Casini d'Italia
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Casini d'Italia
Cominciamo da questi per creare un 3D della memoria. Poi ci sono tutti i precedenti.
Elenco documentazione
=========================================================
- 26 maggio 2014 | Esercito, frode da 6 milioni......................................................| 1
- 26 maggio 2014 | Corrado Clini arrestato per peculato..........................................| 1
- 26 maggio 2014 | Carige, dopo il caso Ior-Bertone spunta un altro finanziamento.....| 1
- 26 maggio 2014 | Unipol-Sai, 45 i computer sequestrati in Consob. E la Procura rifà..| 1
- 29 maggio 2014 | Regione Sardegna, altri 27 indagati per uso illecito dei fondi dei gruppi...| 1
Elenco documentazione
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- 26 maggio 2014 | Esercito, frode da 6 milioni......................................................| 1
- 26 maggio 2014 | Corrado Clini arrestato per peculato..........................................| 1
- 26 maggio 2014 | Carige, dopo il caso Ior-Bertone spunta un altro finanziamento.....| 1
- 26 maggio 2014 | Unipol-Sai, 45 i computer sequestrati in Consob. E la Procura rifà..| 1
- 29 maggio 2014 | Regione Sardegna, altri 27 indagati per uso illecito dei fondi dei gruppi...| 1
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Re: Casini d'Italia
Esercito, frode da 6 milioni di euro: tre arrestati e 44 indagati
Un commercialista, un imprenditore e un pensionato sono stati arrestati e 44 persone sono state denunciate, a vario titolo, per peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita. All'operazione ha partecipato anche la Guardia di finanza. Un maresciallo spendeva il denaro anche per sponsorizzare la sua passione di cantante amatoriale
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (59)
Cosa ci si può fare con i soldi rubati alle casse pubbliche? Vacanze, naturalmente, auto, case. Ma una piccola parte di 6 milioni di euro fatti sparire dalle casse dell’Esercito sarebbero stati usati anche per la sponsorizzazione della passione di uno degli indagati: la sua passione di cantante amatoriale.
È il particolare che emerge dall’indagine che ha svelato una sottrazione di fondi scoperta dagli stessi responsabili del Centro Amministrativo dell’Esercito e denunciata ai Carabinieri. Un commercialista, un imprenditore e un pensionato sono stati arrestati e 44 persone sono state denunciate, a vario titolo, per peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita. All’operazione ha partecipato anche la Guardia di finanza.
L’attività degli investigatori di Roma ha svelato una frode che, con la collaborazione di un maresciallo dell’Esercito, già rimosso e sospeso dal suo incarico, e grazie a una fitta rete di collegamenti, ideati ed attuati da un commercialista, ha consentito che i soldi rubati finissero su conti correnti di decine complici, residenti perlopiù nella provincia di Napoli. La frode è stata scoperta grazie all’analisi di documentazione bancaria, intercettazioni telefoniche, indagini patrimoniali e confessioni di decine di soggetti coinvolti.
La frode prevedeva il coinvolgimento, con ruoli principali, di un commercialista, di un luogotenente dell’esercito e di due soggetti incaricati di reperire altre persone disposte ad occultare le somme rubate, facendole transitare dai propri conti correnti, per poi prelevarle in contanti e restituirle agli organizzatori del sistema, non prima di averne trattenuto una piccola parte per l’opera fornita. La truffa è stata realizzata dal 2010 al 2013.
È stato accertato che il sottufficiale continuava a godere del denaro rubato sperperandolo in vacanze, autovetture e immobili e sponsorizzando la sua passione di cantante amatoriale, fino all’intervento degli investigatori che hanno proceduto al sequestro di tutti i conti correnti degli indagati e ricostruito minuziosamente il loro patrimonio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... i/1000871/
Un commercialista, un imprenditore e un pensionato sono stati arrestati e 44 persone sono state denunciate, a vario titolo, per peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita. All'operazione ha partecipato anche la Guardia di finanza. Un maresciallo spendeva il denaro anche per sponsorizzare la sua passione di cantante amatoriale
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (59)
Cosa ci si può fare con i soldi rubati alle casse pubbliche? Vacanze, naturalmente, auto, case. Ma una piccola parte di 6 milioni di euro fatti sparire dalle casse dell’Esercito sarebbero stati usati anche per la sponsorizzazione della passione di uno degli indagati: la sua passione di cantante amatoriale.
È il particolare che emerge dall’indagine che ha svelato una sottrazione di fondi scoperta dagli stessi responsabili del Centro Amministrativo dell’Esercito e denunciata ai Carabinieri. Un commercialista, un imprenditore e un pensionato sono stati arrestati e 44 persone sono state denunciate, a vario titolo, per peculato militare, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita. All’operazione ha partecipato anche la Guardia di finanza.
L’attività degli investigatori di Roma ha svelato una frode che, con la collaborazione di un maresciallo dell’Esercito, già rimosso e sospeso dal suo incarico, e grazie a una fitta rete di collegamenti, ideati ed attuati da un commercialista, ha consentito che i soldi rubati finissero su conti correnti di decine complici, residenti perlopiù nella provincia di Napoli. La frode è stata scoperta grazie all’analisi di documentazione bancaria, intercettazioni telefoniche, indagini patrimoniali e confessioni di decine di soggetti coinvolti.
La frode prevedeva il coinvolgimento, con ruoli principali, di un commercialista, di un luogotenente dell’esercito e di due soggetti incaricati di reperire altre persone disposte ad occultare le somme rubate, facendole transitare dai propri conti correnti, per poi prelevarle in contanti e restituirle agli organizzatori del sistema, non prima di averne trattenuto una piccola parte per l’opera fornita. La truffa è stata realizzata dal 2010 al 2013.
È stato accertato che il sottufficiale continuava a godere del denaro rubato sperperandolo in vacanze, autovetture e immobili e sponsorizzando la sua passione di cantante amatoriale, fino all’intervento degli investigatori che hanno proceduto al sequestro di tutti i conti correnti degli indagati e ricostruito minuziosamente il loro patrimonio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... i/1000871/
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Re: Casini d'Italia
Corrado Clini arrestato per peculato. Ex ministro dell’Ambiente ai domiciliari
L'inchiesta è incentrata su un finanziamento per il risanamento del settore idrico in Iraq: secondo la Guardia di finanza, in concorso con un altro imprenditore, avrebbe sottratto fondi per oltre 3,4 milioni di euro. Le misure sono state disposte dal gip di Ferrara, su richiesta della Procura guidata da Bruno Cherchi
di Marco Zavagli | 26 maggio 2014Commenti (335)
Corrado Clini, ex ministro dell’Ambiente del governo Monti, è stato arrestato per peculato. Con lui ai domiciliari è finito anche Augusto Calore Pretner, ingegnere padovano. Secondo l’ordinanza, emessa dal gip Piera Tassoni della procura di Ferrara, i due avrebbero sottratto 3 milioni e 400mila euro da un finanziamento ministeriale di 54 milioni destinato al progetto “New Eden”, volto alla protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzare in Iraq e finanziato con il sostegno internazionale.
Clini risultava indagato già dall’ottobre 2013 in qualità di direttore generale del ministero dell’Ambiente. Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza di Ferrara, erano partite dall’individuazione di un flusso di false fatturazioni provenienti da una società cartiera con sede in Olanda, a favore della Med Ingegneria srl, studio ferrarese i cui vertici risultano indagati per una frode fiscale da un milione e mezzo di euro (per questi fatti a luglio la Procura iscrisse cinque persone nel registro degli indagati e sequestrò beni per 330mila euro).
Le fatture di Med Ingegneria facevano capo a due organizzazioni non governative con sede negli Stati Uniti, la Nature Iraq (cui partecipava lo Studio Galli Ingegneria di Padova di cui è socio Pretner) e Iraq Foundation. Sono le due ong che nel 2003 stipularono un accordo bilaterale con gli uffici del ministero dell’Ambiente, poi rinnovato nel 2008 per altri cinque anni. Obiettivi del programma di cooperazione erano il ripristino ambientale e il controllo dei fenomeni di piena e gestione integrata dei bacini idrografici del Tigri e dell’Eufrate. Di quella attività però il nucleo di polizia tributaria non ha trovato alcun riscontro. Per quel progetto le due ong chiesero 57 milioni all’Ambiente, ottenendone 54.
Tra settembre 2007 e gennaio 2011 parte di quelle somme finiscono in conti “direttamente riconducibili ai due arrestati”. A parlare di “grossi elementi probatori a carico” degli indagati è il procuratore capo di Ferrara, Bruno Cherchi che, assieme al colonnello delle Fiamme gialle Sergio Lancerin ricostruisce i passaggi di denaro attraverso tre continenti. Una parte dei soldi del ministero, incassati da Nature Iraq, venivano accreditati su un conto ad Amman in Giordania, per poi partire in direzione dell’Olanda, verso la società Gbc con fatturazioni per operazioni inesistenti.
Questa tratteneva una commissione del 5% per poi girarli nei paradisi fiscali delle Isole Vergini e dei Caraibi. Da qui il malloppo, decurtato di un altro 2%, ripartiva per la Svizzera per essere depositato “in conti correnti di prestanome direttamente riconducibili agli indagati”. Un vorticoso giro di denaro “provato senza ombra di dubbio” afferma Lancerin, che anticipa come “la Procura di Roma (che sta valutando anche altri fronti con il pm Galanti, ndr) sta operando numerosissime perquisizioni in tutto il Paese”, mentre le indagini della Finanza proseguono anche in altre direzioni. In particolare in Svizzera, dove si batte la pista del riciclaggio internazionale di denaro.
Corrado Clini, medico, è stato per venti anni – dal 1991 al 2011 – direttore generale del ministero ed è stato nominato ministro il 16 novembre 2011 nel governo guidato da Mario Monti. Dopo la guida del dicastero, è tornato a ricoprire l’incarico di direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia sempre al dicastero di via Cristoforo Colombo. Per anni sempre in prima linea ai vertici internazionali, si è occupato di ambiente e di cambiamenti climatici, è stato anche chairman dell’European Environment and Health Committee, composto dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai ministeri della Salute e dell’Ambiente di 51 paesi europei e centro asiatici.
Come ministro ha affrontato alcune questioni spinose come il caso Ilva, il naufragio della Costa Concordia e l’emergenza rifiuti a Roma. Clini è anche noto per le sue posizioni a favore del nucleare e, di un possibile ritorno in Italia ed è sempre stato favorevole agli ogm (organismi geneticamente modificati), due temi caldi, che ha sostenuto in vari ambiti anche appena nominato ministro, a ridosso dell’incidente di Fukushima in Giappone. Ad aprile 2012 ha presentato al Cipe il Piano nazionale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e, insieme con i ministri Corrado Passera e Mario Catania (Politiche Agricole), la riforma degli incentivi alle energie rinnovabili.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... i/1000849/
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Re: Casini d'Italia
Carige, dopo il caso Ior-Bertone spunta un altro finanziamento per le fiction Lux Vide
Nel 2008 la società di produzione di Ettore Bernabei, membro dell'Opus Dei, ha incassato 300mila euro dalla Fondazione Carige. A dare l'ok è stato l'ex presidente Flavio Repetto, dopo l'interessamento dell'allora direttore di Rai Vaticano Marco Simeon, pupillo del cardinale Bertone ed ex delegato a tenere i rapporti tra Mediobanca e lo Ior
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (7)
La Lux Vide di Ettore Bernabei, società di produzione che secondo la Bild Zeitung ha ricevuto un finanziamento da 15 milioni grazie all’”intercessione” del cardinale Tarcisio Bertone, nel 2008 ha incassato 300mila euro anche dalla Fondazione Carige. Secondo quanto riporta Repubblica Genova Flavio Repetto, ex presidente dell’ente che ha in pancia il 29,8% dell’istituto genovese (ma il 6,9% è detenuto come pegno da Mediobanca), in quell’anno ha infatti dato il via libera a un finanziamento da 300mila euro destinato alla produzione dei dvd della serie La Bibbia, uno dei pezzi forti della società fondata dall’ex direttore generale della Rai. Il tutto con l’intercessione dell’enfant prodige Marco Simeon, allora direttore di Rai Vaticano e dell’Ufficio Relazioni istituzionali della Rai (lascerà gli incarichi a fine 2013), dichiaratamente molto vicino allo stesso Bertone oltre che a Mediobanca, presso la quale era delegato a tenere i rapporti con lo Ior. Si infittisce, dunque, la trama delle “relazioni pericolose” tra banche, fondazioni e vertici religiosi. Nei giorni scorsi era emerso come il notaio Piermaurizio Priori, coinvolto nell‘inchiesta su Carige sfociata nell’arresto dell’ex presidente Berneschi, sia un uomo di fiducia del cardinale Angelo Bagnasco, che l’ha voluto sulla poltrona di Priore della genovese Fondazione Magistrato della Misericordia. Tutto torna se si considera che fino al 2010 quello scranno era occupato proprio da Simeon.
Nel 2008 Simeon, entrato in Capitalia nemmeno trentenne come consulente di Cesare Geronzi – il quale lo porterà poi con sé in Piazzetta Cuccia – faceva parte del consiglio della Fondazione. Due anni dopo sarebbe entrato anche in quello di banca Carige: in “quota Ior”, si sussurrava, perché la banca del Vaticano proprio nel febbraio di quell’anno aveva sottoscritto per 100 milioni di euro il prestito obbligazionario lanciato da Carige. E avrebbe dunque potuto, in prospettiva, diventarne azionista – ipotesi che non si concretizzò perché l’anno dopo fu la Fondazione, pare su richiesta dello Ior all’epoca presieduto da Ettore Gotti Tedeschi, a ricomprarsi quei bond aumentando così la propria quota nella banca. Giovanni Berneschi, ai domiciliari con l’accusa di truffa ai danni della compagnia assicurativa Carige Vita Nuova, era d’altronde in rotta con Repetto e si opponeva all’operazione Ior-Fondazione.
Ma torniamo al 2008, quando il pupillo di Bertone porta in consiglio la proposta di finanziare i dvd prodotti da Bernabei, vicinissimo alla Chiesa e membro soprannumerario dell’Opus dei. Qualcuno solleva obiezioni, perché manca il requisito della territorialità (la Lux Vide ha sede a Roma) e i film sui personaggi biblici, per quanto “educativo-didattici”, non sembrano rientrare nei settori a cui l’ente può destinare erogazioni. Ma i dubbi sono presto superati: Repetto – che nell’ottobre 2013 dovrà lasciare perché oggetto di una mozione di revoca da parte del consiglio – dà il via libera.
Due anni dopo, nel 2010, sarà l’intervento di Gotti Tedeschi a sventare un progetto in base al quale lo Ior avrebbe dovuto acquisire un’importante quota azionaria della società di Bernabei. Nel maggio del 2012, però, Gotti viene sfiduciato dal Consiglio di sorveglianza dell’istituto vaticano e accusato di violazione della normativa antiriciclaggio (l’inchiesta nei suoi confronti sarà poi archiviata). Nella banca d’Oltretevere si crea un vuoto di potere che continuerà fino alla nomina di Ernst von Freyberg (febbraio 2013). Ed è in quel lasso di tempo che lo Ior, guidato da un presidente ad interim, approva la sottoscrizione di un prestito obbligazionario emesso dalla Lux Vide, operazione che sfocerà in una perdita da 15 milioni per l’istituto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... e/1001560/
Nel 2008 la società di produzione di Ettore Bernabei, membro dell'Opus Dei, ha incassato 300mila euro dalla Fondazione Carige. A dare l'ok è stato l'ex presidente Flavio Repetto, dopo l'interessamento dell'allora direttore di Rai Vaticano Marco Simeon, pupillo del cardinale Bertone ed ex delegato a tenere i rapporti tra Mediobanca e lo Ior
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (7)
La Lux Vide di Ettore Bernabei, società di produzione che secondo la Bild Zeitung ha ricevuto un finanziamento da 15 milioni grazie all’”intercessione” del cardinale Tarcisio Bertone, nel 2008 ha incassato 300mila euro anche dalla Fondazione Carige. Secondo quanto riporta Repubblica Genova Flavio Repetto, ex presidente dell’ente che ha in pancia il 29,8% dell’istituto genovese (ma il 6,9% è detenuto come pegno da Mediobanca), in quell’anno ha infatti dato il via libera a un finanziamento da 300mila euro destinato alla produzione dei dvd della serie La Bibbia, uno dei pezzi forti della società fondata dall’ex direttore generale della Rai. Il tutto con l’intercessione dell’enfant prodige Marco Simeon, allora direttore di Rai Vaticano e dell’Ufficio Relazioni istituzionali della Rai (lascerà gli incarichi a fine 2013), dichiaratamente molto vicino allo stesso Bertone oltre che a Mediobanca, presso la quale era delegato a tenere i rapporti con lo Ior. Si infittisce, dunque, la trama delle “relazioni pericolose” tra banche, fondazioni e vertici religiosi. Nei giorni scorsi era emerso come il notaio Piermaurizio Priori, coinvolto nell‘inchiesta su Carige sfociata nell’arresto dell’ex presidente Berneschi, sia un uomo di fiducia del cardinale Angelo Bagnasco, che l’ha voluto sulla poltrona di Priore della genovese Fondazione Magistrato della Misericordia. Tutto torna se si considera che fino al 2010 quello scranno era occupato proprio da Simeon.
Nel 2008 Simeon, entrato in Capitalia nemmeno trentenne come consulente di Cesare Geronzi – il quale lo porterà poi con sé in Piazzetta Cuccia – faceva parte del consiglio della Fondazione. Due anni dopo sarebbe entrato anche in quello di banca Carige: in “quota Ior”, si sussurrava, perché la banca del Vaticano proprio nel febbraio di quell’anno aveva sottoscritto per 100 milioni di euro il prestito obbligazionario lanciato da Carige. E avrebbe dunque potuto, in prospettiva, diventarne azionista – ipotesi che non si concretizzò perché l’anno dopo fu la Fondazione, pare su richiesta dello Ior all’epoca presieduto da Ettore Gotti Tedeschi, a ricomprarsi quei bond aumentando così la propria quota nella banca. Giovanni Berneschi, ai domiciliari con l’accusa di truffa ai danni della compagnia assicurativa Carige Vita Nuova, era d’altronde in rotta con Repetto e si opponeva all’operazione Ior-Fondazione.
Ma torniamo al 2008, quando il pupillo di Bertone porta in consiglio la proposta di finanziare i dvd prodotti da Bernabei, vicinissimo alla Chiesa e membro soprannumerario dell’Opus dei. Qualcuno solleva obiezioni, perché manca il requisito della territorialità (la Lux Vide ha sede a Roma) e i film sui personaggi biblici, per quanto “educativo-didattici”, non sembrano rientrare nei settori a cui l’ente può destinare erogazioni. Ma i dubbi sono presto superati: Repetto – che nell’ottobre 2013 dovrà lasciare perché oggetto di una mozione di revoca da parte del consiglio – dà il via libera.
Due anni dopo, nel 2010, sarà l’intervento di Gotti Tedeschi a sventare un progetto in base al quale lo Ior avrebbe dovuto acquisire un’importante quota azionaria della società di Bernabei. Nel maggio del 2012, però, Gotti viene sfiduciato dal Consiglio di sorveglianza dell’istituto vaticano e accusato di violazione della normativa antiriciclaggio (l’inchiesta nei suoi confronti sarà poi archiviata). Nella banca d’Oltretevere si crea un vuoto di potere che continuerà fino alla nomina di Ernst von Freyberg (febbraio 2013). Ed è in quel lasso di tempo che lo Ior, guidato da un presidente ad interim, approva la sottoscrizione di un prestito obbligazionario emesso dalla Lux Vide, operazione che sfocerà in una perdita da 15 milioni per l’istituto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... e/1001560/
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Re: Casini d'Italia
Unipol-Sai, 45 i computer sequestrati in Consob. E la Procura rifà i conti di Bologna
Venti, invece, i pc che le Fiamme Gialle hanno prelevato a Bologna. A Milano intanto il pm Luigi Orsi affida a consulenti nuova analisi conti Unipol prima della fusione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (6)
Sono una sessantina i computer sequestrati nella sede di UnipolSai e acquisiti in Consob durante l’operazione di giovedì scorso dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta del pm di Milano Luigi Orsi con al centro le presunte irregolarità nella fusione tra Unipol Assicurazioni, Premafin Finanziaria, Milano Assicurazioni e Fondiaria Spa e che vede tra gli indagati l’ad della compagnia delle coop, Carlo Cimbri. Da quanto si è saputo eventuali profili di responsabilità di funzionari della Commissione di Borsa verranno valutati dopo l’analisi del materiale raccolto la scorsa settimana dalle Fiamme gialle, tra cui appunto i contenuti dei pc acquisiti negli uffici dell’authority (circa 45) e sequestrati nella sede di Bologna del gruppo (circa 20).
Intanto il procuratore Orsi sta disponendo l’analisi dei conti di Unipol prima della fusione con l’ex galassia Ligresti (Fondiaria Sai, Milano Assicurazioni e Premafin) da parte di consulenti tecnici. La decisione segue la richiesta formulata alla Consob dal pm fin dal 2012 di approfondire il valore dei prodotti finanziari strutturati in pancia a Unipol in seguito alla pubblicazione, da parte de Linkiesta, del Progetto Plinio elaborato da Ernst & Young, che mostrava come il patrimonio netto della compagnia assicurativa variasse, e non di poco, a seconda della società di revisione. Un elemento da non sottovalutare soprattutto in vista del controvalore pagato per l’allora imminente fusione: è dall’analisi dei bilanci e della solidità del gruppo che vengono stabiliti concambi, cio il valore base della compravendita, nonché i conseguenti pesi azionari.
Ora la consulenza disposta dalla Procura dovrà stabilire la veridicità dello studio e, di conseguenza, se la maxi fusione è stata realizzata su basi corrette. O se, invece, si configura l’ipotesi di aggiotaggio su cui indaga la procura di Milano in quanto il valore di Unipol Assicurazioni, secondo l’analisi, sarebbe stato drogato grazie a una valutazione al rialzo degli immobili e gli oltre sei miliardi di derivati in pancia alla società, mentre i valori di Fondiaria venivano abbassati con rettifiche selvagge.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... a/1001259/
Venti, invece, i pc che le Fiamme Gialle hanno prelevato a Bologna. A Milano intanto il pm Luigi Orsi affida a consulenti nuova analisi conti Unipol prima della fusione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 maggio 2014Commenti (6)
Sono una sessantina i computer sequestrati nella sede di UnipolSai e acquisiti in Consob durante l’operazione di giovedì scorso dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta del pm di Milano Luigi Orsi con al centro le presunte irregolarità nella fusione tra Unipol Assicurazioni, Premafin Finanziaria, Milano Assicurazioni e Fondiaria Spa e che vede tra gli indagati l’ad della compagnia delle coop, Carlo Cimbri. Da quanto si è saputo eventuali profili di responsabilità di funzionari della Commissione di Borsa verranno valutati dopo l’analisi del materiale raccolto la scorsa settimana dalle Fiamme gialle, tra cui appunto i contenuti dei pc acquisiti negli uffici dell’authority (circa 45) e sequestrati nella sede di Bologna del gruppo (circa 20).
Intanto il procuratore Orsi sta disponendo l’analisi dei conti di Unipol prima della fusione con l’ex galassia Ligresti (Fondiaria Sai, Milano Assicurazioni e Premafin) da parte di consulenti tecnici. La decisione segue la richiesta formulata alla Consob dal pm fin dal 2012 di approfondire il valore dei prodotti finanziari strutturati in pancia a Unipol in seguito alla pubblicazione, da parte de Linkiesta, del Progetto Plinio elaborato da Ernst & Young, che mostrava come il patrimonio netto della compagnia assicurativa variasse, e non di poco, a seconda della società di revisione. Un elemento da non sottovalutare soprattutto in vista del controvalore pagato per l’allora imminente fusione: è dall’analisi dei bilanci e della solidità del gruppo che vengono stabiliti concambi, cio il valore base della compravendita, nonché i conseguenti pesi azionari.
Ora la consulenza disposta dalla Procura dovrà stabilire la veridicità dello studio e, di conseguenza, se la maxi fusione è stata realizzata su basi corrette. O se, invece, si configura l’ipotesi di aggiotaggio su cui indaga la procura di Milano in quanto il valore di Unipol Assicurazioni, secondo l’analisi, sarebbe stato drogato grazie a una valutazione al rialzo degli immobili e gli oltre sei miliardi di derivati in pancia alla società, mentre i valori di Fondiaria venivano abbassati con rettifiche selvagge.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... a/1001259/
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Re: Casini d'Italia
Regione Sardegna, altri 27 indagati per uso illecito dei fondi dei gruppi
Tra gli avvisi emessi dalla Procura di Cagliari figura anche quello per Claudia Lombardo. La donna, ex presidente del consiglio regionale, di recente era stata travolta dalle polemiche sul vitalizio di oltre 5mila euro ottenuto dopo soli 5 anni di lavoro
di Redazione Il Fatto Quotidiano
Si aggiungono altri 27 indagati all’inchiesta per peculato sui fondi del Consiglio regionale sardo; gli avvisi sono stati emessi dalla Procura di Cagliari. Tra questi compare anche il nome di Claudia Lombardo, finita meno di un mese fa al centro delle cronache per un vitalizio di oltre 5mila euro ricevuto dopo aver ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio regionale per soli 5 anni, dal 2009 al 2014.
I carabinieri e la Guardia di Finanza stanno notificando gli avvisi da ieri sera; la lente della procura si è dunque concentrata sui capigruppo e i tesorieri dei vari partiti presenti in Consiglio regionale nelle passate legislature. L’inchiesta potrebbe includere anche altri nomi per ora mai toccati dall’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi regionali a disposizione dei vari gruppi politici. Fino a ieri le indagini, tra primo filone e inchiesta bis, registravano 66 indagati, a cui ora se ne aggiungono altri 27. Le accuse si riferiscono al periodo compreso tra il 2004 e il 2009, una legislatura che ha visto buona parte del Consiglio regionale finire nel mirino della magistratura. Per il mondo politico sardo si tratta di un record di indagati.
Ieri sera l’esponente di Fratelli d’Italia Antonello Iori, ex assessore regionale alla sanità e al Lavoro, aveva già annunciato di essere stato convocato dal pm Marco Cocco; secondo quanto riportato dall’Unione Sarda e La nuova Sardegna, tra i nuovi indagati ci sarebbero anche Mariano Contu, ex tesoriere di Forza Italia, e Ignazio Artizzu, ex tesoriere di Alleanza Nazionale. Viene ancora fuori anche il nome dell’ex consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Adriano Salis, già condannato in abbreviato ad un anno e otto mesi dal gup Cristina Ornano. L’ex esponente Idv, infatti, ha ricevuto in queste ore il nuovo invito a comparire per rispondere delle contestazioni della nuova inchiesta.
Novità anche per quanto riguarda il filone d’inchiesta nella Regione Piemonte. Dall’udienza preliminare è emerso che 24 consiglieri hanno versato nelle casse della regione 1,5 milioni di euro a titolo di indennizzo per uso illecito dei fondi. Il 14 luglio verranno pronunciate tutte le sentenze e le ordinanze relative all’udienza preliminare per gli indagati per l’utilizzo dei fondi dei gruppi della passata legislatura.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... i/1005645/
Tra gli avvisi emessi dalla Procura di Cagliari figura anche quello per Claudia Lombardo. La donna, ex presidente del consiglio regionale, di recente era stata travolta dalle polemiche sul vitalizio di oltre 5mila euro ottenuto dopo soli 5 anni di lavoro
di Redazione Il Fatto Quotidiano
Si aggiungono altri 27 indagati all’inchiesta per peculato sui fondi del Consiglio regionale sardo; gli avvisi sono stati emessi dalla Procura di Cagliari. Tra questi compare anche il nome di Claudia Lombardo, finita meno di un mese fa al centro delle cronache per un vitalizio di oltre 5mila euro ricevuto dopo aver ricoperto il ruolo di presidente del Consiglio regionale per soli 5 anni, dal 2009 al 2014.
I carabinieri e la Guardia di Finanza stanno notificando gli avvisi da ieri sera; la lente della procura si è dunque concentrata sui capigruppo e i tesorieri dei vari partiti presenti in Consiglio regionale nelle passate legislature. L’inchiesta potrebbe includere anche altri nomi per ora mai toccati dall’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi regionali a disposizione dei vari gruppi politici. Fino a ieri le indagini, tra primo filone e inchiesta bis, registravano 66 indagati, a cui ora se ne aggiungono altri 27. Le accuse si riferiscono al periodo compreso tra il 2004 e il 2009, una legislatura che ha visto buona parte del Consiglio regionale finire nel mirino della magistratura. Per il mondo politico sardo si tratta di un record di indagati.
Ieri sera l’esponente di Fratelli d’Italia Antonello Iori, ex assessore regionale alla sanità e al Lavoro, aveva già annunciato di essere stato convocato dal pm Marco Cocco; secondo quanto riportato dall’Unione Sarda e La nuova Sardegna, tra i nuovi indagati ci sarebbero anche Mariano Contu, ex tesoriere di Forza Italia, e Ignazio Artizzu, ex tesoriere di Alleanza Nazionale. Viene ancora fuori anche il nome dell’ex consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Adriano Salis, già condannato in abbreviato ad un anno e otto mesi dal gup Cristina Ornano. L’ex esponente Idv, infatti, ha ricevuto in queste ore il nuovo invito a comparire per rispondere delle contestazioni della nuova inchiesta.
Novità anche per quanto riguarda il filone d’inchiesta nella Regione Piemonte. Dall’udienza preliminare è emerso che 24 consiglieri hanno versato nelle casse della regione 1,5 milioni di euro a titolo di indennizzo per uso illecito dei fondi. Il 14 luglio verranno pronunciate tutte le sentenze e le ordinanze relative all’udienza preliminare per gli indagati per l’utilizzo dei fondi dei gruppi della passata legislatura.
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