Come se ne viene fuori ?
Re: Come se ne viene fuori ?
Fondi Lazio, arrestato Fiorito ex capogruppo Pdl. E’ accusato di peculato
La Guardia di Finanza fatto scattare le manette nei confronti del politico questa mattina all'alba. E' accusato di peculato per l'utilizzo indebito di soldi pubblici. La Procura gli contesta una appropriazione da un milione e 300 mila euro. Il consigliere detto "Er Batman" è anche indagato a Viterbo per calunnia e falso
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 ottobre 2012
L’inchiesta sui fondi della regione Lazio finiti nelle tasche dei consiglieri Pdl fa il salto di qualità. Franco Fiorito, ex capogruppo regionale del Popolo della Libertà, è stato arrestato dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. E’ indagato per peculato per l’utilizzo illecito dei fondi destinati ai suoi colleghi eletti alla Pisana. Lo scandalo, che ha travolto il partito di Silvio Berlusconi, ha portato alle dimissioni della presidente Renata Polverini. A indagare sugli sprechi e le ruberie dei consiglieri è la Procura di Roma. Anche se sui fondi è stata aperta una inchiesta anche dalla Procura di Viterbo, in cui Fiorito è indagato per i reati di falso e calunnia. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Stefano Aprile su richiesta del procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna e del pm Alberto Pioletti. Il politico è stato portato nel carcere di Regina Coeli. Gli uomini della Fiamme gialle stanno eseguendo anche diverse perquisizioni negli uffici e abitazioni riconducibili all’ex capogruppo chiamato “Er Batman”.
L’ordinanza di arresto è stata motivata per il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. La procura gli contesta l’appropriazione di una somma superiore a quella che era stata resa nota nei giorni scorsi ovvero quasi un milione e 300 mila euro. ”Stiamo valutando le motivazioni addotte dai magistrati”, ha commentato l’avvocato Enrico Pavia, uno dei legali di Fiorito.
I primi accertamenti degli inquirenti e degli investigatoti avevano attestato a un milione di euro l’ammontare di fondi passati dai due conti del gruppo regionale del Pdl a quelli di Fiorito. Dopo essere stato ascoltato dalla Procura di Viterbo la settimana scorsa, il consigliere regionale aveva annunciato la sua ricandidatura alle prossime elezioni regionali. In una intervista al Fatto Quotidiano Fiorito aveva “confessato” che i soldi, che dovevano essre destinati ai consiglieri per la loro attività politica, venivano spesi in “festini” e “gnocche”. A scandalo deflagrato però Fiorito aveva detto di aver la coscienza tranquilla e che avrebbe restituito il maltolto. Nel corso degli interrogatori aveva anche puntato il dito contro i compagni di partit0, indicati come dei veri e propri stalker: “Ero perseguitato, tutti mi chiedevano soldi”.
Fiorito agli inquirenti aveva raccontato che su 17 consiglieri che formavano il gruppo Pdl alla Regione sette avrebbero presentato fatture false. Il consigliere aveva consegnato anche le ricevute rimborsate agli ex colleghi durante l’interrogatorio con gli inquirenti durato sette ore. Le indagini all’inizio si erano concentrate su gli oltre 100 bonifici che avevano portato 753mila euro dalle casse del partito su conti esteri intestati al consigliere o ai familiari, ma la contestazione presente nell’ordinanza fa lievitare di quasi il doppio la somma dei soldi “rubati”. Nell’ambito dell’inchiesta è stata sentita l’ex fidanzata Samantha Reali cui erano stata bonificata una somma come compenso per il suo impegno in campagna elettorale. La donna, però, ha dichiarato di non sapere da dove provenissero i soldi.
”Lasciando perdere le espressioni sentite nell’opinione pubblica in questi giorni, sul piano tecnico non si può parlare di peculato per una giurisprudenza ormai costante – afferma l’avvocato Carlo Taormina annunciando ricorso contro la decisione del gip – Se ci si trova davanti a un reato questo è quello di appropriazione indebita, dove l’arresto non è consentito. Mi auguro che questo rappresenti una svolta e che quindi adesso anche gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio abbiano lo stesso trattamento”. “Si aspettava e si temeva per la pressione dell’opinione pubblica e per il dibattito che è nato. L’arresto di Fiorito per l’ipotesi di peculato non è pertinente. C’è una giurisprudenza che dice che quando questo denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato – sostiene il legale a Tgcom24 – Inoltre c’è da dire che se hanno arrestato Franco Fiorito, mancano all’appello gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio”. Sulle esigenze per procedere all’arresto aggiunge: “Noi abbiamo avuto un interrogatorio dove abbiamo depositato tutti gli atti. Pericoli di fuga non ce ne sono mai stati, per cui sotto tutti i profili, parlando di esigenze cautelari per l’arresto, queste non c’erano”.
La Guardia di Finanza fatto scattare le manette nei confronti del politico questa mattina all'alba. E' accusato di peculato per l'utilizzo indebito di soldi pubblici. La Procura gli contesta una appropriazione da un milione e 300 mila euro. Il consigliere detto "Er Batman" è anche indagato a Viterbo per calunnia e falso
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 ottobre 2012
L’inchiesta sui fondi della regione Lazio finiti nelle tasche dei consiglieri Pdl fa il salto di qualità. Franco Fiorito, ex capogruppo regionale del Popolo della Libertà, è stato arrestato dagli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. E’ indagato per peculato per l’utilizzo illecito dei fondi destinati ai suoi colleghi eletti alla Pisana. Lo scandalo, che ha travolto il partito di Silvio Berlusconi, ha portato alle dimissioni della presidente Renata Polverini. A indagare sugli sprechi e le ruberie dei consiglieri è la Procura di Roma. Anche se sui fondi è stata aperta una inchiesta anche dalla Procura di Viterbo, in cui Fiorito è indagato per i reati di falso e calunnia. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Stefano Aprile su richiesta del procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna e del pm Alberto Pioletti. Il politico è stato portato nel carcere di Regina Coeli. Gli uomini della Fiamme gialle stanno eseguendo anche diverse perquisizioni negli uffici e abitazioni riconducibili all’ex capogruppo chiamato “Er Batman”.
L’ordinanza di arresto è stata motivata per il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. La procura gli contesta l’appropriazione di una somma superiore a quella che era stata resa nota nei giorni scorsi ovvero quasi un milione e 300 mila euro. ”Stiamo valutando le motivazioni addotte dai magistrati”, ha commentato l’avvocato Enrico Pavia, uno dei legali di Fiorito.
I primi accertamenti degli inquirenti e degli investigatoti avevano attestato a un milione di euro l’ammontare di fondi passati dai due conti del gruppo regionale del Pdl a quelli di Fiorito. Dopo essere stato ascoltato dalla Procura di Viterbo la settimana scorsa, il consigliere regionale aveva annunciato la sua ricandidatura alle prossime elezioni regionali. In una intervista al Fatto Quotidiano Fiorito aveva “confessato” che i soldi, che dovevano essre destinati ai consiglieri per la loro attività politica, venivano spesi in “festini” e “gnocche”. A scandalo deflagrato però Fiorito aveva detto di aver la coscienza tranquilla e che avrebbe restituito il maltolto. Nel corso degli interrogatori aveva anche puntato il dito contro i compagni di partit0, indicati come dei veri e propri stalker: “Ero perseguitato, tutti mi chiedevano soldi”.
Fiorito agli inquirenti aveva raccontato che su 17 consiglieri che formavano il gruppo Pdl alla Regione sette avrebbero presentato fatture false. Il consigliere aveva consegnato anche le ricevute rimborsate agli ex colleghi durante l’interrogatorio con gli inquirenti durato sette ore. Le indagini all’inizio si erano concentrate su gli oltre 100 bonifici che avevano portato 753mila euro dalle casse del partito su conti esteri intestati al consigliere o ai familiari, ma la contestazione presente nell’ordinanza fa lievitare di quasi il doppio la somma dei soldi “rubati”. Nell’ambito dell’inchiesta è stata sentita l’ex fidanzata Samantha Reali cui erano stata bonificata una somma come compenso per il suo impegno in campagna elettorale. La donna, però, ha dichiarato di non sapere da dove provenissero i soldi.
”Lasciando perdere le espressioni sentite nell’opinione pubblica in questi giorni, sul piano tecnico non si può parlare di peculato per una giurisprudenza ormai costante – afferma l’avvocato Carlo Taormina annunciando ricorso contro la decisione del gip – Se ci si trova davanti a un reato questo è quello di appropriazione indebita, dove l’arresto non è consentito. Mi auguro che questo rappresenti una svolta e che quindi adesso anche gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio abbiano lo stesso trattamento”. “Si aspettava e si temeva per la pressione dell’opinione pubblica e per il dibattito che è nato. L’arresto di Fiorito per l’ipotesi di peculato non è pertinente. C’è una giurisprudenza che dice che quando questo denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato – sostiene il legale a Tgcom24 – Inoltre c’è da dire che se hanno arrestato Franco Fiorito, mancano all’appello gli altri 70 consiglieri della Regione Lazio”. Sulle esigenze per procedere all’arresto aggiunge: “Noi abbiamo avuto un interrogatorio dove abbiamo depositato tutti gli atti. Pericoli di fuga non ce ne sono mai stati, per cui sotto tutti i profili, parlando di esigenze cautelari per l’arresto, queste non c’erano”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
http://www.leggo.it/roma/social/pdl_tra ... 6492.shtml
Dunque, porrei l'accento su un passo: gente travestita da operai disperati che chiede l'elemosina.
La gente rischia di perdere il posto di lavoro. Non sa come fare.
E loro, quelli che hanno rubato e speso i nostri soldi, che fanno?
Li prendono per il culo.
Allora, siamo ancora dell'idea che il male non si auguri a nessuno?
Dunque, porrei l'accento su un passo: gente travestita da operai disperati che chiede l'elemosina.
La gente rischia di perdere il posto di lavoro. Non sa come fare.
E loro, quelli che hanno rubato e speso i nostri soldi, che fanno?
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"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: Come se ne viene fuori ?
peanuts ha scritto:http://www.leggo.it/roma/social/pdl_tra ... 6492.shtml
Dunque, porrei l'accento su un passo: gente travestita da operai disperati che chiede l'elemosina.
La gente rischia di perdere il posto di lavoro. Non sa come fare.
E loro, quelli che hanno rubato e speso i nostri soldi, che fanno?
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maremmabbona !!!
ovvia dai,
e vada pe'un foco di S'Antonio sotto la nasina (nasina = ascella)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 42
Diario di un disastro annunciato – 2 ottobre 2012 - 2
Se “Il diavolo veste Prada”, ..”I banditi vestono Monti”” - 1
Ai tempi in cui esistevano ancora le sale cinematografiche nella cittadella rossa, nell’intervallo tra una proiezione e l’altra, per anni hanno trasmesso la pubblicità: “Monti,….abiti belli, abiti pronti”.
Pubblicità promossa da un noto negozio di abbigliamento presente a lato della chiesa di Santo Stefano.
Lo spettacolino che stiamo assistendo in questi giorni sta diventando sempre di più la Sagra del Castrato, il teatro del sadomasochismo, la pratica del bunga bunga di massa a cielo aperto. Altro che il sotterraneo del dopocena delle “serate eleganti” di Villa San Martino in quel di Hardcore. Nel Bel Paese del fine estate del 2012 scopriamo che a una gran parte degli italiani il bunga bunga piace assai assai. Capita.
Pur presi con le dovute molle perché i dati sono distanti da quelli di Weber, troppo distanti, secondo Masia e Mitraglietta la fiducia in Super Mario è del 54 % con un incremento del 4 %.
E nella classifica di chi vorreste come premier Monty figura al primo posto con il 19 %, davanti a Renzi 13 % e Bersani 11.
Eppure non sembra che qualcosa di positivo giustifichi la crescita settimanale.
- Da 15 giorni imperversa il Laziogate ma non risulta che sia opera del forbicione del governo Monty.
- E’ sempre la magistratura ad allargare lo spettro di “regionopoli” interessandosi della Regione Campania. Neppure qui sembra che sia opera di James Bondi, lo 007 con licenza di tagliare ingaggiato appositamente dal governo Monty.
- Forse in modo non del tutto disinteressato,Roberto Rosso (Pdl) denuncia i rimborsi delle finte trasferte della Regione Piemonte
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/ ... ca/205797/
facendo esplodere “regionopoli”, perché anche nella Regione amministrata da Zaia vengono dati rimborsi in nero. La magistratura vuol vedere chiaro anche in Emilia Romagna.
Nella Mecca siciliana non smettono di sorprendere i provvedimenti in extremis del governatore dimissionario don Lombardo.
- dopo “regionopoli” esplode “provinciopoli” e neppure qui l’ombra di un’intervento diretto e deciso del governo di Super Mario.
- Marco Travaglio, il giornalista laser tricolore, stamani si cimenta sulle pagine del Fatto, che esce con una nuova veste grafica, con l’editoriale “Italia o Spagna purché se magna”.
Italia o Spagna purché se magna
(Marco Travaglio).
02/10/2012 di triskel182
Da giorni, a Madrid, migliaia di persone manifestano davanti al Parlamento contro un governo che non sa far altro che tagliare sulla pelle dei lavoratori e degli onesti per salvare le banche. Eppure il governo Rajoy è stato appena eletto dagli spagnoli, mentre il nostro no, anzi si lavora per fotocopiarlo nella prossima legislatura infischiandosene del piccolo dettaglio chiamato elezioni.
Ma davanti a Palazzo Chigi, a Montecitorio e a Palazzo Madama nessuno protesta.
Nemmeno dopo aver visto la galleria di mostri messa in scena da Report, nella puntata di Bernardo Iovene sugli “onorevoli” condannati e inquisiti, con avvocati al seguito, che dovrebbero votare la legge anticorruzione. Il pluripregiudicato Del Pennino: “Non sta a me stabilire se un condannato possa stare in Parlamento, sono troppo coinvolto”. Povera stella. L’imputato (per corruzione aggravata da finalità camorristica) Landolfi: “Per me non dovrebbe starci neanche un indagato per reati minori, come all’estero. Ma in Italia non è così e chiediamoci perché”. Perché si svuoterebbero le Camere? No, “perché qui la magistratura non è al di sopra di ogni sospetto”. Il sen. avv. Longo, difensore di B: “Anche un condannato definitivo può stare in Parlamento: esso deve dare rappresentanza mediana al popolo, dunque gli eletti non devono essere migliori degli elettori”. L’idea che eleggere voglia dire scegliere il meglio non lo sfiora neppure, per ovvi motivi autobiografici: siccome il popolo contiene milioni di delinquenti, deve farsi rappresentare da 945 mezzi delinquenti, o da un delinquente sì e uno no. E lui si candida alla bisogna. Sennò evasori, corruttori, rapinatori, spacciatori, stupratori, pedofili, papponi, truffatori, assassini e mafiosi restano senza voce e la democrazia rappresentativa dove va a finire. Il pregiudicato Brancher sostiene di essere innocente perché lo dice lui, “fidatevi di me”. La prova? L’han condannato per aver intascato “200 mila euro da Fiorani nel 2001, quando l’euro non c’era ancora”: ecco, siccome erano lire e la condanna è arrivata “troppo presto”, è come se non le avesse prese. Notevole il filmato di Napolitano che lo nomina ministro del Federalismo e l’applaude pure. Betulla Farina, che ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar, annuncia che si ricandida perché, sì, faceva la spia per il Sismi, ma agiva “in stato di necessità” e poi “Feltri mi dice sempre che sono un idiota”: meritava almeno la seminfermità mentale. E poi anche il popolo degli idioti merita una degna rappresentanza. L’on. avv. Sisto rivoluziona secoli di criminologia: l’anticorruzione è sbagliata perché “aumentare le pene non è un deterrente per chi commette reati”. Il deterrente è depenalizzarli, così sai che paura.
L’on. Napoli contesta il nuovo reato di traffico d’influenze illecite, previsto dalla convenzione di Strasburgo e punito in tutto il mondo, perché “nessuno potrà più fare il sindaco” senza finire in galera.
Lui lo dà proprio per scontato che un sindaco traffichi influenze illecite. E che, non si può più neanche rubare in pace?
Un po’ come gli imprenditori che truccano i bilanci: nel ’97, quando fu condannato Romiti, il Gotha dell’industria firmò un appello per depenalizzare il falso in bilancio in modica quantità.
Nel 2002 fu accontentato da B.
E ora l’avv. min. Severino, che difendeva i maggiori gruppi industriali, risponde dolente: “Per il falso in bilancio non c’è più tempo”.
Oh che peccato. Ce l’aveva proprio sulla punta della lingua. Ma quando ci invadono gli spagnoli?
Da Il Fatto Quotidiano del 02/10/2012.
Diario di un disastro annunciato – 2 ottobre 2012 - 2
Se “Il diavolo veste Prada”, ..”I banditi vestono Monti”” - 1
Ai tempi in cui esistevano ancora le sale cinematografiche nella cittadella rossa, nell’intervallo tra una proiezione e l’altra, per anni hanno trasmesso la pubblicità: “Monti,….abiti belli, abiti pronti”.
Pubblicità promossa da un noto negozio di abbigliamento presente a lato della chiesa di Santo Stefano.
Lo spettacolino che stiamo assistendo in questi giorni sta diventando sempre di più la Sagra del Castrato, il teatro del sadomasochismo, la pratica del bunga bunga di massa a cielo aperto. Altro che il sotterraneo del dopocena delle “serate eleganti” di Villa San Martino in quel di Hardcore. Nel Bel Paese del fine estate del 2012 scopriamo che a una gran parte degli italiani il bunga bunga piace assai assai. Capita.
Pur presi con le dovute molle perché i dati sono distanti da quelli di Weber, troppo distanti, secondo Masia e Mitraglietta la fiducia in Super Mario è del 54 % con un incremento del 4 %.
E nella classifica di chi vorreste come premier Monty figura al primo posto con il 19 %, davanti a Renzi 13 % e Bersani 11.
Eppure non sembra che qualcosa di positivo giustifichi la crescita settimanale.
- Da 15 giorni imperversa il Laziogate ma non risulta che sia opera del forbicione del governo Monty.
- E’ sempre la magistratura ad allargare lo spettro di “regionopoli” interessandosi della Regione Campania. Neppure qui sembra che sia opera di James Bondi, lo 007 con licenza di tagliare ingaggiato appositamente dal governo Monty.
- Forse in modo non del tutto disinteressato,Roberto Rosso (Pdl) denuncia i rimborsi delle finte trasferte della Regione Piemonte
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/ ... ca/205797/
facendo esplodere “regionopoli”, perché anche nella Regione amministrata da Zaia vengono dati rimborsi in nero. La magistratura vuol vedere chiaro anche in Emilia Romagna.
Nella Mecca siciliana non smettono di sorprendere i provvedimenti in extremis del governatore dimissionario don Lombardo.
- dopo “regionopoli” esplode “provinciopoli” e neppure qui l’ombra di un’intervento diretto e deciso del governo di Super Mario.
- Marco Travaglio, il giornalista laser tricolore, stamani si cimenta sulle pagine del Fatto, che esce con una nuova veste grafica, con l’editoriale “Italia o Spagna purché se magna”.
Italia o Spagna purché se magna
(Marco Travaglio).
02/10/2012 di triskel182
Da giorni, a Madrid, migliaia di persone manifestano davanti al Parlamento contro un governo che non sa far altro che tagliare sulla pelle dei lavoratori e degli onesti per salvare le banche. Eppure il governo Rajoy è stato appena eletto dagli spagnoli, mentre il nostro no, anzi si lavora per fotocopiarlo nella prossima legislatura infischiandosene del piccolo dettaglio chiamato elezioni.
Ma davanti a Palazzo Chigi, a Montecitorio e a Palazzo Madama nessuno protesta.
Nemmeno dopo aver visto la galleria di mostri messa in scena da Report, nella puntata di Bernardo Iovene sugli “onorevoli” condannati e inquisiti, con avvocati al seguito, che dovrebbero votare la legge anticorruzione. Il pluripregiudicato Del Pennino: “Non sta a me stabilire se un condannato possa stare in Parlamento, sono troppo coinvolto”. Povera stella. L’imputato (per corruzione aggravata da finalità camorristica) Landolfi: “Per me non dovrebbe starci neanche un indagato per reati minori, come all’estero. Ma in Italia non è così e chiediamoci perché”. Perché si svuoterebbero le Camere? No, “perché qui la magistratura non è al di sopra di ogni sospetto”. Il sen. avv. Longo, difensore di B: “Anche un condannato definitivo può stare in Parlamento: esso deve dare rappresentanza mediana al popolo, dunque gli eletti non devono essere migliori degli elettori”. L’idea che eleggere voglia dire scegliere il meglio non lo sfiora neppure, per ovvi motivi autobiografici: siccome il popolo contiene milioni di delinquenti, deve farsi rappresentare da 945 mezzi delinquenti, o da un delinquente sì e uno no. E lui si candida alla bisogna. Sennò evasori, corruttori, rapinatori, spacciatori, stupratori, pedofili, papponi, truffatori, assassini e mafiosi restano senza voce e la democrazia rappresentativa dove va a finire. Il pregiudicato Brancher sostiene di essere innocente perché lo dice lui, “fidatevi di me”. La prova? L’han condannato per aver intascato “200 mila euro da Fiorani nel 2001, quando l’euro non c’era ancora”: ecco, siccome erano lire e la condanna è arrivata “troppo presto”, è come se non le avesse prese. Notevole il filmato di Napolitano che lo nomina ministro del Federalismo e l’applaude pure. Betulla Farina, che ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar, annuncia che si ricandida perché, sì, faceva la spia per il Sismi, ma agiva “in stato di necessità” e poi “Feltri mi dice sempre che sono un idiota”: meritava almeno la seminfermità mentale. E poi anche il popolo degli idioti merita una degna rappresentanza. L’on. avv. Sisto rivoluziona secoli di criminologia: l’anticorruzione è sbagliata perché “aumentare le pene non è un deterrente per chi commette reati”. Il deterrente è depenalizzarli, così sai che paura.
L’on. Napoli contesta il nuovo reato di traffico d’influenze illecite, previsto dalla convenzione di Strasburgo e punito in tutto il mondo, perché “nessuno potrà più fare il sindaco” senza finire in galera.
Lui lo dà proprio per scontato che un sindaco traffichi influenze illecite. E che, non si può più neanche rubare in pace?
Un po’ come gli imprenditori che truccano i bilanci: nel ’97, quando fu condannato Romiti, il Gotha dell’industria firmò un appello per depenalizzare il falso in bilancio in modica quantità.
Nel 2002 fu accontentato da B.
E ora l’avv. min. Severino, che difendeva i maggiori gruppi industriali, risponde dolente: “Per il falso in bilancio non c’è più tempo”.
Oh che peccato. Ce l’aveva proprio sulla punta della lingua. Ma quando ci invadono gli spagnoli?
Da Il Fatto Quotidiano del 02/10/2012.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Casini, Monti e il Pdl che cosa ne pensano? 60 miliardi fanno comodo?
Paghino gli speculatori | Firma con l'Unità
2 ottobre 2012
Il 18 e il 19 ottobre i capi di Stato e di governo della Ue discuteranno, nel Consiglio europeo convocato a Bruxelles,l’istituzione della Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf): un’imposta dello 0,1% da applicare sugli acquisti e le vendite degli strumenti finanziari di carattere speculativo e dello 0,01% da applicare sui cosiddetti derivati, «colpevoli» come si sa di gravissime distorsioni sui mercati. Si tratta di quella che è stata chiamata la «Tobin tax europea», sulla quale si discute da anni senza che si sia potuti arrivare a una conclusione a causa delle opposizioni di alcuni Paesi dell’Unione, capitanati dal Regno Unito.
Eppure, più di un anno fa il Parlamento europeo, con una iniziativa partita dal gruppo dei Socialisti e Democratici, ha votato l’istituzione dell’imposta e diversi parlamenti nazionali, tra cui quello italiano, hanno discusso in varie forme la proposta: ma il mancato consenso nelle istituzioni comunitarie ha fin qui impedito di raggiungere il risultato.
FIRMA QUI
Il valore economico dell’iniziativa è evidente. L’imposta, secondo i calcoli del Parlamento europeo, frutterebbe circa 60 miliardi di euro l'anno: una formidabile boccata di ossigeno per le esauste casse comunitarie che, per una volta, non verrebbero finanziate ricorrendo a tagli e sacrifici nei Paesi dell’Unione ma facendo pagare una minima parte del dovuto alle istituzioni finanziarie, le quali sono spesso le responsabili delle difficoltà di bilancio che assillano l’Europa.
Sarebbe, quindi, un primo segnale importante della volontà e della capacità della politica europea di regolamentare i mercati finanziari. Ma sarebbe anche un chiaro segnale in controtendenza, in un tempo in cui le scelte economiche dei governi e delle grandi tecnostrutture internazionali tendono a scavalcare o a ignorare tout court i poteri delle rappresentanze democratiche e degli stessi parlamenti nazionali.
FIRMA QUI
In vista del Consiglio europeo, il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno preso un’iniziativa vòlta a sbloccare l’impasse. In una lettera ai loro colleghi, hanno proposto che, in mancanza di un accordo generale, si proceda all’approvazione della Ttf con il metodo della cooperazione rafforzata, un istituto comunitario previsto dai Trattati che permette ai Paesi che lo vogliono di procedere, purché siano più di nove all’interno dei ventisette dell’Unione, anche senza l’intesa di quelli contrari.
Rivolgiamo un appello al governo italiano perché faccia propria l’iniziativa dei leader francese e tedesco aderendo al gruppo di Paesi che ricorrerebbe alla cooperazione rafforzata e perché, intanto, al Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre il presidente Monti ponga fine alle incertezze, ai dubbi e alle opposizioni striscianti che non mancano in Italia, chiarendo che il nostro Paese è favorevole all’istituzione dell’imposta sulle transazioni finanziarie. Invitiamo i lettori de l’Unità e tutti i cittadini a sostenere la nostra iniziativa firmando l’appello sul nostro sito.
http://www.unita.it/economia/paghino-gl ... o-1.451336
Paghino gli speculatori | Firma con l'Unità
2 ottobre 2012
Il 18 e il 19 ottobre i capi di Stato e di governo della Ue discuteranno, nel Consiglio europeo convocato a Bruxelles,l’istituzione della Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf): un’imposta dello 0,1% da applicare sugli acquisti e le vendite degli strumenti finanziari di carattere speculativo e dello 0,01% da applicare sui cosiddetti derivati, «colpevoli» come si sa di gravissime distorsioni sui mercati. Si tratta di quella che è stata chiamata la «Tobin tax europea», sulla quale si discute da anni senza che si sia potuti arrivare a una conclusione a causa delle opposizioni di alcuni Paesi dell’Unione, capitanati dal Regno Unito.
Eppure, più di un anno fa il Parlamento europeo, con una iniziativa partita dal gruppo dei Socialisti e Democratici, ha votato l’istituzione dell’imposta e diversi parlamenti nazionali, tra cui quello italiano, hanno discusso in varie forme la proposta: ma il mancato consenso nelle istituzioni comunitarie ha fin qui impedito di raggiungere il risultato.
FIRMA QUI
Il valore economico dell’iniziativa è evidente. L’imposta, secondo i calcoli del Parlamento europeo, frutterebbe circa 60 miliardi di euro l'anno: una formidabile boccata di ossigeno per le esauste casse comunitarie che, per una volta, non verrebbero finanziate ricorrendo a tagli e sacrifici nei Paesi dell’Unione ma facendo pagare una minima parte del dovuto alle istituzioni finanziarie, le quali sono spesso le responsabili delle difficoltà di bilancio che assillano l’Europa.
Sarebbe, quindi, un primo segnale importante della volontà e della capacità della politica europea di regolamentare i mercati finanziari. Ma sarebbe anche un chiaro segnale in controtendenza, in un tempo in cui le scelte economiche dei governi e delle grandi tecnostrutture internazionali tendono a scavalcare o a ignorare tout court i poteri delle rappresentanze democratiche e degli stessi parlamenti nazionali.
FIRMA QUI
In vista del Consiglio europeo, il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno preso un’iniziativa vòlta a sbloccare l’impasse. In una lettera ai loro colleghi, hanno proposto che, in mancanza di un accordo generale, si proceda all’approvazione della Ttf con il metodo della cooperazione rafforzata, un istituto comunitario previsto dai Trattati che permette ai Paesi che lo vogliono di procedere, purché siano più di nove all’interno dei ventisette dell’Unione, anche senza l’intesa di quelli contrari.
Rivolgiamo un appello al governo italiano perché faccia propria l’iniziativa dei leader francese e tedesco aderendo al gruppo di Paesi che ricorrerebbe alla cooperazione rafforzata e perché, intanto, al Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre il presidente Monti ponga fine alle incertezze, ai dubbi e alle opposizioni striscianti che non mancano in Italia, chiarendo che il nostro Paese è favorevole all’istituzione dell’imposta sulle transazioni finanziarie. Invitiamo i lettori de l’Unità e tutti i cittadini a sostenere la nostra iniziativa firmando l’appello sul nostro sito.
http://www.unita.it/economia/paghino-gl ... o-1.451336
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ti hanno accontentato subito:Joblack ha scritto:a' nuttata ... passa con l'omicidio del tiranno .... questo è quello che ci insegna la storia.lucfig ha scritto:Caro Camillo ti svegli a prima mattina con pensieri molto positivi!
Certo però hai ragione quando dimostri che ancora una risposta non c'è alla domanda: Come se ne viene fuori?
Io avrei un'altra domanda nata dalla cultura partenopea: Quando passa a' nuttata? Perché questa notte è più lunga di quella del polo nord!
Dato il mio pacifismo e la cultura della non violenza ... omicidio ... si declina come scomparsa dalla vita politica del noto personaggio ....chi è?
A voi l'indovinello.
Bye
1- ALLARME AD ARCORE! LE BANCHE TRABALLANO, CHIEDONO RIENTRI E L’INDEBITAMENTO COMPLESSIVO DELL’IMPERO SAREBBE ARRIVATO A 1 MILIARDO E 200 MILIONI, UNA CIFRA CHE NON SUPERA LA CAPITALIZZAZIONE DI MEDIASET (1,7 MILIARDI) MA FA SCATTARE LA NECESSITÀ PER BERLUSCONI E FAMIGLIA DI USARE LE FORBICI E LA GHIGLIOTTINA
Ce risemo,.......come nel 1992,........mò vedemo che s'inventa.....
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Pdl, il ciellino Mauro ‘archivia’ B.: “Nuovo leader o chiudiamo bottega”
Il presidente del deputati del Pdl al Parlamento europeo, legato a Cl, spiega su 'Avvenire' l'urgenza di trovare una guida per il partito "che non abbia esaurito la sua carica". Adesso, infatti, “non saranno trovate dell’ultimo istante a convincere un popolo oramai ostile a campagne elettorali fatte di discussioni sul nulla”
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 2 ottobre 2012Commenti (97)
L’identikit è chiaro: “serve un candidato capace di dire cose credibili sull’Europa e sul recupero di competitività nel nostro Paese”. Altrimenti “meglio archiviare definitivamente il Pdl” e “chiudere bottega”. Sono dure le parole di Mario Mauro, il presidente del deputati del Pdl al Parlamento europeo legato al movimento di Comunione e Liberazione, che ad Avvenire liquida definitivamente l’era Berlusconi e spiega che il partito “per continuare ad esistere ha un disperato bisogno di un nuovo leader”.
In particolare, aggiunge, ”abbiamo bisogno di qualcuno che non abbia esaurito la sua carica, che non abbia terminato la sua parabola. Il partito per continuare a esistere ha disperato bisogno di un nuovo leader. Se non lo troviamo, meglio chiudere bottega”. Adesso, prosegue, “serve un dibattito serio, e non saranno trovate dell’ultimo istante a convincere un popolo oramai ostile a campagne elettorali fatte di discussioni sul nulla”. E avverte: “Se la nostra mossa a sorpresa fosse cercare di far ricadere sull’Europa la responsabilità per quanto non riusciamo a fare da vent’anni, sarebbe pura follia”.
Il parlamentare commenta anche la figura di Matteo Renzi che, nonostante sia “ancora acerbo”, “esprime un’incredibile voglia di cambiamento”. “E se poi di là passa il messaggio ‘mai più un partito ex comunista’, di qua dovrà prendere forma un partito nuovo che non sia più una corte e che sappia riscoprire una storia”.
Parole che non sono piaciute a Sandro Bondi, ex coordinatore nazionale del Pdl. “Non sono d’accordo né con Mario Mauro né con Gianni Alemanno“, spiega il deputato criticando anche il sindaco di Roma che nei giorni scorsi aveva chiesto una svolta per rifondare il centrodestra, “una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, e di riferimenti politici, ma che ha bisogno di comportamenti che rendano credibili questi valori”. Bondi ha aggiunto che in questo momento “la parola d’ordine non deve essere quella di ripudiare la nostra storia e di disconoscere con una certa leggerezza il ruolo del presidente Berlusconi. Auspicare scissioni o nuovi inizi è nel migliore dei casi una illusione foriera di ulteriori imprevedibili problemi”. Secondo il senatore l’impegno “deve essere positivo e costruttivo, con un lavoro certosino e costante rivolto al rafforzamento, al consolidamento e soprattutto ad un autentico rinnovamento. Bisogna partire dalle difficoltà obiettive, non per smantellare quello che in questi anni abbiamo costruito faticosamente, bensì per sostenere il nuovo corso che con l’elezione di Angelino Alfano il presidente Berlusconi ha voluto imprimere alla vita del partito”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... ga/369901/
Flavia Perina a "Otto e mezzo" cita Mentana al Tg delle 20,00.
IL PDL E' FINITO
Ti stanno ascoltando tutti.
PS Quanto è antipatica, sprizza antipatia da tutti i pori l'invasata belusconiana BIANCOFIORE.
Mi chiedo sempre cosa succederebbe se fossimo sulla terra solo io e lei.
Mi toccherebbe fuggire in cima all'Everest.
Quando la femminilità va finire sotto i tacchi.
Ultima modifica di camillobenso il 02/10/2012, 20:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Proviamo a riflettere insieme ad alta voce, guardandoci indietro, e meditando su cosa abbiamo imparato dalla vita,…..su come funziona l’ambaradan su questo pianeta, per individuare se dall’esperienza che ci siamo fatti possiamo trovare gli elementi necessari per venirne fuori da questa crisi, con minori danni possibili di quelli procurati sin qui :
1) Il mondo si divide in due, i furbi e i fessi
2) Che i fessi sono infinitamente in numero superiore a furbi
3) Che la vita è fatta a scale e c’è chi le scende e chi le sale.
4) Che i politici italiani sono peggio delle cozze, non li stacchi dalla poltrona politica manco con la dinamite
5) Che a una buona parte degli italiani il bunga bunga piace
6) Che il detto “Italiani brava gente”,…mica è sempre vero.
7) Che morto un Papa se ne fa un altro, è vero solo dal punto di vista formale, dopo Roncalli il vuoto. Dopo Berlinguer, il vuoto.
8) Che la religione cattolica dopo Roby Forchettoni detto il Celeste, memores domini con voto alla povertà e castità,
Da Wikipedia
I Memores Domini sono un' associazione laicale cattolica i cui membri vivono i consigli evangelici di povertà, castità perfetta e obbedienza sotto l'egida del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, avendo come ambito di apostolato il mondo del lavoro. L'associazione viene chiamata dagli aderenti e dai simpatizzanti di Comunione e Liberazione anche Gruppo Adulto.
Non è più credibile.
9) Chi comanda da sempre sono i poteri forti, e di conseguenza questa è una democrazia zoppa
10) Che la Breccia di Porta Pia è solo un episodio storico. Il potere della chiesa cattolica “sull’amata Italia” non è mai venuto meno.
11) Che domani il sole sorge ancora
12) Che le banche ti danno credito solo se ha beni al sole
1) Il mondo si divide in due, i furbi e i fessi
2) Che i fessi sono infinitamente in numero superiore a furbi
3) Che la vita è fatta a scale e c’è chi le scende e chi le sale.
4) Che i politici italiani sono peggio delle cozze, non li stacchi dalla poltrona politica manco con la dinamite
5) Che a una buona parte degli italiani il bunga bunga piace
6) Che il detto “Italiani brava gente”,…mica è sempre vero.
7) Che morto un Papa se ne fa un altro, è vero solo dal punto di vista formale, dopo Roncalli il vuoto. Dopo Berlinguer, il vuoto.
8) Che la religione cattolica dopo Roby Forchettoni detto il Celeste, memores domini con voto alla povertà e castità,
Da Wikipedia
I Memores Domini sono un' associazione laicale cattolica i cui membri vivono i consigli evangelici di povertà, castità perfetta e obbedienza sotto l'egida del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, avendo come ambito di apostolato il mondo del lavoro. L'associazione viene chiamata dagli aderenti e dai simpatizzanti di Comunione e Liberazione anche Gruppo Adulto.
Non è più credibile.
9) Chi comanda da sempre sono i poteri forti, e di conseguenza questa è una democrazia zoppa
10) Che la Breccia di Porta Pia è solo un episodio storico. Il potere della chiesa cattolica “sull’amata Italia” non è mai venuto meno.
11) Che domani il sole sorge ancora
12) Che le banche ti danno credito solo se ha beni al sole
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Re: Come se ne viene fuori ?
Parte la puntata di Ballarò e nel primo cartello 7 regioni indagate.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Paese allo sbando – 43
Diario di un disastro annunciato – 2 ottobre 2012 - 3
Ancora questa sera con l'ennesima performance, il Celeste Roby Forchettoni, ha mostrato la nascita di un nuovo tipo di politico capace di portare ai punti estremi posizioni completamente indifendibili.
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Milano, 600mila euro dalla Regione all’Asilo Mariuccia: “Soldi ingiustificati”
Il contributo fu ottenuto dall'allora presidente Valter Izzo, ciellino come Formigoni, che lo giustificò con la necessità di ripianare un passivo di oltre 300mila euro. Ma la situazione economica dell'associazione, secondo il gip che ha disposto il sequestro dei conti della storica istituzione, non era così disastrosa: poteva contare su oltre 14 milioni tra patrimonio e liquidi
di Luigi Franco
| 2 ottobre 2012Commenti (0)
Il finanziamento da 600mila euro elargito nel 2010 dalla giunta Formigoni all’Asilo Mariuccia era ingiustificato. Per questo la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato beni per la stessa cifra sui conti correnti della storica istituzione milanese che offre assistenza a minori disagiati e a ragazze madri. Il contributo fu ottenuto dall’allora presidente Valter Izzo, ciellino come il governatore della Lombardia ed ex vice presidente della Compagnia delle opere non profit, che lo giustificò con la necessità di ripianare una passività di oltre 300mila euro. Ma la situazione economica dell’associazione – scrive il gip Anna Maria Zamagni nel decreto di sequestro – era tutt’altro che critica, visto che poteva contare su oltre 14 milioni di euro tra patrimonio netto, bot e disponibilità liquide. La regione Lombardia nell’inchiesta risulta parte lesa, ma la giunta finisce sotto l’attacco dell’opposizione per l’ennesimo finanziamento elargito a un’organizzazione “amica”. E senza alcun controllo: le uniche verifiche sono state fatte solo a posteriori, con anni di ritardo.
Il finanziamento è al centro di un’inchiesta coordinata dal pm Tiziana Siciliano e dall’aggiunto Alfredo Robledo. Nel 2010 l’Asilo Mariuccia ha ottenuto un contributo straordinario di 600mila euro dalla giunta di Roberto Formigoni, dopo una richiesta inviata un anno prima in cui si parlava della necessità di ripianare conti in rosso per 355mila euro. Solo che Izzo in Regione ha presentato documenti “attestanti cose non vere”, scrive il gip che ha disposto il sequestro di 600mila euro sui conti dell’Asilo Mariuccia.
Sotto l’occhio dei magistrati è finita pure la dismissione del patrimonio immobiliare dell’Asilo Mariuccia portato avanti da Izzo: dal 1999 infatti sono stati venduti una cinquantina di alloggi, tra cui un appartamento in via Pacini che nel 2003 è finito nelle mani del figlio del presidente, Carlomichele Izzo, per una cifra di poco superiore agli 80mila euro. Nel decreto di perquisizione si sottolinea come la cessione a parenti entro il terzo grado del presidente di una onlus non sia norma di legge. Ma l’eventuale reato è ormai caduto in prescrizione.
L’inchiesta va comunque avanti sul finanziamento, visto che c’è il sospetto che quei soldi siano stati usati da Izzo per ristrutturare un immobile dell’Asilo Mariuccia, poi concesso in locazione per poche migliaia di euro alla fondazione Esae, da lui stesso presieduta all’epoca dei fatti. L’ipotesi di reato per Izzo è stata modificata da truffa aggravata, originariamente contestata, in indebita percezione di contributi pubblici. La regione Lombardia è invece per ora considerata parte lesa. Ma resta la domanda sul perché nessuno ai piani alti di Palazzo Lombardia si sia reso conto che la situazione economica dell’Asilo Mariuccia fosse tutt’altro che critica. Tra il 2000 e il 2011 l’Asilo Mariuccia ha percepito rimborsi comunali (in base al numero di adolescenti e madri con bambino ospitate) e contributi regionali per un ammontare complessivo pari a 22 milioni di euro. Inoltre, poco prima della richiesta dello stanziamento da 600mila euro, il bilancio 2008 si è chiuso sì con un deficit di 355mila euro, come sostenuto da Izzo. Ma tale passività, secondo il gip, sarebbe potuta essere ripianata senza alcun finanziamento pubblico, visto che l’associazione poteva contare su oltre 11 milioni di patrimonio netto (costituito in buona parte da immobili), 2,1 milioni di euro in disponibilità liquide e un milione investito in bot.
Ma in Regione nessuno si è accorto di nulla, nessuno ha controllato nulla. Izzo di certo aveva conoscenze che contano, visto che nel 2010 è stato premiato con la Rosa Camuna, massima onorificenza lombarda. Intercettato al telefono con il direttore operativo dell’Asilo Mariuccia Maurizio Faini (anche lui di Comunione e liberazione) nel febbraio 2012, Izzo racconta di come stia preparando la documentazione dettagliata dei conti dell’Asilo Mariuccia da presentare ai funzionari regionali. Ma siamo ben due anni dopo l’elargizione del finanziamento e tre anni dopo la richiesta dello stesso. E la direzione regionale Famiglia e solidarietà sociale, che fa capo all’assessore Giulio Boscagli, si fa sentire solo adesso, “allarmata dall’intervento dell’autorità giudiziaria”, scrive il gip.
Insomma, la giunta corre ai ripari con un controllo a posteriori solo quando l’inchiesta della procura è già partita e i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano si sono già presentati per acquisire documenti. E il verdetto delle verifiche iniziate in Regione è chiaro: “Probabilmente un’istruttoria più attenta al dato contabile – si legge in un documento dell’unità operativa Sistema dei controlli – avrebbe potuto mettere il decisore politico nelle condizioni di meglio orientare il proprio intervento”.
Una parziale ammissione di colpe che Formigoni si è ben guardato dal fare pubblicamente. Ieri il governatore ha annunciato che Regione Lombardia revocherà il contributo concesso all’Asilo Mariuccia e si costituirà parte civile, con richiesta di risarcimento danni. Ma la sua decisione non placa l’opposizione. “Formigoni chiude la stalla dopo aver fatto scappare i buoi – accusa Chiara Cremonesi, capogruppo in consiglio di Sel – Ancora una volta siamo di fronte all’ennesimo caso di quel sistema criminogeno che Formigoni ha venduto per vent’anni come eccellenza lombarda”. Duro con la giunta è anche il consigliere del Pd Carlo Borghetti: “La Regione è responsabile di aver dato soldi senza le necessarie verifiche e al di fuori di ogni logica di programmazione”.
twitter: @gigi_gno
Diario di un disastro annunciato – 2 ottobre 2012 - 3
Ancora questa sera con l'ennesima performance, il Celeste Roby Forchettoni, ha mostrato la nascita di un nuovo tipo di politico capace di portare ai punti estremi posizioni completamente indifendibili.
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Milano, 600mila euro dalla Regione all’Asilo Mariuccia: “Soldi ingiustificati”
Il contributo fu ottenuto dall'allora presidente Valter Izzo, ciellino come Formigoni, che lo giustificò con la necessità di ripianare un passivo di oltre 300mila euro. Ma la situazione economica dell'associazione, secondo il gip che ha disposto il sequestro dei conti della storica istituzione, non era così disastrosa: poteva contare su oltre 14 milioni tra patrimonio e liquidi
di Luigi Franco
| 2 ottobre 2012Commenti (0)
Il finanziamento da 600mila euro elargito nel 2010 dalla giunta Formigoni all’Asilo Mariuccia era ingiustificato. Per questo la Guardia di finanza di Milano ha sequestrato beni per la stessa cifra sui conti correnti della storica istituzione milanese che offre assistenza a minori disagiati e a ragazze madri. Il contributo fu ottenuto dall’allora presidente Valter Izzo, ciellino come il governatore della Lombardia ed ex vice presidente della Compagnia delle opere non profit, che lo giustificò con la necessità di ripianare una passività di oltre 300mila euro. Ma la situazione economica dell’associazione – scrive il gip Anna Maria Zamagni nel decreto di sequestro – era tutt’altro che critica, visto che poteva contare su oltre 14 milioni di euro tra patrimonio netto, bot e disponibilità liquide. La regione Lombardia nell’inchiesta risulta parte lesa, ma la giunta finisce sotto l’attacco dell’opposizione per l’ennesimo finanziamento elargito a un’organizzazione “amica”. E senza alcun controllo: le uniche verifiche sono state fatte solo a posteriori, con anni di ritardo.
Il finanziamento è al centro di un’inchiesta coordinata dal pm Tiziana Siciliano e dall’aggiunto Alfredo Robledo. Nel 2010 l’Asilo Mariuccia ha ottenuto un contributo straordinario di 600mila euro dalla giunta di Roberto Formigoni, dopo una richiesta inviata un anno prima in cui si parlava della necessità di ripianare conti in rosso per 355mila euro. Solo che Izzo in Regione ha presentato documenti “attestanti cose non vere”, scrive il gip che ha disposto il sequestro di 600mila euro sui conti dell’Asilo Mariuccia.
Sotto l’occhio dei magistrati è finita pure la dismissione del patrimonio immobiliare dell’Asilo Mariuccia portato avanti da Izzo: dal 1999 infatti sono stati venduti una cinquantina di alloggi, tra cui un appartamento in via Pacini che nel 2003 è finito nelle mani del figlio del presidente, Carlomichele Izzo, per una cifra di poco superiore agli 80mila euro. Nel decreto di perquisizione si sottolinea come la cessione a parenti entro il terzo grado del presidente di una onlus non sia norma di legge. Ma l’eventuale reato è ormai caduto in prescrizione.
L’inchiesta va comunque avanti sul finanziamento, visto che c’è il sospetto che quei soldi siano stati usati da Izzo per ristrutturare un immobile dell’Asilo Mariuccia, poi concesso in locazione per poche migliaia di euro alla fondazione Esae, da lui stesso presieduta all’epoca dei fatti. L’ipotesi di reato per Izzo è stata modificata da truffa aggravata, originariamente contestata, in indebita percezione di contributi pubblici. La regione Lombardia è invece per ora considerata parte lesa. Ma resta la domanda sul perché nessuno ai piani alti di Palazzo Lombardia si sia reso conto che la situazione economica dell’Asilo Mariuccia fosse tutt’altro che critica. Tra il 2000 e il 2011 l’Asilo Mariuccia ha percepito rimborsi comunali (in base al numero di adolescenti e madri con bambino ospitate) e contributi regionali per un ammontare complessivo pari a 22 milioni di euro. Inoltre, poco prima della richiesta dello stanziamento da 600mila euro, il bilancio 2008 si è chiuso sì con un deficit di 355mila euro, come sostenuto da Izzo. Ma tale passività, secondo il gip, sarebbe potuta essere ripianata senza alcun finanziamento pubblico, visto che l’associazione poteva contare su oltre 11 milioni di patrimonio netto (costituito in buona parte da immobili), 2,1 milioni di euro in disponibilità liquide e un milione investito in bot.
Ma in Regione nessuno si è accorto di nulla, nessuno ha controllato nulla. Izzo di certo aveva conoscenze che contano, visto che nel 2010 è stato premiato con la Rosa Camuna, massima onorificenza lombarda. Intercettato al telefono con il direttore operativo dell’Asilo Mariuccia Maurizio Faini (anche lui di Comunione e liberazione) nel febbraio 2012, Izzo racconta di come stia preparando la documentazione dettagliata dei conti dell’Asilo Mariuccia da presentare ai funzionari regionali. Ma siamo ben due anni dopo l’elargizione del finanziamento e tre anni dopo la richiesta dello stesso. E la direzione regionale Famiglia e solidarietà sociale, che fa capo all’assessore Giulio Boscagli, si fa sentire solo adesso, “allarmata dall’intervento dell’autorità giudiziaria”, scrive il gip.
Insomma, la giunta corre ai ripari con un controllo a posteriori solo quando l’inchiesta della procura è già partita e i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano si sono già presentati per acquisire documenti. E il verdetto delle verifiche iniziate in Regione è chiaro: “Probabilmente un’istruttoria più attenta al dato contabile – si legge in un documento dell’unità operativa Sistema dei controlli – avrebbe potuto mettere il decisore politico nelle condizioni di meglio orientare il proprio intervento”.
Una parziale ammissione di colpe che Formigoni si è ben guardato dal fare pubblicamente. Ieri il governatore ha annunciato che Regione Lombardia revocherà il contributo concesso all’Asilo Mariuccia e si costituirà parte civile, con richiesta di risarcimento danni. Ma la sua decisione non placa l’opposizione. “Formigoni chiude la stalla dopo aver fatto scappare i buoi – accusa Chiara Cremonesi, capogruppo in consiglio di Sel – Ancora una volta siamo di fronte all’ennesimo caso di quel sistema criminogeno che Formigoni ha venduto per vent’anni come eccellenza lombarda”. Duro con la giunta è anche il consigliere del Pd Carlo Borghetti: “La Regione è responsabile di aver dato soldi senza le necessarie verifiche e al di fuori di ogni logica di programmazione”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Giuro che quando oggi pomeriggio ho letto il titolo della notizia ho immediatamente pensato allo Zione... e ho detto tò che gli hanno pubblicato un articolo sulla stampa nazionale
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