FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Ecco il manifesto dei magnifici quindici capeggiati dal Fioroni.
16 marzo 2012 - ore 06:59
Memorandum sull'Europa
Qual è la coerenza del Partito democratico?
Il Partito democratico perde la sua anima se sceglie di irrigidire ideologicamente il messaggio d'innovazione che gli compete. E la perde, ancora più concretamente, se smentisce il suo ancoraggio alle grandi intuizioni di politica estera nelle quali vive il retaggio della straordinaria tradizione dell'umanesimo e del cosmopolitismo italiano. E' in questa cornice che i padri dell'Europa, da De Gasperi a Spinelli, hanno pensato e promosso il modello federale europeo come nuovo orizzonte di pace, di sviluppo e crescita civile.
Oggi, dopo averne sempre rivendicato il prezioso fattore d'ispirazione, al Partito democratico si chiede di rinnovare questo modello, mostrando coraggio e intelligenza nel proseguire a testa alta sulla strada della progressiva integrazione europea. Sotto questo profilo può riproporsi il valore e la bellezza di un peculiare vincolo esterno, di natura eminentemente politica, che nasce e si sviluppa in base alla volontà di partiti, movimenti sociali e culturali, settori qualificati della pubblica opinione; un vincolo che offre l'opportunità di armonizzare nel perimetro di solide politiche sovranazionali le iniziative volte a contrastare i rischi di declino incombenti sulle società e gli ordinamenti dei singoli Stati.
L'europeismo, in ogni caso, non può agire a rimorchio di logiche e schemi prefabbricati. Quando si proiettano su scala più ampia le dinamiche politiche nazionali, emerge la conferma di quanto possa valere e pesare la scelta del riformismo "coniugato al futuro", come noi amiamo dire. Le appartenenze del Novecento assomigliano a dagherrotipi ingialliti. Prodi e Amato, insieme ad altre personalità del mondo intellettuale e politico, hanno indicato con il loro appello pubblicato di recente sulla stampa "il sogno di una società europea solidale, giusta e democratica"; ma nel loro proposito non sussiste l'ancoraggio a una qualche pregiudiziale ideologica, men che meno di tipo socialista.
D'altronde, in Francia, Bayrou dimostra di avere più determinazione e più tenuta nella difesa della politica d'integrazione europea. Sicché appare incongruo che il Partito democratico - aderente al Gruppo dei Socialisti e Democratici nel Parlamento europeo, ma non al Partito socialista europeo (Pse) - debba adottare a senso unico una sorta di "solidarietà internazionalista" e dunque affidassi totalmente alle rituali formule di sostegno al candidato socialista all'Eliseo. Qual è il motivo di questa solidarietà, quando nel programma di Hollande vi è un ritorno al primato di Parigi come motore politico di un'Europa concepita e disegnata in relazione a un prevalente ruolo di coordinamento degli Stati nazionali? Il nostro europeismo non si armonizza completamente con una visione - Hollande non corregge la linea vetero-gollista di Sarkozy - che indebolisce o addirittura offusca i progressi compiuti in questi anni per fare delle istituzioni comunitarie la casa dei cittadini europei, non la semplice camera di compensazione delle volontà e delle scelte dei diversi Stati membri.
A noi preme evidenziare, in conclusione, la necessità che il Partito democratico non disperda nel labirinto di presunti obblighi di vicinanza nel campo progressista il credito accumulato come forza riformatrice, aperta alla sperimentazione di nuove formule politiche, impegnata a tradurre in programmi e comportamenti conseguenti la sua limpida vocazione europeistica. Dobbiamo difendere la nostra autonomia, specialmente se con essa possiamo difendere un punto di vista più avanzato nell'orizzonte di una rinnovata prospettiva europeistica.
Giuseppe Fioroni (deputato Pd), Marco Follini (senatore Pd), Carlo Chiurazzi (senatore Pd),, Lucio D'Ubaldo (senatore Pd),, Anna Rita Fioroni (senatore Pd), Antonio Rusconi (senatore Pd), Maria Pia Garavaglia (senatore Pd), Gianluca Benamati (deputato Pd), Enrico Farinone (deputato Pd), Giampiero Fogliardi (deputato Pd), Tommaso Ginoble (deputato Pd), Gero Grassi (deputato Pd), Luciana Pedoto (deputato Pd), Giovanni Sanga (deputato Pd), Rodolfo Viola (deputato Pd)
16 marzo 2012 - ore 06:59
Memorandum sull'Europa
Qual è la coerenza del Partito democratico?
Il Partito democratico perde la sua anima se sceglie di irrigidire ideologicamente il messaggio d'innovazione che gli compete. E la perde, ancora più concretamente, se smentisce il suo ancoraggio alle grandi intuizioni di politica estera nelle quali vive il retaggio della straordinaria tradizione dell'umanesimo e del cosmopolitismo italiano. E' in questa cornice che i padri dell'Europa, da De Gasperi a Spinelli, hanno pensato e promosso il modello federale europeo come nuovo orizzonte di pace, di sviluppo e crescita civile.
Oggi, dopo averne sempre rivendicato il prezioso fattore d'ispirazione, al Partito democratico si chiede di rinnovare questo modello, mostrando coraggio e intelligenza nel proseguire a testa alta sulla strada della progressiva integrazione europea. Sotto questo profilo può riproporsi il valore e la bellezza di un peculiare vincolo esterno, di natura eminentemente politica, che nasce e si sviluppa in base alla volontà di partiti, movimenti sociali e culturali, settori qualificati della pubblica opinione; un vincolo che offre l'opportunità di armonizzare nel perimetro di solide politiche sovranazionali le iniziative volte a contrastare i rischi di declino incombenti sulle società e gli ordinamenti dei singoli Stati.
L'europeismo, in ogni caso, non può agire a rimorchio di logiche e schemi prefabbricati. Quando si proiettano su scala più ampia le dinamiche politiche nazionali, emerge la conferma di quanto possa valere e pesare la scelta del riformismo "coniugato al futuro", come noi amiamo dire. Le appartenenze del Novecento assomigliano a dagherrotipi ingialliti. Prodi e Amato, insieme ad altre personalità del mondo intellettuale e politico, hanno indicato con il loro appello pubblicato di recente sulla stampa "il sogno di una società europea solidale, giusta e democratica"; ma nel loro proposito non sussiste l'ancoraggio a una qualche pregiudiziale ideologica, men che meno di tipo socialista.
D'altronde, in Francia, Bayrou dimostra di avere più determinazione e più tenuta nella difesa della politica d'integrazione europea. Sicché appare incongruo che il Partito democratico - aderente al Gruppo dei Socialisti e Democratici nel Parlamento europeo, ma non al Partito socialista europeo (Pse) - debba adottare a senso unico una sorta di "solidarietà internazionalista" e dunque affidassi totalmente alle rituali formule di sostegno al candidato socialista all'Eliseo. Qual è il motivo di questa solidarietà, quando nel programma di Hollande vi è un ritorno al primato di Parigi come motore politico di un'Europa concepita e disegnata in relazione a un prevalente ruolo di coordinamento degli Stati nazionali? Il nostro europeismo non si armonizza completamente con una visione - Hollande non corregge la linea vetero-gollista di Sarkozy - che indebolisce o addirittura offusca i progressi compiuti in questi anni per fare delle istituzioni comunitarie la casa dei cittadini europei, non la semplice camera di compensazione delle volontà e delle scelte dei diversi Stati membri.
A noi preme evidenziare, in conclusione, la necessità che il Partito democratico non disperda nel labirinto di presunti obblighi di vicinanza nel campo progressista il credito accumulato come forza riformatrice, aperta alla sperimentazione di nuove formule politiche, impegnata a tradurre in programmi e comportamenti conseguenti la sua limpida vocazione europeistica. Dobbiamo difendere la nostra autonomia, specialmente se con essa possiamo difendere un punto di vista più avanzato nell'orizzonte di una rinnovata prospettiva europeistica.
Giuseppe Fioroni (deputato Pd), Marco Follini (senatore Pd), Carlo Chiurazzi (senatore Pd),, Lucio D'Ubaldo (senatore Pd),, Anna Rita Fioroni (senatore Pd), Antonio Rusconi (senatore Pd), Maria Pia Garavaglia (senatore Pd), Gianluca Benamati (deputato Pd), Enrico Farinone (deputato Pd), Giampiero Fogliardi (deputato Pd), Tommaso Ginoble (deputato Pd), Gero Grassi (deputato Pd), Luciana Pedoto (deputato Pd), Giovanni Sanga (deputato Pd), Rodolfo Viola (deputato Pd)
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Il Manifesto Parigi, firmato da Bersani.
Rinascimento europeo
Crescita, solidarietà, democrazia: un nuovo percorso è possibile
:
Fondazione europea di studi progressisti, vicina al Partito Socialista Europeo
Fondazione Jean Jaurès, vicina al Partito Socialista francese
Fondazione Italianieuropei, vicina al PD italiano
Fondazione Friedrich Ebert, vicina alla SPD tedesca
A settembre 2011, i socialdemocratici danesi sono tornati al governo. Nel novembre 2011
il governo conservatore italiano ha rassegnato le dimissioni. A dicembre 2011, un primo
ministro socialista è stato designato in Belgio. Nel 2012 e 2013 le elezioni in Francia, in
Italia e in Germania possono rivelarsi decisive per intraprendere un nuovo percorso per
l'Europa, sostenuto da una vasta alleanza dell'insieme delle forze socialiste, progressiste
e democratiche.
----------------------------------------
L'Europa è il nostro patrimonio comune. Il nostro compito è di perseguire la
costruzione di un'Europa più unita e democratica.
Prendiamo atto che l'assenza di una governance economica europea democratica ed
efficace minaccia di trascinare l'Europa in recessione.
Privilegiando la deflazione salariale, omettendo di condurre politiche per la crescita e
l'occupazione, trascurando la solidarietà e la lotta contro le disparità, riducendo l'Europa a
uno spazio di vigilanza e di sanzioni, trascurando il dialogo sociale e la democrazia, si
voltano le spalle alla necessità di lottare contro la crisi e allo stesso progetto europeo.
Adesso spetta all'Unione europea fornire risposte appropriate.
La responsabilità di bilancio e la disciplina fiscale sono degli imperativi per la stabilità nella
zona euro e per rilanciare il modello sociale europeo. In ogni Stato, dovrebbe essere
istituito un percorso che garantisca la riduzione del deficit e dell'indebitamento. È'
indispensabile ridurre l'indebitamento sovrano in Europa.
Ciò andrebbe fatto in modo responsabile, nel rispetto delle regole democratiche di una
nuova sovranità europea condivisa e in accordo con i principi di uguaglianza e giustizia
sociale.
Dovrebbero essere adottate quanto prima iniziative, a livello di Unione europea, per
stimolare una crescita sostenuta e sostenibile. Andrebbero rafforzati in questa direzione gli
interventi della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Nella fattispecie, le priorità
dovrebbero essere la creazione di posti di lavoro e la lotta contro la segmentazione del
mercato del lavoro, in particolare nei confronti dei giovani e delle donne.
La politica industriale deve essere reinventata.
Questa deve essere messa al servizio dello sviluppo dei grandi progetti industriali,
tecnologici, infrastrutturali, di ricerca di innovazione, che favoriscano la conversione
ecologica dell'Europa. Quuesta politica industriale dovrà favorire un'industria sostenibile
(“sobria in carbone”) basata sulle tecnologie verdi, che assicuri impieghi duraturi e
qualificati . Ci sembra inoltre fondamentale appoggiare la diffusione generale e
l'armonizzazione dei “certificati verdi” già esistenti in alcuni paesi dell'Unione europea, per contribuire alla lotta contro il riscaldamento climatico.
Devono essere create nuove risorse.
Dovrebbe essere subito adottata dal Consiglio la proposta - difesa da tempo dai
progressisti europei e presentata recentemente dal Gruppo dell'Alleanza Progressista dei
Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo - che punta a istituire una tassa sulle
transazioni finanziarie. Questa consentirà un rincaro del costo delle operazioni
speculative, il riequilibrio della tassazione del capitale e del lavoro e faciliterà la lotta
contro l'ingiustizia fiscale. Questa tassa assicurerà inoltre che al rilancio dell'economia
contribuiscano gli stessi soggetti che hanno provocato la crisi finanziaria.
L'Unione Europea dovrebbe assumere iniziative sulle relazioni con i “paradisi fiscali”, con
l'obiettivo di lottare contro l'evasione fiscale e contribuire, nella fattispecie, a sanare le
finanze pubbliche.
Al tempo stesso, sarebbe opportuno affrontare seriamente i profondi squilibri
macroeconomici e sociali all'origine della crisi nella zona euro. Il miglioramento della
competitività dei paesi in situazione di deficit commerciale dovrebbe essere accompagnato
da sforzi reciproci da parte dei Paesi che invece hanno eccedenze, stimolando la loro
domanda interna. Ciò contribuirebbe ad invertire la tendenza alla distribuzione impari della
ricchezza di questi ultimi decenni. Converrebbe inoltre distinguere le spese per gli
investimenti dalle spese di funzionamento.
La solidarietà deve essere posta al cuore delle politiche europee. E' così che sarà
garantita la stabilità della nostra moneta.
Proponiamo di prendere in considerazione il rafforzamento di una responsabilità comune
europea per una parte del debito sovrano. Le euro-obbligazioni contribuirebbero a un
nuovo fondo per il riassorbimento del debito e permetterebbero un riequilibrio delle finanze
pubbliche.
Il fallimento dei tentativi di rispondere alla crisi nella zona euro, da parte dei governi
conservatori in Europa, ha portato la Banca centrale europea a svolgere un ruolo attivo nei
mercati finanziari. Se questo deficit di leadership politica persistesse, la Banca centrale
europea si verrebbe, alla fine, obbligata a svolgere un ruolo ancora più capitale per
combattere la crisi finanziaria.
Questo riorientamento delle politiche economiche in Europa non può comunque essere
concepito senza un vero regolamento finanziario, che rimetta i mercati finanziari al servizio
dell'economia reale e ristabilisca gli opportuni legami tra finanza ed economia.
Tutto ciò suppone il rafforzamento di una vera democrazia su scala europea.
Per questo motivo, l'Unione europea dovrebbe rafforzare le proprie competenze e dotarsi
di una vera governance. I cittadini europei dovrebbe essere messi nelle condizioni di poter
decidere chiaramente gli orientamenti politici dell'Unione. Il metodo intergovernativo
perseguito dai governi conservatori non aiuta. Converrebbe invece estendere la
codecisione alle decisioni fondamentali di politica economica e sociale.
Ciò implica una democrazia europea - basata sul metodo comunitario e su un ruolo più
decisivo per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali - fondata sulla sussidiarietà e
la partecipazione dei cittadini, e accompagnata dal rafforzamento dell'influenza di veri
partiti politici europei. A questo proposito, i partiti progressisti europei dovrebbero proporre
un candidato comune alla presidenza della Commissione europea.
È così che, nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali, un'altro cammino per
l'Europa è possibile.
http://www.unita.it/polopoly_fs/1.39234 ... b%20IT.pdf
Rinascimento europeo
Crescita, solidarietà, democrazia: un nuovo percorso è possibile
:
Fondazione europea di studi progressisti, vicina al Partito Socialista Europeo
Fondazione Jean Jaurès, vicina al Partito Socialista francese
Fondazione Italianieuropei, vicina al PD italiano
Fondazione Friedrich Ebert, vicina alla SPD tedesca
A settembre 2011, i socialdemocratici danesi sono tornati al governo. Nel novembre 2011
il governo conservatore italiano ha rassegnato le dimissioni. A dicembre 2011, un primo
ministro socialista è stato designato in Belgio. Nel 2012 e 2013 le elezioni in Francia, in
Italia e in Germania possono rivelarsi decisive per intraprendere un nuovo percorso per
l'Europa, sostenuto da una vasta alleanza dell'insieme delle forze socialiste, progressiste
e democratiche.
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L'Europa è il nostro patrimonio comune. Il nostro compito è di perseguire la
costruzione di un'Europa più unita e democratica.
Prendiamo atto che l'assenza di una governance economica europea democratica ed
efficace minaccia di trascinare l'Europa in recessione.
Privilegiando la deflazione salariale, omettendo di condurre politiche per la crescita e
l'occupazione, trascurando la solidarietà e la lotta contro le disparità, riducendo l'Europa a
uno spazio di vigilanza e di sanzioni, trascurando il dialogo sociale e la democrazia, si
voltano le spalle alla necessità di lottare contro la crisi e allo stesso progetto europeo.
Adesso spetta all'Unione europea fornire risposte appropriate.
La responsabilità di bilancio e la disciplina fiscale sono degli imperativi per la stabilità nella
zona euro e per rilanciare il modello sociale europeo. In ogni Stato, dovrebbe essere
istituito un percorso che garantisca la riduzione del deficit e dell'indebitamento. È'
indispensabile ridurre l'indebitamento sovrano in Europa.
Ciò andrebbe fatto in modo responsabile, nel rispetto delle regole democratiche di una
nuova sovranità europea condivisa e in accordo con i principi di uguaglianza e giustizia
sociale.
Dovrebbero essere adottate quanto prima iniziative, a livello di Unione europea, per
stimolare una crescita sostenuta e sostenibile. Andrebbero rafforzati in questa direzione gli
interventi della Banca Europea per gli Investimenti (BEI). Nella fattispecie, le priorità
dovrebbero essere la creazione di posti di lavoro e la lotta contro la segmentazione del
mercato del lavoro, in particolare nei confronti dei giovani e delle donne.
La politica industriale deve essere reinventata.
Questa deve essere messa al servizio dello sviluppo dei grandi progetti industriali,
tecnologici, infrastrutturali, di ricerca di innovazione, che favoriscano la conversione
ecologica dell'Europa. Quuesta politica industriale dovrà favorire un'industria sostenibile
(“sobria in carbone”) basata sulle tecnologie verdi, che assicuri impieghi duraturi e
qualificati . Ci sembra inoltre fondamentale appoggiare la diffusione generale e
l'armonizzazione dei “certificati verdi” già esistenti in alcuni paesi dell'Unione europea, per contribuire alla lotta contro il riscaldamento climatico.
Devono essere create nuove risorse.
Dovrebbe essere subito adottata dal Consiglio la proposta - difesa da tempo dai
progressisti europei e presentata recentemente dal Gruppo dell'Alleanza Progressista dei
Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo - che punta a istituire una tassa sulle
transazioni finanziarie. Questa consentirà un rincaro del costo delle operazioni
speculative, il riequilibrio della tassazione del capitale e del lavoro e faciliterà la lotta
contro l'ingiustizia fiscale. Questa tassa assicurerà inoltre che al rilancio dell'economia
contribuiscano gli stessi soggetti che hanno provocato la crisi finanziaria.
L'Unione Europea dovrebbe assumere iniziative sulle relazioni con i “paradisi fiscali”, con
l'obiettivo di lottare contro l'evasione fiscale e contribuire, nella fattispecie, a sanare le
finanze pubbliche.
Al tempo stesso, sarebbe opportuno affrontare seriamente i profondi squilibri
macroeconomici e sociali all'origine della crisi nella zona euro. Il miglioramento della
competitività dei paesi in situazione di deficit commerciale dovrebbe essere accompagnato
da sforzi reciproci da parte dei Paesi che invece hanno eccedenze, stimolando la loro
domanda interna. Ciò contribuirebbe ad invertire la tendenza alla distribuzione impari della
ricchezza di questi ultimi decenni. Converrebbe inoltre distinguere le spese per gli
investimenti dalle spese di funzionamento.
La solidarietà deve essere posta al cuore delle politiche europee. E' così che sarà
garantita la stabilità della nostra moneta.
Proponiamo di prendere in considerazione il rafforzamento di una responsabilità comune
europea per una parte del debito sovrano. Le euro-obbligazioni contribuirebbero a un
nuovo fondo per il riassorbimento del debito e permetterebbero un riequilibrio delle finanze
pubbliche.
Il fallimento dei tentativi di rispondere alla crisi nella zona euro, da parte dei governi
conservatori in Europa, ha portato la Banca centrale europea a svolgere un ruolo attivo nei
mercati finanziari. Se questo deficit di leadership politica persistesse, la Banca centrale
europea si verrebbe, alla fine, obbligata a svolgere un ruolo ancora più capitale per
combattere la crisi finanziaria.
Questo riorientamento delle politiche economiche in Europa non può comunque essere
concepito senza un vero regolamento finanziario, che rimetta i mercati finanziari al servizio
dell'economia reale e ristabilisca gli opportuni legami tra finanza ed economia.
Tutto ciò suppone il rafforzamento di una vera democrazia su scala europea.
Per questo motivo, l'Unione europea dovrebbe rafforzare le proprie competenze e dotarsi
di una vera governance. I cittadini europei dovrebbe essere messi nelle condizioni di poter
decidere chiaramente gli orientamenti politici dell'Unione. Il metodo intergovernativo
perseguito dai governi conservatori non aiuta. Converrebbe invece estendere la
codecisione alle decisioni fondamentali di politica economica e sociale.
Ciò implica una democrazia europea - basata sul metodo comunitario e su un ruolo più
decisivo per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali - fondata sulla sussidiarietà e
la partecipazione dei cittadini, e accompagnata dal rafforzamento dell'influenza di veri
partiti politici europei. A questo proposito, i partiti progressisti europei dovrebbero proporre
un candidato comune alla presidenza della Commissione europea.
È così che, nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali, un'altro cammino per
l'Europa è possibile.
http://www.unita.it/polopoly_fs/1.39234 ... b%20IT.pdf
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Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Boh, oggi ho sentito un po' Hollande.
Insisto: non ha spessore.
Vero, i socialisti hanno scelto lui e quindi giusto che sia lui il candidato.
Ma che errore... la Aubry uno spessore politico lo ha.
L'unica è che si scannino caimanzy e la figlia del collaborazionista le pen...
Insisto: non ha spessore.
Vero, i socialisti hanno scelto lui e quindi giusto che sia lui il candidato.
Ma che errore... la Aubry uno spessore politico lo ha.
L'unica è che si scannino caimanzy e la figlia del collaborazionista le pen...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
[quote="shiloh"]Présidentielle -
(Ifop, 11-13 mars 2012)
Si dimanche prochain devait se dérouler le premier tour de l’élection présidentielle, pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
Nicolas Sarkozy 28.5%(+0.5),
François Hollande 27.5%(-1),
Marine Le Pen 16.5%(=),
François Bayrou 12.5%(+0.5),
Jean-Luc Mélenchon 10%(+0.5),
et les autres à 2% maximum, se partagent 5%.
Diriez-vous que vous êtes sûr de votre choix ou que vous pouvez encore changer d'avis ?
Vous êtes sûr de votre choix 65%(+1), Vous pouvez encore changer d'avis 35%(-1)
Si dimanche prochain devait se dérouler le second tour de l’élection présidentielle, pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
François Hollande 54%(-1),
Nicolas Sarkozy 46%(+1)
------------------------------------------------------------------
Présidentielle
(Ifop, 13-16 mars 2012)
Si dimanche prochain devait se dérouler le premier tour de l’élection présidentielle,
pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
Nicolas Sarkozy 27.5%(-0.5),
François Hollande 26.5%(=),
Marine Le Pen 17%(=),
François Bayrou 13%(-0.5),
Jean-Luc Mélenchon 10.5%(+0.5),
Eva Joly 3%(+0.5),
et les autres à 1 % maximum se partagent 2,5%.
Diriez-vous que vous êtes sûr de votre choix ou que vous pouvez encore changer d'avis ?
Vous êtes sûr de votre choix 68%(+3),
Vous pouvez encore changer d'avis 32%(-3)
Si dimanche prochain devait se dérouler le second tour de l’élection présidentielle,
pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
François Hollande 54%(+0.5),
Nicolas Sarkozy 46%(-0.5)
http://www.sondages-en-france.fr/post/s ... -mars-2012
(Ifop, 11-13 mars 2012)
Si dimanche prochain devait se dérouler le premier tour de l’élection présidentielle, pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
Nicolas Sarkozy 28.5%(+0.5),
François Hollande 27.5%(-1),
Marine Le Pen 16.5%(=),
François Bayrou 12.5%(+0.5),
Jean-Luc Mélenchon 10%(+0.5),
et les autres à 2% maximum, se partagent 5%.
Diriez-vous que vous êtes sûr de votre choix ou que vous pouvez encore changer d'avis ?
Vous êtes sûr de votre choix 65%(+1), Vous pouvez encore changer d'avis 35%(-1)
Si dimanche prochain devait se dérouler le second tour de l’élection présidentielle, pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
François Hollande 54%(-1),
Nicolas Sarkozy 46%(+1)
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Présidentielle
(Ifop, 13-16 mars 2012)
Si dimanche prochain devait se dérouler le premier tour de l’élection présidentielle,
pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
Nicolas Sarkozy 27.5%(-0.5),
François Hollande 26.5%(=),
Marine Le Pen 17%(=),
François Bayrou 13%(-0.5),
Jean-Luc Mélenchon 10.5%(+0.5),
Eva Joly 3%(+0.5),
et les autres à 1 % maximum se partagent 2,5%.
Diriez-vous que vous êtes sûr de votre choix ou que vous pouvez encore changer d'avis ?
Vous êtes sûr de votre choix 68%(+3),
Vous pouvez encore changer d'avis 32%(-3)
Si dimanche prochain devait se dérouler le second tour de l’élection présidentielle,
pour lequel des candidats suivants y aurait-il le plus de chances que vous votiez ?
François Hollande 54%(+0.5),
Nicolas Sarkozy 46%(-0.5)
http://www.sondages-en-france.fr/post/s ... -mars-2012
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
e dire che secondo Fironi & Follini il candidato da sostenere sarebbe Bayrou...
-
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- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
mariok ha scritto:e dire che secondo Fironi & Follini il candidato da sostenere sarebbe Bayrou...
ma perbacco...
eppoi :cosa contano le parole di questi due ???
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Hollande : «Je ne serai pas seul» pour renégocier le traité de stabilité
Le candidat socialiste à l’Elysée a défendu ce samedi devant des leaders sociaux-démocrates européens, au Cirque d'hiver à Paris, son «pack» progressiste contre la «Sainte Alliance» conservatrice.
http://www.liberation.fr/politiques/010 ... -en-europe
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
pssssssss....qualcuno faccia sapere al duo di Piadena Follini-Fioroni che quello a sinistra nella foto è Martin schultz,
futuro presidente della UE,
socialista,
uno che si preso del Kapo da un burinazzo italiano che le amiche intime chiamano "Papi Silvio Berluscone"...
-
- Messaggi: 1990
- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Io penso che in questo momento Bersani cerchi di uscire da questa empasse in cui si trova il PD. Andando a sostenere Hollande ha deciso qualcosa che fino ad ora non si aveva il coraggio di fare.shiloh ha scritto:ma perbacco...mariok ha scritto:e dire che secondo Fironi & Follini il candidato da sostenere sarebbe Bayrou...
eppoi :cosa contano le parole di questi due ???
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Hollande : «Je ne serai pas seul» pour renégocier le traité de stabilité
Le candidat socialiste à l’Elysée a défendu ce samedi devant des leaders sociaux-démocrates européens, au Cirque d'hiver à Paris, son «pack» progressiste contre la «Sainte Alliance» conservatrice.
http://www.liberation.fr/politiques/010 ... -en-europe
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pssssssss....qualcuno faccia sapere al duo di Piadena Follini-Fioroni che quello a sinistra nella foto è Martin schultz,
futuro presidente della UE,
socialista,
uno che si preso del Kapo da un burinazzo italiano che le amiche intime chiamano "Papi Silvio Berluscone"...
Che si sia finalmente accorto che bisogna trarre delle conclusioni?
Cmq ha lasciato la patata bollente ai vari Follini, Fioroni e co. cantante.
Staremo a vedere cosa succedera'.
Di sicuro qualcosa dovrebbe succedere ed e' quello che io stresso spero e attendo da molti anni: Dire dove si vuole andare!!
Questo, per il bene di tutta la sinistra e del PD
I dadi non sono ancora stati tratti ma ora sono sul tavolo.
Le elezioni del prossimo anno non sono cosi' tanto lontane. Politicamente sono gia' domani e quindi bisognerebbe decidere al piu' presto. Anzi subito.
Se tutto questo dovesse succedere(ed io lo spero) penso che i conti li abbiano gia' fatti nelle apposite sedi carbonare.
Pie illusioni le mie?????
Non poniamo limiti alla provvidenza anche se, su questa provvidenza, UT avrebbe gia' detto la sua.
Ma allora mi chiedo, che senso ha aver strappato la foto di Vasto?
Chi era di troppo? Vendola o Di Pietro o la destra PD?
E se fosse il terzo che ho citato, questa sua uscita con Hollande non sarebbe da considerare come un far uscire allo scoperto quella parte del PD vicina all'UDC come detto sopra?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
-
- Messaggi: 3973
- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Parigi, 17 marzo 2012
Intervento di Pier Luigi Bersani Segretario nazionale del Partito Democratico
Da Parigi ricomincia il sogno di un’Europa libera, pacifica, giusta.
Carissime amiche e amici, carissime compagne e compagni,
credo di poter dire che tutti noi siamo qui oggi con la stessa speranza e con una stessa volontà.
La speranza – caro Francois – è che la tua corsa elettorale si completi tra poche settimane con uno straordinario successo.
Se accadrà – e noi tutti crediamo che accadrà – sarà una vittoria per te e per i tuoi elettori. Per i socialisti francesi. E anche per noi.
Perché sarà la conferma che un’altra strada c’è.
E’ una strada aperta e va imboccata senza paure.
Soprattutto sarà la conferma che l’Europa più egoista e cinica sta chiudendo il suo ciclo.
Mi piace pensare che, per una volta, noi italiani abbiamo fatto da apripista. L’ultimo anno si è portato via il governo Berlusconi. Sono convinto che ne siete contenti anche voi.
Ed è accaduto anche grazie a noi, al Partito Democratico. A una opposizione concreta e radicata.
Oggi l’Italia è di nuovo un paese ascoltato. Rispettato.
Questo è certamente merito di Mario Monti e di chi – come noi – lo sostiene con lealtà e con la libertà delle proprie idee. Ma nulla di ciò sarebbe accaduto senza l’uscita di scena di una destra oramai impresentabile.
L’Italia dunque è tornata dove era sempre stata.
In Europa!
E qui intendiamo restare.
Oggi, qui a Parigi, i Progressisti europei mostrano la volontà che li unisce: aprire una nuova stagione della storia e della politica per l’Europa.
Questa oggi è la nostra ambizione.
Quella che ci ha portato qui, per queste due giornate intense e importanti. E io penso (a partire dal documento di base elaborato dalle fondazioni e che il PD sostiene e condivide) che nel rivendicare questo traguardo non dobbiamo avere più timidezze.
Vorrei dirlo con chiarezza: per noi, per le forze democratiche, progressiste e socialiste, questo non è più il tempo dell’attesa.
Questo è il nostro tempo.
I conservatori, in fondo, la loro chance l’hanno avuta.
Loro hanno guidato a lungo le sorti dell’Europa: in Francia e in Germania. In Italia e altrove.
Hanno seminato le loro idee e i loro valori. Ma la raccolta si è rivelata disastrosa.
Perché era sbagliata la ricetta e hanno finito con l’aggravare problemi seri – anche drammatici – che si dovevano affrontare in un altro modo. Con strategie e strumenti diversi.
Per tante ragioni la Grecia è il simbolo della loro sconfitta.
Prima di tutto perché – dopo le bugie di quel governo sui conti di Atene – l’Europa doveva intervenire subito e con un costo limitato.
Loro hanno scelto l’altra strada. Quella più cinica. Piegare un popolo intero – colpirlo nella sua dignità – sino a mettere a rischio l’intero edificio della nostra moneta. Una follia.
E tutto questo nel nome di una politica del tutto inadeguata ad affrontare l’emergenza economica e sociale che investe oggi anche altre nazioni.
Si è continuato a difendere una linea perdente. Coltivando l’idea che tutte le colpe fossero dei singoli paesi, del loro debito e dei loro disavanzi.
Sì, c’è un problema di disciplina dei bilanci, ma non è lì l’origine della crisi; grande parte dei problemi di bilancio è piuttosto una conseguenza della crisi, che nasce da squilibri macroeconomici e sociali, da debolezza della domanda, dalle disastrose distorsioni della finanza.
Chi pensa di uscire dalla crisi difendendo i propri interessi, e lasciando che altri precipitino sempre più a fondo, fa un calcolo miope. Un calcolo che rende l’Europa, tutta intera, più debole ed esposta alla recessione e alle scorribande speculative.
I Progressisti europei alzino dunque la voce e dicano che gli squilibri di oggi sono l’esito di un impianto istituzionale europeo troppo debole, di scelte di politica economica radicalmente sbagliate, di una resa agli interessi della finanza, di una austerità cieca.
I danni sono sotto i nostri occhi.
Abbiamo idee alternative, proposte alternative. Il documento ne è la prova.
E io desidero ringraziare la Feps, le diverse Fondazioni e tutte le personalità che hanno contribuito al risultato.
Cari amici e compagni, arriviamo a questo appuntamento forti della storia e della identità di ciascuno.
Storie e identità, che non sono mai nemiche del coraggio e dell’innovazione.
Noi – Democratici Italiani – in questi anni abbiamo innovato molto.
Abbiamo scelto di superare le antiche appartenenze e di dare vita a un Partito Democratico che già adesso – a quattro anni dalla sua nascita – è il primo partito italiano.
Oggi questo nuovo partito è in campo, in Italia e in Europa.
Con orgoglio.
Con passione.
Con la forza che ci viene dall’avere unito gli affluenti migliori di una lunga tradizione: dalle diverse identità della sinistra, socialista e liberale, al cattolicesimo sociale, all’ambientalismo e al pensiero femminile.
Abbiamo collegato queste tradizioni alle nuove istanze più sensibili sul piano dei diritti, delle libertà, della cittadinanza. Ai movimenti giovanili che riscoprono, nel pieno della crisi, il valore dei grandi beni pubblici e quel senso della “comunità” – di una “fraternità” – che emerge proprio nelle difficoltà più acute della vita. Perché nessuno può salvarsi da solo, nessuno può star bene davvero se anche gli altri non stanno bene. Né gli individui, né i territori, né le nazioni. Questo è il nostro ideale. Questa è la nostra convinzione.
Quell’aggettivo – Democratico – lo abbiamo scelto perché sulla democrazia – sulla qualità della democrazia – si decide oggi il nostro destino comune.
Non solo dell’Italia o di qualsiasi altra nazione, ma di quell’Europa che, mai come ora, è l’orizzonte del nostro avvenire, e che non potrà esistere davvero senza rafforzare il processo democratico, senza diventare l’Europa dei cittadini europei.
Cari amici e compagni, qui, davanti alla sfida di Francois e vostra, noi tutti Progressisti europei, ci stringiamo fraternamente la mano. Lavoriamo assieme non da oggi: a Strasburgo, a Bruxelles, nello stesso Gruppo. Nello stesso campo, per gli stessi traguardi.
Adesso ci diamo un traguardo nuovo: costruire – mattone su mattone – una piattaforma progressista di governo. La sola strada, cioè, per contrapporre a un rigorismo senz’anima un’idea più avanzata di libertà e di giustizia, di solidarietà verso chi sta peggio; un disegno capace di rilanciare la crescita e la coesione delle nostre società.
Adesso ci diamo un traguardo nuovo: rilanciare il grande sogno europeo.
La destra ha cavalcato una crisi del sentimento europeista; ha vinto ovunque sul ripiegamento difensivo ed egoistico di individui, di ceti sociali, di territori, di nazioni rompendo un’idea di solidarietà e di destino comune. Ha vinto incoraggiando le paure, quasi che il dramma della disoccupazione o la mancanza di un reddito sicuro possano risolversi abbattendo un nemico, reale o più spesso immaginario. Ieri gli immigrati, domani magari i loro figli, nati e cresciuti nelle nostre città.
Ha vinto la destra, togliendo l’Europa dal mondo e lasciandola muta e inerte davanti alle straordinarie primavere o ai drammi sanguinosi che avvengono attorno al Mediterraneo. Ma adesso abbiamo chiaro quello che forse non ci era chiaro dieci, quindici anni fa. Nella paura, nel ripiegamento vince la destra! Nel rilancio di una visione europea e di una solidarietà comune vincono i Progressisti!
Per questo a noi non basta l’Europa, certamente preziosa, delle regole e della “tecnica”.
Ci serve un’Europa politica che si mostri in grado di accogliere e di includere. Di esercitare di nuovo la sua funzione e il suo potere sulla scena del mondo. Questo è il senso profondo del documento che discutiamo qui.
Noi oggi abbiamo il dovere di rilanciare l’integrazione politica europea dando di nuovo voce ai suoi principi fondativi, a partire dal valore della libertà e della dignità di ogni essere umano.
Alla fine – cari amici e compagni – tutti noi saremo giudicati per questo.
Per come avremo saputo gestire l’eredità dei nostri padri: l’idea in sé rivoluzionaria di un’Europa libera, pacifica. L’idea di una terra giusta, dove la vita vale non per ciò che si ha, che si possiede, ma per ciò che si è, per il valore irriducibile di ogni persona. E saremo giudicati per come avremo reso utile questa nostra civiltà ad un mondo che cambia.
Questo conterà.
Non solo ciò che avremo fatto, ciascuno nel proprio paese. Ma ciò che faremo assieme, e che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi.
Cari amici, cari compagni, abbiamo davanti un anno o poco più, che dirà molto su tutto questo, in Francia, in Italia, in Germania e quindi in Europa e nel mondo.
Adesso il primo passo – caro Francois – tocca a voi.
Sarà un passo nuovo nella direzione giusta. Ne sono certo. Il cammino di noi tutti ne risulterà facilitato.
Noi abbiamo speranza, noi abbiamo fiducia.
La fiducia di una svolta vicina.
Vogliamo vincere, dobbiamo vincere, tutti assieme.
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... giusta.htm
Intervento di Pier Luigi Bersani Segretario nazionale del Partito Democratico
Da Parigi ricomincia il sogno di un’Europa libera, pacifica, giusta.
Carissime amiche e amici, carissime compagne e compagni,
credo di poter dire che tutti noi siamo qui oggi con la stessa speranza e con una stessa volontà.
La speranza – caro Francois – è che la tua corsa elettorale si completi tra poche settimane con uno straordinario successo.
Se accadrà – e noi tutti crediamo che accadrà – sarà una vittoria per te e per i tuoi elettori. Per i socialisti francesi. E anche per noi.
Perché sarà la conferma che un’altra strada c’è.
E’ una strada aperta e va imboccata senza paure.
Soprattutto sarà la conferma che l’Europa più egoista e cinica sta chiudendo il suo ciclo.
Mi piace pensare che, per una volta, noi italiani abbiamo fatto da apripista. L’ultimo anno si è portato via il governo Berlusconi. Sono convinto che ne siete contenti anche voi.
Ed è accaduto anche grazie a noi, al Partito Democratico. A una opposizione concreta e radicata.
Oggi l’Italia è di nuovo un paese ascoltato. Rispettato.
Questo è certamente merito di Mario Monti e di chi – come noi – lo sostiene con lealtà e con la libertà delle proprie idee. Ma nulla di ciò sarebbe accaduto senza l’uscita di scena di una destra oramai impresentabile.
L’Italia dunque è tornata dove era sempre stata.
In Europa!
E qui intendiamo restare.
Oggi, qui a Parigi, i Progressisti europei mostrano la volontà che li unisce: aprire una nuova stagione della storia e della politica per l’Europa.
Questa oggi è la nostra ambizione.
Quella che ci ha portato qui, per queste due giornate intense e importanti. E io penso (a partire dal documento di base elaborato dalle fondazioni e che il PD sostiene e condivide) che nel rivendicare questo traguardo non dobbiamo avere più timidezze.
Vorrei dirlo con chiarezza: per noi, per le forze democratiche, progressiste e socialiste, questo non è più il tempo dell’attesa.
Questo è il nostro tempo.
I conservatori, in fondo, la loro chance l’hanno avuta.
Loro hanno guidato a lungo le sorti dell’Europa: in Francia e in Germania. In Italia e altrove.
Hanno seminato le loro idee e i loro valori. Ma la raccolta si è rivelata disastrosa.
Perché era sbagliata la ricetta e hanno finito con l’aggravare problemi seri – anche drammatici – che si dovevano affrontare in un altro modo. Con strategie e strumenti diversi.
Per tante ragioni la Grecia è il simbolo della loro sconfitta.
Prima di tutto perché – dopo le bugie di quel governo sui conti di Atene – l’Europa doveva intervenire subito e con un costo limitato.
Loro hanno scelto l’altra strada. Quella più cinica. Piegare un popolo intero – colpirlo nella sua dignità – sino a mettere a rischio l’intero edificio della nostra moneta. Una follia.
E tutto questo nel nome di una politica del tutto inadeguata ad affrontare l’emergenza economica e sociale che investe oggi anche altre nazioni.
Si è continuato a difendere una linea perdente. Coltivando l’idea che tutte le colpe fossero dei singoli paesi, del loro debito e dei loro disavanzi.
Sì, c’è un problema di disciplina dei bilanci, ma non è lì l’origine della crisi; grande parte dei problemi di bilancio è piuttosto una conseguenza della crisi, che nasce da squilibri macroeconomici e sociali, da debolezza della domanda, dalle disastrose distorsioni della finanza.
Chi pensa di uscire dalla crisi difendendo i propri interessi, e lasciando che altri precipitino sempre più a fondo, fa un calcolo miope. Un calcolo che rende l’Europa, tutta intera, più debole ed esposta alla recessione e alle scorribande speculative.
I Progressisti europei alzino dunque la voce e dicano che gli squilibri di oggi sono l’esito di un impianto istituzionale europeo troppo debole, di scelte di politica economica radicalmente sbagliate, di una resa agli interessi della finanza, di una austerità cieca.
I danni sono sotto i nostri occhi.
Abbiamo idee alternative, proposte alternative. Il documento ne è la prova.
E io desidero ringraziare la Feps, le diverse Fondazioni e tutte le personalità che hanno contribuito al risultato.
Cari amici e compagni, arriviamo a questo appuntamento forti della storia e della identità di ciascuno.
Storie e identità, che non sono mai nemiche del coraggio e dell’innovazione.
Noi – Democratici Italiani – in questi anni abbiamo innovato molto.
Abbiamo scelto di superare le antiche appartenenze e di dare vita a un Partito Democratico che già adesso – a quattro anni dalla sua nascita – è il primo partito italiano.
Oggi questo nuovo partito è in campo, in Italia e in Europa.
Con orgoglio.
Con passione.
Con la forza che ci viene dall’avere unito gli affluenti migliori di una lunga tradizione: dalle diverse identità della sinistra, socialista e liberale, al cattolicesimo sociale, all’ambientalismo e al pensiero femminile.
Abbiamo collegato queste tradizioni alle nuove istanze più sensibili sul piano dei diritti, delle libertà, della cittadinanza. Ai movimenti giovanili che riscoprono, nel pieno della crisi, il valore dei grandi beni pubblici e quel senso della “comunità” – di una “fraternità” – che emerge proprio nelle difficoltà più acute della vita. Perché nessuno può salvarsi da solo, nessuno può star bene davvero se anche gli altri non stanno bene. Né gli individui, né i territori, né le nazioni. Questo è il nostro ideale. Questa è la nostra convinzione.
Quell’aggettivo – Democratico – lo abbiamo scelto perché sulla democrazia – sulla qualità della democrazia – si decide oggi il nostro destino comune.
Non solo dell’Italia o di qualsiasi altra nazione, ma di quell’Europa che, mai come ora, è l’orizzonte del nostro avvenire, e che non potrà esistere davvero senza rafforzare il processo democratico, senza diventare l’Europa dei cittadini europei.
Cari amici e compagni, qui, davanti alla sfida di Francois e vostra, noi tutti Progressisti europei, ci stringiamo fraternamente la mano. Lavoriamo assieme non da oggi: a Strasburgo, a Bruxelles, nello stesso Gruppo. Nello stesso campo, per gli stessi traguardi.
Adesso ci diamo un traguardo nuovo: costruire – mattone su mattone – una piattaforma progressista di governo. La sola strada, cioè, per contrapporre a un rigorismo senz’anima un’idea più avanzata di libertà e di giustizia, di solidarietà verso chi sta peggio; un disegno capace di rilanciare la crescita e la coesione delle nostre società.
Adesso ci diamo un traguardo nuovo: rilanciare il grande sogno europeo.
La destra ha cavalcato una crisi del sentimento europeista; ha vinto ovunque sul ripiegamento difensivo ed egoistico di individui, di ceti sociali, di territori, di nazioni rompendo un’idea di solidarietà e di destino comune. Ha vinto incoraggiando le paure, quasi che il dramma della disoccupazione o la mancanza di un reddito sicuro possano risolversi abbattendo un nemico, reale o più spesso immaginario. Ieri gli immigrati, domani magari i loro figli, nati e cresciuti nelle nostre città.
Ha vinto la destra, togliendo l’Europa dal mondo e lasciandola muta e inerte davanti alle straordinarie primavere o ai drammi sanguinosi che avvengono attorno al Mediterraneo. Ma adesso abbiamo chiaro quello che forse non ci era chiaro dieci, quindici anni fa. Nella paura, nel ripiegamento vince la destra! Nel rilancio di una visione europea e di una solidarietà comune vincono i Progressisti!
Per questo a noi non basta l’Europa, certamente preziosa, delle regole e della “tecnica”.
Ci serve un’Europa politica che si mostri in grado di accogliere e di includere. Di esercitare di nuovo la sua funzione e il suo potere sulla scena del mondo. Questo è il senso profondo del documento che discutiamo qui.
Noi oggi abbiamo il dovere di rilanciare l’integrazione politica europea dando di nuovo voce ai suoi principi fondativi, a partire dal valore della libertà e della dignità di ogni essere umano.
Alla fine – cari amici e compagni – tutti noi saremo giudicati per questo.
Per come avremo saputo gestire l’eredità dei nostri padri: l’idea in sé rivoluzionaria di un’Europa libera, pacifica. L’idea di una terra giusta, dove la vita vale non per ciò che si ha, che si possiede, ma per ciò che si è, per il valore irriducibile di ogni persona. E saremo giudicati per come avremo reso utile questa nostra civiltà ad un mondo che cambia.
Questo conterà.
Non solo ciò che avremo fatto, ciascuno nel proprio paese. Ma ciò che faremo assieme, e che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi.
Cari amici, cari compagni, abbiamo davanti un anno o poco più, che dirà molto su tutto questo, in Francia, in Italia, in Germania e quindi in Europa e nel mondo.
Adesso il primo passo – caro Francois – tocca a voi.
Sarà un passo nuovo nella direzione giusta. Ne sono certo. Il cammino di noi tutti ne risulterà facilitato.
Noi abbiamo speranza, noi abbiamo fiducia.
La fiducia di una svolta vicina.
Vogliamo vincere, dobbiamo vincere, tutti assieme.
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... giusta.htm
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Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
L’appuntamento si è concluso con l'intervento di François Hollande.
"La nostra responsabilità oggi è molto grande.
Siamo alla vigilia di un momento decisivo in Francia, ma anche in Germania con Sigmar Gabriel, presidente del partito Socialdemocratico SPD e in Italia con Pier Luigi Bersani e quello che dobbiamo fare è permettere il cambiamento nelle nostre Nazioni, ma anche in Europa.
Questa elezione presidenziale francese
- ha spiegato Hollande -
non ha mai avuto una posta in gioco così alta, consentire allo stesso tempo un'alternanza in Francia e innalzare una speranza in Europa.
La Francia a servizio dell'Europa.
Questo spetta agli elettori francesi, perchè esistono delle donne e degli uomini che ci stanno a guardare e che ci aspettano e pensano che se il movimento si affermerà in Francia, sarà irreversibile in tutta Europa, in Germania, in Italia e negli gli altri paesi".
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... giusta.htm
"La nostra responsabilità oggi è molto grande.
Siamo alla vigilia di un momento decisivo in Francia, ma anche in Germania con Sigmar Gabriel, presidente del partito Socialdemocratico SPD e in Italia con Pier Luigi Bersani e quello che dobbiamo fare è permettere il cambiamento nelle nostre Nazioni, ma anche in Europa.
Questa elezione presidenziale francese
- ha spiegato Hollande -
non ha mai avuto una posta in gioco così alta, consentire allo stesso tempo un'alternanza in Francia e innalzare una speranza in Europa.
La Francia a servizio dell'Europa.
Questo spetta agli elettori francesi, perchè esistono delle donne e degli uomini che ci stanno a guardare e che ci aspettano e pensano che se il movimento si affermerà in Francia, sarà irreversibile in tutta Europa, in Germania, in Italia e negli gli altri paesi".
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... giusta.htm
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- Iscritto il: 21/02/2012, 19:25
Re: FRANCIA-elezioni presidenziali aprile 2012
Credo anch'io che un'eventuale vittoria di Hollande in francia possa dar avvio ad una nuova politica europea.shiloh ha scritto:L’appuntamento si è concluso con l'intervento di François Hollande.
"La nostra responsabilità oggi è molto grande.
Siamo alla vigilia di un momento decisivo in Francia, ma anche in Germania con Sigmar Gabriel, presidente del partito Socialdemocratico SPD e in Italia con Pier Luigi Bersani e quello che dobbiamo fare è permettere il cambiamento nelle nostre Nazioni, ma anche in Europa.
Questa elezione presidenziale francese
- ha spiegato Hollande -
non ha mai avuto una posta in gioco così alta, consentire allo stesso tempo un'alternanza in Francia e innalzare una speranza in Europa.
La Francia a servizio dell'Europa.
Questo spetta agli elettori francesi, perchè esistono delle donne e degli uomini che ci stanno a guardare e che ci aspettano e pensano che se il movimento si affermerà in Francia, sarà irreversibile in tutta Europa, in Germania, in Italia e negli gli altri paesi".La Francia a servizio dell'Europa.
Questo spetta agli elettori francesi, perchè esistono delle donne e degli uomini che ci stanno a guardare e che ci aspettano e pensano che se il movimento si affermerà in Francia, sarà irreversibile in tutta Europa, in Germania, in Italia e negli gli altri paesi"
Pero', stando al programma da tempo esposto da Hollande, non so quanti ex margherita, ora nel Pd, siano daccordo.
Penso che, come ho da tempo sollevato, il PD sia arrivato al bivio dal quale non poteve sfuggire.
Bersani sembra abbia indicato una strada ma gli altri che dicono?
Penso che ora il PD non possa piu' continuare a stare con un piede in due staffe. Pero' e' sempre un mio pensiero mentre le logiche dei partiti e del PD stesso, son ben altre.
Questo ns. ben amato popolo e' ormai da tempo che non si pone piu' queste domande ed e' per questo che esistono ancora in commercio gli specchietti per le "allodole". E come funzionano!!!
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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