La crisi del sindacato e le sfide future
Inviato: 10/07/2014, 21:49
Negli ultimi anni, o meglio, negli ultimi 6 anni dall’inizio della crisi dei subprime ho visto il sindacato in grande affanno, con un riverbero non indifferente sull’occupazione. Oltre a parlarne tra di noi, ne vorrei parlare con Susanna Camusso e Maurizio Landini. Non me ne voglia lucameni1, ma i due sindacati di destra, Cisl e Uil, non li considero tali da quando Bonanni e Angeletti sono stati sorpresi dai giornalisti uscire alla chetichella dalla porta posteriore del palazzo romano dove abita Berlusconi dopo una riunione con il governo della destra berlusconiana, qualche anno fa.
Ho cercato, senza esito, sulla rete un indirizzo mail con cui invitare i due segretari sindacali. Chiedo pertanto se qualcuno dispone dei due indirizzi, o se meno imbranato del sottoscritto, possa recuperarli dalla rete.
Oggi, l’Istat fornisce il dato del crollo della produzione di maggio, - 1,8 %, dopo il segnale positivo di aprile.
Siamo nella fase infantile della propaganda di regime, che ci ricorda tanto l’enfasi del regime del ventennio che fu della buonanima, davanti al manifestarsi di eventi positivi senza voler considerare i fattori strutturali che ci condizionano. Esterni, ma soprattutto interni.
Quello che mi infastidisce non poco è l’assenza nel sindacato del mancato dibattito circa l’avanzamento dell’automazione o robotizzazione della produzione che espelle migliaia e migliaia di lavoratori.
A mio avviso dovrebbe essere il sindacato a suonare la tromba dell’allarme.
Adesso, come è possibile constatare (finalmente) dall’articolo di Alessandro Giglioli sull’Espresso, “Il socialismo nell’era dei robot”, l’automazione e la robotizzazione sta invadendo anche il settore dei colletti bianchi.
E’ di poco più di un anno fa la notizia (fonte il quotidiano La Repubblica), che un grosso studio legale di New York, ripetendo una grossa causa simile a quella di dieci anni prima, ha potuto evitare l’impiego di 160 avvocati grazie all’impiego dei computer.
Un vecchio testo di Automazione delle superiori di 50 anni fa, sosteneva che lo sviluppo dell’automazione sarebbe servito a liberare l’uomo. Noi studenti dell’epoca avevamo già allora qualche perplessità in merito.
Da anni non ce l’abbiamo decisamente più. Abbiamo conosciuto gli uomini e l’ambiente che creano.
L’egoismo che li porta all'ossessione dell'accumulo di denaro è smisurato. Oltre al fatto tutto filosofico che indipendentemente da qualsiasi credo religioso o ateo, perché poi alla fine ho constatato che anche l’ateismo è una religione, la stragrande maggioranza degli uomini è convinta che la partita della vita che si gioca su questo pianeta sia unica. E ci si regola di conseguenza.
Tutto subito.
Mors tua vita mea.
Max Catalano, che si divertiva a fare il ragazzone filosofo a “Quelli della notte”, ha tirato fuori ai tempi una massima semplice e banale, sempre adatta ai giocherelloni di “Quelli della notte”, ma che poi se analizzata a fondo, indirizza in realtà la vita di miliardi di uomini.
«Meglio sposare una donna ricca, bella e intelligente che una donna brutta, povera e stupida»
Ergo, gli uomini preferiscono passare questa vita nel miglior modo possibile cercando di ottenere il massimo per se, fregandosene di tutto e di tutti pur di soddisfare questa massima.
Da qui nascono i conflitti sociali ed entra in ballo il ruolo del sindacato. Un sindacato che oggi vedo in crisi profonda. Ed è per questo che sarebbe utile che la risposta la potessero fornire i due massimi rappresentanti degli storici sindacati della sinistra.
Ovviamente, attendo il vostro contraditorio.
Ho cercato, senza esito, sulla rete un indirizzo mail con cui invitare i due segretari sindacali. Chiedo pertanto se qualcuno dispone dei due indirizzi, o se meno imbranato del sottoscritto, possa recuperarli dalla rete.
Oggi, l’Istat fornisce il dato del crollo della produzione di maggio, - 1,8 %, dopo il segnale positivo di aprile.
Siamo nella fase infantile della propaganda di regime, che ci ricorda tanto l’enfasi del regime del ventennio che fu della buonanima, davanti al manifestarsi di eventi positivi senza voler considerare i fattori strutturali che ci condizionano. Esterni, ma soprattutto interni.
Quello che mi infastidisce non poco è l’assenza nel sindacato del mancato dibattito circa l’avanzamento dell’automazione o robotizzazione della produzione che espelle migliaia e migliaia di lavoratori.
A mio avviso dovrebbe essere il sindacato a suonare la tromba dell’allarme.
Adesso, come è possibile constatare (finalmente) dall’articolo di Alessandro Giglioli sull’Espresso, “Il socialismo nell’era dei robot”, l’automazione e la robotizzazione sta invadendo anche il settore dei colletti bianchi.
E’ di poco più di un anno fa la notizia (fonte il quotidiano La Repubblica), che un grosso studio legale di New York, ripetendo una grossa causa simile a quella di dieci anni prima, ha potuto evitare l’impiego di 160 avvocati grazie all’impiego dei computer.
Un vecchio testo di Automazione delle superiori di 50 anni fa, sosteneva che lo sviluppo dell’automazione sarebbe servito a liberare l’uomo. Noi studenti dell’epoca avevamo già allora qualche perplessità in merito.
Da anni non ce l’abbiamo decisamente più. Abbiamo conosciuto gli uomini e l’ambiente che creano.
L’egoismo che li porta all'ossessione dell'accumulo di denaro è smisurato. Oltre al fatto tutto filosofico che indipendentemente da qualsiasi credo religioso o ateo, perché poi alla fine ho constatato che anche l’ateismo è una religione, la stragrande maggioranza degli uomini è convinta che la partita della vita che si gioca su questo pianeta sia unica. E ci si regola di conseguenza.
Tutto subito.
Mors tua vita mea.
Max Catalano, che si divertiva a fare il ragazzone filosofo a “Quelli della notte”, ha tirato fuori ai tempi una massima semplice e banale, sempre adatta ai giocherelloni di “Quelli della notte”, ma che poi se analizzata a fondo, indirizza in realtà la vita di miliardi di uomini.
«Meglio sposare una donna ricca, bella e intelligente che una donna brutta, povera e stupida»
Ergo, gli uomini preferiscono passare questa vita nel miglior modo possibile cercando di ottenere il massimo per se, fregandosene di tutto e di tutti pur di soddisfare questa massima.
Da qui nascono i conflitti sociali ed entra in ballo il ruolo del sindacato. Un sindacato che oggi vedo in crisi profonda. Ed è per questo che sarebbe utile che la risposta la potessero fornire i due massimi rappresentanti degli storici sindacati della sinistra.
Ovviamente, attendo il vostro contraditorio.