Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 35
Diario di un disastro – 28 settembre 2012 - 1
Un osservatore inviato da Venere per studiare il comportamento dei terrestri non riuscirebbe mai a comprendere la commedia che si volge giorno dopo giorno in quella particolare zona del pianeta Terra a forma di stivale.
I gestori del potere, denominati politici, ripetono comportamenti che il precedente osservatore inviato su questo pianeta 50 anni fa va aveva descritto nel suo rapporto come quello in cui la tribù degli italici erano soliti relegare i loro simili ritenuti con facoltà mentali fortemente ridotte rispetto alla normalità, in luoghi dedicati che venivano chiamati “Manicomi”.
Nei manicomi durante la giornata questi esseri umani venivano radunati in grandi saloni in cui erano lasciati liberi di dire tutte le cose che gli passavano per la testa, mentre i comportamenti erano sorvegliati per non recare danno a se stessi o ad altri.
I politici di oggi parlano, parlano, parlano, parlano, dicono tantissime cose spesso sconclusionate come gli esseri umani ricoverati nei manicomi mezzo secolo fa. Poi con assoluta normalità a secondo dei casi e delle circostanze affermano con assoluta tranquillità l’esatto contrario. La cosa che più colpisce l’osservatore è il comportamento di chi li ascolta. Non riesce a capacitarsi come possano accettare passivamente sentirsi dire cose e il loro esatto contrario senza chiedersi mai quale versione in realtà sia quella giusta, come se questa tipologia di comportamento fosse la normalità corrente. Il rapporto di mezzo secolo fa raccontava cose diverse. Le parole dette nei luoghi pubblici, ma anche in quelli privati, avevano un certo valore e venivano rispettate. Oggi vengono tranquillamente accettate sia che affermino un principio, un fatto, sia che a breve si affermi l’esatto contrario.
Non più tardi di un anno fa Angelino Jolie, nominato segretario del Pdl, davanti al suo pubblico, recitò la parte del leone che avrebbe spaccato mari e monti.
Promise con enfasi rassicurante che il suo sarebbe stato “IL PARTITO DEGLI ONESTI”.
Un’annunciazione piuttosto ridicola, nel contesto.
Chi allora avesse una conoscenza minima del partito che intendeva guidare Jolie, sapeva benissimo che quello era il partito dei ladri e dei bucanieri.
Era quindi più che stupefacente che la menzogna raccontata come se niente fosse, apparisse come se fosse una sacrosanta verità rivelata. Il tempo che è galantuomo, prima ha riportato in seconda fila, retrocesso, il segretario diventato precario, Jolie, e poi una serie di eventi, compreso quello della performance del governatore della Lombardia, il Celeste Roberto Forchettoni, che dura in modo ignobile da mesi, e ultimi i fatti recenti che hanno azzerato la Regione Lazio, hanno praticamente confermato che il Pdl non poteva essere niente di diverso da quello che era.
Come poteva pensare Jolie che un partito di ladri diventasse all’improvviso la “Banda degli onesti” ???
Diario di un disastro – 28 settembre 2012 - 1
Un osservatore inviato da Venere per studiare il comportamento dei terrestri non riuscirebbe mai a comprendere la commedia che si volge giorno dopo giorno in quella particolare zona del pianeta Terra a forma di stivale.
I gestori del potere, denominati politici, ripetono comportamenti che il precedente osservatore inviato su questo pianeta 50 anni fa va aveva descritto nel suo rapporto come quello in cui la tribù degli italici erano soliti relegare i loro simili ritenuti con facoltà mentali fortemente ridotte rispetto alla normalità, in luoghi dedicati che venivano chiamati “Manicomi”.
Nei manicomi durante la giornata questi esseri umani venivano radunati in grandi saloni in cui erano lasciati liberi di dire tutte le cose che gli passavano per la testa, mentre i comportamenti erano sorvegliati per non recare danno a se stessi o ad altri.
I politici di oggi parlano, parlano, parlano, parlano, dicono tantissime cose spesso sconclusionate come gli esseri umani ricoverati nei manicomi mezzo secolo fa. Poi con assoluta normalità a secondo dei casi e delle circostanze affermano con assoluta tranquillità l’esatto contrario. La cosa che più colpisce l’osservatore è il comportamento di chi li ascolta. Non riesce a capacitarsi come possano accettare passivamente sentirsi dire cose e il loro esatto contrario senza chiedersi mai quale versione in realtà sia quella giusta, come se questa tipologia di comportamento fosse la normalità corrente. Il rapporto di mezzo secolo fa raccontava cose diverse. Le parole dette nei luoghi pubblici, ma anche in quelli privati, avevano un certo valore e venivano rispettate. Oggi vengono tranquillamente accettate sia che affermino un principio, un fatto, sia che a breve si affermi l’esatto contrario.
Non più tardi di un anno fa Angelino Jolie, nominato segretario del Pdl, davanti al suo pubblico, recitò la parte del leone che avrebbe spaccato mari e monti.
Promise con enfasi rassicurante che il suo sarebbe stato “IL PARTITO DEGLI ONESTI”.
Un’annunciazione piuttosto ridicola, nel contesto.
Chi allora avesse una conoscenza minima del partito che intendeva guidare Jolie, sapeva benissimo che quello era il partito dei ladri e dei bucanieri.
Era quindi più che stupefacente che la menzogna raccontata come se niente fosse, apparisse come se fosse una sacrosanta verità rivelata. Il tempo che è galantuomo, prima ha riportato in seconda fila, retrocesso, il segretario diventato precario, Jolie, e poi una serie di eventi, compreso quello della performance del governatore della Lombardia, il Celeste Roberto Forchettoni, che dura in modo ignobile da mesi, e ultimi i fatti recenti che hanno azzerato la Regione Lazio, hanno praticamente confermato che il Pdl non poteva essere niente di diverso da quello che era.
Come poteva pensare Jolie che un partito di ladri diventasse all’improvviso la “Banda degli onesti” ???
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 36
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 1
Gianfranco Fini invitato a “Otto e mezzo” dalla Gruber apprende strada facendo della comparsa della lettera ricattatoria di Lavitola a Berlusconi. Venti pagine in cui l’ex direttore dell’Avanti sostiene:
“Cavaliere, lei è in debito con me”.
Da cui si evince che nel pacchetto delle porcate ci stava anche la parte riguardante il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.
Cinquecentomila euro per distruggere Gianfranco Fini.
Ovviamente la notizia è una bomba che ha come effetto la demolizione delle mura della cittadella di destra della seconda Repubblica.
La notiziona servita su di un piatto d’argento non poteva quindi non rappresentare la prima domanda della giornalista da combattimento Lilli la rossa, costretta a cambiare velocemente la scaletta del programma ma felice di poter fare per lo scoop in diretta.
Fini è soddisfatto perché dal suo punto di vista gli viene resa giustizia. Però non si ferma qui e ammolla un destro alla bocca dello stomaco del caimano destinato a lasciare il segno.
“Questo è Berlusconi ed ora che la gente sappia chi è”
Un attacco frontale piuttosto inusitato tra colleghi della politica, tendente a seppellire nuovamente la cara salma resuscitata da poco dal mondo dei trapassati per l’ennesima volta.
Gli effetti non tardano a farsi sentire. La salma naturalmente “querela”, in Italia è prassi.
Anna Maria Bernini a Linea notte prende ovviamente le difese del duce-salma, sostenendo la tesi piuttosto debole, manicomiale, che un Presidente della Camera non deve consentirsi di fare diffamazioni di quel tipo nei confronti di ex premier.
Veramente Lavitola non accenna alla demolizione del Presidente della Camera, ma del cittadino Gianfranco Fini che svolge l’attività di parlamentare.
Non essendo un attacco diretto all’istituzione, da cittadino e parlamentare Fini ha il diritto di difendersi da chi intendeva demolirlo su commissione.
Ma certamente non finirà qui ed il fatto è destinato ad infiammare la già difficile posizione del Pdl.
Da quando è rientrato, il salmone affumicato non ha fatto altro che accumulare una serie di errori dopo l’altro sia dal punto di vista politico che della comunicazione, il campo che lo ha visto sovrano indiscusso per 18 anni.
Sembra sempre di più “Artemio”, I mostri, “so’ contento,….so’ contento”.
http://www.youtube.com/watch?v=vHDBZJOztKM
Nella nobile arte, direbbero che la cara salma è un buon incassatore, mentre a Barcellona direbbero che
“es un toro excepcional”, continuano ad infilargli bandelillas su groppone ma non stramazza mai a terra. E se stramazza dopo un po’ si rialza.
Solo che questa volta è bolso e stracotto e il Pdl è sul punto di implodere.
Il Pdl come ha sostenuto Fini ieri sera è Berlusconi. Se il caimano viene messo alle corde anche il Pdl viene messo alle corde.
***
“Cavaliere, lei è in debito con me”.
Ecco la lettera del ricatto di Lavitola a Berlusconi
Venti pagine in cui l'ex direttore de L'Avanti! mette sotto scacco l'ex premier con una serie di richieste in denaro e soprattutto elencando le tante promesse non mantenute dall'allora presidente del Consiglio: "Entrare nel governo o nel Parlamento europeo o almeno nel Cda Rai"; ottenere comunque "un incarico importante all'inizio del 2010; "collocare Iannucci nel Cda dell'Eni"; "nominare (Paolo) Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica"
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 28 settembre 2012Commenti (384)
Video lettera
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ni/367240/
Cinquecentomila euro per distruggere Gianfranco Fini, un’incessante opera per comprare i senatori del centrosinistra ad epoca del governo Prodi, la distruzione di foto di Silvio Berlusconi con alcuni camorristi. E ancora: informazioni a Clemente Mastella sulle indagini della procura di Santa Maria Capua Vetere. Valter Lavitola, il faccendiere in carcere a Napoli dal 16 aprile scorso, racconta tutto questo in una lettera di 20 pagine (datata Rio De Janeiro 13 dicembre 2011) fatta arrivare all’ex premier Silvio Berlusconi - e rintracciata dagli inquirenti sul computer di Carmelo Pintabona, l’uomo d’affari e politico di origine siciliana che con Lavitola è indagato per tentata estorsione all’ex premier - con la quale lo ricatta e gli chiede milioni e milioni di euro.
“Le cose fatte tra noi le ho fatte scientemente e come tale da uomo. Lei, non sarà mai coinvolto! Dico mai e poi mai!”, promette l’ex direttore de L’Avanti! all’allora presidente del consiglio mentre, dall’altra parte, gli elenca tutte le “promesse” mancate: “entrare nel governo o nel Parlamento europeo o almeno nel Cda Rai”; ottenere comunque “un incarico importante all’inizio del 2010; “collocare Iannucci nel Cda dell’Eni”; “nominare (Paolo) Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica“.
LE “CONCESSIONI” DI BERLUSCONI A LAVITOLA - Nel testo, zeppo di refusi e strafalcioni, Lavitola elenca una serie di benefici che l’ex premier gli avrebbe concesso in cambio di favori vari. In particolare, un rimborso spese per il suo viaggio a Santa Lucia, in Centro America, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell’appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini. Lavitola scrive di aver ottenuto “400/500mila euro (non ricordo) di rimborso spese per la ‘casa di Montecarlo‘, dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro)”. Documenti di cui Berlusconi si sarebbe servito per colpire il presidente della Camera e che dunque, afferma l’ex direttore dell’Avanti!, scottavano: per evitare che gli fossero trovati, li portarono fuori dall’aeroporto i piloti del volo privato Panama-Roma pagato, appunto, dal presidente del Paese centroamericano.
I “SERVIZI” RESI DA VALTERINO A BERLUSCONI - L’ex direttore dell’Avanti! elenca poi tutte le altre circostanze in cui, a suo dire, avrebbe reso servigi al Cavaliere: “Era in debito – scrive – per aver io ‘comprato’ De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie della procura di Santa Maria Capua Vetere, da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie” e per avere “lavorato” Dini. A fronte di tanti favori, Berlusconi avrebbe fatto a Lavitola delle promesse, molte delle quali però non mantenute. Il giornalista si lamenta, in particolare, di non essere entrato a far parte del governo, di non essere stato eletto al Parlamento europeo e di non avere avuto incarichi importanti.
LE FOTO DI B. CON BASSOLINO E I CAMORRISTI - Particolarmente inquietante il passaggio sull’ex maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, coinvolto nell’inchiesta P4 assieme al deputato del Pdl Alfonso Papa e all’uomo d’affari Luigi Bisignani e latitante da oltre un anno (“io lo mantengo da un anno in Senegal“): “Era la fonte – scrive Lavitola a Berlusconi – che ha quantomeno contribuito a salvare Bertolaso (glielo può chiedere), ci ha coperti nell’indagine sull’acquisto dei senatori, ha dato una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha eliminato alcune foto che La vedevano ritratto assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda dei rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero). Eravamo in grande debito e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai servizi per guadagnare 200 euro in più al mese. Non c’è nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abbandonato e senza vie di uscita”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ni/367240/
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 1
Gianfranco Fini invitato a “Otto e mezzo” dalla Gruber apprende strada facendo della comparsa della lettera ricattatoria di Lavitola a Berlusconi. Venti pagine in cui l’ex direttore dell’Avanti sostiene:
“Cavaliere, lei è in debito con me”.
Da cui si evince che nel pacchetto delle porcate ci stava anche la parte riguardante il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini.
Cinquecentomila euro per distruggere Gianfranco Fini.
Ovviamente la notizia è una bomba che ha come effetto la demolizione delle mura della cittadella di destra della seconda Repubblica.
La notiziona servita su di un piatto d’argento non poteva quindi non rappresentare la prima domanda della giornalista da combattimento Lilli la rossa, costretta a cambiare velocemente la scaletta del programma ma felice di poter fare per lo scoop in diretta.
Fini è soddisfatto perché dal suo punto di vista gli viene resa giustizia. Però non si ferma qui e ammolla un destro alla bocca dello stomaco del caimano destinato a lasciare il segno.
“Questo è Berlusconi ed ora che la gente sappia chi è”
Un attacco frontale piuttosto inusitato tra colleghi della politica, tendente a seppellire nuovamente la cara salma resuscitata da poco dal mondo dei trapassati per l’ennesima volta.
Gli effetti non tardano a farsi sentire. La salma naturalmente “querela”, in Italia è prassi.
Anna Maria Bernini a Linea notte prende ovviamente le difese del duce-salma, sostenendo la tesi piuttosto debole, manicomiale, che un Presidente della Camera non deve consentirsi di fare diffamazioni di quel tipo nei confronti di ex premier.
Veramente Lavitola non accenna alla demolizione del Presidente della Camera, ma del cittadino Gianfranco Fini che svolge l’attività di parlamentare.
Non essendo un attacco diretto all’istituzione, da cittadino e parlamentare Fini ha il diritto di difendersi da chi intendeva demolirlo su commissione.
Ma certamente non finirà qui ed il fatto è destinato ad infiammare la già difficile posizione del Pdl.
Da quando è rientrato, il salmone affumicato non ha fatto altro che accumulare una serie di errori dopo l’altro sia dal punto di vista politico che della comunicazione, il campo che lo ha visto sovrano indiscusso per 18 anni.
Sembra sempre di più “Artemio”, I mostri, “so’ contento,….so’ contento”.
http://www.youtube.com/watch?v=vHDBZJOztKM
Nella nobile arte, direbbero che la cara salma è un buon incassatore, mentre a Barcellona direbbero che
“es un toro excepcional”, continuano ad infilargli bandelillas su groppone ma non stramazza mai a terra. E se stramazza dopo un po’ si rialza.
Solo che questa volta è bolso e stracotto e il Pdl è sul punto di implodere.
Il Pdl come ha sostenuto Fini ieri sera è Berlusconi. Se il caimano viene messo alle corde anche il Pdl viene messo alle corde.
***
“Cavaliere, lei è in debito con me”.
Ecco la lettera del ricatto di Lavitola a Berlusconi
Venti pagine in cui l'ex direttore de L'Avanti! mette sotto scacco l'ex premier con una serie di richieste in denaro e soprattutto elencando le tante promesse non mantenute dall'allora presidente del Consiglio: "Entrare nel governo o nel Parlamento europeo o almeno nel Cda Rai"; ottenere comunque "un incarico importante all'inizio del 2010; "collocare Iannucci nel Cda dell'Eni"; "nominare (Paolo) Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica"
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 28 settembre 2012Commenti (384)
Video lettera
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ni/367240/
Cinquecentomila euro per distruggere Gianfranco Fini, un’incessante opera per comprare i senatori del centrosinistra ad epoca del governo Prodi, la distruzione di foto di Silvio Berlusconi con alcuni camorristi. E ancora: informazioni a Clemente Mastella sulle indagini della procura di Santa Maria Capua Vetere. Valter Lavitola, il faccendiere in carcere a Napoli dal 16 aprile scorso, racconta tutto questo in una lettera di 20 pagine (datata Rio De Janeiro 13 dicembre 2011) fatta arrivare all’ex premier Silvio Berlusconi - e rintracciata dagli inquirenti sul computer di Carmelo Pintabona, l’uomo d’affari e politico di origine siciliana che con Lavitola è indagato per tentata estorsione all’ex premier - con la quale lo ricatta e gli chiede milioni e milioni di euro.
“Le cose fatte tra noi le ho fatte scientemente e come tale da uomo. Lei, non sarà mai coinvolto! Dico mai e poi mai!”, promette l’ex direttore de L’Avanti! all’allora presidente del consiglio mentre, dall’altra parte, gli elenca tutte le “promesse” mancate: “entrare nel governo o nel Parlamento europeo o almeno nel Cda Rai”; ottenere comunque “un incarico importante all’inizio del 2010; “collocare Iannucci nel Cda dell’Eni”; “nominare (Paolo) Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica“.
LE “CONCESSIONI” DI BERLUSCONI A LAVITOLA - Nel testo, zeppo di refusi e strafalcioni, Lavitola elenca una serie di benefici che l’ex premier gli avrebbe concesso in cambio di favori vari. In particolare, un rimborso spese per il suo viaggio a Santa Lucia, in Centro America, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell’appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini. Lavitola scrive di aver ottenuto “400/500mila euro (non ricordo) di rimborso spese per la ‘casa di Montecarlo‘, dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro)”. Documenti di cui Berlusconi si sarebbe servito per colpire il presidente della Camera e che dunque, afferma l’ex direttore dell’Avanti!, scottavano: per evitare che gli fossero trovati, li portarono fuori dall’aeroporto i piloti del volo privato Panama-Roma pagato, appunto, dal presidente del Paese centroamericano.
I “SERVIZI” RESI DA VALTERINO A BERLUSCONI - L’ex direttore dell’Avanti! elenca poi tutte le altre circostanze in cui, a suo dire, avrebbe reso servigi al Cavaliere: “Era in debito – scrive – per aver io ‘comprato’ De Gregorio, tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie della procura di Santa Maria Capua Vetere, da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie” e per avere “lavorato” Dini. A fronte di tanti favori, Berlusconi avrebbe fatto a Lavitola delle promesse, molte delle quali però non mantenute. Il giornalista si lamenta, in particolare, di non essere entrato a far parte del governo, di non essere stato eletto al Parlamento europeo e di non avere avuto incarichi importanti.
LE FOTO DI B. CON BASSOLINO E I CAMORRISTI - Particolarmente inquietante il passaggio sull’ex maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, coinvolto nell’inchiesta P4 assieme al deputato del Pdl Alfonso Papa e all’uomo d’affari Luigi Bisignani e latitante da oltre un anno (“io lo mantengo da un anno in Senegal“): “Era la fonte – scrive Lavitola a Berlusconi – che ha quantomeno contribuito a salvare Bertolaso (glielo può chiedere), ci ha coperti nell’indagine sull’acquisto dei senatori, ha dato una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha eliminato alcune foto che La vedevano ritratto assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda dei rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero). Eravamo in grande debito e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai servizi per guadagnare 200 euro in più al mese. Non c’è nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abbandonato e senza vie di uscita”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Fosse la volta buona che finalmente esce dalla scena politica.
Re: Come se ne viene fuori ?
Napoli, 28 set. - (Adnkronos) - Nel corso della lettera scritta dall'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola all'ex premier Silvio Berlusconi, trovata in un computer sequestrato all'indagato Carmelo Pintabona, il presunto faccendiere scrive: "Lei, subito dopo la formazione del governo in questa legislatura con Verdini e Ghedini presenti mi disse che era in debito con me e che lei era uso essere almeno alla pari. Era in debito per aver io 'comprato' De Gregorio tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie e assieme a Ferruccio Saro e al povero Comincioli, 'lavorato' Dini".
"Ciò in viaggio verso Reggio Calabria in aereo per una manifestazione di De Gregorio, presente Valentino. Anche allora mi indagò Piscitelli, senza risultato motivo per il quale Ghedini ammise che non era opportuna la mia candidatura. Non candidò neppure Sica (salvo poi premiarlo con i risultati noti) io nonostante la mia delusione mi adoperai a che Sica non impazzisse. Lei mi ha promesso più volte di entrare al governo (perfino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola). Di mandarmi al Parlamento europeo (alle precedenti presi da solo 54mila preferenze). Di entrare in Cda della Rai. Che il primo incarico importante che si fosse presentato, sarebbe stato per me (inizio 2010). Di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni. Di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
Nel corso della lettera lunga 18 pagine Lavitola scrive a Berlusconi: "signor presidente mi ha concesso la Ioannuci nel cda delle Poste (aveva promesso di darle anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non è stato mantenuto), del commissario delle dighe (ruolo inventato da me con Masi, quando era a palazzo Chigi). Entrambi senza alcuna delega. Ottenuto da lei anche che Forza Italia concedesse all'Avanti un finanziamento di 400 mila euro nel 2008, altro non era che il rimborso di soldi che lei mi aveva autorizzato a dare a De Gregorio nel 2007 (se ne occuparono Ghedini e Crimi). 400/500 mila euro non ricordo di rimborso spese per la 'casa di Montecarlo' dove io ce ne ho messi almeno altri 100 mila. Martinelli ha contribuito con 150mila oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300 mila euro), quando le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300 mila euro). Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensadole con altre partite. Tutte somme non concordate con lei ma di cui lei era a conoscenza e che quindi non voglio essere restituite. Mentre per Tarantini le devo 255.500 euro che ovvio le restituirò. Lei ha regalato a Martinelli 100 mila euro, forse meno dei diritti televisivi. Quando mio cugino editava il giornale 'dell'Italia dei Valori', Letta su sua richiesta fece pressione sull'allora avvocato dello Stato Fiumara e sblocco' il finanziamento pubblico".
Nella lettera che l'ex direttore dell'Avanti scrisse a Silvio Berlusconi, Valter Lavitola parla di una serie di benefici ricevuti dall'ex premier, scrivendo di ''400/500 mila euro, non ricordo, di rimborso spese per la 'casa di Montecarlo' dove io ce ne ho messi almeno altri 100mila. Martinelli ha contribuito con 150 mila oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300 mila euro), quando le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300 mila euro)''.
"Ciò in viaggio verso Reggio Calabria in aereo per una manifestazione di De Gregorio, presente Valentino. Anche allora mi indagò Piscitelli, senza risultato motivo per il quale Ghedini ammise che non era opportuna la mia candidatura. Non candidò neppure Sica (salvo poi premiarlo con i risultati noti) io nonostante la mia delusione mi adoperai a che Sica non impazzisse. Lei mi ha promesso più volte di entrare al governo (perfino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola). Di mandarmi al Parlamento europeo (alle precedenti presi da solo 54mila preferenze). Di entrare in Cda della Rai. Che il primo incarico importante che si fosse presentato, sarebbe stato per me (inizio 2010). Di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni. Di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
Nel corso della lettera lunga 18 pagine Lavitola scrive a Berlusconi: "signor presidente mi ha concesso la Ioannuci nel cda delle Poste (aveva promesso di darle anche la presidenza di Banco Posta, anche ciò non è stato mantenuto), del commissario delle dighe (ruolo inventato da me con Masi, quando era a palazzo Chigi). Entrambi senza alcuna delega. Ottenuto da lei anche che Forza Italia concedesse all'Avanti un finanziamento di 400 mila euro nel 2008, altro non era che il rimborso di soldi che lei mi aveva autorizzato a dare a De Gregorio nel 2007 (se ne occuparono Ghedini e Crimi). 400/500 mila euro non ricordo di rimborso spese per la 'casa di Montecarlo' dove io ce ne ho messi almeno altri 100 mila. Martinelli ha contribuito con 150mila oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300 mila euro), quando le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300 mila euro). Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensadole con altre partite. Tutte somme non concordate con lei ma di cui lei era a conoscenza e che quindi non voglio essere restituite. Mentre per Tarantini le devo 255.500 euro che ovvio le restituirò. Lei ha regalato a Martinelli 100 mila euro, forse meno dei diritti televisivi. Quando mio cugino editava il giornale 'dell'Italia dei Valori', Letta su sua richiesta fece pressione sull'allora avvocato dello Stato Fiumara e sblocco' il finanziamento pubblico".
Nella lettera che l'ex direttore dell'Avanti scrisse a Silvio Berlusconi, Valter Lavitola parla di una serie di benefici ricevuti dall'ex premier, scrivendo di ''400/500 mila euro, non ricordo, di rimborso spese per la 'casa di Montecarlo' dove io ce ne ho messi almeno altri 100mila. Martinelli ha contribuito con 150 mila oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300 mila euro), quando le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300 mila euro)''.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 37
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 2
La cialtroneria ai massimi livelli di questo Pd, è stata ben rappresentata stamani a “Omnibus” da Paolo Gentiloni che ha sostenuto la necessità del governo Monti nel dopo elezioni.
C’è voluto l’intervento del giornalista tedesco Udo Gumpel, a sostegno di quanto anticipato dal giornalista dell’Unità Francesco Cundari,.. per spiegargli che è incomprensibile il teatrino delle primarie se dopo è stato previsto il governo Monti da alcune forze del Pd.
Infatti è un’autentica cialtroneria a tutti livelli che coinvolge tutto il Pd la sceneggiata attuale delle primarie, oltre ai suoi candidati, agli esterni Bruno Tabacci dell’Api e Nicola Vendola del Sel.
Non è assolutamente accettabile che si possa parlare di primarie quando non è stata definita la legge elettorale.
Questo dimostra in modo netto e chiaro che il Pd non è assolutamente idoneo per prendersi una grande responsabilità di guidare un Paese messo alle corde e in presenza di una crisi mondiale senza precedenti, se dimostra di non essere in grado di affrontare le sue primarie in modo razionale, conseguente e ordinato.
E’ la solita Armata Brancaleone che procede per caso perché non è in grado di produrre altro.
Prima ci vuole la legge elettorale perché si corre il rischio che si trovi lo sbocco malsano di formule in cui le primarie non siano necessarie.
Quindi significherebbe aver perso tempo e denaro, veleni tra le correnti, in modo completamente inutile solo perché la razionalità del modo di procedere non esiste e ci si accontenta di procedere alla Carlona, a volte per interessi inconfessabili.
Gentiloni poi fa parte di questa compagine che si comporta in modo del tutto irrazionale, perché il suo obbiettivo finale è sempre quello di un’ammucchiata simil Dc guidata dal democristiano Monti.
Prima questo Pd implode come sembra implodere il Pdl è la condizione preferibile per tutti, anche se presenterà necessariamente una fase drammatica.
Ma procedere con questa cialtroneria elevata all’ennesima potenza che pensa solo a rimanere in area “POLTRONE & FORCHETTE” e non alle problematiche del Paese, che ci obbliga ad una lenta agonia che non fa altro che peggiorare giorno dopo giorno la situazione e complicare notevolmente la possibilità di crescere nuovamente in tempi ragionevoli, non escludendo tra l’altro che prossimamente l’esasperazione popolare non superi quanto abbiamo visto e stiamo vedendo questa settimana in Spagna e in Grecia.
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 2
La cialtroneria ai massimi livelli di questo Pd, è stata ben rappresentata stamani a “Omnibus” da Paolo Gentiloni che ha sostenuto la necessità del governo Monti nel dopo elezioni.
C’è voluto l’intervento del giornalista tedesco Udo Gumpel, a sostegno di quanto anticipato dal giornalista dell’Unità Francesco Cundari,.. per spiegargli che è incomprensibile il teatrino delle primarie se dopo è stato previsto il governo Monti da alcune forze del Pd.
Infatti è un’autentica cialtroneria a tutti livelli che coinvolge tutto il Pd la sceneggiata attuale delle primarie, oltre ai suoi candidati, agli esterni Bruno Tabacci dell’Api e Nicola Vendola del Sel.
Non è assolutamente accettabile che si possa parlare di primarie quando non è stata definita la legge elettorale.
Questo dimostra in modo netto e chiaro che il Pd non è assolutamente idoneo per prendersi una grande responsabilità di guidare un Paese messo alle corde e in presenza di una crisi mondiale senza precedenti, se dimostra di non essere in grado di affrontare le sue primarie in modo razionale, conseguente e ordinato.
E’ la solita Armata Brancaleone che procede per caso perché non è in grado di produrre altro.
Prima ci vuole la legge elettorale perché si corre il rischio che si trovi lo sbocco malsano di formule in cui le primarie non siano necessarie.
Quindi significherebbe aver perso tempo e denaro, veleni tra le correnti, in modo completamente inutile solo perché la razionalità del modo di procedere non esiste e ci si accontenta di procedere alla Carlona, a volte per interessi inconfessabili.
Gentiloni poi fa parte di questa compagine che si comporta in modo del tutto irrazionale, perché il suo obbiettivo finale è sempre quello di un’ammucchiata simil Dc guidata dal democristiano Monti.
Prima questo Pd implode come sembra implodere il Pdl è la condizione preferibile per tutti, anche se presenterà necessariamente una fase drammatica.
Ma procedere con questa cialtroneria elevata all’ennesima potenza che pensa solo a rimanere in area “POLTRONE & FORCHETTE” e non alle problematiche del Paese, che ci obbliga ad una lenta agonia che non fa altro che peggiorare giorno dopo giorno la situazione e complicare notevolmente la possibilità di crescere nuovamente in tempi ragionevoli, non escludendo tra l’altro che prossimamente l’esasperazione popolare non superi quanto abbiamo visto e stiamo vedendo questa settimana in Spagna e in Grecia.
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Re: Come se ne viene fuori ?
"Lei, subito dopo la formazione del governo in questa legislatura con Verdini e Ghedini presenti mi disse che era in debito con me e che lei era uso essere almeno alla pari. Era in debito per aver io 'comprato' De Gregorio tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie e assieme a Ferruccio Saro e al povero Comincioli, 'lavorato' Dini".
Lavitola
Non posso che provare la stessa soddisfazione mostrata ieri sera da Fini, per aver sostenuto nei tempi debiti quanto descrive nelle sue doglianze Lavitola.
Sono variegate le cause per cui è caduto il secondo governo Prodi e spesso il malpancismo viscerale ha indicato soggetti non determinanti.
L’avvocato Pecorella che per conoscenza professionale conosceva molto bene il Tribunale di Milano, ha sempre fatto presente al duce caimano che se non prendeva misure opportune, per come si era messo il processo Mills, questa volta ne sarebbe uscita una condanna per corruzione, che avrebbe compromesso definitivamente la sua presenza in politica.
Il governo Prodi doveva cadere a tutti i costi per indire nuove elezioni, vincerle e presentare a tempo di record il lodo Alfano che è servito ad escludere per soli pochi giorni di margine la cara salma.
Non stupisce quindi che tramite Lavitola il capo dei bucanieri si sia lavorato Dini e Mastella.
Dopo il fattaccio, sono completamente spariti dalla scena politica. Dini non si mai più sentito a rompere i coglioni, e Mastella lo chiamano qualche volta in Tv a fare la comparsa.
Lavitola
Non posso che provare la stessa soddisfazione mostrata ieri sera da Fini, per aver sostenuto nei tempi debiti quanto descrive nelle sue doglianze Lavitola.
Sono variegate le cause per cui è caduto il secondo governo Prodi e spesso il malpancismo viscerale ha indicato soggetti non determinanti.
L’avvocato Pecorella che per conoscenza professionale conosceva molto bene il Tribunale di Milano, ha sempre fatto presente al duce caimano che se non prendeva misure opportune, per come si era messo il processo Mills, questa volta ne sarebbe uscita una condanna per corruzione, che avrebbe compromesso definitivamente la sua presenza in politica.
Il governo Prodi doveva cadere a tutti i costi per indire nuove elezioni, vincerle e presentare a tempo di record il lodo Alfano che è servito ad escludere per soli pochi giorni di margine la cara salma.
Non stupisce quindi che tramite Lavitola il capo dei bucanieri si sia lavorato Dini e Mastella.
Dopo il fattaccio, sono completamente spariti dalla scena politica. Dini non si mai più sentito a rompere i coglioni, e Mastella lo chiamano qualche volta in Tv a fare la comparsa.
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Re: Come se ne viene fuori ?
COME E' BELLA LAVITOLA,...DAL LAVITOLA IN GIU'
1- WOODCOCK E PISCITELLI PIZZICANO UNA LETTERINA DI LAVITOLA CHE SPUTTANA BERLUSCONI
2- “VIGLIACCO PRENDERE LE DISTANZE DA ME, LEI CHE È IN DEBITO CON ME. FUI IO A DIRLE DI ‘COMPRARE’ SERGIO DE GREGORIO”, ELETTO IN SENATO DA DI PIETRO E USATO PER FAR CADERE IL GOVERNO PRODI (VALTERINO AVEVA ‘LAVORATO’ ANCHE DINI E FATTO ARRIVARE A MASTELLA LE CARTE DELLA PROCURA SULL’ARRESTO DELLA MOGLIE NEL 2008)
3- TRA BENEFICI CHE IL BANANA GLI AVREBBE CONCESSO FIGURANO CIRCA 400/500.000 EURO DI RIMBORSO SPESE, PER I DOCUMENTI RELATIVI ALLA "CASA DI MONTECARLO" DI FINI
4- L'EX MARESCIALLO DEI CARABINIERI ENRICO LA MONICA (P4) AVREBBE DISTRUTTO ALCUNE FOTOGRAFIE IN CUI BERLUSCONI ERA RITRATTO INSIEME CON L'EX GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ANTONIO BASSOLINO E ALCUNI AFFILIATI A CLAN CAMORRISTICI
5- ANCORA: ‘’LA MONICA ERA LA FONTE CHE HA CONTRIBUITO A SALVARE BERTOLASO (GLIELO PUO CHIEDERE), CI HA COPERTI NELL'INDAGINE SULL'ACQUISTO DEI SENATORI, HA DATTO UNA MANO SUL SERIO NELLE INDAGINI SU SACCÀ (CON LE INTERCETTAZIONI) E COSENTINO’’
1- LAVITOLA: LETTERA A CAV, 'VIGLIACCO PRENDERE LE DISTANZE'
(ANSA) - "Non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli o, come spero, di un giusto e normale gioco delle parti".
MARTINELLI LAVITOLA BERLUSCONI VARELA
E' uno dei passaggi di una lettera scritta dall'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola e destinata a Silvio Berlusconi. La lettera è stata trovata in un computer sequestrato all'imprenditore Carmelo Pintabona. Il testo è stato depositato dai pm Piscitelli e Woodcock al processo per tentata estorsione al Cavaliere.
BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA JPEG
2- LAVITOLA: 'CAV IN DEBITO PER AVER IO COMPRATO DE GREGORIO'
(ANSA) - Silvio Berlusconi sarebbe stato in debito con Lavitola perché questi aveva 'comprato' il senatore Sergio De Gregorio, che lasciò l'Idv per aderire al centrodestra. E' uno dei presunti favori che Valter Lavitola rinfaccia all'ex premier Berlusconi nella lettera sequestrata dai pm di Napoli.
SERGIO DE GREGORIO
Nella lettera Lavitola sottolinea i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi. Afferma in particolare di "aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie". Sostiene anche di "aver lavorato Dini" assieme "a Ferruccio Saro e al povero Comincioli". "Ciò - aggiunge, nella lettera a Berlusconi - dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi".
3- LAVITOLA: BERLUSCONI,MI PROMISE ENTRARE NEL GOVERNO
(ANSA) - Nella lettera destinata a Silvio Berlusconi, ma mai recapitata, Valter Lavitola afferma, tra l'altro, che l'ex premier gli promise un posto nel governo. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal Cavaliere.
DE GREGORIO - DI PIETRO
"Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54.000 preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
FINI_CASA_MONTECARLO
4- LAVITOLA, EBBI DA BERLUSCONI SOLDI PER CARTE CASA MONTECARLO
(ANSA) - Nella lettera scritta a Berlusconi, Valter Lavitola elenca una serie di benefici che l'ex premier gli avrebbe concesso. Tra questi figura una elargizione di circa 400/500.000 euro di rimborso spese, per i documenti relativi alla "Casa di Montecarlo". Il riferimento è al suo viaggio a Santa Lucia, in Centramerica, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell'appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini.
BERLUSCONI COL PRESIDENTE DI PANANA. NEL CERCHIO LAVITOLA
Lavitola scrive di aver ottenuto "400/500mila euro (non ricordo) di rimborso spese per la 'Casa di Montecarlo', dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro).
CLEMENTE MASTELLA SANDRA LONARDO
Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò)'".
5- LAVITOLA, 'CC ELIMINO' FOTO DI BERLUSCONI CON CAMORRISTI'
(ANSA) - L'ex maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, coinvolto assieme al parlamentare del Pdl Alfonso Papa e all'uomo d'affari Luigi Bisignani nell'inchiesta sulla P4 e latitante da più di un anno, avrebbe distrutto alcune fotografie in cui Berlusconi era ritratto insieme con l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino e alcuni affiliati a clan camorristici: lo sostiene l'ex direttore dell'Avanti!, Valter Lavitola, nella lettera indirizzata al Cavaliere e trovata dai pm nel computer di Carmelo Pintabona.
PAPA E MASTELLA
Y CAN08 LAMBERTO DINI
Tra le "aberranti accuse a me mosse", Lavitola - nel documento zeppo di refusi, errori di ortografia e grammatica - indica "nello specifico" quelle relative all'inchiesta P4, "per averLe insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno ha contribuito a salvare Bertolaso (glielo puo chiedere), ci ha coperti nell'indagine sull'acquisto dei Senatori, ha datto una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha elliminato alcune foto che La vedevano ritrato assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda dei rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero).
Eravamo - prosegue la lettera - in grande debito e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai Servizzi per guadagnare 200 euro in più al mese. Io lo mantengo da un anno in Senegal. Non c'é nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abbandonato e senza vie di uscita".
1- WOODCOCK E PISCITELLI PIZZICANO UNA LETTERINA DI LAVITOLA CHE SPUTTANA BERLUSCONI
2- “VIGLIACCO PRENDERE LE DISTANZE DA ME, LEI CHE È IN DEBITO CON ME. FUI IO A DIRLE DI ‘COMPRARE’ SERGIO DE GREGORIO”, ELETTO IN SENATO DA DI PIETRO E USATO PER FAR CADERE IL GOVERNO PRODI (VALTERINO AVEVA ‘LAVORATO’ ANCHE DINI E FATTO ARRIVARE A MASTELLA LE CARTE DELLA PROCURA SULL’ARRESTO DELLA MOGLIE NEL 2008)
3- TRA BENEFICI CHE IL BANANA GLI AVREBBE CONCESSO FIGURANO CIRCA 400/500.000 EURO DI RIMBORSO SPESE, PER I DOCUMENTI RELATIVI ALLA "CASA DI MONTECARLO" DI FINI
4- L'EX MARESCIALLO DEI CARABINIERI ENRICO LA MONICA (P4) AVREBBE DISTRUTTO ALCUNE FOTOGRAFIE IN CUI BERLUSCONI ERA RITRATTO INSIEME CON L'EX GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ANTONIO BASSOLINO E ALCUNI AFFILIATI A CLAN CAMORRISTICI
5- ANCORA: ‘’LA MONICA ERA LA FONTE CHE HA CONTRIBUITO A SALVARE BERTOLASO (GLIELO PUO CHIEDERE), CI HA COPERTI NELL'INDAGINE SULL'ACQUISTO DEI SENATORI, HA DATTO UNA MANO SUL SERIO NELLE INDAGINI SU SACCÀ (CON LE INTERCETTAZIONI) E COSENTINO’’
1- LAVITOLA: LETTERA A CAV, 'VIGLIACCO PRENDERE LE DISTANZE'
(ANSA) - "Non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli o, come spero, di un giusto e normale gioco delle parti".
MARTINELLI LAVITOLA BERLUSCONI VARELA
E' uno dei passaggi di una lettera scritta dall'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola e destinata a Silvio Berlusconi. La lettera è stata trovata in un computer sequestrato all'imprenditore Carmelo Pintabona. Il testo è stato depositato dai pm Piscitelli e Woodcock al processo per tentata estorsione al Cavaliere.
BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA JPEG
2- LAVITOLA: 'CAV IN DEBITO PER AVER IO COMPRATO DE GREGORIO'
(ANSA) - Silvio Berlusconi sarebbe stato in debito con Lavitola perché questi aveva 'comprato' il senatore Sergio De Gregorio, che lasciò l'Idv per aderire al centrodestra. E' uno dei presunti favori che Valter Lavitola rinfaccia all'ex premier Berlusconi nella lettera sequestrata dai pm di Napoli.
SERGIO DE GREGORIO
Nella lettera Lavitola sottolinea i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi. Afferma in particolare di "aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie". Sostiene anche di "aver lavorato Dini" assieme "a Ferruccio Saro e al povero Comincioli". "Ciò - aggiunge, nella lettera a Berlusconi - dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi".
3- LAVITOLA: BERLUSCONI,MI PROMISE ENTRARE NEL GOVERNO
(ANSA) - Nella lettera destinata a Silvio Berlusconi, ma mai recapitata, Valter Lavitola afferma, tra l'altro, che l'ex premier gli promise un posto nel governo. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal Cavaliere.
DE GREGORIO - DI PIETRO
"Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54.000 preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
FINI_CASA_MONTECARLO
4- LAVITOLA, EBBI DA BERLUSCONI SOLDI PER CARTE CASA MONTECARLO
(ANSA) - Nella lettera scritta a Berlusconi, Valter Lavitola elenca una serie di benefici che l'ex premier gli avrebbe concesso. Tra questi figura una elargizione di circa 400/500.000 euro di rimborso spese, per i documenti relativi alla "Casa di Montecarlo". Il riferimento è al suo viaggio a Santa Lucia, in Centramerica, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell'appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini.
BERLUSCONI COL PRESIDENTE DI PANANA. NEL CERCHIO LAVITOLA
Lavitola scrive di aver ottenuto "400/500mila euro (non ricordo) di rimborso spese per la 'Casa di Montecarlo', dove io ce ne ho messi almeno altri 100.000. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150.000 euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300.000 euro), quando Le portai i documenti originali di Santa Lucia (circa 300.000 euro).
CLEMENTE MASTELLA SANDRA LONARDO
Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente gli ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò)'".
5- LAVITOLA, 'CC ELIMINO' FOTO DI BERLUSCONI CON CAMORRISTI'
(ANSA) - L'ex maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, coinvolto assieme al parlamentare del Pdl Alfonso Papa e all'uomo d'affari Luigi Bisignani nell'inchiesta sulla P4 e latitante da più di un anno, avrebbe distrutto alcune fotografie in cui Berlusconi era ritratto insieme con l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino e alcuni affiliati a clan camorristici: lo sostiene l'ex direttore dell'Avanti!, Valter Lavitola, nella lettera indirizzata al Cavaliere e trovata dai pm nel computer di Carmelo Pintabona.
PAPA E MASTELLA
Y CAN08 LAMBERTO DINI
Tra le "aberranti accuse a me mosse", Lavitola - nel documento zeppo di refusi, errori di ortografia e grammatica - indica "nello specifico" quelle relative all'inchiesta P4, "per averLe insistentemente raccomandato il maresciallo La Monica. Era la fonte che ha quantomeno ha contribuito a salvare Bertolaso (glielo puo chiedere), ci ha coperti nell'indagine sull'acquisto dei Senatori, ha datto una mano sul serio nelle indagini su Saccà (con le intercettazioni) e Cosentino, ed ha elliminato alcune foto che La vedevano ritrato assieme a Bassolino e ad alcuni mandanti della Camorra per la vicenda dei rifiuti (sono certo che lei non sapesse chi fossero).
Eravamo - prosegue la lettera - in grande debito e lui si era reso conto che Bisignani e Papa lo sfruttavano e lo prendevano in giro promettendogli di andare ai Servizzi per guadagnare 200 euro in più al mese. Io lo mantengo da un anno in Senegal. Non c'é nulla di più pericoloso di un amico che si sente tradito, abbandonato e senza vie di uscita".
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- Iscritto il: 24/02/2012, 18:16
Re: Come se ne viene fuori ?
-Oscar Giannino si candida con un suo movimento.
- Dopo la lettera ritenuta di Lavitola, Berlusconi e il PDL sono cadaveri che puzzano; la Prestigiacomo lascia il Pdl: "Sono disgustata".
- Gentiloni e altri nel PD guardano a un futuro governo Monti.
- E' possibile una coalizione in cui ci siano SEL e UDC ?
Credo che i cittadini siano molto disorientati sia a destra che a sinistra che al centro.
Riappropriamoci della politica, niente deleghe in bianco. Non siamo pronti per una piattaforma
Liquid Feedback ? come minimo chiediamo gli strumenti della democrazia diretta, non ce li danno nè la destra, nè la sinistra, nè il centro, resta solo il movimento 5 Stelle.
- Dopo la lettera ritenuta di Lavitola, Berlusconi e il PDL sono cadaveri che puzzano; la Prestigiacomo lascia il Pdl: "Sono disgustata".
- Gentiloni e altri nel PD guardano a un futuro governo Monti.
- E' possibile una coalizione in cui ci siano SEL e UDC ?
Credo che i cittadini siano molto disorientati sia a destra che a sinistra che al centro.
Riappropriamoci della politica, niente deleghe in bianco. Non siamo pronti per una piattaforma
Liquid Feedback ? come minimo chiediamo gli strumenti della democrazia diretta, non ce li danno nè la destra, nè la sinistra, nè il centro, resta solo il movimento 5 Stelle.
Re: Come se ne viene fuori ?
Il Sit-in nato in Rete contro la casta fa flop Solo in poche decine a Roma
Una “catena umana” attorno a Montecitorio; un assedio simbolico al Parlamento, stile “V per Vendetta”, per “licenziare” la Casta. Era la parola d’ordine di una manifestazione nata e cresciuta su Facebook, in un gruppo frequentato attivamente da oltre trentamila utenti. Ma dalla rete alla piazza stavolta il passo è stato più lungo della gamba. Oggi pomeriggio i manifestanti che si sono ritrovati di fronte al Parlamento sono stati solo alcune decine. Tra i pochi presenti, alcuni dei quali hanno affrontato un lungo viaggio per raggiungere Roma, non è mancato il disappunto: “Siamo un popolo di contestatori virtuali, da noi la protesta rimane sulla tastiera” di Tommaso Rodano
29 settembre 2012
Una “catena umana” attorno a Montecitorio; un assedio simbolico al Parlamento, stile “V per Vendetta”, per “licenziare” la Casta. Era la parola d’ordine di una manifestazione nata e cresciuta su Facebook, in un gruppo frequentato attivamente da oltre trentamila utenti. Ma dalla rete alla piazza stavolta il passo è stato più lungo della gamba. Oggi pomeriggio i manifestanti che si sono ritrovati di fronte al Parlamento sono stati solo alcune decine. Tra i pochi presenti, alcuni dei quali hanno affrontato un lungo viaggio per raggiungere Roma, non è mancato il disappunto: “Siamo un popolo di contestatori virtuali, da noi la protesta rimane sulla tastiera” di Tommaso Rodano
29 settembre 2012
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 38
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 3
Duro, spietato, ma estremamente lucido Don Farinella nell’esaminare lo stato di fatto della politica italiana.
“I partiti non sono più la soluzione”
La sentenza è ancora più dura
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi
Don Farinella giunge dopo sei mesi dalla precedente sentenza di Gustavo Zagrebelsky: <<I partiti sono falliti>>
Solitamente quando una sentenza lapidaria arriva da uno degli uomini più equilibrati del Paese, tra l’altro anche ex Presidente della Corte Costituzionale, il minimo che potevano fare i partiti era darsi immediatamente una regolata e cambiare musica. Niente da fare.
E allora diventa ASSOLUTAMENTE INEVITABILE il giudizio conseguente del sacerdote genovese:
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi
Subito appare chiara la differenza tra la crisi del 1992 e questa, vent’anni dopo. Allora esisteva ancora uno spazio in cui una parte residuale dei partiti della prima Repubblica, anche se non proprio integerrimi, avevano la possibilità di ripartire impegnandosi a rifare l’Italia politica del dopo guerra.
Si sono invece impegnati a ripetere l’Italia che ha fatto crollare la Prima Repubblica. Ci sarebbe da ridere e da piangere nello stesso tempo nel rivedere il blob delle dichiarazioni dei politici di ieri presenti ancora oggi, fatte negli anni di Mani pulite e del periodo immediatamente successivo.
Adesso non c’è più nulla da fare.
La sentenza di Don Farinella mi trova quindi pienamente concorde.
Ma poi c’è da attraversare il guado e la proposta del Don diventa sorprendente.
Però la frittata è oramai fatta e le soluzioni “democratiche” sono striminzite.
****
I partiti non sono più la soluzione
di Paolo Farinella
| 28 settembre 2012 | Commenti (54)
Di fronte a questo abisso, quale soluzione? Credo che non sia possibile mettere una pezza su un vestito a brandelli. I partiti non sono più la soluzione, anzi da strumenti di proposta e mediazione si sono trasformati in cancro insanabile. Bisogna fare «tabula rasa». La destra è perduta, anche se il burattinaio con i suoi miliardi cercherà di mantenersi a galla per difendere sempre e solo i suoi interessi. La risposta è Renzi? Per l’amor del cielo!, ma guardatelo bene in faccia! Trasuda berlusconismo anche dai pori che non ha. Se dovesse vincere le primarie sarebbe il colpo di grazia e forse per questo lo hanno mandato in esplorazione. Bersani? Non ha né la forza né il resto: il Pd è destinato a dividersi in tre tronconi e Bersani resiste per allontanare nel tempo questa eventualità, al prezzo della immobilità. Se avesse potuto cambiare, sarebbe andato al governo almentre tre volte. Non a caso sostiene il governo Monti con Berlusconi e Casini. La componente (pseudo-)cattolica con Letta nipote, Fioroni, ecc. spinge per un accordo con Casini che è appoggiato dai vescovi con l’obbligo di sostenere Monti anche «post mortem», anche se non eletto, anche se non si candida, anche se…
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi. Bisogna mandarli tutti a casa, tagliando loro il maltolto che devono restituire. Allo stato attuale delle cose, sul mercato esistente, il Movimento 5 Stelle nonostante le difficoltà, in parte vere, in parte costruite dai suoi moltissimi avversari, «è inevitabile», cioè un male necessario.
Non dico che è la soluzione perché ho sempre criticato il metodo di Grillo che non mi convince e si è visto alla prova dei fatti: la democrazia non è solo consultazione permanente, è anche decisione e spesso decisione anticipata. A volte bisogna decidere prima che le cose accadano e il «politico» deve prevenirle perché governare è prevedere, non solo gestire. Dico che «è inevitabile» perché potrebbe essere, nell’arco di una stagione, la ruspa che fa piazza pulita e spiana il terreno dalle sterpaglie e dai rovi che indisturbati sono cresciuti per colpa di coloro che avrebbero dovuto fare pulizia. Ora non basta più la ramazza, occorre la ruspa e se in parlamento arriva una squadra di 200 deputati e 100 senatori del Movimento 5 Stelle, si avrà certamente un sussulto, un terremoto, un trauma; si avranno macerie e sbandamenti, ma potrebbe anche cominciare un nuovo tempo: il tempo della ricostruzione della politica come servizio e mediazione e non come occupazione dello Stato. Quantomeno ci sarebbe un sicuro risparmio. Non sto dicendo che lo auspico, dico che accadrà per merito dei partiti oggi disastrosamente al potere.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ne/365741/
Diario di un disastro annunciato – 29 settembre 2012 - 3
Duro, spietato, ma estremamente lucido Don Farinella nell’esaminare lo stato di fatto della politica italiana.
“I partiti non sono più la soluzione”
La sentenza è ancora più dura
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi
Don Farinella giunge dopo sei mesi dalla precedente sentenza di Gustavo Zagrebelsky: <<I partiti sono falliti>>
Solitamente quando una sentenza lapidaria arriva da uno degli uomini più equilibrati del Paese, tra l’altro anche ex Presidente della Corte Costituzionale, il minimo che potevano fare i partiti era darsi immediatamente una regolata e cambiare musica. Niente da fare.
E allora diventa ASSOLUTAMENTE INEVITABILE il giudizio conseguente del sacerdote genovese:
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi
Subito appare chiara la differenza tra la crisi del 1992 e questa, vent’anni dopo. Allora esisteva ancora uno spazio in cui una parte residuale dei partiti della prima Repubblica, anche se non proprio integerrimi, avevano la possibilità di ripartire impegnandosi a rifare l’Italia politica del dopo guerra.
Si sono invece impegnati a ripetere l’Italia che ha fatto crollare la Prima Repubblica. Ci sarebbe da ridere e da piangere nello stesso tempo nel rivedere il blob delle dichiarazioni dei politici di ieri presenti ancora oggi, fatte negli anni di Mani pulite e del periodo immediatamente successivo.
Adesso non c’è più nulla da fare.
La sentenza di Don Farinella mi trova quindi pienamente concorde.
Ma poi c’è da attraversare il guado e la proposta del Don diventa sorprendente.
Però la frittata è oramai fatta e le soluzioni “democratiche” sono striminzite.
****
I partiti non sono più la soluzione
di Paolo Farinella
| 28 settembre 2012 | Commenti (54)
Di fronte a questo abisso, quale soluzione? Credo che non sia possibile mettere una pezza su un vestito a brandelli. I partiti non sono più la soluzione, anzi da strumenti di proposta e mediazione si sono trasformati in cancro insanabile. Bisogna fare «tabula rasa». La destra è perduta, anche se il burattinaio con i suoi miliardi cercherà di mantenersi a galla per difendere sempre e solo i suoi interessi. La risposta è Renzi? Per l’amor del cielo!, ma guardatelo bene in faccia! Trasuda berlusconismo anche dai pori che non ha. Se dovesse vincere le primarie sarebbe il colpo di grazia e forse per questo lo hanno mandato in esplorazione. Bersani? Non ha né la forza né il resto: il Pd è destinato a dividersi in tre tronconi e Bersani resiste per allontanare nel tempo questa eventualità, al prezzo della immobilità. Se avesse potuto cambiare, sarebbe andato al governo almentre tre volte. Non a caso sostiene il governo Monti con Berlusconi e Casini. La componente (pseudo-)cattolica con Letta nipote, Fioroni, ecc. spinge per un accordo con Casini che è appoggiato dai vescovi con l’obbligo di sostenere Monti anche «post mortem», anche se non eletto, anche se non si candida, anche se…
Occorre una rivoluzione radicale, profonda, senza misericordia. I partiti, «questi» partiti non possono autoriformarsi. Bisogna mandarli tutti a casa, tagliando loro il maltolto che devono restituire. Allo stato attuale delle cose, sul mercato esistente, il Movimento 5 Stelle nonostante le difficoltà, in parte vere, in parte costruite dai suoi moltissimi avversari, «è inevitabile», cioè un male necessario.
Non dico che è la soluzione perché ho sempre criticato il metodo di Grillo che non mi convince e si è visto alla prova dei fatti: la democrazia non è solo consultazione permanente, è anche decisione e spesso decisione anticipata. A volte bisogna decidere prima che le cose accadano e il «politico» deve prevenirle perché governare è prevedere, non solo gestire. Dico che «è inevitabile» perché potrebbe essere, nell’arco di una stagione, la ruspa che fa piazza pulita e spiana il terreno dalle sterpaglie e dai rovi che indisturbati sono cresciuti per colpa di coloro che avrebbero dovuto fare pulizia. Ora non basta più la ramazza, occorre la ruspa e se in parlamento arriva una squadra di 200 deputati e 100 senatori del Movimento 5 Stelle, si avrà certamente un sussulto, un terremoto, un trauma; si avranno macerie e sbandamenti, ma potrebbe anche cominciare un nuovo tempo: il tempo della ricostruzione della politica come servizio e mediazione e non come occupazione dello Stato. Quantomeno ci sarebbe un sicuro risparmio. Non sto dicendo che lo auspico, dico che accadrà per merito dei partiti oggi disastrosamente al potere.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ne/365741/
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