quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

peanuts ha scritto:La bindi somiglia sempre più al caimano.
bersani non sa che pesci prendere.
renzi non vede l'ora di dare il colpo di grazia ai diritti dei lavoratori.

Bel quadretto. Voglio sperare che dopo questa ennesima pagliacciata di sabato vi siate convinti ad accannare questa gente.

"accannare" ???

traduzione ???
peanuts
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da peanuts »

Mollare, scaricare.
Mi scuso per aver usato un termine nostrano ma il senso si poteva anche comprendere.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

ah...ok.
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Bersani fa il rottamatore

di Marco Damilano

Basta con i cacicchi, le oligarchie e la sindrome da fortino assediato. Il segretario a sorpresa attacca i (suoi) dirigenti per andare all'uno contro uno diretto con il rivale Renzi. Una partita nuova, in cui si gioca tutto

(07 ottobre 2012)

Laura Puppato tra le sagome di Renzi e BersaniLe sagome cartonate di Pier Luigi Bersani e di Matteo Renzi abbracciati accolgono i mille delegati dell'Assemblea Pd all'ingresso dell'hotel Ergife fin dalle nove del mattino. Scatenano subito l'attrazione dei fotografi, Laura Puppato si fa riprendere in mezzo, Sandro Gozi quando non se ne vuole più andare, Cesare Damiano si fionda con il sorriso delle grandi occasioni, perfino la Jervolino sta al gioco, solo D'Alema le schifa.

Forse perché il leader Massimo ha già capito come andrà a finire. Hanno ragione i ragazzi di #occupyprimarie che le hanno montate, quel Renzi con la cravatta viola e quel Bersani con la cravatta rossa non sono pupazzi di carta e non sono affatto nemici. Qui, oggi, il dialogo (a distanza, perché il sindaco di Firenze non si fa vedere) è tra loro due. Alla fine della giornata ci sarà quasi uno scambio delle parti: Bersani fa il Rottamatore, Renzi il Mediatore. E ci sarà un unico vincitore, una creatura mitologica metà segretario e metà sfidante, uniti nella lotta: Matteo Bersani.

Matteo, in realtà, non c'è. E' il Salinger, il Battisti del Pd, è il Leader Absconditus, nascosto, come nella canzone di Franco Battiato («nelle cadute c'è il perché della Sua Assenza/le nuvole non possono annientare il Sole»), si vede e non si vede. Per rintracciare le tracce della sua esistenza bisogna imbattersi in un cartello dell'Ergife, "Sala Camper". E qualche essenza di renzismo la sparge il piacentino Roberto Reggi, unico delegato doc del sindaco e per questo assediato dalle telecamere manco fosse Lady Gaga. Eppure non si parla altro che di lui. Ed è qui la vera sorpresa della giornata. Renzi non c'è. Ma a parlare con la sua lingua, a impossessarsi dei suoi temi, a sostituirlo, si direbbe, è l'uomo che nell'assemblea dovrebbe essere più lontano da lui: Bersani.

Quante volte, in questi tre anni, il segretario ha ripetuto che non avrebbe fatto una campagna personale, che non avrebbe messo il suo nome nel simbolo? Quante volte gli intellettuali di area bersaniana, a cominciare dall'ottimo Michele Prospero sull'Unità, hanno ripetuto che le primarie rappresentavano un pericoloso cedimento al populismo, all'anti-politica, che chi segnalava il disgusto della gente verso i partiti era un sovversivo di destra che voleva uccidere la democrazia? La legge elettorale proporzionale modello Grecia che è stato cucinato dagli sherpa dei partiti, Violante in testa, aveva questo obiettivo: ricostruire il sistema dei partiti, ovvero la Prima Repubblica, quando i governi li decidevano le segreterie, non i cittadini.

Chi ha dimenticato, infine, che lo stesso Bersani, qualche mese fa, definì il Pd e se stesso «l'usato sicuro»? Ma il Bersani di oggi butta via quell'espressione. Ripete con forza lo slogan più naturale per il Pd che è stato per quattro anni all'opposizione e che oggi sostiene senza suoi ministri un governo di grande coalizione: cambiamento. E più va avanti, più si toglie il lusso di togliersi qualche sassolino con il governo Monti («sul ddl anti-corruzione spero mettano la fiducia, lo hanno già fatto 45 volte anche per cose molto meno importanti»), più attacca «il rischio della palude», più accusa «chi celebra i riti dentro il fortino e che non ha capito nulla», più riversa sull'uditorio una raffica di parole nuove: apertura, novità, coraggio, rischio, «non si governa senza il popolo»... Più prende forma il Grande Azzardo di Bersani e più la platea degli oligarchi Pd segue sconcertata.

Si aspettavano un segretario pronto ad azzannare l'eretico Renzi che bombarda il quartier generale, deciso a scatenare l'orgoglio di partito contro gli sfregi del Bimbaccio di Firenze. E invece per quasi un'ora si ritrovano ad ascoltare un leader che usa (quasi) gli stessi termini del rivale. Rottamazione no, non lo dice mai, il segretario è persona educata. Ma tra Pier Luigi (presente) e Matteo (assente) sarebbe difficile oggi trovare una differenza. Stessa diagnosi sulla malattia di cui soffre il sistema politico: il discredito dei partiti presso l'opinione pubblica. E stessa medicina: ridare la parola al popolo. «So che molti di voi non condividono», aggiunge Bersani guardando in faccia le prime file. «Ma io penso che sia una buona cosa per l'Italia e per noi».

I capi e sottocapi del Pd mugugnano. Per qualche ora va in scena il Lamento del Dirigente Offeso e Frustrato. Bordate contro il sindaco che non si è fatto vedere, che gira con il camper ma non partecipa alle assemblee di partito, toni indignati, perfino il turpiloquio dal palco. «Renzi non viene qui da perché per lui, come si dice in Veneto, noi non contiamo un caXXo!», strepita il sindaco di Padova Flavio Zanonato. «Renzi non è mai venuto a una riunione del Pd, ha un'idea di partito che non è la nostra», urla Andrea Manciulli, segretario regionale del Pd toscano, che il Bimbaccio ce l'ha in casa. E soprattutto c'è la requisitoria di un capo storico, il lupo marsicano Franco Marini ottant'anni ad aprile, uno che non ha paura dell'impopolarità. Rottama Renzi: «gira l'Italia con il suo format, pensavo fosse più furbo, non venire qui è stata una sciocchezza». Ma poi si volta verso Bersani e gli rovescia una profezia da brivido: «Oggi decidiamo di fare le primarie e io seguo la linea. Però faccio un'ipotesi per assurdo: cosa succederebbe se il segretario venisse sconfitto nei gazebo? E se tra il primo e il secondo turno ci fossero due o tre punti di differenza tra Bersani e Renzi pensate che la destra resterebbe a guardare?».

Attento, Bersani, con questa bella pensata delle primarie il Pd rischia il suicidio, avverte Marini. Ma il segretario non ci sta. Nella replica neppure una parola contro lo sfidante (come già nella relazione). E tanti ceffoni sferrati ai dirigenti che non fiutano l'aria mutata: «Non pretendo di essere infallibile», risponde a Marini, «ma accettare un pericolo per il Pd è sempre meglio che avere una certezza di danno per il Pd». Non fare le primarie, a questo punto, sarebbe un disastro. E Bersani chiede all'ala oltranzista di ritirare gli emendamenti che restingerebbero la platea dei votanti nei gazebo: un altro assist per Renzi. «Quando i problemi sono piccoli si possono rimuovere», spiega, «ma quando sono grandi bisogna accettare il combattimento. E se ne usciamo bene non ci ammazza più nessuno!».

Finisce con i generali e i colonnelli costretti a seguire Bersani nell'azzardo. Con quanto entusiasmo lo segnala Rosy Bindi quando mette in votazione il cambio dello statuto che permette a Renzi di candidarsi: «Ci sono interventi contrari? Se si potessero esprimere ce ne sarebbero tantissimi...». Ma da stasera Bersani e Renzi hanno un obiettivo in comune: scontrarsi alle primarie e governare insieme il partito. Da oggi l'accordo tra i big che ha dominato il Pd e condizionato la segreteria Bersani non c'è più, il caminetto si è sciolto. Bersani, il segretario che voleva ripristinare il partito vecchio stile, tutti comitati centrali, accordi di vertice, alleanze parlamentari, si ritrova a guidare una svolta in senso presidenziale che neppure ai tempi di Veltroni l'americano. Il leader che non voleva essere l'uomo solo al comando ha deciso la mossa del cavallo in totale solitudine, contro tutti i capicorrente che hanno paura di finire stritolati nello scontro.

«Dobbiamo fare come Hollande, ha vinto le primarie con il 56 per cento e ha conquistato il partito e la Francia», spiega il fedelissimo segretario emiliano Stefano Bonaccini. A Parigi, per l'appunto, c'è l'elezione diretta del presidente. In Italia no, ma Bersani si vede già Monsieur le Président. Se accadrà, dovrà ringraziare il Bimbaccio e la sua sfida. Ma anche Renzi, stasera, deve qualcosa a Bersani (e a Vendola che a sua volta accetta di correre alle primarie): i gazebo del centrosinistra sono il ring centrale della politica italiana, quello dove si gioca la partita. Da domani Matteo e Pier Luigi torneranno ad affrontarsi. E se per Bersani l'assemblea del 6 ottobre è stata l'inizio del trionfo o il suicidio si saprà a dicembre. Ma intanto chissà l'invidia del Pdl!

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... 2192510//0
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Ieri…

Un boccone a me,…….un boccone a te,……..un boccone al cane,…….. un boccone a me,…….un boccone a te,……..un boccone al cane,……..un boccone a me,…….un boccone a te,……..un boccone al cane,……..un boccone a me,…….un boccone a te,……..un boccone al cane,……..


Oggi …..

Una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,…… una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,…… una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,……una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,……una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,……una bastonata a te,…..una bastonata a me,……una bastonata al cane,……



Appalti agli amici degli amici. Trema il Comune di Torino


"Finalmente siamo riusciti a pubblicare questi dati. Sono gli affidamenti del comune di Torino dal 2006 al 2011. Manca il 2012, la parte di Fassino. Affidamenti fatti direttamente, sotto i 20.000 euro e senza nessun genere di gara o tramite gara ufficiosa, sentendo 5 fornitori però di fatto non facendo una gara ufficiale, oppure affidamenti diretti perché quel fornitore ha un know how specifico. Un anno fa, stupiti, guardando le determine (gli atti che fanno i dirigenti) vediamo due affidamenti molto vicini fatti alla stessa società sotto i 20.000 euro. Con un unico affidamento avrebbero dovuto fare una gara, invece con entrambi sotto i 20.000 la gara non è stata fatta. Affidamento vuol dire che un dirigente, sotto i 20.000 euro, può decidere in autonomia, di dare un servizio a un fornitore. Anna Martina è una dirigente storica del comune, nota anche nelle vicende Chiamparino, che seguiva la cultura e ora si occupa soprattutto della comunicazione internazionale. Il caso emerso è di determine, una firmata da lei stessa, che hanno affidato servizi a una società in cui il figlio, se non ricordo male, ha una soglia del 44% in partecipazione. Decisamente inopportuno. Il "sistema Torino" è un punto interrogativo. Questo è un punto di partenza per scoprire se effettivamente esiste o non esiste. Tre casi ci sono. Bisogna capire quanti sono in tutto. Fassino c'è da un anno e mezzo. La responsabilità di quel che è successo in un anno e mezzo ce l'ha. Il 2012 non l'abbiamo ancora analizzato, però la Martina c'era e continua ad esserci. Distaccarsi totalmente mi sembra un modo per scaricare la patata bollente e non assumersi la responsabilità politica, che Fassino ha in quanto sindaco e a capo di questa macchina."
Chiara Appendino, M5S Torino


http://www.beppegrillo.it/2012/10/appalti_agli_am.html


*****


VIENI AVANTI, FASSINO! - ANNA MARTINA, STRETTA COLLABORATRICE DEL SINDACO DI TORINO, HA ASSEGNATO 4 APPALTI ALLA SOCIETÀ DEL FIGLIO - COME USCIRE DA UNA COSÌ IMBARAZZANTE SITUAZIONE? SEMPLICE, UTILIZZANDO LA SCUSA CHE LANCIÒ PER PRIMO SCIABOLETTA SCAJOLA: “NON LO SAPEVO” - GIÀ IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI PER I 150 ANNI D’ITALIA, AVEVA AFFIDATO UN INCARICO AL MARITO - CHE FARÀ PIERINO?...


Mariateresa Conti per "il Giornale"


FASSINO VITTORIOSO
La bufera, annunciata lo scorso 27 settembre dalla notizia che gli incarichi affidati dal Comune di Torino a partire dal 2006 sarebbero stati resi noti, è esplosa in questi giorni.

E tanto è virulenta che, sua sponte, oggi pomeriggio il sindaco, Piero Fassino, si presenterà in Consiglio per spiegare. Già, perché tra i 6.672 contratti contenuti nel cd che sta facendo tremare la sinistra torinese da vent'anni alla guida del capoluogo piemontese e che contiene gli incarichi al di sotto dei 20mila euro affidati dal Comune, ce ne sono quattro che imbarazzano non poco l'amministrazione, presente e passata.


FASSINO VITTORIOSO ALLE PRIMARIE
Perché coinvolgono non un personaggio qualunque ma Anna Martina, superdirigente oggi di Fassino (adesso guida il settore Attività internazionali) come ieri dell'ex sindaco Pd, Sergio Chiamparino, con cui si occupava di Cultura. Il perché dell'imbarazzo è presto detto: la signora, autorità riconosciuta in tema di comunicazione (ha avuto il premio Ischia comunicatore proprio quest'anno) e regista dei principali grandi eventi che hanno visto Torino protagonista negli ultimi anni - dalle iniziative per i 150 anni dell'Unità d'Italia alle Olimpiadi del 2006 - ha affidato direttamente quattro incarichi alla Punto Rec Studios, rinomata società di cui però è socio Marco Barberis, che di Anna Martina è figlio.


ANNA MARTINA
«Un errore - ha minimizzato lei, interpellata da Repubblica che sulle pagine torinesi segue a tamburo battente la vicenda - non penso di dovermi dimettere. Non mi sono nemmeno accorta che si trattava della società di mio figlio». Ma alla firma a sua insaputa non crede l'opposizione, che con la Lega sollecita le dimissioni della dirigente e pure quelle dell'assessore agli Appalti della giunta Chiamparino, la dipietrista Maria Cristina Spinosa.


ANNA MARTINA
Una bella gatta da pelare, per Fassino, che oggi sarà in Aula e che ha assicurato: «Se c'è da approfondire un caso lo faremo». E il caso è lì, davanti agli occhi. Perché se «non risultano illegittimità», come pur assicura ancora a Repubblica il City manager di Fassino, Cesare Vaciago, qualche problemino di opportunità si ammetterà che sì, c'è, eccome se c'è. Gli incarichi affidati dal settore di mamma Anna alla società del figlio, tra il 2008 e il 2009, sono quattro: uno firmato da lei direttamente, uno da lei e da un suo dirigente, e altri due solo dal dirigente.


E se è pur vero che la Punto Rec Studios è una società leader nel settore dei servizi audio - basta andare sul sito e scorrere l'elenco dei clienti - è vero anche che quattro appalti affidati senza gara direttamente da mamma non sono proprio un'inezia. Soprattutto se la mamma non è un modesto impiegato, ma una superdirigente da anni nella cabina di regia dei grandi eventi torinesi.


COMUNE DI TORINO
Un solo dato, ricavato proprio dal cd reso noto giovedì scorso e che riguarda gli affidamenti diretti che, a norma di legge, possono essere assegnati senza gara sino a un importo di 20mila euro più Iva: in sei anni dal settore guidato da Anna Martina sembra siano passati oltre 18 milioni di euro, 10 milioni solo nel 2006, l'anno delle Olimpiadi che, grande evento impone, hanno goduto di ben 176 incarichi dati senza gara d'appalto. E non è tutto.

Perché questa polemica «familiare» non è la prima in cui Anna Martina rimane invischiata. Era già accaduto per Italia 150, le celebrazioni per l'anniversario dell'Unità d'Italia, in occasione della mostra «Fare gli italiani», tenuta alle ex Ogr, le Officine grandi riparazioni ferroviarie e che aveva tra gli organizzatori Walter Barberis, segretario dell'Einaudi ma anche marito di Anna Martina, che controllava gli allestimenti.

E accade da un annetto a questa parte anche per la collaborazione con Silvia Bertetto Giannone, che lavora con lei da tempo ma che dal 2011 è anche sua nuora, e che la segue come un'ombra, anche nel nuovo incarico di dirigente delle Attività internazionali.Il caso dei fondi distribuiti dal Comune di Torino senza gara d'appalto è stato sollevato, a febbraio 2012, da un consigliere del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, che a suon di interpellanze ha ottenuto che i dati completi relativi agli ultimi sei anni di affidamenti diretti fossero consegnati alla Commissione controllo di gestione del Comune.

Il caso Martina è la punta dell'iceberg, già qualche altra polemica è stata sollevata. I grillini assicurano che metteranno le liste on line e scommettono: «Ne vedremo delle belle». E Beppe Grillo, su Twitter, ieri sera cinguettava: «Appalti agli amici degli amici. Trema il Comune di Torino».
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

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Dopo quasi un anno esce un'altro pezzetto dell'accordo "Delle catacombe"

@ penauts,.....se passa da queste parti-
Dagospia ti ha accontentato con una foto.http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -45039.htm



IL “TECNICO” DELLA BINDI - IL MITE FRANCESCANO RENATO BALDUZZI FU IMPOSTO IN EXTREMIS A RIGOR MONTIS DALL’EX MINISTRO DELLA SANITA’ BINDI - ALLA SANITÀ DOVEVA ANDARE GARACI, MA LA BELLA ROSY PIANTÒ UNA GRANA IN PIENA NOTTE - ADESSO AL MINISTERO SONO TORNATI I BINDI-SAURI: NERINA DIRINDIN, SILVIO GARATTINI, ANTONIO FORTINO...


Giancarlo Perna per "il Giornale"

Un'intemerata notturna di Rosy Bindi impose come ministro della Sanità, Renato Balduzzi. Le cose - raccontano - andarono così.


MARIO MONTI JPEG
All'una di notte del 16 novembre 2011, la lista dei ministri era cosa fatta. La Sanità andava a Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanità. C'era il placet di Giorgio Napolitano e il giuramento era fissato per il pomeriggio. Mario Monti si avviava soddisfatto a dormire quando Rosy Bindi piantò la grana. La sceneggiata fu memorabile. Tanto sbraitò, che Garaci, illustre medico, fu depennato e sostituito dal giurista Balduzzi, (allora) cinquantaseienne.


MARIO MONTI LEGGE RESTART ITALIA
Non che fosse ignoto. Ma tutta la sua limitata notorietà era dovuta al fatto di essere una creatura di Bindi. Ne era stato stretto collaboratore tra il 1996 e il 2000, quando Rosy fu ministro della Sanità nei governi Prodi e D'Alema. Renato guidava sia l'Ufficio legislativo sia la Commissione per la riforma sanitaria che imbrigliò i medici ospedalieri, inventò l'intramoenia, l'extrameonia e tutte le delizie dell'attuale sistema. Era insomma l'alter ego della virago di Sinalunga alla cui parrocchia politica apparteneva.

In passato, bazzicando la Dc di sinistra, Balduzzi fu consulente di Mino Martinazzoli e Virginio Rognoni, ministri della Difesa nei primi anni '90. Oggi, dopo essere stato presidente dei laureati dell'Azione cattolica e collaboratore assiduo di qualsivoglia foglio chiesastico, è il beniamino del governo in Vaticano. Balduzzi, dunque, si presentò al Quirinale per il giuramento, allertato in extremis ad Alessandria, la sua città. Dai colleghi del nuovo governo fu guardato con curiosità. Dopo il pesante intervento bindiano, era di fatto un'eccezione: unico ministro scopertamente «politico» nella marea dei (falsi) tecnici.

A Roma, il nostro amico ha preso un appartamentino nei pressi del ministero in Trastevere, per fare casa e chiesa com'è nelle sue corde. Per via del suo bindismo, l'accoglienza alla Sanità è stata freddina. I quattro anni di Rosy, di cui tutti hanno bene impresse le sfuriate condite di orripilanti epiteti toscani, sono infatti ricordati con fastidio. Nonostante Renato sia riservato e cortese, c'è chi giura che il clima al ministero sia tornato teso come allora. A invelenire la situazione, il rientro armi e bagagli di una pletora di antichi pretoriani di fede bindiana.


MONTI

ROSY BINDI SUORA
Quando se li sono ritrovati tra i piedi, i burocrati si sono scatenati in lazzi e frizzi: «Il ritorno dei dinosauri», «Il nuovo che avanza», «I paracarri della Bindi», eccetera. La popolarità di Balduzzi è scesa in picchiata. Subito gli è stata appiccicata l'etichetta di robot della Bindi e ventriloquo delle sue paturnie. Gli rinfacciano di essersi lasciato imporre «vecchi arnesi» come la bindiana d'acciaio Nerina Dirindin, Silvio Garattini, Antonio Fortino, Maria Giuseppina La Falce. O i vari De Giuli, Pandolfelli, Mastrocola, però meglio tollerati perché più considerati.


ROSY BINDI X
Partito con il piede sbagliato, le mosse successive di Balduzzi sono state guardate con diffidenza. Si temeva fosse un fondamentalista come la sua erinnica ispiratrice e che il suo cattolicesimo potesse colorarsi di integralismo. La presentazione in agosto del decreto sanitario zeppo di disposizione moralistiche e impiccione sembrò confermare i peggiori timori. La tassa sulle bollicine e le bibite zuccherate, i divieti di vendere sigarette ai minori di diciotto anni, le sale da gioco a debita distanza da scuole e chiese, parvero misure illiberali. Una specie di teologia sanitaria da società col velo.



SCHEDA RENATO BALDUZZI
«Se scoraggiare i consumi è promuovere uno stile di vita più sobrio, non è un risultato malvagio, specie per i più giovani», si difese. Moralista sì, ma fin di bene, dunque: proteggere gli adolescenti, distogliere gli indifesi dalle tentazioni e cose così. Sull'orlo dello Stato etico. Poco da stare allegri.


RENATO BALDUZZI
Ma proprio durante il dibattito alle Camere, il ministro rivelò una natura inaspettata. Ascoltò molto e capi che i tempi non erano maturi. Così cedette su vari punti, senza preoccuparsi di apparire sconfitto. Una virtù conciliativa che gli ha conquistato diverse simpatie in Parlamento. Soprattutto, ha dimostrato che se pure sta con Bindi politicamente, ne è l'esatto contrario mentale. Tanto Rosy è un arrogante ayatollah, quanto lui è mitemente francescano.

Lombardo di Voghera, ma piemontese di elezione, Renato trascorse l'infanzia in Val d'Aosta dove il padre lavorava. Gli è rimasta la passione per le montagne e quando può corre ad Avise, sulla strada di Courmayeur, dove ha una baita. Dall'adolescenza, è vissuto ad Alessandria. Qui si è sposato con una donna che ha la sua stessa fede e le stesse passioni. Anche i tre figli sono simili. Giacomo, 28 anni, è dottorando in sociologia a Pavia. Si è laureato alla Cattolica, l'università dove il padre insegna Diritto Costituzionale. È un politico in erba. Ha già partecipato a due elezioni.


MARTINAZZOLI
Alle provinciali nel 2004 quando, diciannovenne, fu il più giovane candidato d'Italia, e alle comunali nel 2007. Ogni volta, seguendo le orme paterne, si è presentato con i cattolici del Pd, le Bindi per intenderci. In entrambi i casi, è stato trombato. Diletta, 24 anni, è universitaria. Mentre Teresa, 14 anni, è una concertista in nuce, virtuosa di pianoforte. Cornice perfetta di questa famiglia da manuale parrocchiale, è la villetta liberty in cui vivono da anni.


ESA09 VIRGINIO ROGNONI
Prima del nido, Renato si fece le ossa con zelo. Si laureò in Legge a Genova, tanto brillantemente che la tesi fu pubblicata. Fu subito preso come assistente alla facoltà di Scienze politiche dal preside Fausto Cuocolo. Era il più giovane e lo trattavano come ragazzo di bottega o, se preferite, da ragazzo spazzola. Molto ambizioso, fu un incettatore di incarichi di insegnamento, che poi però delegava non riuscendo a svolgerli tutti. Un anno, cumulò Istituzioni di Diritto pubblico, che era la sua cattedra, Diritto pubblico dell'Economia, Diritto parlamentare e Tecniche della normazione. Questa bulimia è il maggiore ricordo che ha lasciato nella città della Lanterna. Prima di approdare alla Cattolica, ha insegnato nell'Ateneo di Torino.


PROF ENRICO GARACI
Ad Alessandria, Renato partecipa con intensità alla vita cittadina. È benvoluto, perché alla mano. Ora che ha auto blu e scorta, cerca di non farsene accorgere. Contrariamente a Elsa Fornero, con la quale è stato di recente a Casale per parlare dei guai di quella città con l'amianto, che invece si pavoneggiava felice tra i gorilla. Balduzzi gira chiese, conosce le parrocchie più sperdute e ha un rapporto speciale con don Ivo Piccinini, prevosto di San Michele. È animatore della Sagra dell'aglio di Molino de' Torti, due passi da Alessandria, vuoi per genuino interesse verso la gigliacea, che per affetto al paesino in cui possiede un minuscolo appezzamento ereditato dalla famiglia. Non gli si conoscono ombre, né vizi pubblici. Un'autentica frana, giornalisticamente parlando.


ENRICO GARACI E MARIO STIRPE
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Re: quo vadis PD ????

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Pd, scontro su Monti. Fassina: “Sua agenda da rottamare”. Letta: “Passato il segno”
Un intervento sul Foglio del responsabile economico del partito accende la polemica: "Speranze di ripresa economica infondate, il premier vincolato ad agenda conservatrice europea". La replica del vicesegretario: "In contrasto con quanto ha fatto il partito"

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 9 ottobre 2012 Commenti (27)

Il Pd si scontra su Monti. Il responsabile economico Stefano Fassina firma sul Foglio un intervento dal titolo “Rottamare l’agenda Monti”, e il vicesegretario del partito Enrico Letta insorge: “Si è è passato il segno”. Secondo Letta, ”tra tante analisi di sistema, più o meno condivisibili, vi è una inaccettabile conclusione che appare in stridente contraddizione con tutto ciò che di positivo il Partito Democratico ha fatto in questi mesi, sostenendo il governo Monti o contribuendo a correggerne gli errori”.

Nell’articolo sul Foglio (leggi), Fassina scrive fra l’altro che “le speranze di ripresa collocate dal Presidente del Consiglio nel primo trimestre del 2013 sono, purtroppo, infondate. Quale driver di domanda”, si chiede, “dovrebbe tirare l’inversione di tendenza? I consumi delle famiglie subiranno un’ulteriore flessione a causa della maggiore disoccupazione e dell’esaurimento di parte delle indennità di disoccupazione, dei tagli al welfare nazionale e locale, dell’aumento regressivo di prezzi, tasse e tariffe, delle minori disponibilità di risparmio”. L’agenda Monti, continua il responsabile economico del Pd, “così acclamata e così poco compresa da Matteo Renzi&C, non funziona. Non per colpa di Monti. Il presidente Monti si è trovato, da un lato, vincolato dall’agenda conservatrice europea e, dall’altro, costretto a confermare gli impegni ancor più restrittivi, sottoscritti per deficit di credibilità politica, dal governo Berlusconi-Bossi-Tremonti“.

Non è invece da rottamare, secondo Letta, “un governo che ha restituito credibilità e decoro all’Italia e ha permesso la fine della lunga esperienza berlusconiana”. Il Pd, chiarisce il vicesegretario, ha “sposato” quelle scelte, come ha ribadito il leader Pier Luigi Bersani nell’ultima assemblea nazionale. Il Partito Democratico, conclude Letta, “ha agito e assunto impegni diversi da quelli delineati dall’articolo uscito oggi sul Foglio”. E Bersani “è sempre stato inequivocabile da questo punto di vista. Motivo per tanti di noi determinante per appoggiarlo convintamente alle primarie del centrosinistra. Primarie che son certo vincerà, nonostante Fassina”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... no/376897/


Vox populi:


lib-lab55 Poco fa
chi vivrà, vedrà!
se abbandonano l'agenda monti, dovranno dimostrare di saperci fare!
se la tengono, restiamo con l'usato sicuro (di morire?)

Segnala



caroldani6162 Poco fa
a provato dire "qualcosa di sinistra"
ha dimenticato che si trova in italia e non i svezia.

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massimov Poco fa in risposta a Roberto28
Hai ragione , Fassina sono anni che nel p.d. fa qualcosa di intollerabile per gente come bersani e d'alema.........dice cose di sinistra. Che scandalo,che orrore per un partito che oramai tra lo sparaballe di marchionne e i lavoratori difende gli interessi del primo, calpestando per altro anche i suoi sindacati storici .

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IlGrilloParlante Poco fa
Berlu cerca di riunire tutti, raccontando un sacca di balle ....
Il PD fa di tutto per dividersi.
Dai, forza, che forse riuscite a perdere anche queste elezioni!

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robotcoppola Poco fa in risposta a Roberto28
fassina è un ultra liberista, dalla parte di banche e finanza, che ha appoggiato l'agenda monti fino alle estreme conseguenze!

Ora il personaggio, visti i DISASTROSI risultati della CHEMIOTERAPIA montiana, cerca di ricostruirsi una verginità.

Dalla padella alla brace ...

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Ivo Serenthà Poco fa
Fassina l'avevo apprezzato già ieri tramite lo stroncamento del rottamatore fiorentino,oggi ha acquisito ancora punti,dovrebbe andarsene da quel partito moscio,che più moscio non si può....genuflesso ai bocconiani che tagliano solo ai soliti e non rilanciano assolutamente l'economia,non toccando i privilegi dei soliti noti.

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Gen_Desaix Poco fa
Sono dei dilettanti. Non sono ancora in campagna elettorale e già perdono pezzi. Figurati se governano. Il PD è un esercito senza piani, senza generali credibili e con soldati che sparano agli ufficiali. Sono destinati al massacro.

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stefanoometto Poco fa
Profetico....

http://video.repubblica.it/pol...

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Giggetto Poco fa in risposta a Mario Piazza
Credo che il problema vero non sia quello di decantare una sinistra, che oggi non si sa nemmeno cosa sia con esattezza, ma di impedire a Berlusconi e ai suoi di andare di nuovo al governo. Certo non è' che le uscite di Fassina aiutino molto...

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ivang Poco fa
parlamento senato agende sono tutti da rottamare ma nessuno in tv dice a 3000 euro al mese ladri

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the_nuts Poco fa
Secondo questo giornale, il PD è sempre sull'orlo di spaccarsi ed esplodere... ma stranamente non avviene mai

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gubert Poco fa
Non ho sentito/visto/letto da nessuna parte che Bersani abbia detto di avere "sposato" le scelte di Monti. Anzi gli ho sentito dire che tante di queste le ha accettate anche senza condividerle.
Ricordo a tutti le parole di Monti al suo insediamento come primo ministro "Rigore, Equità, Sviluppo".
Ognuno di noi, ad un anno da questa dichiarazione, può farsi i conti in tasca per capire se ancora una volta siamo stati raggirati dall'ennesimo parolaio, presuntuoso e arrogante.
Tranne Letta ovviamente!

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maruego Poco fa
purtroppo il pd è un partito che non ha senso di esistere. è un contenitore troppo eterogeneo.
scommetto 50 cents che nel giro di massimo 10 anni si scioglierà, ed avremo di nuovo un partito si sx intorno al 20/25%, un grande centro, e un partito di destra intorno al 5/10%.

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jason1345 Poco fa
voi del fatto siete ossessionati dal pd... state tutto il giorno ad aspettare ogni minima cosa per poi ingigantirla con questi titoloni... piantatela state diventando patetici... occupatevi dei problemi seri e lasciate perdere le vostre crociate

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tombesis Poco fa
Dopo B. anche un'arancia avrebbe risollevato la credibilità e il decoro d'Italia.

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Fabio Conti 0 minuto fa
Si, però non capisco quale sarebbe la ricetta di Fassina: rilanciare la spesa pubblica? Puntare su innovazione? Bhò... Che il Governo Monti abbia fallito è assodato, ma da parte del PD non vedo tante alternative.

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Gian Franco Dominijanni 0 minuto fa
La politica è diventata oramai materia per soli comici. I cittadini seri sono tagliati fuori per assenza di sense of humour o per eccesso di cattivo humor... fate voi.

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Libero Pereira 1 minuto fa
Fassina dice cose giuste e ragionevoli, come sempre.
Peccato che stia in un partito il PD, dove ormai la fanno da padrone personaggi come Letta o anche peggio...

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Giggetto 1 minuto fa
Sto arrivando alla conclusione che Fassina sia un agente segreto di Berlusconi

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michele e giovanna 2 minuto fa
Con questi partiti siamo nella mer....... da fino a collo

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gianino42 2 minuto fa
W M O N T I !

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Flavio 2 minuto fa
Se avevamo ancora dei dubbi sulle velleità liberiste del PD, beh, Letta li ha dipanati all'istante. Bravo Letta!! Avanti così: sacrifica il destino dei ceti medio bassi a vantaggio dei ricconi come te e tuo zio, solo per scaldare la putrida sedia che occupi in parlamento. E poi ci chiediamo perchè il PD perde....

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leuciscus 3 minuto fa
Ah Fassi', ma non era meglio pensarci prima alle prevedibilissime conseguenze dell'assurda politica del governo Monti, invece di appoggiarlo senza se e senza ma? Si sarebbero evitate lacrime e sofferenze al popolo e forse avreste anche vinto le elezioni anticipate. Adesso la vedo nera: siete fuori tempo massimo.

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Max_Antax 3 minuto fa
Ogni giorno penso che la politica italiana abbia oramai toccato il fondo...

...e ogni giorno mi rendo conto che al peggio non c'e' mai fine.

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JHDillinger 3 minuto fa
Sarebbe lecito che uno dei due uscisse dal PD e invece si andrà avanti ancora per mesi, anni, con questo ridicolo teatrino...

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amusoduro 4 minuto fa
E questi vogliono andare alla guida del paese avendo vedute e idee differenti e così frammentati trovare accordo con i futuri alleati? In queste condizioni il futuro governo, formato da siffatta gente, durerebbe solo qualche giorno.

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Chiara Ruocco 4 minuto fa
Monti non c'entra è solo un'astuta trappola per Renzi che dirà "mi hai copiato il termine rottamare" e lui "hai cominciato tu a copiare il mio programma" "Non è vero" "Guarda che l'ho già detto alla maestra" "Il mio papà è poliziotto ti faccio arrestare". Insomma, serve ad elevare il dibattito.

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stefanoometto 3 minuto fa in risposta a Chiara Ruocco
ROTFL .... farebbe ridere, in condizioni normali...ma è triste per quanto è vero.

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stefanoometto 4 minuto fa
Aridatece la prima repubblica!!!!

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mariome 5 minuto fa
Pagliacci! e non fanno neanche ridere!

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carlosaz 5 minuto fa
attento Fassina l'aspen è peggio della mafia.
certo che da quando si è visto gli operai che gli correvano dietro sembra uno di sinistra,
che sia l'unica cura da adottare con questi politicanti?

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Mario Piazza 6 minuto fa
Sara' inaccettabile per te, caro Letta. Che cavolo ci farai nel centro-sinistra? Ancora non hai capito che dopo le elezioni il pappa e ciccia con Monti non ci sara' piu'? Vattene, prima di fare a pezzi quel poco di sinistra che c'e' rimasto

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Gian Franco Dominijanni 6 minuto fa
Ma non è la stessa agenda sostenuta dal PD (suo partito) insieme a Pdl, e Udc? Ma questi signori conoscono le attività del loro partito, oppure no?

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Marcostituzione 7 minuto fa
In questi mesi (e negli anni scorsi)
il PD non ha sostenuto solo Monti
ma anche il PDL

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JHDillinger 7 minuto fa
E per Bersani il PD sarebbe il partito che si deve fare carico di governare l'Italia.
Certamente, stanno con Monti ma sono contro Monti, sono favorevoli al nucleare ma anche contro di esso, vogliono la TAV ma anche no...
Meglio stendere un velo pietoso...

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Ronnie1 8 minuto fa
Letta: un democratico tra i democratici. Ma uno può mica dire la sua,non può mica dire come diavolo la pensa, eh Letta? E poi parlano di Grillo...ma per piacere Letta

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anna23 8 minuto fa
Ovvio che le vincerà Bersani.
Le fanno apposta per raccogliere fondi e per far vincere Bersani.
Sarà un plebiscito, come per Prodi .
E poi ci racconteranno che è stata la volontà popolare.
Dio come sono democratici!
E appena qualcuno timidamente dice qualcosa di sinistra, dalli all'eretico!

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carverc19 8 minuto fa
IL MEMBRO DELLA COMMISSIONE TRILATERALE, ENRICO LETTA, SI E' INDIGNATO........

ANDIAMO BENE!!!

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Gianmario Salvetti 10 minuto fa
Sì, Sì, ... continuiamo coerentemente a fare e disfare ... così dalle politiche lacrime e sangue otteniamo solo gli effetti negativi ... mi sembra geniale ....

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sette 10 minuto fa
sarà meglio che prima delle elezioni chiariate un po' le cose fra di voi.

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stefanoometto 9 minuto fa in risposta a sette
forse sono un po in ritardo....

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stefanoometto 10 minuto fa
Certo che quelli del PD sono proprio bravi per riuscire, ogni volta che le malefatte del centrodestra gli consegnerebbero una facile vittoria elettorale, a prenderla in quel posto in modo così doloroso.....ma dove l'hanno imparato?

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Roberto28 10 minuto fa
Fassina propone ciò che un partito socialdemocratico dovrebbe proporre, lo scandalo è la politica ultra-liberale del PD....

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zaf12 12 minuto fa
Letta...un uomo...un punto interrogativo

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Mario Poillucci 1 minuto fa in risposta a zaf12
Più che altro un punto esclamativo: che schifo!

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sab 19 minuto fa
Fassina: dove hai bivaccato fino ad ora?
Letta: ti ha consigliato tuo Zio?

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demetrio da vereto 7 minuto fa in risposta a sab
fassina è un po' che parla fuori dal coro e puntualmente viene zittito.
è uno dei pochi di sinistra, quindi ostracizzato, all'interno del PD.
soprattutto, uno dei pochi che vede la realtà con occhi lucidi e che ha idee progressiste.

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iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

: Il Fatto Quotidiano .
Pd, ecco l’agenda anti-Monti di Fassina: “Investimenti e redistribuzione reddito”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 9 ottobre 2012


Investimenti europei, green economy, eurobond per finanziare progetti d’investimento, redistribuzione del reddito, Tobin tax, attacco ai paradisi fiscali, ristrutturazione dei debiti sovrani insostenibili come la Grecia. Ecco i punti salienti dell’agenda di Stefano Fassina, il responsabile economico del Pd che li ha elencati sul Foglio in un articolo intitolato “Rottamare l’agenda Monti” (leggi)”. Un intervento che ha messo in evidenza la spaccatura interna ai democratici tra “montiani” a tutti gli effetti e una componente che per uscire dalla crisi vorrebbe sentire dire (e veder fare) cose di sinistra.

L’agenda Monti “non funziona”, scrive Fassina, perché il premier è “vincolato dall’agenda conservatrice europea e costretto a confermare gli impegni ancor più restrittivi, sottoscritti per deficit di credibilità politica, dal governo Berlusconi-Bossi-Tremonti“. L’obiettivo di pareggio di bilancio al 2014 “era impossibile” e “anticiparlo al 2013, sulla base dei diktat di Bruxelles e Francoforte, unico caso nell’euro-zona, diventava un’avventura autolesionistica, come è sempre più evidente”.

Qual’è allora l’agenda alternativa? “Per ridurre gli squilibri macroeconomici e i debiti pubblici”, continua il responsabile economico del Pd, vanno promosse politiche di sostegno alla “domanda privata” e alla “domanda pubblica per investimenti innovativi”, piuttosto che agire sul fronte dell’offerta attraverso la “svalutazione del lavoro o tagli di tasse e welfare”. Un metodo che “incancrenisce la recessione in depressione”. I consumi interni europei possono essere rianimati anche da una “correzione della distribuzione del reddito”.

Ecco allora le priorità “per salvare l’euro e la civiltà del lavoro”: “Fiscal union, per attribuire al Consiglio e al Parlamento europeo, oltre che alla Commissione per la fase istruttoria, il potere di autorizzare ciascun Paese membro a presentare al Parlamento nazionale la legge di bilancio e prevedere sanzioni automatiche”. E ancora, “investimenti europei, definiti in una strategia green di politica industriale, finanziati mediante euro-project bonds, imposte sulle transazioni finanziare speculative“. Supervisione bancaria “di ampio raggio ed effettività” e “coordinamento politiche di tassazione e offensiva contro i paradisi fiscali intra ed extra Ue”. Fassina auspica anche un “meccanismo condiviso di ristrutturazione dei debiti sovrani insostenibili“, per esempio “la Grecia

E' questo il PD ?
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

iospero ha scritto:
E' questo il PD ?
Sì, è quello in versione campagna elettorale.

E' quello di Bersani che disse, che la riforma delle pensioni andava fatta unicamente per assicurare un futuro ai giovani, non per fare cassa... e poi si è visto come è finita!

Quello di montecitorio e palazzo madama è tutta un'altra storia.
iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

Vedi Mariok
se si perdono alcuni elementi e si va verso Vendola e Di Pietro qualcosa dovrebbe cambiare.
Personalmente, fino a che non riconosceranno gli strumenti della democrazia diretta ai cittadini
devo dire che non mi sento in casa mia.
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