Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
Che cominciasse a muoversi qualcosa nel Far East?
Apple, in Cina rissa nella fabbrica dove si produce l’ipad: 40 feriti e arresti
La lite, che a quanto pare avrebbe coinvolto 2 mila lavoratori, sarebbe scoppiata in uno dei dormitori degli stabilimenti della azienda taiwanese che produce per conto dell'azienda di Cupertino. I disordini sarebbero scoppiati dopo che un operaio sarebbe stato picchiato perché si rifiutava di fare lo straordinario
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 settembre 2012
Più di 2mila dipendenti coinvolti e 40 i feriti è il bilancio di una maxi rissa scoppiata in uno degli stabilimenti cinesi della Foxconn, azienda che produce per conto della Apple. Già nell’occhio del ciclone per le durissime condizioni di lavoro e un’oscura serie di suicidi tra i suoi dipendenti, l’azienda taiwanese che produce al momento i tablet per l’azienda di Cupertino ha comunicato che uno dei suoi impianti è stato teatro di una maxi colluttazione dai contorni ancora non chiari.
L’azienda è stata costretta quindi a chiudere lo stabilimento di Taiyuan, 79mila operai, uno dei più importanti tra i 20 che la Foxconn possiede in Cina: la lite tra gli operai è scoppiata in un dormitorio intorno alle 23 di domenica sera ed è sfociata in una rissa che ha coinvolto 2 mila persone. La polizia ha impiegato quattro ore per riportare la situazione sotto controllo. Diversi gli operai arrestati. I disordini sarebbero scoppiati dopo che un operaio sarebbe stato picchiato perché si rifiutava di fare lo straordinario. Solo alle 3 del mattino la polizia è riuscita a riportare la calma.
L’impianto di Taiyuan, nella provincia centro-orientale dello Shanxi, impiega 79.999 persone e in questi giorni è impegnata nella produzione e nell’assemblaggio soprattutto del retro dell’ultima versione dell’Iphone. La Foxconn Technology Group, di proprietà della taiwanese Hon Hai Precision Industry Co., impiega oltre 1,3 milioni di persone con diversi impianti di produzione in Cina e in altri paesi, lavorando per primarie società mondiali come Apple, Sony, Nokia e altri. Negli anni scorsi è stata scossa da una serie di suicidi fra i suoi dipendenti a causa delle pessime condizioni di lavoro.
Apple, in Cina rissa nella fabbrica dove si produce l’ipad: 40 feriti e arresti
La lite, che a quanto pare avrebbe coinvolto 2 mila lavoratori, sarebbe scoppiata in uno dei dormitori degli stabilimenti della azienda taiwanese che produce per conto dell'azienda di Cupertino. I disordini sarebbero scoppiati dopo che un operaio sarebbe stato picchiato perché si rifiutava di fare lo straordinario
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 settembre 2012
Più di 2mila dipendenti coinvolti e 40 i feriti è il bilancio di una maxi rissa scoppiata in uno degli stabilimenti cinesi della Foxconn, azienda che produce per conto della Apple. Già nell’occhio del ciclone per le durissime condizioni di lavoro e un’oscura serie di suicidi tra i suoi dipendenti, l’azienda taiwanese che produce al momento i tablet per l’azienda di Cupertino ha comunicato che uno dei suoi impianti è stato teatro di una maxi colluttazione dai contorni ancora non chiari.
L’azienda è stata costretta quindi a chiudere lo stabilimento di Taiyuan, 79mila operai, uno dei più importanti tra i 20 che la Foxconn possiede in Cina: la lite tra gli operai è scoppiata in un dormitorio intorno alle 23 di domenica sera ed è sfociata in una rissa che ha coinvolto 2 mila persone. La polizia ha impiegato quattro ore per riportare la situazione sotto controllo. Diversi gli operai arrestati. I disordini sarebbero scoppiati dopo che un operaio sarebbe stato picchiato perché si rifiutava di fare lo straordinario. Solo alle 3 del mattino la polizia è riuscita a riportare la calma.
L’impianto di Taiyuan, nella provincia centro-orientale dello Shanxi, impiega 79.999 persone e in questi giorni è impegnata nella produzione e nell’assemblaggio soprattutto del retro dell’ultima versione dell’Iphone. La Foxconn Technology Group, di proprietà della taiwanese Hon Hai Precision Industry Co., impiega oltre 1,3 milioni di persone con diversi impianti di produzione in Cina e in altri paesi, lavorando per primarie società mondiali come Apple, Sony, Nokia e altri. Negli anni scorsi è stata scossa da una serie di suicidi fra i suoi dipendenti a causa delle pessime condizioni di lavoro.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 25
Il punto al 25 settembre
Settembre non è certamente un mese benevolo con la destra italiana nei passaggi storici. E’ appena passato da poco l’8 settembre sottotono e alla chetichella in un’Italia completamente smarrita e affaticata dall’incedere quotidiano, tanto che ha preferito non ricordare quella data del 1943 quando la radio italiana, l’Eiar, alle 19,45 divulgò il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo provvisorio comunicava che l’Italia aveva chiesto l’armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate e che la richiesta è stata accolta. Il dramma si trasformò nel giro di poche ore in tragedia per le centinaia di migliaia di soldati tricolori abbandonati a se stessi nell’ora forse più tragica dall’inizio della guerra.
Solo una quindicina di giorni fa, il prode Cicchitto, un erede dell’epico ventennio camuffato opportunamente da socialista ma con in tasca ancora la tessera P2, N° 2232, intervistato alla Tv aveva avuto modo di sfogare il suo nutrito repertorio di rancori e di veleni, con il suo solito tono comunicativo che piace solo e soltanto alle iene (non quelle Mediaset). Con viva e profonda soddisfazione faceva presente erga omnes, che tutte le cattiverie raccontate dai soliti disfattisti negli ultimi 14 anni circa la modalità in cui sarebbe finita Forza Italia prima,e il Pdl poi, si stavano disvelando come delle grandi bufale. Il partito gode di ottima salute, è alla finestra a guardare i guai in casa d’altri, e Berlusconi sta meditando il momento giusto per rientrare nella politica.
Definirlo l’icona della sfiga è troppo poco. Merita senz’altro di più.
L’ultima resistenza di Caporetto è caduta, né l’incentivo del salmone di Palazzo Grazioli, che la invitava in continuazione a resistere, resistere, resistere, pensando al dramma personale che gli si apriva di fronte, né il colloquio col premier Monti, né i colloqui con Angelino, il segretario precario un po’ dromedario del moribondo Pdl, sono riusciti ad infonderle coraggio ma soprattutto fornirle una ragione valida per continuare a sostenere la parte della Giovanna d’Arcore in quel caos immane in si è trovata coinvolta.
Renata Polverini (Sde-Renata per il solito maligno dagospia) presidente della Regione Lazio alle ore 19,49, quattro minuti più tardi del lancio del proclama Badoglio, annuncia davanti ai media le sue irrevocabili dimissioni.
'Via a testa alta, questi li mando a casa io'
'Sono tornata libera. Continuero' a fare politica. Da domani diro' cosa ho visto'
Non poteva dirlo prima cosa aveva visto??? A Milano dicono: Se la và l’ha g’ha i gamb” che in senso traslato vuol dire: "Se mi riesce, l'ho azzeccata, sono fortunato”.
Sotto l’influsso della sfiga di Cicchitto la Polverini non è stata fortunata.
Il sindaco di Roma Alè magno, che sta giocando la sua partita politica personale, da qualche giorno chiede l’azzeramento di tutto il partito dei ladri.
A Palazzo Grazioli e in Via dell’Umiltà il crollo delle ultime mura di Caporetto si fanno sentire. Il partito dei ladri che aveva arruolato sotto le sue bandiere la créme della créme dei migliori bucanieri dello stivalone, in pratica non c’è più.
Il salmone, sempre più affumicato, ha il compito ingrato di cavare dal cilindro un coniglio che perlomeno non sia spelacchiato e che possa tamponare il momento nero che è arrivato, malgrado il gongolamento sfigaiolo del prode Cicchitto di qualche giorno fa. Vedremo cosa s’inventerà nelle prossime ore il signor ghe pensi mi.
Sta di fatto che gli converrebbe leggere la cronaca dei giornali dei primi di giugno del 1940, in modo particolare quella di lunedì 10 giugno, giorno di Santa Margherita vedova in cui gli interisti dell’Ambrosiana Inter godevano come dei matti per la conquista dello scudetto, giorno in cui il suo predecessore, l’altro Cavaliere, aveva pronunciato il fatidico discorso:
“Combattenti...di terra, di mare, dell'aria...Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria...l'ora delle decisioni irrevocabili…………………”
Un’altra ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria...l'ora delle decisioni irrevocabili dopo che il partito dei ladri non esiste più.
Quali saranno le decisioni irrevocabili che il cavaliere, duce, caimano, salmone affumicato, imperatore del bunga bunga prenderà per il popolo berlusconiano?
Una cosa è certa, la storia ha cominciato ad accellerare verso la tragedia. Per il momento è crollata la casa dei bucanieri di Via dell’Umiltà. Non ridano troppo quelli della casa del partito dei defunti, anche la loro è pericolante, basta un soffio e viene giù come la casa dei tre porcellini,
Il punto al 25 settembre
Settembre non è certamente un mese benevolo con la destra italiana nei passaggi storici. E’ appena passato da poco l’8 settembre sottotono e alla chetichella in un’Italia completamente smarrita e affaticata dall’incedere quotidiano, tanto che ha preferito non ricordare quella data del 1943 quando la radio italiana, l’Eiar, alle 19,45 divulgò il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo provvisorio comunicava che l’Italia aveva chiesto l’armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate e che la richiesta è stata accolta. Il dramma si trasformò nel giro di poche ore in tragedia per le centinaia di migliaia di soldati tricolori abbandonati a se stessi nell’ora forse più tragica dall’inizio della guerra.
Solo una quindicina di giorni fa, il prode Cicchitto, un erede dell’epico ventennio camuffato opportunamente da socialista ma con in tasca ancora la tessera P2, N° 2232, intervistato alla Tv aveva avuto modo di sfogare il suo nutrito repertorio di rancori e di veleni, con il suo solito tono comunicativo che piace solo e soltanto alle iene (non quelle Mediaset). Con viva e profonda soddisfazione faceva presente erga omnes, che tutte le cattiverie raccontate dai soliti disfattisti negli ultimi 14 anni circa la modalità in cui sarebbe finita Forza Italia prima,e il Pdl poi, si stavano disvelando come delle grandi bufale. Il partito gode di ottima salute, è alla finestra a guardare i guai in casa d’altri, e Berlusconi sta meditando il momento giusto per rientrare nella politica.
Definirlo l’icona della sfiga è troppo poco. Merita senz’altro di più.
L’ultima resistenza di Caporetto è caduta, né l’incentivo del salmone di Palazzo Grazioli, che la invitava in continuazione a resistere, resistere, resistere, pensando al dramma personale che gli si apriva di fronte, né il colloquio col premier Monti, né i colloqui con Angelino, il segretario precario un po’ dromedario del moribondo Pdl, sono riusciti ad infonderle coraggio ma soprattutto fornirle una ragione valida per continuare a sostenere la parte della Giovanna d’Arcore in quel caos immane in si è trovata coinvolta.
Renata Polverini (Sde-Renata per il solito maligno dagospia) presidente della Regione Lazio alle ore 19,49, quattro minuti più tardi del lancio del proclama Badoglio, annuncia davanti ai media le sue irrevocabili dimissioni.
'Via a testa alta, questi li mando a casa io'
'Sono tornata libera. Continuero' a fare politica. Da domani diro' cosa ho visto'
Non poteva dirlo prima cosa aveva visto??? A Milano dicono: Se la và l’ha g’ha i gamb” che in senso traslato vuol dire: "Se mi riesce, l'ho azzeccata, sono fortunato”.
Sotto l’influsso della sfiga di Cicchitto la Polverini non è stata fortunata.
Il sindaco di Roma Alè magno, che sta giocando la sua partita politica personale, da qualche giorno chiede l’azzeramento di tutto il partito dei ladri.
A Palazzo Grazioli e in Via dell’Umiltà il crollo delle ultime mura di Caporetto si fanno sentire. Il partito dei ladri che aveva arruolato sotto le sue bandiere la créme della créme dei migliori bucanieri dello stivalone, in pratica non c’è più.
Il salmone, sempre più affumicato, ha il compito ingrato di cavare dal cilindro un coniglio che perlomeno non sia spelacchiato e che possa tamponare il momento nero che è arrivato, malgrado il gongolamento sfigaiolo del prode Cicchitto di qualche giorno fa. Vedremo cosa s’inventerà nelle prossime ore il signor ghe pensi mi.
Sta di fatto che gli converrebbe leggere la cronaca dei giornali dei primi di giugno del 1940, in modo particolare quella di lunedì 10 giugno, giorno di Santa Margherita vedova in cui gli interisti dell’Ambrosiana Inter godevano come dei matti per la conquista dello scudetto, giorno in cui il suo predecessore, l’altro Cavaliere, aveva pronunciato il fatidico discorso:
“Combattenti...di terra, di mare, dell'aria...Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria...l'ora delle decisioni irrevocabili…………………”
Un’altra ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria...l'ora delle decisioni irrevocabili dopo che il partito dei ladri non esiste più.
Quali saranno le decisioni irrevocabili che il cavaliere, duce, caimano, salmone affumicato, imperatore del bunga bunga prenderà per il popolo berlusconiano?
Una cosa è certa, la storia ha cominciato ad accellerare verso la tragedia. Per il momento è crollata la casa dei bucanieri di Via dell’Umiltà. Non ridano troppo quelli della casa del partito dei defunti, anche la loro è pericolante, basta un soffio e viene giù come la casa dei tre porcellini,
Ultima modifica di camillobenso il 25/09/2012, 11:08, modificato 1 volta in totale.
Re: Come se ne viene fuori ?
CIOCCHETTI, UOMO FORTE DELL'UDC: QUI GUADAGNO, ANZI GUADAGNAVO SOLO 8.500 EURO AL MESE
Ma «Batman» e «Ulisse»: Ricandidarci? Certo
E Colosimo, ex cubista e capogruppo:
«Mi ripresento, ormai è il mio lavoro»
ROMA - Arriva la notizia che Renata Polverini ha davvero deciso di dimettersi. Sta andando ad annunciarlo in conferenza stampa. È il momento di cercare gli altri indimenticabili protagonisti di questi giorni. I suoi consiglieri regionali che, con i nostri soldi, se la sono spassata alla grande.
Cosa faranno, adesso? Cosa pensano? Cosa dicono?
(Il telefonino di Carlo De Romanis, meglio conosciuto ormai come «Ulisse», quello che per ringraziare i suoi elettori e le sue elettrici di Roma Nord organizzò il festone in maschera sull'antica Grecia, con le ancelle che servivano champagne e gli amici pariolini con le teste di toro in cartapesta, è però un telefonino già staccato. Va bene, provare più tardi).
Ecco invece Chiara Colosimo, 26 anni, ex cubista del Gilda e nuova capogruppo del Pdl da nemmeno quattro giorni, succeduta a Francesco Battistoni, che a sua volta era succeduto a Francone Batman Fiorito (personaggi pazzeschi, su questa storia ci faranno un film, è sicuro).
Lunedì la Colosimo era finita di nuovo sui giornali per quella foto in cui è ritratta con alle spalle l'effigie di Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della «Guardia di ferro», movimento legionario rumeno degli anni Trenta, antisemita e ultra nazionalista.
Ti aspetti una ragazza mortificata, preoccupata, attenta alle parole: e invece, mettendo su un'aria furbetta, lascia intuire che sta già cercando di capire dove tirerà il nuovo vento della politica nel Lazio.
Ha intenzione di ricandidarsi?
«Embé... sì, per forza!».
Non è scontato.
«Come sarebbe a dire? È il mio lavoro, ormai!».
Certo, è il suo lavoro. E con chi si ricandiderà? Con il Pdl?
«Ah, boh! Sì, per ora con il Pdl...».
(Ma domani chissà, visto che il suo padrino politico è Fabio Rampelli, uno degli ex di An che sta progettando insieme a La Russa una scissione proprio dal Pdl).
Sono magnifici.
Batman esce dalla Procura di Viterbo e annuncia: «Aho'! Pure io me ricandido!». Il microfono trema nella mano della cronista di Viterbo Tv: scusi, non ho capito... «Me-ri-can-di-do! Capito? D'altra parte, perché nun dovrei? Nun so' mica un ladro, io!» (ricorderete: con i soldi del Pdl, quindi i nostri, non solo s'è comprato un Suv costato 88 mila euro, ma ci andava pure regolarmente in Costa Smeralda).
Ora il cellulare di De Romanis, 33 anni, ex portaborse di Antonio Tajani a Bruxelles, squilla libero.
«Ehm ehm!... Sì, sono io... ma con lei non dovrei proprio parlare, lo sa?».
Coraggio.
«Eh, coraggio... se lo viene a sapere il mio avvocato che sto parlando con lei, mi taglia la lingua...».
Una domanda, solo una.
«Mi avete linciato, con la storia del festone. Avete fantasticato e...».
No, aspetti: era lei quello vestito da Ulisse, no?
«Sì, certo che ero io!».
Ecco, appunto.
«Accidenti... lei mi sta fregando di nuovo... Io non dovrei parlare, capito?».
Una domanda: si ricandiderà?
«Intanto, dev'esserci qualcuno disposto a ricandidarmi... e poi comunque sì, se solo potessi parlare con lei, ma non lo sto facendo, perché il mio avvocato non vuole, solo potessi le direi di sì, certo che mi vorrei ricandidare.... è il mio lavoro, la politica, no?».
È (era?) il lavoro di tutti. Anche di Veronica Cappellaro, 31 anni, dai Parioli con sobrio giubbino jeans e polsini in visone, già sposata con il nipote di Donna Assunta Almirante e cugina dell'ex segretario personale del potente Denis Verdini: nel 2011 si sottopose, a spese dei cittadini, a una serie di ritratti fotografici (costo: 1.080 euro).
E adesso cosa ci farà, signora, con quelle foto ricordo?
«Mhmm...». Clic.
Un po' di nervosismo. Non è facile rinunciare a uno stipendio di 13 mila euro netti al mese.
«Ma che stai a dì, oh?» (questa è la voce ruvida di Luciano Ciocchetti, ex democristiano, gran capo dell'Udc laziale e vice-presidente del Consiglio regionale). «Io lasciai Montecitorio per venire qui: io guadagno, anzi guadagnavo solo 8.500 euro netti al mese, sia chiaro...».
Sono stanchi, hanno perso lucidità, qualcuno è commosso (come Mario Brozzi, ex medico della Roma e capogruppo della Lista Polverini), ormai è notte: ma, dicono, c'è Francesco Battistoni che già briga per diventare sindaco di Viterbo. «Me lo meriterei, diciamo la verità».
Fabrizio Roncone
25 settembre 2012 | 07:57
http://apps.facebook.com/corrieresocial ... e45c.shtml
Ma «Batman» e «Ulisse»: Ricandidarci? Certo
E Colosimo, ex cubista e capogruppo:
«Mi ripresento, ormai è il mio lavoro»
ROMA - Arriva la notizia che Renata Polverini ha davvero deciso di dimettersi. Sta andando ad annunciarlo in conferenza stampa. È il momento di cercare gli altri indimenticabili protagonisti di questi giorni. I suoi consiglieri regionali che, con i nostri soldi, se la sono spassata alla grande.
Cosa faranno, adesso? Cosa pensano? Cosa dicono?
(Il telefonino di Carlo De Romanis, meglio conosciuto ormai come «Ulisse», quello che per ringraziare i suoi elettori e le sue elettrici di Roma Nord organizzò il festone in maschera sull'antica Grecia, con le ancelle che servivano champagne e gli amici pariolini con le teste di toro in cartapesta, è però un telefonino già staccato. Va bene, provare più tardi).
Ecco invece Chiara Colosimo, 26 anni, ex cubista del Gilda e nuova capogruppo del Pdl da nemmeno quattro giorni, succeduta a Francesco Battistoni, che a sua volta era succeduto a Francone Batman Fiorito (personaggi pazzeschi, su questa storia ci faranno un film, è sicuro).
Lunedì la Colosimo era finita di nuovo sui giornali per quella foto in cui è ritratta con alle spalle l'effigie di Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della «Guardia di ferro», movimento legionario rumeno degli anni Trenta, antisemita e ultra nazionalista.
Ti aspetti una ragazza mortificata, preoccupata, attenta alle parole: e invece, mettendo su un'aria furbetta, lascia intuire che sta già cercando di capire dove tirerà il nuovo vento della politica nel Lazio.
Ha intenzione di ricandidarsi?
«Embé... sì, per forza!».
Non è scontato.
«Come sarebbe a dire? È il mio lavoro, ormai!».
Certo, è il suo lavoro. E con chi si ricandiderà? Con il Pdl?
«Ah, boh! Sì, per ora con il Pdl...».
(Ma domani chissà, visto che il suo padrino politico è Fabio Rampelli, uno degli ex di An che sta progettando insieme a La Russa una scissione proprio dal Pdl).
Sono magnifici.
Batman esce dalla Procura di Viterbo e annuncia: «Aho'! Pure io me ricandido!». Il microfono trema nella mano della cronista di Viterbo Tv: scusi, non ho capito... «Me-ri-can-di-do! Capito? D'altra parte, perché nun dovrei? Nun so' mica un ladro, io!» (ricorderete: con i soldi del Pdl, quindi i nostri, non solo s'è comprato un Suv costato 88 mila euro, ma ci andava pure regolarmente in Costa Smeralda).
Ora il cellulare di De Romanis, 33 anni, ex portaborse di Antonio Tajani a Bruxelles, squilla libero.
«Ehm ehm!... Sì, sono io... ma con lei non dovrei proprio parlare, lo sa?».
Coraggio.
«Eh, coraggio... se lo viene a sapere il mio avvocato che sto parlando con lei, mi taglia la lingua...».
Una domanda, solo una.
«Mi avete linciato, con la storia del festone. Avete fantasticato e...».
No, aspetti: era lei quello vestito da Ulisse, no?
«Sì, certo che ero io!».
Ecco, appunto.
«Accidenti... lei mi sta fregando di nuovo... Io non dovrei parlare, capito?».
Una domanda: si ricandiderà?
«Intanto, dev'esserci qualcuno disposto a ricandidarmi... e poi comunque sì, se solo potessi parlare con lei, ma non lo sto facendo, perché il mio avvocato non vuole, solo potessi le direi di sì, certo che mi vorrei ricandidare.... è il mio lavoro, la politica, no?».
È (era?) il lavoro di tutti. Anche di Veronica Cappellaro, 31 anni, dai Parioli con sobrio giubbino jeans e polsini in visone, già sposata con il nipote di Donna Assunta Almirante e cugina dell'ex segretario personale del potente Denis Verdini: nel 2011 si sottopose, a spese dei cittadini, a una serie di ritratti fotografici (costo: 1.080 euro).
E adesso cosa ci farà, signora, con quelle foto ricordo?
«Mhmm...». Clic.
Un po' di nervosismo. Non è facile rinunciare a uno stipendio di 13 mila euro netti al mese.
«Ma che stai a dì, oh?» (questa è la voce ruvida di Luciano Ciocchetti, ex democristiano, gran capo dell'Udc laziale e vice-presidente del Consiglio regionale). «Io lasciai Montecitorio per venire qui: io guadagno, anzi guadagnavo solo 8.500 euro netti al mese, sia chiaro...».
Sono stanchi, hanno perso lucidità, qualcuno è commosso (come Mario Brozzi, ex medico della Roma e capogruppo della Lista Polverini), ormai è notte: ma, dicono, c'è Francesco Battistoni che già briga per diventare sindaco di Viterbo. «Me lo meriterei, diciamo la verità».
Fabrizio Roncone
25 settembre 2012 | 07:57
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Re: Come se ne viene fuori ?
Mamma mia che schifo...
Ci vorrebbero le liste di proscrizione per eliminarli dalla vita sociale di questo Paese...
Come siamo caduti in basso... peggio che nel tardo Impero Romano... siamo in piena epoca Borgia...
Ci vorrebbero le liste di proscrizione per eliminarli dalla vita sociale di questo Paese...
Come siamo caduti in basso... peggio che nel tardo Impero Romano... siamo in piena epoca Borgia...
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 26
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 1
IL RAPPORTO
S & P: recessione peggiora in Italia e in Spagna
L'agenzia di rating rivede in peggio anche le stime di crescita dell'eurozona per il 2012 a -0,8% ed invariata nel 2013
La recessione non si ferma. Anzi, si sta «intensificando». Lo dice Standard & Poor's in un rapporto. taglia ancora le stime dell'economia dell'Eurozona per il biennio 2012-2013, abbassando i valori già critici espressi a luglio scorso. Per l'anno in corso l'agenzia prevede un calo del Pil dello 0,8%, rispetto al -0,7% di luglio, e per il 2013 cancella il segno più (+0,3%) prevedendo una crescita zero. Ancora peggiori le revisioni per il Pil della Spagna con una stima per il 2013 che passa da -0,6% a -1,4%.
IN ITALIA- Quanto all'Italia, S&P parla di una «recessione più profonda» mentre non mancano i segnali preoccupanti per la Francia che viene vista «impantanata» senza nessun crescita. «Gli ultimi indicatori economici continuano a dipingere un quadro fosco per l'Europa. I dati confermano che l'area sta entrando in un nuovo periodo di recessione, dopo tre trimestri di crescita negativa o stagnante dall'ultimo trimestre del 2010. Le prospettive continuano tuttavia a variare da paese a paese», ha affermato Jean-Michel Six, capo economista di S&P per l'Europa, Medio Oriente e Africa.
Redazione Online
25 settembre 2012 | 12:44
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_sett ... e45c.shtml
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 1
IL RAPPORTO
S & P: recessione peggiora in Italia e in Spagna
L'agenzia di rating rivede in peggio anche le stime di crescita dell'eurozona per il 2012 a -0,8% ed invariata nel 2013
La recessione non si ferma. Anzi, si sta «intensificando». Lo dice Standard & Poor's in un rapporto. taglia ancora le stime dell'economia dell'Eurozona per il biennio 2012-2013, abbassando i valori già critici espressi a luglio scorso. Per l'anno in corso l'agenzia prevede un calo del Pil dello 0,8%, rispetto al -0,7% di luglio, e per il 2013 cancella il segno più (+0,3%) prevedendo una crescita zero. Ancora peggiori le revisioni per il Pil della Spagna con una stima per il 2013 che passa da -0,6% a -1,4%.
IN ITALIA- Quanto all'Italia, S&P parla di una «recessione più profonda» mentre non mancano i segnali preoccupanti per la Francia che viene vista «impantanata» senza nessun crescita. «Gli ultimi indicatori economici continuano a dipingere un quadro fosco per l'Europa. I dati confermano che l'area sta entrando in un nuovo periodo di recessione, dopo tre trimestri di crescita negativa o stagnante dall'ultimo trimestre del 2010. Le prospettive continuano tuttavia a variare da paese a paese», ha affermato Jean-Michel Six, capo economista di S&P per l'Europa, Medio Oriente e Africa.
Redazione Online
25 settembre 2012 | 12:44
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http://www.corriere.it/economia/12_sett ... e45c.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 27
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 2
LE PROIEZIONI
Allarme Istat sul mercato del lavoro:
«Senza rinnovi crollano le retribuzioni»
La crescita annua dell'indice delle retribuzioni contrattuali da gennaio 2013 crollerebbe attestandosi allo 0,9%.
(Ansa)
L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie cresce dello 0,1% in agosto rispetto al mese precedente e dell'1,6% rispetto a un anno prima. Lo rileva l'Istat. I salari sono saliti a un ritmo della metà più lento rispetto all'inflazione annua, che si è attestata al 3,2% ad agosto. Nella media del periodo gennaio-agosto 2012 l'indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, dell'1,4%.
I MACRO-SETTORI - Con riferimento ai principali macro-settori, ad agosto le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento annuo del 2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa (2,7%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
IL RINNOVO - Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo del contratto è del 29% nel totale dell'economia e del 7,6% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 32,1 mesi per l'insieme degli occupati e di 32,4 mesi per il settore privato.
Redazione Online
25 settembre 2012 | 11:49
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/economia/12_sett ... e45c.shtml
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 2
LE PROIEZIONI
Allarme Istat sul mercato del lavoro:
«Senza rinnovi crollano le retribuzioni»
La crescita annua dell'indice delle retribuzioni contrattuali da gennaio 2013 crollerebbe attestandosi allo 0,9%.
(Ansa)
L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie cresce dello 0,1% in agosto rispetto al mese precedente e dell'1,6% rispetto a un anno prima. Lo rileva l'Istat. I salari sono saliti a un ritmo della metà più lento rispetto all'inflazione annua, che si è attestata al 3,2% ad agosto. Nella media del periodo gennaio-agosto 2012 l'indice è cresciuto, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, dell'1,4%.
I MACRO-SETTORI - Con riferimento ai principali macro-settori, ad agosto le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento annuo del 2% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi (2,8%), chimiche, legno, carta e stampa (2,7%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
IL RINNOVO - Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo del contratto è del 29% nel totale dell'economia e del 7,6% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 32,1 mesi per l'insieme degli occupati e di 32,4 mesi per il settore privato.
Redazione Online
25 settembre 2012 | 11:49
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http://www.corriere.it/economia/12_sett ... e45c.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 28
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 3
DATI ISTAT: NEL PRIMO TRIMESTRE DELL'ANNO NUMERI IN PICCHIATA
Immobiliare, crollo dei mutui: -50%
I mutui con costituzione di ipoteca hanno registrato
una flessione tendenziale del 39,2%
Cala vistosamente il mercato immobiliare nel primo trimestre del 2012. Lo certifica l'Istat, rendendo noto che «le compravendite di unità immobiliari (154.813) sono diminuite del 16,9% rispetto al primo trimestre del 2011», mentre «le compravendite di immobili ad uso residenziale sono diminuite del 17,2%» e «quelle di immobili ad uso economico dell'11,8 per cento».
IL MERCATO - Sempre nel primo trimestre dell'anno, «i mutui (92.415 in totale) sono diminuiti del 49,6% rispetto al primo trimestre 2011. In particolare, i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2%, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6%».
Redazione Online
25 settembre 2012 | 12:42
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Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 3
DATI ISTAT: NEL PRIMO TRIMESTRE DELL'ANNO NUMERI IN PICCHIATA
Immobiliare, crollo dei mutui: -50%
I mutui con costituzione di ipoteca hanno registrato
una flessione tendenziale del 39,2%
Cala vistosamente il mercato immobiliare nel primo trimestre del 2012. Lo certifica l'Istat, rendendo noto che «le compravendite di unità immobiliari (154.813) sono diminuite del 16,9% rispetto al primo trimestre del 2011», mentre «le compravendite di immobili ad uso residenziale sono diminuite del 17,2%» e «quelle di immobili ad uso economico dell'11,8 per cento».
IL MERCATO - Sempre nel primo trimestre dell'anno, «i mutui (92.415 in totale) sono diminuiti del 49,6% rispetto al primo trimestre 2011. In particolare, i mutui con costituzione di ipoteca immobiliare (64.116) hanno registrato una flessione tendenziale del 39,2%, quelli non garantiti da ipoteca immobiliare (28.299) sono diminuiti del 63,6%».
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Re: Come se ne viene fuori ?
Confermo che la luce in fondo al tunnel non è l'uscita è il "Frecciarossa" che viaggia nel senso opposto e che ci travolgerà...
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 29
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 4
Confcommercio, consumi in calo del 3%: “La peggior variazione dal 1946″
Nuova previsione negativa dell'organizzazione per il 2012.
Tra il terzo trimestre del 2007, punto di massimo per l’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012 crollo in termini reali del 6,5%. Resistono telefonia e informatica e avanzano discount e ambulanti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 settembre 2012Commenti (52)
Consumi sempre più a picco. Secondo l’ultima revisione al ribasso della Confcommercio, infatti, l’anno si dovrebbe chiudere con un crollo complessivo superiore al 3 per cento. Ovvero, sottolinea l’associazione dei commercianti, “la peggiore variazione negativa della storia della Repubblica”.
L’organizzazione, in uno studio sul commercio in Italia regione per regione, rileva però non sono i beni primari ad aver tenuto, bensì settori di spesa come la telefonia e l’informatica, mentre sul fronte dei canali di distribuzione resiste solo il discount, che tiene livelli di fatturato reale del 2011. Da un punto di vista di lungo termine, poi, Confcommercio rileva che tra il terzo trimestre del 2007, anno del picco massimo dell’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012, i consumi pro capite degli italiani sono diminuiti in termini reali del 6,5 per cento.
Andando nel dettaglio, i vari esercizi commerciali non soffrono comunque allo stesso modo. Crisi e calo dei consumi, infatti, si ripercuotono sui piccoli esercizi al dettaglio il cui stock, pari a poco più di 757mila unità nel 2011, è in diminuzione rispetto al 2010 (-0,1%); in flessione anche il fatturato di questa tipologia distributiva (-2,6% nei primi sei mesi del 2012), mentre cresce quello dei discount (+1,8%) e dei supermercati (+1,4%).
Guardando invece alle varie regioni, Molise (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-1,1%) e Liguria (-0,9%), sono quelle che, nel complesso, registrano le maggiori perdite. E tra i comparti merceologici, spicca l’aumento nel settore delle apparecchiature informatiche e telecomunicazioni (con un +2,6% di esercizi), mentre si conferma lo stato di difficoltà dei negozi di mobili e arredamento che si sono ridotti dell’1,3% con punte di quasi il 2% al Sud e nel Nord-Est; prosegue, invece, lo sviluppo delle medie e grandi superfici, con minimercati e supermercati che aumentano prevalentemente al Centro e al Sud e ipermercati e grandi magazzini in espansione al Nord.
Rilevante, nel sistema distributivo italiano, il ruolo di altre tipologie di vendita che hanno raggiunto ormai un elevato livello di diffusione, come il commercio ambulante (oltre 175 mila imprese di cui quasi la metà al Sud), le imprese di e-commerce (+19% rispetto al 2010) e la vendita attraverso i distributori automatici (oltre 2 milioni di macchine installate in Italia).
Confcommercio rileva a tal proposito che “gli effetti della forte e duratura contrazione della domanda si sono tradotti in un mutamento radicale delle quote di mercato, a detrimento dei negozi tradizionali e a favore del discount che ha raggiunto una quota di mercato, in termini di fatturato, pari a circa il 10% sul totale dei consumi alimentari, delle spese per la persona e del chimico casa”. Quindi, “tutto ciò conduce al ridimensionamento, lento ma inesorabile, dei negozi che animano i tanti centri storici del nostro Paese. Non è un fenomeno fisiologico di selezione dei migliori, che avrebbe riflessi positivi sulla produttività aggregata, ma è un evento patologico, che affonda le radici nella crisi dei redditi e nella conseguente riduzione dei consumi delle famiglie”.
“Una realtà a dir poco inquietante”, che potrebbe anche essere peggiore, visto che “il crollo a fine anno rischia di avvicinarsi al 5%”, hanno commentato Adusbef e Federconsumatori. Secondo le due associazioni si tratta di “una vera e propria catastrofe per l’economia, dal momento che tale contrazione comporta una riduzione complessiva della spesa di ben 35,5 miliardi di euro, pari mediamente a una riduzione di spesa di circa 1.480 euro a famiglia: cifra che supera una mensilità di stipendio”. In questo scenario, tra l’altro, secondo le due associazioni “risulta sorprendente e poco credibile la lieve ripresa della fiducia dei consumatori rilevata dall’Istat, che evidentemente continua ad effettuare le proprie rilevazioni ben lontano dall’Italia”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... 46/362750/
Storia d’Italia a fumetti, dall’uomo degli 8 milioni di baionette, all’uomo che promise 1 milione di posti di lavoro, all’uomo che aveva visto la luce nel tunnel – 4
Confcommercio, consumi in calo del 3%: “La peggior variazione dal 1946″
Nuova previsione negativa dell'organizzazione per il 2012.
Tra il terzo trimestre del 2007, punto di massimo per l’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012 crollo in termini reali del 6,5%. Resistono telefonia e informatica e avanzano discount e ambulanti
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 25 settembre 2012Commenti (52)
Consumi sempre più a picco. Secondo l’ultima revisione al ribasso della Confcommercio, infatti, l’anno si dovrebbe chiudere con un crollo complessivo superiore al 3 per cento. Ovvero, sottolinea l’associazione dei commercianti, “la peggiore variazione negativa della storia della Repubblica”.
L’organizzazione, in uno studio sul commercio in Italia regione per regione, rileva però non sono i beni primari ad aver tenuto, bensì settori di spesa come la telefonia e l’informatica, mentre sul fronte dei canali di distribuzione resiste solo il discount, che tiene livelli di fatturato reale del 2011. Da un punto di vista di lungo termine, poi, Confcommercio rileva che tra il terzo trimestre del 2007, anno del picco massimo dell’economia italiana, e il secondo trimestre del 2012, i consumi pro capite degli italiani sono diminuiti in termini reali del 6,5 per cento.
Andando nel dettaglio, i vari esercizi commerciali non soffrono comunque allo stesso modo. Crisi e calo dei consumi, infatti, si ripercuotono sui piccoli esercizi al dettaglio il cui stock, pari a poco più di 757mila unità nel 2011, è in diminuzione rispetto al 2010 (-0,1%); in flessione anche il fatturato di questa tipologia distributiva (-2,6% nei primi sei mesi del 2012), mentre cresce quello dei discount (+1,8%) e dei supermercati (+1,4%).
Guardando invece alle varie regioni, Molise (-1,9%), Friuli Venezia Giulia (-1,1%) e Liguria (-0,9%), sono quelle che, nel complesso, registrano le maggiori perdite. E tra i comparti merceologici, spicca l’aumento nel settore delle apparecchiature informatiche e telecomunicazioni (con un +2,6% di esercizi), mentre si conferma lo stato di difficoltà dei negozi di mobili e arredamento che si sono ridotti dell’1,3% con punte di quasi il 2% al Sud e nel Nord-Est; prosegue, invece, lo sviluppo delle medie e grandi superfici, con minimercati e supermercati che aumentano prevalentemente al Centro e al Sud e ipermercati e grandi magazzini in espansione al Nord.
Rilevante, nel sistema distributivo italiano, il ruolo di altre tipologie di vendita che hanno raggiunto ormai un elevato livello di diffusione, come il commercio ambulante (oltre 175 mila imprese di cui quasi la metà al Sud), le imprese di e-commerce (+19% rispetto al 2010) e la vendita attraverso i distributori automatici (oltre 2 milioni di macchine installate in Italia).
Confcommercio rileva a tal proposito che “gli effetti della forte e duratura contrazione della domanda si sono tradotti in un mutamento radicale delle quote di mercato, a detrimento dei negozi tradizionali e a favore del discount che ha raggiunto una quota di mercato, in termini di fatturato, pari a circa il 10% sul totale dei consumi alimentari, delle spese per la persona e del chimico casa”. Quindi, “tutto ciò conduce al ridimensionamento, lento ma inesorabile, dei negozi che animano i tanti centri storici del nostro Paese. Non è un fenomeno fisiologico di selezione dei migliori, che avrebbe riflessi positivi sulla produttività aggregata, ma è un evento patologico, che affonda le radici nella crisi dei redditi e nella conseguente riduzione dei consumi delle famiglie”.
“Una realtà a dir poco inquietante”, che potrebbe anche essere peggiore, visto che “il crollo a fine anno rischia di avvicinarsi al 5%”, hanno commentato Adusbef e Federconsumatori. Secondo le due associazioni si tratta di “una vera e propria catastrofe per l’economia, dal momento che tale contrazione comporta una riduzione complessiva della spesa di ben 35,5 miliardi di euro, pari mediamente a una riduzione di spesa di circa 1.480 euro a famiglia: cifra che supera una mensilità di stipendio”. In questo scenario, tra l’altro, secondo le due associazioni “risulta sorprendente e poco credibile la lieve ripresa della fiducia dei consumatori rilevata dall’Istat, che evidentemente continua ad effettuare le proprie rilevazioni ben lontano dall’Italia”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Maucat ha scritto:Confermo che la luce in fondo al tunnel non è l'uscita è il "Frecciarossa" che viaggia nel senso opposto e che ci travolgerà...
Hai ragione, ma noi facciamo parte di quel 50 % di italiani che la pensa cosi.
L'altro 50 %, è quello che sta sostenendo Monti, crede in lui, nella luce in fondo al tunnel, nella ripresa del prossimo anno,...........e anche in Babbo Natale e la Befana.
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