Come se ne viene fuori ?

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mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Ieri a l'Infedele. C'è Piero Ricca, quello di "Buffone, fatti processare!" gridato al caimano.

Il piglio è quello aggressivo di sempre, mentre incalza Renzi sulla finanza e sul mandato di sindaco che non sta onorando.

Poi Lerner lo provoca su Grillo, dopo aver mostrato la denuncia della Salsi sulle aggressioni subite per una comparsata a Ballarò.

Il tono diventa allora pacato, riflessivo, quasi tenero, mentre argomenta sulle difficoltà e sulla crisi di crescita del "movimento" e su quella che definisce una "battuta infelice".

Un'altra illusione che se ne va: che ci possano essere giornalisti diversi da Sallusti.

Per il resto, pare che ci tocchi scegliere tra Zingales che assimila gli operai di Pomigliano al comandante Schettino, e Grillo che parla di punto G.

Conclusione sconsolata di Lella Costa: che tristezza!
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Ho smesso di guardare anche Lerner... sempre le solite cose tante parole ma niente fatti e/o proposte concrete, i soliti intellettualoidi snob... l'Italia non cambierà mai...
Ho preferito guardare un interessante documentario su Albert Speer su History Channel...
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Forse hai ragione. Dobbiamo smettere di guardare i programmi politici in TV. Quello di Lerner era l'ultimo che ancora seguivo, insieme a quello di Santoro (ed anche questo non so per quanto ancora).

Il problema è che è tutta l'informazione manipolata e fasulla.

Qualche giorno fa ho commentato sul Fatto Quotidiano un servizio sulle contestazioni degli operai Irisbus a Bersani, rilevando che un'informazione completa (mi riferivo al video) avrebbe dovuto includere anche la replica di Bersani.

Il mio commento è stato cancellato per due volte.

Stamani sulla pagina FB di Piero Ricca ho postato lo stesso commento riportato qui sul suo intervento di ieri a l'Infedele.

Dopo essere stato diffidato a "non continuare a disturbare", i miei commenti sono stati cancellati (insieme ad altri che mi davano ragione).

E questo dovrebbe essere il giornalismo "alternativo" a quello dei Feltri, Sallusti, Sechi?
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Ma il concordato fiscale con la Svizzera dov'è finito?
monti?
Allora?
Quei 37 miliardi li prendiamo o ti hanno ordinato di lasciar perdere?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

La seconda che hai detto...

I miliardi li trovano aumentando gabelle e balzelli e tagliando quel che rimane del fu welfare... poi se il PIL in questo modo crolla perché crollano i consumi non fa niente è pronta un'altra manovra di "rigore"... fino a che l'Italia darà il mortal sospiro...
Ultima modifica di Maucat il 06/11/2012, 15:09, modificato 1 volta in totale.
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Peccato che non ci sia un giornalista che nelle conferenze stampa glielo ricordi... vergogna. Pusillanimi.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

L'Ultimo tango a Parigi - 3
Cause ed effetti - 1


Vuoto a rendere


D'Alema: «C'è una sola politica
Il resto è un gioco a demolire...»


Da quando ha annunciato che in caso di vittoria alle primarie di Pier Luigi Bersani non si ricandiderà in Parlamento, Massimo D’Alema ha intensificato le iniziative in giro per l’Italia a sostegno del segretario.

Ieri era a Bari, dopodomani sarà a Bologna, poi Campania, Calabria, Basilicata, «per far emergere il sostegno del Mezzogiorno alla candidatura di Bersani», scegliendo invece non a caso per la chiusura del 23 novembre la Toscana.


«Ci si sarebbe potuti aspettare un minor impegno? E perché scusi? Anzi, è un segnale da dare, ci si dedica alla lotta politica anche se non si è in corsa personalmente. Dobbiamo restituire l’idea che la politica è una battaglia per affermare dei valori, delle convinzioni.

Io ho fatto questo passo per togliere il sospetto di voler difendere una posizione personale e per poter combattere più liberamente per un progetto.

Ora che io e Veltroni abbiamo detto che non ci ricandideremo noto che la campagna è finita, che Berlusconi ha fatto sapere che si ripresenterà e nessuno ha avuto nulla da ridire.

Evidentemente la campagna era per togliere noi dal Parlamento.

(Poveri piccoli Calimeri, c’è l’hanno tutti con loro………
http://www.youtube.com/watch?v=Xc46PzAZOKs
Ma com’è intelligenteeeeeee,……la Volpe del Tavoliere!!!! Hanno fatto una campagna apposta per loro………..che onore. - ndt).


Ma va bene, è giusto che siamo noi a dare l’esempio».


Per D’Alema è la «politica» che deve tornare, dopo la fase di «emergenza» dei tecnici.

Nella tappa pugliese gli chiedono dell’Ilva, e lui dice che a fronte dei «molti annunci» del ministro dell’Ambiente Clini (che si risente e a distanza replica che da parte sua non ci sono stati annunci «ma solo fatti e impegni rispettati») il governo avrebbe potuto fare di più.

C’è la questione delle Province, «tagliate con l’accetta», come dimostra il caso dell’«invenzione» della Provincia Brindisi-Taranto: «Non voglio difenderle, anzi qui invece di tre ne vorremmo due, una al nord e un Grande Salento, più l’area metropolitana di Bari, il che avrebbe una logica.

Io ho grande rispetto del governo tecnico, ma si dimostra per molti aspetti che c’è bisogno della politica, cioè di un rapporto col Paese che sia meno astrattamente ragionieristico».


D’Alema sa che il vero avversario da battere non è un centrodestra ormai inesistente (tra un’iniziativa e l’altra legge sul cellulare un sondaggio che dà il Pdl doppiato dal Pd, «lo vede?») ma proprio la sfiducia diffusa nei confronti dei partiti, «l’idea che sono tutti uguali» e la campagna «contro il ritorno della politica»: «C’è chi spera che nessuna proposta di governo riesca a ottenere un consenso sufficiente per avere di nuovo un governo tecnico.

Ma l’assenza di una maggioranza politica sarebbe drammatica per il Paese, porterebbe il massimo dell’instabilità, ed è irresponsabile chi lavora per un tale esito».

A lavorarci è anche un Pdl che al Senato oggi proverà a far passare un emendamento sulla legge elettorale che prevede l’assegnazione del premio di governabilità solo a una coalizione che superi il 40%. «Prevedere una soglia minima sarebbe un incentivo a disaggregarsi perché interesse di molti sarebbe non far scattare il premio, così poi tutti i giochini sono possibili», ragiona prima di partecipare a un’iniziativa al Parco dei principi di Bari Palese.


D’Alema però ammette che un premio illimitato, così com’è previsto dal Porcellum, è incostituzionale perché rischia di alterare il principio di rappresentanza. «La soluzione può essere trovata in un premio limitato, che però è certo che scatti, perché allora sì che ci sarebbe un incentivo ad aggregarsi».



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Ma al di là dei tecnicismi elettorali, per D’Alema resta un punto fermo, e cioè il fatto che «l’unica proposta di governo in grado di garantire una legislatura stabile e fare le riforme necessarie è quella di un’alleanza tra progressisti e moderati».
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Questo tour per le primarie l’ha portato a incontrare lavoratori di aziende in crisi, come la Micron, vicino ad Avezzano, docenti e ricercatori universitari (Italianieuropei ha organizzato per il 21 a Napoli un’iniziativa sul manifesto degli intellettuali pro-Bersani), sindaci di grandi e piccoli Comuni alle prese con le difficoltà a chiudere i bilanci (la sera prima di arrivare a Bari era a Martignano, in provincia di Lecce, per una cena elettorale a cui è seguito il ballo della pizzica).



Contesti e persone diverse, ma che esprimono ogni volta le stesse problematiche, che riguardano la crisi, le politiche del rigore, la necessità di creare occupazione.

Per questo dice che «la nostra prospettiva va oltre Monti»: «un governo di emergenza, ma noi dobbiamo andare oltre l’emergenza, dobbiamo costruire una prospettiva per il Paese.

Gli impegni sul rigore sono irrinunciabili, ma occorre qualcosa di più, più giustizia sociale, maggiore attenzione al lavoro».


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E questo, per D’Alema, può farlo solo un’alleanza di governo tra progressisti e moderati, «un’alleanza che si fonda sul fatto che c’è un grande partito come il Pd che ormai è dato nei sondaggi al 30%, che fa da baricentro, e una candidatura come quella di Bersani, che rappresenta la garanzia di una coalizione coesa».
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E se un’agenzia dice che il leader Pd sarebbe intenzionato a dare un ministero a Renzi in caso di vittoria, D’Alema in una pausa tra un’iniziativa e l’altra osserva che quella stessa agenzia è stata annullata.


«In ogni caso deciderà Bersani con il Presidente della Repubblica, e comunque non ci sarebbe nulla di strano che alcuni competitori entrassero nel governo Bersani».


E Vendola che dice o me o Casini?


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Sorride. Poi: «Io sono molto rispettoso della propaganda, è una parte della politica, ma non può sostituirla».
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http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5
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http://www.unita.it/italia/d-alema-c-e- ... 333?page=2

**

Ieri sera l’altro compare era in tivvù:

CASINI NELL’ERA DI GRILLO
http://www.la7.tv/richplayer/index.html ... d=50288719


Non so se avrete il coraggio di guardarlo fino in fondo, perché di sparate ne fa abbastanza, anche se, ad un certo punto il giornalista Damilano fa una domanda un tantino più osè del solito che scatena l’immediata reazione di monsignore.

Quella domandina un po’ osè, è paragonabile a quel passaggio in cui Don Camillo vede fuori dalla finestra della canonica la Gisella che attacca i manifesti e girandosi verso il crocefisso dopo aver imbracciato il fucile, si giustifica con il Signore, facendogli presente che i pallini sono piccoli piccoli, come quelli che si usano per i passerottini……

Anche Damilano spara pallini piccoli piccoli nei confronti di monsignore sapendo di non fargli troppo male.

Solitamente i giornalisti fanno domande in base alla combine castale e quando vanno fuori dalle righe il politico si irrita immediatamente.

Su questo ci sono tante riflessioni da fare.

La prima sono le doglianze espresse in questo 3D, da Maucat e mario in merito alla visione e al rifiuto della visione dell’Infedele.
Maucat
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Maucat »

Su questo ci sono tante riflessioni da fare.

La prima sono le doglianze espresse in questo 3D, da Maucat e mario in merito alla visione e al rifiuto della visione dell’Infedele.


Io non ho detto rifiuto, ho detto solo che piuttosto che sentire la solita aria fritta ho preferito un interessante documentario su un altro canale...

Il problema è che tutti questi dibattiti all'acqua di rose alla fine diventano stucchevoli e noiosi, senti sempre le stesse cose e mai un vero tentativo pratico di risoluzione... sono solo degli esercizi di oratoria...
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

Damilano mi ha fatto un pò pena....le domande erano irritanti al punto giusto, ma quanto a tirare fuori un pò di "voce" per sostenerle e ribattere al vuoto pneumatico ...ciccia.... Pierferdi , fiutato il pericolo è passato da modalità "sto in una botte de fero" a modalità " aggressivo-difensivo "e ne ha fatto un sol boccone.
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

L'Ultimo tango a Parigi - 4
Cause ed effetti - 2



Gli effetti del secondo tipo.

1) Sostiene Maucat:

Il problema è che tutti questi dibattiti all'acqua di rose alla fine diventano stucchevoli e noiosi, senti sempre le stesse cose e mai un vero tentativo pratico di risoluzione... sono solo degli esercizi di oratoria...


Direi che questa è la doglianza che va per la maggiore. Questa doglianza l’avevo resa nota un po’ di settimane fa per quanto riguarda Ballarò che viaggia sempre sugli stessi schemi.
Questa doglianza la elevava due giorni fa un amico disturbato dalla presenza della Santanché a Servizio pubblico, dichiarando di aver chiuso anche con Santoro, dopo aver chiuso progressivamente con tutte le altre trasmissioni politiche.

Si tratta del fenomeno di saturazione da video. Lo si riscontra anche con la carta stampata. C’è chi compra il giornale per rimanere informato, ma gli articoli che legge sono sempre più rari, perché “raccontano sempre le stesse cose”.

E’ una cosa abbastanza normale perché il nostro computerino funziona in questo modo.

Solitamente durante le feste di Natale ci si lascia andare con il cibo. In modo particolare al 25 dicembre o al successivo 1° gennaio. Spesso si fa un pasto solo, pranzo, dove capita di rimpinzarsi di tutto.

All’ora di cena, al solo vedere il cibo, il sensore della vista trasmette l’informazione al cervello che istantaneamente elabora il dato e valutando la saturazione delle varie sostanze ingurgitate ore prima e adesso in trasformazione, fornisce la risposta “stop” attraverso un senso di nausea da overdose di cibo. L’esatto contrario avviene quando le varie sostanze non sono presenti nel corpo, e di conseguenza la vista del cibo ti stimola al punto che a volte mangeresti anche le gambe del tavolo. Quest’ultimo fenomeno era diffuso durante l’ultima guerra e nel primo dopo guerra.

Allo stesso modo il computerino si comporta anche in altre occasioni, sesso compreso.

La mancanza di input stimolanti producono la saturazione di tutti i contenitori politici che si guardano, anche perché il livello degli attori è tendenzialmente scadente e noioso.

Ma c’è di più, anche il livello d’impegno dei conduttori è scadente. Da questo appiattimento ripetitivo nasce il rifiuto a vedere i vari programmi televisivi che si occupano di politica. Come tutti voi riscontro gli stessi rifiuti, e solo un masochismo televisivo a volte mi spinge a guardare l’inguardabile.

Come anche per altri, alcuni personaggi politici mi inducono a cambiare canale, perché la valutazione immediata è che da loro non sentirai nulla di intelligente e stimolante.

Quello che invece ho notato, che da lunedì l’altro, dall’avanzata di Grillo, i meccanismi stanno cambiando. La vecchia pastetta viene abbandonata per lasciare posto ad un nuovo tipo di confronto.

Nella puntata di ieri mattina di Agorà si è sentita la differenza. Ospite di Vianello, ci stava un certo Curtaro, assessore di non so cosa al Comune di Parma del M5S.

Puntata completa
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... e.html#p=0

Sulla destra si possono selezionare gli Highlights

Quello di Curtaro è :

00.10.57
Webopinionisti: un attivista del Movimento 5 Stelle

Il conduttore chiede subito : <<Curtaro può parlare con noi??>>

Il caso di Federica Salsi è fresco e quindi il conduttore cerca nei limiti del possibile di andare con i piedi di piombo.

Poi il conduttore si rivolge ai suoi ospiti partendo da Menichini.

Qui comincia la parte interessante socio-psicologica che appartiene al sistema dei partiti, dei politici, e dei giornalisti megafoni dei partiti.

- Menichini giustifica il precedente servizio in cui è stato proibito all’inviata di Agorà di assistere.

- Ma poi compie il suo dovere cercando di mettere in evidenza le contraddizioni del M5S.
Stamani, nella seconda parte di Agorà verrà smentito da quel ragazzetto perbene (per il momento lo ritengo così) di Pippozzo Civati, che non ha nessuna remora a precisare che la democrazia non abita nei partiti italiani.
In effetti si affannano per farlo credere ai merloni doc, però loro praticano l’oligarchia.

Menichini manifesta le sue preoccupazione non sui singoli attivisti che definisce”brave persone” ma sul movimento (quindi il capo senza pronunciarlo) che ha un atteggiamento di chiusura verso l’informazione, se domani dovesse andare al governo ecc. ecc.

Qui scatta la truffa mas mediatica, anche perché viene precisata anche da gente di televisione come Vaime e non solo.

Con il caso Salsi scatta il meccanismo di difesa della casta. E’ una cosa normalissima nella lotta politica, poco edificante come tutta la lotta politica ma la realtà è questa. La politica non è fatta per giovani educande delle Orsoline, perché nella vasca si aggirano certi squali che farebbero impallidire e fuggire gli squali della serie cinematografica: Squalo I,..II,..III.

L’osservazione di Amà (Amadeus per chi legge) è pertinente perché va a spiegare una realtà nascosta, che produce l’insoddisfazione di Maucat, di mario, la mia e di molti altri, oltre che spiegare il rapporto di Grillo con la televisione.

Damilano mi ha fatto un pò pena....le domande erano irritanti al punto giusto, ma quanto a tirare fuori un pò di "voce" per sostenerle e ribattere al vuoto pneumatico ...ciccia.... Pierferdi , fiutato il pericolo è passato da modalità "sto in una botte de fero" a modalità " aggressivo-difensivo "e ne ha fatto un sol boccone.

La chiave sta tutta qua.

I giornalisti, per varie ragioni, hanno rinunciato al loro mestiere di fare domande, quelle che potrebbero classificarli come appartenenti al quarto potere. Ancora resistono i giornalisti anglosassoni, ma i nostri, perché “aggià a campà”, “tengo famiglia”, voglio salire più in alto possibile nella mia carriera, magari diventando anche come voi politici, ..rinunciano a fare domande e si comportano da inginocchiati perenni.

Quando si azzardano a fare una domanda fuori dagli schemi, succede la reazione di monsignore e la conseguente osservazione di Amà.

I contenitori politici della seconda Repubblica sono tutti funzionali al potere.

Ergo, l’osservazione che potrà scandalizzare qualcuno, è che nella realtà, per dirla con l’attualità i partiti tradizionali sono tutti identici a Grillo in materia.

Ci mandano i loro rappresentanti alla condizione che ricevano un trattamento che non metta in difficoltà né loro né il partito.

Altrimenti non ce li manderebbero se facessero domande scomode. In questo caso sono ancora peggiori di Grillo perché il profeta delle 5 Stelle che conosce il mezzo televisivo e gli squali che lo frequentano, vuole evitare che dilettanti allo sbaraglio vengano sbranati dagli squali in servizio permanente effettivo, mentre i partiti hanno volutamente creato un sistema castale di comunicazione per ingannare gli elettori.

E il proseguimento della puntata di Agorà lo dimostra chiaramente.

Lo squalo Sechi dopo aver fornito un tipo di comunicazione sul comportamento che dovranno avere una volta in Parlamento i 5 Stelle, e sul tipo di esercizio della governabilità anche condivisibile perché è la realtà, si rifugia nel paragone della prima Forza Italia che istruiva i suoi digiuni di tutto sul come comportarsi in Tv.

Ma incoerentemente, successivamente, avendo bisogno dell’odore del sangue, infierisce insistentemente sul Curtaro cercado di estorcergli una risposta a cui evidentemente non si sente di rispondere pensando sempre all’autorizzazione ricevuta. La domanda sulla permanenza nell’euro o meno. Ovvio che il Curtaro ha una sua opinione, ma allo squalo Sechi non basta che il ragazzetto gli abbia notificato che la domanda esula dai suoi compiti istituzionali nel governo di Parma. Sechi vuole un secondo caso Salsi, non accorgendosi nell’orgasmo, che stava per dare ragione a Grillo.

Nota per il caso Salsi.

Chi si occupa di radio e di televisione in questi giorni ha dimostrato che Grillo ha ragione dal punto di vista tecnico per quello che succede in tv, di proprietà della casta ed ad essa legata in perfetta simbiosi.

Ma dal mio punto di vista invece Grillo ha torto marcio sul modo di approccio con Federica Salsi.

Non è certo quello il modo di comportarsi verso chi ha sbagliato su di una caso decisamente minore. In modo particolare quando si tratta di una donna che non presenta le caratteristiche delle donne squalo al seguito del cavalier banana.

Né tanto meno può essere accettato il comportamento dei consiglieri di Bologna che l’hanno isolata come un’appestata per aver letto in consiglio comunale mail scriteriate e irricevibili. Non si tratta di forma, ma di educazione alla tolleranza e all’educazione civile che in alcuni dei suoi attivisti sembra mancare completamente. Non può procedere pareggiando il suolo come un rullo compressore. Occorre sempre saper discriminare. Educarne uno per educarne mille non può essere una scusante accettabile.

Ha colto nel giusto il ragazzetto Pippo Civati stamani ad Agorà.

“A volte Grillo è pesante come la peperonata”.

Che l’attuale tv sia al servizio della casta, lo possiamo vedere dal caso Ballarò-Polverini.

Un presidente di Regione è stato creato dal niente attraverso 19 partecipazioni quasi consecutive a Ballarò.

La Polverini è un errore di Floris o gli è stato imposto dall’alto???
Ultima modifica di camillobenso il 06/11/2012, 20:47, modificato 3 volte in totale.
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