Il processo a Dell'Utri

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mariok

Il processo a Dell'Utri

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Giustizia & impunità | di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 marzo 2012

Mafia, pg Cassazione: “Violati i diritti di Dell’Utri, accogliere il ricorso della difesa”

Il procuratore generale Iacoviello nella sua requisitoria ha sottolineano come il concorso esterno in associazione mafiosa "è diventato un reato autonomo" in cui "nessuno crede. Io ne faccio una questione non a favore dell'imputato, ma a favore del diritto"
Accogliere il ricorso presentato dalla difesa del senatore Pdl Marcello Dell’Utri e dichiarare inammissibile quello proposto dalla procura generale di Palermo. Così il sostituto pg di Cassazione Francesco Mauro Iacoviello ha concluso la sua requisitoria nel processo che vede imputato Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Se la quinta sezione penale della Suprema Corte dovesse accogliere le istanze del pg, si terrebbe un nuovo processo d’appello a Palermo. ”Chiedo alla Corte: esiste il ragionevole dubbio? Nessun imputato ha più diritti di altri e nessun imputato ha meno diritti di altri”, ha detto Iacoviello nella sua requisitoria.

“La sentenza impugnata – ha rilevato il pg – sostiene l’esistenza del reato di concorso esterno in associazione semplice fino al 1982, poi parla di concorso esterno in associazione mafiosa fino al ’92. Nessuno ha mai sostenuto una tesi del genere – ha detto rivolto alla Corte – voi sareste i primi”. Il concorso esterno in associazione mafiosa, secondo Iacoviello, “è diventato un reato autonomo” in cui “nessuno crede. Io ne faccio una questione non a favore dell’imputato, ma a favore del diritto”. Il pg ha voluto, invece, sottolineare che il ricorso della procura di Palermo “non è conforme agli schemi del ricorso per Cassazione, perché è fatto per episodi, non per motivi”. Inoltre, il ricorso è incentrato sul “vizio motivazionale”. La “realtà giuridica – ha osservato – è che il ricorso per vizio motivazionale presentato dal pubblico ministero deve essere accolto solo in casi eccezionali. Se lo presenta il difensore, viene accolto nel caso in cui si dimostri il ragionevole dubbio, se lo presenta il pm, questo deve dimostrare che l’ipotesi alternativa resta al di sotto del ragionevole dubbio”. Iacoviello ha inoltre sottolineato che nel processo a Dell’Utri, per concorso esterno, “l’accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere”.

Iacoviello ha fortemente criticato i motivi con cui la procura generale del capoluogo siciliano aveva chiesto di annullare per Dell’Utri la condanna a sette anni di reclusione inflittagli dalla Corte d’appello di Palermo, per ottenere una pena piu’ severa e il riconoscimento della sua colpevolezza per gli anni successivi al 1992. L’udienza e’ stata sospesa e riprendera’ nel pomeriggio con le arringhe della difesa. In caso di conferma della condanna, per il senatore del Pdl , storico braccio destro di Silvio Berlusconi ed ex presidente di Publitalia si aprirebbero le porte del carcere. Dell’Utri, che ha già alle spalle una condanna definitiva per false fatturazioni, è nato nel 1941, dunque sarebbe escluso dai benefici che la legge riconosce agli ultrasettantacinquenni rispetto alla detenzione in carcere. Il più importante processo su mafia e politica della “seconda repubblica” è arrivato dunque a un passo dal traguardo accompagnato dalla polemica sul presidente della collegio che giudicherà Dell’Utri, Aldo Grassi, legato in passato al collega Corrado Carnevale, che negli anni Novanta si guadagnò la fama di “ammazzasentenze” dopo aver mandato assolti diversi mafiosi condannati nei primi due gradi di giudizio (qui gli articoli di Marco Lillo e di Marco Travaglio sui rapporti fra Grassi e Carnevale).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03 ... te/196364/
Joblack
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Re: Il processo a Dell'Utri

Messaggio da Joblack »

Il PG di cassazione Jacoviello è il meglio che l'Italia possa avere in magistratura.

Semplice.

Il PM anziché difendere il lavoro duramente fatto dai PM di Palermo che hanno indagato nella zona grigia della collusione tra mafia (non colletti bianchi ma feroci assassini) e la politica, semplicemente passa dalla parte della difesa (il povero Dell'Utri non avendo soldi né potere era stato costretto a cedere alla forza e potenza dei PM palermitani) e chiede l'assoluzione del reo.

Inoltre bellamente dice che il reato di "concorso esterno" non è valido perchè non ci crede nessuno! Ottima interpretazione

Io darei un premio a questo magistrato ... lo manderei come procuratore capo di Palermo, così affossando tutte le inchieste di mafia prima di nascere, già nella culla, farebbe risparmiare in mancati processi un bel pò di soldi all'azienda Italia in crisi economica.

Strano è che questo magistrato "ammazza sentenze" abbia già operato con successo nei casi di Andreotti, Mannino, Squillante, De Gennaro.

Come vedete il PG ha usato il suo potere per difendere il diritto dei più poveri e indifesi cittadini italiani .... veramente un uomo di Stato a cui si dovrebbe erigere un monumento (post mortem) al quale tutti i mafiosi i politici e magistrati corrotti potranno lasciare una corona di fiori in memoria futura.

Forumista molto abbattuto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
mariok

Re: Il processo a Dell'Utri

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DOPO i 7 ANNI IN secondo grado

Dell'Utri, annullata la sentenza di condanna

Il processo di secondo grado da rifare a Palermo davanti ad altri giudici. Gli avvocati: «La Corte è stata coraggiosa»

MILANO - Tre ore di camera di consiglio poi il verdetto: la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello di condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di secondo grado dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici.

«SODDISFATTO» - Il senatore Dell'Utri è «molto soddisfatto» per la decisione della Cassazione. Il commento del senatore è reso noto dagli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico. «La decisione della Cassazione - aggiungono - dimostra che nei confronti di Dell'Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza».

L'ACCUSA - La conclusione era già apparsa probabile durante l'udienza. Perché anche il sostituto procuratore generale presso la Cassazione Francesco Iacoviello aveva chiesto l'annullamento con rinvio o in alternativa che che la vicenda fosse trattata dalle sezioni unite penali. Il procuratore Iacoviello ha parlato di «gravi lacune» giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione della condotta contestata a Dell'Utri, che a suo avviso deve essere chiarita. Il pg inoltre ha voluto dare atto alla V sezione della Cassazione di essere di «grandissimo e indiscusso profilo professionale». Rispondendo in modo esplicito alle critiche di quanti avevano indicato il presidente Aldo Grassi come un fedelissimo di Corrado Carnevale detto «ammazzasentenze».

IL RAGIONEVOLE DUBBIO - «Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio». Ha aggiunto Iacoviello nella sua requisitoria. E ancora a suo dire «l'accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza 'Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere». Per questo ha chiesto l'inammissibilità del ricorso della procura di Palermo che aveva chiesto addirittura un inasprimento della pena. «Il concorso esterno è ormai diventato un reato autonomo, un reato indefinito al quale, ormai, non ci crede più nessuno! - da detto inoltre Iacoviello rivolto ai giudici- Spetta a voi il compito di smentirmi».

LA DIFESA - Prima che iniziasse l'udienza i legali di Dell'Utri avevano detto di sperare in un esito positivo. «Confidiamo in un annullamento della sentenza emessa dalla Corte d'appello di Palermo: abbiamo presentato molti motivi di ricorso e siamo convinti che ricorrano tutti i presupposti per un nuovo giudizio di rinvio» ha detto l'avvocato Giuseppe Di Peri che ha difeso Dell'Utri anche nella sentenza di merito che in appello si è concluso con la condanna.

L'ATTESA DI DELL'UTRI - Stando a quanto riferiscono fonti vicine al collegio di difesa Marcello Dell'Utri era a Milano ad attendere l'esito dell'udienza. Ma secondo il Fatto Quotidiano, che avrebbe tentato di contattare telefonicamente il senatore, Dell'Utri ieri si trovava in Spagna. Dopo aver composto il numero del suo cellulare - riferisce il giornale - si è sentito un messaggio in lingua spagnola: «Por favor marque de nuevo», l'equivalente spagnolo del nostro riprovi più tardi. Circostanze smentite dai suoi legali. «Oggi non lo abbiamo chiamato, ma di certo lo sentiremo stasera. A noi risulta che sia a Milano» ha detto l'avvocato Di Peri ribadendo che lo informerà telefonicamente sull'esito dell'udienza.

Redazione Online 9 marzo 2012 | 20:26

http://www.corriere.it/cronache/12_marz ... 52a8.shtml
Joblack
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Re: Il processo a Dell'Utri

Messaggio da Joblack »

Grazie mariok.

Risultato scontato! Cmq i giudici non hanno assolto ma hanno rinviato ad un nuovo processo in appello a Palermo.

Ovviamente il processo andrà in prescrizione nel 2014 .... con buona pace di tutti, colpevolisti e innocentisti.

Bye
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

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mariok

Re: Il processo a Dell'Utri

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di Marco Travaglio | 11 marzo 2012 Commenti (25)

L’antimafia non esiste

Pazienza per i soliti commentatori un tanto al chilo, i Battista, Sgarbi e mèchati vari,che non perdono l’occasione per sfoderare il solito repertorio di balle. Pazienza per gli house organ di B., che gabellano per assoluzione l’annullamento del processo Dell’Utri con rinvio ad altro appello e spacciano la requisitoria (anzi l’arringa) del sostituto Pg Iacoviello per una sentenza definitiva. Questi ormai sono rumori di fondo di ogni processo eccellente. Ma è possibile che il Csm, l’Anm, le componenti della magistratura associata, la stessa Cassazione e la sua Procura generale non avvertano l’urgenza di dire una parola di chiarezza sulle anomalie dell’ultima fase del processo Dell’Utri: prima il ritardo di un anno con cui è stato fissato in Cassazione, facendolo cadere nelle mani di un amico di Carnevale (basta consultare le mailing list delle varie correnti per trovarvi ogni sorta di interrogativo); e poi il violento attacco del dottor Iacoviello al reato di concorso esterno in associazione mafiosa? Davvero, come sostiene quest’ultimo, il reato non esiste? O si tratta di un’esternazione estemporanea, a titolo personale, non concordata né condivisa dal suo ufficio?

Che si sappia, il compito di un Pg della Cassazione è proporre il rigetto o l’accoglimento dei ricorsi contro una sentenza di grado inferiore: cioè valutare se la sentenza è ben motivata in punto di legittimità o necessita di una nuova pronuncia di merito. Non c’è invece quello di abrogare i reati, né quello di dar fiato alla bocca per esternare a ruota libera considerazioni che di giuridico non hanno nulla, anzi sono smentite da due sentenze della Cassazione a sezioni unite e dal Massimario, tipo: “al concorso esterno ormai non crede più nessuno”. Ma chi l’ha detto? Ma dove sta scritto? Ci sono magistrati che, per molto meno, sono finiti sotto procedimento disciplinare per iniziativa della stessa Procura generale della Cassazione o addirittura sono stati cacciati o trasferiti o degradati dal Csm. Possibile che nessuno dica nulla su un’uscita che riporta le lancette dell’antimafia a prima di Falcone? Decine di persone sono in carcere o sotto processo per quel reato: avranno diritto di sapere se quel reato esiste ancora o no? E avranno diritto di saperlo le centinaia di magistrati che ogni giorno rischiano la pelle nelle procure e nei tribunali di frontiera del Sud con indagini e processi per quel reato? Certamente l’avrà fatto in buona fede, ma con quelle parole pronunciate dal suo alto scranno il dottor Iacoviello delegittima e isola tutti i colleghi che procedono, fra mille difficoltà e pericoli, sui rapporti fra mafie, istituzioni e professioni. E invia un messaggio devastante ai collaboratori di giustizia presenti e futuri che di quei rapporti stanno parlando o potrebbero parlare, proprio mentre siamo a un passo dalla verità sulle stragi e sulle trattative retrostanti: state pure zitti, tanto i processi alla classe dirigente collusa con la mafia non si faranno più o, se si faranno, finiranno nel nulla.

Anche ilprocuratore nazionale Grasso, anziché tutelare il lavoro di tanti pm e giudici antimafia che al concorso esterno credono perché lo vedono ogni giorno sotto i propri occhi, lavorando in Sicilia, Calabria, Campania anziché a Roma o a Ravenna, se n’è uscito con una bizzarria: siccome lui ha contestato a Cuffaro il favoreggiamento mafioso e Cuffaro è stato condannato per quel reato, allora “per combatte le zona grigia che ruota intorno a Cosa Nostra è preferibile contestare fattispecie concrete di reato”. Peccato che la Cassazione abbia stabilito che il favoreggiamento vale per uno-due episodi singoli; se invece la condotta è ripetuta e prolungata nel tempo, come nel caso di Dell’Utri, è concorso esterno o partecipazione all’associazione mafiosa. Quante ipocrisie per nascondere la vera posta in gioco: Dell’Utri è il braccio destro del padrone d’Italia (sì, B. lo è ancora), dunque la legge è uguale per tutti, ma non per lui.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03 ... te/196652/
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