aveva problemi di salute e ha lasciato un biglietto con scritto solo "scusate tutti"
CAMPOSAMPIERO. Da mesi senza lavoro, umiliato e depresso, si uccide. Mattia Vecchiato, 32 anni compiuti il 12 settembre scorso, è stato trovato ieri alle 13 dal padre Gianfranco, appeso a un montante di ferro nel ricovero attrezzi dietro la casa di via Straelle. Accanto a lui un biglietto: «Scusate tutti». Vana la corsa dell’ambulanza chiamata dal padre, disperato. Il medico ha solo potuto constatare il decesso, avvenuto almeno 7 ore prima, e predisporre il trasporto all’obitorio dell’ospedale di Camposampiero, dove la salma di Mattia è a disposizione dell’autorità giudiziaria. In via Straelle è accorsa anche una pattuglia dei carabinieri per il sopralluogo.
Per il padre nessun dubbio sulle cause che hanno spinto il figlio all’estremo gesto. «Da un pezzo era a casa, disoccupato. In passato aveva lavorato con me un paio di anni, poi aveva fatto altre scelte. Ma non era andata bene, era stato messo in cassa integrazione un paio di volte e adesso non riusciva a trovare nulla». Mattia non vedeva nessun futuro per sé. A 32 anni viveva ancora in famiglia, forse si sentiva un peso. «Martedì sera», ricorda il padre, «abbiamo fatto un lavoretto assieme. Niente nel suo atteggiamento lasciava trapelare le sue intenzioni. Era un bravo ragazzo, non dava problemi. La mancanza del lavoro lo abbatteva».
Senza reddito, non poteva permettersi molto. L’unico svago era la bicicletta. «Adesso che era a casa prendeva la bici e andava a farsi un giro», ricorda il padre. Mattia era il terzo di 5 fratelli, oltre a lui ci sono Barbara, la maggiore, che è sposata, Tomas, 37 anni, Denis, 20 e il più piccolo di 17. I tre fratelli erano tutti disoccupati. In casa c’è anche la madre Silvana, che accudisce la suocera. «Non ho altro da dire», si congeda papà Gianfranco con il volto segnato dal dolore, «solo che per fortuna sono stato io a trovarlo e non mia moglie. Non so dove andremo a finire» è l’amaro commento, riferito indirettamente al suicidio di Cittadella dell’altro giorno.
La notizia ha raggiunto anche il sindaco Domenico Zanon, che di Vecchiato è grande amico. «Sono sconvolto», ammette il primo cittadino, che si è recato nel pomeriggio a portare una parola di conforto. «I Vecchiato sono una grande famiglia, ma è il padre ad avere attualmente l’unico reddito in casa con la sua falegnameria, nella vecchia scuola di via Straelle. Ma anche lui, come ogni artigiano, a volte ha lavoro e a volte no. E non è facile con 4 figli in casa mettere insieme il pranzo con la cena. I ragazzi più grandi hanno girato le agenzie di collocamento, dove ormai non ricevono più nemmeno i curriculum: “Mettetelo nella cassetta”, si sono sentiti rispondere. Tanta umiliazione e l’impossibilità di farsi una famiglia, c’è chi soccombe sotto questo peso. È una giornata tragica per il mio amico Gianfranco, proprio nel giorno dedicato ai papà». In via Straelle si sono radunati gli amici di Mattia e dei suoi fratelli. Si abbracciano, non riescono a credere che sia accaduto proprio qui. Il Camposampierese, un tempo, era terra florida, dove il lavoro non mancava. Ma era tanto tempo fa.
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.8881837
Ciao
Paolo11