[News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
[News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
[News - ALBA] Atti incontro di Torino su Lavoro e Prospettive per il 2013
Domenica 7 ottobre,
Relazione di Luciano Gallino sul Lavoro e come uscire dalla crisi.
http://www.youtube.com/watch?v=4r7vd_gsCiY&feature=plcp
Diego Novelli
http://www.youtube.com/watch?v=N4mA7NDDn1U&feature=plcp
—
Relazioni Laboratori del sabato – Michele de Palma, Tonino Perna, Giuseppe de Marzo
http://www.youtube.com/watch?v=wyhgC2k4zkA&feature=plcp
DISCUSSIONE SULLE PROSPETTIVE POLITICHE VERSO IL 2013
Manca purtroppo l’introduzione di Massimo Torelli per motivi tecnici, gli interventi sono riportati (salvo errori) nell’ordine con cui si sono svolti.
Gianni Rinaldini
http://www.youtube.com/watch?v=S8qsYXb-DXc&feature=plcp
Alfonso Gianni
http://www.youtube.com/watch?v=RpZexlbvzA8&feature=plcp
Livio Pepino
http://www.youtube.com/watch?v=VXnwsTt3JQU&feature=plcp
Vittorio Agnoletto
http://www.youtube.com/watch?v=Tm3Qdlq79XU&feature=plcp
Roberta Roberti
http://www.youtube.com/watch?v=TX–j492qOE&feature=plcp
Paolo Ferrero
http://www.youtube.com/watch?v=a3CjFTU7IIw&feature=plcp
Paul Ginsborg
http://www.youtube.com/watch?v=0dBjJe499Nk&feature=plcp
Maurizio Landini
http://www.youtube.com/watch?v=JdfcMfiibLA&feature=plcp
Chiara Giunti
http://www.youtube.com/watch?v=etwZv-nRskc&feature=plcp
Roberto Musacchio
http://www.youtube.com/watch?v=7bl2p194NsY&feature=plcp
Marco Revelli, intervento conclusivo
http://www.youtube.com/watch?v=mXDqb5Zm-5E&feature=plcp
—-
Sabato 6 ottobre, Plenaria e laboratori tematici
Federica Remondino, introduzione
http://www.youtube.com/watch?v=OVgUiawXiMM&feature=plcp
Marco Revelli, relazione introduttiva
http://www.youtube.com/watch?v=3RQcEfPZlLU&feature=plcp
Umberto Romagnoli
http://www.youtube.com/watch?v=mX3auu-YupE&feature=plcp
Giorgio Airaudo
http://www.youtube.com/watch?v=Gv7iCIUa8PQ&feature=plcp
Roberta Carlini
http://www.youtube.com/watch?v=CUgfbAHZOsM&feature=plcp
Slides:
carlini-occupazione-femminile-e-crisi
Andrea Aimar
http://www.youtube.com/watch?v=3MfecOk5J1Q&feature=plcp
Alberto Lucarelli
http://www.youtube.com/watch?v=Tfk_IS816bQ&feature=plcp
Francesco Garibaldo
http://www.youtube.com/watch?v=jg6rUX42MuI&feature=plcp
Carla Ravaioli
http://www.youtube.com/watch?v=JBxSn3dzG-U&feature=plcp
Piero Bevilacqua
http://www.youtube.com/watch?v=x_LR3m34vIg&feature=plcp
Tavola rotonda “Lavoro di cura e cura del lavoro“
http://www.youtube.com/watch?v=IJv7qWlLIPQ&feature=plcp
Gruppi di lavoro (breve estratto)
http://www.youtube.com/watch?v=ltfX_1e9cUQ&feature=plcp
Contributo di Guido Viale su riconversione
http://www.soggettopoliticonuovo.it/wp- ... rsione.pdf
Domenica 7 ottobre,
Relazione di Luciano Gallino sul Lavoro e come uscire dalla crisi.
http://www.youtube.com/watch?v=4r7vd_gsCiY&feature=plcp
Diego Novelli
http://www.youtube.com/watch?v=N4mA7NDDn1U&feature=plcp
—
Relazioni Laboratori del sabato – Michele de Palma, Tonino Perna, Giuseppe de Marzo
http://www.youtube.com/watch?v=wyhgC2k4zkA&feature=plcp
DISCUSSIONE SULLE PROSPETTIVE POLITICHE VERSO IL 2013
Manca purtroppo l’introduzione di Massimo Torelli per motivi tecnici, gli interventi sono riportati (salvo errori) nell’ordine con cui si sono svolti.
Gianni Rinaldini
http://www.youtube.com/watch?v=S8qsYXb-DXc&feature=plcp
Alfonso Gianni
http://www.youtube.com/watch?v=RpZexlbvzA8&feature=plcp
Livio Pepino
http://www.youtube.com/watch?v=VXnwsTt3JQU&feature=plcp
Vittorio Agnoletto
http://www.youtube.com/watch?v=Tm3Qdlq79XU&feature=plcp
Roberta Roberti
http://www.youtube.com/watch?v=TX–j492qOE&feature=plcp
Paolo Ferrero
http://www.youtube.com/watch?v=a3CjFTU7IIw&feature=plcp
Paul Ginsborg
http://www.youtube.com/watch?v=0dBjJe499Nk&feature=plcp
Maurizio Landini
http://www.youtube.com/watch?v=JdfcMfiibLA&feature=plcp
Chiara Giunti
http://www.youtube.com/watch?v=etwZv-nRskc&feature=plcp
Roberto Musacchio
http://www.youtube.com/watch?v=7bl2p194NsY&feature=plcp
Marco Revelli, intervento conclusivo
http://www.youtube.com/watch?v=mXDqb5Zm-5E&feature=plcp
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Sabato 6 ottobre, Plenaria e laboratori tematici
Federica Remondino, introduzione
http://www.youtube.com/watch?v=OVgUiawXiMM&feature=plcp
Marco Revelli, relazione introduttiva
http://www.youtube.com/watch?v=3RQcEfPZlLU&feature=plcp
Umberto Romagnoli
http://www.youtube.com/watch?v=mX3auu-YupE&feature=plcp
Giorgio Airaudo
http://www.youtube.com/watch?v=Gv7iCIUa8PQ&feature=plcp
Roberta Carlini
http://www.youtube.com/watch?v=CUgfbAHZOsM&feature=plcp
Slides:
carlini-occupazione-femminile-e-crisi
Andrea Aimar
http://www.youtube.com/watch?v=3MfecOk5J1Q&feature=plcp
Alberto Lucarelli
http://www.youtube.com/watch?v=Tfk_IS816bQ&feature=plcp
Francesco Garibaldo
http://www.youtube.com/watch?v=jg6rUX42MuI&feature=plcp
Carla Ravaioli
http://www.youtube.com/watch?v=JBxSn3dzG-U&feature=plcp
Piero Bevilacqua
http://www.youtube.com/watch?v=x_LR3m34vIg&feature=plcp
Tavola rotonda “Lavoro di cura e cura del lavoro“
http://www.youtube.com/watch?v=IJv7qWlLIPQ&feature=plcp
Gruppi di lavoro (breve estratto)
http://www.youtube.com/watch?v=ltfX_1e9cUQ&feature=plcp
Contributo di Guido Viale su riconversione
http://www.soggettopoliticonuovo.it/wp- ... rsione.pdf
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: [News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
La comunicazione nel sistema sociale del pianeta è certamente tra gli elementi primari che determinano le condizioni di vita di milioni di persone.
La comunicazione di Mussolini ha sostenuto per oltre un ventennio il fascismo in Italia. Una buona comunicazione, ma socialmente negativa, è stata per quasi vent’anni quella di S.B. Oggi non funziona più.
E’ quindi necessario cambiare registro nella sinistra se si vuole controbattere la destra liberista che da anni sta determinando la politica europea da troppi anni.
Il Prof. Gallino fa notare all’inizio del suo intervento che in Europa si sta tentando di affermare che lo Stato sociale non è più sostenibile e che le spese per la Sanità continuano follemente ad aumentare.
Già questo è un “Elogio della follia” non più accettabile perché gli stessi fruitori dei benefici di un sistema malato sono schierati con coloro che denunciano la non più sostenibilità del welfare, e ne chiedono la riduzione.
I capitoli di spesa della sanità andrebbero tutti sotto posti a revisione da un pool di magistrati del tipo del Dott. Guariniello, procuratore aggiunto di Torino.
La sanità della Lombardia viene propagandata come la migliore del Paese, eppure, gli sprechi in favoritismi e tangenti sono all’ordine del giorno. Se la gestione del San Raffaele non fosse esplosa con il crack, tutto continuerebbe bellamente. Se questa è la gestione migliore del Paese figuriamoci le altre.
Da oltre 40 anni la fornitura dei macchinari e prodotti a causa di un endemico ritardo nei pagamenti, viene attuato moltiplicando per 3, 4, 5, il costo del prodotto di mercato. Ovviamente, in quel costo è anche compresa la tangente, che è un elemento ordinario e più che normale senza scandalizzarsi troppo.
In questi casi occorre recuperare i fondi per i pagamenti arretrati e imporre pagamenti a 30 gg, con prezzi di mercato.
Il sistema era già in vigore nel 1985 presso il Centro Tumori di Milano, e ispezioni della magistratura di Monza di 6 anni fa nei nosocomi del circondario, hanno potuto accertare la presenza nei cantinati di apparecchiature più o meno sofisticate, ancora imballate e mai usate, acquistate solo per intascare la tangente.
E’ il sistema degli sprechi che fa esplodere la sanità e questo in ogni occasione di dibattito bisogna farlo presente.
Un’amico ricoverato qualche anno addietro,alla Multimedica, centro ospedaliero fortemente voluto dal Celeste in Viale Fulvio Testi, in quanto convenzionato,.. completamente inutile perché a 900 m in linea d’aria ci sta l’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, e in altra direzione a 500 m in linea d’aria ci sta l’Ospedale di Sesto SG, mi faceva notare che riceveva un trattamento alberghiero di prim’ordine, gli cambiavano tra l’altro due volte al giorno le lenzuola.
Ora, è possibile che ber brevi periodi e per interventi particolari per una questione di igiene si debbano cambiare le lenzuola due volte al giorno, ma lì erano evidenti le tangenti che stavano dietro quello spreco generalizzato e completamente inutile.
E questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema che ha trovato nella sanità una buona mucca da mungere. Solitamente i liberisti che si dolgono dei costi altissimi della sanità e del welfare, si tengono bene alla larga dal fare presente il sistema di sprechi, anche perché a volte ne fanno anche parte.
Non è più tempo di enunciazioni, certe teorie balzane, primitive e fuorvianti vanno combattute opponendo dati su dati.
La comunicazione di Mussolini ha sostenuto per oltre un ventennio il fascismo in Italia. Una buona comunicazione, ma socialmente negativa, è stata per quasi vent’anni quella di S.B. Oggi non funziona più.
E’ quindi necessario cambiare registro nella sinistra se si vuole controbattere la destra liberista che da anni sta determinando la politica europea da troppi anni.
Il Prof. Gallino fa notare all’inizio del suo intervento che in Europa si sta tentando di affermare che lo Stato sociale non è più sostenibile e che le spese per la Sanità continuano follemente ad aumentare.
Già questo è un “Elogio della follia” non più accettabile perché gli stessi fruitori dei benefici di un sistema malato sono schierati con coloro che denunciano la non più sostenibilità del welfare, e ne chiedono la riduzione.
I capitoli di spesa della sanità andrebbero tutti sotto posti a revisione da un pool di magistrati del tipo del Dott. Guariniello, procuratore aggiunto di Torino.
La sanità della Lombardia viene propagandata come la migliore del Paese, eppure, gli sprechi in favoritismi e tangenti sono all’ordine del giorno. Se la gestione del San Raffaele non fosse esplosa con il crack, tutto continuerebbe bellamente. Se questa è la gestione migliore del Paese figuriamoci le altre.
Da oltre 40 anni la fornitura dei macchinari e prodotti a causa di un endemico ritardo nei pagamenti, viene attuato moltiplicando per 3, 4, 5, il costo del prodotto di mercato. Ovviamente, in quel costo è anche compresa la tangente, che è un elemento ordinario e più che normale senza scandalizzarsi troppo.
In questi casi occorre recuperare i fondi per i pagamenti arretrati e imporre pagamenti a 30 gg, con prezzi di mercato.
Il sistema era già in vigore nel 1985 presso il Centro Tumori di Milano, e ispezioni della magistratura di Monza di 6 anni fa nei nosocomi del circondario, hanno potuto accertare la presenza nei cantinati di apparecchiature più o meno sofisticate, ancora imballate e mai usate, acquistate solo per intascare la tangente.
E’ il sistema degli sprechi che fa esplodere la sanità e questo in ogni occasione di dibattito bisogna farlo presente.
Un’amico ricoverato qualche anno addietro,alla Multimedica, centro ospedaliero fortemente voluto dal Celeste in Viale Fulvio Testi, in quanto convenzionato,.. completamente inutile perché a 900 m in linea d’aria ci sta l’Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, e in altra direzione a 500 m in linea d’aria ci sta l’Ospedale di Sesto SG, mi faceva notare che riceveva un trattamento alberghiero di prim’ordine, gli cambiavano tra l’altro due volte al giorno le lenzuola.
Ora, è possibile che ber brevi periodi e per interventi particolari per una questione di igiene si debbano cambiare le lenzuola due volte al giorno, ma lì erano evidenti le tangenti che stavano dietro quello spreco generalizzato e completamente inutile.
E questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema che ha trovato nella sanità una buona mucca da mungere. Solitamente i liberisti che si dolgono dei costi altissimi della sanità e del welfare, si tengono bene alla larga dal fare presente il sistema di sprechi, anche perché a volte ne fanno anche parte.
Non è più tempo di enunciazioni, certe teorie balzane, primitive e fuorvianti vanno combattute opponendo dati su dati.
Re: [News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
Credo che la sinistra non sia sufficientemente consapevole che se non si risolvono questi problemi, qualunque discorso di rilancio dello stato sociale finisce col non essere credibile.IGNAZIO MARINO
In veste di presidente di una commissione che compie indagini sull'operato del Servizio sanitario nazionale posso aggiungere che, almeno nella sanità, la stagione di tangentopoli non è mai finita. La commissione d'inchiesta del Senato sta per concludere un'indagine proprio su questo tema. Abbiamo lavorato tre anni con gli stessi poteri di un'organismo inquirente raccogliendo 80 deposizioni e analizzando appalti, acquisti e forniture e posso dire che il quadro che emerge conferma che attività opache ed illecite non sono mai venute meno e che c'è un disperato bisogno di intervenire, con strumenti normativi e sanzionatori, per frenare questo fenomeno.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:55
Re: [News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
(*) Nel senso che non vedono e non sentono?mariok ha scritto:Credo che la sinistra non sia sufficientemente consapevole (*) che se non si risolvono questi problemi, qualunque discorso di rilancio dello stato sociale finisce col non essere credibile.IGNAZIO MARINO
In veste di presidente di una commissione che compie indagini sull'operato del Servizio sanitario nazionale posso aggiungere che, almeno nella sanità, la stagione di tangentopoli non è mai finita. La commissione d'inchiesta del Senato sta per concludere un'indagine proprio su questo tema. Abbiamo lavorato tre anni con gli stessi poteri di un'organismo inquirente raccogliendo 80 deposizioni e analizzando appalti, acquisti e forniture e posso dire che il quadro che emerge conferma che attività opache ed illecite non sono mai venute meno e che c'è un disperato bisogno di intervenire, con strumenti normativi e sanzionatori, per frenare questo fenomeno.
O... spesso è altro?
Re: [News - ALBA] Atti incontro di Torino 6-7 ott.
L’Italia spende tanto e male. Invece potrebbe tagliare Irap e Irpef
Secondo uno studio dell'Istituto Bruno Leoni, se il Paese allineasse la propria spesa pubblica, in proporzione al Pil, ai livelli della Germania, si troverebbero le risorse per abolire o ridurre le due imposte. Dai rifiuti alla sanità, i paradossi dei confronti tra i servizi e i costi di Roma e Berlino
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 ottobre 2012
Se l’Italia allineasse la propria spesa pubblica, in proporzione al Pil, ai livelli della Germania, si troverebbero le risorse per abolire l’Irap e ridurre del 10-15% l’Irpef. Lo sostiene il rapporto La spesa pubblica in Italia e in Europa, di Pietro Monsurrò, fellow dell’Istituto Bruno Leoni.
Non solo. Secondo lo studio l’Italia spende tanto e male dato che ad eccesso di spesa corrisponde un’inefficienza dal punto di vista qualitativo. ”Gli italiani scontano un doppio spreco: essi ricevono servizi a un prezzo eccessivo e di qualità scarsa”, esordisce l’analisi secondo che spiega come la spesa pubblica sia necessaria per produrre beni e servizi pubblici. “Dunque, come per tutti i beni economici, è possibile affermare che può avere effetti inizialmente positivi per bassi livelli di spesa che man mano si riducono con l’aumentare di questa, fino a diventare trascurabili”. In altre parole, la spesa pubblica ha rendimenti marginali decrescenti. “D’altra parte, la spesa pubblica implica un certo livello di tassazione o di debito pubblico che può danneggiare la crescita e la stabilità economiche. Esiste quindi un livello di spesa ottimale oltre il quale i benefici sono superati dai costi ed è dunque economicamente vantaggioso tagliare – continua Monsurrò -. Ciò vale però a parità di efficienza della spesa, cioè della sua qualità. Una spesa di qualità bassa tende ad avere benefici minori e costi maggiori, e dunque il livello ottimale di spesa pubblica diventa inferiore perché lo Stato non risulta capace di produrre beni e servizi utili ad un costo sociale ragionevole”.
“Questo caso è rilevante in questo Paese, dato che la qualità dei servizi erogati dallo Stato Italiano è di norma bassa mentre i costi sono eccessivamente elevati”, sentenzia lo studio. Nel 2010 la spesa pubblica in Italia ammontava al 50,4% del Pil contro il 47,9% della Germania, il 56,6% della Francia, il 50,2% della Grecia, il 45,6% della Spagna ed una media della Ue a 15 del 51,1 per cento. L’analisi, quindi, scompone la spesa pubblica praticamente per tutti i capitoli e li confronta con quelli tedeschi con risultati paradossali.
Per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, per esempio, l’Italia spende il doppio della Germania per la gestione rifiuti (lo 0,4% del Pil contro lo 0,2% tedesco), ma sottolinea l’analisi “non si direbbe che la Germania abbia problemi con la pulizia delle città”. Stessa situazione a proposito di spesa e qualità di servizi per la sanità che in Italia rappresentano il 7,6% del Pil contro il 7,2% in Germania. Ed ancora il discorso vale per i trasporti (1,7% in Germania, 2,% in Italia).
“Siccome risulta che in nessun ambito, dalla sanità all’istruzione, la Germania stia dietro all’Italia dal punto di vista della qualità del servizio, queste spese in eccesso sono in buona parte definibili come sprechi che non hanno una giustificazione economica e che rappresentano dunque soltanto una palla al piede, in termini di tasse e debito, per l’intera economia, anche se ciò che uno chiama spreco, un altro lo chiama rendita“, conclude Monsurrò che precisa che “è proprio la resistenza dei beneficiari degli “sprechi” a spiegare le enormi difficoltà politiche che si incontrano nel tentativo di rimuoverli.
Per lo studio, quindi, “allineando la nostra spesa a quella tedesca, introducendo incentivi che migliorino la qualità dei servizi pubblici e riducendo il debito attraverso una forte politica di privatizzazioni, potremmo risparmiare su base annua 50-60 miliardi di euro, sufficienti ad abolire l’Irap (che ha un gettito pari a 33 miliardi) e tagliare l’Irpef del 10-15 per cento”.
Secondo uno studio dell'Istituto Bruno Leoni, se il Paese allineasse la propria spesa pubblica, in proporzione al Pil, ai livelli della Germania, si troverebbero le risorse per abolire o ridurre le due imposte. Dai rifiuti alla sanità, i paradossi dei confronti tra i servizi e i costi di Roma e Berlino
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 14 ottobre 2012
Se l’Italia allineasse la propria spesa pubblica, in proporzione al Pil, ai livelli della Germania, si troverebbero le risorse per abolire l’Irap e ridurre del 10-15% l’Irpef. Lo sostiene il rapporto La spesa pubblica in Italia e in Europa, di Pietro Monsurrò, fellow dell’Istituto Bruno Leoni.
Non solo. Secondo lo studio l’Italia spende tanto e male dato che ad eccesso di spesa corrisponde un’inefficienza dal punto di vista qualitativo. ”Gli italiani scontano un doppio spreco: essi ricevono servizi a un prezzo eccessivo e di qualità scarsa”, esordisce l’analisi secondo che spiega come la spesa pubblica sia necessaria per produrre beni e servizi pubblici. “Dunque, come per tutti i beni economici, è possibile affermare che può avere effetti inizialmente positivi per bassi livelli di spesa che man mano si riducono con l’aumentare di questa, fino a diventare trascurabili”. In altre parole, la spesa pubblica ha rendimenti marginali decrescenti. “D’altra parte, la spesa pubblica implica un certo livello di tassazione o di debito pubblico che può danneggiare la crescita e la stabilità economiche. Esiste quindi un livello di spesa ottimale oltre il quale i benefici sono superati dai costi ed è dunque economicamente vantaggioso tagliare – continua Monsurrò -. Ciò vale però a parità di efficienza della spesa, cioè della sua qualità. Una spesa di qualità bassa tende ad avere benefici minori e costi maggiori, e dunque il livello ottimale di spesa pubblica diventa inferiore perché lo Stato non risulta capace di produrre beni e servizi utili ad un costo sociale ragionevole”.
“Questo caso è rilevante in questo Paese, dato che la qualità dei servizi erogati dallo Stato Italiano è di norma bassa mentre i costi sono eccessivamente elevati”, sentenzia lo studio. Nel 2010 la spesa pubblica in Italia ammontava al 50,4% del Pil contro il 47,9% della Germania, il 56,6% della Francia, il 50,2% della Grecia, il 45,6% della Spagna ed una media della Ue a 15 del 51,1 per cento. L’analisi, quindi, scompone la spesa pubblica praticamente per tutti i capitoli e li confronta con quelli tedeschi con risultati paradossali.
Per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, per esempio, l’Italia spende il doppio della Germania per la gestione rifiuti (lo 0,4% del Pil contro lo 0,2% tedesco), ma sottolinea l’analisi “non si direbbe che la Germania abbia problemi con la pulizia delle città”. Stessa situazione a proposito di spesa e qualità di servizi per la sanità che in Italia rappresentano il 7,6% del Pil contro il 7,2% in Germania. Ed ancora il discorso vale per i trasporti (1,7% in Germania, 2,% in Italia).
“Siccome risulta che in nessun ambito, dalla sanità all’istruzione, la Germania stia dietro all’Italia dal punto di vista della qualità del servizio, queste spese in eccesso sono in buona parte definibili come sprechi che non hanno una giustificazione economica e che rappresentano dunque soltanto una palla al piede, in termini di tasse e debito, per l’intera economia, anche se ciò che uno chiama spreco, un altro lo chiama rendita“, conclude Monsurrò che precisa che “è proprio la resistenza dei beneficiari degli “sprechi” a spiegare le enormi difficoltà politiche che si incontrano nel tentativo di rimuoverli.
Per lo studio, quindi, “allineando la nostra spesa a quella tedesca, introducendo incentivi che migliorino la qualità dei servizi pubblici e riducendo il debito attraverso una forte politica di privatizzazioni, potremmo risparmiare su base annua 50-60 miliardi di euro, sufficienti ad abolire l’Irap (che ha un gettito pari a 33 miliardi) e tagliare l’Irpef del 10-15 per cento”.
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