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Fmi all'Italia: più lavoro e riforma della Giustizia. All'Eurozona: ripresa moderata
Nel documento in cui passa in rassegna lo stato di salute dell'Eurozona, il Fondo monetario raccomanda all'Italia di aumentare i posti di lavoro per tutte le fasce di età e di riformare la giustizia snellendo soprattutto le procedure e la burocrazia. Tagliate le stime 2014 del Pil dell'Eurozona da 1,2% all'1,1%. Chiesto un intervento alla Bce su larga scala
MILANO -
L'Italia deve aumenatre la lotta contro la disoccupazione e riformare la giustizia, lenta e inefficiente. Sono queste le priorità per l'Italia, secondo le linee guida tracciate dal Fondo monetario internazionale nel rapporto stilato al termine della ricognizione sull'area euro come previsto dall'Articolo IV.
Sul fronte del lavoro, gli ispettori di Washington riconoscono i progressi fatti con la riforma Fornero e con gli incentivi fiscali per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni ma l'Italia, avvertono, deve risolvere il problema "dell'alta disoccupazione in tutte le fasce di età".
DISSOCUPAZIONE. In particolare, i tecnici del Fondo raccomandano di "passare a un contratto unico e più flessibile per i nuovi assunti, prevedendo un graduale aumento delle tutele con l'anzianità in modo tale da abbassare i costi di assunzione e favorire l'apprendistato". Ciò detto l'Italia registra tra i più alti incremento nella disoccupazione giovanile che può essere addebitata "solo per un terzo" al basso livello di crescita economca. "Analisi empiriche mostrano che le riforme del lavoro pagherebbero il dividendo - si osserva nel documento - perché la crescita da sola non può risolvere il problema". Nel rapporto viene inoltre suggerito all'Italia di "decentralizzare le retribuzioni, di collegare le indennità di disoccupazione all'impiegabilità, ridisegnando completamente la cassa integrazione per trasformarla in un sistema
universale di sostegno collegato alla ricerca di un lavoro e al training". Gli esperti dell'Fmi indicano poi la necessità di " migliorare il coordinamento e l'efficienza dei servizi per l'occupazione a livello locale" e di "supportare il programma di garanzie per giovani a partire dal 2014".
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Per quanto riguarda lo snellimento della giustizia civile, gli ispettori del Fondo esprimono un giudizio positivo sullo schema di mediazione pregiudiziale obbligatoria previsto nel "decreto del fare" del 2013 ma suggeriscono di ricorrere alla "mediazione fuori dai processi, di attuare una revisione complessiva delle tariffe forensi, di rafforzare l'organizzazione dei tribunali e la loro gestione, e di consentire il libero alla professione legale".
Più in generale , nel rapporto si raccomanda all'Italia di "accelerare i piani di apertura dei servizi professionali e la privatizzazione dei servizi locali" e di eliminare i colli di bottiglia strutturale che spingono al rialzo di costi medi di produzione". Si sollecita poi una maggiore concorrenza nei mercati dei beni e servizi, soprattutto nella fornitura e distribuzione di elettricità.
EUROZONA. La ripresa dell'Eurozona "sta prendendo piede": il Pil reale è aumentato per quattro trimestri di fila e la fiducia dei mercati finanziari è "migliorata in modo significativo". Nonostante ciò, la ripresa "non è né robusta né sufficientemente solida", dal momento che la domanda aggregata è debole e pesa sull'attività reale. In ogni caso "azioni politiche complementari hanno sostenuto la domanda, alimentato la fiducia degli investitori e allentato le condizioni finanziarie". A livello nazionale i governi "hanno fatto ulteriori progressi" nel rimettere in sesto i propri conti e applicare riforme strutturali per aumentare la competitività. Tagliate all'1,1% (dall'1,2% previsto nel World Economic Outlook di primavera) le stime sul Pil di Eurolandia nel 2014, confermando all'1,5% l'espansione attesa nel 2015, dell'1,7% nel 2016, assestandosi sull'1,6% fino al 2019. Il World economic outlook di aprile sarà aggiornato il prossimo 24 luglio. Il tasso di disoccupazione, che nel 2013 si è attestato al 12%, scenderà quest'anno all'11,7% e all'11,4% nel 2015, abbassandosi in modo costante fino al 9,4% del 2019. Il debito pubblico salirà quest'anno dal 95,2 al 95,9% del pil, poi scenderà al 94,9% nel 2015, quindi dopo un ulteriore ribasso negli anni successivi, si assesterà all'86,3% del pil nel 2019. Il deficit, che si era attestato al 3% del pil l'anno scorso, calerà quest'anno al 2,7% e al 2,1% nel 2015, quindi scenderà in modo costante fino allo 0,4% del pil nel 2019.
La stagnazione, spiega l'Fmi, potrebbe derivare da una "persistente ridotta domanda domestica, da un'insufficiente azione politica e dallo stallo delle riforme strutturali". Al contrario, il miglioramento della fiducia, potrebbe comportare un aumento della crescita, sopra i livelli previsti. La debolezza della domanda aggregata sta influendo negativamente "sull'attività reale, spingendo al ribasso l'inflazione mentre le società, le famiglie e le banche continuano a ripianare i loro bilanci", si sottolinea nel rapporto. "I mercati finanziari sono ancora frammentati - osservano gli esperti dell'Fmi - mentre la contrazione del credito e l'alto costo dei FINANZIAMENTI riducono gli investimenti nei Paesi con grandi output gap (differenza tra prodotto interno reale e Pil potenziale), con ampi carichi di debito e con una disoccupazione alta".
BANCA CENTRALE EUROPEA. Il fondo monetario internazionale avverte la Banca centrale europea: se l'inflazione resta troppo bassa servirà "un programma di acquisti di titoli su ampia scala, innanzitutto di titoli di stato". In generale l'istituzione di Washington vede con favore le decise azioni politiche compiute nell'Eurozona e a livello nazionale "per sostenere la domande e allentare le condizioni finanziarie", cosa che ha migliorato la fiducia dei mercati e le prospettive di ripresa. Bene anche le "eccezionali misure decise recentemente dalla Banca centrale europea per gestire l'inflazione bassa e per rafforzare la domanda" e "l'intenzione di usare ulteriori strumenti non convenzionali se necessario". L'impegno della bce in termini di obiettivi sui prezzi "alla fine farà aumentare le aspettative sull'inflazione in tutta l'Eurozona".
Il fondo fa notare che la Bce "ha varato ampie misure per sostenere la domanda e gestire la frammentazione" e che si fanno progressi continui sull'unione bancaria. In generale, secondo il Fmi politiche di bilancio "neutrali all'interno dell'Eurozona sono ampiamente appropriate", poiché mettono in equilibrio crescita e sostenibilità del debito. Tuttavia le politiche fiscali nazionali devono essere "attentamente calibrate per sostenere la crescita" laddove c'è spazio per farlo, utilizzando "la flessibilità nell'ambito della cornice fiscale ed evitando ulteriore consolidamento" in caso di sorprese negative sulla crescita.
(14 luglio 2014) © RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.repubblica.it/economia/2014/ ... -91556150/