Renzi

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camillobenso
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Re: Renzi

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camillobenso ha scritto:C'è chi si accorge e chi no.....



Prete del Catanzarese ai fedeli: ‘Renzi è un pifferaio magico, ha superato Berlusconi’


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/12/ ... ni/326067/


In meno di 4 ore sono arrivati sul Fatto 441 commenti. Nella maggioranza in difesa di Renzi.

Mai dire la verità agli italiani.
camillobenso
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Re: Renzi

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Ma Renzi è di destra o di sinistra?
Il Sole 24 Ore 2.1.15
Sinistra destra a terzo stato
Le due parti in commedia del governo Renzi e il partito che non c’è

di Luca Ricolfi

con questo articolo Luca Ricolfi inizia la sua collaborazione come editorialista con il nostro giornale

Ma Renzi è di destra o di sinistra? O meglio: le politiche messe in campo dal governo Renzi sono di destra o di sinistra?
La domanda se la fanno in molti, chi con preoccupazione, chi con curiosità. Capisco la preoccupazione del mondo sindacale, che vede in Renzi il picconatore delle sacrosante conquiste del movimento operaio. E capisco pure la curiosità di chi, come il mondo del lavoro autonomo, ha sempre guardato con sospetto ai governi di sinistra, ben poco sensibili alle esigenze delle imprese, degli artigiani, dei commercianti, dei liberi professionisti.

E tuttavia ad entrambi vorrei dire: non temete, Renzi è sia di destra sia di sinistra. Se guardiamo con distacco a quel che ha fatto in 10 mesi di governo è difficile, davvero difficile, stabilire se è stato più attento alle esigenze del lavoro dipendente o a quelle del lavoro indipendente. Nei primi mesi, il pendolo è oscillato decisamente a favore del mondo sindacale, al di là delle frecciate polemiche verso la Cgil: gli 80 euro in busta paga non sono certo stati un gesto pro-imprese, che si aspettavano semmai un abbattimento dell’Irap. Negli ultimi mesi, invece, il pendolo ha invertito il suo verso: il depotenziamento dell’articolo 18, l’alleggerimento dell’Irap, la decontribuzione delle assunzioni a tempo indeterminato sono tutti gesti che guardano più al lavoro autonomo che a quello dipendente.
Visto da questa angolatura, il consenso che Renzi riesce a convogliare verso di sé e verso il Pd non deve stupirci. Certo, ad esso contribuisce anche l’autolesionismo degli avversari: Forza Italia fa di tutto per autoaffondarsi, e il Movimento Cinque Stelle non fa nulla per diventare una cosa seria. E tuttavia la vera forza del governo Renzi sta nella sua capacità di fare sia cose tradizionalmente considerate di sinistra, sia cose tradizionalmente considerate di destra. In un certo senso l’esatto contrario del governo Prodi del 2006-2008, che con la sua (modesta) riduzione del cuneo fiscale, suddivisa fra lavoratori e imprese, finì per fare qualcosa che non appariva né di destra né di sinistra.
Se le cose stanno così, diventa abbastanza naturale prevedere che, nei prossimi anni, Renzi non avrà avversari. La sua politica economica, infatti, pare capace di realizzare due miracoli: recuperare, grazie al bonus, molti elettori delusi del centro sinistra, e attirare, grazie alla riduzione del costo del lavoro, molti elettori che un tempo si riconoscevano nel centro destra.
E tuttavia … Tuttavia c’è un piccolo problema. La società italiana è sempre meno una società divisa in due, con una metà che guarda a sinistra e l’altra metà che guarda a destra. Questa semplificazione poteva reggere, forse, quindici o venti anni fa, nel cuore degli anni ’90 del secolo scorso. Allora a fronteggiarsi, anche politicamente, c’erano effettivamente due società. Da una parte la prima società, ovvero il mondo dei garantiti, fatto di dipendenti pubblici e occupati a tempo indeterminato delle imprese maggiori, protetti dall'articolo 18 ma anche dalle dimensioni aziendali (secondo il principio “too big to fail”). Dall’altra la seconda società, ovvero il mondo del rischio, fatto di piccole imprese, lavoratori autonomi, operai e impiegati, tutti esposti alle turbolenze del mercato e sostanzialmente privi di reti di protezione.
Gli uni, i garantiti, guardavano prevalentemente a sinistra, gli altri, gli esposti al rischio, guardavano prevalentemente a destra.
Oggi non è più così. Non perché non ci siano più una società delle garanzie e una società del rischio, ma perché oggi c’è anche una terza società. Una società che c’era già prima, ma che negli anni della crisi è cresciuta di dimensioni, fino a diventare di ampiezza comparabile alle altre due. Questa terza società è la società degli esclusi, o outsider, nel senso letterale di “coloro che stanno fuori”. Una sorta di Terzo Stato in versione moderna. Essa è formata innanzitutto di donne e di giovani, ma più in generale è costituita da quanti aspirano a un lavoro regolare (non importa se a tempo determinato o indeterminato), e invece si trovano in una di queste tre condizioni: occupato in nero, disoccupato, inattivo ma disponibile al lavoro. Si tratta di ben 10 milioni di persone, più o meno quanti sono i membri della società delle garanzie così come i membri della società del rischio.
Ora, il dato interessante è che, ad oggi, questo segmento della società italiana è sostanzialmente privo di rappresentanza. E lo è per una ragione economica, prima ancora che politica. L’interesse degli esclusi è diametralmente opposto a quello dei garantiti, ed è in parte diverso da quello della società del rischio. La priorità degli esclusi è, per definizione, quella di essere inclusi. Il problema è che tale inclusione richiede scelte economiche molto diverse da quelle che hanno permesso a Renzi di dialogare felicemente con la prima e la seconda società. Includere, infatti, significherebbe puntare tutte le carte sulla creazione di posti di lavoro aggiuntivi (a noi ne mancano circa 6 milioni, se come riferimento assumiamo la media Ocse). Precisamente il contrario di quanto, nel comprensibile desiderio di attirare voti, il governo Renzi ha fatto finora e intende fare nei prossimi anni, almeno a giudicare dalle tabelle della Legge di stabilità, che per il 2018 prevedono ancora quasi 3 milioni di disoccupati.
Per capire perché gli interessi del Terzo Stato non siano in cima alle preoccupazioni di questo governo, basta riflettere sulle due decisioni cruciali di allocazione delle risorse effettuate nel corso del 2014, ossia gli 80 euro in busta paga e la decontribuzione per i neo-assunti.


I 10 miliardi in busta paga sono, per loro natura, una misura a favore di chi un lavoro già ce l’ha, mentre un loro impiego per investimenti pubblici, o per abbattere l’Irap, avrebbero potuto dare una mano a chi un lavoro non ce l’ha. Quanto ai 5 miliardi di decontribuzione per i neo-assunti, possono apparire un provvedimento per generare nuova occupazione, ma lo saranno solo in misura minima perché, in assenza di vincoli di addizionalità (aumento del numero di occupati rispetto all’anno prima), finiranno per essere usati soprattutto per sostituire chi va in pensione o si dimette per maternità, senza creazione di posti di lavoro aggiuntivi. Un punto, quest'ultimo, su cui le preoccupazioni di Susanna Camusso appaiono tutt’altro che ingiustificate.
Ecco perché, a mio parere, il futuro del Pd e del governo Renzi è meno scontato di quel che può apparire a prima vista. Finché la terza società, la società degli esclusi, resterà sostanzialmente priva di rappresentanza, Renzi e il Pd potranno dormire sonni tranquilli, perché la loro capacità di recitare due parti in commedia, quella della sinistra e quella della destra, permetterà loro di rappresentare sia la prima sia, entro certi limiti, la seconda società. Se tuttavia la situazione cambiasse, e un partito, vecchio o nuovo, provasse a intercettare umori e interessi della terza società, il gioco del Pd si farebbe meno facile. Perché, allora, la domanda non sarebbe più se quel che fa Renzi è di sinistra o di destra, ma diventerebbe improvvisamente un’altra: può esistere una sinistra che lascia ad altri il compito di difendere gli esclusi?
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Re: Renzi

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EFFETTI SPECIALI

Da un post in altro 3D di erding:
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 614#p35614


La notizia è preda dei media e come sempre Pittibimbo si butta a pesce.

Palermo-Agrigento, viadotto inaugurato la vigilia di Natale e crollato a Capodanno
Immagine
Metà carreggiata della strada è sprofondata e l'altra parte presenta una profonda spaccatura. Nessun veicolo transitava nel momento del collasso. Renzi su Twitter: "Ho chiesto il nome del responsabile, pagherà tutto. E' finita la festa"
di F. Q. | 4 gennaio 201

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... o/1313745/

^^

Oggi funziona così. Si governa con gli effetti speciali. Il Financial Times che in un primo momento aveva sostenuto Pittibimbo, nell’autunno scorso lo ha definito “ammalato di annuncite”.

E infatti.

Mentre Silvietto aveva i megafoni nelle sue televisioni private e in un paio di quotidiani, oltre ad una serie di riviste, Pittibimbo ha scelto la via di twitter. I media, soprattutto quelli televisivi sono altamente condizionati. Non se ne perdono uno.

Subito Renzi ci ha fatto sapere: "Ho chiesto il nome del responsabile, pagherà tutto. E' finita la festa"

Lui risolve tutti i problemi in questo modo. L’importante è parare i colpi via twitter. Tanto tra qualche giorno gli italiani non se ne ricorderanno più. E comunque, se il tema ritorna, si ricorderanno anche della sua rapida presa di posizione.

Il problema di Mafia Capitale è un grosso problema. Ma dopo i sui annunci non è seguito niente come proposta politica.
erding
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Re: Renzi

Messaggio da erding »

camillobenso ha scritto:
Oggi funziona così. Si governa con gli effetti speciali. Il Financial Times che in un primo momento aveva sostenuto Pittibimbo, nell’autunno scorso lo ha definito “ammalato di annuncite”.

E infatti.

Mentre Silvietto aveva i megafoni nelle sue televisioni private e in un paio di quotidiani, oltre ad una serie di riviste, Pittibimbo ha scelto la via di twitter. I media, soprattutto quelli televisivi sono altamente condizionati. Non se ne perdono uno.

Subito Renzi ci ha fatto sapere: "Ho chiesto il nome del responsabile, pagherà tutto. E' finita la festa"

Lui risolve tutti i problemi in questo modo. L’importante è parare i colpi via twitter. Tanto tra qualche giorno gli italiani non se ne ricorderanno più. E comunque, se il tema ritorna, si ricorderanno anche della sua rapida presa di posizione.

Il problema di Mafia Capitale è un grosso problema. Ma dopo i sui annunci non è seguito niente come proposta politica.
Governare non è un festival di“Twitter” o del “mi piace”

Si dice ... la propaganda è l'anima del commercio.
È vero! ...ad una condizione però,
che il prodotto abbia un minimo di valore.
Contrariamente... potrebbe essere controproducente.
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Re: Renzi

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Salva Berlusconi, Di Battista: “Renzi come camorristi, si accusa per salvare Verdini”

Video

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/01/ ... ni/326928/


“La manina che ha inserito la marchetta “Salva Berlusconi” nella delega fiscale è quella di Denis Verdini, il politico di riferimento dell’ex Cavaliere e di Renzi rinviato a giudizio per corruzione”.


La denuncia arriva da Alessandro Di Battista, deputato del Movimento Cinque Stelle, il giorno in cui il premier Renzi si assume la responsabilità dell’introduzione della norma che avrebbe cancellato gli effetti della condanna Mediaset per Berlusconi.

“A rivelare la notizia – continua Di Battista – sono stati proprio i deputati di Forza Italia che odiano Verdini. L’atteggiamento di Renzi è come quello dello camorristi: si autoaccusa per proteggere il vero responsabile”

di Annalisa Ausilio
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

IL PREZZO DELLA GLORIA


Salva-Berlusconi, la confessione di Renzi: “La norma l’ho fatta inserire io”

Il premier si assume la responsabilità della norma, inserita nella delega fiscale, che avrebbe di fatto cancellato la condanna del leader di Fi per frode fiscale. Ma respinge le "dietrologie" sul patto del Nazareno. Ieri la richiesta di scovare il responsabile era arrivata anche dal Pd
di F. Q. | 5 gennaio 2015
COMMENTI


“La norma l’ho fatta inserire io, ma avevo ricevuto rassicurazioni tecniche da avvocati e magistrati”. E’ la “confessione” di Matteo Renzi sulla legge salva-Berlusconi infilata di soppiatto nel testo attuativo della delega fiscale approvata in Consiglio dei ministri il 24 dicembre, giusto alla Vigilia di Natale.


Le parole del premier sono riportate oggi da Il Fatto Quotidiano e da altre testate, dopo che ieri si era scatenata la “caccia” al responsabile dell’inserimento di una norma che, stabilendo delle soglie minime di punibilità per il reato di frode fiscale, cifre alla mano avrebbe cancellato la condanna subita dal leader di Forza Italia.

Consentendogli, in prospettiva, di riconquistare la candidabilità negata dalla legge Severino proprio in seguito a quella condanna.


Quel che era emerso da subito, confermato da più fonti, è che le modifiche sono state inserite negli uffici della Presidenza del Consiglio, e non in quelli del Ministero dell’Economia, responsabile di una prima stesura dove la salva-Berlusconi e altre norme pro-evasori non figuravano.


Renzi, scrive il Messaggero, si assume la responsabilità in toto: “Ne abbiamo parlato in cdm dove abbiamo riscritto alcune norme, molte inasprite, altre rese più light, poi lo abbiamo riletto articolo per articolo io e Padoan”. Il premier, però rifiuta le “dietrologie” su un intervento che molti hanno inquadrato nel celebre “patto del Nazareno”.

E anche il ministro Padoan difende la bontà del provvedimento che allenterebbe la presa sui “comportamenti di minore rilievo” – si legge sul Corriere della Sera – senza rinunciare a colpire i “bravi a evadere”.

Intanto il giornalista Franco Bechis ha diffuso un ironico video in cui mette in rilievo come, nella conferenza stampa dopo il cdm del 24 dicembre, il premier abbia sottolienato di aver letto tutte le norme del provvedimento “una per una in consiglio dei ministri”.

La “confessione” del premier arriva dopo una giornata in cui il nome del “colpevole” veniva reclamato a gran voce anche dall’interno del Pd, a cominciare da Stefano Fassina.

L’Huffington Post lo aveva indicato nel viceministro dell’Economia Luigi Casero, ex Fi approdato nell’Ncd, che non solo ha smentito seccamente, ma ha confermato che le modifiche incriminate sono state introdotte a “casa” di Renzi, cioè alla Presidenza del consiglio.

Dove il testo è passato per il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi guidato da Antonella Manzione, fedelissima del presidente del Consiglio.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01 ... e/1314504/
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

IL PREZZO DELLA GLORIA


Con mia grande sorpresa, stamani, gli esponenti locali più agguerriti delle Brigate renziane indigene, hanno alzato bandiera bianca. Neppure sollecitati dal sottoscritto a prendere una posizione, i membri delle Br, hanno ammesso che Renzi ha sbagliato, a prendere la posizione che ha preso sul salvataggio di Silvietto e qualcuno ha anche aggiunto che ha sbagliato nella comunicazione in merito al volo “di servizio” sul Falcon di Palazzo Chigi per le vacanze. Avrebbe fatto meglio ad andare in automobile, in un momento così delicato della nostra economia.

Ieri un’articolo su IFQ, riportava che Letta andava in vacanza a sue spese. La solita balla renziana invece riportava che si è trattato di ragioni di sicurezza. Una questione di protocollo.

E chi ha cambiato il protocollo se Letta non ne usufruiva? L’ha cambiato lo stesso Pittibimbo?

E’ una mia impressione, del tutto personale, che i sondaggisti, in questo momento stiano prospettando una posizione più favorevole di quella reale. Sia per Renzi, per il suo governo e per il Pd.

Trovo strano che per una serie di svarioni ed evidenti inadempienze, Renzi possa godere della fiducia che gli viene attribuita.

A rigor di logica il primo sondaggio in arrivo ci verrà proposto da Ixé per Agorà, venerdì mattina prossimo.

Staremo a vedere.
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Re: Renzi

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PERCHE' QUESTO PAESE E' MORTO.


Quando in un Paese al collasso ed allo sbando passano queste scemenze significa che non ha possibilità di ripresa:

Daniela Santanché: "Pur di sabotare il patto del Nazareno si inventano di tutto"



SALVA BERLUSCONI
Matteo Renzi: "La norma l'ho voluta io. Ma nessun inciucio, fermo tutto"
Il premier, avendo capito che la mancanza di trasparenza sarebbe stata peggio, si assume la responsabilità dell'articolo inserito all'ultimo momento nel decreto fiscale. Daniela Santanché: "Pur di sabotare il patto del Nazareno si inventano di tutto"
DI LUCA SAPPINO




Matteo Renzi: La norma l'ho voluta io. Ma nessun inciucio, fermo tutto
Un incidente, certamente non un inciucio. Così il governo, per voce diretta del premier Matteo Renzi, cerca di disinnescare il caso della norma «salva Berlusconi», quel comma contenuto nel decreto fiscale che il governo ha approvato nel consiglio dei ministri del 24 dicembre, quello con cui il premier ha voluto mettere sotto l’albero degli italiani i decreti del jobsact. Ma che ha rischiato di portare anche un po’ di carbone con la befana, abbiamo capito.

Articolo 19 bis: sale al 3 per cento la soglia dell’evasione rispetto all’imponibile al di sotto della quale il reato non sarebbe più penalmente perseguibile. E per quanto è stato condannato Silvio Berlusconi nell’agosto del 2013, nel processo sui diritti tv mediaset? Per meno, guarda il caso: l’1,2 per cento, 4,9 milioni di euro su 410 di imponibile, nel 2003. Decadrebbero quindi tanto la condanna, compresa di servizi sociali a Cesano Boscone, quanto l’interdizione dai pubblici uffici. Sarebbe un colpaccio, meglio della famosa grazia. Ma «se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio», ha detto il premier, «non c'è problema: noi ci fermiamo, non c’è nessun inciucio».

Soprattutto, sia chiaro, non è come pensano i maligni e come insinua, ad esempio, Alessandro Di Battista del Movimento 5 stelle: «Renzi è stato preso con le mani nella marmellata. Ha provato a salvare Silvio Berlusconi a Natale quando tutti sono distratti ma gli è andata malissimo». Certo, che Berlusconi fosse di buon umore, anche se il suo entourage lo descrive all’oscuro della vicenda, lo si capisce dal siparietto che ha riservato ai tifosi del Milan, in diretta sul Milan channel, da Milanello. Dev’essere il suo sesto senso. «Per il nuovo acquisto Cerci...» ha scandito, dando il tempo agitando il pugno, «hip hip hurrà! Hip hip...». «Hurrà! Hurrà! Hurrà!» ha risposto come un sol uomo, l’intero spogliatoio rossonero, vedendo il presidente alzarsi dalla sedia, tutto baldanzoso.

buon umore, sì, ma la norma dovrebbe per il momento esser accantonata, rinviata. Non cassata, ovviamente: «Tutte le volte che si parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berusconi» ha continuato il premier, parlando al Tg5, «ma noi non facciamo norme né ad né contra personam. Se si pensa che poi ci sia chissà quale scambio, non c'è problema: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quirinale e alla fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano Boscone. I professionisti del retropensiero avranno modo di ricredersi».

Il retropensiero, in effetti, è però alimentato dal mistero sulla paternità della norma, che pare sia comparsa all’ultimo momento, prima che il testo del decreto sul fisco arrivasse sul tavolo del consiglio dei ministri insieme al panettone. O almeno così sostiene il sottosegretario Enrico Zanetti che assicura che il testo su cui ha lavorato lui non era come quello che ha letto, finite le abbuffate e tornato dalle ferie, sul sito del governo. «Un articolo non entra per caso in un testo di legge» nota però Stefano Fassina, il deputato Pd spesso critico con il governo: «soprattutto se in precedenza è stata contestata dal Ministero dell’Economia, che è responsabile del testo in prima battuta». «La prima cosa che il governo deve fare è chiarire una volta per tutte chi ha scritto quell’articolo» continua l’ex viceministro del governo Letta. Un altro deputato del Pd, ma ormai oppositore a tempo pieno, Giuseppe Civati, rincara: «Se il premier non ne sapeva nulla, se il Mef dice di non averlo visto, se il ministro della Giustizia ha espresso le perplessità che si leggono sulla stampa, chi ha portato quel testo al Consiglio dei ministri? Un’idea ce l’ho: il decreto, conoscendo l’Italia, si è scritto da solo». Improbabile. «La norma l'ho voluta inserire io», dice alla fine il premier, capendo che continuare il gioco del cerino sarebbe stato peggio.

Il governo insomma rivendica il provvedimento, tutto il decreto, articolo 19 bis compreso, e chiede semmai, come fa Lorenzo Guerini, il numero due del premier nel partito, di andare oltre «la continua ossessione per il Cavaliere e per i suoi processi». La prospettiva, in realtà, è simile a quella indicata dal consigliere di Berlusconi Giovanni Toti: «Se si ritira un provvedimento per il sospetto che aiuti Berlusconi anche se aiuta i cittadini, allora l’Italia è un paese destinato a non cambiare mai». «Pur di sabotare il patto del Nazareno» ha aggiunto Daniela Santanché, «si inventano qualsiasi cosa».

05 gennaio 2015

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
camillobenso
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Re: Renzi

Messaggio da camillobenso »

L'ALTRO CONTRAENTE DEL PACCO EL NAZARENO


Berlusconi furibondo “Il ritiro del decreto un atto contra personam”

(CARMELO LOPAPA).
05/01/2015 di triskel182


Immagine

L’ex Cavaliere: la prova della persecuzione contro di me è solo un modo per attaccare il Patto del Nazareno.

ROMA – «Ma davvero Matteo vuole fare marcia indietro su quella norma?» Uno stupore misto a irritazione coglie Silvio Berlusconi quando in tarda mattinata — dopo aver letto i giornali sul polverone del colpo di spugna «involontario» a suo beneficio — gli comunicano dell’intervento di Palazzo Chigi. Sebbene un ritocco ufficiale del decreto di Natale ci sarà solo tra qualche settimana, l’invio in Parlamento «solo dopo l’elezione del capo dello Stato», come ha precisato Renzi.

Così, la reazione iniziale da Arcore è stizzita: «Mi tirano sempre in ballo, io di questa storia non ne so nulla». La marcia indietro considerata un «grave vulnus», una vera e propria «norma contra personam»: rivederla solo per evitare che degli effetti si avvantaggi anche il «cittadino Berlusconi». Lui ripete ai dirigenti che lo chiamano per avere lumi sul caso, che «a riconoscere la mia innocenza e a cancellare gli effetti di quella sentenza sarà la Corte europea dei diritti dell’uomo». Detto questo, nessuna ritorsione sulle riforme o sul Quirinale all’orizzonte, anzi, ben presto l’irritazione — raccontano — lascia il posto alla fiducia in Renzi, comunque, nonostante tutto. L’avvocato Ghedini per altro ha continuato a ripetergli che quella norma fiscale non avrebbe mai portato alla sanatoria sperata. Sarà. Sta di fatto che alla fine nell’ex Cavaliere si fa largo la convinzione che «è stata montata ad arte una campagna per delegittimare il patto del Nazareno, proprio ora che stiamo conducendo in porto le riforme e ci apprestiamo ad eleggere insieme il capo dello Stato». Qualcuno che «dentro il Pd lavora per sabotare» l’accordo politico-istituzionale tra gli opposti al quale mai Berlusconi verrebbe meno. Troppi interessi in gioco, troppe aspettative in ballo. Sia Denis Verdini che Gianni Letta infatti suggeriscono prudenza, evitare reazioni, zero commenti.
«La verità è che un processo di pacificazione è già partito, è in atto, che sia questa norma o un’altra che verrà oppure un provvedimento del prossimo capo dello Stato, poco importa, quel che conta è l’obiettivo», spiega uno dei fedelissimi, di casa a Villa San Martino. La linea ufficiale è quella che il consigliere Giovanni Toti affida a quel Tg4 già diretto in passato: «Di questo provvedimento abbiamo appreso i contenuti solo leggendo i giornali e le polemiche non ci riguardano. Il presidente Berlusconi avrà i propri diritti politici restaurati dalla sentenza della Corte europea. Detto questo, se si ritira un provvedimento per il sospetto che aiuti lui anche se aiuta i cittadini, allora l’Italia è destinata a non cambiare mai». Si rifà alla storia dei mandanti “occulti” della trappola Daniela Santanché: «Ogni alibi è buono pur di attaccare l’unico patto oggi in Italia che possa garantire le riforme e cioè il Nazareno. Pur di sabotarlo, gli esclusi dalle decisioni importanti sono disponibili ad inventarsi qualsiasi cosa. La verità è che in Italia i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge, eccetto Berlusconi ». Osvaldo Napoli sostiene che Renzi avrebbe dovuto «mantenere il decreto: da oggi è più debole». Per la deputata Sandra Savino «è la solita ossessione antiberlusconiana, la sinistra, compresa l’attuale nomenclatura, sembra non riuscire a scrollarsi di dosso il pregiudizio. Si è persa un’occasione». Per il momento, sembra l’abbia persa però il suo leader.
Da La Repubblica del 05/01/2015.
iospero
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Re: Renzi

Messaggio da iospero »

Matteo Renzi: La norma l'ho voluta io.

però ci ha messo un po' a confessarlo, dopo che diversi esponenti di spicco del PD chiedevano la testa del responsabile.

Rocco Olita rincara:
Della depenalizzazione del reato di evasione fiscale per somme al di sotto del 3% del reddito considerato, ciò che dovrebbe indignare di più non è la sua applicabilità ai casi Unicredit o Berlusconi, ma la ratio palesemente ingiusta.

In pratica, con norme come quella si sancisce il principio per cui un ricco può impunemente rubare più di un povero.
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