E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Intervista sull'Unità di Franceschini:
http://www.unita.it/italia/franceschini ... i-1.390575
dal titolo:
Franceschini: <<Spazi a sinistra, il PD parli a quegli elettori>>
Per me parole sante .... ma non devono restare solo parole ma atti politici.
un saluto
http://www.unita.it/italia/franceschini ... i-1.390575
dal titolo:
Franceschini: <<Spazi a sinistra, il PD parli a quegli elettori>>
Per me parole sante .... ma non devono restare solo parole ma atti politici.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Questa sera a Milano " Libertà e Giustizia" che ha già raccolto 35.000 firme per il Manifesto
Un governo tecnico da "accettare come pharmakon", anche se "la medicina che guarisce può diventare il veleno che uccide".
Ho scritto
A Gustavo Zagrebelsky,
firmo i tuoi appelli, ma SENONORAQUANDO è il momento di passare dagli appelli all’azione.
Il popolo italiano è pronto a votare per la DEMOCRAZIA DIRETTA e cerca un personaggio di spicco che dia forza e voce a questa proposta,
i grandi partiti se ne guardano bene da sostenerla, ” 5 Stelle” , l’unico movimento che la chiede, non è il massimo, con il suo “non statuto”, e il suo leader sovrano.
L’Italia ha bisogno di qualcuno che l’aiuti per passare dalla democrazia
con delega alla democrazia diretta.
In fede
Un governo tecnico da "accettare come pharmakon", anche se "la medicina che guarisce può diventare il veleno che uccide".
Ho scritto
A Gustavo Zagrebelsky,
firmo i tuoi appelli, ma SENONORAQUANDO è il momento di passare dagli appelli all’azione.
Il popolo italiano è pronto a votare per la DEMOCRAZIA DIRETTA e cerca un personaggio di spicco che dia forza e voce a questa proposta,
i grandi partiti se ne guardano bene da sostenerla, ” 5 Stelle” , l’unico movimento che la chiede, non è il massimo, con il suo “non statuto”, e il suo leader sovrano.
L’Italia ha bisogno di qualcuno che l’aiuti per passare dalla democrazia
con delega alla democrazia diretta.
In fede
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Si democrazia diretta.La Svizzera insegna .Se avete sentito come chiamano i cittadini al voto sia per all'ungare le ferie eccc.......
Si è visto che i cittadini hanno piu sale in zucca visto il momento non era opportuno all'ungare le ferie.I nostri politicanti tutti, non sono capaci da anni a fare una legge elettorale.Con un referendun si potrebbe fare quanto prima.
due o tre proposte e la votiamo noi cittadini.Visto la classe politica incapace di far niente.
Questo da anni dice Grillo partecipazione alle scelte da parte dei cittadini.
Ciao
Paolo11
Si è visto che i cittadini hanno piu sale in zucca visto il momento non era opportuno all'ungare le ferie.I nostri politicanti tutti, non sono capaci da anni a fare una legge elettorale.Con un referendun si potrebbe fare quanto prima.
due o tre proposte e la votiamo noi cittadini.Visto la classe politica incapace di far niente.
Questo da anni dice Grillo partecipazione alle scelte da parte dei cittadini.
Ciao
Paolo11
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Town Meeting del 21° secolo
Di solito i Town Meeting del 21° secolo coinvolgono da 500 a 5000 cittadini che possono intervenire su argomenti locali, regionali o nazionali per circa un giorno in cui si tenta di combinare la deliberazione faccia a faccia in piccola scala con interazioni a larga scala e decisioni collettive. Per raggiungere questo scopo, vengono utilizzati vari metodi e tecnologie:
1) dialoghi che si svolgono in piccoli gruppi, composti da 10-12 cittadini che rispecchiano la diversità demografica della città, con un facilitatore indipendente;
2) ogni tavolo ha computers collegati in rete con tutti gli altri della sala per una emersione istantanea di idee e voti da ciascun gruppo;
3) l’individuazione delle questioni da trattare è mediata dai membri di AmericaSpeaks, che distilla i commenti dai tavoli e li assembla in temi sottoponibili alla sala per ulteriori commenti o voti;
4) ciascun cittadino ha un tastierino utilizzato durante la giornata per votare e per fornire dettagli demografici;
5) schermi video giganti presentano a tutti i partecipanti i dati, i temi scelti e le informazioni in tempo reale per una retroazione immediata;
6) specialisti e parti coinvolte sono presenti agli incontri: gli esperti forniscono informazioni bilanciate per dare le basi alla deliberazione dei cittadini e sono a loro disposizione tutto il giorno per rispondere alle domande e fornire consigli se richiesti.
- Una delle occasioni più famose nella quale venne utilizzata la metodologia dei Town Meeting fu “Ascoltare la città: ricostruire Manhattan Bassa”, organizzata in seguito ai fatti dell’11 settembre 2001 per ascoltare l’opinione dei 4500 cittadini partecipanti all’evento sulla ricostruzione del quartiere newyorkese.
- Progetto New Orleans Unificata coinvolsero 4000 cittadini di New Orleans in tre congressi della comunità (ottobre 2006, dicembre 2006 e gennaio 2007) per definire un progetto di ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina.
Di solito i Town Meeting del 21° secolo coinvolgono da 500 a 5000 cittadini che possono intervenire su argomenti locali, regionali o nazionali per circa un giorno in cui si tenta di combinare la deliberazione faccia a faccia in piccola scala con interazioni a larga scala e decisioni collettive. Per raggiungere questo scopo, vengono utilizzati vari metodi e tecnologie:
1) dialoghi che si svolgono in piccoli gruppi, composti da 10-12 cittadini che rispecchiano la diversità demografica della città, con un facilitatore indipendente;
2) ogni tavolo ha computers collegati in rete con tutti gli altri della sala per una emersione istantanea di idee e voti da ciascun gruppo;
3) l’individuazione delle questioni da trattare è mediata dai membri di AmericaSpeaks, che distilla i commenti dai tavoli e li assembla in temi sottoponibili alla sala per ulteriori commenti o voti;
4) ciascun cittadino ha un tastierino utilizzato durante la giornata per votare e per fornire dettagli demografici;
5) schermi video giganti presentano a tutti i partecipanti i dati, i temi scelti e le informazioni in tempo reale per una retroazione immediata;
6) specialisti e parti coinvolte sono presenti agli incontri: gli esperti forniscono informazioni bilanciate per dare le basi alla deliberazione dei cittadini e sono a loro disposizione tutto il giorno per rispondere alle domande e fornire consigli se richiesti.
- Una delle occasioni più famose nella quale venne utilizzata la metodologia dei Town Meeting fu “Ascoltare la città: ricostruire Manhattan Bassa”, organizzata in seguito ai fatti dell’11 settembre 2001 per ascoltare l’opinione dei 4500 cittadini partecipanti all’evento sulla ricostruzione del quartiere newyorkese.
- Progetto New Orleans Unificata coinvolsero 4000 cittadini di New Orleans in tre congressi della comunità (ottobre 2006, dicembre 2006 e gennaio 2007) per definire un progetto di ricostruzione di New Orleans dopo l’uragano Katrina.
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Alcune notizie
- Mario Monti al posto di Jean-Claude Juncker alla guida dell'Eurogruppo?
L'Italia di Mario Monti e la Germania di Angela Merkel tornano oggi a sedersi intorno al tavolo. Quello di Palazzo Chigi dove la cancelliera arriverà nel pomeriggio per incontrare il Professore. L'appuntamento si svolge a un mese dall'incontro saltato per le improvvise dimissioni dell'ex presidente tedesco Christian Wulff . Monti sarà di ritorno dall'Eurogruppo e dall'Ecofin di Bruxelles, la Cancelliera da una missione a sorpresa oggi in Afghanistan. E mentre il Professore ha incassato dal quotidiano Le Monde la candidatura alla guida dell'Eurogruppo al posto di Jean-Claude Juncker che ha deciso di lasciare - forse anche per le tensioni con una Berlino troppo rigorista - il nuovo faccia a faccia con la Merkel cade in un momento in cui la crisi non spaventa più come qualche mese fa, ma continua a preoccupare. Monti a Bruxelles ha parlato della Tobin tax, della necessità di valutare l'impatto sulle famiglie e di stringere un accordo a 27.
-Lui è il Presidente uscente , Sarkozy ,l’altro è lo sfidante Hollande ,il 6 maggio 2012 si vota
da sempre dirigente del Partito Socialista Francese. La presidenza francese sarà una questione tra i due. Le previsioni li vedono a poca distanza al primo turno del sistema maggioritario ( 29 contro 26% , a vantaggio del socialista ) ; al ballottaggio invece la distanza si allargherebbe notevolmente ( 55 contro 45 % ).
- Elezioni Comunali e si terranno il 6 e 7 maggio. I comuni interessati al voto sono 1.025.
- Dopo i ballottaggi ,cioè il 21/05, si dovrebbe vedere la nuova legge elettorale, che nel giro di qualche mese potrebbe diventare legge, se non si combina niente , dice Bersani "noi faremo le primarie."
In queste situazioni,se RAI e legge anticorruzione ( incontro tra Monti e i tre leader fra 15 giorni) e il tavolo sul lavoro non troveranno una soluzione accettabile, In autunno si potrebbe andare a votare.
Monti alla guida dell'Eurogruppo, Bersani alla presidenza del Consiglio con una maggioranza di centrosinistra aperta all UDC per fare quello che Monti non ha potuto fare con la maggioranza di centrodestra.
- Mario Monti al posto di Jean-Claude Juncker alla guida dell'Eurogruppo?
L'Italia di Mario Monti e la Germania di Angela Merkel tornano oggi a sedersi intorno al tavolo. Quello di Palazzo Chigi dove la cancelliera arriverà nel pomeriggio per incontrare il Professore. L'appuntamento si svolge a un mese dall'incontro saltato per le improvvise dimissioni dell'ex presidente tedesco Christian Wulff . Monti sarà di ritorno dall'Eurogruppo e dall'Ecofin di Bruxelles, la Cancelliera da una missione a sorpresa oggi in Afghanistan. E mentre il Professore ha incassato dal quotidiano Le Monde la candidatura alla guida dell'Eurogruppo al posto di Jean-Claude Juncker che ha deciso di lasciare - forse anche per le tensioni con una Berlino troppo rigorista - il nuovo faccia a faccia con la Merkel cade in un momento in cui la crisi non spaventa più come qualche mese fa, ma continua a preoccupare. Monti a Bruxelles ha parlato della Tobin tax, della necessità di valutare l'impatto sulle famiglie e di stringere un accordo a 27.
-Lui è il Presidente uscente , Sarkozy ,l’altro è lo sfidante Hollande ,il 6 maggio 2012 si vota
da sempre dirigente del Partito Socialista Francese. La presidenza francese sarà una questione tra i due. Le previsioni li vedono a poca distanza al primo turno del sistema maggioritario ( 29 contro 26% , a vantaggio del socialista ) ; al ballottaggio invece la distanza si allargherebbe notevolmente ( 55 contro 45 % ).
- Elezioni Comunali e si terranno il 6 e 7 maggio. I comuni interessati al voto sono 1.025.
- Dopo i ballottaggi ,cioè il 21/05, si dovrebbe vedere la nuova legge elettorale, che nel giro di qualche mese potrebbe diventare legge, se non si combina niente , dice Bersani "noi faremo le primarie."
In queste situazioni,se RAI e legge anticorruzione ( incontro tra Monti e i tre leader fra 15 giorni) e il tavolo sul lavoro non troveranno una soluzione accettabile, In autunno si potrebbe andare a votare.
Monti alla guida dell'Eurogruppo, Bersani alla presidenza del Consiglio con una maggioranza di centrosinistra aperta all UDC per fare quello che Monti non ha potuto fare con la maggioranza di centrodestra.
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Mi chiedo ancora quale maggioranza voterà la legge elettorale.
E' evidente che il porcellum non va modificato ma smantellato, ma la discarica non accetterà mai.
E manco gli ichino della situazione, che rischierebbero di dover andare a lavorare sul serio, dopo.
E' evidente che il porcellum non va modificato ma smantellato, ma la discarica non accetterà mai.
E manco gli ichino della situazione, che rischierebbero di dover andare a lavorare sul serio, dopo.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
«Monti non si ricandiderà, con lui
spread sotto 300, con noi era 34»
«Un grande partito normalmente presenta il proprio leader come candidato a capo del governo, perché da noi si devono fare sempre cose strane?».
Massimo D'Alema ha risposto così durante la registrazione di 'Rapporto Carelli' su SkyTg24 a proposito della leadership del Pd alle prossime elezioni.
A proposito di alleanze però il presidente del Copasir non si è sbilanciato:
«Non sappiamo ancora con quale legge elettorale voteremo - ha detto -.
Io spero con un'altra legge perché questa ha difetti insostenibili:
incoraggia ammucchiate elettorali che non riescono a garantire il governo del paese, ormai è così da venti anni, sarebbe il caso di non insistere».
D'Alema ha ribadito che il sistema migliore, a suo avviso, sarebbe il doppio turno ma visto che non incontra consensi:
«Meglio un sistema tedesco, un proporzionale con sbarramento, con il quale i partiti si possono presentare con il loro simbolo e il loro programma».
«Non sono io che auspico che si voti nel 2013.
È la Costituzione che lo prevede.
E Monti non si presenterà alle elezioni, anche perché è senatore a vita.
Significativamente il presidente della Repubblica lo ha sottratto alla contesa politica, e lui stesso si è sottratto.
Ma questo non impedisce ad altri tecnici di questo governo di farlo».
Dice l'ex Presidente del Consiglio.
Massimo D'Alema riconosce
«grandi meriti al governo Monti»
e saluta
«oggi che lo spread è sceso sotto i 300 punti.
Ma quando noi nel 2008 lasciammo il governo lo spread era a 34 punti.
E Padoa Schioppa non aveva nulla da invidiare ai tecnici di oggi».
Quindi D' Alema aggiunge:
«Monti è stato una svolta straordinariamente positiva rispetto a Berlusconi, non rispetto alla politica.
La politica è un concetto più vasto e diverso da Berlusconi».
Per Massimo D'Alema «la normalità» a cui il Paese dovrà tornare dopo il governo Monti
«non significa tornare a quello che c'era prima:
significa cambiare la classe elettorale, rinnovare la classe dirigente che non è vero che è formata sempre dagli stessi».
«La segreteria del mio partito è formata da persone che hanno venti anni meno di me.
C'è un ricambio in atto della classe dirigente.
Le elezioni possono accelerarlo».
«È evidente che Alfano vive una particolare difficoltà per le tensioni nel suo partito e su alcuni temi, come la Rai e la giustizia, che sono i punti sensibili di Berlusconi che torna ad avere un ruolo predominante».
«Berlusconi continua a svolgere un ruolo non positivo, l'onorevole Alfano dovrebbe essere lasciato in grado di svolgere il suo ruolo»
, aggiunge D'Alema.
«Nessuno ha l'interesse o la forza di mettersi contro il governo Monti»,
dice il presidente del Copasir
«sono schermaglie politiche:
Alfano, in particolare, è in difficoltà per le tensioni nel Pdl e perchè Rai e Giustizia sono temi sensibili a Berlusconi».
In proposito, aggiunge D'Alema,
«Berlusconi continua a svolgere un ruolo non positivo e credo che Alfano dovrebbe essere messo nelle condizioni di svolgere maggiormente la propria funzione».
Il Governo, ha proseguito il presidente del Copasir,
«deve comunque fare il governo, deve occuparsi di tutti i problemi, non può avere materie precluse.
È lì nella pienezza dei suoi poteri»
http://www.unita.it/italia/monti-non-si ... 4-1.391613
spread sotto 300, con noi era 34»
«Un grande partito normalmente presenta il proprio leader come candidato a capo del governo, perché da noi si devono fare sempre cose strane?».
Massimo D'Alema ha risposto così durante la registrazione di 'Rapporto Carelli' su SkyTg24 a proposito della leadership del Pd alle prossime elezioni.
A proposito di alleanze però il presidente del Copasir non si è sbilanciato:
«Non sappiamo ancora con quale legge elettorale voteremo - ha detto -.
Io spero con un'altra legge perché questa ha difetti insostenibili:
incoraggia ammucchiate elettorali che non riescono a garantire il governo del paese, ormai è così da venti anni, sarebbe il caso di non insistere».
D'Alema ha ribadito che il sistema migliore, a suo avviso, sarebbe il doppio turno ma visto che non incontra consensi:
«Meglio un sistema tedesco, un proporzionale con sbarramento, con il quale i partiti si possono presentare con il loro simbolo e il loro programma».
«Non sono io che auspico che si voti nel 2013.
È la Costituzione che lo prevede.
E Monti non si presenterà alle elezioni, anche perché è senatore a vita.
Significativamente il presidente della Repubblica lo ha sottratto alla contesa politica, e lui stesso si è sottratto.
Ma questo non impedisce ad altri tecnici di questo governo di farlo».
Dice l'ex Presidente del Consiglio.
Massimo D'Alema riconosce
«grandi meriti al governo Monti»
e saluta
«oggi che lo spread è sceso sotto i 300 punti.
Ma quando noi nel 2008 lasciammo il governo lo spread era a 34 punti.
E Padoa Schioppa non aveva nulla da invidiare ai tecnici di oggi».
Quindi D' Alema aggiunge:
«Monti è stato una svolta straordinariamente positiva rispetto a Berlusconi, non rispetto alla politica.
La politica è un concetto più vasto e diverso da Berlusconi».
Per Massimo D'Alema «la normalità» a cui il Paese dovrà tornare dopo il governo Monti
«non significa tornare a quello che c'era prima:
significa cambiare la classe elettorale, rinnovare la classe dirigente che non è vero che è formata sempre dagli stessi».
«La segreteria del mio partito è formata da persone che hanno venti anni meno di me.
C'è un ricambio in atto della classe dirigente.
Le elezioni possono accelerarlo».
«È evidente che Alfano vive una particolare difficoltà per le tensioni nel suo partito e su alcuni temi, come la Rai e la giustizia, che sono i punti sensibili di Berlusconi che torna ad avere un ruolo predominante».
«Berlusconi continua a svolgere un ruolo non positivo, l'onorevole Alfano dovrebbe essere lasciato in grado di svolgere il suo ruolo»
, aggiunge D'Alema.
«Nessuno ha l'interesse o la forza di mettersi contro il governo Monti»,
dice il presidente del Copasir
«sono schermaglie politiche:
Alfano, in particolare, è in difficoltà per le tensioni nel Pdl e perchè Rai e Giustizia sono temi sensibili a Berlusconi».
In proposito, aggiunge D'Alema,
«Berlusconi continua a svolgere un ruolo non positivo e credo che Alfano dovrebbe essere messo nelle condizioni di svolgere maggiormente la propria funzione».
Il Governo, ha proseguito il presidente del Copasir,
«deve comunque fare il governo, deve occuparsi di tutti i problemi, non può avere materie precluse.
È lì nella pienezza dei suoi poteri»
http://www.unita.it/italia/monti-non-si ... 4-1.391613
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
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«Monti non si ricandiderà, con lui
spread sotto 300, con noi era 34»
«Un grande partito normalmente presenta il proprio leader come candidato a capo del governo, perché da noi si devono fare sempre cose strane?».
Massimo D'Alema ha risposto così durante la registrazione di 'Rapporto Carelli' su SkyTg24 a proposito della leadership del Pd alle prossime elezioni.
«Non sono io che auspico che si voti nel 2013.
È la Costituzione che lo prevede.
E Monti non si presenterà alle elezioni, anche perché è senatore a vita.
Significativamente il presidente della Repubblica lo ha sottratto alla contesa politica, e lui stesso si è sottratto.
Ma questo non impedisce ad altri tecnici di questo governo di farlo».
oh...mi pare che Baffino sia tornato abbastanza tonico...
almeno a parole...
ma in quello è sempre stato bravo.
e comunque lo preferisco e lo preferirò sempre alla fairy band degli "oni" (che fa capo a Veltroni)
Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
Ecco svelato il piano dei moderati: nel 2013 una bella alleanza Pdl-Lega...
GIOVEDÌ 15 MARZO 2012 10:33
«Confido nel cavallo di razza che si sta dimostrando Angelino Alfano e nel potere che Silvio Berlusconi gli sta progressivamente lasciando». Con queste ultime parole dell’intervista rilasciata a Libero, Roberto Maroni disegna uno scenario che fino a qualche giorno fa sembrava quasi impossibile. Una riedizione della vecchia, solita alleanza Pdl-Lega con cui presentarsi alle elezioni del 2013 e tornare al governo ancora una volta con la stessa formula del 2001 e del 2008.
Si capisce così anche il senso dell’appello rivolto dallo stesso Angelino Alfano al Carroccio dal palco di Orvieto: “dobbiamo stare insieme per sconfiggere la sinistra”, aveva detto il segretario agli ex alleati. Una proposta valida non tanto per le amministrative (in cui i leghisti correranno quasi ovunque da soli) ma per le prossime politiche. Ed è la conferma di quanto siano fondate le perplessità di quanti - all’interno del Nuovo polo - preferirebbero andare avanti per la propria strada senza cedere alle sirene di Angelino in nome del “moderatismo”.
Il piano dei “moderati” sarebbe dunque la ricucitura tra i feudi di Bossi e Berlusconi. Un po’ di maquillage nei rispettivi partiti, una piccola “pausa di riflessione” e poi si riparte. Contro i “tassassini” tecnici, contro l’annichilimento del parlamento, contro Monti insomma (è questo il programma di Maroni). «La Lega è Bossi e Bossi è la Lega», sottolinea l’ex ministro dell’Interno a garanzia della continuità con il passato. Quanto al Pdl e alla continuità della gestione Alfano con il sistema arcoriano, non c’è nemmeno bisogno di rassicurazioni.
http://www.ilfuturista.it/politica/ecco ... -lega.html
GIOVEDÌ 15 MARZO 2012 10:33
«Confido nel cavallo di razza che si sta dimostrando Angelino Alfano e nel potere che Silvio Berlusconi gli sta progressivamente lasciando». Con queste ultime parole dell’intervista rilasciata a Libero, Roberto Maroni disegna uno scenario che fino a qualche giorno fa sembrava quasi impossibile. Una riedizione della vecchia, solita alleanza Pdl-Lega con cui presentarsi alle elezioni del 2013 e tornare al governo ancora una volta con la stessa formula del 2001 e del 2008.
Si capisce così anche il senso dell’appello rivolto dallo stesso Angelino Alfano al Carroccio dal palco di Orvieto: “dobbiamo stare insieme per sconfiggere la sinistra”, aveva detto il segretario agli ex alleati. Una proposta valida non tanto per le amministrative (in cui i leghisti correranno quasi ovunque da soli) ma per le prossime politiche. Ed è la conferma di quanto siano fondate le perplessità di quanti - all’interno del Nuovo polo - preferirebbero andare avanti per la propria strada senza cedere alle sirene di Angelino in nome del “moderatismo”.
Il piano dei “moderati” sarebbe dunque la ricucitura tra i feudi di Bossi e Berlusconi. Un po’ di maquillage nei rispettivi partiti, una piccola “pausa di riflessione” e poi si riparte. Contro i “tassassini” tecnici, contro l’annichilimento del parlamento, contro Monti insomma (è questo il programma di Maroni). «La Lega è Bossi e Bossi è la Lega», sottolinea l’ex ministro dell’Interno a garanzia della continuità con il passato. Quanto al Pdl e alla continuità della gestione Alfano con il sistema arcoriano, non c’è nemmeno bisogno di rassicurazioni.
http://www.ilfuturista.it/politica/ecco ... -lega.html
Re: E DOPO MONTI CHE SUCCEDERA' ? CHE VORREMMO SUCCEDESSE?
di Antonio Padellaro | 15 marzo 2012
Democrazia sospesa democrazia scippata
È giusto che in democrazia chi viene apprezzato solo dall’8 (o 4) per cento degli elettori possa controllare il cento per cento delle Camere? È ciò che ci aspetta tra un anno quando, Monti o non Monti, si dovrà eleggere il nuovo Parlamento.
“Si dovrà” è l’espressione più appropriata al tempo della politica rinnegata e dei partiti gonfi di denaro pubblico (troppo spesso amministrato da ladri matricolati), blindati nei loro intoccabili privilegi, ma soprattutto incapaci di portare a termine i loro compiti quando non addirittura responsabili di catastrofi finanziarie come quella che ha condotto l’Italia a un passo dal default. Adesso che (forse) il pericolo sembra scampato, questi bei tomi rialzano il capino, accusano di “spocchia” il governo dei tecnici e annunciano (anzi minacciano) trionfanti: “Stiamo tornando” (Gasparri e D’Alema).
Perché mai, allora, una persona di normale moralità e buon senso, non affiliata a cricche e non foraggiata dai vari Lusi, dovrebbe recarsi festosamente alle urne per deporvi una scheda che, nel migliore dei casi, servirà a far eleggere un piffero indicato dal sinedrio partitico e nel peggiore riporterà a Palazzo gli stessi lestofanti già salvati dalla galera dai loro stessi sodali di casta o tutelati da qualche “innovativa” sentenza della Cassazione? Ci sembra di sentire gli alti lamenti levarsi a difesa dei partiti “previsti dalla Costituzione” e dove “qualche mela marcia non può far dimenticare i tanti che lavorano per il bene della collettività” bla bla bla. Alle “mele sane”, che certamente sono tante e degne di rispetto, vorremmo sommessamente spiegare che, fino a quando non faranno qualcosa di energico e visibile per distinguersi dai delinquenti, nella percezione pubblica saranno accomunati nello stesso cesto e apprezzati da qualche amico o parente: l’8 (o 4) per cento per l’appunto. Il cesto è quel partito unico nazionale (Pun) che ingaggia penose guerre dei bottoni solo per sgraffignare qualche voto in più alle prossime amministrative.
E non date neppure retta agli alterchi su Rai e Giustizia tra Alfano, Bersani e Casini in vista del vertice di oggi con Monti. Sulle tv, come ha spiegato Gad Lerner a L’Infedele, l’obiettivo comune di ABC è non mollare di un centimetro e di un minuto le apparizioni nella miriade di talk show che per i politici, avendo essi smesso di parlare con la gente e di impegnarsi su buone leggi, resta l’unico modo (ancorché in caduta progressiva di ascolti) per certificare la propria esistenza in vita. Quanto alla Giustizia, già si riparla di una legge sulle intercettazioni per consentire ai parlamentari collusi con mafia e mazzette di dormire sonni tranquilli.
Vedrete che, tacitato il sinedrio, il governo Monti-Fornero-Passera potrà dedicarsi senza ulteriori disturbi alla decisa potatura di Welfare e diritti dei lavoratori: il mandato che viene dall’Europa. Non siamo pessimisti, cerchiamo solo di prefigurare il futuro che ci attende, dove alla democrazia “sospesa” potrebbe sostituirsi la democrazia “scippata”. I rimedi non mancano e più volte ne abbiamo parlato su queste pagine.
Un meccanismo obbligatorio delle primarie, per esempio, che costringa i partiti a scegliere i candidati più apprezzati e non quelli più fedeli. La creazione di liste civiche che portino alla ribalta tanti giovani amministratori di destra e di sinistra finora schiacciati sotto il tappo dei soliti inamovibili leader. Oppure chiedere alle forze apparentemente schierate contro “questa” politica (Idv, Sel, Cinque Stelle e poco altro) di togliere spazio al personale di apparato, per darlo ai “migliori” che nelle professioni o nel mondo universitario e della cultura intendano dedicarsi a quello che una volta si chiamava “il bene comune”. Utopie? Castelli in aria? Forse. Ma sempre meglio che lasciare le istituzioni nelle mani di questi qua. Il dibattito è aperto.
Il Fatto Quotidiano, 15 Marzo 2012
Democrazia sospesa democrazia scippata
È giusto che in democrazia chi viene apprezzato solo dall’8 (o 4) per cento degli elettori possa controllare il cento per cento delle Camere? È ciò che ci aspetta tra un anno quando, Monti o non Monti, si dovrà eleggere il nuovo Parlamento.
“Si dovrà” è l’espressione più appropriata al tempo della politica rinnegata e dei partiti gonfi di denaro pubblico (troppo spesso amministrato da ladri matricolati), blindati nei loro intoccabili privilegi, ma soprattutto incapaci di portare a termine i loro compiti quando non addirittura responsabili di catastrofi finanziarie come quella che ha condotto l’Italia a un passo dal default. Adesso che (forse) il pericolo sembra scampato, questi bei tomi rialzano il capino, accusano di “spocchia” il governo dei tecnici e annunciano (anzi minacciano) trionfanti: “Stiamo tornando” (Gasparri e D’Alema).
Perché mai, allora, una persona di normale moralità e buon senso, non affiliata a cricche e non foraggiata dai vari Lusi, dovrebbe recarsi festosamente alle urne per deporvi una scheda che, nel migliore dei casi, servirà a far eleggere un piffero indicato dal sinedrio partitico e nel peggiore riporterà a Palazzo gli stessi lestofanti già salvati dalla galera dai loro stessi sodali di casta o tutelati da qualche “innovativa” sentenza della Cassazione? Ci sembra di sentire gli alti lamenti levarsi a difesa dei partiti “previsti dalla Costituzione” e dove “qualche mela marcia non può far dimenticare i tanti che lavorano per il bene della collettività” bla bla bla. Alle “mele sane”, che certamente sono tante e degne di rispetto, vorremmo sommessamente spiegare che, fino a quando non faranno qualcosa di energico e visibile per distinguersi dai delinquenti, nella percezione pubblica saranno accomunati nello stesso cesto e apprezzati da qualche amico o parente: l’8 (o 4) per cento per l’appunto. Il cesto è quel partito unico nazionale (Pun) che ingaggia penose guerre dei bottoni solo per sgraffignare qualche voto in più alle prossime amministrative.
E non date neppure retta agli alterchi su Rai e Giustizia tra Alfano, Bersani e Casini in vista del vertice di oggi con Monti. Sulle tv, come ha spiegato Gad Lerner a L’Infedele, l’obiettivo comune di ABC è non mollare di un centimetro e di un minuto le apparizioni nella miriade di talk show che per i politici, avendo essi smesso di parlare con la gente e di impegnarsi su buone leggi, resta l’unico modo (ancorché in caduta progressiva di ascolti) per certificare la propria esistenza in vita. Quanto alla Giustizia, già si riparla di una legge sulle intercettazioni per consentire ai parlamentari collusi con mafia e mazzette di dormire sonni tranquilli.
Vedrete che, tacitato il sinedrio, il governo Monti-Fornero-Passera potrà dedicarsi senza ulteriori disturbi alla decisa potatura di Welfare e diritti dei lavoratori: il mandato che viene dall’Europa. Non siamo pessimisti, cerchiamo solo di prefigurare il futuro che ci attende, dove alla democrazia “sospesa” potrebbe sostituirsi la democrazia “scippata”. I rimedi non mancano e più volte ne abbiamo parlato su queste pagine.
Un meccanismo obbligatorio delle primarie, per esempio, che costringa i partiti a scegliere i candidati più apprezzati e non quelli più fedeli. La creazione di liste civiche che portino alla ribalta tanti giovani amministratori di destra e di sinistra finora schiacciati sotto il tappo dei soliti inamovibili leader. Oppure chiedere alle forze apparentemente schierate contro “questa” politica (Idv, Sel, Cinque Stelle e poco altro) di togliere spazio al personale di apparato, per darlo ai “migliori” che nelle professioni o nel mondo universitario e della cultura intendano dedicarsi a quello che una volta si chiamava “il bene comune”. Utopie? Castelli in aria? Forse. Ma sempre meglio che lasciare le istituzioni nelle mani di questi qua. Il dibattito è aperto.
Il Fatto Quotidiano, 15 Marzo 2012
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