Berlusconi è ancora armato e pericoloso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Altro che la PDL si spacca.
Basta che percepiscano l'impressione che possono ancora cadere in piedi... e del resto stanno ancora al 20% non per caso.
Qua finisce che si spacca il PD.
E forse a questo punto e` meglio.
soloo42000
Basta che percepiscano l'impressione che possono ancora cadere in piedi... e del resto stanno ancora al 20% non per caso.
Qua finisce che si spacca il PD.
E forse a questo punto e` meglio.
soloo42000
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Abuso sui minori, indovina chi può essere il più soddisfatto dal ddl?
di Ines Tabusso | 24 settembre 2012
Non è ancora in vigore, ma dicono che non dovremo aspettare molto.
Taglia di qua, aggiungi di là, modifica su, rimodifica giù, pare sia stato fatto un buon lavoro e con soddisfazione di molti.
Provate a leggere il testo del disegno di legge che “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale” approvato il 19 settembre e indovinate chi potrebbe essere il più soddisfatto:
Il Senato della Repubblica, il 19 settembre 2012, ha approvato il seguente disegno di
legge d’iniziativa del Governo, già approvato dalla Camera dei deputati, modificato dal Senato, nuovamente modificato dalla Camera dei deputati, ulteriormente modificato dal
Senato e di nuovo modificato dalla Camera dei deputati:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio
d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento
e l’abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonché
norme di adeguamento dell’ordinamento interno
[...]
Capo II
DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO
DELL’ORDINAMENTO INTERNO
[...]
g) l’articolo 600-bis è sostituito dal seguente:
«Art. 600-bis. – (Prostituzione minorile). –
E’ punito con la reclusione da sei a dodici
anni e con la multa da euro 15.000 a euro
150.000 chiunque:
1) recluta o induce alla prostituzione
una persona di età inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza
o controlla la prostituzione di una persona
di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti
ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave
reato, chiunque compie atti sessuali con un
minore di età compresa tra i quattordici e i
diciotto anni, in cambio di un corrispettivo
in denaro o altra utilità, anche solo promessi,
è punito con la reclusione da uno a sei anni e
con la multa da euro 1.500 a euro 6.000»;
[...]
p) dopo l’articolo 602-ter, è inserito il
seguente:
«Art. 602-quater. – (Ignoranza dell’eta`
della persona offesa). – Quando i delitti previsti
dalla presente sezione sono commessi in
danno di un minore degli anni diciotto, il
colpevole non può invocare a propria scusa
l’ignoranza dell’età della persona offesa,
salvo che si tratti di ignoranza inevitabile»;
[...]
Nasce il sospetto che prossimamente saranno inevitabili lunghe e dotte discussioni di linguisti di opposte fazioni sull’etimologia, il significato, le implicazioni del termine “inevitabilità”.
Qui il tradizionale aiutino
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... dl/361698/
di Ines Tabusso | 24 settembre 2012
Non è ancora in vigore, ma dicono che non dovremo aspettare molto.
Taglia di qua, aggiungi di là, modifica su, rimodifica giù, pare sia stato fatto un buon lavoro e con soddisfazione di molti.
Provate a leggere il testo del disegno di legge che “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale” approvato il 19 settembre e indovinate chi potrebbe essere il più soddisfatto:
Il Senato della Repubblica, il 19 settembre 2012, ha approvato il seguente disegno di
legge d’iniziativa del Governo, già approvato dalla Camera dei deputati, modificato dal Senato, nuovamente modificato dalla Camera dei deputati, ulteriormente modificato dal
Senato e di nuovo modificato dalla Camera dei deputati:
Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio
d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento
e l’abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonché
norme di adeguamento dell’ordinamento interno
[...]
Capo II
DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO
DELL’ORDINAMENTO INTERNO
[...]
g) l’articolo 600-bis è sostituito dal seguente:
«Art. 600-bis. – (Prostituzione minorile). –
E’ punito con la reclusione da sei a dodici
anni e con la multa da euro 15.000 a euro
150.000 chiunque:
1) recluta o induce alla prostituzione
una persona di età inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza
o controlla la prostituzione di una persona
di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti
ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave
reato, chiunque compie atti sessuali con un
minore di età compresa tra i quattordici e i
diciotto anni, in cambio di un corrispettivo
in denaro o altra utilità, anche solo promessi,
è punito con la reclusione da uno a sei anni e
con la multa da euro 1.500 a euro 6.000»;
[...]
p) dopo l’articolo 602-ter, è inserito il
seguente:
«Art. 602-quater. – (Ignoranza dell’eta`
della persona offesa). – Quando i delitti previsti
dalla presente sezione sono commessi in
danno di un minore degli anni diciotto, il
colpevole non può invocare a propria scusa
l’ignoranza dell’età della persona offesa,
salvo che si tratti di ignoranza inevitabile»;
[...]
Nasce il sospetto che prossimamente saranno inevitabili lunghe e dotte discussioni di linguisti di opposte fazioni sull’etimologia, il significato, le implicazioni del termine “inevitabilità”.
Qui il tradizionale aiutino
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... dl/361698/
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
La polpetta avvelenata di Berlusconi
Pubblicato il 26 settembre 2012 da Matteo Patané
Da alcuni giorni la corsa alle primarie del centrosinistra ha un nuovo e ingombrante – pur indiretto – protagonista, nella persona dell’ex-Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nel corso di un’intervista condotta dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti sulla nave Divina della MSC, infatti, Silvio Berlusconi ha infatti dichiarato:
Dall’altra parte si è verificato un fatto positivo… Renzi, che ha cominciato un giro d’Italia con degli interventi che sotto la sigla del Partito Democratico, invece portano avanti le nostre idee, esattamente le nostre idee. E questo ci fa piacere, perché se accadesse un miracolo, che cioè Renzi vincesse le primarie, e fosse lui il leader del Partito Democratico, si verificherebbe in Italia questo miracolo, che finalmente il Partito Comunista Italiano, che ha tante volte cambiato nome ma non ha mai cambiato modo e concezione, diventerebbe un partito socialdemocratico; che è qualcosa che è avvenuto in Inghilterra, in Germania tanti anni fa e che purtroppo in Italia, invece, non è ancora avvenuto. Quindi, tanti auguri a Matteo Renzi.
Indipendentemente da quanto Renzi possa essere o meno ascrivibile all’ideologia socialdemocratica, è evidente che l’affermazione di Berlusconi non potrà non avere ripercussioni di vasta portata sulla percezione di Renzi presso il cosiddetto popolo delle primarie, ed è altrettanto evidente che un esperto di comunicazione come l’ex-premier non possa non essere consapevole dell’effetto che le sue parole avrebbero prodotto.
Di primo acchito ci si ritrova di fronte ad un vero e proprio endorsement, o quantomeno ad una spassionata dichiarazione di tifo: Berlusconi si augura che vinca Renzi, per una serie di motivazioni spiegate nell’intervista. Berlusconi non sconfina – formalmente – nel campo avverso, non dichiara un appoggio diretto al sindaco di Firenze, ma si limita ad esprimere una legittima preferenza su chi vorrebbe vedere vincente alle primarie.
Silvio Berlusconi, tuttavia, non è un comune cittadino ed elettore di centrodestra: si tratta del leader de facto dello schieramento conservatore italiano, nonché possibile candidato alla Presidenza del Consiglio alle elezioni politiche del 2013, nonché, infine, dell’uomo che è riuscito a spaccare ideologicamente l’Italia in due da ormai un ventennio.
Nell’ottica di questo duplice ruolo politico attivo e passivo, la preferenza per Renzi come deve essere intesa? Come la miglior persona di centrosinistra che un elettore di centrodestra possa trovarsi al Governo, o come la miglior persona che un candidato premier di centrodestra possa trovarsi di fronte in campagna elettorale?
L’appoggio di Berlusconi a Renzi, in effetti, ha molte caratteristiche della polpetta avvelenata: per un candidato alle primarie del centrosinistra parole di encomio da parte del “nemico storico” sono assolutamente deleterie, certamente non aiutano la campagna elettorale di Renzi alienandogli le simpatie di chi ora si ritrova a vederlo troppo vicino al centrodestra.
Poiché il motivo dell’augurio a Renzi raccontato nell’intervista a Sallusti non risulta quindi credibile, diventa interessante – anche ai fini della futura campagna elettorale – individuare le ragioni che si celano dietro le mosse di Berlusconi, ragioni che possono aiutare a svelarne le strategie ed evidenziarne i punti di forza e di debolezza.
Le parole di Berlusconi, espresse quindi con la consapevolezza di danneggiare Renzi presso l’elettorato storico del centrosinistra, possono rispondere ad una molteplicità di scopi, che seppure possano apparire spesso contrastanti tra loro rispondono tutte ad una medesima esigenza strategica.
È innegabile che Renzi sarebbe un avversario piuttosto pericoloso per Berlusconi in campagna elettorale: il sindaco di Firenze non solo è trent’anni più giovane del Cavaliere, ma – in un’ottica di un’affluenza alle urne in linea con i valori degli ultimi sondaggi – spostando a destra il baricentro della coalizione progressista invaderebbe il centro dello schieramento contendendo al centrodestra i voti moderati. A questo livello, quindi, non è difficile interpretare la mossa dell’ex-premier come una strategia elettorale per affossare il candidato di centrosinistra che ritiene più pericoloso.
Questo accenno di invasione di campo in una faccenda tutto sommato interna al centrosinistra, tuttavia, può avere implicazioni ancora più sottili e pregne di significato se si considera la preferenza di Berlusconi per Renzi come uno sconfinamento, non importa se figurato o effettivo, nell’agone delle primarie.
Semplicemente con le sue dichiarazioni, il Cavaliere è riuscito a far precipitare un dibattito che avrebbe potuto – e dovuto – essere incentrato sui programmi di governo verso il tema delle infiltrazioni dei votanti del PdL e delle regole sull’accesso alle primarie, giungendo in un certo qual modo a gettare un’ombra di sospetto sulla veridicità della competizione e conseguentemente su chiunque dovesse arrivare a prevalere.
Uno strumento democratico come le primarie, ancora tutto sommato nuovo per la politica italiana e poco regolamentato a livello istituzionale, si fonda per il proprio funzionamento sul tacito rispetto – o disinteresse – da parte del campo avverso. Anche senza arrivare a milioni di votanti PdL che invadono le primarie del centrosinistra influendo pesantemente sull’esito della consultazione, l’aver portato all’attenzione dei media la semplice possibilità di un appoggio a Renzi è una chiara mossa di attacco volta a indebolire la credibilità e la legittimazione di chiunque vinca le primarie presso lo stesso elettorato progressista, facendo passare l’immagine di un vincitore emerso da una competizione comunque falsata.
Questo effetto sarebbe massimo, naturalmente, se il vincitore fosse proprio Matteo Renzi, fatto che potrebbe portare ad una vera e propria esplosione della coalizione di centrosinistra sotto il pretesto delle primarie truccate, ma ad oggi questa eventualità non sembra avere molte possibilità di realizzazione.
I sondaggi, infatti, danno al segretario del PD Bersani ancora un consistente vantaggio su Renzi, il quale a sua volta conserva diverse lunghezze di vantaggio su Vendola.
Se tuttavia, come sembra, le primarie saranno strutturate con il meccanismo del doppio turno, ecco che la strategia di Berlusconi troverebbe terreno fertile: un passaggio di Renzi al ballottaggio, magari con un vantaggio risicato su Vendola, aprirebbe la strada a mille polemiche sulle infiltrazioni e sul voto di destra, andando a trasformare quello che dovrebbe essere un momento di partecipazione e aggregazione del popolo di centrosinistra in un vespaio di polemiche e sospetti.
La campagna elettorale, per Berlusconi, è già iniziata, ed è come sempre iniziata all’attacco. Matteo Renzi, in realtà, si è rivelato essere un semplice grimaldello attraverso il quale il Cavaliere sta puntando alla delegittimazione delle primarie, l’unica vera arma del centrosinistra che il PdL non ha mai potuto emulare.
Per combattere le mosse di un avversario ancora così abile in termini di strategie mediatiche, il centrosinistra ha la necessità di fissare delle regole per le primarie che siano al tempo stesso fedeli al precetto di apertura e universalità che le ha viste nascere, consentano di esprimere la volontà di un popolo comunque di centrosinistra e soprattutto siano condivise da tutti i contententi, pena arrivare in campagna elettorale con un candidato bruciato in partenza. Non sarà una strada facile.
http://www.termometropolitico.it/23241_ ... sconi.html
Pubblicato il 26 settembre 2012 da Matteo Patané
Da alcuni giorni la corsa alle primarie del centrosinistra ha un nuovo e ingombrante – pur indiretto – protagonista, nella persona dell’ex-Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nel corso di un’intervista condotta dal direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti sulla nave Divina della MSC, infatti, Silvio Berlusconi ha infatti dichiarato:
Dall’altra parte si è verificato un fatto positivo… Renzi, che ha cominciato un giro d’Italia con degli interventi che sotto la sigla del Partito Democratico, invece portano avanti le nostre idee, esattamente le nostre idee. E questo ci fa piacere, perché se accadesse un miracolo, che cioè Renzi vincesse le primarie, e fosse lui il leader del Partito Democratico, si verificherebbe in Italia questo miracolo, che finalmente il Partito Comunista Italiano, che ha tante volte cambiato nome ma non ha mai cambiato modo e concezione, diventerebbe un partito socialdemocratico; che è qualcosa che è avvenuto in Inghilterra, in Germania tanti anni fa e che purtroppo in Italia, invece, non è ancora avvenuto. Quindi, tanti auguri a Matteo Renzi.
Indipendentemente da quanto Renzi possa essere o meno ascrivibile all’ideologia socialdemocratica, è evidente che l’affermazione di Berlusconi non potrà non avere ripercussioni di vasta portata sulla percezione di Renzi presso il cosiddetto popolo delle primarie, ed è altrettanto evidente che un esperto di comunicazione come l’ex-premier non possa non essere consapevole dell’effetto che le sue parole avrebbero prodotto.
Di primo acchito ci si ritrova di fronte ad un vero e proprio endorsement, o quantomeno ad una spassionata dichiarazione di tifo: Berlusconi si augura che vinca Renzi, per una serie di motivazioni spiegate nell’intervista. Berlusconi non sconfina – formalmente – nel campo avverso, non dichiara un appoggio diretto al sindaco di Firenze, ma si limita ad esprimere una legittima preferenza su chi vorrebbe vedere vincente alle primarie.
Silvio Berlusconi, tuttavia, non è un comune cittadino ed elettore di centrodestra: si tratta del leader de facto dello schieramento conservatore italiano, nonché possibile candidato alla Presidenza del Consiglio alle elezioni politiche del 2013, nonché, infine, dell’uomo che è riuscito a spaccare ideologicamente l’Italia in due da ormai un ventennio.
Nell’ottica di questo duplice ruolo politico attivo e passivo, la preferenza per Renzi come deve essere intesa? Come la miglior persona di centrosinistra che un elettore di centrodestra possa trovarsi al Governo, o come la miglior persona che un candidato premier di centrodestra possa trovarsi di fronte in campagna elettorale?
L’appoggio di Berlusconi a Renzi, in effetti, ha molte caratteristiche della polpetta avvelenata: per un candidato alle primarie del centrosinistra parole di encomio da parte del “nemico storico” sono assolutamente deleterie, certamente non aiutano la campagna elettorale di Renzi alienandogli le simpatie di chi ora si ritrova a vederlo troppo vicino al centrodestra.
Poiché il motivo dell’augurio a Renzi raccontato nell’intervista a Sallusti non risulta quindi credibile, diventa interessante – anche ai fini della futura campagna elettorale – individuare le ragioni che si celano dietro le mosse di Berlusconi, ragioni che possono aiutare a svelarne le strategie ed evidenziarne i punti di forza e di debolezza.
Le parole di Berlusconi, espresse quindi con la consapevolezza di danneggiare Renzi presso l’elettorato storico del centrosinistra, possono rispondere ad una molteplicità di scopi, che seppure possano apparire spesso contrastanti tra loro rispondono tutte ad una medesima esigenza strategica.
È innegabile che Renzi sarebbe un avversario piuttosto pericoloso per Berlusconi in campagna elettorale: il sindaco di Firenze non solo è trent’anni più giovane del Cavaliere, ma – in un’ottica di un’affluenza alle urne in linea con i valori degli ultimi sondaggi – spostando a destra il baricentro della coalizione progressista invaderebbe il centro dello schieramento contendendo al centrodestra i voti moderati. A questo livello, quindi, non è difficile interpretare la mossa dell’ex-premier come una strategia elettorale per affossare il candidato di centrosinistra che ritiene più pericoloso.
Questo accenno di invasione di campo in una faccenda tutto sommato interna al centrosinistra, tuttavia, può avere implicazioni ancora più sottili e pregne di significato se si considera la preferenza di Berlusconi per Renzi come uno sconfinamento, non importa se figurato o effettivo, nell’agone delle primarie.
Semplicemente con le sue dichiarazioni, il Cavaliere è riuscito a far precipitare un dibattito che avrebbe potuto – e dovuto – essere incentrato sui programmi di governo verso il tema delle infiltrazioni dei votanti del PdL e delle regole sull’accesso alle primarie, giungendo in un certo qual modo a gettare un’ombra di sospetto sulla veridicità della competizione e conseguentemente su chiunque dovesse arrivare a prevalere.
Uno strumento democratico come le primarie, ancora tutto sommato nuovo per la politica italiana e poco regolamentato a livello istituzionale, si fonda per il proprio funzionamento sul tacito rispetto – o disinteresse – da parte del campo avverso. Anche senza arrivare a milioni di votanti PdL che invadono le primarie del centrosinistra influendo pesantemente sull’esito della consultazione, l’aver portato all’attenzione dei media la semplice possibilità di un appoggio a Renzi è una chiara mossa di attacco volta a indebolire la credibilità e la legittimazione di chiunque vinca le primarie presso lo stesso elettorato progressista, facendo passare l’immagine di un vincitore emerso da una competizione comunque falsata.
Questo effetto sarebbe massimo, naturalmente, se il vincitore fosse proprio Matteo Renzi, fatto che potrebbe portare ad una vera e propria esplosione della coalizione di centrosinistra sotto il pretesto delle primarie truccate, ma ad oggi questa eventualità non sembra avere molte possibilità di realizzazione.
I sondaggi, infatti, danno al segretario del PD Bersani ancora un consistente vantaggio su Renzi, il quale a sua volta conserva diverse lunghezze di vantaggio su Vendola.
Se tuttavia, come sembra, le primarie saranno strutturate con il meccanismo del doppio turno, ecco che la strategia di Berlusconi troverebbe terreno fertile: un passaggio di Renzi al ballottaggio, magari con un vantaggio risicato su Vendola, aprirebbe la strada a mille polemiche sulle infiltrazioni e sul voto di destra, andando a trasformare quello che dovrebbe essere un momento di partecipazione e aggregazione del popolo di centrosinistra in un vespaio di polemiche e sospetti.
La campagna elettorale, per Berlusconi, è già iniziata, ed è come sempre iniziata all’attacco. Matteo Renzi, in realtà, si è rivelato essere un semplice grimaldello attraverso il quale il Cavaliere sta puntando alla delegittimazione delle primarie, l’unica vera arma del centrosinistra che il PdL non ha mai potuto emulare.
Per combattere le mosse di un avversario ancora così abile in termini di strategie mediatiche, il centrosinistra ha la necessità di fissare delle regole per le primarie che siano al tempo stesso fedeli al precetto di apertura e universalità che le ha viste nascere, consentano di esprimere la volontà di un popolo comunque di centrosinistra e soprattutto siano condivise da tutti i contententi, pena arrivare in campagna elettorale con un candidato bruciato in partenza. Non sarà una strada facile.
http://www.termometropolitico.it/23241_ ... sconi.html
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Ancora insiste col fatto che lui ha abbassato le tasse
Peccato chei suoi miracoli fiscali non li abbia coperti con nulla. Vedi buco di bilancio.
Ma quando è che gli prende un colpo?
Peccato chei suoi miracoli fiscali non li abbia coperti con nulla. Vedi buco di bilancio.
Ma quando è che gli prende un colpo?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Comunque sull'Europa dice le stesse cose che dice Ferrero.
Anche la soluzione alla crisi in fondo in fondo è la stessa: stampare moneta in modo da disporre di risorse infinite (anche se per farne oggettivamente un uso un po' diverso).
Anche la soluzione alla crisi in fondo in fondo è la stessa: stampare moneta in modo da disporre di risorse infinite (anche se per farne oggettivamente un uso un po' diverso).
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Anche io ormai sono dell'idea che l'Euro sia finita. Tanto l'hanno usata solo per i vantaggi di pochi. E' stata una occasione persa.
Ma quello lo dice perché gli fa comodo per i cavoli suoi, lo sappiamo.
Non possiamo mettere Ferrero e il caimano sullo stesso piano, uno vuol statalizzare, l'altro privatizzare. C'è un abisso.
Ma quello lo dice perché gli fa comodo per i cavoli suoi, lo sappiamo.
Non possiamo mettere Ferrero e il caimano sullo stesso piano, uno vuol statalizzare, l'altro privatizzare. C'è un abisso.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
ANSA) - LAMPEDUSA - Potrebbero iniziare gia' la prossima settimana i lavori di ristrutturazione di Villa Due Palme, la residenza acquistata l'anno scorso dall'ex premier Silvio Berlusconi a Lampedusa, a Cala Francese, oggi visibilmente in abbandono. Alcune settimane fa - si e' appreso in ambienti del Comune - un avvocato di Berlusconi e alcuni tecnici si sono interessati alle procedure di restauro. A giugno 2011 il Cavaliere aveva annunciato il rogito per la villa dicendo: ''Saro' un lampedusano anch'io''.
Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Corruzione, il Pdl propone un nuovo “cancella Ruby” e taglio di pena all’abuso d’ufficio
Dopo l'emendamento di Sisto ecco una nuova proposta di modifica di altri due parlamentari del partito di Berlusconi che sostituisce l'avverbio "indebitamente" con illecitamente". Si stravolgerebbe la norma attualmente in vigore e sarebbero "a rischio" i processi in corso
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 ottobre 2012
Il Cavaliere deve essere davvero ancora tanto preoccupato del processo Ruby se i suoi uomini al Senato le stanno provando tutte per cambiare “in nuce” il reato di concussione con una serie di emendamenti mirati al disegno di legge anticorruzione. L’ultima trovata è arrivata quando si stanno per aprire ufficialmente le porte della discussione sugli emendamenti (comincerà martedì mattina), ma è di tale portata da rendere a questo punto inevitabile il ricorso alla fiducia da parte del ministro Severino.
Tra le proposte di modifica, infatti, oltre al già presente emendamento firmato da Francesco Sisto del Pdl che che punta a concretizzare il reato di concussione solo nel caso in cui ci sia il danno patrimoniale, ne è venuto fuori un altro, il 19.24, firmato da Luigi Compagna e Maria Alessandra Gallone (Pdl) che punta a modificare la condotta stessa del reato di concussione. E questo solo grazie al cambio di un avverbio. Probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno, ma tra “illecitamente” e “indebitamente” corre un abisso. E non solo in giurisprudenza.
In sostanza, nella scrittura del testo, la Severino, pur avendo diviso il reato di concussione in due fattispecie, non aveva cambiato il senso del reato proprio per evitare che la modifica potesse incidere sui processi in corso. Che, invece, in caso di cambio sostanziale del reato, in virtù del “favor rei” verrebbero azzerati totalmente.
Così, nel nuovo reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità” (nella versione messa a punto dal ministro) si parlava di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio che “abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere ‘indebitamente’, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Esattamente la stessa condotta prevista nella norma attualmente in vigore della concussione.
Tradotta sul fronte del processo Ruby, nulla avrebbe cambiato nelle responsabilità del Cavaliere che avrebbe, infatti, fatto valere “indebitamente” la sua autorità con i dirigenti della questura di Milano per far liberare la giovane marocchina. Grazie al secondo emendamento Compagna-Gallone, invece, la parola ”indebitamente” si chiede che venga sostituita con il termine ”illecitamente”. E questa modifica, ad una prima lettura apparentemente ‘innocua’, in realtà provocherebbe due effetti: uno di minore impatto e cioè la condotta dovrebbe diventare senz’altro più “stringente”.
E uno dirompente: se l’emendamento venisse approvato si stravolgerebbe la norma attualmente in vigore e sarebbero “a rischio” i processi in corso. Sempre applicando la modifica al processo Ruby, a quel punto si dovrebbe provare anche che la condotta del Cavaliere è stata “illecita”, anziché “indebita”. E non è una cosa di poco conto, anche se con la rimodulazione del reato, il processo verrebbe totalmente azzerato. Tanto per non farsi mancare nulla, Antonino Caruso (Pdl) ha anche suggellato questo tentativo di nuova legge “ad personam” con un altro emendamento per ridurre la pena per l’abuso d’ufficio: da uno a tre anni (invece che da uno a quattro). Cosa cambia? Non scatta l’arresto.
Insomma, una serie di richieste di modifica che non potranno che risultare indigeribili al ministro Severino. Con il Pd che, a questo punto, premerà in modo sempre più pesante per fare in modo che il governo non abbia altra strada che quella di approvare il testo uscito dalla Camera. E dunque rendendo immediatamente operativa la nuova legge (si parla del passaggio in aula al Senato per il 15 ottobre). In verità, la Severino starebbe mettendo su un maxi-emendamento dove raccogliere alcune piccole modifiche, compresa quella dell’emendamento Anti Batman che pareva essergli piaciuta parecchio, su cui poi mettere la fiducia e consentire una quarta e definitiva lettura alla Camera prima della fine della legislatura. Tutto questo, comunque, verrà deciso entro la fine di questa settimana, dopo la “discussione” degli emendamenti in commissione Giustizia di Palazzo Madama.
Dopo l'emendamento di Sisto ecco una nuova proposta di modifica di altri due parlamentari del partito di Berlusconi che sostituisce l'avverbio "indebitamente" con illecitamente". Si stravolgerebbe la norma attualmente in vigore e sarebbero "a rischio" i processi in corso
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 ottobre 2012
Il Cavaliere deve essere davvero ancora tanto preoccupato del processo Ruby se i suoi uomini al Senato le stanno provando tutte per cambiare “in nuce” il reato di concussione con una serie di emendamenti mirati al disegno di legge anticorruzione. L’ultima trovata è arrivata quando si stanno per aprire ufficialmente le porte della discussione sugli emendamenti (comincerà martedì mattina), ma è di tale portata da rendere a questo punto inevitabile il ricorso alla fiducia da parte del ministro Severino.
Tra le proposte di modifica, infatti, oltre al già presente emendamento firmato da Francesco Sisto del Pdl che che punta a concretizzare il reato di concussione solo nel caso in cui ci sia il danno patrimoniale, ne è venuto fuori un altro, il 19.24, firmato da Luigi Compagna e Maria Alessandra Gallone (Pdl) che punta a modificare la condotta stessa del reato di concussione. E questo solo grazie al cambio di un avverbio. Probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno, ma tra “illecitamente” e “indebitamente” corre un abisso. E non solo in giurisprudenza.
In sostanza, nella scrittura del testo, la Severino, pur avendo diviso il reato di concussione in due fattispecie, non aveva cambiato il senso del reato proprio per evitare che la modifica potesse incidere sui processi in corso. Che, invece, in caso di cambio sostanziale del reato, in virtù del “favor rei” verrebbero azzerati totalmente.
Così, nel nuovo reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità” (nella versione messa a punto dal ministro) si parlava di un pubblico ufficiale o di un incaricato di pubblico servizio che “abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere ‘indebitamente’, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità”. Esattamente la stessa condotta prevista nella norma attualmente in vigore della concussione.
Tradotta sul fronte del processo Ruby, nulla avrebbe cambiato nelle responsabilità del Cavaliere che avrebbe, infatti, fatto valere “indebitamente” la sua autorità con i dirigenti della questura di Milano per far liberare la giovane marocchina. Grazie al secondo emendamento Compagna-Gallone, invece, la parola ”indebitamente” si chiede che venga sostituita con il termine ”illecitamente”. E questa modifica, ad una prima lettura apparentemente ‘innocua’, in realtà provocherebbe due effetti: uno di minore impatto e cioè la condotta dovrebbe diventare senz’altro più “stringente”.
E uno dirompente: se l’emendamento venisse approvato si stravolgerebbe la norma attualmente in vigore e sarebbero “a rischio” i processi in corso. Sempre applicando la modifica al processo Ruby, a quel punto si dovrebbe provare anche che la condotta del Cavaliere è stata “illecita”, anziché “indebita”. E non è una cosa di poco conto, anche se con la rimodulazione del reato, il processo verrebbe totalmente azzerato. Tanto per non farsi mancare nulla, Antonino Caruso (Pdl) ha anche suggellato questo tentativo di nuova legge “ad personam” con un altro emendamento per ridurre la pena per l’abuso d’ufficio: da uno a tre anni (invece che da uno a quattro). Cosa cambia? Non scatta l’arresto.
Insomma, una serie di richieste di modifica che non potranno che risultare indigeribili al ministro Severino. Con il Pd che, a questo punto, premerà in modo sempre più pesante per fare in modo che il governo non abbia altra strada che quella di approvare il testo uscito dalla Camera. E dunque rendendo immediatamente operativa la nuova legge (si parla del passaggio in aula al Senato per il 15 ottobre). In verità, la Severino starebbe mettendo su un maxi-emendamento dove raccogliere alcune piccole modifiche, compresa quella dell’emendamento Anti Batman che pareva essergli piaciuta parecchio, su cui poi mettere la fiducia e consentire una quarta e definitiva lettura alla Camera prima della fine della legislatura. Tutto questo, comunque, verrà deciso entro la fine di questa settimana, dopo la “discussione” degli emendamenti in commissione Giustizia di Palazzo Madama.
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Salò,..ultimo atto 2
Caso escort, Tarantini al telefono: “Berlusconi un dittatore. Sesso e donne”
Le telefonate sono state depositate nel processo sulla sanità pugliese in cui è coinvolto l'imprenditore. Che racconta al fratello una serata a Villa Certosa "come la malavita". E istruisce la showgirl Guerra su come comportarsi. Quando le chiede come si è comportato mister B. lei risponde: "Mi ha sculacciato un po'"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 ottobre 2012
Commenti (165)
Come un “dittatore”. Che “sculaccia” le ragazze. E’ la nuova (quasi) inedita fotografia di Silvio Berlusconi. Anche se risale a quattro anni fa e viene “scattata” grazie alle intercettazioni finalmente depositate (e pubblicate dal quotidiano La Repubblica) nel procedimento della Procura di Bari per lo scandalo della sanità pugliese in cui è coinvoltoGianpaoloTarantini. Procacciatore ufficiale di escort per il Cavaliere, che dallo stesso avvocato Niccolò Ghedini fu battezzato come “utilizzatore finale”. Era l’estate del 2008 e le “cene eleganti” non erano entrate nel vocabolario dei giornalisti per definire le serate ad alto tasso erotico organizzate dal premier tra Palazzo Grazioli e Arcore.
“La malavita. E’ un dittatore”. L’imprenditore pugliese, che “regalava” prostitute per cercare di avere appalti pubblici, parla al telefono con il fratello Claudio. E gli racconta l’esperienza di Villa Certosa, la residenza sarda dell’ex presidente del Consiglio. “No vabbè… Claudio non puoi capire – racconta Gianpaolo – Eh non puoi capire. Cioè uno che lo racconta dice che non ci crede. E’ impossibile. La casa sono 100 ettari… c’erano 100, ma non poliziotti, l’esercito proprio… Gente che girava con i motorini, sai tipo i film? Tipo quelli della malavita, con i motori da cross. Con imitra e la pistola in mano per tutta la villa, per tutta l’isola… Ci hanno portato nell’anfiteatro dove stava lui e abbiamo preso l’aperitivo, io avanti abbracciato a lui. Cinquanta persone eravamo… Abbiamo fatto pure una cosa in piedi, tutti dietro, una specie di processione. Lui si fermava. Tutto buio, con la lampadina. Ogni tanto ci faceva vedere delle sculture, ci spiegava gli alberi. A un certo punto sento un rumore strano. Fa lui: ‘Guarda, guarda, guardate’. Sento un rumore strano, ci indica una montagna”. Il fratello dell’imprenditore sembra preparato: “Il vulcano” e Gianpaolo: “Il vulcano! Che scende la lava.. Poi ce ne andiamo in un’altra zona, la zona delle giostre. Con la musica sparata sottofondo, quella del paese delle meraviglie. La giostra quella grande… coi cavalli. Arriva e fa:’Tutti sulle giostre!’. Ci ha fatto salire sulle giostre. Sai, questo tratta tutti come schiavi... Poi entriamo in una specie di sala con un tavolo apparecchiato. Vabbè lui dice: ‘Vi dovete sedere così, tre donne e un uomo’. E’ malato. IO mi sono seduto di fronte a lui, accanto a me c’era Simona Ventura. Accanto a lui ci aveva cinque, sei donne… La gente canta ‘Grazie Silvio, Silvio c’è, grazie Silvio, Silvio c’è’…. E’ pazzo proprio. Ci sediamo, ci fa sedere e inizia a fare un discorso di ringraziamento delle donne. Sempre ste’ caXXo di donne. Sesso, sesso, donne, sesso, donne che rompeva i coglioni…. A un certo punto finiamo di mangiare e fa: ora dobbiamo fare una cosa. Noi uomini tutti seduti in fila e tutte le donne sul palco a ballare per noi… e noi ce le vediamo… siamo stati là, mbrijac a ciucc’ tutt (tutti completamente ubriachi, ndr)”. Claudio quindi chiede: “Tu ci hai parlato?” e Gianpaolo: “No… la malavita eh, non puoi capire proprio. Lui stava tutto di blu e con la giacca tipo smoking bianca, ma di una simpatia. E’ pazzo proprio, cioè, ma non egocentrico…”. Claudio: “E’ malato eh…?” e l’imprenditore: “E’ malato eh… è un dittatore proprio”.
La Guerra sculacciata. Tarantini, compreso il personaggio, capisce che può entrare nelle grazie del presidente e comincia la sua opera di reclutamento delle ragazze da offrire, una sarà Patrizia D’Addario che poi, tra conferme e smentite, ha fatto esplodere lo scandalo registrando la sua notte a Palazzo Grazioli. Tra le tante c’è anche la showgirl Barbara Guerra. E Tarantini che ha già compreso i gusti di Berlusconi la istruisce, un po’ come faceva Nicole Minetti con le ragazze poi ospitate ad Arcore (“Ti devo briffare”). “Non puoi sembrare né una troietta né una ragazzina. Ti devi mettere un cappotto blu e un pantalone chiaro. Oppure un pantalone scuro e un cappotto scuro…” e lei: “Mo’ vedo, dai, mo’ cerco in valigia”. Ma la mise non è completa e Tarantini aggiunge: “Mettiti dei fogli in mano, oppure sai che devi fare? Comparati Sole24ore, Gazzetta e Repubblica, in mano e arriva con quelli…”. La Guerra chiede quanto tempo staranno via e l’altro: “E che ne so, amo’. Con quello lo sai quando entri e non sai quando esci… Ma poi come si è comportato? Bene?” e la giovane: “Con Me? Sì, mi ha sculacciato un po’ però…”
Tarantini, Fitto e Berlusconi. Tarantini, entrato nelle grazie del “dittatore”, diventa un personaggio da tenere in considerazione per l’entourage anche politico di Silvio Berlusconi. E così tra le conversazione captate ce ne è anche una con l’ex ministro per i Rapporti con il ParlamentoRaffaele Fitto, anche lui pugliese. Tarantini spiega: “L’altra sera gli elogi con il presidente si sprecavano nei tuoi confronti, eh… Io gli ho detto: guarda che è uno dei pochi, forse, più fedeli che hai” e il politico: “… Stava per scoppiare un casino con sto caXXo di Tremonti (Giulio, ex ministro dell’Economia ndr)… ho recuperato tutte le Regioni…”. L’imprenditore prosegue: “Io ho messo un carico positivo su di te, non ne hai bisogno al presidente, siamo stati un po’ al telefono, no…” e l’ex rappresentante del governo incalza: “Stamattina? Quando adesso?”; Tarantini: “Ora, ora.. Mi ha detto che è un ragazzo, intelligente, bravo, ha detto: ‘Ma secondo te è fedele?’ Ho detto: ‘Presidente… ho detto se lei a Raffaele gli chiede di buttarsi giù… senza paracadute si butta!’” e Fitto ne è certo: “Non deve avere questi dubbi…”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... qus_thread
Caso escort, Tarantini al telefono: “Berlusconi un dittatore. Sesso e donne”
Le telefonate sono state depositate nel processo sulla sanità pugliese in cui è coinvolto l'imprenditore. Che racconta al fratello una serata a Villa Certosa "come la malavita". E istruisce la showgirl Guerra su come comportarsi. Quando le chiede come si è comportato mister B. lei risponde: "Mi ha sculacciato un po'"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 ottobre 2012
Commenti (165)
Come un “dittatore”. Che “sculaccia” le ragazze. E’ la nuova (quasi) inedita fotografia di Silvio Berlusconi. Anche se risale a quattro anni fa e viene “scattata” grazie alle intercettazioni finalmente depositate (e pubblicate dal quotidiano La Repubblica) nel procedimento della Procura di Bari per lo scandalo della sanità pugliese in cui è coinvoltoGianpaoloTarantini. Procacciatore ufficiale di escort per il Cavaliere, che dallo stesso avvocato Niccolò Ghedini fu battezzato come “utilizzatore finale”. Era l’estate del 2008 e le “cene eleganti” non erano entrate nel vocabolario dei giornalisti per definire le serate ad alto tasso erotico organizzate dal premier tra Palazzo Grazioli e Arcore.
“La malavita. E’ un dittatore”. L’imprenditore pugliese, che “regalava” prostitute per cercare di avere appalti pubblici, parla al telefono con il fratello Claudio. E gli racconta l’esperienza di Villa Certosa, la residenza sarda dell’ex presidente del Consiglio. “No vabbè… Claudio non puoi capire – racconta Gianpaolo – Eh non puoi capire. Cioè uno che lo racconta dice che non ci crede. E’ impossibile. La casa sono 100 ettari… c’erano 100, ma non poliziotti, l’esercito proprio… Gente che girava con i motorini, sai tipo i film? Tipo quelli della malavita, con i motori da cross. Con imitra e la pistola in mano per tutta la villa, per tutta l’isola… Ci hanno portato nell’anfiteatro dove stava lui e abbiamo preso l’aperitivo, io avanti abbracciato a lui. Cinquanta persone eravamo… Abbiamo fatto pure una cosa in piedi, tutti dietro, una specie di processione. Lui si fermava. Tutto buio, con la lampadina. Ogni tanto ci faceva vedere delle sculture, ci spiegava gli alberi. A un certo punto sento un rumore strano. Fa lui: ‘Guarda, guarda, guardate’. Sento un rumore strano, ci indica una montagna”. Il fratello dell’imprenditore sembra preparato: “Il vulcano” e Gianpaolo: “Il vulcano! Che scende la lava.. Poi ce ne andiamo in un’altra zona, la zona delle giostre. Con la musica sparata sottofondo, quella del paese delle meraviglie. La giostra quella grande… coi cavalli. Arriva e fa:’Tutti sulle giostre!’. Ci ha fatto salire sulle giostre. Sai, questo tratta tutti come schiavi... Poi entriamo in una specie di sala con un tavolo apparecchiato. Vabbè lui dice: ‘Vi dovete sedere così, tre donne e un uomo’. E’ malato. IO mi sono seduto di fronte a lui, accanto a me c’era Simona Ventura. Accanto a lui ci aveva cinque, sei donne… La gente canta ‘Grazie Silvio, Silvio c’è, grazie Silvio, Silvio c’è’…. E’ pazzo proprio. Ci sediamo, ci fa sedere e inizia a fare un discorso di ringraziamento delle donne. Sempre ste’ caXXo di donne. Sesso, sesso, donne, sesso, donne che rompeva i coglioni…. A un certo punto finiamo di mangiare e fa: ora dobbiamo fare una cosa. Noi uomini tutti seduti in fila e tutte le donne sul palco a ballare per noi… e noi ce le vediamo… siamo stati là, mbrijac a ciucc’ tutt (tutti completamente ubriachi, ndr)”. Claudio quindi chiede: “Tu ci hai parlato?” e Gianpaolo: “No… la malavita eh, non puoi capire proprio. Lui stava tutto di blu e con la giacca tipo smoking bianca, ma di una simpatia. E’ pazzo proprio, cioè, ma non egocentrico…”. Claudio: “E’ malato eh…?” e l’imprenditore: “E’ malato eh… è un dittatore proprio”.
La Guerra sculacciata. Tarantini, compreso il personaggio, capisce che può entrare nelle grazie del presidente e comincia la sua opera di reclutamento delle ragazze da offrire, una sarà Patrizia D’Addario che poi, tra conferme e smentite, ha fatto esplodere lo scandalo registrando la sua notte a Palazzo Grazioli. Tra le tante c’è anche la showgirl Barbara Guerra. E Tarantini che ha già compreso i gusti di Berlusconi la istruisce, un po’ come faceva Nicole Minetti con le ragazze poi ospitate ad Arcore (“Ti devo briffare”). “Non puoi sembrare né una troietta né una ragazzina. Ti devi mettere un cappotto blu e un pantalone chiaro. Oppure un pantalone scuro e un cappotto scuro…” e lei: “Mo’ vedo, dai, mo’ cerco in valigia”. Ma la mise non è completa e Tarantini aggiunge: “Mettiti dei fogli in mano, oppure sai che devi fare? Comparati Sole24ore, Gazzetta e Repubblica, in mano e arriva con quelli…”. La Guerra chiede quanto tempo staranno via e l’altro: “E che ne so, amo’. Con quello lo sai quando entri e non sai quando esci… Ma poi come si è comportato? Bene?” e la giovane: “Con Me? Sì, mi ha sculacciato un po’ però…”
Tarantini, Fitto e Berlusconi. Tarantini, entrato nelle grazie del “dittatore”, diventa un personaggio da tenere in considerazione per l’entourage anche politico di Silvio Berlusconi. E così tra le conversazione captate ce ne è anche una con l’ex ministro per i Rapporti con il ParlamentoRaffaele Fitto, anche lui pugliese. Tarantini spiega: “L’altra sera gli elogi con il presidente si sprecavano nei tuoi confronti, eh… Io gli ho detto: guarda che è uno dei pochi, forse, più fedeli che hai” e il politico: “… Stava per scoppiare un casino con sto caXXo di Tremonti (Giulio, ex ministro dell’Economia ndr)… ho recuperato tutte le Regioni…”. L’imprenditore prosegue: “Io ho messo un carico positivo su di te, non ne hai bisogno al presidente, siamo stati un po’ al telefono, no…” e l’ex rappresentante del governo incalza: “Stamattina? Quando adesso?”; Tarantini: “Ora, ora.. Mi ha detto che è un ragazzo, intelligente, bravo, ha detto: ‘Ma secondo te è fedele?’ Ho detto: ‘Presidente… ho detto se lei a Raffaele gli chiede di buttarsi giù… senza paracadute si butta!’” e Fitto ne è certo: “Non deve avere questi dubbi…”
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Alfano: “Berlusconi pronto a non ricandidarsi per unire centrodestra”
Il segretario del Popolo della Libertà chiude sulla candidatura dell'ex premier: "Pronto a farsi da parte per non consegnare il paese alla sinistra". Poi 'corteggia' Casini: "Hai il diritto, la possibilità e il dovere di giocare questa partita per riunire l'area dei moderati". La replica: "Sì a sfide, no a inganni. Conosco le giravolte di Berlusconi"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 ottobre 2012
“Per unire il centrodestra Silvio Berlusconi è pronto a non ricandidarsi. Per non consegnare l’Italia alla sinistra occorre un gesto di visione e generosità degli altri protagonisti del centrodestra”. Così il segretario del Pdl Angelino Alfano è intervenuto raggiungendo Pier Ferdinando Casini ed Enrico Letta alla presentazione del nuovo libro di Ferdinando Adornato.
“Abbiamo il compito di ricostruire il centrodestra italiano”, ha detto il segretario del Pdl. “Se ne avremo le forze, la sinistra non andrà al governo e avremo uno Stato più leggero e meno tasse – ha assicurato – con la sinistra al governo avremo uno Stato più pesante e più tasse”. Ma al di là delle affermazioni sul centrosinistra, le parole del segretario del Pdl sembrano sancire la fine del dominio politico di Berlusconi sul centrodestra. Non più padre e padrone del partito, l’ex presidente del Consiglio sembra essere diventato l’ostacolo – in primis verso l’Udc di Cesa e Casini – per ricostruire una casa comune del centrodestra. A maggior ragione ora che le indiscrezioni vogliono Silvio Berlusconi pronto ad “abbandonare” lui stesso il Pdl per virare su un soggetto nuovo. Indiscrezioni, tentazioni. Di certo c’è che lo stesso Alfano ha pubblicamente esortato Casini a unire le forze: “Se Berlusconi non si ricandida per favorire l’unità del centrodestra hai il diritto, la possibilità e il dovere di giocare questa partita per riunire l’area dei moderati”, ha detto il segretario Pdl rivolgendosi al leader Udc. “Bisogna profondere ogni sforzo per unire una grande area moderata e alternativa alla sinistra”, ha insistito Alfano: “Caro Pier, sei chiamato a questa sfida”. “Se come Pdl – ha proseguito – siamo disposti e pronti allo sforzo più generoso e importante, chiediamo agli altri di fare la stessa cosa. Noi ci stiamo e, caro Casini, spero che le nostre strade possano tornare a incrociarsi”.
Alle parole di Alfano, Casini ha risposto con una cauta apertura. “Alle sfide nella mia vita politica non mi sono mai sottratto, agli inganni ho cercato di sottrarmi – ha detto – poiché ho il dovere di ritenere che non porti inganni, con cautela però voglio verificare. Spero – ha aggiunto che quello che ha detto Alfano abbia un valore ma tutti quanti siamo abituati alle giravolte di Berlusconi quindi serve cautela e parsimonia nei giudizi. Se il Pdl fa un appello ai moderati – ha sottolineato Casini – significa che cerca di allargare il suo spazio elettorale o si pone realmente un problema di aggregazione che parte da un processo autocritico di come si è governato in questi 20 anni? Oggi qualunque processo di aggregazione dei moderati deve nascere sulla base della verità. Qui, si sta facendo una riflessione autocritica nel Pdl e sul perché questa esperienza è finita? Perché Fini ha tradito? No – ha proseguito il leader centrista – non è stato questo il problema, non c’è stato nessun tradimento, anzi va visto a parti invertite”. Secondo Casini, “non si fa questo appello superando il chiarimento. Angelino – ha detto rivolgendosi ad Alfano – ti sei dimenticato di Monti che non è un incidente di percorso. Monti non appartiene a nessuno, eppure c’è per volontà di tutti noi. E’ un’anomalia da risolvere o bisogna ripartire dai contenuti dell’agenda Monti? E’ questo il macigno che vale non solo per il Pdl, ma anche per la sinistra”.
Già da stamattina le dichiarazioni dei colonnelli puntavano a un passo indietro dell’ex leader. In questa direzione le dichiarazioni di Giorgia Meloni, che vedrebbe bene Berlusconi a guardare la competizione dall’esterno. ”Io non ho fatto mistero che tra le ipotesi messe in campo da Berlusconi, mi piaceva quella del padre nobile e dell’allenatore. Per la scelta del leader io credo nel consenso e, anche se fosse Berlusconi, ne uscirebbe ancora più forte. Non vorrei leggere il nome del candidato su un comunicato dell’ufficio di presidenza. Berlusconi non è un uomo che ha paura di misurarsi col consenso e per questo non capisco la paura del partito a confrontarsi con un cammino di scelta. Vedendo il dibattito sui contenuti innescato dalle primarie del centrosinistra rischiamo di passare per un partito che ha paura di misurarsi con il consenso”. Così l’ex ministro a Tgcom24. “E’ inutile – ha proseguito – scimmiottare Renzi, io contesto i criteri di selezione. Spesso c’è stata una selezione di una classe dirigente calata dall’alto di cooptati e raccomandati. Il problema non è cambiare il simbolo, ma i meccanismi”. Cioè, “Primarie, preferenze, tutto. I partiti facciano scegliere ai cittadini perché scelgono meglio dei partiti”.
Meloni ha parlato anche della sempre più scomoda posizione degli ex An nel partito: “La vicenda degli ex An è complessa. Loro differentemente a quanto si dice non sono un moloch che la pensa alla stessa maniera sul futuro del partito. In questi anni qualcosa non ha funzionato visto che oggi siamo distanti dal 38% degli anni scorsi. Noi abbiamo fondato un partito per normalizzare l’Italia ma poi l’abbiamo gestito come un partito da 2%. Io credo in questo progetto ma non bisogna cambiare solo le facce”.
Nelle stesse ore è stato un altro ex ministro, Franco Frattini, a chiedere ad Alfano uno sforzo per ricucire con l’Udc. ”Mi auguro – ha detto – che Alfano dica cose che facciano dire a Casini ‘siamo insieme, siamo dalla stessa parte’. Non possiamo stare fermi – ha aggiunto -abbiamo un’occasione”.
Il segretario del Popolo della Libertà chiude sulla candidatura dell'ex premier: "Pronto a farsi da parte per non consegnare il paese alla sinistra". Poi 'corteggia' Casini: "Hai il diritto, la possibilità e il dovere di giocare questa partita per riunire l'area dei moderati". La replica: "Sì a sfide, no a inganni. Conosco le giravolte di Berlusconi"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 ottobre 2012
“Per unire il centrodestra Silvio Berlusconi è pronto a non ricandidarsi. Per non consegnare l’Italia alla sinistra occorre un gesto di visione e generosità degli altri protagonisti del centrodestra”. Così il segretario del Pdl Angelino Alfano è intervenuto raggiungendo Pier Ferdinando Casini ed Enrico Letta alla presentazione del nuovo libro di Ferdinando Adornato.
“Abbiamo il compito di ricostruire il centrodestra italiano”, ha detto il segretario del Pdl. “Se ne avremo le forze, la sinistra non andrà al governo e avremo uno Stato più leggero e meno tasse – ha assicurato – con la sinistra al governo avremo uno Stato più pesante e più tasse”. Ma al di là delle affermazioni sul centrosinistra, le parole del segretario del Pdl sembrano sancire la fine del dominio politico di Berlusconi sul centrodestra. Non più padre e padrone del partito, l’ex presidente del Consiglio sembra essere diventato l’ostacolo – in primis verso l’Udc di Cesa e Casini – per ricostruire una casa comune del centrodestra. A maggior ragione ora che le indiscrezioni vogliono Silvio Berlusconi pronto ad “abbandonare” lui stesso il Pdl per virare su un soggetto nuovo. Indiscrezioni, tentazioni. Di certo c’è che lo stesso Alfano ha pubblicamente esortato Casini a unire le forze: “Se Berlusconi non si ricandida per favorire l’unità del centrodestra hai il diritto, la possibilità e il dovere di giocare questa partita per riunire l’area dei moderati”, ha detto il segretario Pdl rivolgendosi al leader Udc. “Bisogna profondere ogni sforzo per unire una grande area moderata e alternativa alla sinistra”, ha insistito Alfano: “Caro Pier, sei chiamato a questa sfida”. “Se come Pdl – ha proseguito – siamo disposti e pronti allo sforzo più generoso e importante, chiediamo agli altri di fare la stessa cosa. Noi ci stiamo e, caro Casini, spero che le nostre strade possano tornare a incrociarsi”.
Alle parole di Alfano, Casini ha risposto con una cauta apertura. “Alle sfide nella mia vita politica non mi sono mai sottratto, agli inganni ho cercato di sottrarmi – ha detto – poiché ho il dovere di ritenere che non porti inganni, con cautela però voglio verificare. Spero – ha aggiunto che quello che ha detto Alfano abbia un valore ma tutti quanti siamo abituati alle giravolte di Berlusconi quindi serve cautela e parsimonia nei giudizi. Se il Pdl fa un appello ai moderati – ha sottolineato Casini – significa che cerca di allargare il suo spazio elettorale o si pone realmente un problema di aggregazione che parte da un processo autocritico di come si è governato in questi 20 anni? Oggi qualunque processo di aggregazione dei moderati deve nascere sulla base della verità. Qui, si sta facendo una riflessione autocritica nel Pdl e sul perché questa esperienza è finita? Perché Fini ha tradito? No – ha proseguito il leader centrista – non è stato questo il problema, non c’è stato nessun tradimento, anzi va visto a parti invertite”. Secondo Casini, “non si fa questo appello superando il chiarimento. Angelino – ha detto rivolgendosi ad Alfano – ti sei dimenticato di Monti che non è un incidente di percorso. Monti non appartiene a nessuno, eppure c’è per volontà di tutti noi. E’ un’anomalia da risolvere o bisogna ripartire dai contenuti dell’agenda Monti? E’ questo il macigno che vale non solo per il Pdl, ma anche per la sinistra”.
Già da stamattina le dichiarazioni dei colonnelli puntavano a un passo indietro dell’ex leader. In questa direzione le dichiarazioni di Giorgia Meloni, che vedrebbe bene Berlusconi a guardare la competizione dall’esterno. ”Io non ho fatto mistero che tra le ipotesi messe in campo da Berlusconi, mi piaceva quella del padre nobile e dell’allenatore. Per la scelta del leader io credo nel consenso e, anche se fosse Berlusconi, ne uscirebbe ancora più forte. Non vorrei leggere il nome del candidato su un comunicato dell’ufficio di presidenza. Berlusconi non è un uomo che ha paura di misurarsi col consenso e per questo non capisco la paura del partito a confrontarsi con un cammino di scelta. Vedendo il dibattito sui contenuti innescato dalle primarie del centrosinistra rischiamo di passare per un partito che ha paura di misurarsi con il consenso”. Così l’ex ministro a Tgcom24. “E’ inutile – ha proseguito – scimmiottare Renzi, io contesto i criteri di selezione. Spesso c’è stata una selezione di una classe dirigente calata dall’alto di cooptati e raccomandati. Il problema non è cambiare il simbolo, ma i meccanismi”. Cioè, “Primarie, preferenze, tutto. I partiti facciano scegliere ai cittadini perché scelgono meglio dei partiti”.
Meloni ha parlato anche della sempre più scomoda posizione degli ex An nel partito: “La vicenda degli ex An è complessa. Loro differentemente a quanto si dice non sono un moloch che la pensa alla stessa maniera sul futuro del partito. In questi anni qualcosa non ha funzionato visto che oggi siamo distanti dal 38% degli anni scorsi. Noi abbiamo fondato un partito per normalizzare l’Italia ma poi l’abbiamo gestito come un partito da 2%. Io credo in questo progetto ma non bisogna cambiare solo le facce”.
Nelle stesse ore è stato un altro ex ministro, Franco Frattini, a chiedere ad Alfano uno sforzo per ricucire con l’Udc. ”Mi auguro – ha detto – che Alfano dica cose che facciano dire a Casini ‘siamo insieme, siamo dalla stessa parte’. Non possiamo stare fermi – ha aggiunto -abbiamo un’occasione”.
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