Come se ne viene fuori ?

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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

camillobenso ha scritto:
peanuts ha scritto:Allora, Vendola è stato assolto.
A questo punto mi chiedo cosa accadrà.
Crocetta ha invitato il pd a legarsi a casini.
Ma il pd attualmente si lega a Vendola.

Cosa accadrà adesso?
Secondo me cercheranno accordi post elettorali e, se non ci sono i numeri, ci dovremo sorbire di nuovo monti.
Se Vendola vuol fare una cosa sensata torni dall'Idv e molli il pd ormai compromesso.
Il caimano, cainano per Travaglio, appresa la notizia dell’assoluzione di Vendola è quasi svenuto. Soccorso immediatamente dalla badante si è ripreso. Ma non è incazzato, è iperincazzato, è la versione italiana del tornado Sandy.

Perché la “magistratocrazia” ha creduto alla sceneggiata di Vendola e non alla mia???? Eppure 24 ore prima della sentenza il passo indietro l’ho fatto!!!!!!!!!!!!

Forse perché Vendola è stato più furbo: <<Se condannato mi ritiro dalla politica>> . Lui invece, il cinese con gli occhi a mandorla, aveva annunciato solo un passo indietro, non una rinuncia totale da ritorno alla vita civile.
.................
Caro camillobenso.Siccome Silvio è gia stato condannato per il caso mondadori per corruzione magistrato ecc ...
Ha poco da scandalizzarsi di Vendola.Dopo il caso Mondadori:SE fosse stato un politico normale si doveva gia togliersi dalle scatole allora.Ma lui è di un altro pianeta.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

peanuts ha scritto:Ciò non toglie però che Vendola sta commettendo un gravissimo errore a restare col pd.
Do0veva stare con l'Idv e con le altre forze a sinistra. Presentando un candidato valido si poteva provare a levare voti al pd che ci ha venduto a monti.
Il Paese allo sbando – 102
Diario di un disastro annunciato – 31 ottobre 2012 – 1
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 37

La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 37

I giorni della follia – 4
Colpo grosso-1



Sostiene Vendola:
«Stiamo facendo le primarie del centrosinistra, mi pare che Bersani abbia scelto Vendola».

Così Nichi Vendola ha risposto, in un videoforum sul Corriere, alla domanda se Pier Luigi Bersani abbia scelto come alleato lui o Pier Ferdinando Casini.

«Bersani sa che non ho nessuna idiosincrasia verso Casini», ha assicurato il leader di Sel, «ma credo che Pier Ferdinando Casini difficilmente riesca a essere della commedia».

Per Vendola, «Casini non ha una grande apertura verso temi come il testamento biologico, la fecondazione assistita - insiste il leader di Sel - ha mostrato una greve incultura, una chiusura, sulle coppie di fatto, i matrimoni gay, questioni su cui nel mondo cattolico Martini ha ragionato con delicatezza, mentre in politica conta solo l'interesse personalistico. Oggi è tempo di discutere senza tabù e pregiudizi dei temi etici, a partire dal tema di restituire laicità allo Stato».

«Se non rispondiamo alla domanda 'che Italia vogliamo?' il giochino delle alleanze è ammalato di politicismo»


Se non si vedono le cose più semplici, più elementari che ti vengono servite su di un piatto d’argento, figuriamoci quelle complicate.

Monsignor Casini, da quando è passato all’opposizione, non per una improvvisa cattolicissima coscienza risvegliata dopo aver fatto parte di una masnada di bucanieri intenta a farne di cotte e di crude, minando irrimediabilmente alla base lo Stato italiano e i valori che un tempo erano stati anche della Dc post fascista, ma solo per puro spirito di vendetta nei confronti di chi voleva fare fuori politicamente solo lui e l’altro ectoplasma, perché al dire del caimano non gli permettevano di esprimere fino a fondo il suo “”genio”” politico, si è dedicato a tempo pieno alla vendetta.

Ovviamente, il caimano, anche se già in avanzato stato di decomposizione, intendeva far fuori personalmente lui, monsignor Casini, ma non i suoi uomini e il suo elettorato. Quelli gli servivano numericamente. Qualcosina il caimano si è ripreso (che nel linguaggio caimanesco significa “corrotto”) come Giovanardi e Baccini.

Monsignore, già nel 1994, aveva calcolato che il vecchio mandarino che aveva 19 anni più di lui, una volta sistemate le sue cosine giudiziarie si sarebbe ritirato dalla politica per tornare ai suoi affari. Lo stesso pensierino lo fece anche il “pitone” Gianfrà. Quando Monsignore se ne è ito all’opposizione, per il pitone si è aperta un’autostrada, pensava di stritolare il caimano come aveva fatto in precedenza con gli ex fascisti concorrenti al vertice, ..ma questa volta non è andata così.

Monsignore, l’uomo di fiducia dell’Oltretevere, dal 2008 si dedica anima e corpo a ricostituire quel rassemblement che non si chiamerà Dc, …ma è la stessa cosa. Oltre a cercare di lasciare una traccia nella storia per essere ricordato come l’uomo che aveva riunificato la Dc, Pier ci sta stretto in un partitino del 5-6 %, e non avendo alcuna capacità politica per crescere, adotta la vecchia regola democristiana di sommare i partiti. Nella prima Repubblica, la Dc aveva imparato a sopravvivere con accanto i liberali, i repubblicani, i socialdemocratici e i socialisti che considerava correnti allargate.

Gli ex Pci cresciuti sotto la guida di baffino, nobiluomo, duca conte marchese del Grillo, si sono unificati al credo democristiano.

Quando non vali un emerito caXXo e non sei in grado di fare politica, ma vuoi fare il politico a vita, sommi i partiti.

E’ per questo che con monsignore vanno d’accordo.

Tanto è vero che quello che non sono riusciti in Puglia domenica sono riusciti in Sicilia, anche se in una partita in retromarcia.

Oggi finalmente sposi

C'E' UNA CASETTA PICCINA SBOCCIATA TRA FIOR

DOVE SI ATTENDE SOLTANTO CHE GIUNGA L'AMOR

COME UNA PICCOLA FATA TU DARLE VITA SAPRAI

DELLA CASETTA CANTATA LA GIOIA SARAI

SPOSI

OGGI S'AVVERA SOGNO

SIAMO SPOSI

S'APRE LA NUOVA VITA NOSTRA

E PIU' GIOIOSI RADIOSI SARANNO DI

IN UNA SOFFUSA AURORA

DI TENERA DOLCE PACE

SPOSI OGGI S'AVVERA SOGNO

SIAMO SPOSI

TUTTO S'AVVERA

NOI D'INTORNO E LUMINOSI

CI SEMBRAN PERFINO FIOR

SPOSI SIAMO FIN MIO DOLCE AMOR.




E LUMINOSI CI SEMBRAN PERFINO

SPOSI SIAMO ALFIN MIO DOLCE AMOR

Claudio Villa – Rabagliati -
Da : C'è una chiesetta piccina
(Prato - Valabrega)
Cose del paleozoico

http://www.youtube.com/watch?v=DHQEg2lcyzo


Monsignore da due anni lo sta dicendo in tutte le salse che vuole rifare la Dc.

E dopo Vasto, dove l’indisciplinato Tafazzi-Bersande, avendo voluto fare di testa sua si è preso una dose massiccia di schiaffoni, il partito dei defunti ha scelto il matrimonio con Casini.

La prossima legislatura sarà caratterizzata dall’unione dei “”””””””””””progressisti della poltrona”””””””””””””e dai “”””””””””””moderati delle forchette””””””””””””.

Naturalmente, visto che da tempo il piddì ha abbandonato la sinistra per diventare di destra (cercando di non farsi scoprire dai merli dei suoi elettori), per fare campagna elettorale ed inchiappettare i merli che ci credono ancora, ha bisogno dell’alibi Vendola, che porello non ha capito un emerito cavolo del servizietto che intendono fargli.

Eppure non è un segreto per nessuno, perché il Gatto e la Volpe, stanno dichiarando quello che hanno intenzione di fare.

La Volpe del tavoliere a Otto e mezzo ha dichiarato che Vendola e Casini fanno solo propaganda quando si combattono, ma alla fine si adatteranno a fare quello che vuole il piddì,…..cioè lui.

Bersande-Tafazzi lo ha ripetuto a Domenica in solo 4 giorni fa, noi ci alleeremo con Casini.

A non capire è solo il Forrest Gump pugliese…..

Che cosa ci si può fare se l’Italia è una repubblica oligarchica fondata sui merli???????????
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Ieri a Ballarò il liberista Renzi ha indicato come priorità di un suo eventuale governo: il taglio dei costi della politica, la riduzione di almeno 100 € al mese delle tasse sui redditi medio-bassi, la riduzione delle spese per consulenze ed acquisti nella PA,... addirittura... una sforbiciata alle pensioni oltre i 4.000 €

Vendola invece pone al centro delle sue priorità, che lo portano a escludere eventuali alleanze con Casini, la fecondazione assistita, il testamento biologico e i matrimoni gay.

Chi ci capisce qualcosa è bravo.
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Comunque una cosa è certa.Prossime elezioni politiche.Se non si mettono assieme i partiti con un programma prima di andare al voto.
Se invece scelgono le alleanze dopo il voto.Credo che il movimento cinque stelle raddoppieranno i voti.
Un qualsiasi cittadino vuole sapere prima il programma e con chi lo fà.
Mia opinione il PD alla fine scegliera Casini
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 103
Diario di un disastro annunciato – 31 ottobre 2012 – 2
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 38


E’ iniziata la Rivoluzione – 1


La ruota della macina della storia è sempre attiva, questa settimana ha cominciato a lambire il Bel Paese. Gli storici degli anni ’60 di questo nuovo secolo e millennio, racconteranno che in Italia la rivoluzione d’ottobre è cominciata il 28 ottobre 2012 con le elezioni siciliane. Tra l’altro quella data coincideva con un’altra rivoluzione storica che ha segnato le vicende di questo sfortunato Paese, la rivoluzione fasista del 28 ottobre 1922.

Il dato più importante emerso dalle elezioni siciliane è l’astensionismo, il partito che sostanzialmente ha vinto le elezioni.

Ma i provoloni e i cazzabubuli della casta evitano accuratamente di trattare questo dato, perché segna nettamente la loro sconfitta.

Tafazzi-Bersande gioisce per la vittoria sicula:
- E’ una vittoria storica
- Abbiamo vinto, cose da pazzi. La Sicilia dal dopoguerra a oggi non ci ha mai visto realmente competitivi, mentre ora è dimostrato che si può essere anche vincenti

E’ comprensibile se uno ti viene a dire: “Ha vinto 39 milioni al Supernalotto”.

Qui invece ha vinto una regione sull’orlo del fallimento che dovrà affrontare problemi pazzeschi con una crisi mondiale di queste dimensioni mai viste e un presidente del Consiglio cattolico, che ha il pelo sullo stomaco al punto di togliere la pelle ai disabili per fare quadrare i conti, pur di non toccare i ricchi.

Dubito che possa aiutare la Regione Sicilia dopo aver messo in croce i disabili. Già scontano una condanna nella vita per non essere come gli altri e Monty ha il coraggio di infierire su di loro per la seconda volta. Per fortuna che è un cattolico, chissà se fosse stato un ateo. Se accennasse di aiutare la Sicilia icona degli sperperi, allora si che potrebbe trovarsi i forconi sotto Palazzo Chigi, visto che all’inizio predicava equità.

Il nuovo governatore è partito “””””””””””””con il piede giusto””””””””””””””, ha dichiarato che non farà inciuci, ma non ha affatto i numeri per governare (nessuno glielo ha ancora spiegato).

Vedremo come risolverà questo problema, o inciucia e copia il cinese con gli occhi a mandorla sostenendo che lo hanno frainteso, che non è stato capito, o dovrà fare un miracolo che sconvolgerà il mondo visto che con il premio di maggioranza raggiunge quota 39 che non gli consente di governare. Far diventare un 46 quel 39. Come farà senza inciuciare nella terra degli inciuci?
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 104
Diario di un disastro annunciato – 31 ottobre 2012 – 3
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 39


E’ iniziata la rivoluzione – 2



A Mario Aiello che lo intervista per con de Il Messaggero, don Rosario risponde:
«Io, antimafia, omosessuale e anticasta».

Passi per l’omosessuale che non me ne frega niente perché sono affari suoi, ma l’antimafia e l’anticasta no.

Sorge quindi spontanea la domanda che Aiello non gli ha rivolto: “Se lei è antimafia e anticasta, perché si è alleato con Casini???

L’affermazione non stupisce affatto perché siamo nella terra del Gattopardo, ma quello che irrita, non poco, è che anche Crocetta ritenga tutti quanti merli scemi gli italiani.

La rivoluzione che è partita dalla Sicilia parla chiaro:

- Oltre la metà dei siciliani non è andata al voto
- Gli sposi novelli U Dc e Pd, hanno vinto in caduta libera, soprattutto grazie alla debacle della salma cinese.
- Il piddì ha letteralmente dimezzato i consensi, ma nessuno dei “trionfatori” ne dà conto. “Megghiù che laggente nun sape”
- Il M5S dopo il partito dell’astensione è il primo partito dell’isola e porta all’Ars 15 membri.

Per quello visto, sentito e letto dalle 18,00 di lunedì 29 ottobre 2012, sembra proprio che in Italia sia cominciata la Rivoluzione. Una Rivoluzione che mi auguro sia pacifica perché non vale assolutamente versare una sola goccia di sangue per queste bande bucaniere che si stanno spartendo l’Italia.

Vale la pena di comprendere esattamente cosa sta accadendo, come è successo ad esempio stamani ad Agorà dove per la prima volta nella sua breve storia televisiva è entrata la politica mettendo in difficoltà la passerella della casta.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... a8.html#p=

Buono l’accostamento di Mina “Caramelle non ne voglio più……….”

Ma soprattutto comincia a cambiare il lessico che si adatta alla realtà rifiutata dalla resistenza della casta.

Il conduttore fa presente che non si deve chiamare antipolitica quella del M5S, ma bensì antipartitica.

La Rivoluzione è iniziata.
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

L'analisi

Invertire la rotta, forse si può

31 ottobre 2012 - Nessun Commento »
Patrizia Rettori


Quella siciliana è una vittoria amara per il Pd, che ha perso molti voti rispetto alle consultazioni precedenti. Ma, paradossalmente, non è dolcissima neppure per i trionfanti grillini, che avrebbero potuto rallegrarsi davvero solo se la percentuale dei votanti fosse stata di almeno dieci punti superiore. Di fatto, come rileva l’istituto Cattaneo, i partiti si dividono una torta elettorale sempre più piccola, e nessuno sembra in grado, neppure il M5S, di arginare il dilagante rifiuto della politica.
Probabilmente ci sono peculiarità siciliane alla radice di quanto è accaduto la scorsa domenica. Ma tutti i sondaggi dicono che il fenomeno, pur se in proporzioni più contenute, è di sicura rilevanza nazionale. E dunque è d’obbligo chiedersi perché. La risposta, naturalmente, è difficile, ma qualche ipotesi si può avanzare, specie alla luce delle prime analisi dei flussi elettorali.
Il grosso delle astensioni, al netto della quota fisiologica, viene dai delusi del centro destra. E questo significa che anni di scontri frontali hanno lasciato il segno: chi ha creduto in Berlusconi non può neppure pensare di dare il suo voto a chi gli è sempre stato additato come un nemico mortale. Perciò non può votare per “i comunisti”. Ma non riesce neppure a votare per Grillo, nonostante lo stesso Grillo abbia provato a scippare al Cavaliere qualcuno dei suoi argomenti più incendiari: dalla polemica sugli immigrati alle sfuriate contro l’euro. Non gli hanno creduto e hanno preferito rifugiarsi nella scelta più facile, quella dell’astensione, perché tanto “sono tutti uguali”.
Viceversa, il M5S è riuscito a drenare voti dalla sinistra, perché tra quegli elettori è forte la rabbia per un’azione di contrasto al berlusconismo percepita come inefficace se non, a volte, addirittura complice. Tutto questo, però, non ci porta lontano. Perché se l’astensionismo non serve a fini pratici, dato che la minoranza che vota deciderà comunque il governo di tutti, sarà però assai difficile governare bene senza, o contro, la maggioranza dei cittadini.
Il problema è che ci vorranno anni per smaltire le tossine accumulate in un ventennio di berlusconismo, e ricominciare a ragionare con la testa e non con la pancia. Ma non abbiamo tutto questo tempo di fronte a cambiamenti planetari che rischiano di fare dell’occidente il terzo mondo del futuro. E allora bisogna lavorare per invertire la rotta. A dir la verità qualche segnale positivo c’è. Le prime prudentissime aperture che i grillini e il neogovernatore siciliano si sono scambiati sembrano segni di consapevolezza. Non si potrà, e nessuno lo immagina, pensare ad alleanze vecchio stampo. Ma è possibile sperare che, con un po’ di coraggio, si faccia strada un modo diverso di fare politica: leggi che rompano con il passato, nuovi e più austeri costumi da parte degli eletti, proposte che raccolgano consensi al di là degli schieramenti tradizionali. Crocetta ha promesso novità, il M5S ha risposto che se saranno buone le voterà. Bene, a patto che tutti siano ragionevoli e realisti, che si controllino a vicenda con severità ma senza pregiudizi, che nessuno imbocchi la strada del populismo per fare il bene della propria bottega senza curarsi del bene comune.
Se andrà così la Sicilia potrà davvero diventare il primo esperimento di buona politica dopo tanti anni di marciume. Ma andrà così? Ai posteri…

http://www.libertaegiustizia.it/2012/10 ... se-si-puo/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 105
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Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 40

La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 38

I giorni della follia – 5



Rosi Bindi a Otto e mezzo proietta il caos delle idee in quel partito.

Il democristianesimo bindiano è quello delle sue origini della prima Repubblica, tenere i piedi in cento scarpe pur di continuare a gestire i potere. Spero di ricordarmi domani di pubblicarlo sul forum perché la confusione è troppa da descrivere.

Rimane dunque assodata la precisa volontà del partito dei defunti espresso tramite la sua presidente di allearsi con Casini.

A cinque mesi dalle elezioni, pur di salvarsi a qualsiasi costo, il partito democratico (cristiano) e il Sel, continuano imperterriti, senza il minimo ritegno e pudore a portare avanti a cielo aperto la truffa delle alleanze. Casini dal canto suo continua ad evidenziare il suo rifiuto totale verso Vendola. Nella truffa evidente agli elettori sembra che Casini per quanto riguarda l’alleanza U Dc-Sel- Pd, sia il più chiaro di tutti, rifiuta la presenza di Vendola, mentre ha in mente di rifare la Dc con chi si staccherà dal Pdl.

Vendola, Bindi, Bersani, D’Alema e compagnucci della parrocchietta e Casini raccontano ogni giorno tre cose diverse.

1) Vendola non vuole Casini.
2) Casini non vuole Vendola
3) Il Gatto, la Volpe, e la suorina (sembra che abbia ragione peanuts perché i vari vignettisti la rappresentano in questo modo) dichiarano che questa sarà l’alleanza futura.

Il tasso di irresponsabilità dei democratici (cristiani) è massimo.

La Bindi si è detta preoccupata per il tasso di astensione in Sicilia, attribuendo ovviamente la responsabilità ad altri partiti. Loro, i buoni, non c’entrano mai.

Invece anche loro contribuiscono non poco al tasso di astensione. In Sicilia in soli due anni hanno dimezzato il consenso, e da un sondaggio riferito ad Agorà stamani, il 40 % dei voti è passato al M5S, e il restante dimezzamento dei consenti ha ingrossato le file dell’astensionismo.

Come facciano a non capire che i generatori di astensionismo e di cambio di casacca sono proprio loro quando creano confusione con le loro menzogne è totalmente incomprensibile.

L’unica giustificazione sociologica è che considerino gli elettori degli imbecilli integrali, in quanto loro possono dire e fare quello che vogliono e gli altri sarebbero obbligati a credergli. Se questa non è follia, cos’è la follia?

Il berlusconismo ha colpito duro anche a sinistra e nella finta sinistra, e ci vorranno decenni per eliminare questo virus.

In momenti come questi dove la credibilità verso i partiti è scesa al 3%, per recuperare credibilità bisogna smettere di raccontare balle gigantesche come fanno Vendola e i democratici (cristiani), giocare a carte scoperte e dare indicazioni nette e precise non come stanno facendo ora, l’esatto contrario.
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Il Paese allo sbando – 106
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La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 39

I giorni della follia – 6



Quando un mollaccione come PG Battista arriva a notare questo, significa che non c'è più speranza.

I PARTITI E L'ONDA ASTENSIONISTA
Il senso perduto dell'emergenza


Forse i partiti non hanno ascoltato bene il messaggio siciliano. Certo, ammettono che c'è qualche problema se oltre la metà dell'elettorato non si reca alle urne. Si dicono sensibili al disagio che si esprime nel massiccio voto a Grillo.

Promettono di cambiare. Assicurano che saranno «concreti». Si mostrano pensierosi sui «problemi della gente». Ma è tutto qui. Non hanno capito che un astensionismo rivendicato così esteso è un segnale di rivolta.



Che siamo prossimi al ripudio globale. E che manca pochissimo per raggiungere il livello più basso della credibilità dei partiti. Non di un partito, ma dell'intero sistema dei partiti.



Forse non hanno capito che qualche partito è leggermente messo meglio di un altro ma non è che se il Pdl è alla dissoluzione, gli altri non esibiscano una debolezza che fa spavento quando c'è da affrontare, senza l'ausilio di un governo tecnico, una crisi che moltiplica tensioni e rabbia.


Dovrebbero tenere aperto a oltranza il Parlamento per prendere nei tre mesi che restano provvedimenti drastici. Ridurre al minimo i finanziamenti scandalosamente elevati e senza rendiconti ai partiti vivi e ai partiti defunti ancora gratificati delle risorse pubbliche. Non mettere ostacoli al ridimensionamento delle Province. Calmierare le spese delle Regioni. Fare una legge elettorale decente.


E invece, dopo aver ritualmente mostrato di comprendere l'inquietudine dell'elettorato, si sentono finalmente liberi dai vincoli del governo Monti. Si sentono in libera uscita. Sospirano fiduciosi al prossimo «ritorno della politica». Pensano che l'emergenza sia conclusa. Che si possa tornare come prima. Costringono il governo a fare retromarcia sulla riduzione dei costi della politica. Fanno ostruzionismo sulla spending review . Si gingillano con le più astratte soluzioni per riformare sul serio la legge elettorale.

I partiti stanno diventando la fabbrica del qualunquismo nazionale: si comportano in modo tale da acuire il senso di estraneità che il loro linguaggio suscita nella stragrande maggioranza dei cittadini.


La loro totale incapacità di reagire impedisce di capire che i numeri hanno un loro valore incancellabile, e che oramai i principali partiti tradizionali godono di percentuali sempre più irrisorie.

Vincerà chi perderà di meno: non è normale. I vincitori diranno che hanno «tenuto», come a evocare un naufragio, ma non fanno nulla per evitarlo. Manca loro il senso di un'emergenza. Di un allarme vero. Cosa devono aspettare ancora per capire che un astensionismo così rabbioso ed esteso è il sintomo di un rapporto spezzato e che il compito di una politica responsabile è di ricucire un filo, un legame, il superamento di un disprezzo tanto corale? In Sicilia si è rotto un tabù.
Finora l'astensionismo è stato visto come disaffezione contenuta. Ma in Sicilia la disaffezione ha voluto parlare. E ha parlato in una lingua che non lascia spazio a interpretazioni indulgenti. Ora i partiti hanno davanti a sé meno di cento giorni. Possono far finta di niente. O addirittura illudersi di trarre reciprocamente vantaggio dalle difficoltà di tutti. O possono affrontare l'emergenza. L'ultima chiamata. Ecco il messaggio siciliano.


Pierluigi Battista
31 ottobre 2012 | 7:14
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/editoriali/12_ot ... 655c.shtml
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Il Paese allo sbando – 107
Diario di un disastro annunciato – 31 ottobre 2012 – 6
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 42

La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 41

I giorni della follia – 7
La fine



Elezioni Sicilia, Belcastro accusa: “Voti pagati 300 euro”

VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/ ... ro/209448/

L’avvocato dei boss della ‘ndrangheta lancia in Parlamento l’accusa di voti comprati alle elezioni regionali siciliane di domenica scorsa. E pur non indicando casi specifici, suscita la riposta stizzita dell’Udc, partito uscito vincitore dalle urne in quanto sostenitore del candidato Pd – e icona dell’antimafia – Rosario Crocetta. “Mi si dice che anche nelle ultime elezioni siciliane c’è stata una compravendita di voti. Un voto è stato pagato addirittura 300 euro“, afferema nel suo intervento in aula il deputato di Noi Sud, Elio Belcastro, durante l’approvazione del Ddl anticorruzione. “I prezzi sono fortemente lievitati”, aggiunge il parlamentare calabrese, il cui studio legale assiste i principali boss della ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro: i Piromalli, i Molè, i Bellocco, i Pesce, i Crea. “In Calabria alle scorse elezioni al massimo si era arrivati a 70 euro per un voto“. La rivelazione del parlamentare è contestata da Roberto Rao, deputato dell’Udc, che controbatte: “Se il mio collega o altri fossero davvero a conoscenza di fatti gravissimi come questi, dovrebbero recarsi alla Procura della Repubblica e raccontare tutto quello che sanno. Altrimenti” – prosegue – ” il loro comportamento omissivo e omertoso e le loro insinuazioni striscianti non faranno altro che generare una sensazione di complicità di questo Parlamento con comportamenti gravissimi e deliquenziali come è la compravendita dei voti”. La controreplica di Belcastro non si fa attendere e definisce “intimidazione” l’intervento di Rao. “Sono un uomo libero che denuncia dei fatti gravi” – si difende l’onorevole – “e non credo che Rao voglia tapparmi la bocca. Di ciò che sono a conoscenza sarei anche pronto a riferire”. E continua polemicamente: “Mi sarei aspettato non una denuncia contro chi denuncia, ma una richiesta di approfondimenti ulteriori, uno stimolare le Procure”. Lapidaria la dichiarazione conclusiva del Vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione, che così commenta: “Il deputato Belcastro denuncia politicamente in quest’Aula gli episodi di malcostume, assumendosi la piena responsabilità politica di quello che dice. Ma il cittadino che ha notizie di reato ha il dovere morale di portarle a conoscenza della magistratura”
31 ottobre 2012
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