La vicenda FIAT

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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mariok

Re: La vicenda FIAT

Messaggio da mariok »

Si continua a girare intorno al problema, che è invece semplice e chiaro da un pezzo.
O si accetta il ricatto di Marchionne e si mette mani al portafoglio o.... si applica la costituzione.

Art. 42 - "La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale".

Quanto all'indennizzo basta calcolare il valore attuale degli impianti in Italia e sottrarre i 7,6 miliardi di euro già pagati dallo Stato alla Fiat. Credo che l'esproprio, fatto a norma di costituzione e senza colpi di mano, sia finanziariamente più che abbordabile.
Poi, con gli impianti a disposizione, si vede chi vuole venire ad investire in Italia.


Fiat, Bersani (Pd): “Nonostante gli sforzi del governo problema rimane aperto”
Che la questione sia ancora tutta discutere è anche l'opinione dell’ex presidente e ad del gruppo di Torino Cesare Romiti: "Non si è combinato niente, il nodo principale resta l’occupazione. Quello che mi sembra è che quando si risolve la questione con una commissione, con un gruppo di lavoro, mi pare che non si sia combinato niente"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 settembre 2012

Il giorno dopo il vertice Fiat governo è il giorno dei commenti e delle valutazioni. ”Nonostante gli sforzi del governo, mi pare che il problema Fiat rimanga del tutto aperto. Al tavolo di ieri c’era un convitato di pietra e cioè una nuova stagione di ammortizzatori sociali costosi per i lavoratori e per lo stato, senza una prospettiva sicura” dice il segretario del Pd Pierluigi Bersani che chiede di allargare il confronto. “Dati alla mano – prosegue – una tale prospettiva non sembra poter esser più garantita dalla sola Fiat. Credo che ci vorranno anche altri e urgenti incontri con i protagonisti del settore auto: componentistica, reti commerciali, e organizzazioni sindacali. E’ sull’intero settore che ci giochiamo un pezzo dell’avvenire del paese. Bisogna ragionare e intervenire con questo punto di vista”.

Che la questione sia ancora tutta discutere è anche l’opinione dell’ex presidente e ad del gruppo di Torino Cesare Romiti: ”Non si è combinato niente, il nodo principale resta l’occupazione. Quello che mi sembra è che quando si risolve la questione con una commissione, con un gruppo di lavoro, mi pare che non si sia combinato niente”, spiega, facendo riferimento al passaggio del comunicato congiunto in cui si rimanda all’impegno comune delle prossime settimane per favorire la competitività e al gruppo di lavoro al Ministero dello Sviluppo Economico per le strategie di export nel settore auto. Proprio sul comunicato congiunto si sofferma ancora Romiti parlando con l’Adfnkronos. “Non sappiamo quello che si sono detti veramente, ma conosciamo il comunicato fatto insieme dall’azienda e dal governo: una scelta del tutto inedita, che mi lascia perplesso”, perché “il governo deve comunicare in quanto governo”.

Chiede chiarezza anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: “L’incontro tra la Fiat e il governo è stato certamente un fatto positivo, ma ora la Fiat deve incontrare nei prossimi giorni anche i sindacati che si sono assunti le proprie responsabilità per gli investimenti peraltro già realizzati di Pomigliano e Grugliasco. Noi vogliamo una verifica puntuale con Marchionne sui futuri piani di investimento della Fiat in Italia”. Per Bonanni “i gufi sono stati smentiti. Marchionne ha confermato che la Fiat non andrà via dall’Italia ma punterà nei prossimi mesi sull’export in attesa che si riprenda il mercato interno. Questa è una strada giusta in un momento difficile della nostra economia, in cui il governo e le parti sociali dovranno stipulare un patto sociale per far ripartire la crescita, i salari e i consumi. Ma è importante – sottolinea il numero uno della Cisl – che la Fiat continui ad investire sulla ricerca, sulla qualità e sulla innovazione di prodotto in tutti gli stabilimenti italiani, a cominciare da Torino, dove si possono produrre subito nuove auto per il mercato internazionale, come a Grugliasco con la Maserati. Insomma ci si deve preparare in questa fase difficile per essere pronti nei prossimi mesi a competere in un mercato dell’auto che per forza di cose si riprenderà”.

“Siamo molto delusi: l’unico documento che abbiamo è solo un comunicato generico – commenta Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom -La favoletta dei mancati investimenti in tempo di crisi non mi convince”. Alle dichiarazioni Bonanni il dirigente sindacale ribatte: “Capisco il suo imbarazzo, però se vogliamo salvare l’industria automobilistica dobbiamo pretendere qualcosa da Fiat che non è più l’azienda nazionale che abbiamo conosciuto, ma è una multinazionale dalla quale dobbiamo avere certezze. A Bonanni dico anche di andare a discutere con i lavoratori di Fiat che stanno pagando alto il prezzo della crisi con la cassa integrazione”. Airaudo chiede al governo di incontrare i sindacati: “Penso che sia il governo a doverci dire qualcosa. Vorrei che ci spiegasse le ragioni del comunicato congiunto. La favoletta dei mancati investimenti in tempo di crisi non mi convince. Non capisco come possiamo berci questa favoletta di Marchionne”. Sulle scelte del Lingotto Airaudo commenta infine: “Non possiamo aiutare la Fiat a conquistare l’America, pagandone il conto in Italia. Se la Fiat non può garantire lavoro vero in Italia, il governo dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di far arrivare costruttori di auto esteri”.
paolo11
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da paolo11 »

Nuova cinquecento quasi 15.000 euro.
http://www.kia-auto.it/Modelli/New-Ceed/Promozioni/
Costa 13.000 euro con 7 annni di garanzia.
Ciao
Paolo11
mariok

Re: La vicenda FIAT

Messaggio da mariok »

Anche la beneficenza Agnelli sceglie l’estero: Telethon compra cinese

Lo sfogo dell'imprenditore veneto Fortin: "Abbiamo sempre fornito le pettorine all'iniziativa, quest'anno ci hanno comunicato che le acquisteranno nel paese asiatico. Così si impoverisce il paese e si premiamo aziende senza scrupoli"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 settembre 2012

La famiglia Agnelli scarica il made in Italy anche nelle opere di bene. ”Nemmeno la ricerca e la solidarietà sembra abbiano più bisogno dei prodotti italiani: Telethon, organizzatrice della manifestazione “30 ore per la vita”, ha comunicato ai fornitori che quest’anno intende acquistare gadget, pettorine e altri prodotti, da aziende cinesi”, ha denunciato oggi Cristian Fortin, titolare dell’impresa artigiana Nova Shopper, di Pernumia, in provincia di Padova, specializzata in produzioni di borse ed articoli in stoffa pubblicitari.

L’azienda veneta è stata per anni un abituale fornitore della Fondazione Telethon, l’ente delle maratone benefiche che in Italia è arrivato nel 1990 dopo l’incontro tra i volontari dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) e Susanna Agnelli che l’ha presieduto fino all’anno della sua morte, nel 2009. A succederle è stato il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che lei stessa aveva designato prima di morire.

“Da alcuni anni, poco prima della pausa per le ferie estive Telethon Onlus, attraverso una sua agenzia romana di marketing, ci ordinava un quantitativo di pettorali in Tnt (il “tessuto non tessuto”, ndr) con il proprio logo da utilizzare nel corso delle varie manifestazioni ed iniziative di raccolta fondi. In particolare quest’anno – racconta Fortin - la nostra offerta riguardava 6.800 pettorali, per un totale di circa 6mila euro più Iva. A inizio agosto la sorpresa: chiamata l’agenzia per avere notizie sull’ordine sono stato informato che Telethon ha optato per un prodotto cinese”.

Per l’imprenditore veneto “una brutta sorpresa e un rammarico. Già non comprendo la logica della delocalizzazione che impoverisce il territorio e tanti onesti lavoratori italiani per arricchire pochi imprenditori senza scrupoli – attacca – ma che questa pratica venga adottata da un’organizzazione benefica che, giustamente, si preoccupava di avere da noi fornitori tutte le certificazioni del caso, non lo accetto”. Non solo. “Telethon, nel corso del programma ’30 ore per la Vita’ chiede a noi italiani un’offerta per aiutare la ricerca (italiana)”, continua l’imprenditore. Il riferimento è agli istituti di ricerca finanziati dalla Fondazione, tra i quali da sempre spicca il San Raffaele, nelle sue varie emanazioni (Università, Irccs e Fondazione Monte Tabor) ma anche attraverso la joint-venture Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica fondato dai due enti nel 1995. Telethon, quindi, secondo Fortin “non può permettersi di utilizzare materiale cinese senza certificazioni e che rischia di essere stato prodotto a dispetto delle più elementari regole sul lavoro e sull’ambiente”.

Intanto sul fronte Fiat l’erede degli Agnelli che presiede il Lingotto, John Elkann, rivendica un ruolo primario nel Paese. “Noi siamo il più grande investitore che c’è, quest’anno abbiamo fatto un grosso investimento a Pomigliano e siamo orgogliosi di questo grande esempio, a Grugliasco saranno lanciate fra poco le Maserati, è un altro investimento di un miliardo per rilanciare il Made in Italy”, ha detto rispondendo alle accuse mosse a Torino sugli scarsi investimenti nel Paese dopo l’abbandono del progetto Fabbrica Italia.
camillobenso
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da camillobenso »

E le stelle stanno a guardare


Il libero adattamento di una poesia di Martin Niemöller, calza a pennello per la doglianza elevata dal signor Cristian Fortin, imprenditore veneto di Permunia, in provincia di Padova.

Quando i nazisti sono venuti a prendere gli zingari
ho taciuto
anzi, ero contento
perchè rubacchiavano
Quando sono venuti a prendere gli ebrei
ho taciuto
perchè non ero ebreo
e mi stavano anche antipatici
Quando sono venuti a prendere gli omosessuali
ho taciuto
e ne fui sollevato...
perchè mi erano fastidiosi
Quando sono venuti a prendere i comunisti
ho taciuto
non ero certo un comunista!
E quando sono venuti a prendere...
me
non c'era rimasto
nessuno
che potesse protestare...



**

Schei
Dal boom alla rivolta
IL MITICO NORDEST


è il racconto di un figlio di quella terra che conosce molto bene, Gian Antonio Stella, nato ad Asolo ma vissuto a Vicenza, oggi editorialista di punta del Corriere della Sera, che nel 2007 con il collega Sergio Rizzo sono balzati agli onori della cronaca per aver pubblicato il libro di successo“La casta”. 1,2 milioni di copie vendute, 22 edizioni.

Un po’ per merito loro, un po’ per il momento economico favorevole, un po’ tanto per gli aiuti che mamma Dc elargiva “ai figlioli prediletti” del bianco e devotissimo veneto, il veneto per qualche anno è stato considerato la Silicon valley italiana.

In un’intervista all’Unità, Gian Antonio Stella traccia questo profilo della società veneta imprenditoriale:

Parliamo ora di quel suo Veneto considerato come “la locomotiva d’Italia”?

Il Veneto ha un problema che è quello di una gestione esclusivamente egoista dove ognuno si fa gli affari suoi. E’ un sistema quello veneto che non è mai riuscito -scusate il giro di parole-, a far sistema. La nostra è una Regione, e lo dico da veneto quale sono, nel quale c’è stata una esasperazione totale dell’individualismo che ha portato a fregarcene di tutto ciò che c’è intorno a noi. Questa idea ha creato e continua a creare dei veri disastri sociali e politici. Occorre che il Veneto si faccia carico di una gestione d’insieme delle cose, altrimenti è inutile che ogni volta che fanno un governo ci lamentiamo perché non ci sono veneti. Non c’è ad esempio un veneto, un trentino o friulano, che sia mai diventato nella storia della repubblica, presidente della Confindustria. Sono anni che il Veneto ha una rappresentanza ministeriale che è drammaticamente più bassa rispetto al resto delle altre regioni.

Il motivo è che abbiamo un modo di gestire noi stessi assolutamente frammentato. Noi siamo un insieme di formicai che non riescono ad avere delle api regine; anzi, ci sono guerre intestine che reprimono le queste cose… Ogni comune ad esempio, si fa i “ca..i” suoi, senza nessun tentativo di fare dei progetti allargati; così le nostre strade sono il frutto di una cattiva gestione del territorio come noi abbiamo qui. Capisco che ai vicentini possa dare fastidio essere equiparati alla situazione napoletana, ma le nostre strade e quelle di Napoli sono frutto della stessa gestione.


*

In virtù di queste profonde caratteristiche intrinseche, l’egoismo e l’individualismo ha fatto si che quando sono finite le vacche grasse,.. che mamma Dc non poteva più essere munta come prima, l’imprenditoria veneta non ci pensa su due volte ed emigra in Europa dove la mano d’opera costa di meno, Polonia, Ungheria, Romania.

Agli “schei” gli imprenditori veneti sono molto attaccati e una volta assaporata l’ebbrezza che possono dare non sono più riusciti a staccarsene.

Che emigrando in altri Paesi lasciassero sul lastrico migliaia di famiglie di concittadini, come dicono a Roma: Gliene poteva fregà de meno.

Grandi bigottoni, apparentemente tutto casa, chiesa, famiglia e lavoro, sono ferventi adoratori del dio “SCHEI”.

Nel 2007, alla Camera di Commercio delle Romania erano registrate 6.000 aziende medie italiane.

Tutte venete??? Certamente no, ma in prevalenza si.

Da 14 anni siamo in guerra con la Cina. Una guerra commerciale che stiamo perdendo.

Ovviamente, nel Bel Paese dei merli-struzzi, tutti tengono ben riparato il capino sotto la sabbia così i problemi che non si vedono non esistono, e si tira a campare meglio.

Fino a quando però tocca a te, e allora arriva il momento di tirare fuori il capino dalla sabbia e protestare perché avendo lasciato scoperte, non riparate sotto la sabbia altre parti del corpo, qualcuno ti ha fatto un servizietto.

L’imprenditore Cristian Fortin ora si trova nelle condizioni dell’ultimo stadio della poesia di Martin Niemöller
E quando sono venuti a prendere...
me
non c'era rimasto
nessuno
che potesse protestare...



Evidentemente al quarto anno di crisi anche la beneficienza ne risente, a maggior ragione se arriva da una famiglia di successo.

Però non dobbiamo mai scordarci che ricchi non si diventa per caso, lo si fa sulla pelle degli altri.

A questa dura legge evidentemente in tempi di crisi non si sottrae neppure la famiglia Agnelli che pensa ai suoi di “schei”, vuole continuare a fare bella figura con la beneficienza ma pagarla il meno possibile. E’ né più né meno di quello che hanno fatto negli ultimi 18 anni i colleghi del signor Fortin. Hanno badato egoisticamente solo ai loro di “schei”, quando la miseria tornava a propagarsi per migliaia di famiglie lasciate sul lastrico per mancanza di lavoro.

Ma l’omo non impara mai proprio nulla dalla vita???
shiloh
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da shiloh »

Marchionne all'attacco di Renzi:
«Sindaco di piccola povera città»


segue al link:

http://www.unita.it/italia/renzi-a-marc ... a-1.454076

************************************

io non apprezzo Renzi.

ma questo Cialtronne si merita per intero il suo appellativo.

perchè prendersela con una città per attaccare il suo sindaco ???

sarebbe come se per criticare l'operato di Cialtronne ,Renzi se la fosse presa con la FIAT.

mica l'ha fatto...

mi viene anche da chiedermi come si faccia a definire Firenze una
«piccola povera città»

ma c'è mai stato questo ignoramus in a garden variety a Firenze ???

mi/ci può spiegare ,
in tutta l'ammmmmmmmmmmmmerica di cui si riempe la bocca,
dove la trova una città come Firenze ???

povera Firenze ???

solo la cultura e la storia che impregnano la galleria degli uffizi valgono 1000 volte la FIAT...

Cialtronne pensa davvero che tutto gli italiani correrebbero a salvare la FIAT se finisse "sott'acqua" ,come fecero con Firenze nel 1966 ???

sarebbe meglio che Cialtronne pensasse a come far uscire la FIAT da quel cul-de-sac in cui lui stesso l'ha cacciata,
e senza chiedere l'ennesimo stanziamento di soldi nostri a fondo perduto,come sta,velatamente,ma anche no, facendo.
e mi risulta che lo pagano anche per quello che sta dis-facendo...
soloo42000
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da soloo42000 »

Non facciamoci distrarre dall'arroganza marchionnesca.

Il FATTO POLITICO rimane che un pezzo importante del PD e del sindacato ha appoggiato Marchionne nelle follie aziendali derivanti dalla sua arroganza.

Adesso a pagare sono i dipendenti FIAT e dell'indotto.

Ma la domanda politica da farsi rimane.

Chi ha appoggiato Marchionne?
Come deve rispondere della propria stoltezza politica?

Renzi adesso si atteggia a vittima/vendicatore rispetto a Marchionne.
Ma non era lui lo stesso che lo appoggio` "senza se e senza ma"?
Non fu anche lui uno di quelli che ce l'avevano con la CGIL seguendo Sacconi & Co?

Se dunque questa e` la "intelligenza politica" di Renzi, perche` mai dovremmo votarlo?
Solo perche` l'alternativa non sembra tanto migliore e hai visto mai che smuovendo le acque il PD si risana?

Se e` cosi` mi pare una "decisione politica" ben misera.
Pero` all'altezza dei tempi che corrono quanto a stoltezza.

Ciao.


soloo42000
shiloh
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da shiloh »

è @soloo...vero,quello che scrivi.

42000 volte vero...
mariok

Re: La vicenda FIAT

Messaggio da mariok »

Non c'è dubbio. Le ultime uscite di Marchionne offrono un'occasione ghiotta per attaccare Renzi, che probabilmente se lo merita pure.

Però starei attento a chi gli fa la predica. Finché gliela fa Vendola, ci può anche stare, anche se resta comunque il problema dell'inconcludenza dei suoi sermoni, che non si capisce mai dove vanno a parare.

Ma per il resto, a cominciare da Bersani, chi è in grado di scagliare la prima pietra? Per non parlare dei vari Fassino e Chiamparino.

La stoltezza politica è soprattutto quella di ridurre la questione a quella dello schierarsi pro o contro Marchionne.

A proposito di stoltezza, non sarebbe più intelligente chiedersi, al di là delle frasi ad effetto, chi ha avanzato uno straccio di proposta su come andava ed ancora va affrontato un enorme problema come quello della Fiat?
soloo42000
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Re: La vicenda FIAT

Messaggio da soloo42000 »

>>A proposito di stoltezza, non sarebbe più intelligente chiedersi, al di là delle frasi ad effetto, chi ha avanzato uno straccio di proposta su come andava ed ancora va affrontato un enorme problema come quello della Fiat?

Mica si da solo la colpa a Renzi.
Come ho scritto, liberisti a parte, e` tutto un pezzo del PD e del sindacato che si e` bevuto il cervello.

Pero` molti, a cominciare dal sottoscritto, la puzza di bruciato l'hanno sentita anni e anni fa.
Mentri altri ancora oggi, invece, si divertono a martellare "i sindacati" e "le sinistre".
Giocano.
E intanto il Paese va a fondo con tutto il suo sistema produttivo.

Quanto poi alla "intelligenza politica" per una soluzione alla crisi industriale.

Non la trovo.
Da nessuna parte.
A destra, dove confidano ferventi nella saggezza del mercato.
Al centro, dove confidano adoranti in Monti.
In Monti, che non ha uno straccio di idea di politica industriale, e tantomeno la forza per reperire le risorse dove vengono rubate (evasione e corruzione) o sperperate (vera ristrutturazione dello stato, altro che tagli ciechi affidati a dirigenti irresponsabili e/o corrotti).
A sinistra, dove si baloccano con l'articolo 18, i matrimoni gay e le pensioni ai panzoni padani.

Ma tutto questo non e` ragione per votare uno stolto sperando che per chissa` quale oscuro miracolo sistemi le cose.

Ciao.


soloo42000
shiloh
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Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: La vicenda FIAT

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:
A proposito di stoltezza, non sarebbe più intelligente chiedersi, al di là delle frasi ad effetto, chi ha avanzato uno straccio di proposta su come andava ed ancora va affrontato un enorme problema come quello della Fiat?

mi pare che Lumia (PD siciliano) ai tempi di Termini Imerese avesse avanzato la seguente proposta che suona +/- così:
"se la FIAT non ha più intenzione di produrre auto in Sicilia,che ceda ad un prezzo simbolico alla regione gli stabilimenti."

(tanto li hanno costruiti con soldi dei contribuenti,mica dei "Lambs"...n.d.r.)

sarà compito della regione trovare un produttore a cui interessa produrre auto in Sicilia (...e in Italia).

col sennò di poi mi sento di dire che c'aveva ragione.

credo che si vuol salvare la produzione automobilistica in Italia,
l'unica via sia togliere la FIAT dalle mani di questo incapace e di quelli che l'hanno nominato a.d.

p.s.

"e giunto al fin della licenza..."ti cito:
mariok ha scritto:

Art. 42 - "La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale".
:P
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